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Gazzettino – “Pronti a bloccare la Romea”

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18

set

2014

MIRA – Il clou a Giare dove sarà rallentato il traffico, a Dolo gazebo e concerto

Sabato e domenica mobilitazione di comitati e associazioni contro la Mestre-Orte

Comitati e associazioni pronti a bloccare la Romea, o almeno a rallentare il traffico, sabato 21 settembre per protesta contro la Mestre-Orte mobilitandosi per due giorni allo slogan “Basta con la mafia delle Grandi Opere, Romea sicura subito No Autostrada”.
«Di fatto il decreto Sblocca Italia – ha spiegato Mattia Donadel presidente di Opzione Zero – ha bypassato lo stop alla Mestre-Orte imposto dalla Corte dei Conti e defiscalizzando l’opera ha dato un contributo in diretto alla realizzazione dell’autostrada. Per questo motivo comitati e associazioni delle 5 regioni si mobilitano. In Veneto a Cavarzere, Adria e Piove di Sacco, attraversate dalla nuova autostrada rispondiamo con 2 giorni di mobilitazione diffusa nei territori sabato e domenica, in concomitanza con la Marcia Mondiale per il Clima».
Il momento clou sarà sabato mattina alle ore 9.30 a Giare di Mira, uno dei punti più pericolosi della statale, dove si svolgerà un presidio di protesta e sensibilizzazione. I comitati cercheranno di attivar il “traffic calming” con rallentamenti del traffico lungo la Romea. Nel pomeriggio trasferimento allo Squero di Dolo con gazebo di vari comitati e associazioni, interventi, collegamenti con gli altri presidi e per finire concerto con il gruppo Osteria dei Pensieri alle 18.30. «La verità – spiegano i comitati e le associazioni aderenti – è che questa autostrada serve solo a chi la fa, alle lobby del cemento e dell’asfalto».
Tante le associazioni e i comitati che hanno aderito alla manifestazione partendo da Opzione Zero che da anni si batte contro la Romea Commerciale insieme a Legambiente Riviera, Confederazione Italiana Agricoltori, Emergency, Libera, Mira 2030, Comitato No Grandi Navi, Comitato Lasciateci Respirare Padova, Associazione per la Decrescita. Adesioni anche da liste civiche e forze politiche come il Ponte del Dolo, Mira Fuori del Comune, Sel, Movimento 5 Stelle. All’iniziativa sono stati invitati anche anche i Sindaci di Mira, Dolo, Mirano, Camponogara, Fossò e Pianiga, i Comuni che di recente si sono schierati per lo stralcio definitivo dell’opera.

 

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO 17 settembre 2014

Basta con la mafia delle Grandi Opere, Romea sicura subito NO Autostrada

Il Decreto “Sbanca Italia del Governo Renzi rimette in pista la Orte-Mestre, comitati e associazioni delle 5 regioni attraversate dalla nuova autostrada rispondono con 2 giorni di mobilitazione diffusa nei territori sabato 21 e domenica 22 settembre, proprio  in concomitanza con la Marcia Mondiale per il Clima.  Iniziative sono previste a Cesena, Ravenna, Perugia, Orte. In Veneto a Cavarzere, Adria e Piove di Sacco.

L’appuntamento più importante è però in Riviera del Brenta sabato 20: al mattino ritrovo alle ore 9.30 a Mira presso il parcheggio del supermercato Lando, da qui trasferimento in bicicletta fino all’incrocio di Giare, uno dei punti più pericolosi della statale, dove si svolgerà un presidio di protesta e sensibilizzazione. Nel pomeriggio trasferimento allo Squero di Dolo con gazebo di vari comitati e associazioni, interventi, collegamenti con gli altri presidi e per finire concerto con il gruppo Osteria dei Pensieri alle ore 18.30.

La manifestazione è promossa dallo storico comitato Opzione Zero che da anni si batte contro la “Romea Commerciale” e per la messa in sicurezza della statale, insieme però a numerose altre organizzazioni del territorio: Legambiente Riviera, Confederazione Italiana Agricoltori, Emergency, Libera, Mira 2030, Comitato No Grandi Navi, Comitato Lasciateci Respirare Padova, Associazione per la Decrescita. Adesioni sono arrivate anche da liste civiche e forze politiche come il Ponte del Dolo, Mira Fuori del Comune, SEL, Movimento 5 Stelle. Invitati anche i Sindaci di Mira, Dolo, Mirano, Camponogara, Fossò e Pianiga, i Comuni che di recente si sono schierati per lo stralcio definitivo dell’opera.

Per comitati e associazioni la Orte-Mestre non è pericolosa solo dal punto di vista ambientale, ma è anche un’opera che non sta in piedi da nessun punto di vista, tantomeno da quello economico–finanziario, come emerge dai dati dello stesso proponente. Per far quadrare i conti e ottenere il via libera dal CIPE, il ministro Lupi si è dovuto inventare trucchi di ogni genere: dalle defiscalizzazioni per 1,8 miliardi, al project financing, dai project bond alle ultra-semplificazioni amministrative. La stessa Corte dei Conti solo due mesi fa aveva bloccato l’iter di approvazione del progetto riscontrando la non applicabilità delle defiscalizzazioni per le opere dichiarate di pubblica utilità prima del 2013, come nel caso della Orte-Mestre. Ma con il Decreto “Sbanca Italia” (Art. 4 comma 2) il Governo Renzi, contro ogni logica, ha cancellato l’ostacolo opposto dalla Corte; di fatto tra pochi mesi sarà possibile per ANAS indire il bando per la progettazione definitiva e la concessione dell’opera. Mentre invece, tra tutti gli interventi previsti e finanziati per strade e autostrade, non figura nemmeno un centesimo per la messa in sicurezza della SS 309 Romea né della E-45.

La verità è che questa autostrada serve solo a chi la fa, alle cricche mafiose del cemento e dell’asfalto che dopo il MOSE vogliono appropriarsi di un “bottino” ancora più succulento, come emerge dalle intercettazioni dell’inchiesta sul “sistema Veneto”, per stessa ammissione dell’ex segretaria di Galan, Claudia Minutillo.

A pagare queste scelte sciagurate saranno sempre e solo i cittadini e i lavoratori con tagli ai servizi e al welfare, tasse e disoccupazione.

Per far ripartire il Paese ci vuole ben altro: bisogna redistribuire la ricchezza, rimettendo al centro il lavoro vero, i diritti delle persone, l’ambiente e la salute.

 

Nuova Venezia – Romea commerciale, anche i sindaci in strada

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16

set

2014

In programma sabato una doppia manifestazione dei comitati contro il progetto

Ritrovo alle 9.30 al parcheggio di Lando, seconda tappa nel pomeriggio a Dolo

MIRA – I sindaci della Riviera del Brenta in strada con i comitati contro la Romea Commerciale. Sono in programma infatti due manifestazioni indette dal comitato Opzione Zero a Mira e Dolo. La manifestazione si svolgerà in due momenti: la mattina di sabato a Mira e il pomeriggio a Dolo. Il ritrovo è alle 9.30 nel parcheggio del supermercato Lando sulla Romea, da qui partirà una biciclettata lungo la strada che arriverà fino all’incrocio di Giare dove si terrà un’attività di informazione e di sensibilizzazione. Dalle 16.30 la manifestazione si sposterà in piazza Cantiere a Dolo dove sarà promosso un dibattito con gli amministratori locali e i cittadini a cui i sindaci del comprensorio sono invitati. «I sindaci della Riviera», spiega il presidente dei sindaci del comprensorio Giampietro Menin, «sono in larghissima parte contrari a questa opera che rischia di distruggere il territorio con una colata di cemento. In tanti saranno all’evento. Il problema principale su cui interrogarsi è: ma questa strada serve ancora?» I flussi di traffico sull’attuale Romea registrati da Anas, certificano un crollo del 35% rispetto ai periodi precrisi. In strada ci saranno sicuramente con i comitati pure il sindaco di Mira Alvise Maniero a capo di un giunta a 5 Stelle e il sindaca di Dolo Maddalena Gottardo. Hanno bocciato totalmente la Romea Commerciale anche Pianiga e Mirano con deliberazioni dei rispettivi consigli comunali. Il sindaco di Campolongo Alessandro Campalto chiede come amministrazione locale di poter governare la realizzazione di infrastrutture come queste, tenendo conto dell’impatto che avranno sul territorio. Duro il comitato Opzione Zero. «Il 20-21 settembre la Rete Nazionale Stop Orte-Mestre», spiega il presidente Mattia Donadel, «ha indetto due giornate di mobilitazione nazionale contro la nuova autostrada che proprio con il Decreto Sblocca Italia ha ricevuto un ulteriore impulso. Con Opzione Zero, alla manifestazione ci saranno anche Legambiente, e Cia». Per i comitati non serve creare una nuova autostrada ma basterebbe la messa in sicurezza dell’attuale Romea che significa rallentatori, rotatorie, attraversamenti pedonali e sottopassi. «Questi interventi», ribadisce Donadel, «avrebbero nel tratto Mestre-Ravenna un costo di 150 milioni contro i 10 miliardi previsti per la Romea Commerciale. Il traffico pesante va deviato sulla A13». Anche il Pd di Mira chiede un ripensamento. «Il progetto», spiega il segretario Albino Pesce, «deve essere rivisto. Va verificato se è ancora confacente alle necessità del territorio». Uno stop era arrivato nelle scorse settimane dalla Corte dei Conti.

Alessandro Abbadir

 

Pronta la manifestazione per sabato 20 contro l’ipotesi dell’autostrada

«In 20 anni nessuna opera per la sicurezza. Pensate prima a fare quelle»

DOLO – Una manifestazione contro la Romea Commerciale, per chiedere di togliere l’ennesima e faraonica opera dal decreto “Sblocca Italia” e per sostenere invece la veloce messa in sicurezza dell’attuale strada Romea, il principale “punto nero” della viabilità italiana che non ha nemmeno i guard rail centrali. Questa è l’iniziativa promossa dal comitato Opzione Zero e da altre associazioni e gruppi per il 20 settembre a Mira e Dolo. La mobilitazione. «La manifestazione», dice Mattia Donadel, presidente di Opzione Zero, «fa parte della mobilitazione nazionale di due giorni della rete “No AR” contro la Romea Commerciale. Sono infatti previsti presidi e attività anche a Ravenna, Cesena, Terni, Perugia, nel Polesine e nel ferrarese».

Le soluzioni. «La cosa principale da fare, che noi diciamo da sempre», prosegue Donadel, «è deviare il traffico pesante di attraversamento dalla Romea all’autostrada A13. C’è poi da fare un lavoro di messa in sicurezza dell’attuale Romea che significa rallentatori, rotatorie, attraversamenti pedonali e sottopassi. Tutte cose che per il tratto Mestre – Ravenna avrebbero un costo di 150 milioni di euro contro i 10 miliardi previsti per la Romea Commerciale nello stesso tratto. La Regione e l’Anas in questi anni non hanno fatto niente per la Romea. Abbiamo monitorato la strada e visto che di passaggi pedonali c’è n’è uno a Malcontenta e il successivo è a Conche di Chioggia».

Il messaggio. Viene poi lanciato un messaggio a Governo e amministratori. «Bisogna stralciare definitivamente il progetto della Romea Commerciale», dice Donadel, «toglierlo dal decreto “Sblocca Italia” e mettersi a ragionare sulle soluzioni che servono. Inoltre tutti dicono che l’opera non ha senso e l’Europa ci chiede di andare in altra direzione. Le manifestazioni avverranno in concomitanza con una mobilitazione mondiale per la questione dei cambiamenti climatici. Qui invece si punta ancora sulla gomma e sul petrolio».

Programma. La manifestazione si svolgerà in due momenti: la mattina a Mira e il pomeriggio a Dolo. Il ritrovo è alle 9.30 nel parcheggio del supermercato Lando sulla Romea, da qui partirà una biciclettata lungo la strada che arriverà fino all’incrocio di Giare dove si terrà un’attività di informazione e di sensibilizzazione. Nel pomeriggio dalle 16.30 la manifestazione si sposterà in piazza Cantiere a Dolo dove sarà promosso un dibattito con gli amministratori e i cittadini. Inoltre ci sarà la presenza di gazebi informativi delle varie associazioni e produttori locali, e il concerto del gruppo “L’osteria dei pensieri”.

Giacomo Piran

 

PICCOLO A ZAIA

DOLO – Il consigliere regionale Francesco Piccolo (gruppo misto) ha presentato un’interrogazione al governatore Luca Zaia affinchè «adoperi tutto il suo peso istituzionale per definire una strategia comune e condivisa sul tracciato finale della Romea Commerciale». «Sono preoccupato e perplesso dalle notizie che giungono dalla stampa nazionale circa la realizzazione della Orte-Mestre qualora l’iniziativa proseguisse», scrive Piccolo, «ricordo che il progetto preliminare ha lasciato appositamente aperta la definizione dell’ultimo tratto in modo che fossero gli enti locali a individuare la soluzione più adeguata e meno impattante per il territorio». Il consigliere regionale lancia una proposta. «Sono convinto che serva la massima attenzione e impegno del territorio coinvolto, e in particolare quello della Riviera, che rischia di essere fortemente trasformata da un’opera di tali dimensioni. Per questo è importante che Zaia, insieme a consiglieri regionali e amministratori locali, uniscano le loro forze e facciano fronte comune per trovare una soluzione che non cancelli la storia e il patrimonio di questo territorio».

Giacomo Piran

 

Gazzettino – Dolo. Pati, impraticabile il commissariamento.

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2

set

2014

DOLO – Il Difensore civico risponde alle richieste del consigliere Gei: il Comune non ha provato tutte le procedure previste per il Piano

IL CONSIGLIERE – La maggioranza non può sopperire a limiti politici con espedienti

MANCANZA – Non è stata utilizzata la seconda convocazione

DIFFICOLTA’ – Il consiglio comunale è saltato per tre volte

Non sarà nominato un Commissario ad acta, come era stato richiesto dall’ammistrazione comunale dolese, per la definizione del Pati (Piano di assetto territoriale intercomunale di Dolo e Fiesso d’Artico) dopo che per ben tre volte il consiglio comunale convocato non lo aveva discusso per vizi di forma e mancanza del numero legale. Il Difensore Civico Roberto Pellegrini ha, infatti, risposto alle osservazioni inviategli dal consigliere Giorgio Gei del gruppo “Il Ponte del Dolo” ad inizio agosto sulla non necessità della nomina del Commissario allegando una nota inviata alla stessa amministrazione con la quale si dichiarava non sussistessero le condizioni per tale nomina non essendo state espletate tutte le procedure previste.
In particolare, si legge nella lettera del Difensore Civico, “l’impossibilità di operare in atti di strumentazione urbanistica consegue dall’integrale esperimento di approvazione consiliare comprensivo anche della ‘seconda convocazione’ inutilmente esperita. La seconda convocazione ricorre sia nel caso di originaria carenza del numero legale, sia nel caso di carenza sopravvenuta dello stesso. Si rappresenta, perciò, l’assolvimento anche di tale sequenza procedimentale impregiudicata ogni ulteriore valutazione in ordine alla necessarietà dell’atto pretermesso”.
Il consigliere Gei ha, quindi, osservato: «Mi sembra evidente che la risposta del Difensore Civico conforti la tesi che avevo espresso subito dopo il Consiglio Comunale di giugno e che ho riportato al Difensore Civico stesso. Questa maggioranza non può surrogare i suoi limiti politici con un espediente tecnico, per di più senza aver espletato per intero l’iter necessario per formulare la richiesta. Sorprende quindi la leggerezza con cui si è proceduto nel chiedere l’intervento del difensore civico».
Gei evidenzia: «Si sono pertanto persi più di due mesi nell’attesa messianica di un commissario che togliesse le castagne dal fuoco e che non arriverà».

Lino Perini

 

DOLO. «Mi sembra evidente che la risposta del difensore civico conforti la tesi che avevo espresso dopo il consiglio comunale di giugno e che ho riportato al difensore civico stesso». Questo è il commento di Giorgio Gei, capogruppo de “Il Ponte del Dolo”, dopo essere venuto in possesso della risposta del difensore civico regionale sul tema del Pati (piano assetto territoriale intercomunale) tra Dolo e Fiesso.

Ad interpellare l’organo regionale era stato il sindaco Maddalena Gottardo che, dopo il terzo rinvio consecutivo del consiglio comunale, aveva chiesto la nomina di un commissario “ad acta” per approvare il documento urbanistico. Gei a sua volta aveva sostenuto che non era possibile chiedere la nomina perché a Dolo c’era un problema politico e non tecnico. «Questa maggioranza non può surrogare i suoi limiti politici con un espediente tecnico», commenta Gei, «per di più senza aver espletato per intero l’iter necessario per formulare la richiesta».

Il documento dovrà essere quindi nuovamente discusso in consiglio comunale.

Giacomo Piran

 

Gazzettino – Indennizzi Spv, 250 attendono 17 milioni.

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31

ago

2014

PEDEMONTANA – La Coldiretti snocciola i dati delle sue aziende: a settembre forse si sblocca la situazione

Intanto sei imprese di Bassano, Marostica, Rosà, hanno ottenuto 180 mila euro che aspettavano dal 2012

LA VERTENZA – Una prima soluzione per gli espropri, nel tratto tra Marostica e Rosà, delle aziende che aspettavano la liquidazione dell’80% conseguente all’accordo bonario firmato con il Concessionario nel 2012. La Coldiretti parla di sei simprese, quattro nel Marosticense, una di Bassano e due di Rosà per un totale di 186.000 euro.

GLI ALTRI CASI – La definizione tra Coldiretti e Concessionario è avvenuta dopo un incontro in luglio. Ma si è parlato anche delle immissioni in possesso avvenute tra aprile e luglio di quest’anno: riguardano, dice la Coldiretti riguardo alle aziende che assiste, di 240/250 per un ammontare complessivo stimato di circa 17 milioni di euro.

 

BASSANESE – Liquidate sei aziende agricole tra Marostica, Rosà e dintorni

Indennizzi Spv, un po’ di soldi

Per ora 180 mila euro (dopo due anni). «Ci sono altri 250 casi per 17 milioni»

Hanno trovato soluzione in questi giorni gli espropri, nel tratto tra Marostica e Rosà, che aspettavano la liquidazione dell’80% conseguente all’accordo bonario firmato con il concessionario nel 2012. Il direttore Coldiretti Giovanni Pasquali riferisce che sono sei aziende: quattro nel Marosticense, una di Bassano e due di Rosà per un importo complessivo di 186.000 euro. È uno dei risultati dell’incontro chiesto dalla Coldiretti, avvenuto a Mestre lo scorso 10 luglio con Sis e il commissario Vernizzi, a cui era presente anche il presidente Coldiretti Veneto, Giorgio Piazza.
«In quella sede – spiega Pasquali – avevamo sollevato la questione delle occupazioni risalenti al 2012. Avevamo ancora sei posizioni che avevano avuto l’immissione in possesso ancora nel 2012, ma che che non hanno mai ricevuto l’80% dell’importo definito. Si tratta di sei posizioni per un totale di 186.000 euro, ma c’erano anche altre posizioni oltre a quelle dei nostri soci. Sempre in quella riunione abbiamo evidenziato la questione dei mancati pagamenti di persone che nel 2012 aveva avuto l’immissione in possesso, avevano già ricevuto l’80% ma poi non avevano avuto il saldo, perché non erano stati fatti i frazionamenti e nessun ostacolo si frapponeva ai lavori, in quanto le occupazioni erano ben delineate e la strada praticamente costruita. Su queste posizioni ci è stato detto che entro settembre i frazionamenti verranno depositati e dovrebbero essere definiti, per poi procedere con il restante 20 per cento. Si tratta di sei posizioni seguite dalla Coldiretti che attendono 165.000 euro di saldo».
Nella summit del 10 luglio si è parlato anche delle immissioni in possesso fatte tra aprile e luglio che hanno creato tensioni con il Concessionario per le modalità con cui sono avvenute. «La questione riguarda quasi 250 posizioni – spiega Pasquali -, da noi seguite per un ammontare complessivo stimato di circa 17 milioni di euro. Abbiamo chiesto come intendano procedere. Hanno eseguito l’immisione in possesso, per quelle seguite da noi abbiamo stabilito che dai primi di settembre ci saranno incontri a cadenza settimanale per definire gli accordi».
In merito ai terreni coltivati, l’accordo raggiunto prevede che il Concessionario cercherà di fare ogni sforzo per permettere di portare a termine la maturazione delle varietà presenti . «Purtroppo ci sono stati dei casi – ha evidenziato Pasquali – dove sono entrati a fine luglio con il mais pronto per gli insilati. Per i vigneti ci hanno detto che faranno il possibile».

 

BASSANESE

PEDEMONTANA – Il coordinamento dei comitati ha affrontato lo stato del progetto della infrastruttura

Spv, i Covepa incontrano i sindaci

Si è svolto a Cassola un incontro sui temi della Superstrada Pedemontana, promosso dal Covepa in collaborazione con l’Amministrazione comunale guidata da Aldo Maroso. All’invito rivolto a tutti i sindaci interessati dal passaggio della grande infrastruttura, hanno riposto presente parecchi comuni bassanesi tra cui, oltre a Bassano e Cassola, anche Marostica, Mussolente, Breganze e Pianezze, insieme ad alcuni rappresentati del Trevigiano.
«Il confronto tra gli amministratori presenti e il nostro coordinamento è entrato nel merito dello stato del progetto esecutivo – spiega il portavoce Covepa, Massimo Follesa – della vicenda legale alla infrastruttura e delle eventuali azioni a disposizione delle amministrazioni locali. Sono state affrontate le condizioni del territorio che l’attuale tracciato della Spv aggrava ulteriormente. La situazione è portatrice di pericoli che potrebbero concretizzarsi qualora il tracciato fosse completato. Considerando le responsabilità per la sicurezza e la salute della rispettiva cittadinanza, è stato avviato un tavolo di confronto per porre in essere ogni iniziativa onde scongiurare eventuali rischi e pericoli».
È stata quindi proposta la possibilità di intervenire presso il commissario governativo affinché agisca in autotutela sull’intera procedura adottata sino ad oggi, con l’intenzione di agire anche per via amministrativa nel caso in cui sia opposto diniego dal Commissario stesso.
«Il tavolo aperto a tutte le amministrazioni disponibili e coscienti delle condizioni negative del progetto – continua Follesa – vuole produrre una visione alternativa a partire dalle esigenze dei cittadini e da queste far discendere azioni consapevoli, per questo è stato fissato un nuovo appuntamento per dopo la metà di settembre in cui si entrerà nel merito delle azioni amministrative disponibili. La concretezza delle riflessioni poggia sulla considerazione che i presupposti dell’attuale proposta della infrastruttura sono false nulle e illegittime. Ciò che è stato proposto al tavolo dei sindaci sulla Spv è un percorso concreto e verificabile con cui cercare la soluzione dei nodi attuali, al di là delle scorciatoie delle compensazioni e a partire dalla presa di coscienza che gli atti sono e si possono rivedere perché illegittimi. Solo da questi conseguono le peggiori ricadute sui territori e sui cittadini».
Pende infatti sulla legittimità dell’opera un triplice ricorso presso la Corte Costituzionale, senza dimenticare che tutt’ora non sono state riformate almeno due sentenze presso il Tar Lazio che hanno dichiarato illegittimo lo stato di emergenza e la nomina del commissario Spv, nonché lacunosa e incompleta la Via e il progetto definitivo ed esecutivo che ne derivano.

 

Gazzettino – Dolo “La nuova Romea? Qui no”

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28

ago

2014

DOLO – Lettera della Gottardo: «Ci sono zone protette, non è stato chiesto neanche un parere»

La sindaca chiama a raccolta i 46 comuni coinvolti dal progetto: «Fermiamolo»

IL PRIMO CITTADINO «Mai in Riviera finché sarò sindaco»

Mariamaddalena Gottardo: «Per gli ultimi 14 chilometri dovranno comunque essere presi in considerazione progetti alternativi»

DOLO – Il Sindaco di Dolo, Mariamaddalena Gottardo, ribadisce la sua contrarietà alla realizzazione della cosiddetta “Romea commerciale” e chiede a tutti i colleghi sindaci degli altri 46 Comuni nonché ai Presidenti delle Regioni e delle Province icui territori sono interessati dal passaggio dell’arteria di schierarsi apertamente contro la realizzazione dell’opera. lo ha fatto spedendo una lettera a tutti, alla quale ha allegato anche l’ordine del giorno “Sul corridoio viabilità autostradale Civitavecchia – Orte – Mestre: tratta E45 – E55 Orte – Mestre” presentato dai gruppi consiliari “Il Ponte del Dolo” e “Per Dolo, Cuore della Riviera” approvato dal Consiglio Comunale di Dolo in data 27 marzo scorso.
Nella lettera il sindaco dolese avanza espressamente la proposta di derubricazione dell’intera opera con conseguente devoluzione dei finanziamenti alla sola messa in sicurezza dell’attuale Romea. Nel caso questa soluzione non fosse percorribile la sindaca dolese suggerisce: «Rimane sempre fortunatamente la “scappatoia” concordata dalla sottoscritta in Conferenza di servizi di Adria con la Regione Veneto, rappresentata dall’allora assessore alla Viabilità e alle Infrastrutture, di concordare e condividere col territorio gli ultimi 14 chilometri del tracciato, il che significa che dovranno essere presi in considerazione progetti alternativi all’innesto a Roncoduro o Albarea perché mai è poi mai accetterò finché sarò Sindaco di Dolo, un attraversamento in qualsiasi punto della Riviera del Brenta, che ritengo inutile e devastante».
La prima cittadina conclude: «Faccio infine una modesta considerazione: sul Naviglio del Brenta esiste una fascia di rispetto di 150 metri. Il che significa che anche per installare un cartello provvisorio dobbiamo, giustamente, chiedere parere e permesso alla Soprintendenza. Per passare sopra al Naviglio e a Ville secolari con un’autostrada a sei corsie, alla Soprintendenza non si chiede nemmeno un parere? Mah! Misteri italiani».

Lino Perini

 

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