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Gazzettino – Asl 13, scoppia la guerra del patrono

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3

apr

2015

DOLO – La direzione unifica le festività, sparisce il riposo per S. Rocco: addetti in rivolta

Malumore e sconcerto fra i dipendenti dell’Asl 13 di Dolo per la decisione del direttore generale Gino Gumirato, resa esecutiva con la delibera 33 del 1. aprile (e non si tratta di uno scherzo), che sancisce come il giorno di riposo per il santo patrono da quest’anno non sia più il 16 agosto, ricorrenza storica di San Rocco, ma il lunedì di settembre già riconosciuto ai dipendenti di Mirano.

«È un’ulteriore dimostrazione che l’ospedale di Dolo non conta più nulla – sbottano i dipendenti – e che si sta incidendo anche sulle tradizioni del territorio».

Nella delibera il direttore generale così motiva la decisione: «L’organizzazione efficiente di un’azienda comporta, fra altro, che i casi di sospensione del servizio dovuti al festeggiamento del Santo Patrono di ciascuna sede siano ridotti quanto più possibile al fine di evitare che la mancata erogazione del servizio da parte di una sede possa ripercuotersi nei confronti delle altre. Nel passato è già stata effettuata una prima ’aggregazione’ dei patroni, portando il numero complessivo agli attuali tre; tuttavia l’evidenza ha dimostrato come si assista ad inefficienze dovute ancora una volta al fatto che le chiusure per tali festività di una delle sedi provoca impatti negativi sulle altre. Per tale motivo si ritiene opportuno unificare definitivamente per l’intera azienda il Santo Patrono individuando allo scopo la giornata del lunedì successivo al terzo sabato di settembre, Patrono corrispondente al Comune cui ha sede legale l’Azienda».

Ma i circa 1000 addetti della sede dolese si sentono defraudati di una tradizione che li lega a San Rocco e osservano: «Visto che i criteri addotti fanno riferimento all’efficienza, sicuramente chiudere il 16 di agosto, quando i servizi sono ridotti, è preferibile rispetto a un lunedì di settembre quando si è nella massima fase operativa. Questo anche a discapito della perdita delle festività, se il 16 agosto cade di domenica».

In una fase di criticità fra le due strutture, una decisione anche apparentemente banale sembra denotare la volontà di spostare verso Mirano la centralità dell’azienda e di sminuire ulteriormente l’importanza dell’unità dolese.

 

Zianigo. Protesta del comitato per far rispettare il limite dei 50 chilometri orari.

ZIANIGO – Tutto si può dire ma non che al comitato di via Desman manchino tempra e idee. Dopo 135 giorni di protesta in strada, dopo aver tappezzato la provinciale di striscioni e rottami di bicicletta e dopo aver simbolicamente dato inizio ai lavori per la pista ciclabile schierando ruspe e camion, i residenti arrivano a Pasqua con un’altra trovata: la safety-car. Idea presa in prestito dai circuiti di Formula 1, ora declinata ai problemi di via Desman per rallentare le auto, approfittando dei nuovi cartelli di limite dei 50 chilometri orari piazzati nei giorni scorsi sul rettilineo, da Mirano a Tre Ponti.

I residenti vorrebbero che ad occuparsene fossero i Comuni o la Provincia, ma sanno che non è possibile. Allora potrebbero schierarla loro, tanto mica è reato viaggiare piano e visto che i 50 orari non li rispetterà nessuno e controlli non se ne vedono, ecco la sorpresa nell’uovo pasquale: una vettura, guidata da uno dei membri del comitato, che viaggia in incognito in via Desman a 50 chilometri orari. Come chiedono i cartelli.

Gli altri? Tutti dietro. Imprecando probabilmente, azzardando qualche sorpasso e quindi, forse, mostrando ancor più la pericolosità della strada. Ma va bene così: perché in fondo l’obiettivo di chi protesta non sono i 50 all’ora, ma la pista ciclabile e i lavori sulle fognature che, in questa parte di territorio, sono ancora a cielo aperto.

Al comitato, insomma, non manca certo l’inventiva: «Solo condividendo con altre persone le nostre necessità, le nostre richieste e le nostre passioni possiamo trovare l’idea o la modalità per il cambiamento», afferma il portavoce Marino Dalle Fratte, «anche per questo continuiamo a trovarci tutte le mattine per mettere insieme le nostre necessità di vivere con più dignità in questa strada trafficata».

Filippo De Gaspari

 

Passante, aperto l’ultimo casello. L’Anas: piantati 50mila alberi

LA PROTESTA – Attivisti dei comitati con striscioni e cartelli

MARTELLAGO – “Passante, abbiamo dato. Paghi il debito chi ha rubato. Project bond-truffa”; “Grandi opere: Zaia come le tre scimmiette: non vedo, non sento non parlo”; “cento ettari di suolo agricolo deturpato dalla nuova strada: valeva la pena?”; “doppio casello-doppio spreco, di danaro, suolo e progettazione: chi ci guadagna?”.

Con cartelli come questi, fischietti e slogan allusivi dei recenti scandali, 70-80 persone, tenute a distanza dalle forze dell’ordine e assiepatesi lungo l’argine del Dese, hanno contestato la cerimonia di inaugurazione del casello.

Il gruppo più numeroso era quello di Opzione Zero. «Abbiamo colto l’occasione dell’inaugurazione, altri 70 milioni bruciati, per ribadire la protesta sulle grandi opere a livello veneto e nazionale, pensate per drenare miliardi a vantaggio della solite ditte: si sceglie sempre l’opzione più impattante e costosa anche con alternative più economiche e sostenibili. Un problema di sistema che va sradicato», ha accusato Mattia Donadel.

Il quale ha criticato anche i «project bond che Cav emetterà per pagare il debito, che ricadrà sui cittadini», e attaccato il governatore Zaia: «è uscito pulito, ma la sua responsabilità politica è chiara, era vice di Galan e l’assessore Chisso lo ha confermato lui».

Sulla stessa linea Tommaso Cacciari, “No Grandi Navi”.

Ma era presente anche un drappello del locale Comitato Pro Complanare, oppostosi, anche con esposti, all’opera. «L’apertura del casello è la sconfitta del buon senso – si legge nel loro volantino – e la supremazia di spreco e speculazione che, come dimostrano indagini e condanne, vanno a braccetto con la pessima gestione della cosa pubblica. Settanta milioni di spesa, più di cento aree verdi lungo il Dese devastate, 9 km di strade per il raccordo con la Sr 245. Un assurdo gigantismo per un’opera che non migliorerà la viabilità locale, laddove erano possibili soluzioni meno costose e impattanti, più rispettose del contesto agricolo e ambientale e migliorative del traffico locale in direzione Mestre».

(N.Der.)

 

Aperto l’ultimo casello «Verde e non solo asfalto»

Ore 12.47, dopo i discorsi, benedizione e taglio del nastro bagnato da una bottigliona di Ferrari stappata dal presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, mentre sulle rive del Dese gli ambientalisti contestano ancora. Ore 12.53, la prima auto che esce alla stazione est è la 500 di Maria Francesca Giraldo, 33 anni, da Dolo: «Devo andare qui vicino e sapevo dell’apertura». Da ieri il casello di Martellago-Scorzè è realtà, inaugurato e aperto, anche se il più atteso, Luca Zaia, dà forfait. «Il governatore ci teneva a esserci ma è a casa malato. Ci manda i saluti. Non siamo riusciti ad avere la presenza della Regione: hanno il bilancio», spiegava il presidente Cav Tiziano Bembo dinanzi alle quasi 300 persone raccolte nel tendone. «Una giornata importante, consegniamo l’ultima grande opera del Passante, che ci è costata 51 milioni: il costo medio di una stazione è 20. Perché quest’opera complessa non è solo cemento: è stata ideata per il territorio con attenzione all’ambiente», ha aggiunto, rispondendo anche alle pur «legittime» proteste dei Comitati. La stazione, a elevata automazione, è costituita da 4 rampe di ingresso-uscita e da 4 semi-piazzali con barriere di esazione, ed è caratterizzata dal viadotto centrale di 480 metri che scavalca autostrada e Dese, «ma comprende tante opere di mitigazione e idrauliche, come i bacini scolmatori. E la struttura a diamante è stata scelta per risparmiare suolo», ha detto Bembo, ricordando anche la contestuale costruzione della variante alla sr 245 Castellana, 5,4 km, «che libera i centri dal traffico. Il passante è costato 986 milioni, l’impegno di Cav è di un miliardo e 386 milioni: il resto è andato in opere complementari. La nostra è una società del territorio per il territorio».

Sulla stessa linea Fabio Arcoleo, Anas Veneto, che ha sottolineato i numeri del Passante verde: 150 ettari a verde, 49.400 alberi.

«Passante e casello sono stati una ferita per il nostro territorio» ha continuato il sindaco di Martellago, Monica Barbiero, riprendendo l’intervento di Mestriner. «Due le strade: osteggiare un’opera che avrebbero fatto comunque o cercare soluzioni per renderla meno dolorosa e ottenere opere utili al territorio. È la scelta fatta dal mio predecessore Giovanni Brunello e oggi si vedono i frutti», ha aggiunto, ricordando come in origine il casello fosse previsto più a sud «in un’area densamente abitata», e le opere complementari ottenute dal Comune, a partire dalle varianti di Robegano e alla sr 245 «che toglieranno il traffico di attraversamento dal centro».

 

E Mirano esulta: meno traffico in centro

PASSANTE L’Anas nel giorno dell’inaugurazione: «Abbiamo piantato quasi cinquantamila alberi»

MIRANO – «Era ora». Così il sindaco di Mirano, Maria Rosa Pavanello, commenta l’inaugurazione del nuovo casello. La novità andrà infatti a incidere sulla viabilità dell’intero comprensorio, sgravando di traffico il centro di Mirano. Non essendoci alcun casello autostradale nel Miranese nord, fino all’altro ieri moltissimi pendolari residenti a Noale, Martellago, Scorzé o Salzano erano costretti a scendere verso Mirano per poi raggiungere i caselli di Vetrego o Crea. Tra le strade più tartassate c’è sicuramente via Dante, dove transitano tutte le auto provenienti da Salzano: passano nei pressi dell’ospedale e proseguono per la camionabile viale Venezia. Stando alle ultime rilevazioni ogni giorno arrivano a Mirano mediamente 7.500 veicoli da Salzano e dagli altri comuni dell’area nord: una buona percentuale non si ferma a Mirano ma è diretta al casello autostradale.

«Attendiamo che gli automobilisti si abituino al nuovo casello e poi, dopo l’estate, faremo delle analisi sui flussi di traffico» assicura l’assessore Giuseppe Salviato. Gli ultimi dati sui caselli sono di un anno fa: i mezzi transitati al casello di Mirano erano 610mila al mese, a Spinea 200mila. Tra pochi mesi sarà interessante notare le differenze.

(g.pip.)

 

IL SINDACO DI SCORZÈ – Mestriner: «Campi distrutti, ma è il prezzo del progresso»

SCORZÈ – Diplomatico, poca enfasi e una citazione in latino per essere più incisivo e ricordare che le terre dove ora sorge il casello hanno una storia antica: «Il passante di Mestre e questo casello autostradale di Scorzé – ha detto ieri il sindaco Giovanni Battista Mestriner – costituiscono un’opera enorme, che ha distrutto una terra nella quale siamo cresciuti». Il sindaco ha posto soprattutto l’accento sul rapporto tra progresso e identità locale, tra il mondo bucolico dei campi e le esigenze delle attività produttive. «Al di là delle posizioni personali, – ha continuato Mestriner – è il momento di ricordare però il prezzo del progresso: i campi distrutti, il silenzio rotto, l’ambiente compromesso. Abbiamo di nuovo messo in gioco una delle cose più importante che abbiamo: la nostra terra». E rivolgendosi agli imprenditori ha sottolineato che questa società si è sacrificata soprattutto per loro: «Ha messo in gioco i propri valori, la propria storia, la propria qualità della vita; lo ha fatto per il valore sociale che le aziende hanno, per difendere e affermare il diritto al lavoro e all’impresa economica, per dare un futuro alle nostre generazioni e alle generazioni future». Infine la citazione in latino (“simul stabunt vel simul cadent”, insieme progrediremo o assieme periremo), per sottolineare che se questa comunità saprà mantenersi unita avrà un grande futuro.

(r.fav.)

 

Mirano. Accordo tra sindacato e Dusmann, i turni dei lavoratori vanno a 23 ore

Nuove lavastoviglie e carrelli elettronici contribuiranno a migliorare il servizio

MIRANO – Passerà da 14 a 23 il monte ore complessivo pro capite settimanale per i lavoratori delle mense ospedaliere di Dolo, Mirano e Noale. L’accordo messo a punto fra l’azienda Dussmann che gestisce il servizio e i sindacati prevede anche la completa riorganizzazione dei turni e del sistema di lavoro.

«L’azienda», spiega per Uil- Tucs Luigino Boscaro, «si è resa conto che così non poteva andare avanti. Continuavano a manifestarsi disagi provocati soprattutto dal taglio dell’orario ai dipendenti. Ora entreranno in servizio anche le nuove lavastoviglie e i nuovi carrelli elettronici che portano il cibo».

Il dato più importante riguarda il monte ore. «L’azienda», spiegano i sindacati e i lavoratori, «aveva portato con il nuovo appalto il monte ore a una media di 14 a settimana per gli oltre 60 dipendenti. Erano tempi impossibili per svolgere le mansioni richieste. Ora passeranno a 22-23 ore a testa».

Secondo i sindacati, la situazione era arrivata a questo punto anche perché la Dusmann aveva tagliato in media il 40% delle ore con l’assunzione a dicembre dell’incarico. Ciò significa che molte donne (la maggioranza dei dipendenti) che avevano già un part-time erano arrivate a lavorare solo 2 ore la settimana. I pazienti negli ospedali di Dolo, Noale e Mirano sono circa 2.000. Per servire un pasto, i dipendenti per qualche mese hanno avuto un minuto a paziente.

«L’accordo finale», spiega Boscaro, «ormai è definito e si sposa con una completa riorganizzazione del servizio, valorizzando le grandi professionalità che vi sono tra i lavoratori. Si tratta ora di portare a compimento nei dettagli una soluzione che era attesa da tempo, per una situazione che stava creando grossi problemi ai degenti della Riviera e del Miranese».

Ma la Uil-Tucs attacca l’Asl. «Questo è successo», spiega Boscaro, «perché l’azienda sanitaria e il suo direttore generale Gino Gumirato hanno incluso in un bando la necessità di acquistare nuovi carrelli trasportatori del cibo e la gestione del personale. Chi ha voluto l’appalto, ha dovuto fare i conti con la stessa cifra elargita, ma con l’obbligo di comprare anche i nuovi carrelli. Per far quadrare il tutto sono arrivati i tagli. Salvo poi fare marcia indietro di fronte a proteste e disservizi. Ora grazie al lavoro di riorganizzazione, i soldi che saranno risparmiati verranno destinati a ridurre il taglio».

Alessandro Abbadir

 

Gazzettino – Spinea, il casello apre ai Tir

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31

mar

2015

Lo ha annunciato la Cav con una lettera inviata ai sindaci del Miranese

Il sindaco Checchin: «Speriamo che l’aumento del traffico pesante sia limitato»

In concomitanza con l’apertura del nuovo casello Martellago-Scorzé, il casello di Spinea sarà aperto anche ai camion. L’ha comunicato la società autostradale Cav con una lettera inviata nei giorni scorsi ai sindaci del Miranese: «Contestualmente all’apertura al traffico della nuova stazione – si legge – al casello di Spinea si procederà alla rimozione del divieto di transito dei mezzi superiori alle 7.5 tonnellate».

Se fino ad oggi i camionisti sono costretti ad utilizzare il casello di Vetrego (uscita «Mirano-Dolo»), da domani potranno servirsi anche del casello di Crea (uscita «Spinea»).

Una buona notizia per chi è diretto a Spinea ma anche per chi raggiunge l’area industriale miranese di via Taglio, visto che potrà accorciare nettamente il proprio tragitto. Anche Confindustria nei mesi scorsi aveva invocato a gran voce questa soluzione.

Attualmente i tir utilizzano solo il casello di Mirano, ma anche qui i disagi per i camionisti non mancano: i tir che escono dall’autostrada non possono procedere dritti lungo via Porara, sono costretti a girare a sinistra verso la Riviera per poi reimmettersi nella camionabile viale Venezia. Un percorso allungato di una decina di chilometri che fa perdere tempo e sprecare benzina.

«Per togliere il divieto in via Porara andrebbe rifatto il fondo che in un tratto è distrutto e non può sopportare ulteriore traffico – ha però spiegato il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello -. L’intervento costa un milione di euro e deve essere a carico di Anas».

Con l’apertura ai tir del casello di Spinea, intanto, il traffico pesante sarà distribuito tra due caselli anziché intasarne solamente uno.

«In tutti questi anni il nostro casello è stato chiuso ai tir perché così prevedeva l’accordo con Veneto Strade – precisa il sindaco di Spinea, Silvano Checchin -. Aprirlo prima avrebbe significato impattare troppo sulla viabilità locale. Preoccupazione per l’aumento di traffico pesante? Speriamo che con l’apertura del nuovo casello il traffico si distribuisca equamente».

 

AGITAZIONE – Domani inaugurazione con sciopero per il casello di Martellago-Scorzè

MARTELLAGO – Inaugurazione con sciopero, domani, per il casello di Martellago-Scorzè, e intanto Cav dà qualche anticipazione sui pedaggi, che pubblicherà nel suo sito mercoledì: per un’auto andare da Martellago a Spinea costerà 1,30 euro; a Padova Est 2,70; a Preganziol 1,40; a San Donà 3,70.

Ma la Ugl Viabilità e Logistica ha proclamato 4 ore di sciopero alla fine di ogni turno (2-6, 10-14, 18-22) su tutta la rete Cav, proprio in occasione dell’apertura dell’ultima stazione che mancava del Passante e della nuova viabilità di adduzione.

Il maggior sindacato dell’esattoria è in stato di agitazione contro la società per il mancato rinnovo dell’integrativo e «perché vogliono togliere personale dai caselli.

Pure a Martellago la presenza di un esattore in ognuna delle due stazioni è assicurato solo per tre mesi, poi ne resterà solo uno per entrambe» spiega Stefano Gusson, della Ugl. Che sta valutando se attuare durante la cerimonia anche una manifestazione di protesta.

Cav, da parte sua, si dice stupita per l’originale scelta di scioperare non «il solito venerdì ma il giorno dell’inaugurazione di un’importante struttura di completamento di un’arteria che tanto ha significato per il territorio» e «tre giorni dopo la convocazione del tavolo con le organizzazioni sindacali per proseguire il negoziato».

Risultato, a Martellago domani il pedaggio si pagherà comunque, il casello è a elevata automazione, ma niente esattori a presidiarlo e a rispondere alle emergenze.

(N.Der.)

 

ASL 13 – Da mercoledì sufficiente un semplice foglio del medico: tutti i numeri della “rivoluzione”

Gumirato: «Pronti ad affrontare le novità»

Scompare da domani la ricetta rossa: per effettuare gli oltre 4 milioni di esami specialistici dell’Asl 13 all’anno sarà sufficiente un semplice foglio del medico e, in futuro, neppure quello. D’ora in poi con un semplice click al computer il medico curante prescriverà al paziente gli esami di laboratorio e le visite specialistiche sul Fascicolo Sanitario Elettronico regionale sarà tutto registrato e al paziente non resterà che rivolgersi al Cup per fissare l’appuntamento.

Una vera rivoluzione che si pensa che nell’Asl 13 di Dolo e Mirano con un bacino di utenti di circa 250 mila abitanti convengono prescritti ogni anno 4 milioni e 300mila esami specialistici, di cui 3 milioni e 100mila solo di laboratorio mentre ogni anno al Cup, il Centro unificato di prenotazione, vengono effettuate oltre 600mila appuntamenti per visite specialistiche e altro.

La rivoluzione non riguarda solo l’Asl 13 ma tutte le aziende sanitarie del Veneto che sostituiranno la tradizionale ricetta rossa, già superata per quanto riguarda i farmaci, con la digitalizzazione della prescrizione dei farmaci per esami e visite specialistiche.

In pratica da domani tutti i pazienti che necessitano di una prescrizione di visite specialistiche, esami diagnostici e di laboratorio al posto della consueta ricetta rossa riceveranno dal proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta un promemoria stampato su carta bianca, e in futuro neppure quella.

«Il progetto – ha spiegato il direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato – è stato possibile grazie al lavoro e all’impegno dei nostri operatori con i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta del territorio. Siamo pronti ad affrontare anche i primi disagi che potrebbero sorgere finché il sistema non sarà perfettamente avviato, chiediamo intanto ai nostri utenti pazienza e collaborazione».

 

VETERNIGO «Limite dei 50 orari su tutta via Desman». La Provincia toglie la “scusa” delle nuove località al Comune di Mirano: si viaggerà come in centro abitato da Zianigo ai confini con la provincia di Padova, senza bisogno di nuovi cartelli.

Diventano inutili così i vari “Fontana” e “Veternigo di Mirano” che tanto avevano fatto discutere e che, a questo punto, verranno forse tolti.

La notizia dei nuovi limiti di velocità in arrivo in via Desman è stata portata ieri dall’assessore ai Lavori pubblici di S. Maria di Sala Fabio Semenzato, dopo il secondo tavolo tecnico convocato in Provincia dal commissario Cesare Castelli.

Altre le novità in arrivo: la Provincia potrebbe installare alcuni segnalatori di velocità con display luminoso e istituire un divieto d’accesso ai camion superiori alle 3,5 tonnellate in direzione Tre Ponti-Mirano. In pratica dalla rotatoria della Noalese i Tir non potranno più svoltare verso Veternigo e Zianigo.

Una possibilità che verrà valutata anche per l’altro ramo di via Desman, quello che attraversa il centro di Sant’Angelo fino ai confini con Borgoricco, ma che è di più difficile attuazione a causa di un analogo divieto anche sulla perpendicolare via Stradona.

Sullo sfondo di questi primi provvedimenti resta la possibilità di riprendere in mano il progetto di ciclabile, che poi è quello che il comitato chiede scendendo in strada ogni giorno dal 17 novembre.

«Verrà valutato un nuovo studio per prolungare la ciclabile prevista, seppur sulla carta, da Zianigo a Tre Ponti, anche verso Sant’Angelo», spiega Semenzato, «c’è un problema di lievitamento dei costi, ma abbiamo intenzione di chiedere un nuovo bando alla Regione, disponibili a partecipare alla spesa».

(f.d.g.)

 

Santa Maria di Sala e Mira costringono Veritas a rivedere gli indici Istat che passano dal 4,79% all’1,2% di Venezia, disparità nata con Acm e Vesta

SANTA MARIA DI SALA – Due Comuni della provincia costringono Veritas a rivedere gli indici Istat: cantano vittoria Santa Maria di Sala e Mira, che da un anno e mezzo chiedevano pari trattamento con il socio di maggioranza della multiservizi, ovvero il Comune di Venezia.

I “piccoli” si prendono così la rivincita: l’adeguamento dell’indice Istat dei costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sarà uguale per tutti i Comuni. E adesso i sindaci promettono: «Bollette più basse già dai prossimi mesi».

Il caso. In laguna l’adeguamento Istat per i servizi Veritas era da tempo più basso rispetto alla terraferma: 1,2% nel Comune capoluogo, mentre nell’entroterra la storia era ben diversa, con un indice al 4,79% per i Comuni soci di minoranza della multiutility. Uno squilibrio di vecchia data, figlio del diverso peso politico all’interno del consiglio di amministrazione e precedente alla fusione delle società precedenti a Veritas, Acm e Vesta.

La battaglia per abolire questa disparità di trattamento è partita proprio da Miranese e Riviera nel 2014, capeggiata dal sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni e poi da quello di Mira, Alvise Maniero.

«I nostri cittadini pagano anche per Venezia», ha ribadito Fragomeni in sede di consiglio di bacino, dove si discutono gli aspetti finanziari e organizzativi del servizio, «le famiglie salesi hanno forse consumi diversi da quelle veneziane?».

Risparmio. Incontri e pressioni a più riprese hanno portato al risultato: nelle scorse settimane, con la chiusura dell’esercizio finanziario, Veritas ha riconosciuto un adeguamento Istat per tutti allo 0,6% a partire da quest’anno. Per il Comune di Santa Maria di Sala la vittoria equivale a 57 mila euro di risparmio nel 2014, per Mira, che ha molti più abitanti, il successo “pesa” addirittura 130 mila euro in meno. L’adeguamento tiene conto di un nuovo indice che per i piccoli Comuni è di oltre 4 punti inferiore a quello finora praticato e che riguarderà tutti i soci dell’area Veritas. La battaglia condotta da Santa Maria di Sala e da Mira porterà benefici a tutti i Comuni, mentre piacerà meno al capoluogo, che detiene la maggioranza in Veritas e dovrà ora accollarsi maggiori spese in virtù del nuovo equilibrio territoriale.

Bollette. Fragomeni promette diminuzioni per i cittadini già dalle prossime bollette. «Inizialmente, ma subito, nell’ordine del 4-5%, ma con l’obiettivo di incidere ulteriormente in futuro», spiega, «se la cosa verrà accompagnata, come sta avvenendo, da una sempre maggiore differenziazione dei rifiuti da parte dei cittadini, allora il risparmio per le famiglie sarà più cospicuo».

Filippo De Gaspari

 

Il sindaco: «Finalmente l’adeguamento da Veritas»

S. MARIA DI SALA – (S.Bet) Novità in arrivo sulle bollette dei rifiuti Veritas dei salesi e non solo. A comunicarle il sindaco Nicola Fragomeni nel corso di una conferenza stampa. Ecco come cambiano le cose e perché. «Innanzitutto i cittadini – assicura Fragomeni – pagheranno meno rispetto all’anno scorso. Le bollette scenderanno del 5%».

Questo perché lo scorso anno, il sindaco aveva intrapreso una battaglia con il collega di Mira, Alvise Maniero, per ottenere lo stesso adeguamento indice Istat di Venezia – socio di maggioranza di Veritas – che era pari all’1,5%, mentre per gli altri comuni della terraferma era al 4,79%. Dopo un anno Fragomeni ha portato a casa un indice pari a 0,6%, ben inferiore all’1,5%. «Il comune di Santa Maria di Sala – dice Fragomeni – spendeva quasi 63mila euro in più e ora ha un risparmio di 57mila euro. Una conquista di questa amministrazione che ha portato avanti la battaglia. Veritas ora ha convenuto che tutti i comuni debbano avere lo stesso indice».

Perché gli scorsi anni non era così? «C’era un accordo – spiega Fragomeni – di tanti anni fa per cui il Miranese faceva parte di quei paesi che utilizzavano l’indice Foi (Famiglie, operai, impiegati). Ora usiamo l’indice Tip (Tasso di inflazione programmata), come Venezia».

Inevitabile chiedersi perché Veritas non l’abbia applicato prima. «Se qualcuno vuole ottenere ciò – spiega ancora il sindaco – deve farne richiesta. Per quanto riguarda il nostro Comune il trend è positivo e nel 2014 c’è stata una diminuzione di rifiuti».

Novità anche per i bidoni delle immondizie. Santa Maria di Sala ha ancora un solo fusto per alluminio, plastica e vetro. «Se ne avessimo tre, potremmo abbassare ulteriormente la bolletta; ci stiamo muovendo in queste direzione».

 

A Mirano e Dolo ci saranno unità mobili di terapia intensiva con defibrillatori

I medici riceveranno i pazienti conoscendo già la loro evoluzione clinica

MIRANO – Le ambulanze di Dolo e Mirano diventano unità mobili di terapia intensiva. Nuova frontiera del pronto soccorso in Riviera e Miranese, grazie ai primi quattro nuovi mezzi acquistati dal Suem-118 dell’Asl 13: due sono già arrivati e saranno operativi a partire dalla prossima settimana, altre due ambulanze saranno pronte nei prossimi mesi.

Sostituiscono quelle più obsolete, in un parco macchine complessivo, tra Dolo e Mirano, di tredici unità e permetteranno ai medici del Suem di praticare la rianimazione di alto livello fuori dall’ospedale, direttamente sul posto, grazie ad apparecchiature di ultima generazione. Le nuove ambulanze sono infatti equipaggiate con defibrillatori in grado di trasmettere il tracciato dal luogo dell’intervento direttamente all’unità coronarica: in questo modo l’ospedale riceve il paziente conoscendone già l’evoluzione clinica, dall’intervento all’arrivo in reparto.

In dotazione ai nuovi veicoli di soccorso ci sono anche respiratori automatici, materiali per intubare il paziente e altri equipaggiamenti d’emergenza all’avanguardia.

«Si tratta di ambulanze simili a vere e proprie “terapie intensive mobili”», spiega il responsabile del Dipartimento di emergenza dell’Asl 13, Pietro Pacelli, insieme con il direttore sanitario Livio Dalla Barba, «è come se l’ospedale si muovesse e andasse sul luogo dell’evento. In queste macchine c’è tutto quello che serve per gestire e stabilizzare un paziente critico fino all’arrivo nella struttura ospedaliera più idonea a curarlo».

Una nuova frontiera del pronto intervento dunque, che migliorerà ulteriormente la gestione dei casi critici sul territorio. Che, per diversi motivi, sono in aumento. Nel 2014 infatti, il personale del Suem dell’Asl 13 ha eseguito tra Dolo e Mirano più di 16 mila trasporti di codici rossi e gialli, cioè i più gravi, con un trend in netta crescita negli ultimi cinque anni del 24%.

«Si esce di più», continua Pacelli, «sia perché è aumentata la sensibilità dell’utenza di fronte a certi sintomi, ad esempio il classico dolore al torace, sia perché abbiamo un territorio con sempre più anziani, magari affetti da patologie croniche».

A Mirano, dove si registra una popolazione più anziana rispetto a quella della Riviera, si sono verificati circa 1.800 trasporti in più rispetto al Suem di Dolo: in Riviera infatti le uscite sono state 7.068, contro le 8.850 del pronto soccorso di Mirano. Il tutto senza incidere negativamente sul tasso dei ricoveri (circa 10 mila su 82 mila accessi), che si attesta attorno al 12%, in linea con la media regionale. Da alcuni anni, inoltre, i Pronto soccorsi di Mirano e Dolo hanno ottenuto la certificazione Iso 9001.

Filippo De Gaspari

 

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