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La Donazzan ai pendolari: «Fatemi da consulenti »

ODERZO – Sono stati ricevuti da Elena Donazzan, assessore regionale ai Trasporti. Loro sono i pendolari del gruppo spontaneo “Oderzo si muove”, nato un paio d’anni fa per mantener alta l’attenzione sulla tratta ferroviaria Treviso-Portogruaro. Questo Comitato di pendolari ha sempre evidenziato i problemi nati con l’introduzione dell’orario cadenzato, ma non solo. Si è preoccupato anche di far presente a Trenitalia la mancanza di una biglietteria automatica (poi installata alla stazione opitergina), gli atti vandalici alle obliteratrici (poi sistemate). Tanto che la Donazzan è rimasta sorpresa ed ha chiesto loro di diventare consulenti. Mandando una nota entusiasta sull’attività che svolgono.

«All’inizio pensavo che la delega ai trasporti fosse un guaio infinito e indistricabile, soprattutto con i comitati dei pendolari, giustamente arrabbiati quando le cose non funzionano. Sulla mia strada ho trovato invece un gruppo strepitoso. Oderzo si muove è l’evocativo nome scelto dal gruppo di pendolari più dinamici che si ingegnano per risolvere i problemi della loro tratta. All’incontro nel mio ufficio si sono presentati con una tabella orario perfetta al minuto secondo, insomma ingegneria ferroviaria pura. Tra di loro un “genietto” da me così soprannominato per avere elaborato grafici, tabelle, tratte. A lui ho chiesto la disponibilità di diventare consulente gratis, per la Regione».

Naturalmente i pendolari di “Oderzo si muove” sono soddisfatti del nuovo clima instaurato in Regione e stanno prestando la più amplia collaborazione.

(an.fr.)

 

L’assessore Zottis in campo

SAN DONÀ – Ritardi per i treni dei pendolari, il Comune incontra la Regione. È successo dopo i nuovi disagi causati da un guasto a livello nazionale al sistema informatico (questa la giustificazione di Trenitalia), che ha portato alla cancellazione di una serie di treni in orario pendolari tra Venezia e Portogruaro. Disagio che si è aggiunto alla mancanza, queste le maggiori lamentele da parte degli utenti, di informazioni tempestive.

«Ad esempio nel caso del treno delle 6.01 da San Donà con arrivo a Venezia alle 6.50 – spiega l’assessore Francesca Zottis – è stato annunciato semplicemente il ritardo, ma le persone in attesa hanno saputo della sua soppressione solo dopo un’ora da quello che avrebbe dovuto essere l’orario di partenza».

La cancellazione del treno in arrivo a Venezia alle 6.50 ha provocato, a seguire, la cancellazione anche del treno da Venezia delle 7.11. Zottis ha incontrato il nuovo direttore di Trenitalia passeggeri Veneto Tiziano Baggio «il quale mi ha formulato le sue scuse per l’inconveniente: questo è un bel segno di una rinnovata disponibilità».

Baggio ha annunciato che circolerà anche il sabato e la domenica (dal 18 maggio) il treno pendolari delle 4.13 da Portogruaro con arrivo a Venezia alle 5.25. «Inoltre per la prima volta da molto tempo si è discusso nel dettaglio di richieste del comitato pendolari, perciò confidiamo anche per le altre nostre richieste, a partire dal ripristino di un treno in orario tardo-serale per i lavoratori che tornano da Venezia».

Fabrizio Cibin

 

I comitati dei pendolari e gli amministratori comunali hanno incontrato il direttore Baggio

Conte e Follini contro l’assessore Donazzan: «Aveva organizzato l’incontro, assenza inspiegabile»

QUARTO D’ALTINO – Circolerà anche il sabato e la domenica, a partire dal 18 maggio, il treno dei pendolari numero 10.000 delle 4.13 da Portogruaro con arrivo a Venezia alle 5.25 e per esigenze di rotazione, orario incrementato al sabato e alla domenica, anche per il treno da Venezia delle 6.11 con arrivo a Portogruaro alle 7.23.

Sono i risultati annunciati ieri durante un incontro tra il direttore Trenitalia Passeggeri Veneto, Tiziano Baggio, i comitati pendolari e rappresentati da Luciano Ferro e Nicola Nucera e gli amministratori della tratta: presenti il sindaco di Quarto, Silvia Conte, l’assessore Francesca Zottis di San Donà e il sindaco di Marcon Andrea Follini, il vicesindaco di San Stino, Mauro Marchiori e il consigliera di Roncade, Vivienne Moro.

Ma ci sono state polemiche per l’assenza dell’assessore regionale Elena Donazzan. Un’assenza che ha indispettito tutti soprattutto perchè la Regione era l’organizzatrice dell’evento: «Dipiace un sacco per quest’assenza», commenta Conte, «l’assessore si è scusata, ma l’interlocutore politico è fondamentale per decidere le priorità. Se anche sotto il profilo tecnico sappiamo che le nostre proposte sono possibili, è necessaria la volontà politica della Regione di attuarle. È evidente che la Regione è in difficoltà, perché in scadenza e perché non riesce a chiudere il bilancio. È difficile che possano impegnarsi, sarà la nuova giunta a farlo e per questo spero in un ampio rinnovamento».

E ancora: «Siamo tornati all’attacco sul treno di mezzanotte di ritorno da Venezia, soppresso senza motivo, sappiamo che può essere ripristinato, ma si tratta di destinazione delle risorse, per questo ribadisco che serve la politica, è dalla primavera 2013 che lo diciamo, per fortuna le nostre battaglie sono servite a migliorare le cose».

Perplesso anche il sindaco Follini che sulla sua pagina Facebook ha postato l’assenza di Donazzan, sottolineando che la promotrice dell’incontro era proprio lei. «È stato un incontro molto positivo per l’apertura di Trenitalia Veneto su una richiesta importante quale il treno della mattina che serve non solo i pendolari, ma anche chi deve prendere le Frecce o treni di lunga percorrenza a Venezia», spiegano gli amministratori del Veneto Orientale, «inoltre per la prima volta da molto tempo si è discusso nel dettaglio di richieste del comitato pendolari».

Tra i temi oggetto di dibattito, la modifica dell’orario del treno delle 22.41 da Venezia, ripristinandolo in orario più tardo. «I lavoratori della Fenice o degli esercizi commerciali», aggiungono, «richiedono il ripristino del treno delle 22.57 o, cadenzandolo, delle 23.11».

È stato richiesto anche che il treno da Portogruaro delle 5.06, utilizzato soprattutto dai turisti, circoli il sabato e la domenica e nei mesi estivi. «È positivo che ci sia stata disponibilità a nuovi incontri per valutare il trasporto di bici sui treni, nonché una valutazione tecnica e una proposta alla parte politica in merito agli investimenti», concludono gli amministratori.

Marta Artico

 

QUARTO D’ALTINO – Il ripristino di alcune corse nel fine settimana e la promessa di una nuova stagione di dialogo. Si è concluso con qualche piccolo passo in avanti l’incontro convocato dal nuovo direttore passeggeri di Trenitalia, Tiziano Baggio, che ieri ha ricevuto i sindaci e i comitati dei pendolari della tratta Venezia-Trieste. Tra i presenti, Nicola Nucera e Luciano Ferro, per i comitati del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino, i sindaci di Quarto e Marcon, Silvia Conte e Andrea Follini, l’assessore Francesca Zottis di San Donà, il vicesindaco di San Stino Mauro Marchiori e la consigliera di Roncade, Vivienne Moro. Assente però l’assessore regionale Elena Donazzan.

Circolerà quindi anche il sabato e la domenica, a partire dal 18 maggio, il treno delle 4,13 da Portogruaro con arrivo a Venezia alle 5,25. E sarà incrementato l’orario anche per il treno da Venezia delle 6,11 con arrivo a Portogruaro alle 7,23. Altre risposte potrebbero arrivare entro qualche settimana sul problema del “vuoto” in pausa pranzo e sui treni (alcuni con oltre 150 passeggeri) che spariscono durante le vacanze.

«Finora il percorso non è stato condiviso con gli utenti e i sindaci – commenta Silvia Conte – Ma il nuovo direttore ci ha dato la sua disponibilità. Abbiamo chiesto a Trenitalia di programmare nuovi modelli di esercizio con i gestori degli autobus e di affrontare il tema del biglietto unico, perché ci sono fondi fermi che non sono ancori stati usati».

(m.fus.)

 

QUARTO D’ALTINO – Incredulo, il rappresentante del Comitato pendolari di Quarto d’Altino, Luciano Ferro, ha risposto alla telefonata della segreteria dell’assessore regionale Elena Donazzan. «Ci hanno convocato come rappresentanti del Veneto Orientale, assieme ai sindaci – racconta Ferro -. Non era mai successo prima».

Nelle stesse ore, la sindaca Silvia Conte riceveva l’e-mail dall’assessore Donazzan e la inoltrava subito a tutti i sindaci della tratta: data 31 marzo, sede di Trenitalia. A convincere la Regione e Trenitalia, dopo ripetute richieste dei pendolari e dei Comuni, sono state forse le ultime due lettere inviate dal comitato di Quarto e da Silvia Conte, ora candidata al Consiglio regionale. Ma c’è chi dice che la novità possa anche essere frutto di un approccio diverso voluto dal nuovo direttore regionale Veneto della divisione passeggeri di Trenitalia, Tiziano Baggio.

«Speriamo che sia l’occasione per avviare una nuova condivisione delle decisioni – commenta Conte -, prendendo in considerazione anche la nostra proposta di orario cadenzato studiata con un gruppo di esperti del settore. Parleremo di questa tratta ma chiederemo attenzione anche per la Portogruaro-Treviso».

I comitati giusto qualche giorno fa hanno ribadito le urgenze da affrontare: «Ci sono ritardi, cancellazioni improvvise e disagi continui – aggiunge Ferro -. E con l’introduzione dell’orario cadenzato di sabato e nei festivi molti pendolari sono costretti a viaggiare in auto».

(m.fus.)

 

QUARTO – I comitati dei pendolari incontrano Regione e Trenitalia a Mestre. Martedì prossimo i portavoce dei cittadini che da parecchio tempo, oramai, chiedono più treni lungo la tratta Venezia-Portogruaro, la modifica di alcuni orari e la ricalibratura di fasce orarie, potranno discutere con l’assessore regionale che si occupa dei trasporti, Elena Donazzan, assieme a Trenitalia.

Solo qualche settimana fa il primo cittadino e candidata alle prossime regionali, Silvia Conte, aveva inviato alla Regione l’ennesima lettera condivisa da tutti i sindaci della tratta per segnalare le criticità e poterle discutere. Ciò che sindaci e pendolari vorrebbero approfondire, si leggeva nella nota, è cosa sia stato fatto in merito alle questioni più volte sollevate: l’avvio di un tavolo permanente della mobilità che coinvolga le amministrazioni e i rappresentanti dei pendolari, ma anche un riscontro alla proposta di orario ferroviario cadenzato trasmessa all’attenzione dell’assessore alla Mobilità ad agosto 2013 come base per avviare la verifica dei modelli di esercizio alternativi e più efficienti. L’invito è arrivato direttamente al sindaco Silvia Conte, che l’ha esteso ai colleghi.

(m.a.)

 

CHIOGGIA – Lo studio di fattibilità per la linea ferroviaria Chioggia-Padova-Venezia sarà presentato pubblicamente il 16 marzo alle 17, in una commissione consiliare congiunta (Infrastrutture e Lavori pubblici) aperta al pubblico.

La richiesta, inoltrata oltre un anno fa dal comitato promotore di una legge regionale di iniziativa popolare che preveda risorse straordinarie per risolvere l’isolamento di Chioggia, trova finalmente risposta.

La presentazione era stata “bloccata” da un veto posto dall’allora assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso, ma qualche mese fa il comitato è tornato alla carica chiedendo che lo studio, fermo nei cassetti, sia illustrato pubblicamente.

«Sarà un appuntamento importante per la città», spiega l’avvocato Giuseppe Boscolo, presidente del comitato, «Associazioni e singoli potranno intervenire e chiedere delucidazioni o porre osservazioni. È il passo propedeutico alla presentazione in consiglio comunale della nostra proposta di legge regionale che, in accordo con il presidente del Consiglio, dovrebbe avvenire entro marzo».

Per prepararsi all’evento, il comitato si riunirà il 12 marzo alle 18.30.

(e.b.a.)

 

Un miliardo e 800 milioni di euro per la “velocizzazione” della tratta ferroviaria

«Nessun quadruplicamento, ma interventi mirati». I convogli toccherano i 200

SAN DONÀ «Per la tratta Venezia-Trieste quello di cui si sta parlando non è il quadruplicamento dei binari, ma una velocizzazione della linea esistente». Ovvero, la realizzazione di alcune varianti al percorso, laddove il tracciato attuale costringe i convogli a rallentare, e un importante investimento nel miglioramento tecnologico. Interventi che consentiranno di coprire la distanza tra Venezia e Trieste in circa un’ora e cinque minuti contro le due ore attuali.

A fare chiarezza sui progetti è stato l’amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, durante l’audizione che si è tenuta davanti alla commissione trasporti della Camera nell’ambito dell’approvazione del Contratto di programma tra Ferrovie e governo. Durante il suo intervento, Gentile si è soffermato anche sulla Venezia-Trieste. La notizia, circolata nelle scorse settimane, di un accordo tra Veneto e Friuli aveva fatto pensare a molti che stesse ripartendo l’iter per il contestato quadruplicamento dei binari. Ma così non è.

«Quello di cui si sta parlando in questa fase non è il quadruplicamento, che potrà essere oggetto di riflessione negli anni a venire, ma una velocizzazione della linea esistente», ha spiegato l’ad di Rfi, «quindi delle varianti di tracciato laddove la tratta esistente abbatte molto la prestazione della linea e poi un investimento in tecnologia».

Il costo del progetto è stato valutato in 1,8 miliardi di euro, anche se potrebbe essere una stima in eccesso. Ma, quand’anche fosse questa la cifra, sicuramente sarebbe un enorme risparmio rispetto ai 7,5 miliardi di euro ipotizzati con il tracciato litoraneo.

«Si tratta di un approccio positivo a livello di progettazione. Con una cifra molto ridotta, ci consentirà di unire Trieste a Venezia e quindi al sistema veloce nazionale in un’ora e cinque minuti circa», ha concluso Gentile. La velocità commerciale dovrebbe attestarsi sui 200 orari.

Sul territorio, comunque, continuano a farsi sentire le voci preoccupate. L’ultima arriva da Forza Italia di Meolo che auspica un ordine del giorno della conferenza dei sindaci per fare chiarezza sullo stato di fatto e sulle possibili evoluzioni dello studio di fattibilità per il quadruplicamento in affiancamento alla linea esistente.

«La storia dell’ammodernamento della linea storica non ci convince, considerato il fatto che la Tav sta procedendo nel suo iter di realizzazione fino a Venezia e dovrà proseguire per Trieste come previsto nella progettazione europea e nazionale», dicono da Forza Italia Meolo, «vogliamo dei chiarimenti dalle istituzioni interessate, perché l’ammodernamento della linea storica non sia solo uno specchietto per le allodole».

Giovanni Monforte

 

Le ditte non pagate dalla Coop costruzioni di Modena per i lavori alla Gazzera e in via Olimpia battono cassa al Coveco

Nel cantiere non hanno lasciato nemmeno una carriola. In compenso, hanno creato un “buco” di alcuni milioni di euro tra fornitori e subappaltatori non pagati. Che, adesso, battono alla porta della Covevo, il consorzio veneto della Lega delle cooperative che aveva affidato i cantieri mestrini dell’Sfmr ad una sua consociata, la Cooperativa costruzioni di Modena. Quella che ha bloccato la costruzione delle stazioni del “metrò di superficie” di via Olimpia oltre a tutta la viabilità del nodo della Gazzera.

«Siamo i primi a subire il default della nostra consorziata – allarga le braccia Devis Rizzo, presidente del consorzio che ha sede in via Ulloa -. Non sono falliti, ma stanno andando verso una procedura di concordato e forse da lì qualcuno ha detto a tutti i creditori di rivolgersi a noi. Ma noi i soldi ricevuti dalla Regione per l’avanzamento dei lavori li abbiamo interamente girati alla Cdc di Modena, crediti probabilmente ceduti alle banche».

A quanto ammonterebbe il “buco”? «Fornitori e subappaltatori avanzano qualche milione – risponde Rizzo -. Ho la fila qui fuori dalla sede di Marghera, ma i soldi che ha incassato il Consorzio sono stati tutti girati all’impresa».

Ricapitolando: il cantiere (della Regione) è più o meno fermo da almeno sei mesi, e comunque è tuttora abbandonato bloccando la realizzazione delle ultime due stazioni dell’Sfmr (Gazzera e via Olimpia) oltre alle bretelle e by-pass tra via Brendole, via Gazzera Alta e nuova stazione di via Olimpia. Un cantiere aperto il 3 settembre 2009 e che doveva essere chiuso in 930 giorni, cioè il 20 marzo 2012, ma – variante dopo variante – la data di consegna dei lavori era slittata fino al 16 ottobre 2014. Siamo nel marzo 2015 ed è tutto ancora un sentiero di guerra, con l’aggiunta che ora non c’è più nemmeno l’impresa.

«Ma noi non abbandoneremo il cantiere – riprende Devis Rizzo -. Nelle prossime ore revocheremo i lavori alla Cdc di Modena ed abbiamo già individuato un’altra impresa del nostro consorzio alla quale affideremo le opere. Siamo costantemente in contatto con la Regione e contiamo di chiudere a breve questo passaggio. Quando? In primavera contiamo di rimettere in moto il cantiere».

Di certo in Regione dovevano accorgersi un po’ prima che le cose non stavano andando per il verso giusto. Se l’appalto iniziale era stato aggiudicato per 12 milioni e 526mila euro alla Coveco, l’anno scorso l’ex assessore Renato Chisso portò in Giunta un “accordo bonario” con l’impresa. Per i vari problemi emersi a cantiere già aperto (perfino un errore nel calcolo delle distanze tra le nuove stazioncine di Gazzera e via Olimpia, costringendo a limitare la prima solo a servizio della linea per Udine, ed arretrando di 300 metri verso la Gazzera quella di via Olimpia, rendendola così raggiungibile a piedi anche da questa parte della città) la Coveco chiese un aumento dell’importo di altri 18,9 milioni di euro, una volta e mezza l’appalto iniziale.

Fatte tutte le valutazioni, la Regione accordò “solo” 2 milioni e 756mila euro in più alla Coveco (e quindi alla Cdc) che, però, non sono bastati a salvare i conti dell’impresa modenese, né a saldare i debiti con tutte le imprese ed i fornitori che in questi anni hanno lavorato nei cantieri di Gazzera e via Olimpia.

Oggi c’è solo da sperare che si trovi davvero un’altra impresa pronta a subentrare per riprendere i lavori: se la Coveco dovesse rinunciare all’appalto si dovrebbe infatti andare ad una nuova gara, con ulteriori ritardi di anni su un cronoprogramma ampiamente sforato. E anche il metrò di superficie finirebbe tra le tante, innumerevoli incompiute di Mestre.

 

QUARTO – Il sindaco di Quarto, Silvia Conte, è tornata a scrivere all’assessore regionale ai trasporti per sollecitare nuovamente un incontro per sapere quali misure si intendano intraprendere in merito alle più volte segnalate criticità della tratta ferroviaria Venezia-Portogruaro, di competenza della Regione. Dopo una richiesta di incontro trasmessa all’assessore Donazzan lo scorso gennaio, non si è più mosso nulla.

«Lungo la tratta ferroviaria Venezia-Portogruaro», spiega il sindaco di Quarto, «continua a perdurare una situazione di grave criticità e disagio. Durante l’incontro avuto lo scorso ottobre con i tecnici regionali della direzione mobilità e un dirigente di Trenitalia, ci era stato garantito che le varie criticità rappresentate da sindaci e rappresentanti dei comitati dei pendolari sarebbero state affrontate. A distanza di quasi quattro mesi non abbiamo», sottolinea il sindaco, «ancora avuto risposte chiare».

Ciò che sindaci e pendolari vogliono capire è cosa sia stato fatto in merito alle noti questioni più volte sollevate: l’avvio di un tavolo permanente della mobilità che coinvolga le amministrazioni e i rappresentanti dei pendolari, anche in vista della nuova gara per l’affidamento del trasporto pubblico locale per i prossimi anni; un riscontro alla proposta di orario ferroviario cadenzato trasmessa all’attenzione dell’assessore alla Mobilità ad agosto 2013 come base per avviare la verifica dei modelli di esercizio alternativi e più efficienti.

«Ad oggi l’orario continua a presentare criticità», continua il sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte, «non copre in modo equo e completo né l’arco della giornata, né tutti i giorni dell’anno, né tutto il territorio regionale e si riscontrano soppressioni e ritardi. Abbiamo più volte evidenziato alla Regione la necessità di avere un interlocutore politico in grado di fare delle scelte e dare risposte concrete ad un problema che condiziona pesantemente la quotidianità di quanti usufruiscono del trasporto ferroviario per i loro spostamenti, il più delle volte per lavoro e per studio».

(m.a.)

 

Noale. Un’ora e mezza di disagi per gli utenti: ritardi e soppressioni

Guasto sui binari, 11 treni nel caos

NOALE – Un guasto agli impianti di circolazione nella zona di Noale ha provocato rallentamenti al traffico ferroviario sulla Venezia-Castelfranco-Bassano a cavallo tra la mattina e il pomeriggio di ieri, coinvolgendo undici treni tra ritardi, soppressioni totali o parziali. La situazione è tornata alla normalità dopo le 13. In precedenza, attorno alle 11.30, si è verificato l’intoppo e i passeggeri sono stati avvisati attraverso gli altoparlanti delle stazioni.

Il bilancio è di due navette cancellate sulla Mestre-Noale, quattro regionali che hanno subìto una riduzione di tragitto e altri cinque che sono arrivati a destinazione fino a 23 minuti dopo. Per riparare il guasto sono intervenuti gli uomini di Rfi. Per fortuna non è successo all’orario di punta ma ci sono stati dei disagi per i passeggeri.

Il primo convoglio a subire l’inconveniente è stato il numero 5723 da Castelfranco delle 11.04. È arrivato a Noale senza alcun problema ma poi è rimasto fermo ed è arrivato a Mestre con 30 minuti di ritardo: qui si è fermato anziché proseguire per Venezia Santa Lucia. I treni 5724, da Venezia per Castelfranco, 5725 da Bassano a Venezia, 5726 e 5730 da Venezia a Bassano e la navetta 5782 da Mestre a Noale hanno viaggiato con tempi che variavano dai 9 ai 23 minuti di ritardo. Altre due navette sempre sulla stessa tratta non sono neppure partite: la numero 5780 da Mestre delle 12.22 e la 5783 da Noale delle 13.09. Una cancellazione parziale si è registrata stata per il regionale 5728 diretto a Castelfranco, partito da Mestre anziché Venezia, per le navette 5778 da Mestre per Noale delle 11.22, fermato a Maerne, mentre dalla stessa stazione, anziché dalla città dei Tempesta, ha preso il via la corsa della numero 5781 delle 12.19.

Alessandro Ragazzo

 

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