Gazzettino – Miranse. Treni in ritardo, nuove proteste
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19
apr
2015
PENDOLARI INFURIATI
SALZANO – «Prima viene annunciato il ritardo di 10 minuti, poi di 15, infine di 20. Quando il treno parte con oltre 35 minuti di ritardo, viene annunciato che sarà limitato a Mestre anziché arrivare a Venezia. In compenso nessuno di noi aveva potuto organizzarsi diversamente. Ormai prendere un treno è un’impresa».
Nuovi malumori sulla linea Bassano-Venezia, una delle più tartassate del Veneto per quanto riguarda ritardi e soppressioni. Il periodo più nero è stato lo scorso autunno (ad ottobre i pendolari contarono 50 treni cancellati), ora la situazione è migliorata ma venerdì più di un pendolare è andato su tutte le furie. A farsi portavoce della protesta è una donna che attendeva il treno delle 9.08 alla stazione di Martellago, lamentele anche a Salzano e Spinea.
Intanto proprio i comitati di Salzano e Spinea continuano a chiedere più corse al mattino presto e alla sera. «Dopo l’incontro di novembre con dirigenti di Regione e Rfi non abbiamo più avuto riscontri», spiegano. Il trasporto pubblico regionale sarà uno dei temi caldi in campagna elettorale.
(g.pip.)
Nuova Venezia – Crociere, decidere le alternative
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19
apr
2015
Vertice con operatori del porto e società armatrici. Venice 2.0 sul sito del Ministero
VENEZIA «Io contro l’off shore? Ma non è vero. Sono balle messe in giro in malafede da chi vorrebbe insinuare che blocchiamo lo sviluppo. È vero esattamente il contrario». Felice Casson si prepara a incontrare Matteo Renzi. E nel suo dossier ci sono anche le Grandi navi. Un problema che ha diviso non poco il centrosinistra e in particolare il Pd.
Con l’attuale candidato sindaco in prima linea per togliere le grandi navi da crociera da San Marco. «Ma la linea è chiara e condivisa», dice Casson, «ho detto che ci sono tre progetti alternativi che vanno valutati per una decisione in tempi brevi. Dobbiamo privilegiare il lavoro, la crocieristica e la difesa della laguna. Quanto all’off shore, deciderà il governo. Non ho mai detto che sono contrario a priori».
La patata delle alternative alle grandi navi davanti a San Marco è ora in mano al governo. Il Porto preme perché sia scelto al più presto il progetto Contorta Sant’Angelo, che consentirebbe di mantenere la Marittima e far entrare le navi da Malamocco e non più dal Lido e San Marco.
I comitati spingono perché sia valutata la soluzione del Lido, che consentirebbe di tenere le navi fuori dalla laguna. Ipotesi realizzabile in due anni, già bocciata dall’Autorità portuale. Ma da ieri presente nel sito del ministero dell’Ambiente con il progetto Venice cruise 2.0., presentato da Cesare De Piccoli e dalla società Duferco. Con tanto di studio di impatto ambientale (Sia) presentato dalla società D’Appolonia.
Infine l’ipotesi Marghera, con progetto firmato da Roberto D’Agostino. Anche qui il porto ha espresso parere contrario. «Le navi commerciali e da crociera», dice Costa, si incrocerebbero e la legge non lo consente. Con il Contorta si risparmierebbe tempo, il tratto in comune sarebbe molto più breve».
Per anticipare i tempi Casson ha incontrato l’altra sera una delegazione di operatori del porto e industriali. E anche i vertici delle principali società delle crociere.
«Ho spiegato», dice, «che la volontà della città è quella di risolvere il problema senza penalizzare il settore, rispettando la laguna. Ho avuto risposte incoraggianti: in attesa dell’alternativa anche le compagnie sono disposte a soluzioni transitorie e a qualche sacrificio per il bene della città. Ma l’obiettivo deve essere il rilancio. Con le soluzioni alternative potremo ricavare anche nuovi posti di lavoro».
Anche questo un argomento di confronto con il premier. E con l’alleanza di centrosinistra, che ha sottoscritto su questo punto un programma comune.
(a.v.)
Gazzettino – Mira. Zero cemento nel nuovo Pat
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19
apr
2015
MIRA – Lo strumento urbanistico punta alla tutela di territorio e paesaggio
Maniero: «Avanza pure cubatura del precedente piano»
«In nuovo Pat di Mira punta sulla tutela paesaggistica ed è a “consumo zero” di territorio». A sottolinearlo sono il sindaco Alvise Maniero e l’assessore ai Lavori Pubblici Luciano Claut. L’Iter per l’approvazione del nuovo Pat di Mira, il Pianto di Assetto del territorio che, di fatto, sostituisce il vecchio Prg, è stato avviato nei giorni scorsi.
Il Pat è stato presentato in commissione urbanistica e secondo l’amministrazione comunale, l’iter per l’approvazione potrebbe concludersi entro ottobre.
«Abbiamo impostato il nuovo Pat con un taglio drastico alle nuove cementificazioni – ha sottolineato il sindaco – reso possibile e anzi doveroso, dalla considerazione che la crisi che ha colpito l’edilizia abitativa come pure le attività produttive e commerciali, fa sì che dal precedente PRG rimangano ancora edificabili 340mila metri cubi residenziali e 320mila metri quadri di attività produttive D4. Che senso aveva prevedere nuove espansioni se non era nemmeno stata completata quella a suo tempo prevista e sulla quale siamo pure intervenuti per ridurla?. Abbiamo fatto scelte importanti per la qualità di vita dei miresi – conclude Maniero – che chiedono che si faccia buona manutenzione e si migliori quello che c’è, prima di intaccare ancora nuovo territorio».
Ad illustrare come il nuovo Pat di Mira preveda un risparmio di suolo agricolo pari a 46 ettari è l’assessore Luciano Claut.
«Il volume di nuova previsione in aree di espansione, cioè in suolo attualmente agricolo, passa da 240mila metri cubi a zero. Ed anche per quanto riguarda il volume di nuova previsione in aree già urbanizzate c’è una netta riduzione, passando da 150mila metri cubi a 100mila».
Anche per quanto riguarda le aree per le attività commerciali, produttive e residenziali non è prevista alcuna espansione.
«Anzi – sottolinea Claut – è stato tolto anche il cosiddetto “Distretto della sostenibilità”, che avrebbe trasformato la Romea in una parata di centri commerciali».
Luisa Giantin
Gazzettino – Dolo si trasformera’ in un set a cielo aperto
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18
apr
2015
CINEMA – Si gira un film che tratta il tema della ludopatia
DOLO – Gli scorci più caratteristici, luoghi misteriosi che raccontano di un passato antico ma che restano ancorati a un presente fatto di serenità e coinvolgimento. Dolo diventerà un set a cielo aperto regalando alla filmografia le passeggiate lungo Riva di Menacao, l’antico alveo del Naviglio del ramo del Brenta che attraversa il centro cittadino. E ancora lo sfondo dello squero settecentesco; il ponte dei Molini con le antiche pale che ancor oggi girano sospinte dall’acqua del fiume; Piazza Cantiere dove un tempo passava l’acqua e che dalla fine degli anni Venti del secolo scorso è diventata un tranquillo angolo con i salici che si adagiano lungo il fiume e guardano lo splendido campanile immortalato da Canaletto in una celebre tela esposta al museo di Londra.
Martedì prossimo in sala consiglio sarà annunciato che il film “Una nobile causa” – di cui a settembre era stato presentato il trailer alla mostra del cinema di Venezia dal regista padovano Emilio Briguglio e dalla casa di produzione “Running Tv” – avrà come sfondo di alcune scene i più suggestivi angoli del comune dolese.
Quali e quando saranno trasformati in un palcoscenico di recitazione verranno svelati nel corso della conferenza stampa, a cui parteciperanno il regista Briguglio e i responsabili della casa di produzione. Sarà presentata anche la trama di una pellicola che si annuncia di successo con un cast importante che comprende nomi illustri del cinema italiano come Giancarlo Giannini, Roberto Citran, Francesca Reggiani, Katia Ricciarelli e altri ancora.
“Una nobile causa” è anche una storia avvincente, basata su un argomento di scottante attualità come la ludopatia, un fenomeno sociale, una vera e propria malattia che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse. Il film ha avuto il sostegno economico della Regione Veneto, dell’associazione culturale Cinema Giovane e di alcuni soggetti privati.
Lino Perini
Gazzettino – Campolongo. Bolletta sui rifiuti piu’ bassa del 6 per cento.
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18
apr
2015
CAMPOLONGO MAGGIORE – Grazie ai minori costi che derivano dall’aumento della raccolta differenziata
CAMPOLONGO – Non accadeva da 10 anni che il costo di un servizio pubblico venisse ridotto. La nuova modalità di raccolta differenziata premia anche il Comune di Campolongo, che con voto unanime di tutti i consiglieri comunali ha decretato la riduzione della bolletta sui rifiuti.
L’aumento della differenziata e i maggiori ricavi prodotti dalla vendita del materiale riciclato hanno permesso infatti l’abbattimento della tariffa. L’approvazione delle nuove tariffe al ribasso è stato votata mercoledì sera in Consiglio, durante la discussione del piano finanziario per l’anno 2015. La riorganizzazione complessiva del servizio è iniziata a luglio del 2014. Ora stanno arrivando i primi risultati positivi.
Soddisfatto il sindaco Alessandro Campalto: «L’incremento della raccolta differenziata è passata dal 67% al 78% in soli sei mesi. Meno rifiuti secchi conferiti in discarica, maggiore valorizzazione dei materiali riciclabili. Il calo medio in bolletta sarà di circa il 6%».
«Inoltre il passaggio alla nuova tariffa permetterà alle utenze non domestiche la detrazione dell’IVA, che fino allo scorso anno era un costo aggiuntivo – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Giancarlo Fanton. La raccolta del secco a domicilio è passata da 26 asporti annuali standard a 10 svuotamenti per nuclei familiari fino a due componenti, a 14 per nuclei con tre e quattro componenti, a 16 per cinque componenti e a 18 per sei o più componenti. Il merito di questo risultato è soprattutto dei cittadini. Grazie al loro impegno si può ancora migliorare il servizio e ridurre maggiormente i costi».
(v.com.)
Nuova Venezia – Martellago. “Il Pat prevede una colata di cemento”
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18
apr
2015
Il sindaco Barbiero: sono tranquilla, gli atti sono regolari
Piano urbanistico
Il M5S denuncia il Comune in Procura
MARTELLAGO – Il Piano d’assetto del territorio di Martellago finisce in Procura della Repubblica. Il Movimento 5 Stelle, infatti, considera che il documento approvato dal Consiglio comunale meno di tre anni fa presenti delle irregolarità. A presentare l’iniziativa sono arrivati anche il candidato presidente della Regione Jacopo Berti e i due parlamentari veneziani Emanuele Cozzolino e Arianna Spessotto. Il sindaco Monica Barbiero, di contro, si sente tranquillo.
Pat. Quanto approvato prevede che si potrà lottizzare su poco meno di 19 ettari, per 633.250 metri cubi, compresi i 168.337 mila del vecchio Piano regolatore. Il 72 per cento delle trasformazioni riguarderà le aree urbanizzate e le riconversioni. A livello di residenti, Martellago non avrà più di 25 mila abitanti, aumentando di 2.500-3.000 quelli attuali.
M5S. Cozzolino e Spessotto sono i firmatari dell’esposto consegnato il 7 marzo scorso. Il Movimento sostiene che in 40 anni sono stati consumati 427 ettari di terreno, facendo scomparire il 35 per cento della superficie agricola coltivata, con una media di 10,7 ettari l’anno. E il Pat contribuirà a ridurla ancora.
«Siamo per una regione a consumo zero del suolo», esordisce Berti, «e qui siamo davanti a una delle più grandi farse. Per poter costruire, hanno inserito come aree agricole il campo da Golf, alcune zone lungo il Passante verde, punti ferroviari e così via. Una tendenza diffusa, che poi provoca alluvioni, disastri ecologici e danni enormi».
Rincarano la dose i tre consiglieri comunali di Martellago. «Il primo Pat approvato», dice Andrea Marchiori, «presentava degli errori, con gravi irregolarità nel calcolo della Superficie agricola utilizzabile (Sau) fatte notare dalla Provincia. Poi ha dovuto eliminarle ripresentando una seconda versione, che consentiva al Comune, secondo dei calcoli, di avere comunque la massima trasformabilità».
Fa eco Barbara Simoncini. «Nella prima ipotesi», spiega mostrando il Pat, «era stato inserito il campo da golf, nella seconda hanno messo altre aree non indicate all’inizio. Si sono contraddetti».
Per Davide Da Ronche il passaggio in Procura è obbligato perché «il Tar costa troppo e non possiamo permettercelo». Maggioranza.
Il sindaco Barbiero si dice tranquilla. «Non sapevo dell’esposto», commenta, «ma abbiamo avuto tutto i permessi dagli organi competenti e c’è stato un regolare percorso in Consiglio comunale».
Alessandro Ragazzo
Gazzettino – Martellago. “Aree agricole gonfiate per poter costruire di piu’ “
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18
apr
2015
Il Pat torna in Procura e sempre per via della superficie agricola “gonfiata” per avere più aree edificabili. Dopo l’iniziativa del Comitato Pro Complanare, il Movimento Cinque Stelle di Martellago ha depositato un altro esposto, illustrato ieri, presenti anche i deputati firmatari Arianna Spessotto ed Emanuele Cozzolino e il candidato governatore Jacopo Berti. Che spiega: «Vogliamo un Veneto a consumo di suolo 0: siamo sommersi di cemento. Presentiamo un esposto su una grande farsa: pur di costruire e far felici gli amici, questa Amministrazione ha spacciato per aree agricole stazione dei treni, campo da golf e Passante, mancando di rispetto al territorio».
«Per mantenere – ha chiarito Enrico Chiuso, candidato alla regionali – il rapporto tra superficie agricola e comunale sopra il 61,3 e ottenere il massimo indice di trasformabilità, aumentata del 122,5%, hanno passato per agricoli giardini e parchi privati, aree verdi del Passante, laghetti da pesca, argini fluviali».
«Abbiamo contato 186 aree irregolarmente valutate agricole: qualche errore passi, ma non così tanti e clamorosi. Cosa seminiamo sulla linea dei Bivi o su chilometri di piste ciclabili? E, cosa ancor più grave, la Provincia ha rimandato indietro la prima versione del Pat imponendo di scomputare il campo da golf, ma l’Amministrazione, per compensare e mantenere il rapporto di 61,3, ha riclassificato agricole 89 aree che in origine non lo erano, smentendosi. Prima dell’esposto abbiamo fatto i passaggi in consiglio ma ci hanno riso in faccia», incalzano i consiglieri 5 Stelle Andrea Marchiori, Barbara Simoncini e Davide Da Ronche.
«Siamo la seconda regione più cementificata: uno dei motivi sono i Pat. In quello di Martellago ci sono gravi irregolarità e omissioni di chi doveva controllare. Speriamo vengano individuate le responsabilità», ha concluso Spessotto, che aveva presentato anche un’interrogazione parlamentare, chiamando in causa, oltre al Comune, Regione e Provincia. Ma il sindaco Barbiero ripete: «Il Pat è stato approvato e in consiglio abbiamo già dato ogni spiegazione. Siamo sereni sul lavoro e il percorso».
Nicola De Rossi
Nuova Venezia – Mira. Presentato il Pat . Claut: “Un risparmio di 46 ettari di terra”
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18
apr
2015
MIRA «Il nostro è un Pat a consumo di suolo pari allo zero, altro che quello dell’ex sindaco, Carpinetti che puntava a disseminare il territorio di una serie infinita di capannonii». A spiegarlo è l’assessore all’urbanistica Luciano Claut, che ribatte alle accuse di Gabriele Bolzoni, illustrando le caratteristiche salienti del nuovo strumento di riordino urbano.
«Piacciano o meno», spiega Claut, «i dati salienti della pianificazione urbanistica sono molto chiari: il volume di nuova previsione in aree di espansione, cioè in suolo attualmente agricolo, passa da 240.000 metri cubi a zero. Con una riduzione del 100%. Il volume di previsione in aree già urbanizzate passa da 150.000 mc a 100.000, con una riduzione del 33%. Una volumetria che sarà impiegata in modo strategico per la riqualificazione dei centri e per il miglioramento delle urbanizzazioni esistenti. Le aree di espansione per attività commerciali e produttive passano da 17,5 ettari a zero. Cioè è stato tolto il cosiddetto “Distretto della sostenibilità”, che avrebbe trasformato la Romea in una parata di centri commerciali. Le aree di espansione per attività residenziali passano da 28,5 ettari a zero. Complessivamente c’è un risparmio di suolo agricolo di 46 ettari».
(a.ab.)
Gazzettino – Mira. “Il sindaco si mobiliti per il nuovo distretto”
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18
apr
2015
MIRA – Mozione unanime del Consiglio per sollecitare la Regione a realizzare la struttura sanitaria ora trasferita a Camponogara
I servizi medico-specialistici trasferiti da via Lago di Lugano a Oriago a Camponogara torneranno a Mira solo quando sarà realizzato il nuovo distretto sanitario.
Ma l’iter per la sua realizzazione, prevista in piazza Mercato a Oriago è bloccata in Regione ed il consiglio comunale spera che le prossime elezioni regionali siano l’occasione per dare una scossa all’approvazione.
La risposta all’interrogazione dei consiglieri del Pd che chiedevano chiarimenti sul trasferimento degli ambulatori di dermatologia, otorinolaringoiatria e oculistica da Oriago a Camponogara l’altra sera in consiglio comunale a Mira si è trasformana in una discussione sul nuovo distretto sanitario che dovrebbe essere realizzato, a costo zero per l’amministrazione mirese, a Oriago, sostituendo così l’obsoleto distretto in villa Levi, lungo la Regionale 11.
«Il trasferimento a Camponogara – ha spiegato il sindaco – si è reso necessario per l’assenza di requisiti di sicurezza nella struttura ormai vetusta. Un trasferimento comunque temporaneo fino alla realizzazione del nuovo Distretto».
Il problema però è proprio il via alla realizzazione del nuovo distretto che la Regione stenta a concedere. «Le richieste e le sollecitazioni alla Regione per un nuovo incontro che possa mettere in moto l’iter per la sua realizzazione – ha spiegato il sindaco Maniero – sono rimaste lettera morta».
Per questo motivo i consiglieri di maggioranza e all’opposizione hanno deciso di votare all’unanimità una mozione che impegna il Sindaco e la Giunta «perché si attivino con sollecitudine presso gli organi competenti per pretendere risposte adeguate ai fini di definire una nuova tempistica del cronoprogramma e garantire ai cittadini di Mira la realizzazione del Distretto».
Per attirare l’attenzione sul distretto anche in vista delle prossime elezioni regionali il Consiglio ha chiesto che la mozione sia trasmessa ai candidati consiglieri alle prossime elezioni regionali espressione del territorio dell’Asl 13, e anche ai candidati presidenti, invitandoli a un pronunciamento pubblico magari nel corso di un incontro con cittadini e amministratori da realizzarsi nei prossimi giorni.
Luisa Giantin
Nuova Venezia – Minutillo mette all’asta 20 borse Hermes
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17
apr
2015
E poi scarpe e tailleur: l’ex segretaria di Galan (attesa da due processi per corruzione ed evasione) deve pagare gli avvocati
VENEZIA. Per sopravvivere e per pagare le parcelle dei suoi difensori (deve ancora affrontare il processo per corruzione a Venezia e quello per evasione fiscale a San Marino, dopo aver patteggiato in laguna per frode fiscale) sta svendendo il suo tesoro. Un tesoro fatto soprattutto di borse, scarpe e vestiti.
Chi ha frequentato la sua villa, in una delle zone più esclusive della terraferma veneziana a due passi dal Terraglio, racconta di aver visto nella sua cabina-armadio decine di borse Hermès, Gucci, Prada, Chanel, poi file infinite di scarpe e tanti, tanti completi e tailleur.
Qualche commessa chiacchierona delle boutique alla moda di piazza Ferretto ha riferito alle amiche che Claudia Minutillo, l’ex segretaria dell’allora presidente della giunta regionale Giancarlo Galan poi trasformatasi in manager grazie all’aiutino di Piergiorgio Baita, quando rimaneva stregata da un vestito, ne acquistava due o tre, di colore diverso.
E in questi giorni alle amiche, attraverso il suo Iphone, ha inviato le fotografie delle borse che vuole vendere, insomma quasi un asta che, c’è da scommetterci, non andrà di certo deserta. Ha inviato le istantanee di almeno una ventina di borse Hermès, modello «Birkin», ispirate alla maison francese dall’omonima attrice diventata famosa per la più erotica canzone degli anni Settanta. Una borsa che è necessario prenotare e attendere per mesi prima di avere: stando, al messaggio da lei inviato alle amiche, ne avrebbe una ventina di svariati colori da piazzare.
Per ora, i prezzi dell’asta non si conoscono, ma quello medio per una «Birkin» Hermès è noto: novemila euro, c’è poi quella più cara perché di pelle esotiche, 44 mila euro. Tra le sue borse c’è anche un modello più a buon mercato, il «Kelly», ispirato dalla grande Grace, perché l’appoggiava sulla pancia per nascondere ai giornalisti che era incinta del marito Ranieri, principe di Monaco. Per la «Kelly» bastano 3800 euro.
Per mantenere il livello di vita precedente, che era davvero alto visto quello che si poteva permettere di acquistare, Claudia Minutillo si trova dunque costretta a svendere il suo lussuoso guardaroba. A differenza di altri personaggi il suo futuro professionale si è dissolto, difficilmente potrà trovarsi altre sistemazioni con prebende simili a quelle precedenti.
Imprenditori e manager arrestati e scarcerati, dopo il patteggiamento o comunque la condanna, possiedono professionalità che qualcuno può utilizzare ancora e quello che sta accadendo a Baita, che è tornato ad operare, anche se non direttamente, per i lavori del Mose è un esempio.
Minutillo, invece, è arrivata ai vertici grazie alle conoscenze, alle capacità di mettere in relazione manager e politici, ora la sua scelta processuale, quella di collaborare (è stata la prima a raccontare ai pubblici ministeri chi e come pagava l’ex ministro Galan, l’ex assessore regionale Renato Chisso, l’ex magistrato alle acque Cuccioletta) difficilmente le permetterà di rientrare in quel mondo.
Giorgio Cecchetti
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