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La salassata preannunciata da CAV SpA per colpire i cosiddetti furbetti del tornello di Vetrego per ora non c’è stata, ma intanto la società autostradale si prende avanti, e con la complicità del Governo Monti, ha già applicato da ieri un aumento su tutta la rete di competenza di oltre il 13%.

Per Mira Fuori del Comune si tratta di una beffa intollerabile, perché se dovesse ora scattare anche l’operazione anti-tornello, i pendolari si troverebbero a pagare ancora di più di quanto inizialmente preventivato, con buona pace degli sconti promessi dall’Assessore Renato Chisso e dalla CAV.

“Al di là dei buoni auspici il 2013 inizia sotto lo stesso segno dell’anno appena trascorso, e cioè continuando a scaricare i costi della crisi su chi è già in grave difficoltà – afferma il capogruppo di MFC Mattia Donadel – e su questa specifica vicenda le amministrazioni della Riviera e del Miranese sbagliano ad attestarsi sulla richiesta di un semplice sconto per i pendolari”.

Infatti CAV SpA è una società pubblica che registra utili milionari ogni anno, quindi il problema del tornello può essere risolto in prima battuta uniformando la tariffa in basso invece che in alto, fissandola a 0,70 cent o al massimo 1 euro su tutta la tratta Padova-Mestre.

Inoltre per Mira Fuori del Comune ciò che è più importante è che i Sindaci, a cominciare da quelli di Mira, Dolo e Mirano, richiedano subito e con forza l’arretramento della barriera di Villabona a Roncoduro, così come previsto dagli accordi sul Passante. D’altra parte l’aumento dei pedaggi, oltre a penalizzare i pendolari, sta già provocando uno spostamento dei flussi di traffico sulla rete stradale locale e in particolare sulla SR 11, con gravi ripercussioni per quanto riguarda traffico, inquinamento e salute dei cittadini.

Il capogruppo Donadel poi rilancia: “ La vera sfida da giocare è fare in modo che gli utili milionari delle società autostradali a parziale o completa partecipazione pubblica, attualmente re-investiti in opere stradali inutili e devastanti (come la camionabile sull’idrovia o il nuovo casello di Albarea) al fine di prolungare le concessioni, vengano invece impiegati per migliorare e potenziare il trasporto pubblico regionale, a cominciare dalla SFMR che aspettiamo da 20 anni”.

 

Una delegazione del Comitato NoGrandiNavi – Laguna Bene Comune ha depositato il 19 dicembre 2012 alle ore 17 presso la Sede UNESCO di Venezia la Petizione Popolare  “FUORI DALLA LAGUNA LE NAVI INCOMPATIBILI”  sottoscritta da 12.565 persone (2.514 firme raccolte sul sito petizionionline ; 10.051 firme raccolte nei gazebo itineranti a Venezia, Mestre e Marghera) .
Il testo della petizione ed il plico con le firme delle persone firmatarie verranno, a cura degli uffici, inviati alla sede centrale UNESCO di Parigi.
Dopo aver depositato la Petizione Popolare la delegazione del Comitato ha partecipato al convegno di  presentazione del Piano di Gestione del Sito Unesco “Venezia e la sua laguna”;
abbiamo presentato  e consegnato ai partecipanti del dibattito che è seguito il testo della Petizione  e abbiamo chiesto che i contenuti di questa Petizione vengano presi in considerazione e inseriti nel Piano di Gestione del Sito Unesco “Venezia e la sua laguna”;

Nelle prossime settimane la Petizione Popolare verrà consegnata a tutti gli altri enti ed istituzioni che hanno competenze in materia.

Petizione Popolare – FUORI DALLA LAGUNA LE NAVI INCOMPATIBILI

Le GRANDI NAVI DA CROCIERA inquinano ciascuna come 14 mila automobili e compromettono la salute dei cittadini, quelli di oggi e soprattutto quelli di domani
Le GRANDI NAVI DA CROCIERA  per le loro abnormi dimensioni mettono a rischio la sicurezza della città e la sopravvivenza della laguna
Le GRANDI NAVI DA CROCIERA non portano benessere, arricchiscono solo chi specula su un turismo insostenibile e aggravano l’impoverimento della città di residenti e servizi trasformandola in una Disneyland
Il Decreto dei Ministri dei Trasporti e dell’Ambiente del 2 marzo 2012  vieta il transito nel canale di San Marco e nel canale della Giudecca  delle navi di stazza lorda superiore alle 40.000 tonnellate ma l’applicazione di questo divieto viene rinviata a tempi futuri indefiniti, quando “saranno praticabili vie di navigazione alternative a quelle vietate”

NOI VOGLIAMO

    che si affrontino subito le soluzioni alternative definitive senza ipotizzare costose e devastanti soluzioni provvisorie. Per ragioni di sicurezza, di salute pubblica e di difesa dell’ecosistema lagunare si vieti immediatamente l’accesso in laguna delle navi al di sopra delle 40.000 tonnellate di stazza lorda.
che contemporaneamente vengano avviate le procedure per l’estromissione definitiva di quelle navi che studi autorevoli e indipendenti, da avviarsi immediatamente, dichiareranno incompatibili col benessere della città e col recupero morfologico della laguna, compromesso dalle eccessive  sezioni alle bocche di porto e da canali troppo larghi e profondi.
che venga installata una rete di centraline Arpav per rilevare la qualità dell’aria a Venezia Centro storico e nelle isole.
che vengano emanati con urgenza provvedimenti cautelativi in difesa della salute pubblica come l’obbligo per tutte le navi in movimento all’interno della laguna di usare carburanti con contenuti di zolfo inferiore allo 0,1%; l’obbligo di utilizzare le migliori tecnologie per ridurre al massimo la produzione ed emissione di inquinanti; la possibilità  di utilizzare gli apparati radar solo in caso di nebbia per le navi in movimento; l’elettrificazione di tutte le banchine d’ormeggio nella laguna di Venezia.
che il sindaco (responsabile per legge della salute) promuova con l’Ulss12 veneziana un’indagine sulla salute dei cittadini in connessione con il crocerismo .
che si stabilisca una soglia totale di sostenibilità giornaliera turistica, e che anche al crocerismo ne venga assegnata una quota invalicabile.

 

Risposta dell’Anas alle mail di protesta e proposta

Posted by Opzione Zero in Comunicati Stampa | 0 Comments

20

dic

2012

L’ Anas sta rispondendo alle mail di protesta e proposta comunicando che le richieste vanno inviate direttamente alla CAV S.p.A, perché le attività di concedente e quelle di vigilanza sulle concessionarie autostradali, per le autostrade a pedaggio, precedentemente esercitate dall’Ispettorato di Vigilanza Concessioni Autostradali dell’Anas SpA, sono state trasferite al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

Chi ha aderito all’iniziativa non deve fare nulla in quanto le mail che sono state inviate tramite il nostro sito web erano indirizzate anche alla CAV S.p.A e a Corrado Passera (Ministro Infrastrutture e Trasporti).

Se non ci dovessero essere riscontri positivi alle nostre richieste, saranno fatte ulteriori iniziative. 

 

Copia delle mail che sono state inviate tramite il nostro sito web

Presidente Regione Veneto L. Zaia, Assessore R. Chisso, Commissario S. Vernizzi

Consiglio di amministrazione di CAV S.p.A.
Consiglio di amministrazione di ANAS

Ministro Infrastrutture e trasporti Corrado Passera

per conoscenza:

Alla Corte dei Conti del Veneto
Ai Sindaci di Dolo e Mirano

Il problema del “tornello” presso il casello autostradale di Vetrego va risolto perché crea inquinamento e intasamento della viabilità locale. Come soluzione la società concessionaria CAV SpA, (ANAS-Regione Veneto) vuole incrementare il pedaggio autostradale Mirano-Padova Est, equiparandolo alla tratta Mestre-Padova Est con un aumento assolutamente spropositato rispetto agli attuali 70 centesimi.
Tutto questo è inaccettabile perché significa penalizzare pesantemente e ancora una volta cittadini e lavoratori che già devono fare i conti con la crisi. L’ aumento è tanto più inaccettabile se si tiene conto che CAV SpA nel 2011 ha incassato la ragguardevole cifra di 17 milioni di euro di utile, soldi pubblici.
CAV inoltre è inadempiente rispetto agli accordi sul Passante perché non ha proceduto ad arretrare la barriera di Villabona a Roncoduro, nonostante proprio nell’area di Roncoduro siano già stati spesi milioni di euro pubblici per realizzare rilevanti opere stradali in previsione della riapertura dell’accesso autostradale di Dolo.

Chiedo quindi che:
– Per risolvere il problema del “tornello” a Vetrego si utilizzino gli utili di CAV SpA per uniformare la tariffa in basso invece che in alto, fissando il pedaggio a 70 centesimi o al massimo ad 1 euro su tutta la tratta Padova Est – Mestre.
– Venga stralciato il progetto del nuovo casello di Albarea del costo di 28 milioni di euro e venga invece liberalizzato il tratto Dolo-Mestre arretrando la barriera di Villabona, così come previsto dagli accordi sul Passante (Delibera CIPE n. 80 del 7 novembre 2003);
– Si utilizzi una quota significativa degli utili di CAV SpA per migliorare e potenziare il trasporto pubblico locale a cominciare dal sistema di metropolitana di superficie (SFMR)

Distinti Saluti

 

 

 

 

Mira Fuori del Comune raccoglie l’appello dei movimenti del nord-est e presenta a Mira la proposta di legge di iniziativa popolare sulla riconversione ecologica dell’economia. Questa proposta, insieme a quella sul reddito minimo di cittadinanza, è stata presentata e fatta propria nella prima riunione dall’Assemblea Permanete dei movimenti del nord-est svoltasi a Vicenza nel gennaio 2012.

Da quella istanza è partita poi una campagna di raccolta di firme che si è conclusa a settembre, ma il comitato promotore (del quale fanno parte amministratori locali, esponenti sindacali e politici, attivisti dei movimenti a difesa dei beni comuni di tutto il Veneto) ha scelto di utilizzare anche lo strumento istituzionale dei consigli comunali.

Lo Statuto regionale e la Legge regionale n. 1 del 1973 prevedono infatti la possibilità di iniziativa legislativa e regolamentare anche ai consigli comunali a condizione che l’iniziativa legislativa sia promossa da un numero di consigli comunali non inferiore a dieci o da consigli di comuni che singolarmente, o unitamente ad altri, raggiungano complessivamente una popolazione non inferiore a ventimila abitanti. Tra i primi consigli comunali che hanno aderito ci sono quelli di Baone e Este.

Mira Fuori del Comune, condividendo le finalità dell’iniziativa, ha depositato la proposta di legge anche a Mira, che essendo Comune con più di 20.000 abitanti sarebbe da solo sufficiente per attivare la discussione sulla proposta di legge in Consiglio Regionale. La proposta di delibera dovrebbe andare in votazione nel consiglio comunale di dicembre o eventualmente di gennaio.

La proposta di Legge di riconversione ecologica dell’economia rappresenta uno strumento e un contributo importante per cominciare ad indicare e praticare strade alternative per uscire dalla crisi rispetto a quelle imposte dal governo Monti e dalla Troika europea.

Tra gli obiettivi della legge ci sono:

A. recupero di condizioni di massima compatibilità ambientale delle attività produttive, ivi comprese quelle edili;
B. graduale riconversione delle attività di produzione di materiali bellici in attività di produzione di beni e di servizi socialmente utili ed eco-compatibili;
C. disincentivazione della produzione di danno ambientale;
D. salvaguardia della salute dei cittadini;
E. evitare il consumo di territorio e la dissipazione di risorse naturali finite e non rinnovabili.

Mira Fuori del Comune – Mira 2030

 

COMUNICATO STAMPA

Sulla questione del casello interviene anche il Comitato Opzione Zero: “Il fenomeno del tornello del casello di Vetrego va eliminato perché crea ingorghi e inquinamento– affermano Rebecca Rovoletto e Lisa Causin portavoce del comitato- ma la soluzione non può essere scaricata sui pendolari, che costituiscono la maggior parte dell’utenza e diventano facili prede per fare cassa. Se questa Regione non è capace di investire in una mobilità pubblica che consenta di raggiungere efficacemente il posto di lavoro, almeno si abbia la decenza di prevedere per i residenti e pendolari abbonamenti con sconti consistenti in modo da non subire ogni mese un salasso”.

Nel 2011 la società CAV ha realizzato un fatturato di oltre 136 milioni di euro, di cui 17 milioni di utile; questi soldi dovrebbero essere usati per far rispettare gli accordi sul Passante arretrando la barriera di Villabona a Roncoduro e invece saranno impiegati per costruire altre autostrade inutili e devastanti come la camionabile.

Per Opzione Zero, inoltre CAV SpA non ha proceduto ad arretrare la barriera di Villabona o a riaprire il vecchio casello di Dolo, non per difficoltà progettuali ma perché nell’area di Roncoduro la Regione Veneto con la complicità dei comuni di Dolo e Pianiga sta portando avanti altri progetti: l’innesto della Romea Commerciale sul Passante e la realizzazione del casello per Veneto City in località Albarea.

Ecco perché per Opzione Zero i furbetti sono l’assessore Renato Chisso e il supercommissario Silvano Vernizzi, non i pendolari che devono fare i conti con la crisi.

“L’aumento della tariffa da 70 centesimi a 2,9 euro è una cosa inaccettabile” – continua Rebecca Rovoletto – “stiamo valutando insieme ad altre associazioni e comitati quali passi intraprende sul piano legale e su quello della mobilitazione, sia per sostenere i pendolari sia per continuare a contrastare le grandi opere che minacciano il nostro territorio”.

 

COMUNICATO STAMPA

Mira Fuori del Comune torna sulla vicenda del casello di Vetrego: “La mozione votata in consiglio ieri sera è sicuramente un fatto positivo ma non basta” – afferma il capogruppo Mattia Donadel –“I furbetti sono quelli del CAV SpA che vuole far passare l’aumento della tariffa come la soluzione del problema, quando invece è chiaro che la società mista ANAS-Regione punta in realtà a recuperare perdite di bilancio a scapito dei pendolari”.

Infatti nel  2011 gli utili di CAV sono scesi a 17 milioni di euro, 3 in meno rispetto al 2010, ma con un giro di affari di oltre 136 milioni. Diminuzione dei trasporti dovuta alla crisi, ma anche all’aumento esponenziale delle tariffe autostradali che stanno provocando un fenomeno generalizzato di migrazione del traffico sulle arterie stradali statali e provinciali.

Sta di fatto che il Passante continua a essere una “gallina dalle uova d’oro” per CAV, e che per statuto gli utili della società dovrebbero essere impiegati per ultimare le opere previste dagli accordi sul Passante, prima tra tutte l’arretramento della barriera di Villabona a Roncoduro.

D’altra parte proprio in zona Roncoduro, in previsione dello spostamento della barriera, sono state realizzate opere importanti come la bretella, i sottopassi e la rotatoria di Roncoduro, nonché l’allargamento delle vie di accesso alla zona industriale per facilitare l’interscambio con la viabilità autostradale attraverso il nuovo casello/barriera. Opere per le quali sono stati spesi quasi 6 milioni di euro di soldi pubblici, e che ora rischiano di rimanere sotto utilizzate.

Ce n’è abbastanza secondo Mira Fuori del Comune perché le amministrazioni della Riviera e del Milanese facciano un esposto alla Corte dei Conti.

Il problema del tornello di Vetrego comunque rimane e richiede risposte immediate, e allora il Capogruppo Donadel rilancia: “Visto che CAV è inadempiente rispetto agli accordi, e visto che può disporre di utili milionari, allora si uniformi la tariffa in basso invece che in alto, fissando il pedaggio a 70 centesimi o al massimo 1 euro su tutta la tratta Padova est – Mestre. Si tratta di una proposta praticabile e nell’interesse pubblico di cui dovrebbero farsi carico prima di tutto i consiglieri in CAV nominati dalla Regione, Tiziano Bembo, Fabio Cadel e Giampietro Marchese rispettivamente in quota Lega, PDL e PD”.

 

Mira Fuori del Comune – Mira2030

 

Legambiente – Api e Veneto City

Posted by Opzione Zero in Comunicati Stampa, Rassegna stampa | 0 Comments

27

nov

2012

Lettera inviata al Presidente di Apindustria, Associazione Piccole Medie Industrie Venezia, in occasione dell’Assemblea generale 2012 tenutasi al Cinema Italia a Dolo, ieri Sabato 24 Novembre 2012.

“Egregio Presidente Ivan Palasgo,

ieri ho partecipato con curiosità ed interesse all’Assemblea annuale della sua Associazione, purtroppo solo alla prima parte, a causa del ritardo con cui è iniziata, avendo già un altro impegno.
Mi hanno colpito in modo favorevole alcuni passaggi del Suo intervento, in particolare quando Lei ha voluto collocare l’uomo al centro della Sua attenzione.
Lei ha avuto anche “l’ardire”, di fronte al “vile denaro”, di mettere la conoscenza alla base di una possibile rivoluzione culturale, di costume e perfino economica. Sono d’accordo e sottoscrivo pienamente le Sue parole. Però, se mi permette, ho notato una contraddizione con questa Sua convincente idea quando ha accennato a Veneto City. Lei ha affermato infatti di voler conoscere meglio il progetto, di voler approfondire. Credo che per farlo veramente e non solo a parole avrebbe dovuto invitare ed ascoltare non soltanto i favorevoli e proponenti ma anche le voci e le idee dissenzienti, che non sono solo quelle di molti cittadini della Riviera del Brenta (come Lei saprà sono state raccolte 11.000 firme), di comitati e associazioni (quelle dei commercianti, per esempio, sono contrarie), ma anche di architetti ed urbanisti, perfino di economisti.

E’ facile per questi valutare come non conveniente tale progetto, dato che si colloca in un territorio dove l’edificato (residenziale e non) è cresciuto in modo spropositato e ben al di là delle reali necessità abitative, produttive e di servizi; dove abbondano edifici semi vuoti, sotto o per nulla utilizzati.

Perfino il Presidente Zaia ha affermato (intervista al Mattino di Padova, ed. on line del 19 Agosto 2012) “Nel Veneto si è costruito troppo, non possiamo continuare così. È necessario fermarsi. Questo vale per i capannoni industriali, ma a maggior ragione per le abitazioni … sono convinto che molti veneti siano assolutamente d’accordo. Non possiamo continuare a sfigurare il paesaggio, consumare territorio, offrire speculazioni che oggi, tra l’altro, non hanno più mercato. E provocano un danno ancora più grave. Il patrimonio edilizio esistente, a fronte di nuove costruzioni, si svaluta e perde valore”. Zaia parla di speculazioni, di mercato. C’è da riflettere.

La conoscenza, dunque, alla base di un nuovo e diverso modo di affrontare i problemi e assumere decisioni. È quello che anche noi, molto modestamente, tentiamo di fare con il convegno “Idrovia Padova-Venezia: problemi, istanze, soluzioni” che si svolgerà a Mira a Villa dei Leoni il prossimo Sabato 1 dicembre dalle 9 alle 13. Le allego il programma, Presidente. Noterà la varietà di competenza e provenienza dei relatori. Potrebbe interessarle.

Con stima le auguro buon lavoro e formulo i miei migliori e cordiali saluti.

Fabrizio Destro

Presidente di Legambiente
Circolo Riviera del Brenta”

link articolo

 

Solidarieta’ a Castelfranco!

Posted by Opzione Zero in Comunicati Stampa | 0 Comments

6

nov

2012

Il comitato Opzione Zero – Riviera del Brenta esprime tutta la propria solidarietà e sostegno alla battaglia del comitato No Ecomostro di Castelfranco Veneto, impegnato a contrastare il nuovo devastante insediamento di Rotocart nel proprio territorio.

Purtroppo non siamo riusciti a contribuire alla loro fulminea e straordinaria raccolta firme (3000 firme in due week end!), ma così come siamo stati presenti a Vedelago contro il progetto Barcon, allo stesso modo ci impegnamo a dare il nostro contributo per le loro prossime iniziative, per quanto ci sarà possibile. Sempre nello spirito di solidarietà, unione e mutuo soccorso che ispira la nostra azione.

Veneto City, Barcon e adesso Castelfranco… le speculazioni e l’assedio del cemento ai territori e alle aree agricole non conoscono tregua, ma trovano una sempre più fiera resistenza della società civile che spontaneamente si attiva e si difende e che, se saprà cooperare e fare fronte comune si riapproprierà di quei diritti democratici da cui viene sistematicamente esclusa.

Per parte nostra, intanto, stiamo seguendo la vicenda e informando di quanto sta accadendo in rassegna stampa del nostro sito.

Opzione Zero

 

Stavolta non sono i cittadini e le comunità a inveire contro le scelte del governo, bensì le alte sfere regionali di Palazzo Ferro-Fini.

La Orte-Mestre, nota come nuova Romea Commerciale, è un’infrastruttura che gli oligarchi regionali dell’asse d’asfalto Lega-PdL vogliono fortissimamente. Il Presidente Luca Zaia e l’Assessore Renato Chisso non si sono trattenuti e hanno sbottato arrivando quasi a minacciare il governo, con una risentita lettera a Ciaccia, qualora la situazione non venisse sbloccata rapidamente.

D’altra parte la “Romea commerciale” è un affare da 10 miliardi di euro che da sola vale quattro volte di più di tutti i progetti contenuti nel nuovo piano regionale delle opere pubbliche appena approvato e che vede la cantierizzazione di un turbinio di nuove strade e autostrade (Padana Inferiore, Nogara-Mare, collegamento A4-Jesolo, nuova Valsugana, tangenziali Verona-Vicenza-Padova, grande Raccordo Anulare di Padova e Camionabile…). Un’occasione più unica che rara per la collaudata “Cricca del cemento Veneta”.

Invece qualcuno al Governo si è reso conto che un Project Financing da 10 miliardi di euro con questi livelli di traffico e in tempi di crisi, semplicemente non sta in piedi, a meno di non provocare un “buco” nei bilanci pubblici dello Stato che avrà ripercussioni per molti anni a venire sulle tasche dei contribuenti italiani. Esattamente come per la TAV in Val di Susa.

E infatti le “difficoltà tecniche” di cui parla Chisso sono in realtà difficoltà economico-finanziarie, manca un piano economico-finanziario: il giochetto del project financing per opere di questa portata non funziona più da anni, nemmeno con il sistema dei Project Bond e della defiscalizzazione tanto voluta dal Ministro Corrado Passera e dal suo braccio destro Mario Ciaccia.

A fronte di un calo vertiginoso dei dati di traffico, si continuano a portare avanti progetti concepiti 15 anni fa, trascurando consapevolmente le infrastrutture esistenti che continueranno a rimanere insicure e degradate, come per l’attuale Romea. La Romea Commerciale è un’opera insostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale.

Per Opzione Zero e per tutte le altre organizzazioni del coordinamento nazionale Rete Stop OR-ME, il rinvio del CIPE non costituisce certo una vittoria; le pressioni delle potenti lobby che stanno dietro a quest’opera potrebbero far precipitare la situazione da un momento all’altro. Si tratta però di una tregua importante per prepararsi ad una battaglia estremamente difficile.

 

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