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GIUSTIZIA – Il sindaco Maniero non riesce a trovare i fondi per il mantenimento dell’ufficio, l’ira della collega Gottardo

L’ATTACCO  «È una scelta politica, non di semplice “ragioneria”»

SPESA ECCESSIVA Mira dovrebbe pagare oltre 40mila euro all’anno

«Mantenere il giudice di pace in Riviera costerà a Mira oltre 40 mila euro l’anno. Difficile di questi tempi inserirla a bilancio». Il sindaco di Mira Alvise Maniero alza “bandiera bianca” di fronte all’idea di sobbarcarsi le spese per il mantenimento dell’ufficio del Giudice di pace in Riviera. «Ma se Alvise dice no alla compartecipazione dei Comuni della Riviera alle spese del Giudice di Pace salta tutto – tuona la sindaca di Dolo Maddalena Gottardo -, deve assumersi la responsabilità politica di questa scelta».
Dolo e Mira ai ferri corti sul Giudice di pace. Il mantenimento dell’ufficio dolese costerebbe 150 mila euro l’anno e Mira, il comune più popoloso, dovrebbe contribuire con il 30% del mantenimento. Il sindaco Maniero ha allargato le braccia in Consiglio comunale, spiegando che non ci sono soldi. «Ma così si toglie il diritto alla legalità dei cittadini che saranno costretti da Fiesso, da Dolo, da Mira a recarsi fino a Venezia, a Rialto, per una causa. Maniero non ha partecipato agli ultimi incontri, e i costi rispetto a quelli che ha lui sono anche aumentati – aggiunge la sindaca di Dolo. – Il problema è che queste scelte non sono di “ragioneria”, ma politiche. I sindaci della Riviera sono tutti d’accordo sulla ripartizione delle spese, ma se Mira si defila allora salta tutto. Ma se passa la logica del sindaco di Mira, “non partecipo alle spese perché i benefici sono di Dolo”, allora anche Dolo potrebbe alzare un muro verso gli altri».
Dure anche le prese di posizione delle opposizioni a Mira. «Per Maniero questo è un altro buco nell’acqua – accusano il consiglieri Paolino D’Anna (Pdl) e Fabio Zaccarin (Pd). – Il Consiglio comunale di Mira si è espresso chiaramente per il mantenimento del Giudice di pace di Dolo, ed ora il sindaco fa un passo indietro mettendo in difficoltà l’intero comprensorio della Riviera del Brenta. Maniero sta tenendo in scacco tutti gli altri sindaci, mettendo pericolosamente a repentaglio la riuscita dell’operazione».

Luisa Giantin

 

DOLO. Costerà 150 mila euro l’anno mantenere l’ufficio del Giudice di pace a Dolo: è la stima fatta dalla Conferenza dei sindaci della Riviera che ieri ha discusso delle azioni per evitare il trasferimento degli uffici a Venezia. L’iter prevede che la Conferenza dei sindaci approvi un atto di indirizzo e i Comuni rivieraschi si impegnino a farsi carico dei costi. La delibera dovrà essere poi approvata entro il 29 aprile anche dai Consigli comunali e la richiesta sarà inviata al Ministero dei Giustizia. Il costo del personale ammonta a circa 90 mila euro, gli altri 60 mila serviranno per il mantenimento delle strutture e delle utenze. L’importo dovrà essere ripartito tra i Comuni a seconda della popolazione: Mira 30,27%; Dolo 11,78; Camponogara 9,99; Pianiga 9,32; Campolongo 8,02; Vigonovo 7,84; Fiesso 6,07; Stra 5,87; Campagna Lupia 5,43; Fossò 5,41. «I cittadini devono sapere che i sindaci si stanno sostituendo con grande senso di responsabilità agli enti superiori e allo Stato con le proprie risorse», spiegano Zecchinato e Gottardo.

(g.pir.)

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Gazzettino – Mirano “In ostaggio delle strade”

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14

apr

2013

MIRANO – Gli imprenditori della zona industriale protestano per i disagi

«I camion per raggiungerci sono costretti a fare dei giri assurdi»

«Al casello di Spinea non si può uscire, a quello di Mirano si ma poi c’è l’obbligo di svoltare a sinistra verso la Riviera. Per raggiungere le nostre zone industriali bisogna fare un giro assurdo, e i costi schizzano».
Il problema fu portato a galla da un nutrito gruppo di imprenditori giusto un anno fa, in piena campagna elettorale.
Dodici mesi dopo la situazione non è cambiata: i camion diretti verso le aziende miranesi sono costretti a fare il giro dell’oca, almeno dieci chilometri in più.
La situazione è paradossale, visto che le zone industriali in via Taglio e sul Cavin sarebbero ben collegate ai caselli di Mirano e Spinea, ma i divieti d’accesso per i camion parlano chiaro e creano parecchi malumori.
A Spinea il casello è chiuso ai tir, a Mirano l’ostacolo c’è solo per chi esce e crea comunque molti problemi.
I mezzi che escono a Dolo-Mirano non possono infatti arrivare sulla camionabile Viale Venezia transitando comodamente per via Porara: sono costretti a svoltare a sinistra, arrivare a Dolo, rientrare su Mira, costeggiare la Riviera e arrivare in Viale Venezia per via Taglio. «L’alternativa è uscire a Marghera o a Padova, sono in ogni caso tragitti che fanno perdere tempo e sprecare benzina. Lo ripetiamo da anni, il sindaco ha garantito il suo impegno e attendiamo buone notizie» spiega Massimo Gatti, imprenditore nel settore dell’arredamento. Stessa linea per Pietro Frasson di Trivengas, che aggiunge: «Molti mezzi di trasporti arrivano da fuori e non conoscono le strade, il problema è serio e coinvolge decine di ditte». La questione è intricata: «Una soluzione va trovata, ma in via Porara c’è già un grosso problema di traffico e inquinamento. Siamo in attesa di convocazione dalla Prefettura per affrontare la situazione viabilistica nel suo complesso con Provincia e Regione» dichiara il sindaco Pavanello. A Spinea Checchin ha più volte ribadito che l’apertura totale del casello sarà discussa quando aprirà pure Martellago-Scorzé: si parla della seconda metà del 2014.

 

Mira. Il Comune chiede uno studio epidemiologico sulla popolazione residente vicino ai fusti tossici

MIRA. «Il Comune di Mira è pronto ad avviare una complessa indagine epidemiologica con l’Asl 13 per quanto riguarda la discarica di ceneri di pirite di via Bastie e Bastiette a Dogaletto. Vogliamo capire quali danni i depositi inquinanti hanno recato alla popolazione residente e all’ambiente in 30 anni. Se è stato recato danno alla gente i responsabili devono pagare fino in fondo». A dirlo è Michele Gatti, l’assessore alla Protezione civile dell’ente locale, dopo un incontro in municipio in cui la ex Veneta Mineraria ha promesso di agire d’urgenza per sistemare l’area finita sott’acqua nell’ex canile dell’associazione “Mamma Rosa”, a causa delle copiose piogge degli ultimi giorni.

La richiesta di un’indagine epidemiologica arriva anche dalle forze di opposizione. In un’interrogazione urgente il consigliere della lista “Mira Fuori dal Comune” Mattia Donadel definisce nel dettaglio il problema.

«Le bonifiche e il disinquinamento immediato non bastano. Vogliamo capire quali sono state nel corso di oltre trent’anni le conseguenze sulla salute delle persone e anche della fauna e della flora che si trovavano accanto ai depositi. Di più: serve un’analisi dettagliata in un raggio di cinque chilometri dai depositi. Si ricostruiscano le malattie avvenute nelle famiglie e si capisca se vi è qualche nesso con la presenza degli inquinanti. Inquinanti che si possono disperdere sia con l’acqua che con l’aria. Le zone più a rischio, e quindi da monitorare con attenzione da parte dell’Asl 13, sono le frazioni di Malcontenta e Gambarare e la località di Dogaletto».

Donadel poi parla del rischio per la laguna:

«Le ceneri di pirite attraverso il canale Finarda finiscono in laguna. L’ex Veneta Mineraria, se sarà ritenuta responsabile di danni ambientali e biologici prolungati, deve risarcire tutto fino in fondo».

Il Comune di Mira è pronto a chiedere verifiche sanitarie accurate. La questione delle “terre rosse” si trascina da più di 30 anni, sono stati molti i procedimenti intentati nei confronti della proprietà che non ha avviato la bonifica del sito. Un accordo di qualche anno fa definiva competenze e tempi per la messa in sicurezza, la successiva bonifica e l’asporto del materiale (700 mila metri cubi) che, dopo un trattamento, potrà anche essere riutilizzato nell’industria. Dopo corsi e ricorsi si è arrivati al pronunciamento del Tar che lo scorso gennaio. La questione dell’intera bonifica dell’area verrà definita nei dettagli in un incontro che si terrà in Regione lunedì prossimo.

Alessandro Abbadir

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MIRA. Sono 11 le discariche censite dal Comune di Mira alcuni anni fa e sparse in tutto il territorio. Fra quelle più pericolose c’è quella di via Teramo, in cui migliaia di fusti tossico-nocivi sono finiti nelle falde acquifere della zona e per la quale sono partiti da poco i lavori di bonifica e caratterizzazione del sito. Nel 1999 addirittura una commissione parlamentare d’inchiesta si interessò al caso di via Teramo. C’è poi la situazione della discarica di ceneri di pirite a Dogaletto, posta sotto sequestro dalla magistratura dieci anni fa in seguito ad una inchiesta del sostituto procuratore veneziano Luca Ramacci. Fra le altre discariche a Mira c’è quella di rifiuti solidi urbani a Ca’ Perale, quella vicino all’area della Marchi Marano, la fabbrica alle spalle della stazione ferroviaria di Mira-Mirano, un’altra di rifiuti solidi urbani lungo la provinciale che da Borbiago porta a Marghera. Altre discariche sono situate lungo l’idrovia Padova – Venezia e sono prevalentemente di rifiuti solidi urbani. È partita da anni infine la bonifica della discarica a ridosso del Macchinon a Giare di Mira. Il problema per molti resta anche quello delle molte discariche mai scoperte, interrate, e forse proprio per questo più pericolose per la salute pubblica. Ora però si vuol voltare pagina per evitare che a farne le spese siano intere generazioni di miresi che possono subire i veleni per i decenni futuri. (a.ab.)

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Nuova Venezia – Mira, “Terre rosse”, al via la bonifica

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

3

apr

2013

Mira. Accordo per disinquinare l’area dai 700 mila metri cubi di ceneri di pirite

MIRA. L’ex Veneta Mineraria si impegna: nel giro di una settimana saranno bonificate le aree che hanno subito gli allagamenti inquinanti in queste ultime settimane. Si punta poi a un accordo di programma per la rimozione completa di tutto il materiale presente nei depositi di Dogaletto in via Bastie, 700 mila metri cubi di ceneri di pirite. Il Comune di Mira con il sindaco Alvise Maniero e l’assessore Michele Gatti però non intende rinunciare all’azione penale nei confronti della Veneta Mineraria e a ad avere indietro le somme che come ente locale ha anticipato negli anni scorsi per la manutenzione delle vasche di contenimento (centinaia di migliaia di euro). Questo quello che è emerso da un vertice ieri mattina in municipio fra la proprietà, il Comune, l’Arpav, la Provincia e i legali delle parti. «Finalmente», spiega l’assessore alla Protezione Civile Michele Gatti, «la proprietà sembra aver capito che aria tira e si è impegnata a un’azione di rimozione in emergenza del materiale inquinante finito con le piogge nei terreni circostanti». La rimozione urgente però è il preludio a una soluzione della vicenda che si attende da anni. La proprietà si è detta disposta ad ottemperare alle disposizioni giudiziarie nei suoi confronti e a procedere alla rimozione e alla bonifica dell’intera zona inquinata. Si parla comunque di un intervento che durerà anni. «Le ceneri di pirite potranno essere anche vendute nel settore dell’edilizia», dice Gatti, «e così la vendita potrà anche ammortizzare i costi dell’operazione». Il sindaco Alvise Maniero è stato chiaro: «Anche se ci sarà l’accordo non rinunceremo ad agire legalmente per ottenere la rimozione completa del rischio ambientale e la restituzione delle somme spese dal Comune per la manutenzione delle vasche di contenimento del materiale inquinante». La questione delle “terre rosse” si trascina da più di 30 anni, il deposito di ceneri di pirite rappresenta un problema ambientale. Negli anni sono stati molti i procedimenti intentati nei confronti della proprietà Veneta Mineraria che non ha avviato la bonifica del sito.

Alessandro Abbadir

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dolo. comitato marcato

DOLO. Il “Ponte del Dolo” chiede l’approvazione del documento a salvaguardia dell’ospedale di Dolo, già votato da Camponogara, ma il Consiglio decide di non votarlo e di riformare la commissione straordinaria sulla Sanità che redigerà un nuovo testo. «Rivendichiamo la centralità di Dolo, quindi proviamo noi ad essere propositivi», commenta il sindaco Maddalena Gottardo, «in attesa di conoscere le schede abbiamo dei punti fermi che sono dichiarazioni del direttore generale dell’Asl 13 nel Consiglio comunale straordinario. Ci troveremo con un gruppo ristretto di consiglieri e lavoreremo sul documento». Il gruppo di lavoro si era già formato alcuni mesi fa ma poi non era stato approvato alcun testo. Nel frattempo il Comitato “Bruno Marcato” aveva stilato un ordine del giorno che è già stato votato da Camponogara e che giovedì sarà proposto al sindaco di Mira. Per Maddalena Gottardo il nuovo documento di Dolo non si scontrerà con quello già presente. Sulla vicenda Giorgio Gei commenta: «Ho proposto di votare l’odg sull’ospedale approvato da Camponogara per stimolare un’amministrazione che dopo il Consiglio comunale straordinario mi è sembrata troppo silente sulla questione».

(g.pir.)

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All’origine della crisi

Posted by Opzione Zero in Appuntamenti | 0 Comments

30

mar

2013

ALL’ORIGINE DELLA CRISI, alternative e strategie per uscire dalla morsa del debito

9 aprile 2013 – ore 20.45, Biblioteca di Oriago di Mira (VE)

Nell’ambito della rassegna “Spiazziamo la Crisi”, un importante dibattito sulle alternative e le strategie contro il debito e contro le misure di austerità.

L’impennata del debito dovuta alla crisi, ha posto l’Italia sotto il giogo delle misure di austerità, varate dal Governo
Monti, che avrebbero dovuto porvi rimedio e rilanciare il Paese. Ma non sta succedendo: il prolungarsi e l’inasprirsi di
tali misure stanno invece producendo effetti gravissimi sull’economia reale e sulla vita delle persone. È estremamente
importante capire che cos’è realmente la spirale del “debito pubblico”, da che cosa è generata, chi ne sono gli attori e
perché la situazione sta peggiorando.
Altrettanto indispensabile è individuare quali strategie e soluzioni alternative ci possono permettere di fronteggiare efficacemente la crisi ed uscire da questo insostenibile ricatto, come individui e come comunità.
Siete tutte e tutti invitati a questa preziosa serata, che vede ospiti e relatori tre esponenti delle maggiori
organizzazioni che si occupano di questa materia:

Elena Gerebizza – Associazione Re:Common, campagne pubbliche per sottrarre le risorse naturali alla finanza e al mercato – www.recommon.org

Luca Martinelli – Giornalista e redattore di Altreconomia, mensile dei consumi critici, dell’economia solidale e dei nuovi stili di vita – www.altreconomia.it

Marco Bertorello – Campagna RID – Rivolta il Debito, per la democrazia radicale, la partecipazione e la giustizia sociale – www.rivoltaildebito.org

Serata organizzata da Opzione Zero e Mira 2030.

www.opzionezero.org – info@opzionezero.org
www.mira2030.it – info@mira2030.it

COMITATI CONTRO CHIOGGIA

MIRA

«Ora che il Cipe ha rinviato l’approvazione del progetto preliminare della Romea Commerciale, speriamo che il nuovo governo, dove sarà nettamente rappresentata una componente ambientalista, punti sui miglioramenti del tracciato esistente e accantoni definitivamente quest’opera».

A dirlo è Luciano Claut, assessore all’Urbanistica del Comune di Mira governato da una maggioranza del Movimento 5 Stelle.

«Il rinvio è una scelta opportuna», dice Claut, «che ci auguriamo serva a riconsiderare il progetto in funzione del miglioramento e della messa in sicurezza dell’attuale Romea. Non è un mistero che siamo contrari a quest’opera così come molti comitati di cittadini. Si tratta del progetto di una vera e propria autostrada che si affianca all’attuale Romea senza considerare le ragionevoli alternative, meno costose e impattanti, del miglioramento di ciò che già esiste. Il nostro auspicio è che si boccino definitivamente devastazioni del territorio con inutili nastri di asfalto e si metta in atto uno studio sui miglioramenti possibili del tracciato esistente».

Un attacco ad alcuni esponenti del settore turistico di Chioggia arriva dai comitati “Opzione Zero”.

«Pensare che un’arteria concepita ad elevata percorrenza», spiegano Mattia Donadel, Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin, «con uno svincolo a Codevigo sull’innesto della Strada dei Vivai, possa costituire una risorsa per flussi di tipo turistico è pura ignoranza. Dallo svincolo di Codevigo, per raggiungere Chioggia si dovrà sempre proseguire a sud sull’esistente S309, con i noti intasamenti. Nel progetto preliminare della Romea Commerciale non è previsto alcun collegamento diretto con Chioggia».

Per Opzione Zero l’isolamento di Chioggia deriva da altro:

«Da un’impostazione turistica che si fonda sulla ricettività e che considera il territorio come merce prima che come bene comune da difendere. Non è un’autostrada in più ad attrarre turisti, ma la tutela della bellezza, la preservazione dei paesaggi e una proposta turistica più responsabile ed ecosostenibile».

(a.ab. – g.pir.)

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MIRA –

«Siamo contrari alla Romea commerciale ed il Cipe ha fatto bene a rinviarne l’approvazione. Speriamo che il progetto venga riconsiderato».

L’assessore all’Urbanistica di Mira Luciano Claut commenta soddisfatto la decisione del Cipe di rinviare l’approvazione del progetto preliminare della superstrada a pedaggio Mestre-Orte, cioé la Romea commerciale.

«Non è un mistero che siamo preoccupati e contrari a quest’opera – spiega Claut -, così come molti comitati di cittadini. Si tratta di una vera e propria autostrada che si affianca all’attuale Romea senza considerare i miglioramenti, le capacità e la messa in sicurezza dell’attuale tratto Veneto della Romea, in sintesi quelle che sono le ragionevoli alternative, meno costose e impattanti, del miglioramento di ciò che già esiste».

Ogni decisione ora passa al nuovo Governo che dovrà fare scelte precise.

«Spero che il futuro Governo – conclude l’assessore Claut – metta in atto uno studio sui miglioramenti possibili del tracciato esistente, in modo che possa già costituire uno strumento efficace di sviluppo e di integrazione dei territori attraversati».

(l.gia.)

 

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