Nuova Venezia – Natanti allegorici in Canal Grande per contrastare l’escavo del canale Contorta ma anche le altre soluzioni allo studio
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
12
gen
2015
IL PORTAVOCE SILVIO TESTA – La sentenza del Tar ha azzerato tutto e ha messo a nudo i tentativi portati avanti per aggirare i divieti contro i passaggi in laguna
Una Carnival Parade lungo il Canal Grande con “navi allegoriche”, un pressing stretto a tutti i candidati sindaco perché dicano pubblicamente come la pensano, un convegno sull’inquinamento dei fumi emessi dai camini dei traslatlantici che sfilano in Bacino San Marco.
È il modo del Comitato NoGrandinavi per celebrare tre anni di attività che ha fatto il giro del mondo e per rispondere alla sentenza con la quale il Tribunale amministrativo regionale ha cancellato come illegittimi i limiti che la Capitaneria di porto aveva introdotto al numero degli ormeggi (708) e alla stazza delle navi in transito (96 mila tonnellate), perché considerati in contrasto con il decreto Clini Passera del 2012 (che il limite lo abbassa di molto a 40 mila tonnellate, ma solo ad accesso alternativo alla Marittima realizzato) e non supportati da dati oggettivi. Motivazioni che persino i Nograndinavi fanno proprie.
Ieri assemblea e cena di festa per il terzo compleanno, al centro sociale Morion, tra la pianificazione delle prossime mobilitazioni e un brindisi.
«La sentenza del Tar ha messo a nudo le forzature e i tentativi di escamotage per portare avanti lo scavo del Contorta», commenta Silvio Testa, portavoce della prima ora, «la situazione è azzerata, si sono persi due anni e c’è il rischio che giocando sull’emergenza ora cerchino di forzare il progetto. Pertanto, si è deciso di riprendere la mobilitazione a Carnevale, per creare attenzione e consenso. E di utilizzare questo periodo elettorale per costringere candidati sindaci e partiti a prendere posizioni critiche: tutti devono dire che non si decide se non c’è un sindaco in carica, perché non ci devono essere forzature o sgambetti prima delle elezioni. Inoltre, non ci accontentiamo di posizioni politiche che rinviano alla commissione di valutazione ambientale Via e ai tecnici per la comparazione dei progetti, ma dev’essere chiaro che il Contorta non si fa, Marghera non si fa e le navi devono restare fuori dalla laguna».
In tre anni di mobilitazioni, il Comitato ha dato vita a 13 grandi manifestazioni – dalla “presa” della Marittima al “cordone umano” con i salvagenti-paperella in canale della Giudecca – come 13 sono i minuti del video che sarà caricato su Youtube, per ricordarle. E alle quali ora si aggiungerà un corteo acqueo in maschera.
«Ci siamo ritrovati in tanti: una bella discussione», commenta Tommaso Cacciari, «alla fine tutti diamo una valutazione positiva della sentenza del Tar, perché ha tolto divieti basati sul niente e un alibi: chi ha deciso la soglia delle 96 mila tonnellate di stazza, su quali valutazioni, perché non 100 mila o 50 mila? Per noi 96 mila tonnellate sono navi gigantesche per la sostenibilità della laguna. Poi c’è la campagna elettorale: non può esserci decisione sul Contorta o altri progetti senza voce politica della città. In ballo è il futuro di Venezia e non può decidere chi non ha la delega dei cittadini: senza sindaco non si decide. E vogliamo obbligare tutti i candidati sindaci a non tergiversare: devono dirlo prima, ora, come la pensano. In un incontro pubblico o altro. Così come valuteremo con la città come organizzare questa mobilitazione di Carnevale: non ci sono navi da bloccare o porti da intasare, la proposta è un parata acquatica con barche allegoriche e festa in un luogo simbolico».
Mobilitazione a tutto campo, anche tecnico. «Un’altra occasione che sfrutteremo al massimo», conclude Luciano Mazzolin, «è l’inchiesta pubblica con osservazioni al progetto scavo Contorta, quando la commissione Via verrà a Venezia, come annunciato. Affonderemo il progetto e la sua devastazione della laguna, che fa acqua da tutte le parti. Ci faremo sentire. Così come sul tema dell’inquinamento: dopo l’esposto e la petizione europea, in primavera faremo un convegno».
Roberta De Rossi