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Comunicato Stampa Coordinamento No Inceneritore Fusina

18 maggio 2022

Sentenza “politica” del Consiglio di Stato, la lotta va avanti

 

I comitati e le associazioni del Coordinamento No Inceneritore Fusina reagiscono duramente dopo la sentenza del Consiglio di Stato che boccia il ricorso in appello per fermare l’inceneritore di Veritas: “Dopo la sentenza negativa del TAR, avevamo la fondata speranza che l’influenza della politica e delle lobby che gravitano intorno al business dei rifiuti non arrivasse tanto in alto, ma evidentemente ci sbagliavamo. La decisione del Consiglio di Stato è addirittura peggio di quella di primo grado. Le conseguenze della sentenza non solo espongono la popolazione dell’area metropolitana a gravi rischi per la salute, ma sanciscono un principio estremamente pericoloso secondo il quale né i cittadini, né le associazioni e i comitati ambientalisti sono legittimati a mettere in discussione progetti e decisioni che hanno un impatto diretto sul territorio in cui sono radicati e sulla vita delle persone. Una sentenza che del resto si allinea al diktat del Governo Draghi, che dopo la pandemia e ora con la guerra in corso alle porte dell’Europa, sta progressivamente svuotando le istituzioni democratiche, a cominciare dal Parlamento, per dare la stura alle peggiori politiche sviluppiste, industrialiste e fossili degli ultimi decenni, nemiche dell’ambiente e del Clima, alla faccia della tanto sbandierata transizione ecologica. Da questo punta di vista non sfugge per esempio che tre dei magistrati del collegio giudicante (Luca Lamberti, Michele Conforti e Giuseppe Rotondo) sono gli stessi che nel 2021, sempre in Consiglio di Stato, hanno accolto il ricorso Arcelor-Mittal Spa e Ilva Spa contro l’ordinanza del Sindaco di Taranto che avrebbe sospeso gli impianti della famigerata acciaieria”.

La sentenza del Consiglio di Stato, così come era stato per il TAR, non entra minimamente nel merito delle tante contestazioni tecniche sollevate dai comitati, estrapola e banalizza in modo strumentale alcuni passaggi della relazione medica di ISDE, glissa completamente le argomentazioni esposte nel recente parere dell’Istituto Superiore di Sanità che pure metteva in evidenza gravi carenze istruttorie in sede di valutazione di impatto ambientale, confermando le tesi dei comitati, non considera nemmeno alcune violazioni di legge connesse all’approvazione del progetto.

Il respingimento si basa esclusivamente sulla presunta non legittimazione delle associazioni ricorrenti e degli abitanti di Malcontenta a presentare il ricorso. Parliamo di cittadini che abitano in prossimità dell’inceneritore ed esposti direttamente ai fumi velenosi che escono dai camini; di realtà radicate da anni nei territori di Mestre, Marghera, Riviera del Brenta protagoniste di tante battaglie ambientali, addirittura di una associazione nazionale come Medicina Democratica, che proprio a Porto Marghera ha dato un contributo fondamentale nelle azioni e nei processi per contrastare le produzioni nocive del petrolchimico.

“E’ un principio pericoloso e inaccettabile – rincarano la dose i comitati – che dimostra come ormai in questo Paese la democrazia stia diventando una farsa: da un lato si inserisce la tutela dell’ambiente tra i principi della Costituzione, dall’altra si annulla la possibilità per i cittadini di difendersi e di esercitare il diritto a vivere in un ambiente sano. E’ ormai evidente come in una situazione di crisi globale e generalizzata, che è prima di tutto una crisi ecologica, la logica miope del profitto stia facendo piazza pulita di ogni possibile mediazione sociale, mostrando quale è il vero volto di un sistema economico che sta letteralmente distruggendo la vita sul Pianeta. Noi a questa logica non ci arrendiamo, così come non ci arrendiamo a questa decisione dei giudici perché riteniamo che le nostre istanze siano giuste e fondate. Stiamo valutando la possibilità di fare un ulteriore ricorso, a questo punto in sede europea; ma oltre a questo metteremo in atto tutte le risorse che abbiamo a disposizione per fermare questo impianto nocivo e obsoleto. Annunciamo fin da subito che saremo in piazza il 28 maggio a Venezia insieme agli altri comitati veneziani e metropolitani per contrastare la devastazione del nostro territorio. Lanciamo inoltre un appello accorato a tutti i cittadini, alle associazioni e ai comitati a dare un proprio contributo economico per sostenere la battaglia contro l’inceneritore: la sentenza del Consiglio di Stato è infatti oltremodo ingiusta perché condanna i ricorrenti a pagare le spese legali delle controparti, e si tratta di cifre ingenti, almeno 15.000 euro. Invitiamo pertanto a far pervenire il proprio sostegno tramite bonifico bancario sul conto corrente del Comitato Opzione Zero (IBAN IT 64L0359901899050188525842) causale No Inceneritore Fusina”.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, AssociazioneProgetto Nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land

 

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Comunicato Stampa 08-02.2022

 
Coordinamento No Inceneritore Fusina
 
Inchiesta Bioman: l’inceneritore di Fusina fa parte del sistema
 
Accolta con favore, perché conferma le preoccupazioni che da tempo esprimono i Comitati, la notizia dell’inchiesta aperta dai NOE sulle principali società del gruppo FINAM di Angelo Mandato: “Abbiamo l’impressione che quanto leggiamo sui giornali sia solo la punta dell’iceberg di un sistema affaristico e tentacolare che coinvolge aziende private, aziende pubbliche, politica e istituzioni. – commentano alcuni esponenti del fronte No Inceneritore Fusina – e sono molte le analogie con quanto già visto con il MOSE. Di questo sistema fa parte senza dubbio anche l’inceneritore di Fusina, visto e considerato che Ecoprogetto Venezia è detenuta non solo da Veritas Spa, ma anche da Bioman per il 30% e da Agrilux per il 4%, due società cardine del gruppo FINAM. Avevamo già denunciato nel 2016 la strana vendita delle quote di Ecoprogetto a queste due società; operazione dell’ordine di 22 milioni di euro, approvata da quasi tutti i Comuni del Veneziano nell’assemblea soci di Veritas Spa. All’epoca avevamo messo pubblicamente in guardia tutti i Sindaci e i vertici di Veritas sui soci privati di Ecoprogetto promotori già nel 2016 del nuovo inceneritore a Fusina; un impianto estremamente pericoloso, lo ribadiamo, che assicura un grande business per chi lo gestisce ma che non è giustificabile né in termini tecnici né tanto meno sotto il profilo ambientale e sanitario”.
 
Da anni i comitati friulani, della bassa padovana e quelli veneziani denunciano gli intrecci e le zone d’ombra nella gestione del ciclo dei rifiuti nell’ambito della miriade di società della galassia FINAM di Angelo Mandato, tutte o quasi con sede a Ballò di Mirano. Sversamenti incontrollati di “liquami” maleodoranti, trasporti di rifiuti da una parte all’altra del Triveneto e anche all’estero, proliferazione di impianti a biogas, ampliamento smisurato di impianti di trattamento della frazione “umida” e nuovi inceneritori.
 
Tutto spacciato come necessario, come “economia circolare” che fa bene all’ambiente; tutto sostenuto e approvato con l’avallo bipartisan della politica e delle istituzioni, a cominciare dalla Regione Veneto, fino alle amministrazioni locali, passando dai consigli di bacino e dalle province.
 
Una galassia, quella di Mandato, la cui origine e il cui sviluppo sono state già oggetto di una importante inchiesta di Fanpage nel 2019, dalla quale erano emersi pesanti dubbi e sospetti sull’operato di società come Bioman e SESA.
 
Nel veneziano a preoccupare non è solo l’operazione inceneritore: “A Mira e a Campagna Lupia, Bioman e Agrilux sono proprietarie della Agricola Sant’Ilario – affermano i comitati – 1440 ha di terreno agricolo fronte laguna e valli da pesca sui quali si pratica agricoltura intensiva, e sui quali vengono periodicamente sversate tonnellate e tonnellate di liquami maleodoranti; gli stessi che vengono sparsi nella zona della bassa padovana, in Polesine e in Friuli, e che derivano dagli impianti di SESA a Este e di Bioman a Maniago. Liquami che hanno poco a che fare con il compost, visto e considerato che oltre al rifiuto umido, in questi centri di trattamento arrivano rifiuti di varia provenienza (anche da Roma) e di varia origine, tra i quali per esempio fanghi civili e industriali di vario tipo, ceneri e scorie di inceneritori e molto altro. Sempre nei terreni dell’Agricola Sant’Ilario, nei pressi di Lugo, è entrato da poco in funzione un impianto a biogas, costruito all’interno della zona di conterminazione lagunare in deroga alle stesse leggi regionali”.
 
Da tempo i comitati stanno lavorando per ricostruire l’intreccio di relazioni tra i vari impianti, sparsi nei diversi territori, controllati al 100% da FINAM o da questo gruppo insieme a partecipate pubbliche: “L’impressione netta è che sia questo ben congegnato sistema di scatole cinesi a potersi definire “economia circolare”, ma nel senso che fa girare milioni di euro, per lo più ricavati da bollette e incentivi pubblici, sempre tra le stesse mani, e tutto a discapito dell’ambiente e della salute della popolazione. Che fiducia si può avere ora, alla luce di quanto sta finalmente emergendo, sulla gestione di un inceneritore come quello di Fusina o di altri impianti di trattamento altamente impattanti? Ora Pretendiamo che sia fatta piena luce e che siano date risposte chiare alle nostre domande; i vertici di Veritas, i Sindaci del bacino veneziano, a cominciare da Brugnaro, la Regione Veneto si assumano le proprie responsabilità. Per quanto ci riguarda andremo fino in fondo a questa storia, e siamo pronti a collaborare con gli inquirenti”.
 
 
Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land, Gruppo Zelarino e dintorni, Comitato Ambiente e Salute Malcontenta
 
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Coordinamento No Inceneritore Fusina
Comunicato stampa 04 febbraio 2022

Ricorso al Consiglio di Stato: la partita è ancora aperta!

Dopo la bocciatura del primo ricorso da parte del TAR Veneto, è arrivata in questi giorni la decisione del Consiglio di Stato sulla richiesta di sospensiva depositata in appello dai comitati, a seguito della discussione avvenuta lo scorso 27 gennaio a Roma.Si tratta di una decisione positiva per i comitati del Coordinamento No Inceneritore Fusina, che dichiarano: “La partita legale è ancora aperta! Il Consiglio di Stato ha di fatto accolto la nostra richiesta di sospensiva fissando a breve l’udienza per la discussione sul merito del ricorso, precisamente il 21 aprile. Un esito non scontato, perché se il collegio giudicante avesse riconosciuto come valide le eccezioni sollevate dal TAR Veneto sulla nostra legittimazione a presentare ricorso, allora ci sarebbe stato un inevitabile respingimento, e a quel punto l’unica strada percorribile sarebbe stato un ulteriore ricorso a livello europeo. Ma così non è stato, grazie soprattutto al grande lavoro svolto delle nostre legali per dimostrare la piena sussistenza dei requisiti delle associazioni e delle persone fisiche ad agire in sede legale per opporsi al provvedimento autorizzativo emesso dalla Regione Veneto, e per dimostrare una volta di più la fondatezza delle numerose e importanti contestazioni che abbiamo posto. E’ un primo risultato già importante, ora ci auguriamo che il Consiglio di Stato si avvii ad esprimere un giudizio anche di merito sulle nostre contestazioni”.Ma non è tutto, perché ancora prima della discussione presso il Consiglio di Stato, della documentazione difensiva depositata dalle controparti, in particolare da Ecoprogetto Venezia srl, sono emersi ai nostri occhi dei fatti inquietanti, in particolare per quanto riguarda i controlli delle emissioni: ”Avevamo già sollevato in precedenza forti dubbi sulle misurazioni e sulle simulazioni presentate da Ecoprogetto per quanto riguarda in particolare le emissioni gassose dell’impianto e le ricadute sul territorio – denunciano i comitati – che ora trovano ulteriori conferme. Risulta infatti che il campionamento dei gas prelevati a camino, fase molto importante e delicata nel processo di analisi, è stata affidata totalmente a Lecher srl, una società controllata direttamente da Veritas Spa per il 50%, e per l’altro 50% detenuta dalla Depuracque di Salzano, che a sua volta è al 100% di Veritas. Per di più, il Direttore di Depuracque è Massimo Zanutto, il quale ricopre la stessa carica per l’inceneritore di Ecoprogetto. Altro che conflitto di interessi, qui siamo al punto che il controllato è controllore di sé stesso! E’ inaudito che la Regione Veneto e ARPAV non intervengano imponendo che tutte le fasi di controllo e analisi siano affidate a soggetti terzi e indipendenti. Presenteremo a breve un dossier molto dettagliato su questi aspetti molto preoccupanti”.

Sul tema inquinamento tornano alla carica i comitati metropolitani tutti insieme: “Da ormai troppi giorni si registrano altissimi livelli di inquinamento atmosferico – riaffermano le realtà ecologiste – con gravi rischi per la salute delle persone e in particolare dei bambini. Eppure la politica e le istituzioni preposte, a cominciare da quelle sanitarie, non stanno facendo nulla di concreto. Come se questa non fosse un’emergenza sanitaria e ambientale. L’inceneritore di Fusina è solo l’ultimo degli impianti e delle opere nocive che vanno quotidianamente a sputare veleni sul nostro territorio. Dopo le richieste di tanti medici genitori e comitati, dopo le mozioni votate in Consiglio Regionale e nei Consigli comunali di Venezia e Mira, avevamo finalmente ottenuto un tavolo di confronto per avviare i biomonitoraggi al fine di sapere quale è il reale livello di inquinanti accumulati nell’organismo delle persone che abitano nel territorio metropolitano intorno a Porto Marghera. Una forma di indagine fortemente consigliata sia dalla Comunità Europea, sia dall’OMS. Ebbene ad oggi siamo a un nulla di fatto, e per questo motivo abbiamo scritto in questi giorni alla Direzione regionale Prevenzione per comunicare che il giorno 11 febbraio andremo con una nostra delegazione presso la sede veneziana della stessa Direzione a reclamare una risposta chiara e definitiva su quali siano le reali intenzioni della Regione Veneto sul tema biomonitoraggi. E’ chiaro fin da ora che non siamo disposti ad accettare ulteriori perdite di tempo, la situazione è talmente grave che siamo pronti ad agire in tutte le sedi e se necessario anche a procedere in forma autonoma”.

Per questo motivo e per sostenere le ingenti spese legali i comitati lanciamo un caloroso appello a tutti i cittadini a dare il loro sostegno, facendo un versamento anche minimo sul CC di Opzione Zero IBAN IT 64L0359901899050188525842, causale Inceneritore Fusina/Biomonitoraggi.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land

 

C.S. No Inceneritore Fusina 16 dicembre 2021

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Comitati nelle piazze 18-19 dicembre – notificato oggi il ricorso al Consiglio di Stato

Lo avevano già annunciato all’indomani della sentenza di rigetto del TAR Veneto, e oggi puntuale arriva la notifica del ricorso in appello al Consiglio di Stato: “Il giudizio del TAR era inaccettabile perché non entrava nel merito delle numerose contestazioni che abbiamo sollevato sull’inceneritore, ma si basava su una presunta illegittimità dei comitati e degli abitanti a presentare ricorso. Andare al secondo grado era per noi doveroso non solo per bloccare l’impianto di Veritas – affermano alcuni esponenti del coordinamento – ma anche per non far passare il principio secondo il quale i cittadini dovrebbero rassegnarsi a subire passivamente ogni decisione calata sulle loro teste. Ora abbiamo bisogno del sostegno anche economico delle persone che abitano il territorio metropolitano, per questo saremo in piazza con tanti gazebo il 18-19 dicembre nei Comuni di Venezia, Mira, Dolo, Mirano, Spinea, Mogliano”.
 
Per il fronte No Inceneritore che la strada intrapresa sia quella giusta trova ulteriori conferme nelle dichiarazione rese dell’Alto Commissario per i Diritti Umani lo scorso 13 dicembre al termine dell’ispezione svolta in Veneto e in altre parti del Paese: “Marcos A. Orellana, il relatore speciale delle Nazioni Unite con il quale abbiamo avuto il piacere di dialogare per ore, sembra aver recepito le nostre preoccupazioni, e giudichiamo molto importanti alcune affermazioni contenute nel report del 13 dicembre, soprattutto quando si parla del grave stato di inquinamento a Porto Marghera e in Veneto, della responsabilità delle istituzioni regionali e statali, della necessità di monitorare  molto più attentamente lo stato di salute della popolazione”.
 
In effetti il relatore speciale delle Nazioni Unite, ha espresso forti preoccupazioni sui PFAS: “Sono seriamente preoccupato dall’entità dell’inquinamento da Pfas in alcune aree della Regione Veneto. Più di 300mila persone sono state colpite dalla contaminazione dell’acqua…” e sul punto i comitati No Inceneritore hanno fatto presente i rischi derivanti dallo smaltimento dei fanghi e dei percolati negli inceneritori di Fusina e Padova.
 
Ma ha anche riconosciuto la grave e specifica situazione di porto Marghera: “Il progetto SENTIERI ha rilevato un eccesso di mesotelioma maligno, di cancro al polmone, al colon e allo stomaco, e di malattie respiratorie non maligne nelle popolazioni residenti nei SIN (…) Sono preoccupato per la situazione di Porto Marghera. Si tratta di un enorme complesso industriale che per decenni ha trascurato la protezione ambientale ed ha rilasciato rifiuti contaminanti pericolosi. È essenziale che il governo regionale monitori lo stato di salute dei residenti nella zona intorno a Porto Marghera…”
 
Un tema, quello dei biomonitoraggi, che è stato più volte sollecitato da comitati, medici, cittadini e anche dal Consiglio Regionale e dai Consigli Comunali di Venezia e Mira su iniziativa delle opposizioni, ma che il Dipartimento di Prevenzione continua a rinviare: “Sui biomonitraggi la Regione e l’USLL fanno melina, ma noi non siamo più disposti a perdere altro tempo – affermano i comitati – per questo non è escluso una nostra attivazione per altre vie, spiegheremo anche questo ai cittadini che passerranno a trovarci ai gazebo”.
 
Questi gli appuntamenti nelle piazze:
 
 sabato 18 dicembre dalle 9 alle 18 a: Marghera Piazza Mercato e via Paolucci, Mestre Viale San Marco (ex-cinema) e Piazza Barche, Venezia zona imbarcadero Zattere, Zelarino zona centro.
 
Sempre sabato solo al mattino (ore 9-13) a: Mira Piazza Municipio, Oriago Piazzetta ex Cinema Italia, Dolo via Mazzini, Mirano Piazzetta A. Moro, Spinea zona centro;
 
– domenica 19 dicembre ore 9-13 a: Malcontenta (chiesa), Cà Sabbioni (chiesa), Dolo via Mazzini.
 
Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land
 
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Comunicato stampa congiunto 04 dicembre 2021
 
Venezia insostenibile, i comitati incontrano la delegazione ONU per i diritti umani
 
Si è svolta questa mattina la conferenza stampa dei comitati metropolitani di Venezia, che nella giornata di ieri hanno incontrato la delegazione dell’alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani, in missione in Italia grazie anche all’interessamento del movimento NO PFAS.
 
Simbolico il luogo scelto per l’iniziativa, il terminal traghetti di Fusina: “Abbiamo scelto di venire qui questa mattina – affermano gli esponenti dei comitati – perché qui siamo nel cuore di Porto Marghera a due passi dal nuovo inceneritore di Veritas; ma siamo vicino anche alle banchine dove si vogliono portare le grandi navi scavando nuovi e vecchi canali, alle centrali termoelettriche di Enel e di Edison che si vogliono far passare come “verdi” grazie al gas, al Vallone Moranzani. I Commissari dell’ONU hanno voluto sentire anche la voce dei comitati, e a differenza delle nostre istituzioni, ci hanno ascoltato molto attentamente per ore. Abbiamo raccontato tutta l’eredità di veleni e di inquinamento che ha caratterizzato il più grande Sito di Interesse Nazionale d’Italia (Porto Marghera), e tutto il territorio circostante. Ma abbiamo anche raccontato loro quanto nefasto sia il futuro di questa area con tutti i progetti devastanti che hanno in serbo Regione Veneto e Comune. Altro che capitale della sostenibilità come vorrebbe il Sindaco Brugnaro, qui siamo in uno dei luoghi più inquinati del Paese. E le ricadute sull’ambiente e sulla salute della popolazione sono pesantissimi non da oggi”.
 
Il futuro che si prospetta per l’area metropolitana di Venezia è fatto di filiere velenose come per esempio lo smaltimento tramite incenerimento di rifiuti speciali e di fanghi contaminati da PFAS, di strutture e infrastrutture pensate per un un turismo predatorio e di massa, di cementificazione grandi opere e speculazione edilizia dentro e fuori la città, di centrali e mega depositi che privilegiano ancora una volta i gas fossili. Niente sulle bonifiche, niente sulle rinnovabili e sulla riduzione dei consumi energetici, sulla riqualificazione del sistema urbano e del territorio, sulla riconversione ecologica dei processi produttivi. Si parla di transizione ecologica, ma in realtà dietro alla retorica del “green” si profilano scenari distruttivi che ancora una volta rispondono solo alla logica del profitto. “Eppure Venezia è una delle Città simbolo dei cambiamenti climatici – dicono i comitati – è incredibile la spregiudicatezza e l’inadeguatezza di una classe dirigente che non è in grado e non vuole affrontare davvero la crisi che stiamo attraversando. A tutto questo i comitati dell’area metropolitana hanno deciso di rispondere in modo unitario, intrecciando vertenze, mobilitazioni e proposte comuni, fattibili, ecologiche e sostenibili”.
 
Il primo appuntamento è per il week end del 18-19 dicembre, due giornate di gazebo per raccogliere fondi a sostegno della battaglia legale contro l’inceneritoredi Fusina e per sensibilizzare la popolazione. Una iniziativa alla quale ne seguiranno molte altre già in cantiere, per costruire dal basso la vera transizione ecologica.
 
Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land
 
 

 

https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2021/12/ven-Venezia-Marghera-mobilitazione-contro-inceneritore-di-Fusina-6de21d2a-6aee-462c-84bd-e6527787eb09.html

 

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Sostieni anche tu il ricorso al Consiglio di Stato contro l’inceneritore di Veritas a Fusina!

Per contribuire al ricorso è possibile fare fin da subito un versamento sul cc intestato a Opzione Zero con causale “ricorso Consiglio di Stato no inceneritore Fusina” (IBAN IT12C0501812101000017280280)

 

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NATI AVVELENATI? 
Contaminazione ambientale e danni alla salute
Biomonitoraggio e azioni per tutelare la Salute pubblica
sabato 30 ottobre 2021 – ore 09.30
Cinema Dante a Mestre
 
In un momento in cui la Salute “sembra” essere tornata in cima alle priorità, si continua a far finta di niente sul grave stato di inquinamento dei territori e si continuano ad autorizzare grandi opere e impianti nocivi come gli INCENERITORI. Nè parliamo in questo importante CONVEGNO IN CUI sarà sviluppato un approfondimento sui BIOMONITORAGGI come strumento fondamentale per valutare l’accumulo di inquinanti nei bambini e negli adulti.
Di rilievo e molto qualificata la platea dei relatori scientifici. 
 
prima sessione 
L’INQUINAMENTO CHIMICO COME RISCHIO PER LA SALUTE
Modera Paolo Regini, Pediatra; Gruppo Medici per l’Ambiente, Venezia
– Amerigo Zona (Dip. Ambiente e Salute, Istituto Superiore di Sanità) – V Rapporto Progetto SENTIERI: la salute della popolazione residente nel SIN di Venezia (Porto Marghera);
Vitalia Murgia, (Pediatra ISDE Italia)  CONTAMINAZIONE DA PFAS: effetti sulla salute e riduzione del rischio;
– Gianni Tamino (Comitato Scientifico, ISDE Italia)  BIOMONITORAGGI: uno strumento efficace per la protezione della salute delle persone
– Lucia Magagnato (Pediatra, Gruppo Medici per l’Ambiente, Venezia) DIFENDIAMO LA SALUTE DEI BAMBINI 
 
seconda sessione 
VIVERE IN UN TERRITORIO INQUINATO – TESTIMONIANZE 
Modera Nadia Piazza
– Loretta Prati, Nonna di Forlì BIOMONITORAGGIO A FORLI’: la mobilitazione e le istanze delle mamme
 – Michela Piccoli (mamme No PFAS)  PFAS LAND: la lotta delle mamme NO PFAS per il futuro dei loro bambini;
–  Nadia Piazza (Progetto Nascere Meglio) BIOMONITORAGGI NELL’AREA METROPOLITANA DI VENEZIA: cosa chiedono e perché oltre mille mamme veneziane;
 
terza sessione 
COME AGIRE PER TUTELARE LA SALUTE PUBBLICA E L’AMBIENTE 
Modera Siro Valmassoni, Medico anestesista, ISDE Italia
Tavola rotonda con: Comitato Opzione Zero; Fridays for Future; Assemblea Permanente contro il rischio chimico; Extinction rebellion  
 
Il convegno si svolgerà in presenza nel rispetto delle norme anti-Covid, ma sarà possibile seguire anche la diretta on-line (il link sarà trasmesso in seguito).
organizzato da: Comitato Opzione Zero Riviera del Brenta – Associazione Progetto nascere meglio – Assemblea permanente contro il Rischio Chimico Marghera – Medicina Democratica – Coordinamento associazioni MARES Mogliano –Ecoistituto Alex Langer – Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea – Associazione APIO – Associazione Valore Ambiente Mirano 
Con il patrocinio dall’Associazione nazionale Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
 

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Comunicato stampa Coordinamento No Inceneritore Fusina 11.09.2021
 
Biomonitoragi: Regione Veneto e ULSS perdono ancora tempo
 
 
“Sui biomonitoraggi Regione Veneto e ULSS perdono ancora tempo prezioso, e l’ipotesi che non si voglia dar seguito agli impegni presi sembra ogni giorno più concreta”, questa la secca conclusione a cui sono giunti i comitati e le associazioni dopo l’ultimo rinvio al 6 ottobre della riunione operativa con l’ULSS 3 per mettere a punto le modalità della sperimentazione finalizzata a misurare il livello di metalli pesanti nelle unghie dei bambini e di diossine nel latte materno nell’area metropolitana di Venezia.

Tutto era iniziato con la petizione promossa a luglio 2020 dall’associazione Progetto Nascere Meglio che, supportata dai comitati No Inceneritore Fusina, aveva raccolto l’adesione di oltre 1000 genitori veneziani. A questa aveva fatto seguito l’appello rivolto direttamente al Presidente Luca Zaia da parte di decine tra medici e pediatri del territorio metropolitano. Nel mese di dicembre 2020 era passata in Consiglio Regionale la mozione depositata dalla consigliera Erika Baldin che impegnava la Giunta ad attivarsi in tal senso. Sempre all’inizio di dicembre i comitati No Inceneritore, durante la manifestazione davanti alla sede della Protezione Civile di Marghera, avevano ottenuto l’impegno degli assessori alla sanità Manuela Lanzarin e all’ambiente Gianpaolo Bottacin. Finalmente il 23 aprile scorso l’incontro tra la delegazione di comitati, medici ISDE e la Direzione Prevenzione della Regione Veneto, guidata dalla Dott.ssa Francesca Russo, che pareva sbloccare la situazione. Poi solo continui rinvii, prima a luglio, poi ad agosto, ora il 6 ottobre, nonostante nel frattempo sia il Consiglio Comunale di Venezia, sia quello di Mira si siano espressi a gran voce per chiedere i biomonitoraggi.

“In tempi di pandemia, il tema della tutela della salute sembra sia diventato finalmente una priorità per tutti, anche per le forze politiche, per gli amministratori locali e di Governo che per anni con la loro azione hanno contribuito a smantellare il sistema sanitario pubblico. Ma è solo un’illusione, visto che tutto ciò che non riguarda il Covid, soprattutto tutto ciò che riguarda la prevenzione, non rientra nemmeno nella lista delle priorità. Non stiamo chiedendo la Luna nel pozzo, stiamo chiedendo solo quello che la Regione Veneto dovrebbe fare di prassi, e che l’OMS e la Comunità Europea raccomandano da anni: l’avvio sperimentale dei biomonitraggi, una modalità di indagine poco costosa ed efficace che permette di testare quale è il livello di accumulo interno di microinquinanti organici e inorganici in una popolazione che vive in uno dei territori più inquinati del mondo. – affermano i comitati promotori dell’iniziativa – Il 6 ottobre parteciperemo all’incontro proposto ma, con queste premesse, dichiariamo fin d’ora che non siamo più disposti a perdere tempo. Ulteriori rinvii o indecisioni saranno interpretati come chiaro segno di non volontà a proseguire il percorso iniziato”.

A preoccupare associazioni e comitati è anche la nota di risposta dell’ULSS 3 al Consiglio Comunale di Mira dopo la mozione approvata lo scorso 29 giugno. Nella lettera a firma del Direttore della Unità Operativa Servizio Igiene e Sanità Pubblica, dott. Vittorio Selle, non solo si mette in discussione l’efficacia dei biomonitraggi, ma si tende a mettere in diretta relazione la richiesta di screening con la questione inceneritore Fusina, tra l’altro dando ampie rassicurazioni sulla correttezza dei controlli e la non pericolosità di questo impianto.

Sul punto ribattono i comitati: “Il biomonitraggio serve per verificare gli effetti dell’inquinamento diffuso e lo stato attuale di salute di una popolazione che vive in un territorio altamente industrializzato e infrastrutturato. L’inceneritore di Fusina chiaramente non è l’unica fonte di inquinamento, ma certamente andrà a contribuire significativamente in un quadro già molto compromesso e di cui non si è voluto tenere conto in fase di valutazione e approvazione del progetto. Quanto alle rassicurazioni sul monitoraggio delle emissioni gassose effettuato da Ecoprogetto-Veritas, informiamo il Dott. Selle come ARPAV non abbia ancora certificato l’avvenuta ottemperanza delle prescrizioni date; un ritardo anomalo che forse si spiega con le numerose irregolarità e mancanze nelle procedure adottate e da noi denunciate a fine maggio. Appena pronto faremo avere anche a lui il nostro dossier in merito; potrebbe essere utile nello svolgimento delle sue precipue funzioni di controllo. Soprattutto avremo cura di invitare lui e tutta la Direzione regionale Prevenzione al convegno scientifico che stiamo organizzando per il prossimo autunno proprio sul tema biomonitraggi”.

 

Coordinamento comitati e associazioni No Inceneritore Fusina

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land

 

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Comunicato stampa No Inceneritore Fusina 17 giugno 2021

Attraversare i territori, unire le lotte: comitati e associazioni insieme ai Climate Riders per il Tour du PFAS sabato 19 giugno

Anche i comitati e le associazioni del coordinamento No Inceneritore Fusina partecipano alla pedalata promossa dall’associazione sportiva The Climate Riders per sabato 19 giugno, che ha già nel nome una connotazione molto chiara: Le Tour du PFAS.

Il bike tour partirà infatti dalla Miteni di Trissino, la fabbrica che per anni ha sversato impunemente enormi quantità di PFAS contaminando una delle falde acquifere più grandi d’Europa e il sangue di centinaia di migliaia di persone. I Climate Riders saranno accompagnati in questo primo tratto dai comitati vicentini come PFAS Land e Mamme NO PFAS e faranno tappa al Tribunale di Vicenza dove è in corso il processo penale contro i responsabili di questo grave disastro ambientale.

Proseguiranno poi verso Padova, dove, alle porte della Città, saranno pronti ad accoglierli i comitati che si battono contro il revamping dell’inceneritore di Hestambiente per attraversare insieme il centro cittadino fino al contestato impianto nei pressi di Camin, dove si svolgerà un presidio di protesta.

Infine saranno i Comitati contro l’inceneritore di Fusina ad accogliere i ciclo-attivisti già in Riviera del Brenta, per dirigersi poi verso il presidio di Piazza Municipio a Marghera, dove confluiranno associazioni e comitati veneziani, del miranese e da Mogliano.

La tappa finale sarà proprio Fusina con passaggio a Malcontenta, là dove si trova l’altro grande inceneritore di Ecoprogetto-Veritas, che insieme a quello di Padova andrà a bruciare non solo rifiuti, ma anche fanghi, percolati e altri residui della filiera dei processi di bonifica e depurazione dei PFAS. Un progetto regionale folle che andrà ad aggravare ancora di più l’impatto di questi impianti, la contaminazione ambientale e i rischi per la salute della popolazione.

Il Tour du PFAS sarà dunque un modo per riscoprire alcune delle bellezze regionali, ma anche per attraversare i luoghi dei disastri ambientali che minacciano il territorio, la salute e il paesaggio del Veneto, e per incontrare tante persone che amano la loro terra e la difendono.

Una iniziativa accolta e sostenuta con grande favore dai comitati del veneziano visto che si svolgerà alla vigilia dell’udienza del TAR Veneto (prevista per il 23 giugno) sul corposo ricorso presentato a fine 2020 per bloccare i piani di Veritas, dei suoi soci privati della Bioman (gruppo FINAM) e della Regione Veneto.

Per la zona del veneziano questi gli appuntamenti: ore 14.00 in centro a Dolo, ore 14.45 in Piazza Municipio a Mira, ore 15.30 in via Veronese (Graspo d’Uva) a Spinea, ore 16.00 presidio in Piazza Municipio a Marghera, ore 16.45 passaggio per Malcontenta, ore 17.15 arrivo nei pressi dell’inceneritore di Fusina.

La pedalata sarà aperta a tutti coloro che vogliono partecipare anche solo per un tratto, e si svolgerà ad andatura tranquilla, in piena sicurezza e nel rispetto delle norme anti-covid.

I comitati invitano alla massima partecipazione.

Per maggiori informazioni si rimanda alla pagina dell’evento facebook sulla pagina No Inceneritore Fusina.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione Progetto nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- PFAS-Land

 

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Comunicato stampa coordinamento No Inceneritore Fusina 29 maggio 2021

Inceneritore, i comitati denunciano gravi inadempienze di Ecoprogetto e degli organi di controllo

 

Nutrita conferenza stampa dei comitati No Inceneritore Fusina questa mattina davanti alla scuola elementare di Malcontenta per denunciare gravi inadempienze di Ecoprogetto-Veritas.

Nei mesi scorsi Veritas ha più volte rilasciato dichiarazioni roboanti circa la sicurezza e i controlli sul nuovo inceneritore di Fusina: “Il nostro impianto è sicuro e controllato”, e ancora “Le emissioni in atmosfera saranno monitorate costantemente, in modo trasparente e resteranno ampiamente sotto i limiti di legge”. Sulla stessa falsariga la Regione Veneto e vari Sindaci, tutti protesi a rassicurare i cittadini e a delegittimare i comitati.

Peccato che a soli 6 mesi dall’avvio della linea 1, avvenuto in data 1 dicembre 2020, gli stessi comitati hanno scoperto vistose irregolarità circa il rispetto delle prescrizioni imposte a Ecoprogetto con il provvedimento autorizzativo, e grosse lacune da parte degli organi di controllo, ARPAV e Regione, contro i quali ora scatta una diffida formale.

I comitati puntano il dito in particolare sull’attività di monitoraggio delle emissioni gassose: secondo quanto stabilito nel parere di VIA e nell’autorizzazione integrata ambientale, Ecoprogetto avrebbe dovuto svolgere una prima indagine sulle ricadute degli inquinanti prima dell’avvio della linea 1, e successivamente una seconda entro tre mesi dall’accensione dello stesso forno; ciò al fine di valutare gli effetti dell’attività di incenerimento rispetto alla situazione di partenza. Nel dettaglio Ecoprogetto ha ufficialmente dichiarato che l’indagine ante operam sarebbe stata svolta tra il 15 ottobre e il 30 novembre 2020, mentre quella post operam dal primo di aprile al 5 maggio 2021. Secondo il piano approvato dalla regione Veneto, le misurazioni avrebbero dovuto essere eseguite in 6 punti fissi con rilevatori per acido cloridrico, acido fluoridrico e ammoniaca e in altri tre punti per mezzo di centraline mobili in grado di registrare i dati su altri inquinanti come particolato, metalli, diossine, NOx e altro. Tutti questi punti sono stati indicati con tanto di coordinate geografiche.

Nel mese di febbraio 2021 il coordinamento No Inceneritore Fusina, scaduti i termini per lo svolgimento del monitoraggio, aveva presentato richiesta di accesso agli atti per avere i risultati delle analisi. Di fronte alle risposte evasive di Regione Veneto e ARPAV, i comitati, insospettiti, hanno iniziato un’attività di inchiesta autonoma che ha portato a scoprire fatti di una gravità inaudita.

Tanto per cominciare i 6 rilevatori fissi non sono mai stati posizionati nei punti indicati da Ecoprogetto. Infatti 4 di questi dovevano essere installati in altrettante abitazioni private, uno nel campeggio di Fusina, e uno nella scuola elementare di Malcontenta; ma dalle testimonianze dirette raccolte all’inizio di maggio da un consigliere della Municipalità di Marghera e da un Consigliere comunale di Mira presso i proprietari di queste abitazioni, presso la scuola e il campeggio, risulta che in questi edifici nessuno ha mai installato niente.

Approfondendo l’indagine i comitati hanno poi scoperto che sui pali della luce situati in prossimità di alcuni di questi punti sono stati effettivamente posizionati quelli che sembrano essere dei campionatori; secondo i testimoni però, ciò sarebbe avvenuto solo tra la fine di aprile e l’inizio di maggio 2021, quindi in un periodo successivo a quelli in cui si sarebbero dovute svolgere le campagne di misurazione.

Per di più diverse altre testimonianze, raccolte anche in forma di dichiarazione scritta, attestano che almeno due delle tre centraline mobili, quelle posizionate in via Moranzani, sarebbero comparse solo dopo l’accensione dell’impianto.

“Altro che sicurezza e trasparenza – attaccano i comitati – qui siamo di fronte a una situazione intollerabile, in cui il soggetto controllato fa il controllore di sé stesso, mentre gli organismi di vigilanza latitano o si accontentano delle autocertificazioni. In questa situazione Ecoprogetto può fare il bello e il cattivo tempo, anche permettersi il lusso di scegliere come, se e quando conformarsi alle prescrizioni date. Le mancanze e le difformità che abbiamo scoperto e denunciato dimostrano che l’attendibilità dei dati e delle informazioni fornite da Ecoprogetto-Veritas è alquanto dubbia”.

Di fronte a una situazione di questo genere, quale fiducia possono avere i cittadini in una società che gestisce in questo modo un impianto così pericoloso? O quale fiducia possono avere nelle istituzioni che dovrebbero vigilare per proteggere la loro incolumità, e che invece troppo spesso chiudono gli occhi? “Il 23 giugno prossimo il nostro ricorso sarà discusso al TAR, faremo pesare anche in quella sede le inadempienze di Ecoprogetto-Veritas. In questi giorni agiremo però anche per altre vie, sarà inviata una diffida verso Regione Veneto e ARPAV – incalzano i comitati – affinché dispongano il blocco immediato dell’impianto e impongono a Ecoprogetto di rifare le campagne di monitoraggio sulle emissioni gassose nei modi e nei tempi corretti e in piena trasparenza”.

I comitati annunciano infine una nuova grande manifestazione per il 19 giugno, il “Tour des PFAS”, una biciclettata promossa dall’associazione Climate Riders con l’appoggio dei comitati di Venezia, Padova e Vicenza. Si partirà dalla Miteni di Trissino (la fabbrica che per anni ha sversato PFAS in falda creando uno dei più gravi disastri ambientali degli ultimi anni), per arrivare prima all’inceneritore di Padova in fase di revamping e poi a quello di Fusina, i due impianti pensati anche e soprattutto per smaltire i fanghi e i percolati inquinanti.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land

 

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