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Comunicato Stampa Coordinamento No Inceneritore Fusina 12 gennaio 2023Inceneritore ENI: basta profitti sulla pelle della gente, daremo battaglia anche su questo fronte

E’ durissima la presa di posizione del Coordinamento No Inceneritore Fusina all’indomani della notizia sul progetto di un altro inceneritore, questa volta proposto da ENI Rewind a Porto Marghera per smaltire fino a 190.000 ton/anno di fanghi provenienti da tutto il Veneto:

“E’ ora di finirla con l’idea di fare affari sulla pelle della gente, l’aria che respiriamo a Marghera e in tutta la cintura metropolitana è una delle più inquinate d’Europa; a Malcontenta i dati recentissimi raccolti da uno dei nostri comitati dimostrano livelli altissimi di benzene addirittura presso una scuola primaria; i dati dell’ultimo rapporto SENTIERI ci dicono che in queste zone ci si ammala di più di patologie gravi come tumori e malattie respiratorie, eppure si continua con progetti nocivi, obsoleti e sbagliati. Questa è la realtà che viviamo quotidianamente, dunque rispediamo al mittente le dichiarazioni propagandistiche di Paolo Grossi, AD di Eni Rewind, circa il fatto che il loro inceneritore sarebbe talmente innocuo da poter stare vicino a una scuola come avviene a Zurigo. Ci rivolgiamo poi alla Giunta Zaia, e al Sindaco Brugnaro in quanto amministratori delle istituzioni cui compete l’approvazione del progetto dicendo loro che se hanno deciso di sacrificare la salute di centinaia di migliaia di persone per soddisfare gli appetiti delle varie lobby, noi non ci stiamo. Abbiamo una battaglia aperta contro Veritas, da oggi ne apriamo un’altra ancora più dura contro ENI, la Regione e il Comune perchè è ormai chiara a tutti l’intenzione di trasformare Porto Marghera nella centrale di smaltimento di tutte le porcherie più tossiche prodotte nel “mitico’ nord-est, altro che Venezia capitale della sostenibilità”.

Già nel 2019 il Coordinamento aveva svelato come il vero core business dell’inceneritore di Veritas non era lo smaltimento del CSS, quanto piuttosto lo smaltimento dei fanghi provenienti dai depuratori dell’intera Regione, contaminati da varie sostanze tossiche e soprattutto dai famigerati PFAS. Non si spiega altrimenti la proposta di costruire 3 nuove linee di incenerimento in grado di bruciare almeno 150.000 ton/anno di rifiuti. La strenua resistenza messa in campo dai comitati con ricorsi e mobilitazioni, per stessa ammissione di Veritas, ha portato la multiutility veneziana ad accumulare un enorme ritardo sulla tabella di marcia, tanto che ora è attivo solo un forno, un secondo è previsto per il 2025, e il terzo non è stato nemmeno autorizzato.

In questo ritardo si è inserita la multinazionale ENI, una delle società al mondo maggiormente responsabili dell’emissione di gas serra e di altri scempi ambientali, che sull’economia “fossile” continua a fare profitti da capogiro grazie anche agli andamenti speculativi dei prezzi dell’energia e dei carburanti (10,8 miliardi di euro di utili nei primi mesi del 2022). Solo qualche mese fa ENI, sempre molto abile nelle operazioni di greenwashing, annunciava in pompa magna la chiusura di Versalis e il progetto per due piccoli impianti cosiddetti “eco” (uno per la produzione di acido isopropilico e uno per il riciclo di plastiche) che avrebbero dovuto fare il paio con la raffineria convertita a olio vegetale e con due installazioni di pannelli fotovoltaici.

Ora finalmente ENI mostra anche qui il suo vero volto, quello “nero”, uscendo allo scoperto per soppiantare Veritas quale interlocutore di Viveracqua, e offrire al consorzio dei gestori del servizio idrico integrato la sua soluzione al problema fanghi. Fanghi che giustamente non sono più utilizzabili in agricoltura a causa dell’elevato contenuto di sostanze tossiche che nella maggior parte dei casi si riscontra, in particolare per quanto riguarda diossine, idrocarburi, PCB, metalli, pesticidi, medicinali, coloranti, e soprattutto PFAS.

Proprio le sostanze perfluoroalchiliche costituiscono uno dei maggiori problemi in Veneto: sono presenti in altissime concentrazioni nei suoli, nelle acque e quindi anche nei fanghi provenienti dalla “zona rossa” interessata dal disastro ambientale causato da Miteni e altri. Ma concentrazioni significative di questi composti sono state rilevate anche in fanghi provenienti da impianti situati in zone ufficialmente non contaminate, come per esempio nel caso del depuratore di Fusina. Un problema dovuto al fatto che la maggior parte dei depuratori non tratta solo le acque nere provenienti dalle abitazioni, ma anche i reflui provenienti da industrie e attività artigianali.

Sull’incenerimento dei rifiuti contenenti PFAS i comitati erano già intervenuti in fase di approvazione dell’inceneritore di Veritas e in sede di ricorso producendo diversi documenti scientifici, nei quali si parla dei pericoli cui si va incontro smaltendo i PFAS tramite incenerimento. Questi composti sono infatti difficilmente degradabili e molto resistenti alle alte temperature, per questo motivo vanno a finire nei fumi in uscita dai camini, tali e quali o come frammenti della molecola. A conferma di queste preoccupazioni sta la recente Ordinanza del Sindaco di Legnago con la quale è stato imposto lo stop all’incenerimento di rifiuti contenenti PFAS alla ditta Chemviron.

Ad aggravare la situazione il fatto che la normativa ambientale non prevede alcun limite di concentrazione per le emissioni gassose di PFAS. Dunque è evidente che qualcuno pensa di risolvere il problema dell’inquinamento da PFAS disperdendoli in atmosfera con gli inceneritori, quello proposto da ENI, ma anche quelli per rifiuti urbani di Fusina, Padova e Schio. È come se si volessero bruciare le scorie radioattive delle centrali nucleari per farle sparire.

Per quanto riguarda il merito del progetto, i comitati del Coordinamento hanno già avviato l’istruttoria e subito emergono le prime incongruenze: “Tanto per cominciare questo nuovo impianto spunta dal nulla, visto che il nuovo piano regionale dei rifiuti appena approvato non lo prevede affatto. Inoltre il sito individuato da ENI non è compatibile dal punto di vista urbanistico, sarà necessaria l’approvazione di una variante urbanistica da parte del Comune di Venezia. C’è poi tutto il tema degli impatti sui siti SIC-ZPS (la Laguna di Venezia) e su altre aree di interesse naturalistico che richiede necessariamente l’avvio della Valutazione di Incidenza Ambientale. Se ENI si aspetta di avere la strada spianata si sbaglia di grosso, siamo pronti ad impantanare il suo progetto” .

Il Coordinamento infine lancia un appello alle grandi associazioni ambientaliste: “Sull’inceneritore di Veritas e sull’ampliamento di quello di Padova comitati e associazioni locali hanno dovuto fare da soli, ci auguriamo che almeno questa volta le grandi associazioni ambientaliste battano un colpo, mettendo a disposizione risorse e competenze. Il degrado ambientale in cui versa il nostro territorio e il pericolo derivante da nuove e vecchie opere richiedono una risposta forte e tempestiva anche in termini di mobilitazione di piazza”.

Di questo e di altro si parlerà all’assemblea di venerdì 13 gennaio alle ore 18.30 presso il Centro Sociale Rivolta a Marghera, a cui seguirà la cena vegana di autofinanziamento.

Altro importante appuntamento è organizzato a Malcontenta dal Comitato Tutela Salute e Ambiente il giorno 19 gennaio alle ore 18 presso l’ex cinema parrocchiale per parlare della questione benzene e più in generale della situazione ambientale e sanitaria.

Coordinamento No Inceneritore Fusina: Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera Libera e Pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione Progetto Nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land

 

Economia circolare – Gestione dei rifiuti

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14

nov

2022

Da diversi anni comitati ambientalisti del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia si battono per l’abolizione degli inceneritori, in modo particolare il Comitato Opzione Zero della Riviera del Brenta che si batte contro l’inceneritore di Fusina situato a Porto Marghera e controllato da Veritas – la multiutility che gestisce il ciclo di rifiuti nel veneziano. 

 

30000_grazie
 
 
I comitati rilanciano la lotta contro l’inceneritore di Veritas
 
Assemblea pubblica il 25 ottobre alle ore 18.00 presso la sala parrocchiale di Malcontenta
 
Si farà il punto sulla situazione ambientale generale, e su come bloccare il secondo forno.
 
Raggiunta quota 30.000 euro per far fronte alle sentenze punitive: grande soddisfazione e gratitudine dei comitati per il sostegno ricevuto dalla popolazione e da tante organizzazioni.
 

Il Coordinamento No Inceneritore Fusina comunica di aver raccolto i 30.000 euro per pagare le spese legali di controparte a seguito delle sentenze di TAR e Consiglio di Stato e rilanciano il movimento con una grande assemblea pubblica martedì 25 ottobre alle ore 18.00 presso la sala parrocchiale di Malcontenta.“Il Sindaco Brugnaro e la Giunta regionale sbandierano a ogni piè sospinto grandi propositi sulla riconversione ecologica di Porto Marghera addirittura è stata creata la Fondazione per Venezia Capitale della sostenibilità. – incalzano dal coordinamento – Invece Venezia, Porto Marghera e il territorio metropolitano continuano ad essere la Capitale del saccheggio del territorio e della devastazione ambientale. Basti pensare alla paradossale riapertura al massimo regime della centrale a Carbone di Enel, al potenziamento della centrale termica di Edison, al via libera al deposito GNL, allo spostamento delle Grandi Navi a Marghera con scavo di nuovi e vecchi canali lagunari, per non parlare della cementificazione del territorio tra lottizzazioni e grandi progetti (dal “bosco” dello sport al cappio ferroviario). Intanto latitano le bonifiche, la qualità dell’aria e delle acque è pessima e sono ripetuti i disservizi presso i vecchi impianti di Porto Marghera con fughe di gas avvertiti dalle popolazioni di Marghera e Malcontenta”.In questo contesto per i Comitati No Inceneritore Fusina bloccare l’impianto nocivo di Ecoprogetto-Veritas e impedire la costruzione della seconda linea in primavera diventa ancora più importante perchè andrebbe ad aumentare ulteriormente la quantità di rifiuti bruciati e di fanghi contaminati da PFAS con gravi rischi per la salute: “Venezia, Porto Marghera e il territorio metropolitano sono immersi nei veleni. Lo studio Sentieri, i dati sulla qualità dell’aria, un parere dell’istituto Superiore di Sanità, e addirittura il report dell’Alto Commissariato dell’ONU per i Diritti Umani confermano il grave stato di inquinamento e le pericolose ripercussioni sulla salute della popolazione. Ora basta, qui parliamo della vita delle persone e dei più giovani : dobbiamo difenderci ! ”.

Per questo il Comitato tutela Ambiente e Salute di Malcontenta, insieme al Coordinamento No Inceneritore Fusina, Friday firme Future e Medici per l’Ambiente di ISDE hanno convocato per martedì 25 ottobre alle ore 18.00 presso la sala parrocchiale di Malcontenta una grande assemblea popolare  per fare il punto sulla situazione ambientale generale e su come organizzarsi per contrastare l’inceneritore.

Una iniziativa che sarà anche l’occasione pubblica per ringraziare cittadini e organizzazioni che hanno sostenuto il Coordinamento No Inceneritore nella raccolta fondi per far fronte alle sentenze puntive di TAR e Consiglio di Stato: “Chi pensava di stroncare questo movimento con sentenze politiche o “sanzioni” da decine di migliaia di euro, farà bene a ricredersi. Abbiamo raggiunto quota 30.000 euro!! Siamo vivi e vegeti, più determinati di prima – annunciano con soddisfazione gli esponenti dei comitati – Una risposta straordinaria alla faccia dei giudici amministrativi che ci hanno definito non rappresentativi e non legittimati a ricorrere. Uno smacco per Veritas, per la Regione, per il Sindaco Brugnaro e politicanti vari, che dimostra quanto le nostre organizzazioni siano radicate nel territorio, e quanto la battaglia contro l’inceneritore sia sentita dalla popolazione. Ancora una volta la generosità e la solidarietà delle persone che hanno di meno, di chi lotta dalla parte giusta e per il bene comune, si dimostrano le risorse più importanti per sconfiggere i potenti e gli affaristi. Per questo vogliamo dire 30.000 GRAZIE a tutti coloro, cittadini e organizzazioni, del territorio, del Veneto e di altre regioni che ci hanno sostenuto in questo momento critico. Ora la lotta prosegue con ancora più slancio”.

 
 

INSIEME FACCIAMO PAURA

30.000 GRAZIE

OBBIETTIVO RAGGIUNTO

LA LOTTA NO INCENERITORE NON SI FERMA !

PROSSIMA TAPPA, ASSEMBLEA PUBBLICA

MALCONTENTA,

25 OTTOBRE – H 18.00

 

L’UNIONE FA LA FORZA!

I giudici del Consiglio di Stato e del TAR del Veneto con due sentenze tutte “politiche” hanno respinto i nostri ricorsi contro l’inceneritore di Veritas-Ecoprogetto, affermando che i comitati e i cittadini che abitano vicino all’impianto NON HANNO TITOLO PER APPELLARSI ALLA GIUSTIZIA. Non una parola sulle numerose e approfondite contestazioni, vizi e violazioni di normative nazionale e europee che abbiamo sollevato. Di più, con l’intento di punire e stroncare ogni opposizione ci hanno condannato a pagare 30.000 euro di spese legali alle controparti, Enti pubblici e Ecoprogetto che hanno agito contro di noi utilizzando soldi pubblici dei contribuenti.

Ebbene se qualcuno pensava di sbarrare la strada a questo movimento, si sbagliava di grosso. L’operazione è fallita!!

ABBIAMO RAGGIUNTO QUOTA 30.000 euro!! Siamo vivi e vegeti, più determinati di prima a bloccare l’inceneritore di Fusina, a difendere il nostro territorio e la salute!

Grazie alla solidarietà di tantissime persone, famiglie, comitati, associazioni del nostro territorio e di altre parti del Veneto e oltre, in soli 3 mesi siamo riusciti a raccogliere questa enorme somma. Tantissimi i contributi piccoli, da qualche decina di euro a donazioni estremamente generose, ciascuno ha capito la difficoltà del momento e la ingiustizia subita, e nonostante le criticità dell’attuale situazione economica ha scelto di metterci del proprio nella convinzione che era importante fare la propria parte.

Una risposta straordinaria alla faccia dei giudici secondo i quali non saremmo rappresentativi. Uno smacco per Veritas, per la Regione, per il Sindaco Brugnaro e politicanti vari, che dimostra quanto le nostre organizzazioni siano radicate nel territorio, e quanto la battaglia contro l’inceneritore sia sentita dalla popolazione.

Ancora una volta la generosità e la solidarietà tra chi lotta dalla parte giusta e per il bene comune si dimostrano le risorse più importanti per sconfiggere i potenti e gli affaristi.

La battaglia non è vinta, ma non è nemmeno persa: di 3 inceneritori ne hanno costruito solo uno! Ora dobbiamo impedire che partano i lavori per la seconda linea! Porto Marghera e il territorio metropolitano sono già immersi nei veleni, abbiamo già dato.

+++ Appuntamento MARTEDI’ 25 OTTOBRE alle ore 18.00 presso la sala parrocchiale di MALCONTENTA per una grande ASSEMBLEA POPOLARE. +++

 

In ordine sparso…30.000 GRAZIE a:

Comitato No Grandi Navi, Friday for Future Venezia, ISDE Medici per l’Ambiente Venezia e Mogliano, Medicina Democratica Onlus, Progetto Nascere Meglio, Comitato Opzione Zero Riviera del Brenta, Eco Istituto Veneto Alex Langer, APIO Odv Mogliano, Assemblea permanente contro il rischio chimico Marghera, Comitato tutela Ambiente e Salute Malcontenta, Malacaigo, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Valore Ambiente Mirano, Comitato ex- Umberto Primo, Quartieri in Movimento, Centro Sociale RIVOLTA, RADIO GAMMA 5, Radio BASE Marghera, Cittadini per il Lavoro la Legalità la Salute e l’Ambiente – CILLSA Arzignano, PFAS-Land, Don Nandino Capovilla parrocchia Cita Marghera, Extinction Rebellion Venezia, Mira Gas, i giovani e le giovani di MIRA ON AIR, Comitato per la Difesa delle ex Cave di Marocco., GECO Gas, Venezia Laguna APS, CESP,, Circolo Legambiente Sarmazza Vigonovo e Saonara, Gruppo per la Salvaguardia dell’Ambiente La Salus, Comitato per la Salvaguardia del Territorio, Poveglia X Tutti, COBAS Autorganizzati Comune Venezia, COBAS Scuola Venezia, CUB Federazione Venezia e Provincia, Associazione I Sette Nani, Ambiente Venezia, Spazio Felix Mestre, Italia Nostra Onlus, Mira 2030, El Forno a Legna s.a.s, Equlibrio Naturale ASD, RZS C-EPC, Europa Verde – Verdi Veneto, Consigliera regionale Cristina Guarda, Patagonia, Coordinamento NO-OGM Veneto, Comitato Popolare Lasciateci Respirare Monselice, Gruppo Zelarino e dintorni, Comitato La Gente Come Noi San Pietro in Gu, Guizzino APS, Associazione Movimento Decrescita Felice Venezia, gli amici del CAI Mirano, Comitato No Hub del Gas Abruzzo, Campagna Nazionale Per Il Clima Fuori dal Fossile, Coordinamento Per il Clima Fuori dal Fossile Ravenna

30000 GRAZIE alle tantissime persone e famiglie del veneziano, del Veneto e di altre regioni che non nominiamo per ragioni di privacy GRAZIE!!!

30000 GRAZIE a tutti coloro, persone o organizzazioni, che involontariamente abbiamo dimenticato di citare!

 

 

 

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PIANTIAMOLA: IN AZIONE PER IL CLIMA – DOMENICA 21 NOVEMBRE A TRIVIGNANO

In questi giorno a Glasgow si sta svolgendo la Conferenza Internazionale sul Clima (COP 26), l’ennesima “kermesse” dei potenti del Mondo per lanciare proclami e promesse vuote, mentre intanto il surriscaldamento globale avanza ormai in modo esponenziale facendo precipitare la crisi ecologica planetaria.

Tantissimi movimenti sociali si sono dati appuntamento per contestare l’irresponsabilità dei Governi, e stanno dimostrando che una vera transizione ecologica non può avere luogo senza una forte scossa dal basso. 

Le azioni e le proposte concrete degli attivisti valgono di più dei “bla bla” dei potenti del mondo.

Nella Giornata nazionale dell’Albero, noi di Opzione Zero vogliamo continuare a dare un contributo con il nostro progetto permanente di riforestazione…PIANTIAMOLA!

Abbiamo dunque previsto di dare finalmente avvio alla nuova stagione di interventi programmando la realizzazione del primo di 4 nuovi boschetti, prevedendo la messa a dimora di qualche migliaio di piantine forestali in aggiunta alle quasi 4.000 già piantate dall’inizio del progetto.

Il primo appuntamento è per domenica 21/11 alle ore 09.00 in via Nogarin, 8 – Trivignano 

Per partecipare è necessario mettersi in contatto con il comitato Opzione Zero scrivendo una mail a info@opzionezero.org, e lasciando eventualmente un recapito telefonico.

Ciascuno dei partecipanti dovrà munirsi autonomamente di mascherina, guanti da lavoro, vanghetto e dispositivi personali di protezione anti-covid.

Rimani in contatto con noi per ricevere ulteriori informazioni e aggiornamenti.

 

 

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Comunicato stampa coordinamento No Inceneritore Fusina 20 marzo 2021

Biomonitoraggi: chi ha paura della verità?

Da mesi medici, pediatri, associazioni e comitati che si battono contro l’inceneritore di Fusina sostenuti da migliaia di cittadini chiedono con forza a Regione, ULSS e Comuni di impegnarsi concretamente per avviare una campagna di biomonitoraggio nel territorio metropolitano per valutare la presenza di diossine nel latte materno e di metalli pesanti nelle unghie dei bambini; due parametri importanti per determinare il livello di inquinamento di fondo da microinquinanti organici e inorganici nel nostro territorio. Ma ad oggi tutte le strade sembrano sbarrate.

Il 18 marzo durante il Consiglio Comunale di Spinea la maggioranza di centro-destra ha bocciato una mozione presentata dalle opposizioni che chiedeva all’amministrazione di attivarsi anche autonomamente per avviare i biomonitoraggi. Secondo la Sindaca Martina Vesnaver le emergenze sarebbero “ben altre” riferendosi a quella sanitaria causata dal Covid, evidentemente ignorando il fatto che inquinamento ambientale e salute sono strettamente correlati. Ma il rifiuto del Comune di Spinea è solo l’ultimo in ordine di tempo.

Infatti, lo scorso 4 dicembre nel corso di una manifestazione promossa da comitati alla sede della protezione civile a Marghera, gli assessori regionali alla sanità Manuela Lanzarini e all’ambiente Gianpaolo Bottacin avevano promesso un impegno concreto e a breve termine rispetto a questa richiesta; addirittura il Consiglio Regionale nella seduta del 17 dicembre 2020 aveva approvato una mozione che impegna la giunta regionale in tal senso. Promesse e impegni che per ora dalla Giunta Zaia sono rimasti inevasi. Silenzio anche dal Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 3 di Venezia, sollecitata dai comitati con una lettera ufficiale inviata a fine 2020.

L’amministrazione comunale capeggiata dal Sindaco Brugnaro sta facendo anche di peggio: dopo aver rinviato più volte la discussione in consiglio comunale, ora la mozione delle minoranze giace insabbiata nella commissione ambiente.

A Mira la mozione presentata da alcune forze di opposizione andrà in discussione nei prossimi mesi ma non sarà facile ottenere il benestare dalla maggioranza di centro-sinistra, che già si era espressa a favore dell’inceneritore.

“E’ inammissibile che sui biomonitoraggi le amministrazioni e gli enti pubblici continuino a fare orecchie da mercante – attaccano alcuni esponenti del fronte No Inceneritore Fusina – Non voler indagare il livello di accumulo di sostanze tossiche e persistenti come diossine, metalli e PFAS nella popolazione, e in particolare in quella infantile, costituisce un’omissione grave e colpevole. Una scelta chiaramente dettata dal timore di riscontrare livelli elevati di contaminazione che a quel punto metterebbero in discussione scelte pericolose e sbagliate come quella di aver dato il via libera al nuovo inceneritore di Veritas. Eppure amministratori e politicanti di ogni risma si sgolano ogni giorno a ripetere che la salute viene prima di tutto. Ma se la salute è una priorità questa vale sempre e non solo quando si parla di Covid, di vaccini e di norme restrittive. Ad oggi le uniche esperienze di biomonitraggio sono state promosse dal basso e di tasca propria da comitati e associazioni come a Forlì, a Torino, Monselice e Maniago; e tutte le volte i risultati delle analisi sul vivente hanno dimostrato come in realtà l’inquinamento ambientale sia ben più grave di quanto ci viene raccontato, soprattutto nei dintorni di impianti velenosi come gli inceneritori. Riteniamo che sia un dovere inderogabile delle istituzioni indagare lo stato di salute della popolazione e attuare scelte conseguenti a tutela delle persone. Ma se non vedremo fatti concreti a breve, siamo pronti a tornare in piazza e se serve ad attivarci autonomamente”.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia

 

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Comunicato stampa congiunto 30 gennaio 2021

Inceneritore Fusina: il TAR Veneto accoglie l’istanza cautelare, nessuna sospensiva immediata dell’autorizzazione, ma sentenza di merito a giugno

Nel tardo pomeriggio di ieri è stata resa nota l’Ordinanza del TAR Veneto in merito alla richiesta dei comitati di sospendere l’autorizzazione dell’inceneritore di Fusina in attesa della decisione finale che potrà accogliere o respingere il ricorso depositato a dicembre dagli ambientalisti.

Il provvedimento dei giudici amministrativi accoglie l’istanza cautelare dei comitati motivata dalla necessità di limitare i rischi per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Questo accoglimento non si traduce però nel blocco dell’unico forno attualmente esistente e funzionante (la linea 1), bensì nella fissazione a brevissima scadenza (il 23 giugno) dell’udienza di merito, cioè dell’udienza nella quale si deciderà con una sentenza se l’impianto potrà andare avanti o se sarà azzerato.

Per i comitati e le associazioni del fronte No Inceneritore Fusina si tratta di un primo risultato positivo: “Questa vicenda rischiava di trascinarsi per anni, invece la scelta di andare a dibattimento in tempi così rapidi, inconsueti per questo tipo di procedimenti, non lascia spazio a chi come Veritas pensava di approfittare delle lungaggini burocratiche tipiche del sistema italiano per avvantaggiarsi sul piano operativo affrettando la realizzazione delle linee 2 e 3. L’ordinanza chiarisce anche come le questioni poste dai comitati sono tutt’altro che pretestuose o propagandistiche come affermano le controparti, ma anzi sono talmente fondate e articolate da richiedere un adeguato approfondimento tecnico. Infine è significativo che finalmente venga riconosciuta la presenza dei PFAS nei fanghi di depurazione civile e non solo nei percolati di discarica, una questione che abbiamo posto da mesi e dimostrato in sede di ricorso con analisi alla mano, nonostante la Regione Veneto abbia volutamente ignorato il problema”.

Comprendiamo, anche se non risponde pienamente alle nostre aspettative, la motivazione con la quale il giudice del TAR, nell’accogliere – e sottolineiamo ACCOGLIERE – la nostra istanza cautelare, ha deciso di non sospendere immediatamente la funzionalità della linea 1 ma di rinviare al prossimo 23 giugno la decisione di merito, nella quale riponiamo la massima fiducia e aspettativa. Questo non vuol dire che rimarremo fermi in questi quattro mesi ad aspettare la sentenza. Se anche fosse vero (ma così non è) che fermare la linea 1 comprometterebbe il sistema di gestione dei rifiuti del bacino veneziano, è invece evidente ormai a tutti come il livello di inquinamento ambientale a cui siamo arrivati, e in modo particolare nell’area padana, è tale da richiedere una radicale e immediata inversione delle politiche di gestione dei rifiuti (e più in generale di tutte le attività produttive e dei servizi), perché non ci sono più margini di tolleranza per ulteriori incrementi delle emissioni in atmosfera. L’attuale situazione determina già oggi gravi conseguenze sulla salute dei cittadini in termini di numero di morti premature e di incidenza di gravi malattie, Covid-19 compreso. Basti pensare che la linea 1 da sola emette in un anno una quantità di polveri sottili pari a quella emessa da oltre 197.000 caldaie domestiche. Per non parlare dall’incenerimento di rifiuti contenenti PFAS, che come è stato documentato nelle relazioni allegate al ricorso, e come riconosciuto anche dal Comitato Tecnico regionale per la valutazione di impatto ambientale, rischia di aumentare la diffusione di queste sostanze altamente tossiche nel suolo e nelle acque. Le alternative concrete ci sono, le normative comunitarie impongono di adottarle adesso; in un momento come quello attuale drammatico ma allo stesso tempo ricco come non mai di opportunità, ci sono anche le risorse economiche e le tecnologie per metterle in atto.

Al contrario, puntare strategicamente sull’incenerimento, investendo milioni di euro, significa continuare ad aumentare le emissioni velenose per i prossimi decenni, una scelta insensata e da irresponsabili che risponde solo alle logiche di profitto di chi gestisce gli impianti di smaltimento.

Per i comitati la battaglia contro l’inceneritore di Fusina rimane lunga e difficile, e tante sono le iniziative da mettere in campo: sul piano giuridico, della mobilitazione e della continua sensibilizzazione della popolazione, ma anche dell’inchiesta e della elaborazione delle concrete soluzioni alternative alle politiche ormai totalmente insostenibili portate avanti dalla Regione e da Veritas/Ecoprogetto. L’ordinanza cautelare del TAR rappresenta una spinta importante ad andare avanti con ancora più determinazione.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Laboratorio Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus , Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione Progetto Nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Extinction Rebellion Venezia

 

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Comunicato stampa congiunto 22 maggio 2020

Inceneritore: la commissione VIA non ferma i comitati

Grave per i comitati il benestare della Commissione VIA regionale al progetto.

Decisione antidemocratica presa approfittando della pandemia

La lobby dei rifiuti è potente, ha forti agganci nella Giunta Zaia e in parte del PD.

Una scelta sbagliata e antistorica che condanna Marghera e tutta l’area metropolitana a un futuro sciagurato.

La battaglia dei comitati e dei giovani di FFF entra nel vivo.

Nei prossimi giorni grande assemblea metropolitana per definire scadenze e iniziative

” La regione Veneto dà il via libera all’inceneritore di Fusina. Dobbiamo fermarli!” questa la dichiarazione secca dei comitati all’indomani della riunione del Comitato tecnico VIA regionale, e aggiungono: “Si tratta di un atto di insopportabile prevaricazione della volontà di tanti cittadini, comitati, medici, Municipalità di Marghera-Malcontenta e di alcuni Comuni, che da mesi chiedono di riaprire la discussione su un progetto calato dall’alto ed estremamente pericoloso: tre forni destinati a bruciare rifiuti provenienti da tutto il Veneto, oltre a percolati di discarica e fanghi di depurazione contaminati da PFAS. ”

Una decisione presa sulla testa della popolazione sfruttando vigliaccamente le limitazioni imposte a seguito della pandemia, ignorando tutti gli appelli  lanciati da molte parti sociali per fermare l’iter autorizzativo. Una mancata sospensione che nasconde la volontà politica, messa nero su bianco dalla decisione del Comitato Tecnico VIA regionale, di assecondare le lobby dei rifiuti che nella Regione Veneto, capeggiata dal governatore leghista Luca Zaia, supportata dal Sindaco Brugnaro e dalla finta opposizione consociativa del PD, trova i suoi servili referenti. Prova ne sia il fatto che il primo cittadino Veneziano, così come i Sindaci e i consiglieri regionali “Dem” sono tra i più agguerriti sostenitori del progetto in questione.

Con il parere favorevole della Comitato tecnico Via, al di là delle prescrizioni che saranno impartite o meno, la Regione Veneto si assume la responsabilità di una scelta sbagliata, antistorica, in contrasto con quanto richiesto dalla Comunità Europea in materia di gestione di rifiuti, e in contrasto con gli obiettivi di riduzione dei gas climalteranti indicati dagli scienziati dell’IPCC.

Il nuovo inceneritore costituisce un vero e proprio attacco ambientale e sanitario all’intero territorio metropolitano di Venezia e a tutti i suoi abitanti. Una decisione doppiamente pericolosa perché va a gravare su un territorio già fortemente inquinato da decenni di “sviluppo industriale” dissennato, e segnato tuttora dalla presenza di industrie ad alto rischio poco o per nulla controllate, come dimostra la recente vicenda della Sigma. E’ ormai chiaro quale sia il futuro che questa classe dirigente, irresponsabile e inadeguata, intende riservare al polo industriale di Marghera: un concentrato di produzioni pericolose, discariche delle peggiori scorie, e centrali elettriche “fossili”. Alla faccia dei grandi discorsi sulle bonifiche e sulla riconversione “green” dell’economia.

Ma ad essere chiamato in causa è anche il Ministro dell’Ambiente che non ha ancora risposto né ai comitati, né ad alcuni Senatori sull’attribuzione della competenza sul progetto alla Commissione VIA nazionale, e sui gravi rischi derivati dall’incenerimento dei PFAS. Un silenzio inaccettabile per i comitati, che giusto ieri sono intervenuti con una nuova lettera indirizzata al capo del dicastero Sergio Costa, per sollecitare un suo intervento in prima persona.

La manifestazione di qualche giorno fa promossa da tanti comitati e dai giovani di Friday for Future sotto la sede direzionale di Veritas, così come le tante mobilitazioni di questi anni contro le produzioni di morte e le grandi opere, dimostra come la sensibilità ambientale e la consapevolezza sulla necessità di un cambio di rotta drastico si stanno facendo sempre più largo nella popolazione.

Per il fronte ambientalista la battaglia ora entra nel vivo; la prepotenza e l’arroganza della politica, dei Sindaci e di Veritas non fanno altro che rafforzare la determinazione dei comitati a fermare il progetto per aprire fattivamente la strada verso la chiusura completa del ciclo dei rifiuti attraverso politiche di riduzione, riuso, recupero di materia. Una prospettiva tutt’altro che utopica, ma anzi a portata di mano.

Si prospettano mesi “caldi” sul piano della mobilitazione e già nei prossimi giorni i comitati invitano tutti i cittadini a partecipare ad una grande assemblea metropolitana a Marghera con l’obiettivo di definire scadenze e iniziative di lotta.

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, AmbienteVenezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Laboratorio Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, Friday for Future Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO, Comitato No Grandi Navi

 

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Comunicato stampa 12 maggio 2020 Rete Per il Clima fuori dal Fossile

Campagna Per il Clima, fuori dal Fossile, prime adesioni: NO TAP Brindisi, Trivelle Zero Marche, Trivelle Zero Molise, SOS Adriatico Rimini, Comitato LegamiJonici Taranto, Coordinamento NO Hub del Gas Abruzzo, Friday for Future Milano, Coordinamento NO SNAM Umbria, Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti Taranto, Comitato No al Fossile Civitavecchia, Comitato 0 PFAS Padova, Comitato Opzione Zero Riviera del Brenta, Forum Ambientalista, Rete Beyond Gas, Comitato I Discoli del Sinarca, Assemblea permanente contro rischio chimico Marghera, Redazione Emergenza climatica, Comitato No Pedementona Veneta Treviso, Friday for Future Venezia-Mestre, Friday for Future Treviso…

FUORI DAL VIRUS FUORI DAL FOSSILE: AL VIA LA CAMPAGNA DEI COMITATI ITALIANI

Parte subito nel segno della mobilitazione la campagna dei comitati italiani “Per il Clima, fuori dal Fossile”: il 13 e 14 maggio saranno infatti organizzate varie iniziative in diverse città della Penisola per contestare le assemblee soci di Enel e Eni, i due dei colossi a partecipazione pubblica che con le loro  scelte industriali, basate sul fossile e su false produzioni green, sono tra i maggiori responsabili del riscaldamento globale, oltre che della devastazione e del saccheggio di intere comunità e territori in Italia e nel Mondo.

La decisione è stata presa il 9 maggio nel corso dell’assemblea nazionale che di fatto lancia la Campagna nazionale dei comitati italiani impegnati in favore della transizione energetica e contro tutte quelle opere funzionali alla estrazione, al trasporto, alla trasformazione dei combustibili fossili. Tutte opere che, secondo gli ambientalisti, sono ancora oggi considerate strategiche e di pubblica utilità, quando invece dovrebbero essere stralciate immediatamente visto che costituiscono la principale minaccia per il clima e per l’ambiente.

Moltissimi le rappresentanze da tutte le Regioni: dai No TAP di Brindisi, ai Zero trivelle delle Marche, del Molise e della Basilicata, ai No Snam di Abruzzo e Molise, ai comitati di Civitavecchia contro le centrali turbogas di Enel , i No Grandi navi di Venezia, a quelli di Taranto contro l’ex ILVA fino e a tanti altri comitati locali ; presenti inoltre i giovani di Friday for Future di varie città. Tanti e di qualità gli interventi che si sono succeduti per tre ore di confronto: oltre a ricordare le numerose vertenze aperte, è stata posta con forza la necessità di bloccare i cantieri delle opere in corso come il TAP, o gli iter per l’autorizzazione di gasdotti, le trivellazioni e le centrali a gas. Per i comitati la crisi provocata dal Coronavirus ha messo in evidenza una volta di più tutte le contraddizioni del sistema capitalista estrattivista. Gli impatti ambientali e sanitari causati dal global warming e dall’inquinamento sono già oggi disastrosi, tardare ancora significa correre verso una catastrofe i cui effetti sarebbero immensamente più devastanti di quelli provocati dalla pandemia. L’uscita dal fossile e non solo dal carbone non è più derogabile!

Dura la critica al Governo e alla politica in generale, perché al di là della propaganda e di blandi palliativi, continuano a sostenere in modo colpevole il modello energetico attuale, ad esempio con ingenti sussidi alle filiere del fossile (20 miliardi all’anno), o con il Piano Energia e Clima che punta alla metanizzazione del Paese relegando in un angolo le rinnovabili e l’efficientamento energetico.

Fuori dal Virus e fuori dal fossile è lo slogan con cui la Campagna si mette in cammino per  rafforzare un percorso di convergenza e di lotta coordinata tra molte realtà italiane che vogliono contrastare quelle opere energetiche alteranti il clima, ma che allo stesso tempo intendono impegnarsi in modo concreto  per costruire nei territori pratiche alternative efficaci come ad esempio le comunità energetiche a zero emissioni, la riconversione degli edifici e delle produzioni.  Un ragionamento che nella piattaforma elaborata dai comitati viene articolato in 9 punti concreti ma di largo respiro. Nella riflessione collettiva infatti è stato posto il tema di come il recupero delle risorse economiche per gli investimenti non deve avvenire attraverso il meccanismo perverso del debito e della finanziarizzazione dell’economia, bensì  colpendo le grandi ricchezze e le produzioni nocive  E’ da qui che deve partire un riorientamento dell’economia che privilegi  assi di intervento strategici e ad alto tasso di occupazione come quello ambientale  (riconversione ecologica, sistemazione dei territori, bonifiche dei siti inquinati). Ma anche a favore dei servizi pubblici, a cominciare dalla riqualificazione del sistema sanitario pubblico e dalla implementazione del welfare sociale con il “reddito di quarantena” e altre misure di tutela dei lavoratori precari e delle persone che sono duramente colpite dalla crisi e dalla esclusione. Gli investimenti devono scuola, ricerca, ed Enti Locali, le istituzioni più prossime alla popolazione ma tra le più tartassate dalle politiche di austerity.

Dall’assemblea del 9 maggio, la rete dei  comitati “Per il Clima fuori dal fossile” rilancia dunque con un piano di azioni e di mobilitazione per raggiungere questi obiettivi e determinare un cambiamento reale e fattivo nel Paese nel segno dell’ambiente e della equità sociale. Azioni e mobilitazioni che certamente saranno improntate al rispetto della sicurezza sanitaria, ma che vogliono essere un modo per riaffermare con forza l’esercizio dei diritti civili e democratici su cui si fonda il vivere sociale del Paese dalla Resistenza in poi.

 

Campagna Per il Clima, fuori dal Fossile, prime adesioni: NO TAP Brindisi, Trivelle Zero Marche, Trivelle Zero Molise, SOS Adriatico Rimini, Comitato LegamiJonici Taranto, Coordinamento NO Hub del Gas Abruzzo, Friday for Future Milano, Coordinamento NO SNAM Umbria, Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti Taranto, Comitato No al Fossile Civitavecchia, Comitato 0 PFAS Padova, Comitato Opzione Zero Riviera del Brenta, Forum Ambientalista, Rete Beyond Gas, Comitato I Discoli del Sinarca, Assemblea permanente contro rischio chimico Marghera, Redazione Emergenza climatica, Comitato No Pedementona Veneta Treviso, Friday for Future Venezia-Mestre, Friday for Future Treviso…

 

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IL FUTURO C’E’, RIPRENDIAMOCELO!

La Campagna “ Per il clima, fuori dal fossile!” sta costruendo un percorso di convergenza e di lotta coordinata tra molte realtà italiane che vogliono contrastare quelle opere energetiche alteranti il clima  l’ambiente e la vita sociale di popoli e comunità (guarda il video di presentazione qui https://www.facebook.com/watch/?v=242452360330075.) Lo abbiamo fatto per la prima volta unitariamente nel corteo il 23 maggio scorso a Roma, lo facciamo da anni nelle tante battaglie territoriali o coordinate a livello nazionale.

Stiamo lottando contro l’Eni , la Snam, la Tap, contro le centrali a carbone e quelle turbogas che non sono state bloccate nemmeno in piena emergenza sanitaria. Così come lottiamo contro quelle istituzioni pubbliche sempre di più asservite al mercato. Un potere economico e politico che, nonostante siano evidenti le criminali responsabilità nella crisi, vuole continuare ancora di più a devastare in nome dell’ economia del profitto capitalistico il nostro mondo ed i nostri diritti.

Lottare nelle condizioni che viviamo oggi rende sempre più necessario scambiare opinioni, proposte, azioni di alternativa senza le quali non ci sarà nessun cambiamento dei rapporti di forza esistenti condannandoci ad una sconfitta epocale. Significa evidenziare nessi, costruire piattaforme semplici e connessioni reali che vivano nel corpo sociale e non solo nel giro ristretto dei militanti. Per queste ragioni abbiamo pensato di lanciare una vera e propria assemblea, la più ampia e partecipata possibile, nella quale condividere la nostra Piattaforma, le nostre proposte, accoglierne di altre e lanciare finalmente una mobilitazione nazionale ed unitaria per uscire dal fossile ORA! Proposte di lotta che possano trovare sponda e forza nella miriade di gruppi, comitati, snodi territoriali che esistono e resistono ma anche in altri movimenti, soprattutto quelli contro il crimine climatico, le grandi opere inutili e le privatizzazioni dei beni comuni.

Partecipa alla assemblea del 9 di maggio ( dalle 17.30 alle 20 ) della nostra Campagna, fai ascoltare la tua voce, le tue proposte, troviamo le modalità e le azioni da movimentare da ora e nel futuro. Perché da soli non se ne esce, perché vogliamo, tutti ed insieme, costruire un nuovo mondo di relazioni umane e sociali fuori dal ricatto del mercato, delle Borse e dalla violenza del sistema estrattivista e patriarcale!

 

FUORI DAL VIRUS, FUORI DAL FOSSILE!

per partecipare o prenotare un intervento in assemblea scrivi una mail entro e non oltre venerdì 8 a perilclimafuoridalfossile@gmail.com

L’assemblea sarà trasmessa anche in diretta facebook sulla pagina fb della campagna Per il clima fuori dal fossile

 

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