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MARGHERA «Eni indice gare d’appalto al massimo ribasso e le aziende chiedono in via preventiva tagli salariali e licenziamenti». A denunciare i «drastici tagli drastici sugli appalti e le manutenzioni» degli impianti chimici e della raffineria di Porto Marghera, cono i metalmeccanici e i chimici della Cgil che chiedono la convocazione di «urgente» di confronto con Confindustria e la stessa Eni affinché siano rivisti i criteri dei bandi, salvaguardando il lavoro e la sicurezza dei cittadini».

Fiom-Cgil e Filctem-Cgil domani, nel primo pomeriggio è prevista una riunione del coordinamento delle imprese per decidere «eventuali iniziative di lotta».

Nella nota i due sindacati che «a breve saranno rinnovati i contratti generici per i lavori di manutenzione degli impianti nella ex Raffineria e degli impianti di Versalis spa, tutte due aziende del gruppo Eni, con la regola del massimo ribasso con il rischio che aziende storiche del territorio siano espulse e i lavoratori degli appalti licenziati».

Dopo la chiusura, negli ultimi dieci anni, di molti impianti produttivi al Petrolchimico, si sono ridotti anche i lavori in appalto. «In questo contesto – scrivono i due sindacati veneziani in una nota – si fanno pressanti le richieste di alcune aziende che per non perdere l’appalto, stando dentro al massimo ribasso, chiedono al sindacato di tagliare il salario dei lavoratori con la cancellazione degli integrativi e sacrificare parte dell’occupazione con i licenziamenti. Si tratta di un ricatto delle committenti e delle imprese di appalto che mette con le spalle al muro i lavoratori e azzera l potere negoziale del sindacato, piuttosto che valorizzare le competenze e la professionalità, garantire elevati standard di sicurezza e di qualità delle manutenzioni chimiche a Marghera».

Per questo Fiom e la Filctem chiedono «un tavolo di confronto con Confindustria e le committenti dell’Eni» e chiamano «alla vigilanza e alla mobilitazione i lavoratori tutti».

 

Anche la Uil e Bettin contestano l’alt alla società a cui Eni deve cedere le aree industriali da rilanciare

«Zaia spieghi i suoi dubbi o pensiamo male»

MARGHERA – Nuova bordata contro il governatore Luca Zaia per l’improvviso alt alla nuova società pubblica – al 50 % con il Comune di Venezia – che dovrebbe diventare proprietaria dei 108 ettari di aree industriali cedute da Syndial (Eni) a titolo gratuito con 38 milioni in aggiunta per completare le bonifiche e poi venderle a imprenditori decisi ad avviare nuove attività produttive.

L’ex assessore comunale all’Ambiente, Gianfranco Bettin dice di temere che «l’alt alla nuova società pubblica che deve risanare le aree industriali abbandonate per sostenere l’avvio di nuove produzioni ambientalmente sostenibili ed innovative, come ha annunciato di voler fare Eni con la chimica verde, sia stato deciso dalla solita cordata politica ed affarista che vuole fare di Porto Marghera un’area dove concentrare traffici e lavorazioni molto discutibili di rifiuti speciali e pericolosi».

«Zaia, a mio avviso – dice Bettin – dovrebbe chiarire i veri motivi del suo alt alla nuova società e al rilancio delle aree industriali. Perché se il governatore in carica ha dei dubbi sugli accordi sottoscritti anche dai suoi funzionari , deve far sapere a tutti quali sono al fine di chiarirli e superarli. Altrimenti, se non convocherà subito un tavolo di chiarimento trasparente, siamo autorizzati a pensare di tutto per spiegare il suo repentino passo indietro che mette in discussione la rigenerazione di Porto Marghera».

E dopo Cgil e Cisl che hanno chiesto un «urgente chiarimento a Zaia», interviene anche Gerardo Colamarco, segretario generale della Uil del Veneto, definendo «intollerabile la decisione di rinviare tutto a dopo le elezioni di maggio».

«Se il marciume emerso nei mesi scorsi con le vicende giudiziarie è adottato come alibi per muoversi con i piedi di piombo – aggiunge Gerardo Colamarco –, va anche detto che non può essere imputato ai singoli protagonisti delle inchieste, ma ad una insufficiente attività di gestione e controllo complessiva. Zaia e l’assessore Giorgetti devono velocemente dare attuazione all’accordo con il Comune: la bonifica delle aree inquinate e il loro rilancio per una nuova, moderna e sostenibile industrializzazione, è fondamentale per l’economia dell’intero Veneto. Altrimenti saremo costretti a chiedere al Governo la nomina di un commissario per Porto Marghera, che intervenga al posto di chi non fa gli interessi della nostra regione».

(g.fav.)

 

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