Gazzettino – S.Maria di Sala. Via Desman, accordo senza soldi.
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28
feb
2015
SANTA MARIA DI SALA – Dopo 3 ore di discussione la Giunta si impegna a reperire i fondi
Invocata la pista ciclabile durante un affollato Consiglio straordinario
«La cittadinanza ha bisogno di una soluzione. Ma che sia una soluzione pratica e non politica e di chiacchiere». Questo è l’intervento della consigliera Carolo del Movimento Cinque Stelle, ed è solo uno dei tanti contributi che si sono succeduti nella seduta straordinaria del Consiglio comunale su via Desman la sera del 26 febbraio. Una seduta in pompa magna che ha visto osteggiarsi maggioranze, opposizioni, cittadini, Provincia e Comitato per la via in questione.
Tante le posizioni prese e l’accordo, adottato all’unanimità, che arriva soltanto alla fine di tre ore di discussione e scontri: l’impegno da parte della Giunta salese a trovare i fondi per la pista ciclabile e a modificare il piano delle opere pubbliche 2015 – 2017 se le risorse saranno disponibili.
Alla discussione presenti anche il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello con l’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Salviato e l’ingegnere dirigente della Provincia Andrea Menin.
«Non è detto – spiega Menin – che la ciclabile sia la soluzione migliore. Si può proporre un riordino della viabilità facendo deviare i mezzi pesanti, ma abbiamo bisogno dell’aiuto dei comuni. La Regione non ha più soldi, la Provincia nemmeno, questa deve tornare alla Stato nel 2015 18milioni di euro».
Posizione anche assunta dal sindaco salese Nicola Fragomeni: «La verità è che oggi non ci sono i soldi. Questo comune – dichiara Fragomeni non ha 1 milione e 600mila euro per la via Desman».
Cifra che era stata messa a disposizione da un bando regionale, a cui la Provincia aveva invitato i comuni di Mirano e Santa Maria a partecipare.
«Il non aver partecipato è un peccato mortale» attacca l’ex sindaco Paolo Bertoldo. Ma a spiegare bene la questione interviene il sindaco miranese: «Non abbiamo partecipato perché non rispettavamo i requisiti: la quota relativa agli espropri superava la percentuale ammissibile dal bando stesso; poi la quota massima non bastava per realizzare l’opera e infine perché queste somme sono anticipate dai singoli comuni e non si sa quando la Regione poi le eroga realmente. Qui non è come nelle competizioni sportive – continua la Pavanello – dove basta partecipare».