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La Commissione Via è l’organo pubblico che decide se un’opera si può fare o no. C’è solo un problema: molti dei suoi componenti lavorano per aziende private. I cui affari dipendono direttamente dai pareri dei commissari. Un’anomalia che il governo non ha risolto e su cui il Movimento 5 Stelle chiede chiarezza

di Stefano Vergine

Decidono di ponti e autostrade, oleodotti e ferrovie, perforazioni petrolifere, centrali elettriche, porti, inceneritori. Su tutto ciò che può modificare l’ambiente in Italia, il pallino è in mano ai 48 membri della Commissione Via , acronimo che sta per “Valutazione d’impatto ambientale”. Loro sono architetti, magistrati, ingegneri, economisti, geologi. Professionisti chiamati a dire se un’opera si può fare oppure no. E a controllare che i criteri scelti per la realizzazione vengano rispettati dalle aziende costruttrici. Compiti delicatissimi, visto che in ballo ci sono lavori milionari e spesso contestati dalle comunità locali.

Indagando sui membri della Commissione emerge però che parecchi di loro, oltre a fare i tecnici per il governo italiano, lavorano per società che dai pareri della Commissione dipendono direttamente. Una coincidenza che potrebbe mettere a rischio la loro imparzialità. Su questo si concentra l’esposto inviato in questi giorni da un gruppo di parlamentari del Movimento 5 Stelle (membri della Commissione Ambiente della Camera) alle Procure di Roma e Firenze, oltre che all’Autorità Anti Corruzione e alla Direzione Nazionale Antimafia. “L’Espresso” ha potuto leggere in anteprima l’esposto. E questi sono alcuni dei nomi dei commissari su cui i parlamentari grillini chiedono di fare luce.

Uno dei capitoli più lunghi è dedicato ad Antonio Grimaldi, storico docente di Ingegneria all’università romana di Tor Vergata. Oltre ad essere membro della Commissione, Grimaldi svolge anche attività privata con la Progin, una società di progettazione che il professore di fatto controlla. Il problema, sottolinea l’esposto, è che la Progin lavora insieme a gruppi che hanno parecchio a che fare con la Commissione di cui Grimaldi fa parte. Il caso più eclatante riguarda l’Anas, la società pubblica che gestisce una buona fetta delle autostrade italiane. E non solo: la Progin è infatti socia dell’Anas in tre consorzi attivi in Colombia, con cui si spartisce commesse per un totale di 30 milioni di euro. Allo stesso tempo, si legge nell’esposto, «decine di progetti dell’Anas sono stati valutati a vario titolo dalla Commissione Via». Come dire: siamo sicuri, chiedono i deputati grillini, che quando Grimaldi ha dovuto valutare i progetti dell’Anas lo abbia fatto in modo imparziale?

La stessa domanda riguarda parecchi altri membri della Commissione. Come Silvio Bosetti, ingegnere e direttore generale della Energy Lab Foundation: una struttura di cui sono socie la Fondazione Edison, della Edison, e la Fondazione AEM, del gruppo A2A. Insomma, dietro la Energy Lab Foundation ci sono due dei principali gruppi energetici che operano in Italia. Nell’esposto si evidenzia che, da membro della Commissione, tra il 2013 e il 2014 Bosetti si è trovato a decidere di tre progetti proposti da questi due gruppi. Una centrale elettrica di Edison a Pianopoli, in provincia di Catanzaro. E due centrali di A2A, una a Monfalcone (Gorizia) e l’altra a Brescia. In tutti e tre i casi il parere dell’ingegnere è stato positivo.

Ha approvato un bel po’ progetti presentati dall’Anas un altro membro della Commissione, l’architetto Francesca Soro. Che dalla stessa Anas ha ricevuto un incarico personale: nel 2011 è stata nominata commissario di gara per un intervento stradale da svolgere in Sicilia. Anche Arturo Luca Montanelli, architetto, è citato nell’esposto. Oltre ad essere membro della Commissione, Montanelli è il legale rappresentante di una società di progettazione (la Ardea) che fa parte di un grande consorzio di imprese (Red). Il problema, fanno notare i grillini, è che i clienti di alcune società che formano il consorzio hanno presentato i loro progetti alla Commissione Via. Insomma, Montanelli ha votato i piani dei clienti dei suoi soci. Come ad esempio quello dell’Ilva di Taranto, l’enorme acciaieria entrata in crisi a causa del mancato rispetto delle procedure ambientali.

Tra i nomi citati nell’esposto c’è anche quello del presidente della Commissione Via, Guido Monteforte Specchi. I deputati del Movimento 5 Stelle dicono che l’ingegnere ha fatto il consulente per un’azienda, la Itw & Lkw Geotermia Italia. E che quest’azienda ha presentato un progetto in Commissione per un impianto geotermico pilota da realizzare a Castel Giorgio, in provincia di Terni.

Una stoccata i grillini la tirano anche a chi alterna incarichi pubblici e privati. Come ad esempio Maria Fernanda Stagno D’Alcontres, architetto, fino a un anno fa commissario straordinario per la Metro C di Roma, l’opera finita al centro delle indagini della magistratura per i ritardi e i costi aumentati. Ebbene, come si legge nel suo curriculum , la D’Alcontres è stata dal 2001 al 2005 in forze al ministero delle Infrastrutture, come componente della struttura tecnica di missione. Poi, dal 2006 al 2007, è passata a fare la consulente per la Tav spa, la società costituita dalle Ferrovie dello Stato per realizzare le linee dei treni ad alta velocità. Infine, dal 2008, è diventata membro della Commissione Via, che sulla Tav si è trovata spesso a decidere.

Non ci sono però solo i possibili conflitti d’interesse. Come gli stessi deputati grillini avevano già evidenziato in una recente interrogazione parlamentare, all’interno della Commissione Via ci sarebbero persino piduisti e personaggi vicini alla ‘ndrangheta. Di Vincenzo Ruggiero, commercialista e membro della Commissione da oltre 10 anni, si ricorda che la Prefettura di Reggio Calabria nel 2008 lo descrisse come «sospettato di essere asservito alla cosca Piromalli-Molè-Stillitano operante in Reggio Calabria» . Mentre di Antonio Castelgrande, ingegnere di 85 anni, si mette in evidenza un articolo pubblicato dal quotidiano “l’Unità” nel 2002 , che raccontava della presenza di Castelgrande nell’elenco dei membri della loggia massonica P2.

Al di là di questi ultimi casi, però, l’esposto riguarda un tema per certi versi ancora più rilevante. E’ giusto che persone chiamate a decidere il destino di opere come la Tav, le autostrade o i pozzi petroliferi possano avere degli interessi privati in quelle opere? Non sarebbe meglio, per evitare possibili conflitti d’interesse, affidare la Commissione solo a persone oggettivamente imparziali, ad esempio a professori universitari senza incarichi nel settore privato? Domande a cui nemmeno i magistrati potranno rispondere. Perché quel compito tocca al governo di Matteo Renzi e al suo ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, a cui fa capo la Commissione Via.

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