C.S. Op.Zero / Re:Common – I Project bond per il Passante di Mestre saranno solo fonte di altro debito? Cantone intervenga!
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18
mar
2015
Comunicato stampa congiunto Opzione Zero e Re:Common
Opzione Zero e Re:Common chiedono con forza alla Banca europea per gli investimenti (BEI) e a cinque istituti di credito privati di non procedere con l’emissione dei cosiddetti project bond europei per rifinanziare il debito contratto dalla società CAV, co-partecipata dall’Anas e dalla regione Veneto, per la realizzazione del Passante di Mestre.
Le due associazioni temono che la concessione di questi nuovi strumenti finanziari ideati in ambito europeo possa gravare sulle spalle dei contribuenti italiani, dal momento che permane l’incertezza legata alle indagini ancora in corso sul caso di corruzione e sulla reale sostenibilità economica del progetto.
Opzione Zero e Re:Common hanno espresso tutte le loro preoccupazioni anche al presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione Raffaele Cantone, a cui oggi hanno inviato una lettera. Nella missiva si ribadisce come non tutte le opere ancillari del Passante di Mestre siano state completate e soprattutto che sono ancora in vigore contratti tra la CAV e le società sotto indagine da parte della Procura di Venezia per la loro realizzazione.
Inoltre non è chiaro se tutte le fatture per le opere del Passante già realizzate siano state saldate da CAV. Ciò significa che il trasferimento del debito esistente contratto da CAV con Cassa Depositi e Prestiti e Anas ai sottoscrittori dei bond (obiettivo dell’operazione di emissione del project bond europeo) implicherebbe il rischio che le nuove risorse finanziarie disponibili alla società possano essere utilizzate per favorire la monetizzazione di proventi della corruzione su cui sta indagando la Procura di Venezia.
Cantone viene anche messo in guardia su come non sia pubblico il prospetto in cui la CAV comunica in dettaglio ai futuri sottoscrittori dei bond, i grandi investitori istituzionali internazionali, tutti i rischi collegati all’operazione. In tale prospetto informativo per investitori privilegiati, le cinque banche emittenti (tra cui le nostrane Unicredit e IMI-Intesa) sono tenute a evidenziare anche eventuali carichi giudiziari pendenti o potenziali obblighi e responsabilità finanziarie collegate a fenomeni corruttivi ed eventuali condanne o sanzioni.
Va sottolineato come la settimana scorsa la Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo, abbia approvato una risoluzione sul rapporto annuale della Banca europea per gli investimenti in cui si chiede all’istituzione di non finanziare il Passante di Mestre tramite il meccanismo dei project bond o qualsiasi altro strumenti finanziario, esprimendo inoltre il rammarico che una tale opera sulla quale pesano come macigni le ombre della corruzione abbia già goduto del sostegno della Banca. Nel frattempo la BEI continua a negare che gli atti illeciti relativi alle ditte che hanno costruito il Passante abbiano alcun collegamento diretto con il suo finanziamento al progetto.
“Ci sembra incredibile che i cittadini rischino seriamente di pagare il passante per la terza volta” ha dichiarato Antonio Tricarico di Re:Common. “Prima sono arrivati i finanziamenti pubblici nel 2013 (350 milioni di euro concessi dalla BEI tramite Cassa depositi e prestiti, ndr), poi il considerevole aumento dei pedaggi, ora si ipotizza l’ennesimo sostegno da parte della BEI con i controversi project bond, che potrebbero ricadere sul groppone della Regione Veneto se le cose non dovessero andare bene. Visto quanto accaduto in questi anni, tra corruzione e previsioni di incassi errate, non c’è di che essere ottimisti” ha concluso Tricarico.
“Tutta questa storia del debito del Passante è un’assurdità” ha dichiarato Mattia Donadel di Opzione Zero. “Il Passante è stato finanziato in parte dal Ministero delle Infrastrutture e in parte da ANAS, SpA totalmente pubblica, vale a dire che il Passante è stato costruito solo ed esclusivamente con i soldi dei contribuenti. Una spirale del debito così perversa ha lo scopo di favorire gli speculatori finanziari a scapito dei cittadini” ha concluso Donadel.
Fatto Quotidiano – Grandi Opere, non basta l’anticorruzione. Va corretto il Codice Appalti.
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17
mar
2015
Non si può affrontare solo con gli strumenti dell’anticorruzione il problema delle Grandi Opere, l’illegalità è ben più estesa di quanto appaia perché sono le stesse norme derivanti dalla legge Obiettivo (approvata il 21 dicembre 2001) che l’hanno favorita in questi 14 anni. Il toro va preso per le corna e la Presidenza del Consiglio dei Ministri deve mettere subito sotto tutela il Ministero delle infrastrutture e trasporti, congelare il Primo Programma delle infrastrutture strategiche (i cui costi sono esplosi in 14 anni dai 125,8 miliardi del 2001 per 115 opere, ai 383,9 miliardi di euro per 419 opere attuali) e ascoltare i suoi consulenti economici come Yoram Gutgeld (ora deputato Pd) e il docente dell’Università Bocconi, Roberto Perotti, che hanno da tempo sollevato dubbi sul sistema delle grandi opere, chiedendo ad esempio che finalmente si introduca in Italia una seria analisi costi-benefici dal punto di vista economico-finanziario, sociale e ambientale.
Un progetto come il ponte sullo Stretto di Messina (8,5 mld di costo presunto), ricorda il Wwf, se sottoposto ad una seria analisi, ad esempio, non sarebbe mai dovuto entrare in nessuno elenco ed è scandaloso che il viceministro Riccardo Nencini, dopo che il Governo Monti ha deciso di liquidare la Stretto di Messina SpA, ancora nell’ottobre scorso accreditava l’idea che il progetto avrebbe potuto essere rilanciato.
Le norme del Codice Appalti (che ha assorbito le norme derivanti dalla legge Obiettivo), secondo il Wwf, vanno depurate e corrette: eliminando il criterio di selezione dell’offerta al massimo ribasso; non procedendo a Valutazione di Impatto ambientale senza studi economico-finanziari e analisi costi-benefici che dimostrino l’utilità e la redditività delle opere; riportando in capo ai Ministero dell’Ambiente e al Ministero dei Beni culturali il giudizio di compatibilità ambientale sul progetto definitivo, mentre oggi la decisione viene assunta un voto del Cipe a maggioranza sul progetto preliminare; riformando profondamente il sistema del project financing, senza alcun rischio per i privati “assistito dallo stato”; rivedendo la figura del General Contractor, che dà vita ad una serie di sub-appalti mascherati incontrollabili.
Il Primo Programma delle infrastrutture strategiche, che costituisce una pesante ipoteca per lo sviluppo del Paese, va sostituito da un nuovo Piano Generale della Mobilità e della Logistica che stabilisca le vere priorità necessarie per rispondere alla reale domanda di mobilità del Paese. Oggi serve solo a dissipare risorse economico-finanziarie e ambientali, ad aumentare il debito pubblico dell’Italia, soddisfacendo gli appetiti dei grandi studi di progettazione, delle grandi aziende di costruzione e delle clientele politiche locali.
C.S. Op.Zero 17/03/15 – Il malaffare vero motore della Orte-Mestre
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17
mar
2015
Comunicato stampa Opzione Zero
Grandi Opere” uguale malaffare”: l’ennesima riprova arriva con l’arresto per corruzione, induzione indebita, turbativa d’asta ed altri delitti contro la Pubblica amministrazione dell’ex super-dirigente del ministero dei Lavori pubblici Ercole Incalza.
Incalza, già coinvolto nello scandalo MOSE, è stato negli ultimi quindici anni uno dei funzionari chiave per l’approvazione di tutte le grandi opere inserite nella Legge Obiettivo, tra queste non fa eccezione la nuova autostrada Orte-Mestre un’opera totalmente inutile e distruttiva, ma che potrebbe garantire una “torta” molto ghiotta per le cricche del cemento, almeno 10 miliardi di euro già in fase preliminare.
Del resto non è un caso che insieme all’ex super-dirigente del ministero dei Lavori pubblici, tra le altre 50 persone indagate figura anche il pregiudicato Vito Bonsignore; ex europarlamentare collega di partito dei ministri Lupi e Alfano, Bonsignore è a capo del gruppo privato GEFIP Holding, il proponente dell’autostrada Orte-Mestre.
Va ricordato poi che nonostante parere negativo dello scorso agosto da parte della Corte dei Conti, e i gravi sospetti di malaffare che emergono dalle intercettazioni dell’inchiesta MOSE, la Orte-Mestre è stata rimessa letteralmente in pista dal Governo Renzi con apposito “codicillo” (comma 2 dell’Art. 4) introdotto nello “Sblocca Italia”.
E’ in questo quadro sconfortante che tra pochi mesi ANAS potrebbe indire il bando per la progettazione definitiva e la concessione della nuova autostrada, un’opera che il Presidente della Regione Veneto, così come il Partito Democratico, continuano a considerare strategica ed indifferibile, mentre la messa in sicurezza della statale Romea e della E-45 rimangono un miraggio.
Se si tratti di miopia o di opportunismo lo si saprà presto, ma quello che oggi deve essere chiaro è che chi oggi ha ancora il coraggio di sostenere il sistema delle “grandi opere”, con tutto il corollario di norme straordinarie pensate ad arte per promuoverle e gestirle senza trasparenza e fuori dal controllo democratico delle comunità locali, ha una responsabilità politica enorme.
La Orte-Mestre è un mostro pronto a divorarsi i territori, la salute dei cittadini e miliardi di euro dei contribuenti. Bisogna fermarla subito prima che diventi un altro gigantesco caso di malaffare, della portata almeno doppia di quello del MOSE. Non ci sono più alibi per nessuno.
Nuova Venezia – Fosso’. L’acqua? Meglio pubblica. La “casetta” eroga 58 mila litri
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17
mar
2015
FOSSÒ – Cinquantottomila litri d’acqua erogati in poco più di sei mesi. Questo è il primato ottenuto dal distributore d’acqua potabile comunale di Fossò. La “Casetta dell’acqua”, attiva da agosto, offre ai cittadini la possibilità di acquistate acqua microfiltrata naturale e frizzante ad un prezzo calmierato: 4 centesimi al litro per la naturale e 7 centesimi per la gassata. Il distributore è diventato un punto di approvvigionamento per circa 450 famiglie che hanno acquistato le tessere prepagate nel negozio convenzionato. Il distributore è dotato anche di gettoniera per chi è senza la tessera prepagata.
Dai dati diffusi dal Comune i 58 mila litri erogati hanno fatto risparmiare oltre una tonnellata di bottiglie di plastica, corrispondenti a circa 1300 kg di mancate emissioni di anidride carbonica.
«Un buon risultato», spiegano dal Comune, «in quanto è stato messo a disposizione un servizio a costi contenuti e si è realizzata una buona pratica a favore di un ambiente più vivibile. Si è infatti contribuito a ridurre i rifiuti costituiti dalle bottiglie vuote, oltre che ridurre i consumi necessari a produrre e movimentare acque imbottigliate». Analogo progetto è stato attivato a Vigonovo.
Giacomo Piran
Nuova Venezia – Chioggia. Nuovo parco commerciale. i negozianti si dividono.
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16
mar
2015
Chioggia. Aprirà a maggio la prima galleria con punti vendita, l’attesa è alle stelle
Gli esercenti temono il contraccolpo sulle loro attività. «Ma bene i posti di lavoro»
CHIOGGIA – Si approssima l’apertura del primo centro commerciale a Chioggia e puntuale si apre il dibattito sulle conseguenze che porterà questa rivoluzione per la città. Sono tante e contrastanti, specie tra gli esercenti, le opinioni in vista del taglio del nastro fissato per maggio.
«Con il centro ci saranno indubbiamente ulteriori posti di lavoro», sostiene Mauro Voltolina che gestisce una tabaccheria a Borgo San Giovanni, «ma in compenso quante saranno le chiusure?».
Gli fa eco Nadir Boscolo, titolare di un negozio di alimentari: «Ottengono permessi promettendo occupazione, che poi eliminano strada facendo. La cittadina commerciale di un tempo si sta spegnendo».
Ma non manca un po’ di ottimismo. «Oltre alle chiusure, vediamo anche nuove aperture», commenta Daniele Venturini che gestisce un negozio di souvenir, «Alcune attività si stanno ammodernando. È indubbio che senza l’intelligenza imprenditoriale e la voglia di fare non si va da nessuna parte».
Per Raffaele Ruzzon, che opera nel campo del commercio on line, invece, bisogna innovarsi. «Ormai», sostiene, «si passa più tempo con il cellulare in mano che a fare una passeggiata. Le classiche vetrine hanno stufato: bisogna creare delle esposizioni virtuali».
Giuseppe Esposito, che gestisce il “New Dandy Bar”, fa alcune proposte. «Dovremmo essere in grado di portare in città le tante persone che si recheranno al centro commerciale», sostiene, «Poi sarà necessario puntare molto sulla qualità dei nostri servizi e prodotti».
Per Roberto Gallimberti del Wine Bellini, «la situazione in centro non va bene: bisognerebbe unirsi per pensare a qualcosa di concreto per rilanciare il commercio».
Secondo Raffaella Ghirardon, del Bar Bac, le attività dovrebbero osservarr l’orario continuato: «Sarebbe un ottimo servizio sia per i cittadini che per chi visita il centro».
Per Andrea del bar Centrale, «il turismo è diminuito per le troppe regole e restrizioni e per orari e divieti obsoleti che stanno rendendo Chioggia una città fantasma».
Nuova Venezia – “Un parco translagunare lungo il Ponte”
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16
mar
2015
È il progetto elaborato da uno studio di architetti di Spinea. «Si innesterebbe al Tronchetto»
Un parco lineare translagunare con un percorso paesaggistico ciclopedonale per rendere più bello e fruibile il ponte della Libertà. Il progetto, elaborato dallo studio associato di architettura Costantini-Paitowschi di Spinea, è stato presentato alla Soprintendenza ai beni architettonici e all’Avm.
Il costo è stato quantificato in 12 milioni e mezzo di euro: «La spesa è giustificata dal fatto», osserva l’architetto Roberto Costantini, «che lo sviluppo del parco sarebbe di quattro chilometri. Il parco translagunare artificiale sarebbe legato, da un lato, al porto turistico commerciale e, dall’altro, all’area industriale di Porto Marghera riconvertita a “prodotto culturale”. Il parco, secondo il nostro studio, ha un andamento sinuoso intercalato da aree tematiche dedicate ad attività naturali complementari e ispirate alla morfologia del luogo, alla fauna ittica e aviaria lagunare. Ha un richiamo alle origini fondatative quale elemento simbolico, visibile a lato del ponte translagunare sul basso fondale dal paludo, sospeso tra l’acqua e il cielo».
Gli elementi architettonici sono caratterizzati e legati all’ambiente naturale: la struttura portante è realizzata da pali lignei infissi a rifiuto nel caranto e da un impalcato orizzontale di collegamento in legno massiccio stratificato, completo di pavimentazione “gres” tipo pietra d’Istria. I parapetti sono costituiti da una struttura “leggera” di rete metallica in filo d’acciaio, oltre a un sistema d’illuminazione nascosta a led autoalimentati e da ampie aree verdi con essenze arboree (pitosforo, tamericci, eccetera) siepi, orti botanici, tipici della vegetazione lagunare lungo tutto il tratto del parco. I materiali, che verranno impiegati, sono eco-compatibili a zero impatto ambientale, riciclabili e reversibili, ispirati alla tradizione costruttiva veneziana, con ampio utilizzo di essenze lignee e reti leggere di acciaio che rimandino alla tradizione dei pescatori e alla biodiversità della fauna aviaria e ittica della laguna di Venezia.
«Il parco lineare», continua l’architetto Costantini, «andrebbe, verso Venezia, a innestarsi all’altezza del grande parcheggio del Tronchetto e il people mover: in quest’ottica si potrebbe realizzare un allargamento con un bicipark. Dalla parte dei Pili, invece, si potrebbe realizzare una passarella in quota che supererebbe il ponte ferroviario e il canale di San Giuliano e arriverebbe all’ex colonia elioterapica di San Giuliano. In questa maniera si completerebbe il collegamento ciclopedonale da Venezia a Mestre che ora effettivamente non esiste. Dal parco lineare», conclude l’architetto di Spinea», un ciclista potrebbe finalmente giungere al grande polmone verde di San Giuliano».
Davide Vatrella
Gazzettino – Fosso’. La differenziata funziona e il Comune abbassa la bolletta.
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16
mar
2015
FOSSÒ – Tu differenzi i rifiuti e io ti abbasso le bollette. Come già avvenuto per il 2013, il comune di Fossò ha registrato anche per il 2014 una diligente raccolta differenziata. Per la seconda volta in due anni l’Amministrazione comunale ripagherà i cittadini abbassando le bollette sui rifiuti. La media di raccolta differenziata registrata nel 2014 è stata del 78,2%.
L’eccellente risultato avrà come immediato beneficio per l’anno 2015 un calo medio in bolletta di circa il 6% per le utenze domestiche e di circa il 19% per le utenze non domestiche.
Il risultato è arrivato dopo la riorganizzazione del servizio di asporto avviata a fine dell’anno 2012. Il Consiglio Comunale di Fossò, nella seduta del 4 marzo, ha già ratificato le tariffe al ribasso. Il taglio sulle bollette segue quello già avvenuto nel corso del 2013 con un calo del 5% sulle utenze domestiche e dell’8% sulle utenze non domestiche. Tra l’altro, per l’anno in corso, le utenze domestiche usufruiranno di un ulteriore premio col 3% di sconto, mentre quelle non domestiche hanno iniziato a detrarre il 10% di Iva. La raccolta del secco a domicilio è passata da 26 asporti annuali standard a 10 svuotamenti per nuclei familiari fino a due componenti, 14 per nuclei con tre e quattro componenti, 16 per cinque componenti e 18 per sei o più componenti.
È stato confermato anche il servizio per la raccolta differenziata di pannolini, realizzato con il posizionamento di contenitori, accessibili con apposito badge. «Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’impegno della cittadinanza. Contiamo di migliorare ancora», ha dichiarato il vicesindaco Maurizio Lunardi.
Vittorino Compagno
Fatto Quotidiano – Cassa depositi vende bond ai risparmiatori, ma senza garanzie
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15
mar
2015
L’offerta del gruppo che gestisce il risparmio postale viene definita nel prospetto “non adatta alla generalità degli investitori” perché i bond sono “strumenti finanziari di particolare complessità”. Ma a valutare se il risparmiatore ha sufficiente esperienza sono gli istituti di credito. Che incasseranno anche le commissioni legate all’operazione
Con una mano finanzia un ristretto gruppo di imprenditori italiani, con l’altra chiede denaro ai cittadini senza offrire la garanzia dello Stato per le sue obbligazioni. E poi ancora taglia fuori dalla partita la società pubblica Poste Italiane e nel collocamento fa spazio alle banche, grandi sponsor del presidente Franco Bassanini. Non c’è che dire: la Cassa depositi e prestiti sta decisamente cambiando volto. Prova ne è la prima emissione di un prestito obbligazionario destinato ai piccoli risparmiatori con un obiettivo di raccolta di 1,5 miliardi di euro. Le obbligazioni Cdp si possono sottoscrivere fino alle 17 di venerdì 13 marzo (la chiusura del periodo di offerta è stata anticipata rispetto al 27 marzo previsto inizialmente) e avranno un rendimento poco più alto rispetto ad alcuni buoni fruttiferi di Poste. Ma, a differenza dei prodotti distribuiti dal gruppo di Francesco Caio, sono “non subordinate e non garantite dallo Stato”, come si legge nel prospetto di base redatto dalla società ai fini dell’emissione.
Che cosa significa? Nell’ipotesi di difficoltà finanziarie della Cassa depositi e prestiti, il risparmiatore-acquirente avrà una tutela in meno rispetto al proprietario di buoni fruttiferi: “Nel caso in cui l’emittente non sia in grado di onorare i propri obblighi relativi a tali pagamenti – di rendimenti – e/o al rimborso del capitale, tali diritti potrebbero essere pregiudicati”, spiega il prospetto di base dell’offerta. Inoltre, precisa il documento, “l’assenza di garanzie relative alle obbligazioni potrebbe avere come conseguenza che il valore di mercato sia anche significativamente inferiore rispetto a quello di altri strumenti finanziari di debito emessi dall’Emittente assistiti da garanzia reale e/o personale e/o da un vincolo di destinazione aventi caratteristiche similari alle obbligazioni”. In compenso, i titoli di debito della Cassa, che avranno durata di sette anni, verranno tassati al 12,5%, aliquota ben più bassa rispetto al 26% delle obbligazioni bancarie e societarie. Salvo che, come precisa il documento, non ci sia un “eventuale inasprimento del regime fiscale”.
Il maggior rischio dell’investimento in obbligazioni rispetto ai buoni postali è del resto messo ben in evidenza nel documento dove si specifica che non si tratta di un prodotto finanziario “adatto alla generalità degli investitori” perché i bond sono “in generale” degli “strumenti finanziari di particolare complessità”. “Pertanto prima di effettuare una qualsiasi operazione avente ad oggetto le obbligazioni, l’investitore e l’intermediario devono verificare se l’investimento è appropriato per l’investitore” nonché, sulla base della “valutazione dei profili di esperienza”, se è “adeguato” alla situazione finanziaria “e agli obiettivi di investimento del medesimo”.
Insomma toccherà alle banche, che in passato non hanno esitato a piazzare bond spazzatura tra i piccoli risparmiatori, verificare se per il risparmiatore di turno sia conveniente o meno investire in obbligazioni Cdp. O se sia più interessante mettere i soldi in buoni fruttiferi che, a differenza delle obbligazioni, non subiscono fluttuazioni di mercato. La questione è delicata anche perché i buoni e i libretti (pari al 78% della raccolta di Cdp) sono distribuiti da Poste Italiane. Che invece non collocherà le obbligazioni. La vendita dei bond Cdp è infatti esclusivo appannaggio delle banche. Con il risultato che le commissioni per l’operazione non resteranno nella “famiglia” pubblica, ma alimenteranno i forzieri degli istituti di credito. Primi fra tutte Imi (gruppo Intesa San Paolo) e Unicredit che assieme alla francese Bnp Paribas sono responsabili del collocamento.
Quanto alle condizioni dell’offerta, l’emissione prevede una cedola mista, fissa per due anni all’1,75% lordo e poi variabile per i cinque successivi con uno spread minimo dello 0,5% sopra l’Euribor trimestrale. L’emissione non sembra molto generosa con i risparmiatori che possono acquistare lotti minimi da mille euro. Basti pensare che un Btp decennale paga una cedola lorda non molto lontana (1,50%) e un Btp Italia, in scadenza il 23 aprile 2020, arriva fino all’1,65 per cento. Con in più la garanzia pubblica. Inoltre non si può trascurare che “ogni cambiamento effettivo o atteso del merito di credito e/o della situazione finanziaria dell’emittente (…) può influire negativamente sul prezzo di mercato delle Obbligazioni”. In pratica, il prodotto, come accade per tutte le obbligazioni, sarà sensibile alle decisioni delle agenzie di rating sul merito di credito della Cassa Deposti e Prestiti. Attualmente Moody’s la valuta Baa, corrispondente a un rischio di credito moderato, Standard & Poor’s BBB-, ultimo scalino prima del passaggio a titolo speculativo e Fitch BBB+, che indica una buona capacità di onorare gli impegni.
Non resta che chiedersi, oltre al tema della concentrazione della raccolta nelle mani delle Poste dal 1924, quali siano le ragioni che hanno spinto Cdp a lanciarsi nel mercato obbligazionario. I vertici del gruppo pubblico hanno fatto sapere che la società ha “l’obiettivo di sostenere i flussi di raccolta” con “canali complementari” per “assicurare stabilità ai flussi” finalizzati al “puntuale assolvimento dei propri compiti istituzionali, con specifico riferimento della gestione separata”. Detta in altri termini, la Cdp batte cassa per poter concedere finanziamenti agli enti pubblici e agli organismo di diritto pubblico, attività che rappresenta la missione storica dell’istituto. Evidentemente, ora che la Cdp si è trasformata in braccio finanziario del governo non c’è Cassa che basti.
Gazzettino – Venezia “Contorta, ora vanno riaperti i termini per le osservazioni”
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15
mar
2015
PORTUALITÀ
Recapitate le corpose integrazioni richieste al Porto dal Ministero dell’Ambiente, ora gli oppositori del progetto chiedono che tutto non si esaurisca con la pubblicazione di tutta la documentazione, ma si provveda alla riapertura dei termini per le osservazioni.
A sostenerlo è Andreina Zitelli, elemento di spicco del fronte anti-Contorta e docente di valutazione ambientale. All’indomani della richiesta di integrazioni formulata dalla commissione nazionale Via, Zitelli aveva già sostenuto che le tare sollevate dalla commissione erano tante e tali da richiedere una riformulazione totale del progetto. L’autorità portuale ha invece prodotto una corposa integrazione, nella quale è stato fatto girare nuovamente il modello dinamico della laguna.
«Trecento file di integrazioni – specifica Zitelli – richiedono che vengano non solo pubblicati nel sito del Ministero ma anche che si riapra la pubblicazione per nuove Osservazioni. Dato poi le dichiarazioni sulle pretese ragioni di “imperativo interesse pubblico” del Contorta rilasciate dal presidente Paolo Costa rinnoviamo la domanda dell’inchiesta pubblica e riteniamo un dovere da parte del Ministro Galletti di accordarla alla Città di Venezia e, a maggior ragione, per il fatto che il Ministro dell’Ambiente, appunto, ha come primo compito la tutela della laguna».
Zitelli e il fronte che si oppone allo scavo del nuovo canale per far arrivare le grandi navi in Marittima, torna alla carica ricordando che la Commissione aveva chiesto tra le altre cose una nuova e approfondita campagna di caratterizzazione dei sedimenti, poiché il sito di scavo del canale non coincideva con le campagne già svolte nella laguna e prodotte alla Commissione.
«Non vorremmo – conclude Zitelli – che si scordasse che é precipuo obiettivo della valutazione di impatto ambientale tutelare un ambiente unico e irripetibile, difeso dalle Direttive europee come quello della laguna. Per risolvere il problema vi sono più ipotesi che tutte vanno valutate e confrontate».
M.F.
Nuova Venezia – Poste: a Mirano, Dolo e Noale arriva il servizio wi-fi gratuito.
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15
mar
2015
DOLO – Gli uffici postali di Noale, Dolo e Mirano metteranno dalla prossima settimana a disposizione dei cittadini il nuovo servizio WiFi gratuito. Poste Italiane comincerà ad installare le connessioni a partire da domani. Basterà registrarsi comunicando il proprio numero di telefono mobile al quale verrà inviato un messaggio con le credenziali per l’accesso al WiFi. A quel punto, attraverso smartphone, tablet o pc sarà possibile navigare in internet, dialogare sui social network o lavorare in attesa del proprio turno allo sportello.
«Il progetto WiFi che presentiamo oggi» dice Francesco Caio, amministratore delegato di Poste Italiane «rientra nella missione che ci siamo dati per i prossimi anni nel Piano strategico Poste 2020: vogliamo essere gli architetti di un’Italia più digitale, includendo tutti, con particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione, per aiutare il Paese nel passaggio dall’economia tradizionale a quella digitale».
In provincia di Venezia il servizio sarà disponibile a breve a Venezia Centro e piazzale Roma, Mestre centro e via Torino, San Donà, Sottomarina, Chioggia, Lido di Jesolo, Portogruaro, Cavarzere, Favaro.
(a.ab.)
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