Gazzettino – Asl, conti in rosso per 162 milioni
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
3
feb
2015
SANITA’ – Migliorano i risultati di esercizio, recuperati in un anno 31 milioni, ma il buco resta profondo
Risalgono le veneziane, Padova e Verona. Bene Feltre, Belluno peggiora
C’è chi ha sbaragliato chi invece è rimasta al palo, o ancor peggio è scivolata ancor di più nel profondo rosso. Le performance economiche delle Asl non sono tutte uguali, almeno per quanto riguarda i numeri. Complessivamente, rispetto al 2012 nel 2013 il bilancio di esercizio complessivo delle Asl ha mostrato un minor negativo di circa 30 milioni di euro, anche se il totale rimane una cifra importante; 162 milioni e 331mila euro.
Ma è nel dettaglio che emergono differenze davvero macroscopiche. L’Asl di Belluno, ad esempio ha visto aumentare il disavanzo da poco più di 4 milioni di euro a meno 9 e 100mila euro; anche l’Asl del Veneto Orientale da quasi 7 milioni è scivolata ad un meno 17 milioni; dieci milioni di aumento di buco anche per l’Asl padovana. Ci sono poi quelle che invece hanno rovesciato situazioni difficili. Vola Feltre, migliora sensibilmente Bassano, ottima crescita per l’Asl dell’Ovest Vicentino, riesce ad accorciare sensibilmente un buco storico l’Asl Veneziana, guadagna 4 milioni quella di Dolo-Mirano, dimezzano il deficit Chioggia e Rovigo e va in attivo di 1 milione e mezzo Adria. Diminuisce lo scoperto anche per le Aziende sanitarie di Padova e Verona. Sempre in attivo lo Iov.
«Anche nel 2013 le Asl hanno faticato a raggiungere il pareggio di bilancio. Solo grazie alla Gestione sanitaria accentrata si sono potute ripianare le perdite», commenta il vice presidente della V. Commissione Claudio Sinigaglia che sta analizzando i dati. Il consigliere del Pd ritiene che sono attraverso un potenziamento il territorio per dare risposta alla cronicità che assorbe ormai gran parte del fondo sanitario si possa uscire da un trend passivo che per alcune Asl è ormai consolidato. «Dove sono i posti letto degli ospedali di comunità? E le medicine di gruppo integrate? E le Urt (Unità riabilitative territoriali)? – chiede Sinigaglia nell’ipotizzare una ricetta anti buco – La loro attivazione potrebbe migliorare l’offerta sanitaria e invertire in alcune realtà la rotta».
Una differenza di bilanci che è sicuramente legata all’offerta, ma che ha anche molte altre chiavi di lettura. Gli ospedali in project (come Venezia o l’Alto Vicentino ad esempio) finiscono con il pesare maggiormente sui bilanci. Per gli ospedali di prossimità molto incide anche la fuga in altre regioni. É il caso del Veneto Orientale, tra le Asl che in rapporto stanno perdendo maggiormente e che lamenta da tempo una migrazione di pazienti verso il Friuli Venezia Giulia.
La Regione Veneto, se pur ancora sulla carta, proprio per evitare queste diverse velocità all’interno dello stesso sistema sanitario, sta andando verso un “bilancio unico” affidato ad una “Azienda 0″ che superi le Asl. Per il momento i buchi delle Aziende vengono ripianati grazie alla gestione accentrata che anche quest’anno è riuscita a portare i conti in ordine ed evitare il commissariamento.
Daniela Boresi
Ulss, conti in profondo rosso
Resi noti i bilanci: solo Mirano virtuosa, male San Donà, migliora Venezia
Ulss in deficit, ma in miglioramento. Succede a Venezia e Chioggia. Nel Veneto orientale, invece, i conti peggiorano. Mirano è l’unica azienda con un bilancio positivo, che migliora. Sono i dati dei bilanci consuntivi 2013 appena approvati dalla Regione.
SANITÀ – Ecco i bilanci consuntivi delle aziende sanitarie della provincia diffusi dalla Regione
Ulss, profondo rosso a San Donà
Venezia resta in deficit ma migliora, Mirano virtuosa, male il Veneto orientale
Incomincia a scendere il deficit dell’Ulss veneziana, che resta comunque il più consistente di tutte le aziende venete. Si dimezza quello di Chioggia. Mentre Mirano, unica a non perdere, aumenta addirittura il saldo positivo. C’è poi chi peggiora: il Veneto orientale, con un deficit più che raddoppiato nel giro di un anno. Eccoli i bilanci consuntivi 2013 delle aziende sanitarie del Veneziano approvati in Regione a fine anno e diffusi ieri dal vicepresidente Pd della commissione sanità, Claudio Sinigaglia, insieme a quelli di tutte le Ulss del Veneto. Un quadro generale ancora in profondo rosso – 162 milioni e 330mila euro di buco a livello regionale, contro i 193 milioni e 131mila del 2012 – su cui si scatena già la polemica politica.
I dati del Veneziano mostrano una situazione molto varia. L’Ulss 12, storicamente la grande malata, con il suo enorme buco, dà segnali di ripresa. Il deficit passa da 55 a 47 milioni, comunque il più importante di tutte le aziende del Veneto, basti pensare che Padova e Verona – le altre a perdere di più, se pur in miglioramento – si attestano sui 25 milioni. Tra i dati diffusi ieri anche il debito verso i fornitori. E anche su questa voce l’Ulss veneziana migliora, e di molto: da 290 a 201 milioni. Altra Ulss in deficit, ma in netto miglioramento, quella di Chioggia. I numeri qui sono più contenuti, con un deficit che passa da 14 milioni a poco meno di 8. Fornitori pagati più velocemente anche qui, con un debito che passa da 73 a 39 milioni. Poi c’è il caso Mirano, l’unica Ulss del veneziano ad avere i conti in positivo già dal 2012: più 3 milioni. Un trend ulteriormente migliorato nel 2013 quando gli utili hanno superato i 7 milioni, mentre il debito con i fornitori si è attestato sui 77 milioni, contro i 101 dell’anno precedente. Unica azienda della provincia in controtendenza, invece, quella del Veneto orientale. Il buco di 6 milioni del 2012 l’anno successivo superava i 16. Un aumento legato ai conteggi per l’accreditamento di due strutture private, ma anche al fenomeno della fuga verso le strutture ospedaliere del Friuli.
Fin qui i numeri. E qualche primo commento ai dati veneziani arriva dal consigliere regionale Pd, Bruno Pigozzo. «Sul saldo ancora negativo dell’Ulss 12, sarebbe interessante sapere quanto pesa il costo del project per l’Angelo. Si tratta di un’anomalia bella e buona. E se vogliamo imboccare la strada dei costi standard, bisogna che tutti corrano con le stesse regole. Positivo il bilancio di Mirano, ma attenzione a tirare troppo la cinghia. Questo sistema non è sostenibile sul medio lungo periodo, vanno riconosciuti finanziamenti per gli investimenti». Quando al Veneto orientale «paga la mancanza si chiarezza sul futuro».
I direttori generali: «Abbiamo seguito le indicazioni della Regione»
«É un risultato meno negativo di quel che sembra. Tutto calcolato. Il 2012 era stato un anno eccezionale e la perdita del 2013 era programmata con la Regione». Il direttore generale dell’Ulss 10 Veneto orientale, Carlo Bramezza, non si scompone troppo di fronte al deficit record del 2013. «Abbiamo scontato l’accreditamento di due strutture private, con cui prima avevamo degli sconti, nonché l’anticipo dei fuoriregione, che ci verranno restituiti solo tra un altro anno. Fatti più contabili che altro. Poi paghiamo il fatto di avere ancora tre ospedali, la riorganizzazione è in corso, ma per vederne i benefici ci vorrà del tempo».
Tutti in miglioramento, si è detto, gli altri bilanci delle Ulss della provincia. E i direttori generali si dicono soddisfatti, a cominciare da Giuseppe Dal Ben, che guida sia l’Ulss 12 veneziana, che quella 14 di Chioggia. La prima resta la più indebitata della Regione, ma riduce il deficit. «Abbiamo ricevuto delle indicazioni rispetto all’esposizione. E siamo in linea con i piani di rientro indicati dalla Regione». I maggiori risparmi sono arrivati dalla «riduzione del costo dei servizi», quindi dal «risparmio sull’acquisto dei beni», infine da un «piccola limatura al costo del personale». Quanto al dimezzamento del deficit di Chioggia, per il dg è un «grande risultato, che verrà confermato nel 2014. Frutto della collaborazione tra Ulss e Regione anche sul fronte del pagamento dei fornitori». Infine l’Ulss 13 di Mirano, l’unica con il bilancio in attivo. «I conti dimostrano che la nostra è un’azienda virtuosa – commenta il dg Gino Gumirato – senza perdite di esercizio abbiamo prodotto utili nel 2012, nel 2013 e anche nel 2014. Nessun fornitore è stato pagato dopo i 90 giorni».