[COMUNICATO STAMPA] CORDINAMENTO NO INCENERITORE FUSINA: CONSIGLIO DI STATO, DECISIONE POLITICA
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19
mag
2022
Comunicato Stampa Coordinamento No Inceneritore Fusina
18 maggio 2022
Sentenza “politica” del Consiglio di Stato, la lotta va avanti
I comitati e le associazioni del Coordinamento No Inceneritore Fusina reagiscono duramente dopo la sentenza del Consiglio di Stato che boccia il ricorso in appello per fermare l’inceneritore di Veritas: “Dopo la sentenza negativa del TAR, avevamo la fondata speranza che l’influenza della politica e delle lobby che gravitano intorno al business dei rifiuti non arrivasse tanto in alto, ma evidentemente ci sbagliavamo. La decisione del Consiglio di Stato è addirittura peggio di quella di primo grado. Le conseguenze della sentenza non solo espongono la popolazione dell’area metropolitana a gravi rischi per la salute, ma sanciscono un principio estremamente pericoloso secondo il quale né i cittadini, né le associazioni e i comitati ambientalisti sono legittimati a mettere in discussione progetti e decisioni che hanno un impatto diretto sul territorio in cui sono radicati e sulla vita delle persone. Una sentenza che del resto si allinea al diktat del Governo Draghi, che dopo la pandemia e ora con la guerra in corso alle porte dell’Europa, sta progressivamente svuotando le istituzioni democratiche, a cominciare dal Parlamento, per dare la stura alle peggiori politiche sviluppiste, industrialiste e fossili degli ultimi decenni, nemiche dell’ambiente e del Clima, alla faccia della tanto sbandierata transizione ecologica. Da questo punta di vista non sfugge per esempio che tre dei magistrati del collegio giudicante (Luca Lamberti, Michele Conforti e Giuseppe Rotondo) sono gli stessi che nel 2021, sempre in Consiglio di Stato, hanno accolto il ricorso Arcelor-Mittal Spa e Ilva Spa contro l’ordinanza del Sindaco di Taranto che avrebbe sospeso gli impianti della famigerata acciaieria”.
La sentenza del Consiglio di Stato, così come era stato per il TAR, non entra minimamente nel merito delle tante contestazioni tecniche sollevate dai comitati, estrapola e banalizza in modo strumentale alcuni passaggi della relazione medica di ISDE, glissa completamente le argomentazioni esposte nel recente parere dell’Istituto Superiore di Sanità che pure metteva in evidenza gravi carenze istruttorie in sede di valutazione di impatto ambientale, confermando le tesi dei comitati, non considera nemmeno alcune violazioni di legge connesse all’approvazione del progetto.
Il respingimento si basa esclusivamente sulla presunta non legittimazione delle associazioni ricorrenti e degli abitanti di Malcontenta a presentare il ricorso. Parliamo di cittadini che abitano in prossimità dell’inceneritore ed esposti direttamente ai fumi velenosi che escono dai camini; di realtà radicate da anni nei territori di Mestre, Marghera, Riviera del Brenta protagoniste di tante battaglie ambientali, addirittura di una associazione nazionale come Medicina Democratica, che proprio a Porto Marghera ha dato un contributo fondamentale nelle azioni e nei processi per contrastare le produzioni nocive del petrolchimico.
“E’ un principio pericoloso e inaccettabile – rincarano la dose i comitati – che dimostra come ormai in questo Paese la democrazia stia diventando una farsa: da un lato si inserisce la tutela dell’ambiente tra i principi della Costituzione, dall’altra si annulla la possibilità per i cittadini di difendersi e di esercitare il diritto a vivere in un ambiente sano. E’ ormai evidente come in una situazione di crisi globale e generalizzata, che è prima di tutto una crisi ecologica, la logica miope del profitto stia facendo piazza pulita di ogni possibile mediazione sociale, mostrando quale è il vero volto di un sistema economico che sta letteralmente distruggendo la vita sul Pianeta. Noi a questa logica non ci arrendiamo, così come non ci arrendiamo a questa decisione dei giudici perché riteniamo che le nostre istanze siano giuste e fondate. Stiamo valutando la possibilità di fare un ulteriore ricorso, a questo punto in sede europea; ma oltre a questo metteremo in atto tutte le risorse che abbiamo a disposizione per fermare questo impianto nocivo e obsoleto. Annunciamo fin da subito che saremo in piazza il 28 maggio a Venezia insieme agli altri comitati veneziani e metropolitani per contrastare la devastazione del nostro territorio. Lanciamo inoltre un appello accorato a tutti i cittadini, alle associazioni e ai comitati a dare un proprio contributo economico per sostenere la battaglia contro l’inceneritore: la sentenza del Consiglio di Stato è infatti oltremodo ingiusta perché condanna i ricorrenti a pagare le spese legali delle controparti, e si tratta di cifre ingenti, almeno 15.000 euro. Invitiamo pertanto a far pervenire il proprio sostegno tramite bonifico bancario sul conto corrente del Comitato Opzione Zero (IBAN IT 64L0359901899050188525842) causale No Inceneritore Fusina”.
Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, AssociazioneProgetto Nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land
C.S. CONGIUNTO 08/02/22 – Inchiesta Bioman: l’inceneritore di Fusina fa parte del sistema
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8
feb
2022
Comunicato Stampa 08-02.2022
C.S. NO Inceneritore Fusina 04/01/22 – Ricorso al Consiglio di Stato: la partita è ancora aperta!
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4
feb
2022
Ricorso al Consiglio di Stato: la partita è ancora aperta!
Dopo la bocciatura del primo ricorso da parte del TAR Veneto, è arrivata in questi giorni la decisione del Consiglio di Stato sulla richiesta di sospensiva depositata in appello dai comitati, a seguito della discussione avvenuta lo scorso 27 gennaio a Roma.Si tratta di una decisione positiva per i comitati del Coordinamento No Inceneritore Fusina, che dichiarano: “La partita legale è ancora aperta! Il Consiglio di Stato ha di fatto accolto la nostra richiesta di sospensiva fissando a breve l’udienza per la discussione sul merito del ricorso, precisamente il 21 aprile. Un esito non scontato, perché se il collegio giudicante avesse riconosciuto come valide le eccezioni sollevate dal TAR Veneto sulla nostra legittimazione a presentare ricorso, allora ci sarebbe stato un inevitabile respingimento, e a quel punto l’unica strada percorribile sarebbe stato un ulteriore ricorso a livello europeo. Ma così non è stato, grazie soprattutto al grande lavoro svolto delle nostre legali per dimostrare la piena sussistenza dei requisiti delle associazioni e delle persone fisiche ad agire in sede legale per opporsi al provvedimento autorizzativo emesso dalla Regione Veneto, e per dimostrare una volta di più la fondatezza delle numerose e importanti contestazioni che abbiamo posto. E’ un primo risultato già importante, ora ci auguriamo che il Consiglio di Stato si avvii ad esprimere un giudizio anche di merito sulle nostre contestazioni”.Ma non è tutto, perché ancora prima della discussione presso il Consiglio di Stato, della documentazione difensiva depositata dalle controparti, in particolare da Ecoprogetto Venezia srl, sono emersi ai nostri occhi dei fatti inquietanti, in particolare per quanto riguarda i controlli delle emissioni: ”Avevamo già sollevato in precedenza forti dubbi sulle misurazioni e sulle simulazioni presentate da Ecoprogetto per quanto riguarda in particolare le emissioni gassose dell’impianto e le ricadute sul territorio – denunciano i comitati – che ora trovano ulteriori conferme. Risulta infatti che il campionamento dei gas prelevati a camino, fase molto importante e delicata nel processo di analisi, è stata affidata totalmente a Lecher srl, una società controllata direttamente da Veritas Spa per il 50%, e per l’altro 50% detenuta dalla Depuracque di Salzano, che a sua volta è al 100% di Veritas. Per di più, il Direttore di Depuracque è Massimo Zanutto, il quale ricopre la stessa carica per l’inceneritore di Ecoprogetto. Altro che conflitto di interessi, qui siamo al punto che il controllato è controllore di sé stesso! E’ inaudito che la Regione Veneto e ARPAV non intervengano imponendo che tutte le fasi di controllo e analisi siano affidate a soggetti terzi e indipendenti. Presenteremo a breve un dossier molto dettagliato su questi aspetti molto preoccupanti”.
Sul tema inquinamento tornano alla carica i comitati metropolitani tutti insieme: “Da ormai troppi giorni si registrano altissimi livelli di inquinamento atmosferico – riaffermano le realtà ecologiste – con gravi rischi per la salute delle persone e in particolare dei bambini. Eppure la politica e le istituzioni preposte, a cominciare da quelle sanitarie, non stanno facendo nulla di concreto. Come se questa non fosse un’emergenza sanitaria e ambientale. L’inceneritore di Fusina è solo l’ultimo degli impianti e delle opere nocive che vanno quotidianamente a sputare veleni sul nostro territorio. Dopo le richieste di tanti medici genitori e comitati, dopo le mozioni votate in Consiglio Regionale e nei Consigli comunali di Venezia e Mira, avevamo finalmente ottenuto un tavolo di confronto per avviare i biomonitoraggi al fine di sapere quale è il reale livello di inquinanti accumulati nell’organismo delle persone che abitano nel territorio metropolitano intorno a Porto Marghera. Una forma di indagine fortemente consigliata sia dalla Comunità Europea, sia dall’OMS. Ebbene ad oggi siamo a un nulla di fatto, e per questo motivo abbiamo scritto in questi giorni alla Direzione regionale Prevenzione per comunicare che il giorno 11 febbraio andremo con una nostra delegazione presso la sede veneziana della stessa Direzione a reclamare una risposta chiara e definitiva su quali siano le reali intenzioni della Regione Veneto sul tema biomonitoraggi. E’ chiaro fin da ora che non siamo disposti ad accettare ulteriori perdite di tempo, la situazione è talmente grave che siamo pronti ad agire in tutte le sedi e se necessario anche a procedere in forma autonoma”.
Per questo motivo e per sostenere le ingenti spese legali i comitati lanciamo un caloroso appello a tutti i cittadini a dare il loro sostegno, facendo un versamento anche minimo sul CC di Opzione Zero IBAN IT 64L0359901899050188525842, causale Inceneritore Fusina/Biomonitoraggi.
Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land
C.S. No Inceneritore Fusina 16 dicembre 2021
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19
dic
2021
Comitati nelle piazze 18-19 dicembre – notificato oggi il ricorso al Consiglio di Stato
C.S. CONGIUNTO 04/12/21 – Venezia insostenibile, i comitati incontrano la delegazione ONU per i diritti umani
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7
dic
2021
Sostieni anche tu il ricorso al Consiglio di Stato contro l’inceneritore di Veritas a Fusina!
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10
nov
2021
Sostieni anche tu il ricorso al Consiglio di Stato contro l’inceneritore di Veritas a Fusina!
Per contribuire al ricorso è possibile fare fin da subito un versamento sul cc intestato a Opzione Zero con causale “ricorso Consiglio di Stato no inceneritore Fusina” (IBAN IT12C0501812101000017280280)
NATI AVVELENATI? CONVEGNO SU BIOMONITORAGGI E INQUINAMENTO – SABATO 30 OTTOBRE
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24
ott
2021
C.S. No Inceneritore Fusina 11/09/2021 – Biomonitoragi: Regione Veneto e ULSS perdono ancora tempo
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11
set
2021
Tutto era iniziato con la petizione promossa a luglio 2020 dall’associazione Progetto Nascere Meglio che, supportata dai comitati No Inceneritore Fusina, aveva raccolto l’adesione di oltre 1000 genitori veneziani. A questa aveva fatto seguito l’appello rivolto direttamente al Presidente Luca Zaia da parte di decine tra medici e pediatri del territorio metropolitano. Nel mese di dicembre 2020 era passata in Consiglio Regionale la mozione depositata dalla consigliera Erika Baldin che impegnava la Giunta ad attivarsi in tal senso. Sempre all’inizio di dicembre i comitati No Inceneritore, durante la manifestazione davanti alla sede della Protezione Civile di Marghera, avevano ottenuto l’impegno degli assessori alla sanità Manuela Lanzarin e all’ambiente Gianpaolo Bottacin. Finalmente il 23 aprile scorso l’incontro tra la delegazione di comitati, medici ISDE e la Direzione Prevenzione della Regione Veneto, guidata dalla Dott.ssa Francesca Russo, che pareva sbloccare la situazione. Poi solo continui rinvii, prima a luglio, poi ad agosto, ora il 6 ottobre, nonostante nel frattempo sia il Consiglio Comunale di Venezia, sia quello di Mira si siano espressi a gran voce per chiedere i biomonitoraggi.
“In tempi di pandemia, il tema della tutela della salute sembra sia diventato finalmente una priorità per tutti, anche per le forze politiche, per gli amministratori locali e di Governo che per anni con la loro azione hanno contribuito a smantellare il sistema sanitario pubblico. Ma è solo un’illusione, visto che tutto ciò che non riguarda il Covid, soprattutto tutto ciò che riguarda la prevenzione, non rientra nemmeno nella lista delle priorità. Non stiamo chiedendo la Luna nel pozzo, stiamo chiedendo solo quello che la Regione Veneto dovrebbe fare di prassi, e che l’OMS e la Comunità Europea raccomandano da anni: l’avvio sperimentale dei biomonitraggi, una modalità di indagine poco costosa ed efficace che permette di testare quale è il livello di accumulo interno di microinquinanti organici e inorganici in una popolazione che vive in uno dei territori più inquinati del mondo. – affermano i comitati promotori dell’iniziativa – Il 6 ottobre parteciperemo all’incontro proposto ma, con queste premesse, dichiariamo fin d’ora che non siamo più disposti a perdere tempo. Ulteriori rinvii o indecisioni saranno interpretati come chiaro segno di non volontà a proseguire il percorso iniziato”.
A preoccupare associazioni e comitati è anche la nota di risposta dell’ULSS 3 al Consiglio Comunale di Mira dopo la mozione approvata lo scorso 29 giugno. Nella lettera a firma del Direttore della Unità Operativa Servizio Igiene e Sanità Pubblica, dott. Vittorio Selle, non solo si mette in discussione l’efficacia dei biomonitraggi, ma si tende a mettere in diretta relazione la richiesta di screening con la questione inceneritore Fusina, tra l’altro dando ampie rassicurazioni sulla correttezza dei controlli e la non pericolosità di questo impianto.
Sul punto ribattono i comitati: “Il biomonitraggio serve per verificare gli effetti dell’inquinamento diffuso e lo stato attuale di salute di una popolazione che vive in un territorio altamente industrializzato e infrastrutturato. L’inceneritore di Fusina chiaramente non è l’unica fonte di inquinamento, ma certamente andrà a contribuire significativamente in un quadro già molto compromesso e di cui non si è voluto tenere conto in fase di valutazione e approvazione del progetto. Quanto alle rassicurazioni sul monitoraggio delle emissioni gassose effettuato da Ecoprogetto-Veritas, informiamo il Dott. Selle come ARPAV non abbia ancora certificato l’avvenuta ottemperanza delle prescrizioni date; un ritardo anomalo che forse si spiega con le numerose irregolarità e mancanze nelle procedure adottate e da noi denunciate a fine maggio. Appena pronto faremo avere anche a lui il nostro dossier in merito; potrebbe essere utile nello svolgimento delle sue precipue funzioni di controllo. Soprattutto avremo cura di invitare lui e tutta la Direzione regionale Prevenzione al convegno scientifico che stiamo organizzando per il prossimo autunno proprio sul tema biomonitraggi”.
Coordinamento comitati e associazioni No Inceneritore Fusina
Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land
C.S. CONGIUNTO 17/06/21 – Tutti in bici a Fusina sabato 19 giugno per il Tour du PFAS
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17
giu
2021
Comunicato stampa No Inceneritore Fusina 17 giugno 2021
Attraversare i territori, unire le lotte: comitati e associazioni insieme ai Climate Riders per il Tour du PFAS sabato 19 giugno
Anche i comitati e le associazioni del coordinamento No Inceneritore Fusina partecipano alla pedalata promossa dall’associazione sportiva The Climate Riders per sabato 19 giugno, che ha già nel nome una connotazione molto chiara: Le Tour du PFAS.
Il bike tour partirà infatti dalla Miteni di Trissino, la fabbrica che per anni ha sversato impunemente enormi quantità di PFAS contaminando una delle falde acquifere più grandi d’Europa e il sangue di centinaia di migliaia di persone. I Climate Riders saranno accompagnati in questo primo tratto dai comitati vicentini come PFAS Land e Mamme NO PFAS e faranno tappa al Tribunale di Vicenza dove è in corso il processo penale contro i responsabili di questo grave disastro ambientale.
Proseguiranno poi verso Padova, dove, alle porte della Città, saranno pronti ad accoglierli i comitati che si battono contro il revamping dell’inceneritore di Hestambiente per attraversare insieme il centro cittadino fino al contestato impianto nei pressi di Camin, dove si svolgerà un presidio di protesta.
Infine saranno i Comitati contro l’inceneritore di Fusina ad accogliere i ciclo-attivisti già in Riviera del Brenta, per dirigersi poi verso il presidio di Piazza Municipio a Marghera, dove confluiranno associazioni e comitati veneziani, del miranese e da Mogliano.
La tappa finale sarà proprio Fusina con passaggio a Malcontenta, là dove si trova l’altro grande inceneritore di Ecoprogetto-Veritas, che insieme a quello di Padova andrà a bruciare non solo rifiuti, ma anche fanghi, percolati e altri residui della filiera dei processi di bonifica e depurazione dei PFAS. Un progetto regionale folle che andrà ad aggravare ancora di più l’impatto di questi impianti, la contaminazione ambientale e i rischi per la salute della popolazione.
Il Tour du PFAS sarà dunque un modo per riscoprire alcune delle bellezze regionali, ma anche per attraversare i luoghi dei disastri ambientali che minacciano il territorio, la salute e il paesaggio del Veneto, e per incontrare tante persone che amano la loro terra e la difendono.
Una iniziativa accolta e sostenuta con grande favore dai comitati del veneziano visto che si svolgerà alla vigilia dell’udienza del TAR Veneto (prevista per il 23 giugno) sul corposo ricorso presentato a fine 2020 per bloccare i piani di Veritas, dei suoi soci privati della Bioman (gruppo FINAM) e della Regione Veneto.
Per la zona del veneziano questi gli appuntamenti: ore 14.00 in centro a Dolo, ore 14.45 in Piazza Municipio a Mira, ore 15.30 in via Veronese (Graspo d’Uva) a Spinea, ore 16.00 presidio in Piazza Municipio a Marghera, ore 16.45 passaggio per Malcontenta, ore 17.15 arrivo nei pressi dell’inceneritore di Fusina.
La pedalata sarà aperta a tutti coloro che vogliono partecipare anche solo per un tratto, e si svolgerà ad andatura tranquilla, in piena sicurezza e nel rispetto delle norme anti-covid.
I comitati invitano alla massima partecipazione.
Per maggiori informazioni si rimanda alla pagina dell’evento facebook sulla pagina No Inceneritore Fusina.
Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione Progetto nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- PFAS-Land
Inceneritore, i comitati denunciano gravi inadempienze di Ecoprogetto e degli organi di controllo
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29
mag
2021
Comunicato stampa coordinamento No Inceneritore Fusina 29 maggio 2021
Inceneritore, i comitati denunciano gravi inadempienze di Ecoprogetto e degli organi di controllo
Nutrita conferenza stampa dei comitati No Inceneritore Fusina questa mattina davanti alla scuola elementare di Malcontenta per denunciare gravi inadempienze di Ecoprogetto-Veritas.
Nei mesi scorsi Veritas ha più volte rilasciato dichiarazioni roboanti circa la sicurezza e i controlli sul nuovo inceneritore di Fusina: “Il nostro impianto è sicuro e controllato”, e ancora “Le emissioni in atmosfera saranno monitorate costantemente, in modo trasparente e resteranno ampiamente sotto i limiti di legge”. Sulla stessa falsariga la Regione Veneto e vari Sindaci, tutti protesi a rassicurare i cittadini e a delegittimare i comitati.
Peccato che a soli 6 mesi dall’avvio della linea 1, avvenuto in data 1 dicembre 2020, gli stessi comitati hanno scoperto vistose irregolarità circa il rispetto delle prescrizioni imposte a Ecoprogetto con il provvedimento autorizzativo, e grosse lacune da parte degli organi di controllo, ARPAV e Regione, contro i quali ora scatta una diffida formale.
I comitati puntano il dito in particolare sull’attività di monitoraggio delle emissioni gassose: secondo quanto stabilito nel parere di VIA e nell’autorizzazione integrata ambientale, Ecoprogetto avrebbe dovuto svolgere una prima indagine sulle ricadute degli inquinanti prima dell’avvio della linea 1, e successivamente una seconda entro tre mesi dall’accensione dello stesso forno; ciò al fine di valutare gli effetti dell’attività di incenerimento rispetto alla situazione di partenza. Nel dettaglio Ecoprogetto ha ufficialmente dichiarato che l’indagine ante operam sarebbe stata svolta tra il 15 ottobre e il 30 novembre 2020, mentre quella post operam dal primo di aprile al 5 maggio 2021. Secondo il piano approvato dalla regione Veneto, le misurazioni avrebbero dovuto essere eseguite in 6 punti fissi con rilevatori per acido cloridrico, acido fluoridrico e ammoniaca e in altri tre punti per mezzo di centraline mobili in grado di registrare i dati su altri inquinanti come particolato, metalli, diossine, NOx e altro. Tutti questi punti sono stati indicati con tanto di coordinate geografiche.
Nel mese di febbraio 2021 il coordinamento No Inceneritore Fusina, scaduti i termini per lo svolgimento del monitoraggio, aveva presentato richiesta di accesso agli atti per avere i risultati delle analisi. Di fronte alle risposte evasive di Regione Veneto e ARPAV, i comitati, insospettiti, hanno iniziato un’attività di inchiesta autonoma che ha portato a scoprire fatti di una gravità inaudita.
Tanto per cominciare i 6 rilevatori fissi non sono mai stati posizionati nei punti indicati da Ecoprogetto. Infatti 4 di questi dovevano essere installati in altrettante abitazioni private, uno nel campeggio di Fusina, e uno nella scuola elementare di Malcontenta; ma dalle testimonianze dirette raccolte all’inizio di maggio da un consigliere della Municipalità di Marghera e da un Consigliere comunale di Mira presso i proprietari di queste abitazioni, presso la scuola e il campeggio, risulta che in questi edifici nessuno ha mai installato niente.
Approfondendo l’indagine i comitati hanno poi scoperto che sui pali della luce situati in prossimità di alcuni di questi punti sono stati effettivamente posizionati quelli che sembrano essere dei campionatori; secondo i testimoni però, ciò sarebbe avvenuto solo tra la fine di aprile e l’inizio di maggio 2021, quindi in un periodo successivo a quelli in cui si sarebbero dovute svolgere le campagne di misurazione.
Per di più diverse altre testimonianze, raccolte anche in forma di dichiarazione scritta, attestano che almeno due delle tre centraline mobili, quelle posizionate in via Moranzani, sarebbero comparse solo dopo l’accensione dell’impianto.
“Altro che sicurezza e trasparenza – attaccano i comitati – qui siamo di fronte a una situazione intollerabile, in cui il soggetto controllato fa il controllore di sé stesso, mentre gli organismi di vigilanza latitano o si accontentano delle autocertificazioni. In questa situazione Ecoprogetto può fare il bello e il cattivo tempo, anche permettersi il lusso di scegliere come, se e quando conformarsi alle prescrizioni date. Le mancanze e le difformità che abbiamo scoperto e denunciato dimostrano che l’attendibilità dei dati e delle informazioni fornite da Ecoprogetto-Veritas è alquanto dubbia”.
Di fronte a una situazione di questo genere, quale fiducia possono avere i cittadini in una società che gestisce in questo modo un impianto così pericoloso? O quale fiducia possono avere nelle istituzioni che dovrebbero vigilare per proteggere la loro incolumità, e che invece troppo spesso chiudono gli occhi? “Il 23 giugno prossimo il nostro ricorso sarà discusso al TAR, faremo pesare anche in quella sede le inadempienze di Ecoprogetto-Veritas. In questi giorni agiremo però anche per altre vie, sarà inviata una diffida verso Regione Veneto e ARPAV – incalzano i comitati – affinché dispongano il blocco immediato dell’impianto e impongono a Ecoprogetto di rifare le campagne di monitoraggio sulle emissioni gassose nei modi e nei tempi corretti e in piena trasparenza”.
I comitati annunciano infine una nuova grande manifestazione per il 19 giugno, il “Tour des PFAS”, una biciclettata promossa dall’associazione Climate Riders con l’appoggio dei comitati di Venezia, Padova e Vicenza. Si partirà dalla Miteni di Trissino (la fabbrica che per anni ha sversato PFAS in falda creando uno dei più gravi disastri ambientali degli ultimi anni), per arrivare prima all’inceneritore di Padova in fase di revamping e poi a quello di Fusina, i due impianti pensati anche e soprattutto per smaltire i fanghi e i percolati inquinanti.
Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land
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