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QUARTO D’ALTINO – Negli ultimi dieci giorni sono aumentati i treni in ritardo e le cancellazioni

La rabbia dei pendolari: «Situazione insostenibile»

«Un’epidemia di influenza, in questo periodo, dovrebbe essere prevista. Non è possibile che chi ha invece bisogno di andare al lavoro continui a non trovare il treno e ad arrivare sempre in ritardo».

Non sono sicuri che sia questa la ragione, ma i pendolari dei comitati di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale provano a spiegare così l’aumento delle cancellazioni e dei ritardi di questi giorni. Dopo le polemiche per l’orario ridotto imposto ai lavoratori con la chiusura delle scuole, la protesta non sfuma tra i vagoni dei treni che percorrono la tratta Venezia-Portogruaro. Nel sito internet dei comitati, elencati e indicati in grassetto, si trovano tutte le soppressioni e i ritardi quotidiani. Una sorta di lista nera da non dimenticare e da consegnare ai sindaci nel prossimo incontro con Regione e Trenitalia.

«Se ci sarà – dicono i pendolari – perché dopo l’ultimo incontro, avvenuto a fine ottobre, ci avevano promesso di riparlarne prima di Natale. Il tavolo però non è ancora stato convocato».

E intanto i disagi continuano. «Ultimamente le cancellazioni sono regolari – attacca Luciano Ferro, portavoce del comitato pendolari di Quarto – E in particolare per le corse che da Portogruaro si fermano a Mestre, al binario giardino. Forse non c’è personale, ma questa non è una giustificazione: da circa 10 giorni la situazione è impossibile, anche nell’ora di punta e alle 17, quindi soprattutto per i treni utilizzati dagli operai e dagli studenti».

Poi resta il problema degli autobus sostitutivi notturni e del fine settimana, quando molti lavoratori sono costretti a utilizzare la loro automobile per arrivare a Venezia in orario. Intanto la rete dei pendolari si allarga e le prossime manifestazioni e iniziative saranno organizzate in gemellaggio con i comitati del Friuli Venezia Giulia.

«Nessuno investe soldi sui treni, la Regione utilizza solo quelli del fondo nazionale – conclude Ferro -. E intanto, dal primo gennaio, il mio abbonamento è aumentato di 50 centesimi. Ma alternative al treno, in questo territorio, non ce ne sono».

(M.Fus)

 

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