Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

Altreconomia – Un’autostrada salva l’altra

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

9

gen

2014

1 miliardo di euro è il debito che grava sul concessionario Cav

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha proposto una soluzione surreale al problema dell’indebitamento legato al Passante di Mestre: costruire la quarta corsia di un’altra arteria, la Padova-Venezia. Intanto il suo partito dà il via alla campagna “#iononpago”, contro gli aumenti dei pedaggi

La ricetta di Luca Zaia per rendere meno problematica un’autostrada è costruirne un’altra. L’arteria che ha un problema è il Passante di Mestre, gravato da un debito di un miliardo di euro, iscritto a bilancio del gestore Cav spa, e secondo Zaia è possibile fare in modo che la restituzione dell’indebitamento possa essere spalmata fino al 2050, diciotto anni dopo la data di scadenza naturale dell’attuale concessione. Per spostare il contratto in essere a favore di Cav -una società pubblica, perché partecipata dalla Regione Veneto e dall’Anas- il presidente della Regione Veneto suggerisce una cosa semplice: bisogna costruire una quarta corsia tra Padova e Venezia, un’altra tratta in concessione a Cav, ed ottenere così dal ministero delle Infrastrutture una proroga di diciotto anni rispetto alla naturale scadenza della concessione.

È, né più né meno, ciò che sempre in Veneto ha cercato di ottenere il gestore dell’autostrada Brescia-Padova, cercando l’approvazione del devastante progetti della Valdastico Nord, come raccontammo nel febbraio 2013 su “Altreconomia”.

Il “piano Zaia” cerca di disinnescare le polemiche che attraversano l’area metropolitana tra Padova e Venezia (unita da una tratta autostradale che non è il Passante), in particolare quelle dei pendolari sulle quattro ruote che hanno protestato contro l’entrata in vigore delle nuove tariffe 2014, che hanno visto il pedaggio passare da 80 centesimi a 2,80 euro.

Un tema -quello delle polemiche per i rincari autostradali- che si rinnova anno dopo anno, complice anche i meccanismi di calcolo di questi aumenti: il metodo “per la remunerazione delle concessionarie è totalmente ‘blindato’, i piani finanziari su cui si basa sono addirittura secretati, nel senso che nessuno li può vedere, nemmeno i parlamentari, e tale meccanismo è stato recentemente dichiarato da uno dei massimi gestori, che non ha peli sulla lingua, ‘del tutto privo di rischi per i concessionari’” ha scritto nei giorni scorsi il professor Marco Ponti -uno dei massimi esperti in Italia di Economia dei trasporti- in un intervento su arcipelagomilano.org.

In tutto questo, c’è la Lega Nord -il partito del presidente della Regione Veneto Luca Zaia- che per il prossimo 11 gennaio ha promosso in tutto il Nord Italia manifestazioni con lo slogan #iononpago, presidi ai caselli per protestare contro i rincari. Prima di convocare l’iniziativa, “per dire BASTA a uno stato che fa pagare (e tanto) le autostrade solo al Nord” mentre “al Sud le autostrade sono GRATIS e a dicembre il governo Letta ha regalato altri 340 milioni di euro alla Salerno-Reggio Calabria!”, i Giovani Padani avrebbero potuto riflettere su quanto sta avvenendo nelle tre Regioni che amministrano –Piemonte, Lombardia e Veneto-, dov’è in corso o in programma la realizzazione di circa 20 nuove autostrade (qui la presentazione di Ae “Nuove autostrade utili davvero?”). E dovrebbero riflettere anche sul costo di queste infrastrutture, che oggi finiscono per gravare in parte sulle casse dello Stato (anche quelle come la Tangenziale Est esterna di Milano, che avrebbe dovuto essere realizzata dai privati in project financing) e domani -cioè per i prossimi cinquant’anni- saranno pagate dagli utenti, dai cittadini. Anche se non servono, anche se ormai è caduta in modo rovinoso la scusa dell’Expo 2015, usata come grimaldello per imporre l’avvio dei cantieri per opere come la Pedemontana Lombarda, che costa cinque miliardi di euro e ormai è chiaro a tutti non sarà pronta né per l’avvio (maggio 2015) né entro la fine dell’Esposizione Universale.

link articolo

 

ARCIPELAGOMILANO.ORG

TARIFFE AUTOSTRADALI E CRISI: IL MIRACOLO DI CONCESSIONARI SEMPRE PIÙ RICCHI

Gli elevati aumenti delle tariffe autostradali in una situazione di calo del traffico non deve stupire troppo: il meccanismo per la remunerazione delle concessionarie è totalmente “blindato”, i piani finanziari su cui si basa sono addirittura secretati (?!?), nel senso che nessuno li può vedere, nemmeno i parlamentari, e tale meccanismo è stato recentemente dichiarato da uno dei massimi gestori, che non ha peli sulla lingua, “del tutto privo di rischi per i concessionari”.

Si noti che essendo la grandissima parte delle autostrade già ampiamente ammortizzate, ci si dovrebbe in realtà aspettare una diminuzione delle tariffe, non il loro sistematico aumento. Una delle cause di questa scandalosa situazione è certo la presenza di azionisti pubblici, che ha fatto in modo che le resistenze politiche al sistema, soprattutto a livello locale, siano state debolissime, anche in Lombardia. Pubblico e privato collaborano gloriosamente, e in modo “bipartisan”, a tosare gli automobilisti, abituati d’altronde a non fiatare. Si vedano gli aumenti stellari delle tasse sulla benzina. Ma si sa, sono perfidi inquinatori, come gli viene spiegato tutti i giorni. Poi non votano mica compatti …

Il dispositivo con cui le tariffe sono calcolate è tecnicamente complicato (“price cap“, RAB, WACC, fattore X, previsioni di domanda, ecc.) e non possiamo entrare qui in dettagli, pena la morte per noia dei lettori.

L’unico punto “attaccabile” del meccanismo sono in realtà i nuovi investimenti, e i loro prezzi. Formalmente questi investimenti sono decisi dal Ministero, cioè dall’ANAS, che li impone ai poveri concessionari a prezzi stracciati. Ma questi nuovi investimenti hanno anche un secondo fine, oltre a quello di far viaggiare meglio gli automobilisti: se ben programmati, servono a procrastinare all’infinito le concessioni stesse quando scadono, grazie a un’interpretazione “flessibile” di una legge (nota come Costa – Ciampi). Si pensi che un concessionario (non lombardo, ma per pochi chilometri …) ha serenamente dichiarato alla stampa, nell’imminenza della scadenza della sua lucrosissima concessione, che “era sufficiente manipolare un po’ il bando di gara, per non avere sorprese …”.

Gli investimenti e i loro costi sono in realtà negoziati in modo del tutto opaco (“secretato”) da ANAS con i concessionari stessi, e la sensazione è che quei due soggetti vadano davvero molto d’accordo.

Ma quel che ho descritto sinora non è il peggiore dei mali del settore: c’è molto di peggio. Il sistema dei pedaggi è oggi l’unico modo per finanziare le strade. Infatti per quelle non a pedaggio (statali, provinciali e comunali) i soldi sono pochissimi, e in diminuzione. Peccato che la domanda di traffico, soprattutto in una regione metropolitana come la Lombardia, sia per il 75% di breve distanza, e interessi l’intera rete, con gravi fenomeni di congestione diffusa (e si ricorda che un traffico congestionato inquina il doppio di un traffico ragionevolmente fluido, oltre a generare alti costi in termini di tempo per famiglie e imprese).

Quindi tra un po’ la viabilità ordinaria, quella che serve di più alla Lombardia, diventerà pericolosa e darà luogo a un disastro economico (i costi di manutenzione, se non s’interviene subito, crescono esponenzialmente). Spostare traffico sul ferro e sui mezzi pubblici sarebbe ottima cosa, peccato che sia costosissimo per le esangui casse pubbliche, e le simulazioni della Commissione Europea dicano che al massimo si sposterebbe pochi punti percentuali del totale del traffico. Ma i soldi vanno solo alle autostrade, cioè a quelle che gli automobilisti (e i camionisti) si pagano da sé con i pedaggi, come se non le avessero già pagate molte volte, visto che versano allo stato alcune decine di miliardi all’anno in accise e tasse varie. Poi sia il CENSIS, che più recentemente l’ISTAT, hanno definitivamente chiarito che la tassa sulla benzina è regressiva, cioè colpisce maggiormente le classi a reddito più basso. Lo stesso ovviamente vale per i pedaggi autostradali.

Che fare? Non si può fare molto, data la natura privatistica dei contratti di concessione: non si possono modificare unilateralmente. Ma almeno sui meccanismi di gare per le concessioni in scadenza, e soprattutto sulla razionalità e i prezzi degli investimenti, è urgentissimo che intervenga l’organismo apposito appena creato, cioè l’Autorità di regolazione, e che l’ANAS nel frattempo renda del tutto pubblico e trasparente il dispositivo con cui questi ultimi aumenti sono stati calcolati, comprese le analisi costi-benefici comparative e indipendenti, sui cui certamente si basano le scelte d’investimento fatte. Chi scrive, forse perché un po’ distratto, non ne ha mai vista una.

Marco Ponti

link articolo

 

LE REAZIONI CONTRO LE NUOVE TARIFFE

MIRANO – Fuoco di fila politico contro Cav e le nuove tariffe autostradali. Il capogruppo della Lega in Regione Federico Caner lancia una proposta. La vignetta, sul modello austriaco, ma con una variante: invece dell’adesivo da applicare sul cruscotto, un dispositivo elettronico riconoscibile dai caselli automatici. A una condizione però: «Che Roma si assuma la responsabilità dei costi del Passante». Spiega Caner: «Mentre al Nord paghiamo per usare le strade costruite a servizio dei cittadini, al Sud è tutto gratis. Basterebbe che lo Stato decidesse di applicare al Nord sconti come quelli delle tratte gratuite, tipo Grande raccordo anulare di Roma, Palermo-Mazara o Palermo-Catania e saldare una parte del costo del Passante, rendendo così possibili sconti mirati ai residenti».

Interviene invece sul nodo del tornello di Vetrego il deputato Emanuele Cozzolino (M5S): «Il decongestionamento del traffico a Vetrego, se sarà confermato nei prossimi giorni, è positivo», afferma, «ma preoccupa che il problema sia stato risolto con la creazione di un altro danno: l’aumento spropositato delle tariffe. Praticamente un tassa pagata dai lavoratori costretti a spostarsi sulla Mestre-Padova. Al ministro Lupi ci permettiamo di ricordare che il progetto del Passante prevede lo spostamento del casello Venezia Ovest a Roncoduro e la liberalizzazione del tratto autostradale Dolo-Mestre e non gli aumenti scattati dal primo di gennaio».

Infine il comitato Opzione Zero torna sulla querelle: «Zaia propone ora di prorogare la concessione del Passante a Cav fino al 2050 per dilatare i tempi di rientro del debito e diminuire così i pedaggi. Ma per farlo Cav deve prevedere nuovi investimenti, dunque nuove opere. Pensare di uscire dalla crisi moltiplicando l’asfalto è demenziale. Il sistema Veneto è al collasso, Zaia smetta di farsi complice di una politica fallita».

(f.d.g.)

link articolo

 

«Vogliamo i dati sui flussi ai caselli»

Lettera dei sindaci di Mirano e Spinea a Cav: dobbiamo sapere quanti mezzi evitano il Passante per intasare le nostre strade

MIRANO – Mirano e Spinea chiederanno il monitoraggio dei flussi di traffico ai caselli di Mirano-Dolo (a Vetrego) e Spinea (a Crea). Contare, in pratica, i passaggi giornalieri dei veicoli in entrata e in uscita per confrontarne il numero prima e dopo l’aumento delle tariffe. La richiesta parte da Mirano, dove il sindaco Maria Rosa Pavanello ha preparato una pepata lettera indirizzata a Cav, Concessioni autostradali venete, che partirà in giornata. Dovrebbe arrivare anche la firma del sindaco di Spinea Silvano Checchin, interessato dallo stesso problema. Sul tavolo i due comuni pongono il problema del traffico extra-autostrada.

Pavanello parla di “effetto domino”: «Bisogna pensare alle possibili contromisure che gli automobilisti adotteranno per difendersi dall’aumento. Se da Vetrego a Padova la tariffa è di 2,80 euro, ma il pedaggio costa solo 1,60 euro e i due caselli distano tra loro meno di 7 chilometri, è ovvio che molti automobilisti non residenti nei nostri comuni e che prima utilizzavano il casello di Vetrego, ora potrebbero decidere di spostarsi a Spinea. I problemi ora saranno là e comunque resteranno anche per Mirano. A cascata infatti i due comuni potrebbero venire investiti da flussi anomali e imprevisti di traffico».

Considerazioni già espresse dal sindaco di Mirano in occasione della Conferenza dei sindaci di Miranese e Riviera dello scorso 5 marzo a Vigonovo, di fronte ai vertici di Cav. Allora Pavanello sottolineò come istituire tariffe differenti per l’utilizzo di caselli geograficamente vicini (come Vetrego e Spinea appunto) avrebbe potuto rivelarsi dannoso per l’equilibrio della viabilità locale.

Ora il sindaco rincara la dose: «L’elevato e discriminante aumento del pedaggio d’inizio anno non è affatto una corretta politica per incentivare gli utenti a usare il Passante». E chiede perciò a Cav di avviare «con urgenza un’estesa operazione di monitoraggio dei cambiamenti dei flussi di traffico e della reazione degli utenti alle nuove tariffe, sia sulle sia su quelle libere».

Mirano chiede in particolare i dati mensili del 2013 relativi al casello Mirano-Dolo (località Vetrego) e quelli registrati al casello di Spinea. Raffrontando le “alzate di sbarra” del 2013 e quelle di questi primi giorni del nuovo anno si teme di dover scoprire l’amara verità: un “tornello” affatto eliminato, ma solamente spostato o, peggio ancora, spalmato. Dove? Nei paesi, lungo le strade dei quartieri, dove transitano anche pedoni e biciclette.

Filippo De Gaspari

link articolo

 

AUTOSTRADE, PARLA IL CAPOGRUPPO CANER

Lega: vignette telematiche e al Passante ci pensi Roma

VENEZIA – Capitolo autostrade: come neutralizzare la mina vagante dei pedaggi rincarati? Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ventila abbonamenti scontati per pendolari e autotrasportatori; le società di gestione – e anche l’Udc veneta per voce di Antonio De Poli – chiedono al Governo un allungamento delle concessioni che consenta di spalmare i debiti e allentare così le tariffe. L’immancabile movimento dei forconi non escludono di allargare la contestazione ai caselli. Vie d’uscita? «Mentre al Nord paghiamo per usare le strade che abbiamo costruito al servizio dei nostri cittadini, al Sud si viaggia gratis, il problema è tutto qui», commenta Federico Caner, capogruppo della Lega in Regione «non serve un grande sforzo da parte di Lupi, basterebbe che lo Stato garantisse al Veneto condizioni simili a quelle in vigore sul Gra di Roma, sulla Palermo-Mazara e sulla Palermo-Catania, tutte gratuite. In fondo con quel che pagano i veneti al Paese, Roma potrebbe pure decidere di saldare una parte del costo del Passante, rendendo così possibile un sistema di sconti mirati ai residenti». «In questo caso», insiste «potremmo adottare una vignetta su modello austriaco, non con adesivo, bensì con dispositivo elettronico che i caselli automatici riconoscerebbero. Così non ci sarebbe bisogno di controlli e di code, e si potrebbe acquistare una sorta di abbonamento per il transito giornaliero, settimanale, mensile, annuale. Ora la palla passa al ministro, spetta a lui il compito di pareggiare le disparità tra la gestione oculata e virtuosa delle nostre autostrade e quella “allegra” del Mezzogiorno dove non si paga, anzi è lo Stato a ripianare i buchi delle società di gestione». Saranno queste le parole d’ordine delle manifestazioni di protesta che la Lega annuncia per domani all’altezza dei principali accessi autostradali.

Di tutt’altro avviso Scelta Civica, «Perché Zaia si sveglia ora che la frittata è fatta?», punge il consigliere Diego Bottacin «dal governatore, abilissimo ad annunciare azioni tanto imprecisate quanto inefficaci, vogliamo sapere perché i tempi di ammortamento del Passante siano tanto brevi visto che la concessione dura soltanto 24 anni anziché gli abituali 40. Ma soprattutto chiediamo cosa sarà fatto, oggi non fra una settimana, per eliminare una tassa occulta sulle tasche di famiglie e imprese, sui migliaia di lavoratori costretti ogni giorno a percorrere l’autostrada».

Siparietto sul web, con un botta e risposta riguardante il presidente della Cav, Tiziano Bembo. Chi lo accusa di incapacità, invitandolo a dimettersi, e chi lo difende ricordando gli oneri scaricati sulla concessionaria di Padova-Mestre: a parte il debito del Passante da ripianare, ci sono la vecchia autostrada Padova-Venezia, liberalizzata nei tratti Mirano-Dolo/Mestre-Venezia e da manutentare; la tangenziale mestrina, gratuita ma onerosa sul versante dell’asfaltatura e dell’illuminazione, così come la bretella per l’aeroporto di Tessera; fino allo sconcertante tornello di Tornello di Vetrego. Il tutto da finanziare con l’unico pedaggio consentito. Le cose stanno davvero così? «Sì, è la pura verità», replica Bembo.

 

LA RISPOSTA

Traffico di attraversamento problema di Mirano

di Maria Rosa Pavanello – Sindaco di Mirano

È vero, come è stato rilevato, che per il nostro comune la questione è di primaria importanza: ecco cosa sta facendo l’Amministrazione

Sul problema della viabilità nel comune di Mirano, per prima cosa devo ringraziare il signor D’Alessandro, lettore della “Nuova Venezia”, che nei giorni scorsi ha analizzato la questione e fatto delle proposte. In molti punti sono concorde, soprattutto nell’analisi del problema di quello che viene definito “traffico di attraversamento”. Questo, come è stato giustamente evidenziato, rappresenta uno degli aspetti più critici, capaci di condizionare negativamente la percezione di vivibilità della nostra città.  Purtroppo l’aumento del traffico non si limita al solo quadrante ovest, analizzato nell’intervento, ma investe molte aree del centro urbano e del comune in genere, non risparmiando i quartieri periurbani e le nostre frazioni.

Consci dell’importanza di individuare soluzioni adeguate, nella fase di conclusione del Piano di assetto del territorio, abbiamo riaperto la consultazione attraverso un processo partecipato che abbiamo chiamato “La Piazza delle idee”, che ha visto coinvolte associazioni e cittadini. Ciascuno ha portato suggerimenti e approfondimenti ai vari temi trattati. Tra questi, quello dell’aumento del traffico e della sua gestione è stato senz’altro uno dei più dibattuti. Certamente il suo puntuale apporto sarebbe stato utile e importante in quella sede. In alternativa, avrebbe potuto chiedere un appuntamento con gli assessori che si occupano di viabilità, ambiente e lavori pubblici. Ad ogni modo, riceviamo ugualmente, e volentieri, lo spirito propositivo della lettera, raccogliendo l’invito a valutare i vari suggerimenti.

Entrando nel merito delle proposte, vanno segnalati alcuni punti deboli delle osservazioni del signor D’Alessandro. Per quanto riguarda l’eventualità della costruzione della camionabile con direzione SR 515 Noalese (la cosiddetta “bretella”), va ricordato che Mirano tutta, in ogni sua sfumatura politica, ha rigettato da tempo l’idea della costruzione di nuove strade: alle ultime consultazioni elettorali nessuno dei partiti e delle coalizioni presentatisi aveva nel suo programma la realizzazione di nuovi percorsi stradali.

La sua proposta di deviare gli autobus in via don Minzoni e via Nazario Sauro non è praticabile: anche volendo sorvolare sul fatto che queste sono due zone interamente residenziali (che, quindi, dovrebbero essere escluse da questo tipo di traffico), occorre notare che le due vie non hanno una larghezza tale da permettere il passaggio di un autobus. Inoltre, non sarebbe consigliabile gravare ulteriormente su via don Minzoni, già affollata dall’inevitabile afflusso quotidiano dei 3600 studenti degli istituti superiori e dei loro insegnanti. La maggior parte delle proposte originano dalla constatazione che via Battisti sia troppo trafficata, in particolare per colpa degli autobus. Non si può esattamente dire che sia così. Gli autobus che percorrono quella strada, infatti, non sono certo molti: oltre alle corse scolastiche (limitate a poche ore del giorno) e al piccolo e poco impattante omnibus per la stazione di Mira-Mirano (16 passaggi al giorno tra andata e ritorno), transitano solo i bus della tratta Borgoricco-Mirano, una quantità decisamente esigua (una quarantina di passaggi quotidiani, tra andata e ritorno), i passaggi di autobus in via Dante sono di gran lunga oltre i 200 al giorno.

D’Alessandro ci chiede, forse con ironia, che voto ci diamo. Sinceramente – ci credano i cittadini – non ci avanza il tempo di pensare a quale voto meritiamo. La verità è che la gestione di un territorio come il nostro è complessa e richiederebbe per essere affrontata con efficacia una possibilità di spesa di livello dieci volte maggiore a quella a cui siamo costretti dalle regole nazionali, come invece era possibile negli anni passati. Questa giunta sta lavorando con passione e attenzione, cercando di risparmiare su tutti i fronti, pur di garantire i servizi necessari ai cittadini, soprattutto quelli delle fasce più deboli, e pur di mantenere livelli sufficienti di manutenzione. Qualche volta si riesce a mettere in cantiere piccoli ma significativi interventi.

Va anche osservato che non tutte le decisioni che riguardano Mirano e la sua viabilità sono completamente in mano all’Amministrazione. Molto dipende da enti sovraordinati. A questo proposito, vale la pena ricordare lo sforzo dell’Amministrazione – attraverso riunioni e lettere, fino alle cause legali – per tutelare Mirano e assicurarle ciò cui ha diritto. Basti ricordare l’impegno che stiamo riversando per la questione dei 19 milioni di euro che Mirano attende da anni per le opere (in gran parte viarie) di compensazione legate al passante autostradale: un importo, questo, con cui la nostra città potrebbe risolvere gran parte dei problemi di viabilità. Abbiamo pesantemente sollecitato e coinvolto tutti gli enti firmatari e addirittura la prefettura come soggetto garante, con sei incontri effettuati alla presenza di dirigenti regionali, provinciali e comunali per sbloccare una situazione bloccata, ma non per cause certamente imputabili all’Amministrazione.

Da ultimo, molte delle iniziative che vengono citate sulla viabilità in altri comuni limitrofi, in realtà sono interventi di competenza sovracomunale, attuati in primo luogo dalla Provincia, con la quale i comuni sono chiamati a collaborare nel rispetto dei rispettivi ruoli (resta da vedere, peraltro, come verranno ridefiniti questi rapporti con l’eliminazione della Provincia di Venezia). In ogni caso, va anche detto che questi interventi – citiamo tra tutti il nuovo casello autostradale di Martellago/Scorzè o l’allargamento di via Costituzione a Spinea – anche se esterni ai nostri confini amministrativi, consentiranno comunque un beneficio anche per il nostro Comune.

 

Mobilitazioni per gli aumenti autostradali

AUTOSTRADA –  Il tratto di A4 che attraversa il territorio di Dolo. Da più parti si stanno mobilitando contro gli aumenti dei pedaggi

«Il problema del tornello è stato risolto creando altri danni». A Sparare a zero contro la concessionaria autostradale Cav ora è il miranese Emanuale Cozzolino, parlamentare del Movimento 5 Stelle, che critica apertamente l’aumento della tariffa sulla Mirano-Padova da 80 cent a 2.80 euro. «Il decongestionamento del traffico al tornello di Vetrego è ovviamente un fatto positivo, ma questo grave problema non è stato risolto con una soluzione bensì con la creazione di un ulteriore danno – scrive Cozzolino -. L’aumento delle tariffe autostradali è infatti spropositato e per i lavoratori si trasforma di fatto in una ulteriore tassa da pagare. Il rischio è poi quello di spostare semplicemente la massa di traffico sulla viabilità ordinaria, creando ulteriori disagi per i residenti e per gli stessi pendolari». Cozzolino ne ha pure per Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: «Si appresta a produrre altri danni con la realizzazione della nuova Romea, intanto gli ricordiamo che il progetto del Passante prevede lo spostamento del casello Venezia Ovest a Roncoduro».

Intanto il comitato mirese Opzione Zero, che ha già allacciato i contatti con un legale per valutare ricorsi e class action contro le nuove tariffe, punge il governatore Luca Zaia:

«La sua soluzione per diminuire i pedaggi è prorogare la concessione a Cav dal 2032 al 2050, in modo da dilatare i tempi per rientrare nella spesa di un miliardo per il Passante. Ma per ottenere una proroga Cav deve prevedere nuovi investimenti: ecco dunque l’ipotesi della quarta corsia sulla Venezia-Padova, che significa solo altro asfalto e nuovi debiti».

(g.pip.)

 

Pedaggi, scende in campo il governo

VENEZIA – I rincari autostradali, un affare di Stato, anzi di governo. Non a caso, una settimana dopo l’aumento dei pedaggi, che hanno colpito pesantemente la tratta Padova-Venezia e il sistema del Passante di Mestre, scendono in campo i ministri. Due appuntamenti diversi per luogo e tempo, uno a Roma e uno a Venezia, ma ugualmente inerenti il tema delle infrastrutture e dei loro costi, nell’ambito della riforma che farà finalmente decollare le Città Metropolitane, a partire da quella lagunare.

In presa diretta oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi risponderà all’interrogazione parlamentare presentata a tempo di record da Andrea Martella, vicepresidente del gruppo Pd. Ma siccome ne stanno arrivando altre, è evidente che la prima risposta di Lupi è quella che conta. Martella ha puntato il dito contro l’incremento delle tariffe del 12.9 per cento sulla Venezia-Trieste e addirittura del 250 per cento da Padova a Dolo, sostenendo che non si possono scaricare i debiti dei concessionari sugli utenti, come si fa con il Passante di Mestre.

Il ministro dovrà spiegare, inoltre, come intende realizzare la politica degli abbonamenti autostradali, annunciata alcuni giorni fa, per ridurre l’impatto degli aumenti a beneficio di pendolari e autotrasportatori. Una svolta salutata con favore, ma anche con grande scetticismo, dalle categorie interessate. E lo attendono al varco i Cinquestelle, che non riuscendo a trovarne traccia negli uffici ministeriali, già definiscono «un decreto fantasma» quello che ha autorizzato i rincari.

A Venezia, invece, il ministro dello Sviluppo Economico, il padovano Flavio Zanonato, ospite di Giorgio Orsoni, incontra a Ca’ Farsetti i sindaci di Venezia, Padova, Treviso, Vicenza, Rovigo e Belluno. Ufficialmente i primi cittadini dibatteranno di Piano Casa regionale, in realtà affronteranno con il ministro il tema della crisi economica. A partire dalle situazioni di criticità industriale, per proseguire con le ricadute sugli enti locali della Legge di Stabilità. Ma sul tappeto ci sarà anche la Città Metropolitana che potrebbe unire il cuore del Veneto.

Una riforma contraddetta dai rincari sui trasporti che impediscono la comunicazione tra realtà territorialmente contigue che si scoprono sempre più vicine per motivi economici, oltre che culturali. E gli aumenti delle tariffe, come hanno denunciato in questi giorni un po’ tutti, sono un formidabile ostacolo allo sviluppo e alla crescita economica e produttiva.

In attesa che i ministri parlino, continuano a fioccare le prese di posizione. Che sulle tariffe hanno come obiettivo critico la Regione Veneto e la società di gestione della Padova-Venezia (la Cav) controllata da Palazzo Balbi e dall’Anas.

«Perché i tempi di ammortamento del Passante sono così brevi? E cosa intende fare il presidente Zaia per evitare che la situazione si replichi con la Pedemontana Veneta, arteria attualmente in costruzione con modalità identiche a quelle del Passante di Mestre?». Lo chiede Diego Bottacin, consigliere regionale ed esponente veneto di Scelta Civica, che ha indirizzato al governatore un’interrogazione: «Questi abnormi rincari sono una tassa occulta che pesa sulle tasche di famiglie e imprese, su migliaia di lavoratori».

Antonio De Poli, dell’Udc, chiede di «allungare di 10-15 anni la convenzione con la Cav che scade nel 2032, con l’obiettivo di ridurre l’impatto dei rincari dei pedaggi su famiglie e imprese». Il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Federico Caner, lancia una proposta di “sconto”: «Se Roma si assumesse la responsabilità di parte dei costi del Passante, potremmo adottare una “vignetta” su modello austriaco».

Giuseppe Pietrobelli

 

IL CAOS A “COSTO ZERO”

La replica Cav: «Erano illeggibili solo 54 tagliandi, lo 0,8 per cento»

Caro direttore,
la spiegazione tecnica di quanto accaduto nella giornata di ieri è la seguente: se un utente inserisce un biglietto in una pista automatica e questo risulta smagnetizzato l’operatore del servizio, da remoto, è costretto a richiedere all’utente la sua provenienza. Successivamente l’operatore “tabula” la stazione di entrata e l’utente ha la possibilità di pagare il pedaggio.
Nel caso in cui l’utente dichiari di essere entrato in una stazione che dà pedaggio zero viene emesso automaticamente un rapporto di mancato pagamento a completamento dell’operazione di esazione. L’operatore invita l’utente a non prendere in considerazione il rapporto di mancato pagamento e ad inserirlo in un apposito contenitore posto vicino all’apparecchiatura. Le preciso che la frequenza di emissione di tali rapporti per biglietti smagnetizzati nella giornata di ieri è stata davvero bassa. Per la precisione su 6310 emissioni di biglietti, sono risultati illeggibili circa 54 tagliandi su 6 porte/uscite, per una percentuale dello 0,8. Cav esegue molto spesso le manutenzioni ai propri impianti che ovviamente sono acquistati dagli stessi fornitori di altre concessionarie. Le macchine si sa a volte si inceppano e l’incidenza degli inconvenienti, a mio modesto giudizio di parte, sono modesti. Posso comprendere il fastidio degli utenti che hanno segnalato il problema, ma mi risulta che ciò non abbia creato code all’uscita dei caselli. Resta il fatto che cercheremo, come sempre, di migliorare per evitare anche questo tipo di disagi.

Tiziano Bembo – Presidente Cav

 

Un ventaglio di ipotesi per residenti e pendolari. Dossier inviato alla Regione, da verificare la sostenibilità economica

VENEZIA—Ci vorranno dalle tre alle quattro settimane per sapere se Cav sarà in grado di applicare una qualche forma di sconto o abbonamento agli automobilisti che si muovono abitualmente lungo la Venezia-Padova. Un primo schema di lavoro è già stato inviato in Regione ma si tratta più che altro di una road map che, oltre alle intenzioni, ha poco o nulla di concreto (non solo sull’entità dell’eventuale riduzione del pedaggio ma pure sulla sua reale fattibilità).

Gli uffici di Cav sono al lavoro su un ventaglio di ipotesi di riduzione del pedaggio piuttosto ampio che va dal 10 al 50% (attualmente i residenti di Dolo, Mira,Mirano, Pianiga e Spinea godono di uno sconto in direzione Padova del 40%, da 2,8 a 1,68 euro), con perno ora il concetto di «residente» ora quello di «pendolare» ora entrambi ed un confronto con la scontistica e le tariffe applicate in altre parti d’Italia e d’Europa. Fondamentale, per le simulazioni allo studio dei tecnici, è il recupero dei flussi di traffico antecedenti all’apertura del Passante, che aiuterebbero a capire, uniti a quelli successivi, l’evoluzione della domanda e dunque gli effettivi margini di manovra nel rapporto tra gli incassi da pedaggio e i tempi della concessione, che com’è noto scade nel 2029 anche se la società nel 2015 vorrebbe negoziare col ministero dei Trasporti un allungamento fino al 2049 (in cambio della quarta corsia).

Non solo in Veneto la stangata d’inizio anno ha scatenato l’ira degli automobilisti e degli autotrasportatori, come dimostra il fatto che anche il sindaco di Gorizia Ettore Romoli ha chiesto un incontro ad Autovie per verificare se sia possibile ridurre l’impatto dei rincari sulla A4, ma forse qui più che altrove la protesta ha assunto i contorni di una vera e propria sollevazione, in grado di mettere in imbarazzo la Regione, azionista al 50% di Cav. Lo dimostra la lunga serie di comunicati piovuti anche ieri sull’argomento, mentre si attende di capire se Palazzo Balbi sia o meno disponibile a girare nelle casse della concessionaria un budget per la copertura degli sconti, partendo dal presupposto che per molti veneti l’autostrada è un «servizio pubblico» necessario per raggiungere il lavoro alla stregua di bus e treni. Oggi, durante il question time alla Camera, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi risponderà ad un’interrogazione del Pd, primo firmatario il vice capogruppo Andrea Martella: «Il governo deve contrastare i rincari e ridurre le conseguenze dell’aumento dei pedaggi sulle imprese di trasporto, sui pendolari, sul sistema produttivo e sui consumatori – dice Martella -. E’ necessario definire un sistema di adeguamento delle tariffe autostradali vincolato agli investimenti effettivamente realizzati dai concessionari; essenziale rendere trasparenti i meccanismi di adeguamento delle tariffe e i rapporti contrattuali stipulati in passato tra lo Stato e le concessionarie; urgente garantire più stringenti controlli di gestione, in particolare per evitare ingiustificati aumenti tariffari».

Il capogruppo della Lega in Regione Federico Caner, invece, si allinea alla posizione ribellista già espressa dal governatore Luca Zaia, che nei giorni scorsi era sbottato: «Con 21 miliardi di tasse pagati a Roma ogni anno, i veneti sulle autostrade dovrebbero andarci gratis». Rincara Caner: «Mentre al Nord paghiamo per usare le strade che abbiamo costruito a servizio dei nostri cittadini, al Sud è tutto gratis. Non serve nemmeno un grande sforzo da parte del ministro Lupi: basterebbe che lo Stato decidesse di applicare al Nord sconti simili a quelli già in vigore lungo le tratte gratuite sul Gra di Roma, sulla Palermo-Mazara e sulla Palermo-Catania… In fondo con quel che paga il Veneto al Paese, Roma potrebbe pure decidere di saldare una parte del costo del Passante, rendendo così possibile un sistema di sconti mirati ai residenti ».

link articolo

 

COMUNICATO STAMPA COMITATO OPZIONE ZERO

Mentre il ministro Lupi propaganda abbonamenti autostradali, impraticabili persino per le associazioni di categoria degli autotrasportatori, e Bembo (presidente di CAV in quota Lega) dichiara che non è pensabile l’estensione degli sconti, Zaia si fa portavoce della schizofrenia di questo sistema ormai in cortocircuito che si vorrebbe risolvere con gli stessi errori che lo hanno provocato, cioè con nuove opere totalmente inutili.

Dopo l’ennesimo retorico “Basta asfalto”, il Governatore del Veneto svela la sua ricetta: prorogare la concessione del Passante di Mestre a CAV fino al 2050 per dilatare i tempi di rientro del debito (oggi pari a 1 miliardo) e così diminuire i pedaggi. Ma per ottenere una proroga, CAV deve prevedere nuovi investimenti… Ed ecco spuntare un’inutile demenziale quarta corsia sulla Padova-Venezia, che significa altro asfalto e altro indebitamento per le casse pubbliche.

A fronte di una crisi strutturale che sta raschiando il fondo delle tasche dei cittadini e dei lavoratori, con un traffico in costante calo evidenziato dallo stesso Lupi, pensare di uscirne moltiplicando le opere con quarte corsie o addirittura nuove autostrade, come la Romea Commerciale, ci sembra francamente al limite della patologia, se non della malafede.

Se dovesse andare in porto la devastante superstrada Pedemontana da Montecchio a Spresiano, ci sarebbe un ulteriore calo del traffico sul Passante (direttrice Verona – Belluno) con conseguente aumento dei pedaggi sulla Padova-Venezia. Stessa sorte toccherebbe all’A13 Padova-Bologna, se dovesse essere realizzata la Orte-Mestre.

Insomma, abbiamo sotto agli occhi un “sistema Veneto” al collasso, in cui il meccanismo del project financing sta mostrando il suo fallimento e conclamata insostenibilità; in cui non si riescono a ripagare i debiti, ma si è pronti a crearne degli altri; in cui si proteggono solo i concessionari autostradali e le lobby finanziarie.

Da sempre Opzione Zero chiede che il problema del caro pedaggi sia risolto “a monte” con scelte strategiche di mobilità da rivedere radicalmente, considerando fondamentale il trasporto pubblico e su  rotaia, a reale servizio dei cittadini e dei pendolari. Pertanto, consigliamo a Zaia di smettere di farsi complice di una politica opaca e fallita.

 

Miranese quarta “città” del Veneto

MIRANO. Il 2014 sarà l’anno dell’Unione dei comuni, con la benedizione della Regione. L’assessore regionale al Bilancio con delega agli Enti locali, Roberto Ciambetti, l’ha già definita: «La quarta città per abitanti della Regione, dopo Venezia, Verona e Padova, ma prima di Vicenza, Treviso, Rovigo e Belluno». Un bel biglietto da visita, non c’è che dire. Anche se in realtà l’Unione è ancora o quasi tutta da costruire.

Incontri se ne sono svolti, e diversi, nel 2013 e ne sono in programma ancora in questo inizio di nuovo anno. Poi il progetto di Unione passerà attraverso tutti i Consigli comunali coinvolti e, se approvato da tutti, diventerà realtà.

Con l’abolizione delle province e pochi altri esperimenti simili in Veneto, il Miranese diventerà con i suoi oltre 120 mila abitanti, il quarto polo di riferimento amministrativo regionale. Da quel poco che trapela nelle riunioni tra i sindaci di Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala, Spinea e (dalla Riviera) Pianiga, si stanno individuando i quattro ambiti (forse più) di associazione delle funzioni. Praticamente certa la polizia locale, con un comando unico e la protezione civile, che già da tempo lavora per distretto, probabile una regia unica anche per quanto riguarda il personale, l’edilizia scolastica, forse anche le politiche culturali e i servizi sociali, che drenano gran parte delle risorse comunali. Trattative che si svolgono in segreto sì, ma sotto l’egida favorevole della Regione. Spiega infatti Ciambetti: «La contiguità con il vicino Camposanpierese, dove l’esperimento di condivisione di servizi e uffici ha portato grandi risultati, ha avuto un suo ruolo, ma dobbiamo ammettere che nel Miranese c’è una novità: assistiamo a un processo in cui il centro minore vanta circa 12 mila abitanti, mentre tutti gli altri comuni interessati superano la soglia dei 15 mila. Tutti segnano dinamiche demografiche in crescita e in alcuni casi, come per Santa Maria di Sala, in forte aumento». Il bacino dell’Unione coprirà, se tutto procederà per il meglio, circa il 14% dell’intera popolazione della provincia, in un’area strategica di collegamento tra il trevigiano, il Camposanpierese e la laguna. «Da anni», conclude Ciambetti, «nel Miranese alcune istituzioni hanno anticipato la svolta e agiscono già nell’ottica di bacino, dal polo scolastico di Mirano all’Asl 13».

Filippo De Gaspari

link articolo

 

Ora è uno dei tratti autostradali con il maggior costo per chilometro. L’aumento dal primo gennaio del pedaggio tra il casello di Padova Est e quello di Dolo-Mirano è stato del 300%: da 80 centesimi a 2,80 euro. Ecco il tragitto tra i due caselli.

Cliccare qui per vedere il video

 

Gazzettino – Pedaggi, il caos a “costo zero”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 1 Comment

8

gen

2014

Autostrada A4, dopo il caro-tariffe, scoppia un altro caso: automobilisti costretti a lunghe attese per passare “gratis”. La Cav: solo problemi tecnici

60.000 PASSAGGI GIORNALIERI SULLA PD-VE

2%  L’AUMENTO DEL TRAFFICO

47%  IL CALO AL CASELLO DI DOLO

Ci mancava la smagnetizzazione di massa, e l’ingiunzione a pagare la somma di zero euro, per riscaldare gli animi dei pendolari dell’autostrada, già imbufaliti per il caro-tariffe e costretti a inventarsi percorsi alternativi, per pagare il meno possibile. È accaduto ieri mattina, in diversi momenti, al casello di Venezia-Mestre. Qualche automobilista, essendo entrato a Mirano-Dolo, si è infilato nella porta (d’uscita) dedicata – da quando esiste il passante – a chi non è tenuto a pagare nulla. Ma il biglietto è stato rifiutato. Vuoi vedere che la Cav si è inventata qualcos’altro?
«Pregasi cambiare verso d’introduzione… biglietto illeggibile…». Finalmente la voce di un operatore, mentre dietro la coda cresceva. «Lei da dove viene?». «Da Mirano». «Attenda… le devo fare il mancato pagamento». «Ma se non devo pagare nulla!». «Glielo devo fare ugualmente…». Implacabile l’esattore virtuale, implacabile il biglietto della lunghezza di 30 centimetri e cinque millimetri che viene sputato dalla feritoia. «Mancato Pagamento. Il pedaggio non è stato corrisposto (in tutto o in parte)». I matematici, o i filosofi, suggeriscano quale può essere una parte dello zero, o del nulla.
Mentre gli veniva consentito di proseguire, l’allibito automobilista poteva leggere, in italiano e in inglese: «Importo totale pedaggio: € 0.00. Importo da pagare: € 0.00. Modalità di pagamento…». A seguire, l’elenco di siti, località, banche dove far fronte al debito entro il termine di 15 giorni per evitare maggiorazioni. Un banale disguido? O invece la spia di un accanimento meccanografico, controllo sulle tratte che scottano mentre la società di gestione Cav è messa sotto accusa per aver aumentato i pedaggi? Il risultato è in quell’irridente invito a pagare e rimborsare il nulla, burocratico rito innescato da una supposta smagnetizzazione della banda che legge il percorso degli utenti.
In serata, dopo che la notizia è apparsa sul sito Gazzettino.it, ecco arrivare la spiegazione di Cav. «C’è chi è transitato senza inconvenienti…». E gli altri? «Nel caso in cui l’utente dichiari di essere entrato in una stazione che dà pedaggio zero, viene emesso automaticamente un rapporto di mancato pagamento». Anche se non deve nulla? «L’operatore invita l’utente a non prendere in considerazione il rapporto e a inserirlo in un apposito contenitore». Quanti sono i malcapitati? «Lo 0,5 per cento». Su 60 mila transiti Padova-Mestre e viceversa, circa 300 al giorno. Guarda caso, sulla pista 88 a passaggio libero, proprio mentre infuria la polemica sui rincari.
Anche ieri il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha impugnato l’arma delle parole per rassicurare i veneti imbestialiti. «Paghiamo talmente tante tasse che dovremmo poter usufruire gratuitamente delle nostre strade. È un problema che ho ereditato…». Ha cercato di giustificare: «Quando si realizzò il Passante, per far evitare al traffico di attraversamento la tangenziale di Mestre, il pedaggio Mestre-Padova era di 2,20 euro, oggi che il Passante è realizzato, con più di 30 chilometri di gratuità, è a 2,80 euro». Ha lanciato segnali a Roma: «Il problema deriva da una concessione anomala di 23 anni: raddoppiandone il numero, riusciremmo anche a diluire il peso del pedaggio». E ha ripreso antichi temi a lui cari: «Dal primo giorno chiediamo che questa situazione atipica sia normalizzata, anche perché vige nei confronti di un concessionario pubblico: che ci diano le strade e che i soldi restino nelle tasche dei Veneti».
Intanto gongola Tiziano Bembo, presidente Cav. «Nei primi 6 giorni dell’anno da Padova a Venezia e viceversa il traffico è aumentato del 2 per cento. E al casello di Dolo-Mirano c’è stato un calo del 47 per cento di entrate e uscite». Infatti, il “tornello” che faceva risparmiare i pendolari non serve più.

 

MIRANO – Ora la lotta contro gli aumenti

Sparito il “tornello”. Vetrego festeggia

MIRANO – «Finalmente potremo respirare un po’ di più, ma la nostra battaglia non finisce qui». Il comitato “Rinascita Vetrego” festeggia per l’eliminazione dell’ormai noto tornello alla rotonda del casello autostradale, ma riporta subito i riflettori su altre due questioni: il caro-tariffe e l’assenza di adeguate barriere fonoassorbenti.
Partiamo dal traffico: chiuse le festività, ieri è stato il primo giorno lavorativo per quasi tutti i pendolari. Il primo senza la manovra degli automobilisti della Mestre-Padova, che uscivano e rientravano a Mirano per godere del pedaggio gratuito tra Mestre e Mirano. Cav ha uniformato apposta le tariffe, ieri in rotonda c’erano certamente meno ingorghi del solito. Il traffico si è spaiato: una fetta di automobilisti si è spostata al casello di Spinea per imboccare il Passante, molti altri si sono riversati su Cavin, Noalese e Riviera. Un netto aumento di auto sulle strade interne c’è stato, ma era prevedibile vista la riapertura delle scuole. La situazione andrà monitorata nelle prossime settimane: I pendolari eviteranno l’autostrada intasando la viabilità ordinaria? Intanto Emanuele Congia, presidente del comitato, rilancia:

«Ora appoggeremo il comitato mirese Opzione Zero per la battaglia contro l’aumento delle tariffe, e continueremo ad insistere con Cav, Regione e Comune per ottenere barriere fonoassorbenti a Vetrego: non basta una collinetta per evitare di essere subissati dallo smog dell’autostrada».

(g.pip.)

 

ULTIMATUM – I “forconi” scaldano i motori: «Autostrade, abbassare i costi»

I “forconi” scaldano i motori. Per il momento stanno a guardare, ai bordi dei nastri d’asfalto dove un mese fa hanno lanciato la protesta contro il governo centrale e la classe politica. Ma tra i punti approvati il 4 gennaio al presidio di Soave nell’ultimatum per il governo ce n’è uno che può accendere le polveri, collegando il mugugno collettivo degli automobilisti con il movimento che il 9 dicembre ha lanciato la rivoluzione del popolo italiano. Punto cinque: «Riduzione considerevole del costo del carburante per uso professionale nonchè dei pedaggi autostradali». Invece è scattato l’aumento. Uno schiaffo. Come reagiranno? Se lo stanno chiedendo gli agenti della Digos che hanno rafforzato i controlli. «Tranquilli, siamo in tranquilla attesa» spiega da Soave il veronese Lucio Chiavegato, uno dei leader. Ma da San Vendemiano (Treviso) arriva l’avvertimento di Geremia Agnoletti: «Dei rincari pensiamo tutto il male possibile. I pedaggi sono un’altra tassa che colpisce lavoratori e produttori. Soltanto per fare un piacere agli amici degli amici…». Chi? «I concessionari delle autostrade che spendono sempre di meno per la manutenzione, mentre vengono ridotti i costi di manutenzione: vogliono farsi le bretelle autostradali pagandole con i pedaggi».

(G. P.)

 

IL FRONTE POLITICO – L’Idv chiede all’assessore Chisso di riferire alla commissione regionale

Da Martella a De Poli tutti in campo contro i rincari

L’ESPONENTE PD  «Cosa intende fare il ministro Lupi?»

IL SENATORE UDC  «Ora il governatore difenda i veneti»

MESTRE – Tutti alla pazza ricerca di strade alternative. Per bypassare caselli e macchinette esattrici, con lo scopo dichiarato di risparmiare qualche euro al giorno, che a fine mese fanno cifre importanti per gli stipendi dei pendolari. Considerando che per molti di loro non ci sono alternative all’auto per andare al lavoro.
Il riflesso di questo sforzo di invenzione collettiva (ma le strade sono quelle che sono) si coglie, sotto forma di preoccupazione, negli interventi di tanti politici che tirano in ballo Regione Veneto e ministro dei Trasporti per il caro-autostrade.

Andrea Martella, deputato, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, ha preparato un’interrogazione urgente: «Questi aumenti triplicano e quadruplicano mediamente il tasso di inflazione media registrato nel 2013. Preoccupano vari elementi: dal rischio che i rincari portino l’utenza a riversarsi sulle strade non a pagamento con conseguenze di intasamento del traffico a discapito della vivibilità dei centri urbani, agli inevitabili aumenti a cascata di materie prime e prodotti finiti». E chiede al ministro Lupi come intende tradurre in pratica l’ipotesi di abbonamenti che riducano il costo dlele autostrade per pendolari e autotrasportatori.

Antonino Pipitone, capogruppo regionale di Italia dei Valori, chiede all’assessore Renato Chisso e ai vertici Cav di uscire allo scoperto. Andando a spiegare in Commissione Urbanistica e trasporti della Regione «i veri motivi del rincaro delle tariffe sulla Padova-Venezia e sul Passante: serve trasparenza sui conti della società e in particolare sui costi del “tornello” che sino al 31 dicembre scorso ha consentito agli automobilisti che uscivano ed entravano a Dolo di non pagare il pedaggio sulla A57». E provocatoriamente aggiunge: «Vorremmo vedere quanto ci sono costati quelli che uscivano e rientravano a Dolo per non pagare il pedaggio fino a Mestre e viceversa».

Chi punta contro il governatore Luca Zaia è il senatore dell’Udc Antonio De Poli, soprattutto dopo l’uscita del governatore sulle strade gratis ai veneti: «Il governatore faccia la sua parte con Cav. Governo e Regione dovranno trovare una soluzione al problema pedaggi. Per il presidente della Regione è arrivato il momento di smetterla di urlare contro il Governo centralista e di vestire i panni del veneto che pensa ai veneti”.

(G. P.)

 

Nuova Venezia – Cav: prove tecniche di sconti autostradali

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

8

gen

2014

 

SALASSO PEDAGGI »DOPO L’INTERVENTO DI LUPI
La concessionaria sta simulando gli effetti di riduzioni dal 10 al 40%.

Sul web oltre 2 mila adesioni alla nostra campagna

VENEZIA – Qualcosa si muove sul fronte dei rincari dei pedaggi autostradali. L’intervista di Maurizio Lupi al nostro giornale, dove il ministro dei Trasporti esprime la volontà di compensare gli aumenti tariffari con abbonamenti scontati a pendolari e autotrasportatori, ha impresso un’accelerazione agli eventi mentre sul nostro sito le adesioni alla campagna anti-stangata hanno superato quota 2 mila.

Gli uffici di Cav, la concessionaria nell’occhio del ciclone per l’impennata da 0,80 a 2,80 euro nella tratta Padova-Mirano/Dolo cui fanno riscontro gli analoghi salassi sull’A27 e sulla Padova-Rovigo, hanno iniziato la simulazioni degli sconti, ipotizzando un ventaglio di opzioni – dal 10 al 40% – per valutarne gli effetti in termini di minori introiti ed equilibri di bilancio:

«Condivido le parole di Lupi, soprattutto laddove sottolinea la necessità di rivedere l’intero sistema delle concessioni autostradali adeguandolo ai nuovi volumi di traffico», commenta il presidente Tiziano Bembo «da parte nostra abbiamo garantito in partenza una riduzione del 40% ai residenti di Dolo, Mirano, Pianiga, Mira, Spinea e vogliamo rispondere concretamente alle esigenze di pendolari e autotrasportatori ma anche di artigiani e piccoli commercianti, spesso trascurati».

Pesa il debito del Passante da ripianare (425 milioni saldati, 650 pendenti) ma la circolazione – e i conseguenti incassi – non sembra scoraggiata dagli aumenti: nei primi sei giorni dell’anno il flusso tra Padova est al casello di Mestre segna +2% sul 2013.

Numerosi gli interventi politici. «Il rincaro dei pedaggi in Veneto è destinato a penalizzare l’utenza compromettendo anche quei timidi segnali di ripresa della produttività e dell’economia regionale che si stanno intravvedendo», afferma il vicepresidente del gruppo del Pd alla Camera, Andrea Martella, autore di un’interrogazione a Lupi: «Guardiamo con favore la volontà del ministro di intervenire per abbattere i costi attraverso abbonamenti mirati e la convocazione di un tavolo di confronto con le società autostradali. Ma i tempi di intervento devono essere rapidi: per questo auspico da parte del ministro chiarimenti e decisioni tempestive».

«Finora c’è stato l’amaro ping pong tra politici ed amministratori, ma il vero caos lo vedremo a febbraio», fa eco il capogruppo veneto dell’Idv Antonino Pipitone «quando i pendolari, gli agenti di commercio e le aziende di trasporto controlleranno l’estratto conto del Telepass scoprendo così la reale entità del salasso, la protesta salirà di tono e il traffico si riverserà sulle statali. Invece dei “tornellisti”, avremo i forconi del casello».

Quasi un annuncio della protesta della Lega che sabato – accogliendo l’appello del segretario Salvini – manifesterà all’ingresso delle autostrade: «Rincari solo al Nord mentre nelle autostrade del Sud si gira a sbafo, è l’ennesima rapina, il nostro popolo dice basta»; «Con tutte le tasse che paghiamo a Roma, avremmo il diritto di viaggiare gratis», fa eco il governatore Luca Zaia. In Consiglio regionale, infine, oggi Bruno Pigozzo (Pd) e Dario Bond (Pdl-Ncd) chiederanno una riunione straordinaria della commissione trasporti con l’audizione di tutti i presidenti delle concessionarie venete.

Filippo Tosatto

link articolo

 

LE NUOVE TARIFFE ALLA PROVA

Vetrego senza colonne ma timori per il traffico

MIRANO – Il “tornello”? Deserto. Al primo banco di prova, al rientro dalle ferie, la rotonda del casello di Vetrego ha tante auto quante si registrano nei giorni di festa. Alle 8 di ieri mattina, orario di punta, non si è ripetuto quello che è stato la norma negli ultimi anni: code chilometriche, rotonda congestionata, tempi di attesa eterni per entrare in autostrada e di conseguenza residenti prigionieri in casa loro e smog alle stelle. Oggi tutto questo non c’è più. Sarà anche presto per fare un bilancio e cantare vittoria, ma di sicuro chi si aspettava di mettersi in coda come tutte le altre mattine, si è trovato invece ad arrivare al lavoro in anticipo. I pendolari della Padova-Mestre insomma lo hanno già capito, qualcuno l’ha provato sulla propria pelle nei giorni scorsi: percorrere l’autostrada dal casello di Dolo-Mirano a Padova è davvero un salasso. Uscire e rientrare per poi riprendere gratuitamente il tratto autostradale verso Villabona non conviene più. Tanto si paga lo stesso. A Mirano, in località Vetrego, protestavano da anni per il “tornello”, quella cattiva abitudine dei pendolari (ma pur sempre legale) di uscire al casello miranese, fare un giro di rotatoria e rientrare per sfruttare la liberalizzazione dell’ultimo tratto. Fra i residenti l’impressione è che sia solo la quiete prima della tempesta è diffusa: il timore che tutto il traffico di via Vetrego e via Porara verso il casello si sposterà sulla viabilità ordinaria è quasi una certezza.

Ieri le polizie locali dei comuni del Miranese, soprattutto Mirano e Santa Maria di Sala, non hanno riscontrato un aumento particolare del traffico rispetto agli ultimi giorni del vecchio anno (con le vecchie tariffe). Stesso riscontro anche in Riviera del Brenta. Dove sono finiti i pendolari in auto?

Filippo De Gaspari

 

pedaggi – Ci vuole il bollino autostradale

Ecco siamo alle solite, si sono accorti che le nostre autostrade sono costose. Lo si dice da anni, si fanno i paragoni con altri Paesi europei, delegazioni vanno a verificare all’estero (a spese nostre) la gestione dei servizi al cittadino, nei dibattiti si citano ad esempio altri paesi ma poi nulla si fa per imitarli… Potrei continuare. Oggi le solite lagnanze come per l’aumento della benzina nei periodi di vacanza, per le code chilometriche ai caselli ecc. Ma il vero problema è che le varie società pensano solo ai profitti ricavati da un territorio che è di tutti e dato in concessione senza grosse prescrizioni da rispettare. I CdA delle società si dividono soldi a palate e noi paghiamo. Facciamo degli esempio. In quasi tutta Europa vige il sistema del bollino autostradale. In Germania il turista paga solo per attraversare la Baviera (il tedesco paga ma si scarica la spesa dal costo del Bollo auto). Nella vicina Austria per 10 giorni si paga circa 9 Euro; in Ungheria, Repubblica ceca, Slovacchia, Romania si pagano circa 10 Euro per 10 Giorni. In Slovenia si paga 15 euro per 10 giorni.. Ecc. Col bollino non si fanno code evitando l’inquinamento e non ci sono intasamenti eppure anche in questi Paesi si lavora nelle autostrade. Basta vedere la vicina Austria. Da noi No. Contano più gli interessi delle concessionarie che quelli della collettività. Quando la Slovenia istituì il bollino autostradale molti italiani protestarono perché hanno pensato al loro particolare e momentaneo (vacanze in Istria) interesse. Mi piacerebbe sapere cosa dicono oggi dell’aumento autostradale italiano. Ecco il nostro problema: quello di fare gli interessi dei gruppi economici e politici. Proviamo a copiare dagli altri e vedremo che qualche problema si risolverebbe, almeno proviamo a cominciare sapendo che l’interesse collettivo viene prima di quello privato.

Danilo Rosan Venezia

 

di Alvise Fontanella

Un abbonamento per il pedaggio autostradale tra Dolo e Padova. Come per il treno, come per il bus. Tra l’esigenza della Cav di garantirsi giusti ricavi e quella dei pendolari di non venir massacrati, bisogna trovare un punto di equilibrio. Una tariffa equa, dedicata agli utenti abituali, sui quali gli aumenti che la Cav ha deciso, moltiplicati dalla frequenza quotidiana, peserebbero eccessivamente. Una tariffa speciale, che non può essere limitata ai residenti a Dolo e dintorni, come pensa di fare la Cav: ma deve essere allargata, se non a tutti i residenti in Veneto, almeno a chi abita a Padova, a Venezia, nei Comuni della Città metropolitana che sotto il dogado di Galan, dopo lunga trattativa diedero il via libera al Passante di Mestre. Il patto politico fu chiaro e lungimirante: si doveva in cambio allungare la Tangenziale gratuita, liberando dal pedaggio il tratto da Quarto d’Altino fino a Dolo, facendone la grande dorsale gratuita della Patreve. E fu così: si andava gratis fino a Dolo, e chi proseguiva fino a Padova pagava, per i pochi chilometri oltre la tratta gratuita, 60 centesimi, il giusto. E senza fare il “tornello” a Vetrego.

Poi la Cav s’inventò l’isopedaggio, cioè rese uguale per il traffico di attraversamento il costo del Passante e quello della Tangenziale, applicando un superpedaggio che si paga alle tre barriere, e si evita invece passando dai caselli. Perciò i cosiddetti “furbetti” del tornello di Vetrego non erano affatto furbetti: l’unica furbetta era la Cav, che costringeva i pendolari Mestre-Padova a uscire e rientrare al casello di Dolo se volevano continuare a usufruire della tratta gratuita, com’era loro sacrosanto diritto.

Questo diritto non può essere cancellato. Il presidente della Cav non può raccontarci che il pedaggio da Mestre a Padova era di 2,20 euro ed è stato aumentato di appena 60 cent. Eh no: il pedaggio, per chi entra dalla Tangenziale di Mestre e va a Padova, o viceversa, era di 0,80 cent ed è stato portato a 2,80: significa levare di tasca ai pendolari uno stipendio all’anno.

La manovra 2014 della Cav sembra contraddire quel “Prima i Veneti” che fu ed è la bandiera di Zaia: il traffico di attraversamento vede scendere il pedaggio da 3,30 a 2,80 mentre i pendolari subiscono l’aumento record da 0,80 a 2,80. È l’opposto di quel che si dovrebbe fare: il costo del Passante, che è un pezzo dell’asse Torino-Trieste, deve gravare soprattutto sul traffico di lungo corso, sul traffico occasionale, non su quello locale e abituale, sui pendolari della Tangenziale, sui residenti in Veneto che con le loro tasse pagano le autostrade e le tangenziali gratuite del Sud e di Roma, e poi debbono pure pagarsi le strade venete in project financing perché lo Stato per noi non ha soldi. I pendolari della Patreve devono poter continuare a muoversi tra Mestre e Padova pagando solo, per il tratto Padova-Dolo, la normale tariffa, e non un superpedaggio che di fatto fa loro pagare anche il tratto gratuito. Il governatore Luca Zaia ha già invitato la Cav a studiare la possibilità di una “vignette” per i residenti: e ci aspettiamo che l’invito di un azionista che detiene il 50% sia molto simile a un ordine. Non ci sono problemi tecnici: ci pensa il sistema Telepass a leggere le targhe e ad applicare gli sconti agli abbonati.

Dopotutto, per ammissione dello stesso presidente Tiziano Bembo, la Cav in cinque anni – gli anni della grande crisi, dal 2008 ad oggi – ha già rimborsato metà dell’investimento complessivo richiesto dal Passante: di questo passo, al termine della concessione ventennale, avrà rimborsato il 200 per cento del capitale investito. Dovrebbe bastare, no?

Alvise Fontanella

 

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui