Nuova Venezia – Siti Unesco, Venezia di nuovo a rischio
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
7
feb
2015
La “Missione di valutazione” sarà in laguna a ottobre per il verdetto definitivo. Ma nulla è stato fatto sui flussi turistici
VENEZIA «Troppe opere impattanti e troppi turisti. E interventi e lavori che mettono a rischio l’equilibrio della laguna». Venezia è a rischio, e potrebbe essere presto declassata dall’Unesco e tolta dall’elenco dei siti «Patrimonio dell’Umanità».
Un allarme inascoltato, quello lanciato dall’organizzazione mondiale per la tutela del Patrimonio artistico e monumentale che fa capo all’Onu. E un «ultimatumo» che sta per scadere. Nell’ottobre scorso infatti era arrivato il richiamo da parte dell’Unesco lanciato nella conferenza di Doha e poi ripreso dal rappresentante in Italia dell’Unesco Philippe Pypaert. Primo passo di una procedura che potrebbe portare all’esclusione dall’elenco Unesco, con le conseguenze di diminuire attenzioni e tutela. Per cercare di salvare la situazione, L’Unesco aveva chiesto un rapporto preciso sulla situazione dei nuovi interventi in laguna. E provvedimenti atti a disciplinare i flussi turistici entro febbraio. Nulla di questo è stato fatto. Perché vanno avanti i progetti per lo scavo del canale Contorta – uno degli interventi criticati all’epoca – e nulla è stato fatto per la diversificazione e il controllo dei flussi turistici.
Nel 2014 sono stati 27 milioni, secondo dati in possesso del Comune, i visitatori che sono arrivati a Venezia. Una pressione che sta mettendo a serio rischio l’equilibrio della città storica e ne sta modificando la struttura. Negozi che si trasformano, trasporti in tilt, appartamenti che vengono trasformati in affittacamere e residenze turistiche. Un allarme rilanciato in questi giorni, alla vigilia di una stagione che si annuncia anche più pesante, dal punto di vista degli arrivi, vista anche la presenza dell’Expo di Milano da maggio a ottobre. Le risposte della politica fino ad ora sono state deboli. Si è messo a punto il «Piano di gestione» Unesco, ma non ancora affrontati i veri nodi che secondo l’organizzazione «mettono a rischio il futuro della città d’acqua e della sua laguna.
L’esame è per adesso rinviato. Perché la «Missione di Valutazione», così si chiama la commissione incaricata di decidere sul mantenimento dei siti Patrimonio dell’umanità, arriverà a Venezia in ottobre per accogliere le ultime informazioni.
Ma i fascicoli della «questione Venezia» sono già all’esame dell’Unesco, che li sta valutando e ne discuterà nelle sue prossime riunioni. Il messaggio è chiaro, e adesso ribadito dopo l’allarme di ottobre: se Venezia vuole rimanere nell’elenco dei siti Patrimonio del’Umanità dovrà presto invertire la rotta. Rinunciando a grandi opere e a nuovi record nel settore del turismo. E dando un segnale che qualcosa nella gestione è cambiato. Altrimenti arriverà la «bocciatura».
Alberto Vitucci
Sede veneziana sempre più in bilico
VENEZIA. Palazzo Zorzi potrebbe essere presto lasciato dall’Unesco, che intende trasferire la sua sede del Nord Est a Trieste. L’allarme è stato lanciato al commissario Vittorio Zappalorto da Jacopo Molina, avvocato e candidato alle primarie del centrosinistra. Si intensificano infatti in questi giorni le voci di una imminente decisione dell’organismo, che a Parigi dovrà decidere il futuro delle sue sedi nazionali. Così da Venezia potrebbe andarsene uno dei fiori all’occhiello della cultura e della tutela veneziana, l’Ufficio per la cooperazione scientifica e culturale del SudEst Eutopa. Un’eventualità che il mondo della cultura vuole combattere.
«Sarebbe una perdita intollerabile per Venezia e il suo tessuto culturale», denuncia Molina, il primo ad avere lanciato l’allarme. Preoccupazione viene espressa anche per il destino di palazzo Zorzi. Splendido edificio rinascimentale restaurato dopo vent’anni di lavori e adesso occupato dall’Unesco. Potrebbe diventare, in caso di trasloco, l’ennesimo albergo di lusso della città.
(a.v.)
Convegno all’Ateneo veneto. «Per mitigare irischi occorre partire dai dati». L’esperienza di Carera
Venezia città fragile e usurata dal turismo
VENEZIA – Venezia usurata. Dal turismo, dal moto ondoso, dall’inquinamento e dall’occupazione di suolo pubblico, dai cambi d’uso e dal degrado legato al turismo. Come invertire la tendenza?
«L’unico modo corretto per affrontare la questione è quello di partire dai dati», dice Francesco Trovò, architetto della Soprintendenza veneziana e autore insieme all’ingegnere milanese Paolo Gasparoli del saggio «Venezia fragile», «solo con i dati si può agire in modo efficace, senza lasciarsi prendere da luoghi comuni e da tesi diverse».
Obiettivo dunque lo studio dei fenomeni partendo proprio dai dati.
«Ne abbiamo molti», dice Trovò, «grazie al lavoro fatto in questi anni da tecnici della Soprintendenza, degli enti locali, degli enti di ricerca. Questo è un messaggio alla politica, che bisogna muoversi, partendo dalle conoscenze».
Giornata di studio e dibattito dedicata a Venezia e alla sua «particolare fragilità», quella organizzata ieri all’Ateneo veneto dal presidente Guido Zucconi. Il professore di Ca’ Foscari Fabio Carera ha riproposto i suoi studi attuati negli anni in collaborazione con gli studenti sul traffico acqueo e i danni provocati alla città dall’attraversamento selvaggio di barche.Il suo progetto per riorganizzare il trasporto merci per «destionazioni» e non più per merceologìa era stato presentato al Comune nei primi anni Duemila. Ma non è mai stato realizzato. E il moto ondoso, con un numero sempre crescente di imbarcazioni anche legate allo sviluppo turistico, continua a minacciare la città.
Minacce e criteri per la «mitigazione» delle criticità. ne hanno parlato ieri Jan van der Borg, studioso di flussi turistici e inventore della Carta turistica, anch’essa mai applicata. E poi la soprintendente Renata Codello, l’ex rettore Iuav Carlo Magnani, autore tra l’altro dei progetti di mitigazione dei lavori del Mose al Lido, con Ignazio Musu e Umberto Marcello del Majno.
(a.v.)