Nuova Venezia – Crociere in laguna, i circoli del Pd bocciano il Contorta
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24
ago
2014
Venezia. Lettera-terremoto al premier Renzi firmata da tutti i segretari veneziani: «Dallo scavo danni irreversibili, il governo non può decidere senza la città»
VENEZIA – Gli otto circoli di Venezia e delle isole del Partito democratico si schierano contro lo scavo del Canale Contorta dell’Angelo.
In una lettera indirizzata al premier Renzi e ministro per l’Ambiente Orlando, vanno oltre il semplice «si valutino tutti i progetti in campo» – approvato dal partito livello territoriale – esprimendo invece un parere di merito netto: «La realizzazione del nuovo canale Contorta porterebbe una profonda alterazione dell’ecosistema lagunare, ridurrebbe le difese naturali della nostra città sottoponendola a un’azione a tenaglia delle enormi masse d’acque provenienti dalle bocche di porto del Lido e di Malamocco. Si tratterebbe di un danno irreversibile, come sostenuto da eminenti esperti in materia, per la città e la sua laguna».
Così si legge nella missiva, che segue la lettera aperta di una ventina di esponenti di punta del partito veneziano, molto critici rispetto al “mutismo” dei vertici del Pd verso la corsia accelerata del governo al progetto voluto dal Porto e Paolo Costa. La lettera dei circoli è ferma nel “no” alle scelte del governo. E vincolante per il partito: «I circoli veneziani sostengono il lavoro della Direzione comunale del Pd», ma – si legge – «impegnano» anche «tutte le sue strutture e rappresentanze istituzionali a vali livelli a rappresentare quanto espresso nel presente documento». A firmarla sono tutti i segretari di circolo veneziani e delle isole: Tiziana Gregolin, Giuliana Domestici, Giorgio Isotti, Marina Rodinò, Andrea Martini, Marco Michieli, Riccardo Stellon, Alessio Molin, che si dicono «assolutamente contari» alla decisione del Comitatone di sottoporre a Via il solo progetto di scavo del Contorta-S.Angelo», prevedendo per altri progetti solo un possibile passaggio successivo, se a uguale stato di avanzamento.
I circoli veneziani «ribadiscono con forza come chiaramente espresso nel documento già approvato dalla direzione comunale del Pd di Venezia, che si debba pretendere che anche le altre ipotesi siano oggettivamente vagliate dalla commissione Via, prima di procedere alla scelta definitiva», con decisioni «trasparenti e rese immediatamente pubbliche», respingendo «con determinazione la strumentale contrapposizione tra lavoro e ambiente in quanto tutte le ipotesi sul tappeto non pregiudicano l’occupazione, che come circoli del Pd intendiamo salvaguardare». Per poi ribadire al premier Renzi come sia «fondamentale che sia la città di Venezia a decidere su un tema che la riguarda così direttamente e non un tavolo che brilla per l’assenza di una qualsivoglia presenza di rappresentanza cittadina». Posizioni vicine a quelle della petizione indipendente online su Change.org che chiede al premier l’immediato stop alle procedure per il Contorta, firmata già da 2500 persone.
E il partito come reagisce? Apre al dialogo, ma non boccia subito il Contorta, manifestando una certa divisione interna. «È vero che a livello governativo hanno scelto di non confrontare tutte le ipotesi sul campo», commenta il segretario provinciale Marco Stradiotto, «ma io non dico ora “no” al Contorta – perché il rischio dell’opzione zero e che tutto resti com’è ora, esiste – ma certamente voglio che si confrontino tutte le soluzioni alternative tra loro». «Quello dei circoli è una contributo importante, come il sostegno che viene dato al documento della direzione comunale per confrontare tutte le iniziative», commenta il segretario comunale Emanuele Rosteghin, «ne parleremo in settimana in segreteria comunale».
La base veneziana del Pd sta incalzando i vertici e sul Contorta ha invece già deciso, citando nella missiva Italia Nostra: «Un altro Canale dei Petroli per mantenere le grandi navi dentro la laguna. Un crimine efferato».
Roberta dei Rossi
Gazzettino – Grandi navi, in vista nuove manifestazioni
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20
ago
2014
Il Comitato prepara un’offensiva mediatica: volantinaggi alla Mostra del cinema e un Convegno all’Istituto Veneto
LE CRITICHE AL PD – Stradiotto: «Sul Contorta siamo intervenuti a ogni livello»
Dopo il via libera allo scavo del canale Contorta il Comitato No Grandi navi non se la mette via ma rilancia con volantinaggi alla Biennale e alla Mostra del cinema, che aprirà mercoledì 27. E, forse, con una nuova manifestazione ancora tutta da definire. Intanto prosegue l’aspetto informativo della lotta con dibattiti pubblici e la preparazione di un grande convegno sulla laguna che si svolgerà ad ottobre all’Istituto veneto di scienze, lettere e arti. Domenica 21 settembre, infine, sarà organizzato un giro in barca con partenza dal canale della Giudecca alla scoperta del canale Contorta.
All’assemblea che si è svolta lunedì sera al Morion è stata illustrata anche la petizione contro la realizzazione del nuovo canale che ha raccolto 500 firme su facebook e 326 firme su www.change.org. I destinatari vanno dal presidente del Consiglio al presidente della Regione fino al commissario straordinario del Comune. Ciò che è certo è che il comitato non è disposto ad accettare supinamente il verdetto del Comitatone e in sede di Valutazione di impatto ambientale (Via) utilizzerà tutti gli strumenti che la legge gli consente per opporsi al progetto, “reo” di non estromettere le grandi navi dalla laguna, ma solamente a far cambiare loro giro.
Sul fronte della politica, il segretario comunale del Pd, Emanuele Rosteghin, si dispiace di aver letto sulla stampa la lettera inviata alla direzione dai circoli territoriali. Una lettera, ricordiamo, molto critica con i vertici del partito, che li accusa di aver tentennato troppo sul tema grandi navi prima di prendere una posizione netta.
«Ribadisco la posizione del Pd – spiega Rosteghin – che è quella di avere un confronto fra tutte le alternative, soprattutto in sede di parere Via. Al di là delle polemiche, che hanno un peso relativo – conclude – poiché la posizione del Pd è ben definita, la necessità e la sfida per settembre è aprire un confronto con la città. Prima, però, è necessario smorzare i toni».
Lo stesso messaggio arriva dal segretario provinciale Marco Stradiotto.
«Ho letto quella lettera – spiega – loro dicono che siamo stati in silenzio. Non è vero, perché siamo intervenuti ad ogni livello. In certi momenti, poi, non servono dichiarazioni pubbliche, ma contatti diretti con chi decide. E posso assicurare tutti che questo è stato fatto anche a livello di vertici nazionali.
Resta il fatto – continua – che in Comitatone non c’è stato il confronto di tutti i progetti. Così, qualunque sarà il verdetto, ci sarà sempre il dubbio che la scelta fatta non sia stata la migliore. Anche se il Contorta dovesse essere ritenuto la soluzione migliore ora – conclude – c’è sempre un discorso di lungo periodo da fare, dove necessariamente bisognerà porsi il problema che la Marittima non potrà essere per sempre il centro dei traffici».
Nuova Venezia – Grandi navi. Crocieristica veneziana una rotta incerta.
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20
ago
2014
La decisione romana di avviare la valutazione del progetto di un nuovo canale navigabile Contorta non ha risolto un bel nulla, come ha osservato il presidente di Confindustria veneziana Matteo Zoppas: non varrà infatti a fronte del crescente gigantismo navale; costi e tempi di approvazione e realizzazione sono ancora incerti; il sistema decisionale assomiglia troppo a un nuovo Mose e, dice giustamente il presidente, «non ci possiamo permettere un altro scandalo». Si ha l’impressione che la politica abbia rinunciato alle sue prerogative e si sia sottratta alle sue responsabilità, anche di doveroso rispetto delle leggi, cedendo al piglio di un capitano di lungo corso come Paolo Costa, già rettore, sindaco, ministro e ora presidente dell’Autorità portuale veneziana. Questi ha già affidato al noto Consorzio Venezia Nuova il progetto di una megastruttura portuale in mare, che costerebbe dai 2,8 ai 4,6 miliardi di euro secondo le diverse stime, finalizzata all’estromissione dalla laguna del traffico petrolifero (che però si è già estinto da sé) e destinata quindi in sostanza alle grandissime navi porta container del prossimo futuro, da 18-20 mila teu (container standard). Tuttavia, gli esperti giudicano insostenibile questo off shore: per via della rottura di carico e relativi maggiori oneri gestionali, per i limiti infrastrutturali a terra, per le criticità stesse di un sistema basato su enormi capacità di carico a bordo e necessità di altrettanta capacità di utilizzo a terra. Costa è riuscito ora a far passare lo scavo di un enorme canale portuale al posto del sottile e poco profondo Contorta come una brillante operazione di risanamento della laguna e come lo strumento di salvataggio di migliaia di posti di lavoro, messi invece a rischio proprio dalla pianificazione vetusta dell’Autorità portuale, ferma agli anni ’60 del secolo scorso. È riuscito pure ad ammutolire anche il maggior partito della città, il Pd, che solo una ventina di giorni prima, sia pur faticosamente e dopo molti rinvii, aveva preso posizione mettendo in primo piano la salvaguardia della laguna e chiedendo l’applicazione dell’odg del Senato del 6 febbraio (confronto di tutte le alternative in campo) e della Convenzione di Aarhus che assicura informazione e partecipazione del pubblico. Italia Nostra, invece, ha subito chiesto le dimissioni del ministro dell’Ambiente che in “Comitatone” si sarebbe apertamente espresso a favore del Contorta mancando al suo ruolo di terzietà nelle valutazioni ambientali. Un comitato a ben vedere anomalo: al quale non spettava certo scegliere quali progetti sottoporre alla VIA al quale è mancato il voto del Comune di Venezia, presieduto da chi non ne aveva per legge la competenza e privo delle funzioni di segreteria del Magistrato alle Acque, perché soppresso con recente decreto legge. Anche la Venezia Terminal Passeggeri spa ha preferito un troppo comodo status quo: ha brandito come una clava i posti-lavoro che il crocierismo delle grandi navi assicurerebbe a Venezia (con stime non dimostrate ed evidentemente alte), senza preoccuparsi di quanti, e di quali lavori si tratti, come garantiti, e di che turismo abbia bisogno Venezia. Intanto, a dimostrazione che il peggio può sempre succedere, pochi giorni fa un traghetto si è incagliato in una secca nel porto di Olbia: cosa succederebbe se nelle “sicure” acque lagunari una nave da oltre 100 mila tonnellate andasse fuori rotta, sui bassi fondali? quanto tempo e quanti rimorchiatori per tirarla fuori? Una cosa è certa: chi pensa di candidarsi o di candidare qualcuno al governo di Venezia, per le amministrative della prossima primavera, dovrà ben dire cosa pensa e si propone di fare su questi temi. Certamente, la giunta Orsoni, anche per quanto riguarda la gestione di questo problema, non è stata all’altezza dei propositi annunciati nel programma di governo facendo mancare, dopo il decreto Clini-Passera, il ruolo positivo e di garanzia del Comune. Ora dunque la latitanza della politica cittadina non sarebbe tollerabile.
Alberto Bernstein (Circolo Pd San Marco) Antonio Rusconi (Circolo Pd Castello) Cecilia Tonon (Circolo Pd Cannaregio) Enzo Castelli (Circolo Pd Dorsoduro) Federica Travagnin (Circolo Pd Dorsoduro) Francesco Pedrini (Circolo Pd Cannaregio) Gilberto Scarpa (Circolo Pd San Marco) Giorgio Nardo (Circolo Pd di Cannaregio) Luciana Mion (Circolo Pd Cannaregio) Marco Zanetti (Circolo Pd Lido e Pellestrina) Monica Da Cortà Fumei (Circolo Pd San Marco) Raimondo Ruzzier (Circolo Pd Mobilità e Trasporti) Roberto Vianello (Circolo Pd Giudecca) Serena Ragno (Circolo Pd San Marco) Mariagrazia Mandricardo (Circolo Pd Dorsoduro) Giovanna Gosen (Circolo Pd Dorsoduro) Stefano Reggio (Circolo Pd Lido e Pellestrina) William Pinarello (Circolo Pd Lido e Pellestrina) Mariagrazia Buzzo (Circolo Pd Favaro Veneto) Cino Casson (Circolo Pd Cannaregio) Luigina Malvestio (Circolo Pd Dorsoduro) Giovanni Battista Vianello (Circolo Pd Lido)
Gazzettino – Grandi navi, il Pd “silura” il Pd
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19
ago
2014
IL CASO – La base avverte i segretari e i futuri candidati sindaco: «Dovranno dire cosa ne pensano e agire»
Quattordici esponenti dei circoli della città storica e delle isole contestano la linea dei vertici del partito
Le grandi navi diventano terreno di scontro politico interno al Pd. La base, infatti, si ribella alla linea finora tenuta dal partito e dall’amministrazione comunale sul tema, ritenendola troppo morbida e invita (ma suona come una minaccia) chiunque si proporrà a guidare la città tra il 2015 e il 2020 a tenerlo ben presente.
«Chi pensa di candidarsi o di candidare qualcuno al governo di Venezia – il riferimento è soprattutto ai vertici del partito – per le amministrative della prossima primavera dovrà ben dire cosa pensa e cosa si propone di fare su questi temi».
Il “manifesto” che invita il partito che governa la città da decenni è stato sottoscritto da 14 componenti dei circoli locali della città e delle isole: Alberto Bernstein, Antonio Rusconi, Cecilia Tonon, Enzo Castelli, Federica Travagnin, Francesco Pedrini , Gilberto Scarpa, Giorgio Nardo, Luciana Mion, Marco Zanetti, Monica Da Cortà Fumei, Raimondo Ruzzier, Roberto Vianello, Serena Ragno.
Si tratta di un documento che non le manda a dire a nessuno e che porta un po’ di aria nuova rispetto alle note ufficiali del partito, ritenute eccessivamente ecumeniche.
«Il “capitano di lungo corso” Paolo Costa – dicono – è riuscito ad ammutolire pure il maggior partito della città, il Pd, che solo una ventina di giorni prima della decisione del Comitatone sullo scavo del Contorta aveva preso posizione mettendo in primo piano la salvaguardia della laguna e chiedendo il confronto di tutte le alternative in campo e che sia garantita informazione e partecipazione del pubblico».
Questo, fanno notare, a differenza di Italia Nostra che ha chiesto subito le dimissioni del ministro dell’Ambiente, reo di aver fatto passare il progetto in Comitatone.
Tuttavia, ci sarebbe poco da stare tranquilli, persino per i fautori dello scavo del canale Contorta Sant’Angelo.
«La decisione – afferma la base del Pd veneziano – non ha risolto un bel niente, come ha osservato anche il presidente di Confindustria, Gianfranco Zoppas: costi e tempi di realizzazione sono ancora incerti e il sistema decisionale assomiglia troppo a quello di un nuovo Mose».
Nuova Venezia – “Renzi, fermi subito lo scavo del Contorta”. Firmano in centinaia.
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19
ago
2014
VENEZIA – Partita a Ferragosto, ha già raccolto 500 firme “verificate” una a una e quasi 400 online, su Change.org. Si tratta della petizione lanciata dal gruppo 25 Aprile, Venezia Viva e Ambiente Venezia per chiedere al presidente del Consiglio Renzi di fermare il progetto di scavo del Canale Contorta dell’Angelo. «Quello del Comitatone è stato un blitz d’agosto che va fermato: bisogna, prima, sapere», commenta Marco Gasparinetti, del Gruppo 25 aprile, «la legge speciale impone interventi che siano graduali, sperimentali e reversibili e lo scavo di un nuovo Canale dei Petroli non lo è: determinerà l’accelerazione della massa d’acqua in ingresso, spazzando ad esempio via le isole di Sant’Angelo delle Polveri e San Giorgio in Alga, alle quali abbiamo intitolato l’iniziativa». «Tutto il mondo è contrario passaggio delle grandi navi, ma il Contorta non è la soluzione», commenta l’ex consigliere Renzo Scarpa, di Venezia Viva, «per questo chiediamo ai cittadini di reagire: inciderà sulla velocità d’ingresso dell’acqua e non c’è nuova barena che tenga. Pochi centimetri in più, ma la marea inizierà prima e stazionerà più a lungo. Piazza San Marco sarà sempre sotto». «Il primo atto è questa lettera al premier firmata da veneziani, non da Vip», prosegue Gasparinetti, avvocato, «poi, se il progetto andrà avanti, ci costituiremo con nostre osservazioni nella procedura di Via». «La realizzazione del nuovo canale», si legge, «porterebbe il Canale dei Petroli nel cuore di Venezia riducendone le difese naturali e sottoponendola alla pressione congiunta delle masse d’acqua provenienti dalle bocche di porto di Lido e Malamocco. Chiediamo di ritirare immediatamente il progetto e di riprendere il confronto fra tutte le proposte a disposizione». La petizione sarà sostenuta dal Comitato Nograndinavi, che ieri si è riunito, annunciando anche qualche sorpresa per la Mostra del Cinema: «Ci saremo per ribadire le nostre posizioni», commenta Luciano Mazzolin. Molte le iniziative: l’8 settembre assemblea a San Leonardo promossa dalla Municipalità di Venezia contro lo scavo; il 15, assemblea pubblica organizzata dal Comitato No Grandi Navi domenica 21 settembre, “gita in acqua” aperta ai veneziani dal Canale della Giudecca, fino al Contorta «per mostrare cos’è.
Roberta De Rossi
La soluzione Contorta è una forzatura
Mi rivolgo a Matteo Zoppas, presidente di Confindustria. Le recenti decisioni prese dal Comitatone sulla nostra portualità, condivise e fortemente sostenute proprio da Zoppas, e l’aperto appoggio offerto da Confindustria alla gestione Vpt, appaiono ben poco rispondenti con gli interessi e le prerogative della cittadinanza veneziana, unica a dover giudicare in materia. Con una clamorosa forzatura e approfittando dell’assenza di un sindaco eletto, viene scelta una soluzione che porterà ancor più sfruttamento a una città che chiunque dotato di un minimo di spirito critico riconosce aver superato ogni limite ragionevole. Venezia, dove l’Università di Ca’ Foscari ha stimato tra 10 e 12 milioni il volume di turismo sostenibile e compatibile con le sue delicatissime strutture, oggi, non contenta dei 30 milioni di turisti, dovrebbe aumentare i flussi ampliando la ricettività delle strutture portuali per accogliere giornalmente fino a dieci grandi navi e per di più creare un’ulteriore via d’acqua che inevitabilmente andrà ad alterare i flussi delle maree in corrispondenza con il canale della Giudecca e cioè all’interno del centro storico. Non solo si prosegue nell’evitare qualsiasi regola che stabilizzi e qualifichi i flussi turistici, ma si arriva al punto di mettere le mani sul delicatissimo equilibrio lagunare già oggetto di opere che, con il senno di poi, avremmo voluto e dovuto evitare. Il professor Costa ci sorprenderà a breve con teorie che addirittura dovrebbero dimostrare i benefici derivanti dallo scavo del Contorta. Personalmente non ne vedo né a livello ambientale né per gli interessi dei veneziani. Vpt rifiuta Porto Marghera, una soluzione che invece porterebbe grossi vantaggi al declino di quell’area e non avrebbe costi ambientali e soverchie difficoltà salvo quelle di scontentare gli interessi di Vpt. Vpt è la sola e unica responsabile di questo assurdo stato di cose e con lei il presidente dell’Autorità portuale. Se ci sono posti di lavoro a rischio non sono da addebitare a chi contrasta la presenza delle grandi navi in laguna, vanno addebitati a coloro che, senza valutare la sostenibilità dei loro business, ne hanno consentito uno sviluppo fuori controllo e ad altissimo rischio e oggi si nascondono dietro lo spettro dei licenziamenti, per continuare in un’opera di sfruttamento al di fuori di ogni ragionevole pianificazione e corretta visione di un futuro sostenibile, per quella che è considerata la più bella città del mondo e, come tale, è sotto gli occhi del mondo intero. Le mie sono considerazioni dettate dal buon senso e dall’aver vissuto 66 anni in questa città, facendo il mestiere dell’imprenditore. Il mio consiglio è di valutare meglio gli aspetti legati alla sopravvivenza di Venezia come città “vivibile”. Se non ne salvaguardiamo questo lato fondamentale, rischieremo di vederci il mondo contro e un’ennesima figuraccia, dopo quella che ha visto perdere la faccia a una parte della locale Imprenditoria sulla vicenda Mose e, ahimé, ancora oggi ben presente nell’Associazione che Zoppas presiede.
Massimo Vidal – Amministratore delegato Mavive Spa
Servono numeri precisi sui lavoratori a rischio
Vorrei riuscire ad avere notizie precise sul numero effettivo dei lavoratori a rischio, se le grandi navi dovessero lasciare Venezia. Si parla sempre di cinquemila persone, senza peraltro dare dettagli. Non è che nel conto si metta, a forfait, un indotto interminabile? L’altro giorno un tassista veneziano mi diceva, ad esempio, che anche i suoi colleghi di Padova e Treviso lavorano molto con le grandi navi. Anche questi ultimi rientrano nel conto? Ricordo che nel 1966 procedevano alacremente i lavori per un gigantesco ampliamento di Porto Marghera (si guardava a Rotterdam…). Il canale dei Petroli era stato scavato in tempi record, velocemente si stava procedendo all’imbonimento di migliaia di ettari e al contemporaneo scavo dei canali di “penetrazione” per le navi che dovevano arrivare ai nuovi stabilimenti che vi si sarebbero insediati. L’industria, italiana e non solo, aveva grandi progetti per l’area (con una visione credo oggi superata). Porto Marghera contava allora 40 mila addetti e triplicarlo avrebbe triplicato,o comunque più che raddoppiato, l’occupazione nel territorio. La catastrofica inondazione del novembre ’66 mise subito in stato di accusa il canale dei Petroli e i lavori di bonifica della laguna in corso, e assestò un colpo fatale al progetto degli industriali, che vi stavano investendo ben più di quanto sinora realizzato per l’attività crocieristica. E nessuna delle organizzazioni sindacali insorse contro il blocco del progetto. Il tutto sulla base del principio, che parrebbe ovvio, che l’integrità fisica di Venezia ha la priorità su qualunque altra cosa. Appare quindi, come minimo, assurdo che venga ora proposto lo scavo di un nuovo grande canale, con l’alibi (fragile) dei posti di lavoro, quasi che fossero i lavoratori del settore i beneficiari esclusivi dell’attività croceristica. Sarebbe in ogni caso interessante, per la trasparenza delle posizioni in gioco, avere numeri precisi degli addetti alle crociere e relativi datori di lavoro (non solo il ); dati, questi, che i responsabili del settore crocieristico e dell’Autorità portuale non avrebbero certo difficoltà a fornire.
Paolo Trentinaglia De Daverio – Venezia
Nuova Venezia – Le grandi navi sul Contorta ci daranno il colpo di grazia
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15
ago
2014
Marco Vidal – Amministratore delegato Mavive SpA
Egregio dottor Zoppas, le recenti decisioni prese dal Comitatone sulla nostra portualità, da Lei condivise e fortemente sostenute, e l’aperto appoggio offerto da Confindustria alla gestione Vpt, appaiono ben poco rispondenti con gli interessi e le prerogative della Cittadinanza veneziana, unica a dover giudicare in materia. Con una clamorosa forzatura e approfittando dell’assenza di un sindaco eletto, viene scelta una soluzione che porterà ancor più sfruttamento ad una città che chiunque dotato di un minimo di spirito critico riconosce aver superato ogni limite ragionevole. Venezia, dove l’Università Ca’ Foscari ha stimato tra 10 e 12 milioni il volume di turismo sostenibile e compatibile con le sue delicatissime strutture, oggi, non contenta dei ben 30 milioni di turisti, dovrebbe aumentare i flussi ampliando la ricettività delle strutture portuali per accogliere giornalmente fino a 10 grandi navi e per di più creare un’ulteriore via d’acqua che inevitabilmente andrà ad alterare i flussi delle maree in corrispondenza col canale della Giudecca e cioè all’interno del centro storico. Non solo si prosegue nell’evitare qualsiasi regola che stabilizzi e qualifichi i flussi turistici, ma si arriva al punto di mettere le mani sul delicatissimo equilibrio lagunare già oggetto di opere che, col senno di poi, avremmo voluto e dovuto evitare. Il prof. Costa ci sorprenderà a breve con teorie che addirittura dovrebbero dimostrare i benefici derivanti dallo scavo del Contorta. Personalmente non ne vedo né a livello ambientale né per gli interessi dei veneziani. Vpt rifiuta Porto Marghera, una soluzione che invece porterebbe grossi vantaggi al declino di quell’area e non avrebbe costi ambientali e soverchie difficoltà salvo quelle di scontentare gli interessi di Vpt. Vpt è la sola e unica responsabile di questo assurdo stato di cose e, con lei, il presidente dell’Autorità portuale. Se ci sono posti di lavoro a rischio non sono da addebitare a chi contrasta la presenza delle grandi navi in laguna, vanno addebitati a coloro che, senza valutare la sostenibilità dei loro business, ne hanno consentito uno sviluppo fuori controllo e ad altissimo rischio e oggi si nascondono dietro lo spettro dei licenziamenti per continuare in un’opera di sfruttamento al di fuori di ogni ragionevole pianificazione e corretta visione di un futuro sostenibile per quella che è considerata la più bella città del mondo e come tale è sotto gli occhi del mondo intero. Le mie sono considerazioni dettate dal buon senso e dall’aver vissuto 66 anni in questa città facendo il mestiere dell’imprenditore. Il mio consiglio è di valutare meglio gli aspetti legati alla sopravvivenza di Venezia come città “vivibile”. Se non ne salvaguardiamo questo lato fondamentale rischieremo di vederci il mondo contro e un’ennesima figuraccia dopo quella che ha visto perdere la faccia ad una parte della locale imprenditoria sulla vicenda Mose e, ahimè, ancora oggi ben presente nell’Associazione che lei presiede.
Nuova Venezia – Italia Nostra: “Galletti si dimetta”
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12
ago
2014
Lettera a Renzi contro il ministro dell’Ambiente che ha detto sì al Contorta
Dimissioni del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti per la sua posizione sul via libera allo scavo del canale Contorta- Sant’Angelo – sostenuto dall’Autorità Portuale – come via alternativa al passaggio delle Grandi Navi da San Marco, stabilita nell’ultima riunione del Comitatone. A chiederle, con una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, è il Consiglio Direttivo di Italia Nostra di Venezia. «Il comunicato stampa del suo governo – scrive Italia Nostra a Renzi – lascia allibiti: la decisione è presa per «salvaguardare i livelli economici e occupazionali generati dal turismo di crociera ed evitare danni al settore». Nessun accenno alla salute degli abitanti esposti alle polveri sottili (a Venezia il tasso di incidenza di neoplasie polmonari è fra i più alti in Italia) e alle nano polveri, che penetrano attraverso la pelle e con il sangue arrivano al cervello. Nessuna preoccupazione per la salvaguardia di Venezia, i cui marmi continueranno a diventare gesso e a sfarinarsi per processi di solfatazione, nessuna preoccupazione per la salvaguardia della Laguna, già divorata dal Canale dei petroli, aberrazione degli anni ’60, progettato quando non esistevano studi sugli effetti erosivi in Laguna dei grandi canali artificiali. Nessun accenno alla grave possibilità di incidente per la compresenza di traffico passeggero e mercantile per buona parte del Canale dei Petroli». E prosegue più avanti: «Ci consta che il Suo Ministro dell’Ambiente, Galletti, abbia incredibilmente manifestato totale, convinta adesione al progetto di escavo del Canale Contorta. Sa il suo ministro cosa comporta per la Laguna l’escavo di un altro, nuovo profondo canale? talia Nostra ritiene inoltre inaccettabile che il Ministro dell’ambiente, dal quale dipende la procedura di Valutazione di impatto ambientale dello stesso nuovo canale Contorta, si sia già pronunciato, e in modo così convinto, a favore del progetto che i suoi tecnici devono ancora valutare. Italia Nostra pertanto chiede con forza le dimissioni del ministro dell’ambiente Galletti, che dimostra di non poter essere garante imparziale dell’iter procedurale».
L’INTERVENTO
di Paolo Lanapoppi
Sui giornali di questi giorni un grosso equivoco: il Bacino verrà liberato ma il problema non è risolto. Con lo scavo Contorta sarà minato tutto l’equilibrio della laguna
C’è un forte malinteso dietro i titoli con i quali i media salutano la recente decisione del governo sulle navi da crociera. La cosa viene infatti presentata, in perfetta buona fede, come un vittoria di chi si era battuto contro l’invadenza delle grandi navi. Ma ciò è dovuto a una semplice confusione tra “via le navi dal bacino di San Marco” e “via dalla laguna” o meglio ancora “via da Venezia”. La soluzione adottata preserva solo il tratto del bacino di San Marco tra il Lido e la Salute, ma lascia intatti, e anzi peggiora gravemente, tutti i problemi creati dalle grandi navi a Venezia. Ammettiamo che ci vuole del coraggio a riconoscerlo, ma ciò non ci esime dal farlo. Ecco dunque una sintesi della nuova situazione dopo il verdetto dell’8 agosto: 1) le grandi navi rimangono, e restano un passo avanti verso la trasformazione di Venezia in città-presepe o città-giocattolo. Pochi giorni or sono El Paìs titolava “Il turismo di massa ha derubato la città della sua anima”, National Geographic lamentava che Venezia sta per affondare sotto un’ “alluvione di turisti” e il professor Van der Borg, veneziano d’adozione e docente di Economiadel turismo a Ca’ Foscari, ha citato tra le primissime misure da mettere in atto: «Bloccare il turismo crocieristico». I due milioni e passa di persone che le crociere aggiungono ai 30 milioni in arrivo ogni anno sono assolutamente eccessivi; 2) la presenza delle grandi navi in Marittima continuerà, con tutti i danni a Santa Marta e alla città intera, dovuti all’inquinamento atmosferico pesantissimo, a quello acustico, al moto ondoso per i taxi e lancioni in corsa tra la Marittima e riva degli Schiavoni; 3) continuerà e aumenterà il piccolo commercio di bancarelle e ambulanti, già organizzati per il nuovo pubblico dei crocieristi; 4) lo scavo in laguna di un nuovo canale lungo cinque chilometri, del tutto rettilineo, largo 180 metri e profondo 12 (mentre tutti sanno che i canali naturali sono sinuosi e profondi fra i due e i tre metri), creerà degli scompensi gravissimi ne lmoto delle maree e nei fondali circostanti. Anche dal punto di vista estetico e affettivo, una laguna solcata da quelle grandissime navi cesserà di essere una vera laguna per la sproporzione troppo evidente; 5) la soluzione prospettata dal comitato No Grandi Navi e abbracciata dal senatore Felice Casson è stata scartata dal governo (se pure l’ha considerata). Essa prevedeva di ormeggiare le grandi navi subito fuori dalle dighe del Mose tra Punta Sabbioni e il Lido. Non è noto il perché del rifiuto. Tuttavia essa non avrebbe alleggerito di molto il problema: spostava infatti i disagi al Cavallino, lasciando una laguna solcata da innumerevoli mezzi di trasporto da e per le navi, e non allentava la morsa turistica sulla città. La vera soluzione per le grandi navi consiste nell’eliminare la tappa di Venezia dai loro percorsi. Ci sono altri porti, come quello di Trieste, molto più adatti ad accoglierle, se proprio se ne sente il bisogno. L’indotto si sposterebbe in essi, che sono dopotutto parte dell’Italia come Venezia. E qui sulla laguna si possono e si devono costruire una portualità e una crocieristica più adatte alla natura della città unica e della sua laguna. Forse allora anche l’aspetto economico se ne troverebbe avvantaggiato. Ma sicuramente allora avrebbero senso i titoli che oggi leggiamo: “Venezia salvata dalla minaccia delle grandi navi”.
GRANDINAVI
Quegli amministratori allineati e coperti
Silvio Testa Autore dei libretti “E le chiamano navi” e “Invertire la rotta” (Corte del Fontego Editore)
Dopo lunghi mesi di silenzi e di assoluta mancanza di atti politici e amministrativi da parte sua, l’ex assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin è ora presente quasi tutti i giorni sui giornali con dichiarazioni sul tema delle grandi navi: evidentemente è cominciata la campagna elettorale. Tra le varie, se la prende anche con chi, come il sottoscritto, ha sostenuto che in laguna ci si avvia verso un’altra Val di Susa, e lo capisco: lì c’è un bellissimo e civile movimento di popolo guidato dai sindaci con la fascia tricolore, mentre qui gli amministratori se ne sono rimasti per bene allineati e coperti mentre il primo cittadino andava contro la gente che si era mobilitata contro un crocierismo incompatibile con la città e con la laguna. Approfittando di una città divisa – commissario o non commissario – il Governo ha così preso la peggiore decisione possibile, che non è solo quella del Contorta. Il comunicato della presidenza del Consiglio dopo il blitz del Comitatone è infatti chiarissimo: non basta il devastante scavo di un nuovo canale in laguna, c’è anche la scelta di un nuovo terminal crocieristico a Porto Marghera nel momento in cui l’attracco commerciale off shore, la cui realizzazione viene evidentemente data per scontata, “libererà” transiti e aree in gronda lagunare. È l’en plein del Porto, ormai designato come la vera autorità di governo di Venezia, portatore di un progetto nel quale la laguna non sarà più patrimonio dell’umanità per valori ambientali, culturali, storici, ma verrà ridotta a mero attracco per navi smisurate e senza limiti dinumero, con l’ovvio ma taciuto corollario, già imposto dallo scavo del solo Contorta, dell’arginatura dell’intero percorso da Malamocco alla Giudecca e la conseguente divisione della laguna stessa in due bacini idraulici separati. Quanto alla Val di Susa, ho sempre sentito da parte dei cittadini della valle ragioni e osservazioni concrete e convincenti rimaste sistematicamente senza risposta, esattamente come è successo per il Mose e ora per la vicenda del crocierismo. Se le scelte non vengono fatte secondo il merito ma sposando i progetti della lobby più forte, è ovvio che poi la gente si mobilita nelle forme in cui ciascuno si riconosce: io personalmente ho testualmente indicato solo iniziative politiche, giuridiche, amministrative. Tutte quelle immaginabili e niente di più. Altri, nel malaugurato caso diverso, si prenderanno le proprie responsabilità. Da questo punto di vista, credo che i temi del crocierismo e in genere dei rapporti tra la portualità, Venezia e la laguna dovranno essere al centro della prossima campagna elettorale, senza demagogie, ambiguità, tatticismi, cerchiobottismi. Dovrà essere una partita dirimente: o si sta di qua o si sta di là. La prossima battaglia dovrà essere guidata dal sindaco con la fascia tricolore, esattamente come in Val di Susa.
Gazzettino – Italia Nostra a Renzi: “Chiediamo al ministro dell’Ambiente di dimettersi”
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12
ago
2014
L’ACCUSA «Grave il suo appoggio allo scavo del Contorta»
Italia Nostra chiede le dimissioni del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Una “bordata” che l’associazione ambientalista lancia con una lettera del Consiglio direttivo indirizzata al premier Matteo Renzi. Una lettera con accuse pesanti, come quella di aver assunto con il Comitatone «una grave responsabilità davanti al mondo, una decisione passata sopra la testa di una città senza amministrazione e incapace di difendersi». Ovviamente la decisione contestata è quella con cui il Comitatone ha dato il via lobera allo scavo del canale Contorta-Sant’Angelo. «Un escavo – dice Italia Nostra – che devasterà uno degli ecosistemi più preziosi del mondo e manterrà dentro la Laguna (e nel cuore di Venezia!) le navi, sempre più grandi».
È il comunicato stampa del governo a lasciare allibiti i vertici dell’associazione. «La decisione – scrive Italia Nostra – è presa per “salvaguardare i livelli economici e occupazionali generati dal turismo di crociera ed evitare danni al settore”». «Nessun accenno – prosefue la lettera a Renzi – alla salute degli abitanti esposti alle polveri sottili (a Venezia il tasso di incidenza di neoplasie polmonari è fra i più alti in Italia) e alle nano polveri, che penetrano attraverso la pelle e con il sangue arrivano al cervello. Nessuna preoccupazione per la salvaguardia di Venezia, i cui marmi continueranno a diventare gesso e a sfarinarsi per processi di solfatazione, nessuna preoccupazione per la salvaguardia della Laguna, già divorata dal Canale dei petroli, aberrazione degli anni ’60, progettato quando non esistevano studi sugli effetti erosivi in Laguna dei grandi canali artificiali. Nessun accenno alla grave possibilità di incidente per la compresenza di traffico passeggero e mercantile per buona parte del Canale dei Petroli». Subito dopo, il siluro al ministro dell’Ambiente: «Ci consta – afferma Italia Nostra – che Galletti abbia incredibilmente manifestato totale, convinta adesione al progetto di escavo del Canale Contorta. Sa il ministro cosa comporta per la Laguna l’escavo di un altro, nuovo profondo canale? E lei, signor presidente del Consiglio, ha valutato sino in fondo i rischi dal punto di vista del consenso internazionale che questa decisione comporterà? Italia Nostra ritiene inoltre inaccettabile che il ministro dell’ambiente, dal quale dipende la procedura di Valutazione di impatto ambientale dello stesso nuovo canale Contorta, si sia già pronunciato, e in modo così convinto, a favore del progetto che i suoi tecnici devono ancora valutare. Italia Nostra pertanto chiede con forza le dimissioni del ministro dell’ambiente Galletti, che dimostra di non poter essere garante imparziale dell’iter procedurale».
Nuova Venezia – Grandi navi “Lo scavo del Contorta e’ illegittimo”
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11
ago
2014
COMITATONE NEL MIRINO. L’ex procuratore FORTUNA: ILLEGITTIMO
Grandi navi, Goletta Verde contro lo scavo Contorta
Netta presa di posizione dell’ex procuratore Fortuna. Trevisanato (Vtp): «È una valutazione politica». Oggi il via all’iter
«Lo scavo del canale Contorta è illegittimo e sarà bocciato in sede di Salvaguardia». Ne è convinto l’ex procuratore generale di Venezia ed ex consigliere comunale Udc Ennio Fortuna che, in una intervista all’Ansa, boccia senza mezzi termini la decisione del Comitatone sulla questione Grandi Navi. Secondo Fortuna lo scavo del canale «taglierebbe in due la laguna, compromettendo gli equilibri idreogelogici del bacino, sacrificandone l’unità fisica ed ecologica». E su questo punto l’ex procuratore generale ricorda che «La legge 171 del 1973, approvata dopo lunghe e approfondite discussioni, garantisce solennemente e testualmente proprio quegli equilibri e quelle unità e per rendere operativi i relativi principi ha istituito la commissione di Salvaguardia ». Immediata la replica Sandro Trevisanato, presidente del Venezia terminal passeggeri (Vtp), che bolla come «politiche più che giuridiche» le parole del’ex procuratore generale di Venezia. «Conosco Ennio Fortuna da 40 anni e quindi ho grande rispetto per le sua opinione, ma credo che qui sia emerso più il Fortuna politico e che non il giurista». Per Trevisanato l’esempio citato della legge 171 del 1973 sulla Commissione di Salvaguarda è smentita dai fatti: «Lo dimostra », sostiene il presidente di Vtp, «lo scavo del canale dei petroli, molto più impattante di quanto sarà lo scavo del Contorta». Ma il canale dei Petroli fu scavato tra il 1961 e il 1969, quindi prima della legge citata. Comunque il presidente del Venezia terminal passeggeri guarda con pacato ottimismo al futuro della crocieristica veneziana e punta nei prossimi cinque anni, se il canale Contorta sarà scavato, «di raggiungere i due milioni di passeggeri all’anno». Sulla situazione attuale Trevisanato ricorda che «il porto crocieristico di Venezia ha perso centinaia di migliaia di passeggeri e quindi la risalita non sarà facile. È importante », sottolinea Trevisanato, «poter dare delle tempistiche certe alla compagnie che già hanno programmato il 2015 portando in altri scali, come Trieste e Instanbul, le navi oltre le 96 mila tonnellate ma che potranno tornare nel 2016 con lo scavo del canale». Oggi intanto il presidente del’Autorità portuale, Paolo Costa, firmerà il decreto che approva il progetto dello scavo del Contorta. Il tutto sarà poi inviato ai ministeri competenti, Ambiente e Infrastrutture, in attesa della Valutazione di impatto ambientale, da parte di un panel di esperti, prevista tra circa tre mesi e sulla quale è lecito non fare previsioni. Un progetto che potrebbe già essere messo in discussione prima come ricorda l’ex procuratore Ennio Fortuna «con un ricorso al Tar, cui i contro interessati non mancheranno di rivolgersi». Un appello quindi ai comitati e al quale risponde subito il portavoce dei “No Navi”, Silvio Testa: «Il dottor Fortuna può stare tranquillo perché stiamo già organizzando un’assemblea del nostro comitato per decidere quali iniziative intraprendere contro la decisione del Comitatone. Un blitz d’agosto che non ci trova impreparati », sottolinea il portavoce, «Useremo ogni strumento, politico, amministrativo e giuridico per bloccare lo scavo del canale Contorta». Silvio Testa ricorda che con il comitato collabora già da tempo una Onlus formata da giuristi e avvocati che «ci permetterà in tempi brevi di mettere in moto quelle iniziative di contrasto che saranno decise dall’assemblea».
Giulio De Polo
Goletta Verde in Piazza boccia il Comitatone
Flash mob a San Marco con uno striscione: “Che Vergogna”. Coinvolti nella protesta anche molti turisti
Era dal 2009 che Legambiente aveva chiesto l’autorizzazione per poter manifestare nell’area marciana e nei giorni scorsi è arrivato l’ok. Così ieri a mezzogiorno i volontari di Goletta Verde hanno organizzato un “flash mob” contro le grandi navi davanti a Palazzo Ducale. Uno striscione con su scritto “Che vergogna” e 100 tra volontari e turisti che issavano segnali di divieto d’accesso contro il passaggio delle grandi navi in bacino. «Non siamo contrari alla crocieristica a Venezia», ha detto Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, «ma scavare un nuovo canale all’interno della laguna ci fa rabbrividire. Noi puntiamo a progetti alternativi che già ci sono come il nuovo scalo a Marghera e l’uso dei canali già esistenti». Ma al di là dei proclami la manifestazione in piazza San Marco è stata un successo perché ha coinvolto molti turisti provenienti da tutto il mondo. «Ho visto le foto delle navi che passano qui di fronte», dice una turista russa sotto la colonna del Todaro, «Noi abbiano dei budget limitati e non possiamo permetterci una crociera ma trovo assurdo passare proprio di fronte a questa piazza ». Tanti i turisti che sono fatti coinvolgere nel “flash mob” e centinaia le foto scattate con i telefonini anche della bandiera nera sventolata contro il Comitatone «per la falsa soluzione del problema Grandi Navi a Venezia», si legge nel volantino distribuito in piazza. Ma basta fare qualche metro e un ambulante sul suo carretto ha esposto un pezzo di cartone con su scritto “Sì alla Grandi Navi”. «È giusto che i colossi del mare non passino più in bacino ma non a cancellare per questioni ideologiche un settore che dà lavoro a tutta la città», spiega l’ambulante, da anni in piazza. «Spero venga trovato subito un progetto alternativo perché i turisti che scendono dalle navi sono troppo importanti per il commercio a Venezia ». (g.d.p.)
Sette progetti per salvare il Bacino
Ecco i piani alternativi studiati per evitare il passaggio davanti all’area marciana
Sono sette i progetti alternativi al transito della grandi navi nel Bacino di San Marco. Quello appena deliberato dal Comitatone è il progetto sostenuto da sempre dall’autorità portuale. Lo scavo del nuovo canale Contorta dovrebbe consentire alle grandi navi di arrivare alla Marittima entrando per la bocca di porto di Malamocco e non più da quella del Lido e quindi da San Marco. Il secondo progetto è quello del canale “retroGiudecca” e propone di scavare un canale che diventerebbe una sorta di “tangenziale “ dell’acqua. L’ex sindaco Orsoni è invece sempre stato lo sponsor del progetto Marghera, elaborato dall’ex assessore Roberto D’Agostino, che prevede di spostare l’ormeggio della grandi navi in canale Brentella e in canale Industriale Ovest. In questo caso si dovrebbe scavare soltanto un canale all’estremo nord del canale dei Petroli, per consentire l’accesso alle navi. Poi ci sono i quattro progetti che coinvolgono il Lido e in parte anche il comune di Cavallino Treporti. Navi fuori dalla laguna, ormeggi galleggianti davanti all’isola artificiale del Mose, di fronte a Punta Sabbiani e quindi nel comune di Cavallino Treporti. Un progetto già bocciato da un voto contrario in consiglio comunale a Ca’ Savio. Questi progetti portano la firma di Cesare De Piccoli, ex viceministro ed ex vicesindaco, già in fase avanzata di elaborazione. Dell’architetto grillino Luciano Claut – che si avvale del contributo dell’ingegner Di Tella e di Carlo Giacomini – dell’architetto Fabbri e dei docenti Iuav Stefano Boato e Maria Rosa Vittadini.
Canale Contorta. Barberini (Pd) sta con i grillini
MIRA. «Sono della stessa posizione espressa dall’amministrazione grillina in sede di Comitatone sulla realizzazione del canale Contorta a Venezia. Il progetto di scavo porterà devastazione all’interno della laguna di Venezia e va fermato assolutamente» . A dirlo – di fatto spaccando il Pd a Mira – è il consigliere comunale ed ex assessore all’ambiente Maurizio Barberini. «Ho sempre espresso», continua, «estrema contrarietà ad interventi di sviluppo della portualità invasivi all’interno della laguna di Venezia. Non è con la giustificazione di portare posti di lavoro che possono essere approvati. Si pensi allo scempio provocato dalla chimica a Porto Marghera e il conseguente l’incremento esponenziale di tumori e discariche di veleni». Nel Pda Mira le posizioni sono diverse. Anni fa ad esempio l’ex sindaco Michele Carpinetti era possibilista sulla realizzazione di un polo logistico portuale a Dogaletto.
(a.ab.)
Venezia, poteri espropriati dal Comitatone
di Carlo Giacomini – Urbanista e docente Iuav (già componente Commissione nazionale VIA)
È stato negato il diritto di co-decisione da parte del Comune, anzi dei Comuni perché la questione grandi navi riguarda anche i cittadini di Mira
Contano le dichiarazioni, ma ancora di più i documenti ufficiali. Sono questi che devono essere ben compresi. Leggendo bene il contenuto della decisione sulle grandi navi del Comitatone dell’altro giorno, così come descritta ufficialmente nel formale comunicato della presidenza del Consiglio (a quando il verbale esteso?), sidesumono alcune cose. 1) La revisione del Piano regolatore portuale verrà avviata, sì, ma solo in una indefinita fase futura, dopo aver comunque già deciso (e magari anche realizzato) il nuovo canale Contorta-Sant’Angelo. Ma la classificazione e realizzazione di un nuovo canale portuale (l’attuale modesto canale Contorta-Sant’Angelo non è canale portuale) è modifica prettamente da Piano regolatore portuale. Approvare e realizzare un simile nuovo canale portuale fuori del Piano regolatore portuale è evidentemente fuori legge. E questo non solo formalmente ma anche sostanzialmente perché, senza il Piano,mancherebbe il quadro di coerenza territoriale, compatibilità ambientale e convenienza socio-economica generale, richiesto invece chiaramente dalla legge ordinaria sull’ordinamento dei porti per ogni importante intervento portuale (e in nessun porto del mondo un simile nuovo canale portuale, di oltre 4 km, verrebbe considerato non importante e non strategico, tanto da poterlo decidere senza piano). Ciò è ancora più importante se si ricorda che, per la stessa legge, ogni Piano portuale (o variante di Piano) deve essere concordato (“Intesa” paritaria), in ogni sua previsione, con i Comuni interessati. Decidere e realizzare il nuovo canale senza e fuori del Piano equivale quindi a espropriare il Comune del proprio potere di co-decisione piena (finanche al potere di veto) su una decisione portuale strategica ricadente nel proprio territorio. Il Comitatone quindi, dicendo di fare sì il nuovo Piano, ma solo dopo il nuovo canale Contorta, ha imbrogliato il Comune di Venezia (e il Comune di Mira), espropriandoli, ed espropriando le loro popolazioni, del diritto di codecidere (paritariamente all’Autorità portuale) del proprio destino e delle proprie opere e trasformazioni (perché tali sono, ancorché in comune con l’Autorità portuale). 2) Non ci sarà alcuna valutazione comparativa tra la proposta del Canale Contorta-Sant’Angelo e gli altri progetti presentati in alternativa. In tutto il comunicato mancano infatti sia le parole “valutazione comparativa” sia le parole “proposte-soluzioni alternative”. Si legge solo che “potranno altresì essere sottoposti a VIA altri progetti tra quelli già presentati che raggiungano un adeguato livello di definizione”. Concessione del tutto inutile (già per legge, in astratto chiunque ha sempre facoltà di sottoporre a VIA ordinaria qualunque progetto) e perfino anche mistificante, perché non chiarisce che, in concreto, nella procedura ordinaria di VIA i progetti possono essere ammessi alla valutazione solo se presentati da chi ha competenza a deciderli e realizzarli. Quindi, in pratica si è deciso che l’Autorità portuale potrà sottoporre a VIA altri progetti (ovviamente di suo gradimento! Quindi possiamo stare sicuri che non verrà sottoposto a VIA nessun altro progetto. E comunque, a escludere ogni lontana possibilità di soggetti o proponenti concorrenti o per progetti alternativi a quello del nuovo canale Contorta-Sant’Angelo, si è precisato che tale facoltà è comunque circoscritta “nell’ambito del medesimo percorso procedurale lungo, comprensivo del nuovo Piano regolatore portuale”. Come a dire: si potranno sì valutare altri progetti, ma solo dopo aver deciso e realizzato il canale Contorta-Sant’Angelo senza interferire in alcun modo con la procedura approvativa di quest’ultimo! 3) Viene già ora esorcizzata, dal Comitatone, la possibilità di una conclusione negativa della Valutazione di impatto ambientale. Si afferma infatti che “in sede di VIA, potranno essere definite le prescrizioni necessarie a renderlo funzionale al progetto di ingegneria naturalistica inteso al recupero morfologico della laguna centrale oltre che aderente al Piano di gestione del sito Unesco “Venezia e la sua laguna”. A prescindere dal falso scientifico di considerare “recupero morfologico” la costruzione di colmate artificiali (o finte barene) laddove barene non ce ne sono mai state, viene affermato che si potranno fare tutte le modifiche necessarie per rendere (a tutti i costi “progettuali”) quella proposta compatibile. Come a dire “si potranno introdurre tutte le prescrizioni correttive che volete,macon questo la VIA dovrà essere positiva”. Quella del Comitatone dell’altro giorno è quindi una decisione imbrogliona, di massimo livello. Che tradisce l’intero Senato che, all’unanimità, ad aprile aveva votato di effettuare una procedura di Valutazione speciale, comparativa a tutto campo, di tutte le proposte alternative sinora presentate, considerandole a pari grado. Tradisce la città e suoi diritti sacrosanti (sanciti per legge) di decidere delle proprie trasformazioni territoriale e ambientali. Tradisce l’autonomia e l’autorevolezza delle commissioni VIA deputate alla valutazione. Vorranno questa città e i suoi ex e futuri amministratori reagire a questo sopruso ed esproprio di poteri, rivendicando e pretendendo il rispetto della legge? Vorranno ribadire i senatori (in primis quelli veneziani) che, come avevano già votato ad aprile praticamente all’unanimità, che deve essere fatta non una valutazione a senso unico e di un solo progetto, ma invece una vera valutazione comparativa di tutte le alternative onesta e disinteressata? Vorranno dimostrare Ministri e Commissioni VIA la loro dignità e responsabilità “in scienza e coscienza”, senza cedere a pressioni pregiudiziali? Vorrà ribadire ilprimo partito di questa città quello che aveva affermato solo qualche settimana fa, circa la necessità della valutazione speciale comparativa tra tutte le soluzioni alternative presentate, come aveva già richiesto il Senato ?
Gazzettino – Grandi navi. Arrembaggio di Legambiente a San Marco.
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11
ago
2014
VENEZIA – Gommone salpa dalla Goletta verde e sbarca a San Marco
Blitz in piazza di Legambiente, flashmob contro le Grandi navi
Legambiente all’arrembaggio in piazza San Marco contro le decisione di scavare un nuovo canale in laguna per deviare il traffico delle crociere da San Marco. Ieri mattina un gruppo di attivisti ha salpato con un gommone dalla Goletta verde ormeggiata in Bacino e ha dato vita in piazza San Marco a un flashmob di protesta contro lo scavo del Canale Contorta-Sant’Angelo, consegnando virtualmente la “bandiera nera” ai membri del Comitatone per la recente soluzione al problema delle Grandi Navi a Venezia. Il gruppo, composto da una quarantina di persone, reggeva segnali di divieto d’accesso, un cartello con la scritta “No alle grandi navi” con immagini del passaggio delle crociere in laguna, uno striscione con la scritta “che vergogna!”, e il fischio d’inizio segnato da una tromba spray che riproduceva il suono delle sirene delle navi. Il flashmob è stato ripetuto per tre volte e accolto dagli applausi del pubblico presente.
Nel frattempo, sul fronte politico non si fermano le reazioni alla decisione del Comitatone. Per Ennio Fortuna, ex consigliere comunale ed ex procuratore generale di Venezia, la decisione di autorizzare lo scavo del canale Contorta «va certamente contro gli interessi della città ed è comunque irrimediabilmente contro la legge». Fortuna osserva inoltre che «per consentire il passaggio delle navi più grandi probabilmente occorrerà allargare anche il canale dei Petroli» e che la nuova opera, «taglia in due la laguna, compromettendo gli equilibri idrogeologici del bacino e sacrificandone l’unità fisica e ecologica. Al riguardo basta dare un’occhiata allo schema del progetto pubblicato dai giornali».
BEPPE CACCIA «Il rischio è che i lavori vadano al Consorzio»
IL PRESIDENTE REGIONALE «Assurdo ricavare un canale di 18 metri dove oggi c’è un ghebo di 30 centimetri»
COMITATONE E GRANDI NAVI Manifestazione contro lo scavo del Contorta
Arrembaggio di Legambiente
Flashmob a San Marco con un tender partito da Goletta Verde
Flashmob di protesta contro lo scavo del Canale Contorta-Sant’Angelo e “bandiera nera” ai membri del Comitatone per la recente soluzione al problema delle Grandi Navi a Venezia. L’iniziativa di Legambiente è approdata ieri mattina, in una calda domenica d’agosto, nell’affollato palcoscenico di Piazza San Marco, dove turisti e cittadini incuriositi si sono uniti alla veloce manifestazione condividendone gli intenti. Un gruppetto di una quarantina di persone reggeva segnali di divieto d’accesso, un cartello con la scritta “No alle grandi navi” con immagini del passaggio delle crociere in laguna, uno striscione con la scritta “che vergogna!”, e il fischio d’inizio segnato da una tromba spray che riproduceva il suono delle sirene delle navi.
I volontari di Legambiente, circa una trentina, avrebbero dovuto essere almeno una cinquantina, ma un inconveniente meccanico ha impedito ad un gruppo di raggiungere la piazza. Qualcuno era arrivato via terra ma molti volontari in maglietta gialla dovevano sbarcare dall’imbarcazione di Legambiente, la Goletta Verde, che sostava in mezzo al Canal Grande mentre un tender faceva spola fino alla riva di San Zaccaria. Il presidente di Legambiente Veneto, Luigi Lazzaro, ha dato il via alla performance suonando la tromba, mentre i partecipanti intonavano “Fuori! Fuori!” riferendosi alle grandi navi in laguna. Il flashmob è stato ripetuto per tre volte e accolto dagli applausi del pubblico presente, lo stesso Lazzaro ha spiegato che l’iniziativa era stata fissata da tempo ma con un altro obiettivo. «Inizialmente la performance – ha detto Lazzaro – era rivolta al passaggio delle grandi navi e alla promozione di un turismo di qualità e non massificato a Venezia, ma dopo la decisione del Comitatone ha avuto priorità schierarsi contro una scelta che riteniamo sbagliatissima. Auspichiamo – ha aggiunto il presidente – in una risposta sensata della Valutazione di impatto ambientale (Via), perché sarebbe da ridere (in senso metaforico) se si decidesse di scavare un canale di 16-18 metri di profondità e di un centinaio in larghezza in una porzione di laguna dove oggi sorge un “ghebo” profondo circa 30 centimetri». Una nuova bandiera nera con teschio, come quella dei pirati, è stata virtualmente assegnata ai membri del Comitatone che ha espresso parere favorevole alla presentazione del progetto di scavo del canale Contorta – Sant’Angelo alla valutazione d’impatto ambientale.
LA POLEMICA – Ampio il fronte contrario.
I politici: «È stata assunta una decisione molto grave»
È il fronte del «no», largo, numeroso, quello che all’indomani ha reagito alla decisione del Comitatone di indicare nel canale Contorta-Sant’Angelo la soluzione per il passaggio delle grandi navi. Fuori del coro resta solo il Nuovo Centrodestra.
«La Via valuti serenamente ma c’è il concreto rischio che questo insostenibile scavo, dal valore iniziale compreso tra i 250 e i 300 milioni di euro rischia di essere affidato, grazie al perverso meccanismo della concessione unica per le opere di salvaguardia e perciò senza alcuna trasparente procedura di assegnazione pubblica, al Consorzio Venezia Nuova» denuncia Beppe Caccia dell’associazione “In Comune”.
Per Nicola Funari di VeneziaInsieme «È stata scelta la proposta peggiore e consolida l’accordo tra Renzi e Berlusconi ha portato a un accordo sopra la testa dei veneziani. E è necessaria una presa di posizione dei cittadini veneziani per difendere Venezia non solo come ambiente lagunare ma anche da un nuovo attacco degli speculatori senza scrupoli».
«Si tratta di una decisione di una gravità inaudita, presa nel momento in cui la città è commissariata, senza tenere in minimo conto la volontà espressa dal Consiglio Comunale di Venezia e dallo stesso Senato, in una dettagliata mozione» il parere di Luana Zanella dei Verdi.
Luciano Mazzolin, da sempre in prima linea contro il passaggio delle grandi navi sostiene che il Contorta sia il progetto peggiore, il più devastante per la laguna di Venezia. Un progetto sostenuto però dalla solita lobby delle Grandi Opere, lobby che è stata colpita solo marginalmente dalle indagini della Magistratura su Mose -CVN- Grandi Opere e Tangentopoli Veneta».
Anche il Movimento 5 Stelle veneto condanna duramente l’esito del «Comitatone».
«Come volevasi dimostrare a nulla sono valse le proteste dei cittadini e la presentazione di progetti alternativi rispettosi dell’ambiente e tutelanti l’occupazione. Dovevano approvare il progetto in fretta, in assenza di un’amministrazione comunale veneziana, per sventare la possibilità che il prossimo sindaco sia veramente contro queste opere inutili, costose e dannose per l’ambiente».
«Siamo di fronte ad un nuovo crimine contro la laguna e Venezia. Ai suoi cittadini viene impedito di poter democraticamente decidere il destino della propria città – dice per Venezia Cambia 2015, Cristiano Gasparetto – Il crimine che era stato perpetrato mezzo secolo fà con lo scavo del canale dei Petroli, si ripete con l’aggravante che oggi, rispetto ad allora, tutti conoscono le conseguenze distruttive che trasformeranno la laguna in un mare interno con le micidiali conseguenza sulla città e sull’ambiente».
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