Nuova Venezia – Commercio, dimezzate le compravendite
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
15
apr
2015
Negli ultimi 10 anni il mercato immobiliare è crollato del 51% per uffici, negozi, capannoni e alberghi
Se affittare un negozio a Mestre e a Venezia è difficile, venderlo è praticamente impossibile. Chi ha il coraggio di avventurarsi in un investimento tanto impegnativo in tempi così grami? Ecco così che negli ultimi dieci anni, dal 2005 a fine 2014, le compravendite di attività commerciali sia nel capoluogo che in provincia si sono più che dimezzate, provocando anche in questo settore un gap economico che si ripercuote inevitabilmente sul valore aggiunto del nostro territorio.
I dati ufficiali dell’Osservatorio Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate sono impietosi pure su questo fronte (oltre che sulla compravendita di appartamenti). Vediamoli.
Nel 2005 a Venezia si sono vendute 312 attività (fra negozi e, in numero nettamente inferiore, centri commerciali) mentre la quota del 2014 è scesa a 151 unità (-51,6%).
E’ andata ancora peggio, se vogliamo, in provincia, dove si è passati da 965 a 408 transazioni (-57,7%). Il tracollo segue inevitabilmente il trend della crisi, infatti è dal 2008 che la situazione comincia ad andare fuori controllo.
Anche nel 2014 non s’è vista alcuna ripresa (cosa invece accaduto nel residenziale) e questo conferma il grande affanno del commercio, testimoniato da strade anche centrali (tipo via Palazzo a Mestre) nelle quali si conta un negozio chiuso ogni due. Purtroppo, però, il problema nel settore immobiliare non residenziale va oltre il nodo della compravendita di negozi.
Infatti, volendo spaziare ad altri comparti, va molto peggio al mercato degli uffici che non hanno più alcun appeal. Pure in questo caso i dati dell’Osservatorio sono più che eloquenti.
Nel 2005 sono stati venduti in provincia 407 uffici, contro i 161 del 2014 (-60,4%), mentre nel capoluogo si è passati da 198 a 65 transazioni (-67,2%).
Le perfomance negative si riflettono ovunque. Prendiamo i capannoni industriali, per esempio, fiore all’occhiello degli anni 90. Nel Veneziano dieci anni fa ne sono stati venduti 388, 192 lo scorso anno (-50,5%); nel capoluogo gli acquisti si sono perfettamente dimezzati (da 56 a 28).
Lo stesso identico discorso si può fare per i magazzini e pure per i box e i posti auto, che registrano appunto un crollo delle transazioni assolutamente preoccupante.
Anche la vendita di alberghi è al palo, tanto che sul territorio provinciale si è passati dalle 28 compravendite del 2005 alle 9 del 2014 con un crollo del 68%.
In generale, considerando il comparto del “non residenziale”, che comprende tutto tranne le case, le difficoltà del settore si materializzano in tutta la loro complessità.
Su tutto il territorio veneziano (comune capoluogo e provincia) si è passati dalle circa 18 mila e 800 compravendite del 2005 alle 9mila del 2014, con un calo che si aggira attorno al 50%. Pure questo comparto è specchio di una struttura economica non solo in piena crisi, ma anche in piena trasformazione.
Gianluca Codognato
«Eppure questo è il miglior periodo per acquistare un esercizio in città»
Comprare una attività a Mestre o a Venezia? «Oggi come oggi rappresenta un grande affare». Mauro Zener, titolare dell’agenzia immobiliare “La Commerciale” di Corso del Popolo che si occupa di transazioni nel settore non residenziale, non ha dubbi: «Dato che in questo periodo si vende un immobile commerciale solo se il prezzo è molto basso», commenta Zener, «mai come adesso chi ha la possibilità di acquistare un negozio fa un grande affare».
L’agente immobiliare conferma le difficoltà del momento, ma avverte: «Il mercato di Venezia centro storico comincia a tirare. C’è una ripresa soprattutto nel comparto alberghiero, anche quando si tratta di immobili da ristrutturare».
In terraferma la situazione è invece molto più complessa. Qui, infatti, commenta Mauro Zener, «come detto si vende solo a prezzi molto bassi, altrimenti resta tutto lì. D’altra parte la situazione è sotto gli occhi di tutti. In particolare soffrono i negozi di abbigliamento, resistono i commercianti storici o con particolari specializzazione. Confermo comunque che per acquistare un pubblico esercizio è un ottimo periodo».
(g.cod.)