Gazzettino – Gli scavi restituiscono insediamento romano. La Pedemontana pero’ non si ferma.
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13
mag
2015
MONTEBELLUNA – Gli scavi della Pedemontana portano alla luce un insediamento romano. È l’emozionante scoperta effettuata, qualche giorno fa, all’incrocio fra via Sant’Andrea e via Schiavonesca, vicino all’abitazione della professoressa Brigida Bergamin. Si tratta dell’area delle cave, quella nella quale la Pedemontana sta marciando a tappe forzate. Non così velocemente, però, da non cogliere, fra le tante pietre distribuite sul terreno, qualcosa che non era un normale sasso.
L’archeologa al seguito dei lavori ha visto subito il tipo di pietra. «Quella è zona del reticolato romano -spiega Bergamin- e io di fronte al ritrovamento ho gridato al miracolo. In realtà mi hanno già detto che, anche se al momento la zona è stata messa in sicurezza e circoscritta, l’insediamento non fermerà i lavori. Verranno comunque fatti degli scavi mirati e sarà recuperato e portato via ciò che è meritevole».
Fra l’altro, quello di questi giorni non è il primo ritrovamento. «Un altro -dice la Bergamin- era stato rinvenuto a un chilometro da casa mia. Lì si vede chiaramente un’abitazione romana, o meglio le sue fondamenta. Il problema è che tutti passano e ognuno prende qualcosa».
E la riflessione è amara: «Stanno distruggendo l’ambiente – quello che era un vero e proprio Eden – ma almeno mantengano la storia e la cultura. Mi hanno già detto che quella che è stata rinvenuta non è una Pompei, ma è comunque importante».
E anche il sindaco Marzio Favero si è mosso. «La Soprintendenza non ci ha ancora avvertito del ritrovamento. Ci vuole prudenza. Comunque se emergono cose che confermano lo spessore storico della città è solo positivo perché confermerebbe il ruolo storico importante del Montebellunese in età romana. È bene che i resti vengano recuperati e messi in tutela».
Anche se i fondi a disposizione sono ovviamente limitati tanto che per il lotto 14, in via Cima Mandria a Posmon, è stato deciso di ricoprire i reperti che erano stati rinvenuti e portati alla luce ai tempi dell’amministrazione Puppato. Dove sarebbe dovuto sorgere un parco archeologico ci sarà, invece, un parco. Con cartelli che illustreranno i ritrovamenti.
Laura Bon
Gazzettino – Autovie: caro-pedaggi +1,5% all’anno ora si prospetta lo scorporo da Friulia
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25
apr
2015
TRIESTE – Da qui al 2038 pedaggi rincarabili dell’1,5% all’anno anziché del 2,11%. Autovie Venete presenta allegati e correttivi al Piano finanziario: prevede investimenti pari a 900 milioni per completare l’asse Portogruaro-Palmanova e altri 500 per finire il lotto Gonars-Villesse e realizzare quello fra San Donà e Portogruaro). Ora si attende ora un via libera interlocutorio dal Ministero delle Infrastrutture.
Già, perché la vera partita si gioca a Bruxelles, dove la delegazione governativa italiana – ora anche con il placet del neo-ministro Graziano Delrio, punta al riconoscimento per la Spa autostradale e per Autobrennero delle caratteristiche di società in house.
Debora Serracchiani chiede verifiche e approfondimenti tecnici, amministrativi e strategici, sebbene una serie di chiarimenti pare abbia stemperato i dubbi su questa soluzione: in pratica il Governo affida senza gara la gestione della rete alla Regione Fvg, che a sua volta la affida ad Autovie Venete. Ma c’è un inghippo mica da ridere: Autovie dovrebbe sottoporsi al controllo analogo di bilancio con la Regione, cosa di per sé abbastanza invalidante sul piano dell’agilità strategica e operativa. E soprattutto dovrebbe essere scorporata dal controllo di Friulia e planare direttamente nel grembo di Mamma Regione. Serve una legge e ancor più servono complessi passaggi tecnici. Gli utili di Autovie non fornirebbero più uova d’oro al desco di Friulia, questo è pacifico, ma anche con i numerosi soci privati si profilano accordi di non immediata definizione. Non è problematica, invece, la presenza minoritaria di tali soci: la Direttiva europea 23/2014, infatti, ne ammette l’esistenza, ma a condizione che non possano in alcun modo modificare le strategie dell’azienda.
La prospettiva di questa imponente operazione legislativa e tecnica si fa ogni giorno più concreta, mentre a Bruxelles si sta per calendarizzare un nuovo confronto del Governo italiano con le Direzioni generali della concorrenza e del mercato interno prima del via libera politico della Commissione europea. Contatti si sono avuti in questi giorni anche fra Autovie e Autobrennero, per le quali si disegnano analoghe prospettive di matrice pubblica.
M.B.
Gazzettino – Vittorio Veneto. Pedaggio gratis: A27 dice no.
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25
apr
2015
VIABILITA’ – L’unica possibilità: il Comune dovrebbe pagare al posto degli automobilisti
Il sindaco incontra Autostrade: nessuno spiraglio per liberalizzare il tratto tra i 2 caselli
Autostrada senza pedaggio solo se il Comune o un altro ente copriranno il mancato incasso. Pare debba rimanere un sogno la possibilità che i vittoriesi possano viaggiare gratis nel tratto compreso tra il casello Vittorio Veneto nord e quello sud dell’A27.
È quanto emerso al termine dell’incontro di giovedì tra il sindaco Roberto Tonon e il direttore del IX tronco di Società Autostrade per l’Italia, Alessandro Melegari. Tonon si è recato a Tavagnacco (Udine) per affrontare la possibilità di liberalizzare il tratto dell’A27 vittoriese, dunque fare in modo che le auto in transito di alcune categorie di utenti non paghino il pedaggio e utilizzino l’A27 quale tangenziale. Liberalizzazione che oggi è praticata nel tratto tra Dolo e Mirano, e in altri casi in Italia.
«La Società Autostrade non ha lasciato aperto alcun spiraglio per una qualche forma di liberalizzazione del nostro tratto, a meno che il Comune o altro soggetto non paghi l’intero mancato incasso» fa sapere Tonon.
«Chiaro che la liberalizzazione non ce la possono regalare – afferma l’assessore Alessandro Mognol, da sempre sostenitore dell’apertura del tratto autostradale quale alternativa al traforo Anas – All’epoca l’assessore Bruno Fasan aveva parlato di circa 60 mila euro all’anno quale somma da versare a Società Autostrade: credo che sia una cifra che l’amministrazione vittoriese, magari sentendo anche l’interesse dei comuni vicini, possa permettersi, almeno per avviare una sperimentazione. Senza contare – chiude – che con i soldi del traforo potrebbe rimanere aperta per oltre 900 anni».
Il tono della nota inviata ieri dal municipio però non lascia margini di trattativa tra le parti.
«Nel rispetto del programma di mandato dell’amministrazione – evidenzia Tonon – abbiamo voluto approfondire con Società Autostrade l’ipotesi di utilizzo del tratto tra i caselli nord e sud con funzioni di attraversamento della città, a seguito del dibattito in corso. E a scanso di equivoci – conclude – l’incontro non aveva nulla a che vedere con la questione del traforo, i cui lavori procedono, e per la quale si stanno studiando le migliorie».
Claudia Borsoi
Gazzettino – Pedemontana: via agli espropri
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22
apr
2015
VOLPAGO – Il CoVePa si è già mobilitato. Stefano Prenol: «Quest’opera non serve a nulla»
Tecnici al lavoro e picchetti ovunque. Ma c’è anche chi si è rifiutato di firmare
Dopo i primi due giorni di espropri, la Pademontana ha raggiunto Belvedere. Ma c’è chi non firma. Ieri mattina, i tecnici della Pedemontana, partiti da Venegazzù lunedì con le operazioni di esproprio, sono arrivati a Volpago. Per la precisione in via Belfiore 25, dove si trova la proprietà di Stefano Prenol, uno dei proprietari interessati. Che, a differenza di altri, non ha firmato il verbale di “immissione in possesso”.
Da lui i cinque tecnici sono arrivati verso le 11, e mentre altri controllavano dove dovrebbe passare la strada (una coltivazione di kiwi biologici e del verde) un tecnico ha invitato il proprietario a firmare il verbale, che non aveva, fra l’altro, conteggiato un annesso rustico. «Quando ho detto che non firmavo – spiega Prenol – non mi è stato dato il verbale e sinceramente mi è sembrata una cosa un pò strana. Ho detto loro che non volevo entrassero, ma hanno picchettato lo stesso l’area: dicono che fa parte della procedura».
Sul motivo della mancata firma, spiega: «Il primo è che la Pedemontana non serve a nulla e non risolve i problemi della viabilità. Inoltre c’è in corso un’indagine da parte dell’autorità anti corruzione. Per non dimenticare che abbiamo ancora in ballo un ricorso al Tar che si discuterà il 20 maggio. Soprattutto però mi chiedo una cosa: se i promotori del progetto e il direttore lavori sono al centro di indagini perchè fidarmi di questa gente?».
Per altri proprietari, probabilmente, alla base della riluttanza a firmare c’è anche il prezzo del valore d’esproprio. Ma per Prenol quella economica è solo l’ultima ragione: il no è partito molto prima. «I tecnici ci hanno anche detto che, se firmi, ti pagano entro 4-5 mesi, altrimenti si va incontro alla procedura ordinaria. Noi però facciamo parte del CoVePa (coordinamento contro l’intervento) e sappiamo che la realtà è ben diversa. È stato pagato solo qualche proprietario del secondo lotto di lavori».
Intanto, la Corte dei Conti ha mandato a sindaci, Province, Ministeri, Commissario e Regione indicazione sull’avvio di un’indagine. «In questa situazione, dove gli espropri non sono coperti dalle dovute garanzie con polizza fideiussoria, ma specialmente con la magistratura in fermento – dice il Covepa – consigliamo vivamente a tutte le persone che nei prossimi giorni saranno coinvolte dagli espropri di non firmare alcun verbale e nemmeno presentare osservazioni in merito, in quanto anche quest’ultime vengono intese come accettazione».
Laura Bon
Nuova Venezia – Elezioni Dolo. Gei (Il Ponte) e’ preoccupato “Orte-Mestre solo stralciata”
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21
apr
2015
DOLO «Forse non era il caso di cantar vittoria troppo presto né di attribuirsi meriti particolari. La Orte-Mestre non è stata tolta dal Def per un improvviso rinsavimento del governo Renzi, ma solo per ragioni contabili».
A dirlo è Giorgio Gei, consigliere comunale d’opposizione e candidato sindaco della lista “Il Ponte del Dolo”, che si sofferma sul tema della Romea Commerciale.
«La conferma si è avuta con il voto alla Camera sulle mozioni di Sel e Movimento 5 Stelle», prosegue Gei, «che chiedevano la derubricazione della Orte-Mestre e che hanno visto votare in difesa del progetto Pd, Ncd, Fi e Lega, con i deputati veneti del Pd in prima fila. L’autostrada rimane in corsa, è solo ferma ai box in attesa di tempi migliori. Non si può pertanto abbassare la guardia».
Il gruppo de “Il Ponte del Dolo” si schiera a fianco di “Opzione Zero”.
«Condividiamo la posizione di Opzione Zero, il voto smorza gli entusiasmi di qualche giorno fa. Il voto compatto dei deputati Pd veneti e veneziani provoca forte preoccupazione».
(g.pir.)
Gazzettino – Pedemontana. Povegliano. Addio bretella: rabbia Manzan.
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17
apr
2015
POVEGLIANO – Finiti i soldi. Il commissario per la Pedemontana Vernizzi conferma il taglio dell’opera
Il sindaco pronto a mettersi in mezzo alla strada: «Il traffico rischia di soffocare il nostro paese»
Su una cosa sono tutti d’accordo: «La Pedemontana devasterà il paese». Le paure non nascono solo dagli espropri che toccano 145 famiglie, ma anche e soprattutto dagli effetti collaterali che la nuova superstrada rischia di avere sul traffico. Il progetto parla chiaro: nelle campagne di Camalò verrà realizzato un casello. Peccato che la relativa bretella, quella che dovrebbe salvare i centri dai fiumi di auto e camion portandoli direttamente sulla provinciale 55 tra Ponzano e Volpago, verso la Postumia, sia ferma sulla carta. Non finanziata.
«Il commissario Vernizzi ci ha detto che non ci sono soldi e non ci sono accordi per la sua realizzazione – rivela il sindaco Rino Manzan – La Regione ha un preventivo di spesa per 7 o 8 milioni di euro. Ma i soldi non ci sono». Il Comune non vuole nemmeno sentir parlare della possibilità che il casello venga aperto senza la bretella. «Se queste due opere non verranno fatte contemporaneamente – ha già messo in chiaro il primo cittadino – mi metterò fisicamente in mezzo alla strada per bloccare la Pedemontana». Non è difficile immaginare il perché: senza il collegamento verso la Postumia, tutto il traffico in entrata e in uscita dalla nuova superstrada si riverserebbe sulle vie dei centri di Povegliano e anche di Ponzano.
Per gli abitanti è impensabile. Tanto che più di qualcuno ha proposto di rinunciare al casello. Ma ormai è troppo tardi: non si può più. «Abbiamo sondato questa possibilità – spiega Manzan – ma ci hanno detto che il Cipe (Comitato per la programmazione economica, ndr) l’ha già approvato». Si è in un vicolo cieco: anche volendo, non si può tornare indietro.
«La precedente giunta aveva concordato la progettazione della bretella e la realizzazione – sottolinea Paolo Vidotto, consigliere comunale di opposizione – ora la nuova amministrazione deve portare a casa la finanziabilità dell’opera». «Allo stesso tempo – aggiunge – si deve seguire da vicino tutta la partita degli espropri». Questa inizierà con la stesura dei verbali tra il 23 e il 28 aprile. Dopo l’assemblea pubblica urgente di lunedì, il Comune ha messo a disposizione un tecnico per togliere ogni dubbio ai cittadini: il geometra Manuele Manzan, che sarà presente in municipio dalle 10 a mezzogiorno del 16, 20 e 27 aprile.
Gazzettino – “La Orte-Mestre e’ solo ferma ai box”
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17
apr
2015
DOLO – La sinistra e Opzione zero in allerta
DOLO – La pratica relativa alla Mestre-Orte non sembra definitivamente chiusa e fioccano le polemiche. Giorgio Gei, candidato sindaco per il gruppo di sinistra de “Il Ponte del Dolo” sostiene che «forse non era il caso di cantar vittoria troppo presto né di attribuirsi meriti particolari. La Orte-Mestre non è stata tolta dal Def per un improvviso rinsavimento del governo Renzi, ma solo per ragioni contabili. La devastante autostrada rimane in corsa, è solo ferma ai box in attesa di tempi migliori».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il comitato “Opzione zero”: «Il presidente Zaia continua a sponsorizzare la Romea commerciale e tutte le altre nefandezze partorite nell’epoca di Galan e Chisso. Ma non è tutto, perché sia il gruppo parlamentare della Lega che quello del Pd hanno presentato sullo stesso tema delle mozioni alternative molto ambigue. Il segnale politico – sostiene il comitato – che esprime questo voto è fin troppo chiaro: mettiamo in congelatore la Orte-Mestre fino a quando si saranno calmate le acque, poi al momento opportuno la scongeliamo con il microonde».
(l.per)
GAZZETTINO 11 APRILE
DOLO. No alla Romea commerciale, Polo esulta: «È anche merito nostro»
DOLO – Le notizie che giungono da Roma regalano un sorriso ad Alberto Polo, candidato sindaco del Pd alle prossime comunali. «Il Governo guidato da Matteo Renzi ha escluso la Romea Commerciale dall’elenco delle grandi opere prioritarie per lo sviluppo del Paese – ricorda Polo – Secondo le parole del neo ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio, infatti, “le infrastrutture non sono né grandi né piccole, ma devono essere utili alla società”.
La Romea Commerciale evidentemente non lo è, tanto da essere stata eliminata dal Def (Documento di economia e finanza) presentato al Consiglio dei Ministri». Per l’esponente del Pd si tratta di un successo: «Un risultato ottenuto anche grazie all’importante lavoro di sensibilizzazione al quale, insieme al Pd, abbiamo lavorato in tutti questi mesi, a fari spenti e in sordina. Per far passare questo principio – aggiunge Polo – abbiamo sempre manifestato, in tutte le sedi e a tutti i livelli, la nostra contrarietà alla Romea commerciale».
«Il passaggio della Romea Commerciale per il territorio di Dolo – conclude Polo – oltre ad essere devastante dal punto di vista paesaggistico, ambientale e sociale, rischiava, sempre più, di nascondere elementi economici e amministrativi non immediatamente chiari. Il nostro capillare lavoro è stato premiato, ma in questo momento di gioia non posso non ricordare tutte le promesse del sindaco uscente Gottardo e la faccia felice dell’allora assessore regionale, Renato Chisso, e del presidente del Veneto, Luca Zaia quando chiesero l’inserimento in legge Obiettivo della Romea Commerciale».
(L.Per.)
Nuova Venezia – “La Romea Commerciale per ora e’ solo sospesa”
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17
apr
2015
Duro attacco del comitato Opzione Zero a Pd, Ncd e Fi e alla Lega di Zaia
«Sulle grandi opere sono sempre d’accordo». Ma resta il “no” di sei Comuni
DOLO «La Romea Commerciale esce dalla porta, rientra dalla finestra e per il momento si posiziona nel sottoscala, in attesa di poter rispuntar fuori in tempi migliori».
A dirlo è il comitato Opzione Zero che denuncia i deputati locali del Pd ed esponenti di Legambiente di aver salvato dal suo affossamento definitivo la Mestre-Orte.
«Il governo», spiega per il comitato Mattia Donadel, «toglie dal Def la Orte-Mestre, ma i partiti di maggioranza mantengono in pista la nuova autostrada. Alla Camera erano infatti in votazione le mozioni parlamentari del Movimento 5 Stelle e di Sel che chiedevano il ritiro definitivo del progetto e che se fossero state approvate avrebbero scritto la parola “fine” sulla Orte-Mestre. Peccato che Pd, Ncd e Fi, sempre uniti quando si tratta di grandi opere, abbiano votato contro respingendo i due documenti; a dar loro manforte anche la Lega Nord che in Veneto continua a sponsorizzare la Romea Commerciale».
I comitati sono durissimi: «Nel testo approvato», spiegano per Opzione Zero Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin, «oltre a difendere il “project financing”, si chiede al governo di trasformare la Romea in una non meglio precisata “arteria veloce a basso impatto ambientale” che con ogni probabilità sarà a pagamento. Su questa posizione hanno votato: il segretario del Pd regionale Roger De Menech, Andrea Martella, Michele Mognato e l’ex presidente della Provincia di Venezia Davide Zoggia. Il segnale politico che esprime questo voto per Opzione zero è fin troppo chiaro».
«Con questa operazione di fatto», spiega Donadel in vena di allegorie, «si dice di fatto mettiamo in congelatore la Orte-Mestre fino a quando si saranno calmate le acque agitate delle varie inchieste in corso, poi al momento opportuno la scongeliamo con il microonde».
Il progetto della Romea Commerciale è stato osteggiato dal territorio della Riviera del Brenta in questi anni in tutti i modi. Contro l’opera si erano espressi con mozioni in consiglio comunale i Comuni di Mira, Dolo, Campagna Lupia, Camponogara, Pianiga e Mirano che insieme ai comitati hanno ribadito in più di una occasione l’inutilità dell’ennesima grande opera e la necessità di mettere in sicurezza la Romea attuale.
Il Comune di Chioggia, dopo la notizia dell’esclusione della Romea Commerciale dal Def, è andato su tutte le furie denunciando che la mancata realizzazione dell’opera porterà all’isolamento la città e il suo porto. A favore della Commerciale il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto, per il quale l’opera contribuirà“a diminuire gli incidenti mortali”.
Alessandro Abbadir
Gazzettino – “Orte-Mestre, piu’ garanzie che non venga realizzata”
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16
apr
2015
I 5 STELLE
Il Pd è tra i partiti che hanno votato contro la mozione dei 5 Stelle contro la costruzione della Orte-Mestre. In compenso ne ha presentata una sua che, però, la parlamentare grillina Arianna Spessotto giudica «scarna e con premesse sbagliate» e che, soprattutto, «non ha inserito in maniera univoca lo stralcio dell’intera opera».
Il fatto che sia stata tolta dal Def, il documento di programmazione economica che stabilisce quali opere realizzare nei prossimi tre anni, non è una garanzia che non sarà mai realizzata. Perché, sostiene sempre la Spessotto, rimane inserita nella Legge obiettivo e potrebbe presto tornare fuori: «Il Governo anche questa volta ha deciso di ignorare le richieste dei cittadini e degli amministratori locali».
Nuova Venezia – Cantone apre il dossier Pedemontana
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15
apr
2015
Il commissario anticorruzione apre un’inchiesta sull’autostrada: il commissario Vernizzi dovrà rispondere entro sei mesi
VENEZIA – Dopo la Corte dei Conti anche l’Autorità nazionale anticorruzione. Piove su bagnato per la Pedemontana Veneta che adesso viene messa sotto inchiesta anche dall’ufficio di vigilanza di Raffaele Cantone, il magistrato forse più temuto oggi in Italia.
La lettera che comunica l’apertura di un’istruttoria porta il protocollo di ieri ed è indirizzata al capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture Paolo Emilio Signorini (succeduto a Ercole Incalza, arrestato il 15 marzo scorso) e al commissario per l’emergenza mobilità nelle province di Vicenza e Treviso, Silvano Vernizzi.
Entrambi devono rispondere ad una serie complessa di quesiti. Hanno 180 giorni per farlo e 30 per chiedere un eventuale colloquio diretto, con il responsabile del procedimento, l’ingegner Carlo Cresta.
C’è anche un terzo destinatario della lettera, il senatore vicentino del M5S Enrico Cappelletti, ma solo perché era il primo firmatario di un esposto presentato all’Anac il 19 febbraio scorso, che a quanto pare ha messo in moto la procedura. O forse è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché il modo con il quale vengono presentate le contestazioni non lascia dubbi sulla risposta che il mittente ha già dato per conto suo ai quesiti che pone.
I quali ridotti all’osso sono due: 1) per quale motivo sono stati aumentati i costi dell’opera, cambiando il piano finanziario della concessione firmata nel 2009; 2) come sia possibile parlare ancora di project financing e non di semplice appalto, in presenza di rischi che pesano più sul pubblico che sul privato, visto che il concessionario non ha ancora la garanzia bancaria di copertura dei costi che gli spettano. La lettera non lo dice in modo così brutale ma l’impostazione è di affermazioni più che di domande e lascia poche speranze.
Ricordiamo che la Pedemontana costerà 2 miliardi 258 milioni di euro, dei quali 644 a carico del pubblico e il resto dei privati. Peccato che finora i lavori procedano con soldi pubblici e il concessionario è sempre sprovvisto del closing finanziario.
L’ufficio di vigilanza dell’Anac vuole «puntuale riscontro» sulle cause che hanno comportato l’aumento del costo totale dell’infrastruttura, inizialmente previsto in 1,8 miliardi, «con specifico riferimento alle voci «indagini geognostiche, «interferenze, due diligence, rimborso promotore».
Vuole conoscere «la corretta allocazione dei rischi tra pubblico e privato a seguito delle modifiche alla convenzione e al piano economico finanziario al fine di poter continuare a configurare l’operazione come project financing in luogo di appalto; l’attivazione delle risorse private attraverso il capitale di rischio ovvero mediante accensione di mutuo bancario; il rispetto del cronoprogramma; lo stato di avanzamento della progettazione, dei lavori e la modalità di esecuzione degli stessi; i costi e le modalità di espletamento dell’alta sorveglianza e della direzione lavori».
Sono le contestazioni già avanzate dalla Corte dei conti, ma ora non c’è di mezzo il possibile danno erariale. La istruttoria Anac ha di mira le irregolarità collegate a reati e il finale è il commissariamento dell’opera. Come è accaduto per il Mose. Succede invece che la Pedemontana ha già un commissario: assisteremo ad un commissario che verrà commissariato? Magari Silvano Vernizzi lo considererebbe una liberazione. Va da sé che il suo successore verrebbe nominato dall’Anac e non più dalla Protezione Civile. Più facile, si dice nell’ambiente dei costruttori, che con l’uscita di scena di Lupi e l’insediamento del ministro Del Rio si vada alla “normalizzazione”: le grandi opere gestite con l’ordinaria amministrazione.
Renzo Mazzaro
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