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MIRA – “Riviera Pulita” fa rima con sviluppo turistico e futuro dell’area. Lo sanno bene gli imprenditori turistici della Riviera che organizzano l’iniziativa collegata a Riviera Fiorita che premia privati, associazioni o enti che si sono distinti per la cura e la salvaguarda del naviglio e della Riviera.

Ieri in Villa Ducale a Dolo, alla presentazione della manifestazione “la Riviera a lume di Candela” sono stati assegnati i premi del concorso “Riviera Pulita”.

«Il Naviglio è il primo biglietto da visita della Riviera – spiega Gabriele Baldan del Gruppo imprenditori turistici – Purtroppo molte volte ci si dimentica dell’importanza di una continua manutenzione e la necessità di coordinamento tra gli enti pubblici coinvolti alla salvaguardia del nostro territorio, con il risultato di lasciare in alcuni periodo dell’anno la Riviera del Brenta in situazioni di totale impresentabilità, con conseguenze negative in termini di immagine per il comparto turistico dell’area».

E decisamente i turisti che a Stra fotografavano le immondizie galleggianti non sono stati una bella immagine.

«Fortunatamente anche quest’anno molti sono i cittadini e le associazione che si sono contraddistinti – afferma Baldan – per un profondo senso civico e l’attenzione nella pulizia di rive, abbellimento pontili e scalinate».

Questi i vincitori: nel comune di Stra Maddalena Tacchetto ha vinto un pranzo al ristorante Nalin; a Fiesso d’Artico la Proloco ha ottenuto un’escursione in Riviera con “Delta Tour”. Per Dolo la Proloco Dolo potrà usufruire gratuitamente di un’escursione in Riviera su “Il Burchiello”. A Mira invece Giuliano Evaldi ha meritato un pranzo al ristorante Villa Ducale; Paolo Zorzetto un’escursione in Riviera con Cantiere 34 Viaggi e Turismo e Luigi Carraro un’escursione con “il Burchiello”.

(L.Gia.)

 

Gazzettino – Riviera fiorita, ma di immondizie.

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16

ott

2013

STRA – I residenti: «Basterebbe una piccola gru vicino alla conca, sempre operativa»

I turisti in barca fotografano i cumuli di rifiuti che galleggiano sul Naviglio

L’APPELLO DEI CITTADINI  «Chi ha competenza si attivi subito» «La stagione è conclusa, ma bisogna pensare alla prossima. Non sappiamo chi deve intervenire, ma resta il fatto che deve attivarsi. E subito».

La storia, o meglio la leggenda della Riviera del Brenta che coincide con la sua fortuna turistica, l’hanno scritta i viaggiatori italiani e stranieri e ancor oggi sono le loro voci che narrano di questo meraviglioso mondo, reso famoso dalle sue ville disseminate lungo un Naviglio considerato “l’ideale prolungamento di Venezia in terraferma, quasi sestiere della città lagunare”. Vien da chiedersi cosa racconteranno agli amici e parenti, i visitatori quando ritorneranno a casa e mostreranno le foto che hanno scattato a Stra in una domenica caratterizzata da un bel sole e aria frizzante. Si chiederanno da dove arrivavano quelle immondizie che galleggiavano nell’acqua, osservate con curiosità anche dalle famose oche che fanno oramai parte del panorama.

E pensare che è passato poco più di un mese da quando la questione del degrado in Riviera – sollevata dall’Ascom – aveva suscitato un ampio dibattito. E anche la trasmissione Linea Blu di RaiUno ha mandato in onda le immagini delle bottigliette di plastica che deturpavano la bellezza di questi paesaggi.

Il problema negli ultimi anni si è aggravato notevolmente . La “colpa” è della storica Chiusa Vinciana che riceve le acque del Brenta. Il grande fiume scarica nella conca antistante una infinità di cose: tronchi d’albero e rami secchi, ma anche sacchetti di plastica, lattine, sudiciume, ecc. Un giorno è apparsa persino una lavastoviglie. Tutti questi rifiuti che si accumulano nella grande conca, vengono “liberati” ogniqualvolta lo sbarramento mobile viene aperto per far transitare i natanti che devono immettersi nel Naviglio.

«La stagione – sottolineano disgustati i rivieraschi, che amano la loro zona – è praticamente conclusa, ma bisogna pensare alla prossima. Non sappiamo chi deve intervenire, ma resta il fatto che chi è deputato deve attivarsi. E subito. Oltretutto siamo in grado di suggerire la soluzione a questo grande problema d’immagine, che penalizza troppo la Riviera, conosciuta anche come “La più bella passeggiata d’Europa” e “Strada dei Dogi”. Basterebbe posizionare nei pressi della conca una piccola gru che potrebbe facilmente recuperare ogni bruttura. È certo che il lavoro deve essere eseguito non saltuariamente, ma quotidianamente».

Silvano Bressanin

 

 

Aumentano i casi nel Miranese e in Riviera: quasi duecento le segnalazioni.

Livieri (Asl 13): «Pensionati con la minima e in affitto».

La Caritas: «Una soluzione c’è: che i Comuni usino gli scarti dei supermercati»

DOLO. Quasi 200 anziani nei 17 comuni della Riviera del Brenta e Miranese sono costretti a cercare fra le immondizie qualcosa da mangiare. Il fenomeno che fino a 6 anni fa era limitato a segmenti limitatissimi della marginalità sociale, ora sta assumendo connotazioni endemiche. I centri più colpiti sono quelli con un gradi di urbanizzazione più elevata: Mira, Spinea, Mirano, Martellago e Dolo. Ma anche nei piccoli centri parrocchie e servizi sociali segnalano episodi davvero preoccupanti di miseria.

«La situazione», spiega Francesco Vendramin responsabile della casa alloggio San Raffaele a Mira e referente Caritas per la Riviera, «a Mira è davvero grave. Abbiamo 20 casi di anziani che vanno a rovistare nei cassonetti dell’umido per vedere se trovano pane raffermo ancora commestibile. I casi a di anno in anno sono in aumento». A Mira Taglio nel quartiere centrale di via Gramsci, da due settimane i cittadini esterrefatti notano 4 anziani del posto rovistare nei cassonetti già al primo mattino.

«Abbiamo segnalato i casi al Comune», dice Mario Morara, residente in zona, «e ci è stato detto che si tratta solo di povere persone in cerca di un pezzo di pane per mangiare». Vendramin spiega poi che ormai da 5 anni a questa parte, ogni giorno i bidelli delle scuole pubbliche a Mira «fanno fronte alle richieste di anziani che chiedono di avere parte del cibo avanzato dai bimbi».

La situazione non è certamente migliore in altre aree della Riviera e del Miranese. «Sono almeno 200», dice il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13, Fabio Livieri, «gli anziani che ogni giorno in tutto il comprensorio dei 17 comuni rovistano nella spazzatura alla ricerca di cibo o vestiario. Un fenomeno che un tempo era solo di pochissimi con disagio psichico e che ora invece colpisce persone che hanno una pensione minima, un affitto, bollette da pagare, e che non hanno coraggio, per orgoglio e dignità, a chiedere aiuto a Comuni e parrocchie. I Comuni dal canto loro soldi per aiutarli non ne hanno, e restano a questo punto solo le mense caritatevoli».

Per Francesco Vendramin della Caritas una soluzione c’è: «Basta che i negozi e supermercati cedano le rimanenze a un magazzino organizzato e gestito con un addetto comunale. Il problema di chi non ha da mangiare sparirebbe, visto che ogni giorno quintali di cibo buono vanno al macero».

Alessandro Abbadir

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«Donare il cibo? La legge lo vieta»

I poveri che si sfamano tra i rifiuti: decine di commenti sul sito della “Nuova”

DOLO – Ha fatto molto discutere sul sito del nostro giornale la notizia che quasi 200 anziani in Riviera del Brenta e nel Miranese per poter mangiare cerchino ogni giorno tra i rifiuti. In molti appoggiano la proposta di Caritas avanzata da Francesco Vendramin di destinare gli scarti dei negozi alimentari di ogni paese alle necessità di queste persone. Alcuni invece ritengono questa proposta umiliante e desolante.

Per Benga Tripitaka «non è né desolante né umiliante, anzi si eviterebbe tanto spreco. Ci sono tante attività che sono costrette a buttare il cibo preparato in giornata poiché non è possibile proporlo il giorno dopo alla clientela per questioni legali, ma il buonsenso ci dice che quel cibo può anche essere destinato a chi ha bisogno».

Silvano Chimenton precisa che «il pensiero va alle origini di tutto quello che siamo costretti a subire a causa dei nostri governanti: nessuno di loro è interessato alle quotidiane necessità del cittadino comune, costretto a fare salti mortali per abbinare pranzo e cena per sfamare la famiglia. Le priorità assolute sembrano essere causate dall’emergenza immigrazione. È giusto, ma è altrettanto giusto e doveroso preoccuparci anche di tutti gli italiani che tirano a campare come meglio possono».

Luca Bisso, che lavora per la grande distribuzione, è chiaro: «Come grande distribuzione sono già dieci anni che siamo pronti a mettere a disposizione gli scarti e gli avanzi giornalieri per Caritas o associazioni di volontariato, purtroppo la legge, le Asl e la normativa ci obbligano a buttarli, in quanto nessuno vuole prendersi la responsabilità legale del cibo stesso, essendoci date di scadenza consigliate. Se qualcuno ha il mal di pancia dopo aver consumato un prodotto la colpa ricade non su chi l’ha prelevato ma su chi l’ha donato».

Alessandro Abbadir

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MIRA – Donadel: «Il contratto scade a novembre»

MIRA – «Il servizio di gestione del calore negli edifici comunali, scuole comprese, scade a novembre speriamo l’amministrazione comunale non arrivi in ritardo come per la gestione del teatro o della Serimi».

Una preoccupazione espressa da Mattia Donadel capogruppo della lista civica all’opposizione Mira Fuori del Comune che ha presentato un’interpellanza in consiglio comunale. A novembre infatti scade infatti il contratto, in global service, per la gestione calore degli edifici comunali, ma che comprende anche la manutenzione e la gestione degli edifici stessi e la fornitura di energia elettrica.

«Contratto – ricorda Donadel – affidato con gara europea alla Manutencoop nel 2005 e poi prorogato dal 2009 a novembre 2013. Quello della fornitura di calore è un servizio di enorme importanza dal punto di vista economico e ambientale ma dall’amministrazione non abbiamo visto ancora alcun segnale».

Donadel è preoccupato che si ripetano i ritardi decisionali avvenuti per la gestione del teatro, che quest’anno non ospiterà le tradizionali rassegne di prosa e per ragazzi, e per la società pubblico-privata Serimi con scelte tampone dell’ultimo minuto.

«Il servizio in global service – spiega Donadel – va cambiato perché di fatto ha disincentivato la Manutencoop a scelte orientate al risparmio energetico degli edifici comunali, perché il pagamento del servizio calore non è direttamente legato agli effettivi consumi.

La scadenza del contratto rappresenta quindi un’occasione importante per modificare le condizioni di affidamento e per cambiare eventualmente il gestore. Ma i tempi stringono».

(L.Gia.)

 

MIRANO – In arrivo una stangata per i pendolari di Miranese e Riviera, sorridono i mestrini

Dal primo dell’anno cambiano le tariffe sull’autostrada Venezia-Padova

A4 DOLO/MIRANO – Le nuove tariffe dal 1° gennaio

AGEVOLAZIONI PER 5 COMUNI – I residenti avranno uno “sconto”

Per i pendolari di Mirano, Mira, Dolo, Pianiga e Santa Maria di Sala che fanno almeno 20 ingressi in autostrada al mese sconto di 1,10 euro.

MIRANO – Primo gennaio 2014: sarebbe questa la data segnata in rosso nella sede della società autostradale Cav. Trapelano ulteriori conferme sul fatto che dall’inizio del nuovo anno saranno applicate le nuove tariffe sulle tratte che collegano Padova con i caselli di Venezia-Mestre e Mirano-Dolo. Conferme ufficiali ancora non ce ne sono, ma l’iter partito la scorsa primavera al Ministero dei Trasporti sarebbe ormai in dirittura d’arrivo. E come spesso accade i nuovi pedaggi entreranno in vigore con l’inizio del nuovo anno.

Stando alle indiscrezioni che si susseguono da tempo, tra meno di tre mesi le modifiche saranno sostanziose. È in arrivo una stangata per i pendolari di Miranese e Riviera, sorridono invece quelli mestrini che però non potranno fare più l’ormai nota manovra del “tornello” al casello di Mirano.

Attualmente la tratta Mirano-Padova Est costa 80 cent, mentre Mestre-Padova Est è recentemente passata da 3.20 a 3.30 euro. La disparità è evidente, il modo di aggirarla pure: molti pendolari della Mestre-Padova escono e rientrano al casello di Mirano, godendo del pedaggio gratuito tra Mestre e Mirano e risparmiando così 2.40 euro (ora 2.50). Una manovra legittima che comporta però un mancato ricavo per le casse della società autostradale e ingorghi quotidiani alla rotonda d’immissione al casello di Vetrego. Ecco perché da gennaio Cav dovrebbe cambiare tutto. Mestre-Mirano resterà gratuita, Mestre-Padova e Mirano-Padova saranno uniformate a 2.70 euro con la prima che si abbassa e la seconda che cresce vertiginosamente. Ma attenzione: per i pendolari di Mirano, Mira, Dolo, Pianiga e Santa Maria di Sala che faranno almeno 20 ingressi in autostrada al mese è previsto uno sconto di 1.10 euro. Pagheranno dunque 1.60, comunque il doppio rispetto ad ora. I residenti potranno godere delle tariffe agevolate attraverso un Telepass, il piano potrebbe essere esteso pure ai pendolari di altri Comuni.

Il progetto venne illustrato ai sindaci dal presidente Bembo la scorsa primavera: si parlò del 1.giugno 2013, poi i tempi si sono allungati. Nei giorni scorsi i vertici di Cav hanno incontrato il sindaco di Mirano Pavanello per fare il punto su varie questioni legate alla viabilità, per ora le bocche restano cucite. A dicembre dovrebbe partire la campagna informativa.

Gabriele Pipia

 

Gazzettino – Mira. Nuova idrovora anti-allagamenti.

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9

ott

2013

MIRA – Sarà installata nelle prossime settimane. «È automatica, si attiva da sola»

Andrà a sostituire una delle due in via Mazzini e servirà l’intero quartiere

IL SINDACO – Darà sollievo alla zona a nord di Mira Taglio

La zona a nord di Mira Taglio sarà messa in sicurezza con una nuova idrovora: automatizzata e con una portata di 22mila litri d’acqua al minuto. È costata al Comune di Mira circa 40 mila euro ed arriverà nei prossimi giorni. È in grado far fronte agli allagamenti che ad ogni violento acquazzone colpiscono garage e scantinati della zona intorno a via Mazzini. L’ultimo episodio risale al giugno del 2012, quando il quartiere andò sott’acqua, insieme a via Toti e via Alfieri, a causa di un violento nubifragio accompagnato da grandine; anche i semafori andarono in tilt, provocando code e disagi alla viabilità e i cellulari subirono un black out creando non pochi problemi alle comunicazioni tra Comune e Protezione civile. Ma nella zona i residenti ricordano bene gli allagamenti nel 2006 e quelli avvenuti negli anni successivi.

«Si tratta indubbiamente di una buona notizia – spiega il sindaco Alvise Maniero – Questa nuova pompa infatti, rientra negli interventi concordati per la messa in sicurezza idraulica del territorio comunale di Mira e soprattutto darà finalmente sollievo al quartiere a nord di Mira Taglio sempre a rischio allagamenti».

La nuova pompa idrovora, che andrà a sostituire una delle due vecchie pompe su via Mazzini, avrà una portata di 22 mila litri al minuto e con un diametro di 30 centimetri, sarà in grado, una volta a pieno regime, di raddoppiare l’efficienza rispetto a quelle attuali.

«La caratteristica più importante – sottolineato i tecnici comunali – è che questa pompa è automatica: entrerà in azione autonomamente quando il livello dell’acqua sarà oltre il limite consentito. Non sarà quindi più necessario chiamare un tecnico per attivarla, evitando così disagi e ritardi».

La pompa di nuova generazione dovrebbe arrivare ed essere installata nelle prossime settimane. Entrerà subito in funzione, ma per andare a pieno regime necessiterà di alcuni interventi di adeguamento nei collegamenti.

 

MIRA – Un dibattito sulle grandi opere a Mira. Questo l’appuntamento organizzato da Sel, in programma per domani alle 20,30 all’Auditorium di Oriago con don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace, Ilario Simonaggio, segretario generale Filt Cgil Veneto e Mario Dalla Tor deputato Pdl e vice presidente della Provincia.

«Oggi sulle grandi opere», spiega il segretario di Sel a Mira Paolo Dalla Rocca, «continua a svilupparsi un ragionamento parziale che vede l’eterna e quanto mai obsoleta contrapposizione tra tutela dell’ambiente e bisogno di lavoro e sviluppo. Quale visione del futuro legittima ancora oggi le grandi opere? Siamo sicuri che ci sia veramente guadagno per tutti?

Le infrastrutture devono essere valutate nell’ambito dell’intermodalità (gomma-acqua-ferrovia), nel loro impatto di potenziale stravolgimento di un territorio. Una buona opera per noi, ad esempio, è rappresentata dalla completa messa in esercizio della Smfr che renda veramente accessibile la mobilità su rotaia vincendo la competizione con l’uso dell’auto privata e spostando flussi economici che ne sosterrebbero l’esercizio».

(a.ab.)

 

VENEZIA – Passante di Mestre, l’autostrada più rapida e cara d’Italia: rischiano di saltare le opere complementari di fascia B attese dai Comuni e concordate con le province di Venezia e Treviso nel protocollo firmato nel 2004 con il commissario straordinario Vernizzi.

A lanciare l’allarme è Lucio Tiozzo, capogruppo Pd, che chiede il rispetto degli impegni all’assessore veneto alla Mobilità Renato Chisso, «La Giunta vuole far approvare un disegno di legge con il quale sopprime i protocolli di intesa stipulati con le Province di Venezia e Treviso e con i Comuni attraversati dall’opera. È un provvedimento inaccettabile» dice Tiozzo.

L’allarme è scattato dopo che ieri la prima commissione regionale ha approvato un disegno di legge con cui «di fatto verrebbero sospesi, e forse cassati definitivamente, tutti gli interventi di mitigazione di fascia B che dovevano essere realizzati da Veneto Strade». «L’assessore Chisso ha il dovere di spiegare il dietrofront, sul quale solleviamo dubbi di illegittimità. Bisogna fare chiarezza sul perché una serie di interventi di fascia B siano stati spostati in fascia A, ovvero a carico di Cav e già realizzati. Vogliamo capire con quali criteri sia stata fatta questa operazione, speriamo che non abbia pesato l’appartenenza politica di ogni singola amministrazione comunale. Resta il fatto che si tratta di un provvedimento contro il quale ci batteremo duramente, perché sconfessa gli impegni assunti dalla Regione nei confronti dei cittadini, che giustamente reclamano il diritto ad essere tutelati dagli effetti di un’opera che, per quanto utile, ha il suo prezzo in termini di impatto ambientale».

L’assessore Chisso dal canto non replica e annuncia di portare tutto il dossier al più presto in seconda commissione, ma la più delusa è il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello, che rischia di uscire dalla lista delle priorità del protocollo firmato il 27 agosto 2004. Allora per le opere prioritarie furono stanziati 103 milioni di euro in fascia A e B. Si dalla messa in sicurezza della provinciale 81, alla circonvallazione sud-est di Martellago, alla tangenziale ovest di Zero Branco. Per poi continuare con lo svincolo di Marcon, la variante Roncoduro a Mira-Pianiga, il collegamento tra la provinciale 67 e il casello di Quarto d’Altino. C’è poi Spinea e anche Robegano di Salzano, e Scorzé con la variante alla nuova Castellana e provinciale di Cappella.

Resta il nodo di Mirano: la rotonda Porara è stata realizzata. Mentre la tangenziale Sud Ovest, la tangenziale Nord variante di via Luneo e la Ovest di via Bollati sono in lista d’attesa: si tratta di interventi per 19 milioni di euro, ma dal capitolo fascia B mancano all’appello 35 milioni che sarebbero stati dirottati alla fascia A: da qui la richiesta di variazione di bilancio con un disegno di legge regionale della giunta.

 

Dolo, in 500 con i sindaci al corteo per l’ospedale

Si sono presentati in cinquecento, nonostante la leggera pioggia, per “difendere” l’operatività dell’ospedale di Dolo. Fra i manifestanti che scandivano slogan come “ci serve un ospedale non un centro commerciale”, numerosi amministratori pubblici come i sindaci di Dolo, Mira, Camponogara, Fossò e Campolongo Maggiore oltre a consiglieri regionali e provinciali e rappresentanti di comitati civici della Riviera del Brenta.

STRISCIONI – La partenza del corteo di protesta contro la riorganizzazione dell’ospedale di Dolo voluta dalla Regione

IL PRESIDENTE DEL COMITATO   «Dopo il tribunale perdiamo l’ospedale»      Passando davanti alla sede del Tribunale, Zen ha detto: «Sarebbe gravissimo perdere anche l’ospedale».

DOLO – L’accusa di Mescalchin: «Una scelta politica che favorisce le lobby»

Più di 500 in corteo per l’ospedale

Sindaci e cittadini alla manifestazione del comitato Marcato contro la riorganizzazione

Il Comitato Bruno Marcato voleva risposte e queste sono arrivate. La manifestazione per richiamare l’attenzione sulle schede sanitarie regionali che mettono in pericolo il futuro dell’ospedale dolese ha fatto proseliti non solo tra comitati e politici, anche d’ideologia diversa, ma soprattutto fra i cittadini. Nonostante la pioggerellina centinaia di persone hanno aderito al corteo. Circa 500 le presenze secondo il comandante della Polizia dell’Unione Alberto Baratto, ma lungo il percorso da Piazza Mercato a Foro Boario, molti si sono aggiunti.

Uno striscione di Opzione Zero con scritto “La salute un diritto di tutti – salvare il nostro ospedale un dovere” ha aperto il corteo preceduto, su richiesta del coordinatore dell’evento Emilio Zen, di un minuto di silenzio per le vittime di Lampedusa. Passando davanti alla sede del Tribunale, Zen ha detto: «Sarebbe gravissimo perdere anche l’ospedale».

Numerosi gli esponenti politici, a partire dal sindaco di Dolo Maddalena Gottardo e il vice Giuliano Zilio, Alvise Maniero di Mira, Gianpietro Menin di Camponogara, Alessandro Campalto di Campolongo Maggiore, Federica Boscaro di Fossò, l’assessore Stefano Valentini di Stra e i consiglieri provinciale e regionale Giuliano Scaramuzza e Bruno Pigozzo.

Numerosi anche gli slogan, uno per tutti: «Noi vogliamo un ospedale non un centro commerciale».

Numerosi gli interventi. Il sindaco Gottardo: «Confidiamo che la giunta regionale accetti le nostre richieste». Menin: «Il diritto alla salute è sancito dall’articolo 32 della costituzione e porteremo avanti la battaglia per non perdere questo diritto». Maniero: «I malati della Riviera costano come quelli di tutte le altri zone, perché devono essere trattati diversamente?» Boscaro: «Quello che chiediamo è legittimo e rispetta quanto previsto nel piano sanitario». Gianni Conte (Cisl): «È un nostro diritto la salute e dobbiamo difenderlo». Campalto: «Sono preoccupato perché si colpiscono i cittadini più deboli ed indifesi».

Ha chiuso Walter Mescalchin del Comitato Marcato con una relazione precisa e circostanziata: «È una decisione politica che si abbatte sulle nostre teste. Non dipende da motivi economici né scientifici ma solo da scelte politiche per favorire le lobby che hanno deciso in tale senso». Nel pomeriggio il Pd di Vigonovo in una nota ha criticato l’assenza del sindaco e degli amministratori locali di Vigonovo.

Lino Perini

 

 

Linea Mestre-Adria: centinaia di pendolari impossibilitati a salire sui treni

La Federconsumatori della Riviera mette a disposizione il suo ufficio legale

CAMPONOGARA «Agiremo legalmente per far ottenere a tutti gli utenti che hanno avuto danni dai disservizi dei treni sulla linea Mestre – Adria, rimborsi e risarcimenti da Sistemi Territoriali. Mettiamo a disposizione per questo il nostro ufficio legale».

A dirlo a chiare lettere sono Alfeo Babato, referente di Federconsumatori della Riviera e del Miranese e l’avvocato dell’associazione Carlo Pognici. Da circa un mese centinaia di persone (per lo più studenti e pendolari) lamentano che alla mattina sia impossibile entrare nei treni della linea Mestre-Adria serviti ancora dalla vecchia “Vaca Mora”. Da Adria, Cavarzere, Piove di Sacco fin da subito si viaggia stipati come sardine. A Campagna Lupia il treno era talmente pieno che era impossibile entrare. A Prozzolo, Calcroci, Sambruson, Mira Buse, Oriago e Porta Ovest non si entrava più. Mercoledì scorso a Prozzolo è scoppiato il finimondo. Il treno è stato preso d’assalto da una folla inferocita di utenti che non sono riusciti ad entrare, visto che poteva contenere al massimo 110 persone. Le persone, che aspettavano fuori, erano 160. Si trattava di quasi tutti utenti in possesso di abbonamento. A Prozzolo prima sono state aperte le porte e in tanti hanno cercato di entrare, spingendo per farsi spazio e cercando di viaggiare seppur stipati. Quando, però, si sono resi conto che nemmeno in questo modo sarebbero entrati, un gruppo di dieci persone ha perso la pazienza inscenando una protesta clamorosa collocandosi sui binari e impedendo di fatti al treno di partire. Per sbloccare la situazione son dovuti intervenire i carabinieri di Chioggia, che hanno cercato subito il dialogo con le persone esasperate da giorni e giorni di disservizi. Il treno è potuto ripartire solo dopo quasi un’ora all’arrivo di un convoglio che lo seguiva. Sistemi territoriali è corsa ai ripari e già da due giorni il treno non ha più un solo vagone, ma due. I disagi, però, persistono per altre corse nelle ore di punta.

«Quello che sta succedendo», chiosano Babato e l’avvocato Pognici, «è intollerabile. In accordo con Federconsumatori di Chioggia e Cavarzere promuoveremo azioni legali per ottenere risarcimenti e rimborsi. Chi ha avuto disagi o danni per ritardi o chi ha pagato l’abbonamento e il biglietto, e non è potuto entrare in treno può e deve farsi rimborsare da Sistemi Territoriali e per questo agiremo legalmente». Per informazioni si può chiamare allo 041 5491461.

Alessandro Abbadir

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