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I drammatici dati di Apindustria confermano il perdurare di uno stato di crisi

Sotto esame Chioggia, Cavarzere, Cona, Campagna Lupia e Camponogara

CHIOGGIA – Sei anni di crisi che hanno ridimensionato pesantemente la struttura della piccola e media impresa, nell’area sud della Provincia di Venezia, al punto che anche l’auspicata “ripresina” di fine anno non basterà far ripartire il settore, a causa dell’handicap accumulato dal 2008 ad oggi. Dicono questo i numeri che Apindustria ha raccolto in una indagine sull’andamento economico nei comuni di Chioggia, Cavarzere, Cona, Campagna Lupia e Camponogara, presentata dal direttore, Pier Orlando Roccato, e dall’ex presidente della Commissione lavoro della Provincia, Roberto Dal Cin.

«Purtroppo assistiamo ai problemi endemici della nostra classe politica», è l’amaro commento di Roccato, «sempre più propensa a garantire sé stessa portando anche questa realtà del Veneziano sull’orlo del baratro».

In termini squisitamente statistici, dal 2008 ad oggi, in quest’area, sono stati perduti circa 1200 posti di lavoro e sono state chiuse 140 piccole e medie imprese nei settori meccanico, gomma plastica, chimico, trasformazione alimentare ed edile. In questi sei anni è stato perso il 15% della produzione ed il 20% del fatturato.

«Purtroppo», continua il direttore di Apindustria, «non si stanno liberando risorse per sviluppare l’industria, non si intravvede l’abbassamento della pressione fiscale e una politica del credito atta ad agevolare gli investimenti».

E Dal Cin gli fa eco: «Da tempo chiediamo a viva voce una concreta politica del credito finalizzata ad investire su sviluppo e ricerca aiutando le imprese a crescere e non investire solo sui bilanci».

Ma in questo quadro buio un segno di speranza arriva dall’export che, negli ultimi due anni è salito del 2,5%. Si tratta di un dato riferito, in gran parte, alla trasformazione alimentare, segmento economico in cui il made in Italy va sempre forte, anche nei gradi mercati di Usa, Russia, Cina, Australia, ecc. Ma all’incremento dell’export ha contribuito anche la maggiore richiesta di lavori marittimi, soprattutto dragaggi, nei porti del nord Europa e del Marocco, commissionati ad aziende chioggiotte di riconosciuta professionalità.

Ma «anche di fronte ad una ripresina verso fine 2015» sottolinea il direttore Api «ci troveremo penalizzati, poiché qui sono stati depauperati 50 anni di sviluppo industriale e per recuperarli occorre che si riaprano i flussi di credito, in forte diminuzione da anni. Per questo è nostra intenzione promuovere incontri, a breve anche a Chioggia, con le banche che operano nel territorio, per stimolare l’erogazione di credito alle imprese».

Diego Degan

 

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