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Domenica 29 marzo 2015, c/o Centro sociale Bocciodromo – via Rossi, 195 – Vicenza

In un territorio che parte dalle Alpi orientali e arriva fino al Golfo di Trieste, intersecandosi con la pianura Veneta e toccando la Laguna di Venezia, il modello economico legato alle grandi e medie opere inutili continua a determinare meccanismi di governance basati sull’intreccio tra affari e politica.

Che si tratti dei tracciati del TAV, di nuove superstrade e autostrade, di urbanizzazione forzata, del Mose o di nuove strutture ospedaliere, sono molteplici i punti che accomunano le analisi e le pratiche delle tante esperienza di lotta e resistenza territoriali presenti nel Nord-Est italiano. Operando una sorta di screening su ogni singola opera ci troviamo di fronte a inchieste giudiziarie per corruzione o per infiltrazioni mafiose, alle solite aziende che a tavolino si aggiudicano gli appalti (Mantovani spa, Maltauro, varie sigle della Legacoop, ditte edili della Compagnia delle Opere ecc.), a ricadute impattanti sull’ambiente e sulle vite dei cittadini, a sospensione dei processi democratici di decisione e imposizioni violente dall’alto senza il benché minimo coinvolgimento delle comunità locali. Dal punto di vista infrastrutturale inoltre, i cantieri delle grandi opere spesso collegano geograficamente, sia in superficie sia in galleria, le regioni del Nord-Est.

E’ attorno a questa premessa che EcoMagazine propone una giornata di incontri e di approfondimenti, il 29 marzo a Vicenza, invitando tutti i comitati di Trentino Alto-Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia che si oppongono con forza ad un modello di sviluppo e di società giunto a saturazione.

La proposta è innescare una discussione che spazierà su tante questioni ma partendo da un focus sulle implicazioni economico-finanziarie dei progetti di grandi opere dopo i cambiamenti di strategia profilatisi negli ultimi anni e consolidatisi con il decreto-legge Sblocca Italia e la legge di stabilità 2015.

L’idea è quella di costruire un momento di formazione, scambio di conoscenze e messa in comune di pratiche per comprendere meglio i meccanismi di finanziamento che stanno dietro alla politica delle grandi opere.

L’obiettivo è quello di consolidare e ampliare i processi di opposizione a questi progetti attraverso la creazione di un networking virtuoso in grado di connettere realmente esperienze locali differenti e spesso distanti tra loro.

Il sito eco-magazine.info, oltre ad essere contenitore di approfondimenti specifici legati alle questioni ambientali, può diventare strumento comune di inchiesta, monitoraggio territoriale e di controllo sul rispetto dei requisiti formali economico-finanziari dei progetti delle grandi opere.

Infine, all’interno della discussione, verrà messo a tema anche l’impatto a livello globale di un modello di sviluppo basato su grandi opere, sfruttamento del suolo e privatizzazione delle risorse, in particolare rispetto ai cambiamenti climatici. Un impatto che non può essere circoscritto nei confini sempre più stretti di un ambientalismo così come veniva concepito nel finire dello scorso secolo, ma che oramai investe direttamente tematiche legate al sociale, al lavoro, ai diritti e alla stessa idea di democrazia.

Nel tempo della finanziarizzazione dell’economia, dove i nostri territori e le risorse naturali sono messi a valore ed espropriati dai poteri forti e dalla grande finanza per un nuovo processo di accumulazione capitalista, il prossimo vertice sul clima, che si svolgerà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015, rappresenta un’importante occasione per i movimenti europei e mondiali di costruire una critica dal basso nei confronti delle istituzioni che continuano a non voler trovare soluzioni rispetto ad una crisi ambientale ed ecologica sempre più devastante.

L’appuntamento sarà organizzato del centro sociale Bocciodromo di Vicenza, nell’ambito dell’assemblea regionale veneta di Genuino Clandestino: per una contaminazione conviviale tra tutte le realtà che sono attive sulle stesse lotte.

Ore 10.30

Assemblea plenaria: i meccanismi di finanziamento delle grandi opere in Italia e nel Nord Est tra corruzione, affari, politica e potere.

interventi di:

* Gianfranco Poliandri – redazione scientifica notavbrennero.info

* Mattia Donadel – OpzioneZero

* Ernesto Milanesi – giornalista

* Sebastiano Canetta – giornalista

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Pranzo conviviale con Genuino Clandestino del Veneto

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Ore 14.30

Assemblea plenaria: interventi dei comitati territoriali

coordina Riccardo Bottazzo direttore di eco-magazine.info

I progetti delle grandi opere nel Nord Est: costi economici, ambientali e l’impatto sulla democrazia locale nella loro realizzazione. Ricerca di obiettivi e campagne comuni.

 

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COMUNICATO STAMPA OPZIONE ZERO

Autostrada Orte-Mestre, ancora l’ombra del malaffare e della malavita sulla nuova autostrada: dopo l’inchiesta che ha travolto Lupi e Incalza, ora ci sono anche forti sospetti di infiltrazione criminale e massonica nella Commissione VIA nazionale che ha dato semaforo verde al progetto nel 2010.

Ora si fermi immediatamente il progetto prima che sia troppo tardi.

 

Il caso emerge da un’interrogazione depositata in questi giorni da un parlamentare del M5S (On. Federica Daga) che ha sollevato pesantissimi dubbi su alcuni membri della Commissione. Un’altra interrogazione è stata presentata sullo stesso tema all’europarlamento dal gruppo del GUE (Europarlamentare Forenza).

Da quanto riportato ieri dal Fatto Quotidiano e da una nota dell’agenzia  Askanews, il nome di Vincenzo Ruggero, commercialista e membro della Commissione VIA nazionale, compare nella relazione della Prefettura di Reggio Calabria con la quale chiedeva lo scioglimento del Comune di Gioia Tauro nel 2008 per infiltrazioni mafiose: di lui si parla come di un individuo fortemente sospettato di essere asservito alla cosca Piramolli. Ruggero non fu condannato, ma un’informativa legava il suo nome anche ai clan Pesce e Bellocco di Rosarno.

Ebbene, lo stesso Ruggero è tra i firmatari del Parere n. 558 del 21-10-2010 con il quale la Commissione VIA nazionale dà parere favorevole alla Orte-Mestre.

Ma non è tutto, perché nella stessa commissione siede anche un ingegnere ottantacinquenne ex affiliato alla P2 con tessera 956. Ed è curioso notare come l’ombra della loggia massonica P2 ritorni più volte in relazione alla Orte-Mestre, visto che l’amministratore delegato della ILIA spa, società afferente alla Holding GEFIP di Vito Bonsignore, è  tale Gioacchino Albanese anche lui ottuagenario e potente ex piduista, la stessa persona con la quale, proprio a proposito dell’affare Orte-Mestre, (dalle intercettazioni dell’inchiesta MOSE) trattava per la cricca veneta Piergiorgio Baita, ex AD della Mantovani spa.

Inoltre, sempre dalla stessa interrogazione parlamentare, figurano diversi membri che sarebbero in conflitto di interesse sulle decisioni della Commissione e accusati di corruzione.

Tutto questo si aggiunge all’arresto di Ercole Incalza, il super dirigente che ha seguito e agevolato in tutti i modi l’iter della Orte-Mestre e di molte altre “grandi opere” come la TAV, e alla notizia che nella stessa inchiesta della Procura di Firenze compare ancora una volta il vero proponente dell’opera, il pregiudicato Vito Bonsignore, e che a finanziare la nuova autostrada dovrebbe essere la CARIGE, la banca popolare di Genova, nella bufera dal 2013 con l’arresto per truffa del suo presidente Giovanni Berneschi.

Pure dovendo aspettare di conoscere il contenuto integrale delle interrogazioni, le risposte degli organi competenti nelle sedi opportune e l’esito penale delle varie inchieste, è però chiaro che i sospetti su malavita, malaffare e massoneria come veri motori della Orte-Mestre appaiono più che fondati.

Ed è proprio a fronte di questo quadro gravissimo e preoccupante che Opzione Zero, insieme alla Rete di organizzazioni e movimenti Stop Orte-Mestre chiedono ufficialmente al Parlamento, al Governo, alle Regioni competenti di sospendere e rivedere completamente l’iter di approvazione della nuova arteria autostradale, visto e considerato che proprio a seguito del Decreto Sblocca Italia, confezionato ad hoc dal premier Matteo Renzi insieme all’ex ministro Lupi, nei prossimi mesi ANAS potrebbe indire il bando per la progettazione definitiva e la concessione dell’opera.

Nella stessa direzione si stanno muovendo molti altri comitati in tutto il Paese, perché ormai è chiaro come il problema non sia più il marciume di qualche mela, ma quello dell’intero albero che genera i frutti avvelenati delle grandi opere inutili e devastanti.

 

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COMUNICATO STAMPA OPZIONE ZERO

Mercoledì 11 marzo 2015 a Strasburgo, il Parlamento europeo ha votato una Risoluzione in meritoalla “Relazione annuale 2013 relativa alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea – Lotta contro la frode”. In occasione di tale presentazione è stato votato un emendamento (sostenuto da deputati del Movimento 5 Stelle) riguardante l’operazione Project Bond per il Passante di Mestre, con il quale sostanzialmente si mette in guardia la BEI circa l’emissione di titoli obbligazionari legati ad un’opera sulla quale gravano pesanti sospetti di corruzione.

L’emendamento arriva in sessione plenaria dopo il voto favorevole espresso dalla Commissione affari economici e monetari del Parlamento qualche giorno prima. Per la precisione nel testo finale della Risoluzione si legge che: “Il parlamento Europeo esprime la propria preoccupazione per il fatto che diversi progetti finanziati dalla BEI sono stati interessati da corruzione e frode” oltre a ritenere che “la politica della BEI in materia di prevenzione e deterrenza delle pratiche di corruzione, frode, collusione, coercizione, ostruzione, riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo, denota una mancanza di sufficiente controllo in alcuni casi durante l’attuazione dei progetti finanziati; esprime la propria preoccupazione per il fatto che, nel 2013, la BEI abbia finanziato il progetto Passante di Mestre per un totale di 350 milioni di euro e che, malgrado il fatto che questo progetto sia stato inficiato da corruzione e frode, con l’arresto di molte delle persone coinvolte, la Banca stia valutando se rifinanziare il progetto per un importo aggiuntivo di 700 milioni di euro attraverso obbligazioni di progetto; chiede quindi che, in caso di frode e corruzione comprovate, la BEI sia tenuta a sospendere e/o bloccare qualsiasi finanziamento previsto e in corso per il progetto in questione”.

Grande soddisfazione esprimono le organizzazioni Opzione Zero e Re-Common che nell’ultimo anno si sono battute per far emergere in tutti i modi, sia a livello nazionale che europeo, la questione del Passante in particolare per quanto riguarda i rischi che dietro al costo dell’opera si nascondano pesanti situazioni di corruzione, e la pericolosità del rifinanziamento di un debito del tutto fittizio, dato che il by-pass e le opere complementari sono state costruite utilizzando esclusivamente fondi pubblici.

“E’ chiaro che la risoluzione del Parlamento Europeo non blocca di per sé l’emissione dei Project Bond per il Passante, ma il peso politico di questo avvertimento così esplicito rivolto direttamente ai vertici della BEI, l’ente che dovrebbe varare e garantire tutta l’operazione, non potrà essere ignorato così facilmente. Dopo il MOSE e lo scandalo che ha Travolto Ercole Incalza e il ministro Lupi sulle grandi opere, c’è da aspettarsi di tutto anche sul Passante, è solo questione di tempo” afferma Mattia Donadel di Opzione Zero.

Lisa Causin e Rebecca Rovoletto portavoce del comitato rincarano la dose: “Finalmente qualcuno ha raccolto i nostri appelli: nell’ultimo anno e mezzo insieme a Re-Common e a altre organizzazioni abbiamo fatto di tutto, azioni, esposti, dossier, parlato con deputati europei, scritto al Governo, al presidente della Regione per denunciare i gravi rischi per i cittadini dell’operazione project bond visto che già oggi è chiaro come i ricavi dei pedaggi della società CAV non siano sufficienti per chiudere un buco da oltre un miliardo di euro in 15 anni. E’ arrivato il momento che anche a livello politico regionale e nazionale si prendano delle posizioni chiare ed inequivocabili nel merito: la spirale del debito del Passante così perversa deve essere bloccata subito; non è più tollerabile che si vada avanti facendo finta di niente, soprattutto da parte chi governa o si candida a governare la Regione del Veneto.”

 

MIRA. «Al posto di spendere miliardi per realizzare la Mestre-Orte e alimentare il malaffare sarebbe opportuno mettere in sicurezza la Romea attuale».

A spiegarlo sono Rebecca Rovoletto e Lisa Causin portavoci del comitato “Opzione Zero” .

«Nonostante il parere negativo della Corte dei Conti e i gravi sospetti di malaffare che emergono dalle intercettazioni dell’inchiesta Mose», spiegano, «la Orte-Mestre è stata rimessa in pista da Renzi con apposito “codicillo” introdotto dallo “Sblocca Italia” Speriamo che tutto ciò venga bloccato dal buonsenso».

(a.ab.)

 

 

 

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Comunicato stampa congiunto Opzione Zero e Re:Common

Opzione Zero e Re:Common chiedono con forza alla Banca europea per gli investimenti (BEI) e a cinque istituti di credito privati di non procedere con l’emissione dei cosiddetti project bond europei per rifinanziare il debito contratto dalla società CAV, co-partecipata dall’Anas e dalla regione Veneto, per la realizzazione del Passante di Mestre.

Le due associazioni temono che la concessione di questi nuovi strumenti finanziari ideati in ambito europeo possa gravare sulle spalle dei contribuenti italiani, dal momento che permane l’incertezza legata alle indagini ancora in corso sul caso di corruzione e sulla reale sostenibilità economica del progetto.

Opzione Zero e Re:Common hanno espresso tutte le loro preoccupazioni anche al presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione Raffaele Cantone, a cui oggi hanno inviato una lettera. Nella missiva si ribadisce come non tutte le opere ancillari del Passante di Mestre siano state completate e soprattutto che sono ancora in vigore contratti tra la CAV e le società sotto indagine da parte della Procura di Venezia per la loro realizzazione.

Inoltre non è chiaro se tutte le fatture per le opere del Passante già realizzate siano state saldate da CAV. Ciò significa che il trasferimento del debito esistente contratto da CAV con Cassa Depositi e Prestiti e Anas ai sottoscrittori dei bond (obiettivo dell’operazione di emissione del project bond europeo) implicherebbe il rischio che le nuove risorse finanziarie disponibili alla società possano essere utilizzate per favorire la monetizzazione di proventi della corruzione su cui sta indagando la Procura di Venezia.

Cantone viene anche messo in guardia su come non sia pubblico il prospetto in cui la CAV comunica in dettaglio ai futuri sottoscrittori dei bond, i grandi investitori istituzionali internazionali, tutti i rischi collegati all’operazione. In tale prospetto informativo per investitori privilegiati, le cinque banche emittenti (tra cui le nostrane Unicredit e IMI-Intesa) sono tenute a evidenziare anche eventuali carichi giudiziari pendenti o potenziali obblighi e responsabilità finanziarie collegate a fenomeni corruttivi ed eventuali condanne o sanzioni.

Va sottolineato come la settimana scorsa la Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo, abbia approvato una risoluzione sul rapporto annuale della Banca europea per gli investimenti in cui si chiede all’istituzione di non finanziare il Passante di Mestre tramite il meccanismo dei project bond o qualsiasi altro strumenti finanziario, esprimendo inoltre il rammarico che una tale opera sulla quale pesano come macigni le ombre della  corruzione abbia già goduto del sostegno della Banca. Nel frattempo la BEI continua a negare che gli atti illeciti relativi alle ditte che hanno costruito il Passante abbiano alcun collegamento diretto con il suo finanziamento al progetto.   

“Ci sembra incredibile che i cittadini rischino seriamente di pagare il passante per la terza volta” ha dichiarato Antonio Tricarico di Re:Common. “Prima sono arrivati i finanziamenti pubblici nel 2013 (350 milioni di euro concessi dalla BEI tramite Cassa depositi e prestiti, ndr), poi il considerevole aumento dei pedaggi, ora si ipotizza l’ennesimo sostegno da parte della BEI con i controversi project bond, che potrebbero ricadere sul groppone della Regione Veneto se le cose non dovessero andare bene. Visto quanto accaduto in questi anni, tra corruzione e previsioni di incassi errate, non c’è di che essere ottimisti” ha concluso Tricarico.

“Tutta questa storia del debito del Passante è un’assurdità” ha dichiarato Mattia Donadel di Opzione Zero. “Il Passante è stato finanziato in parte dal Ministero delle Infrastrutture e in parte da ANAS, SpA totalmente pubblica, vale a dire che il Passante è stato costruito solo ed esclusivamente con i soldi dei contribuenti. Una spirale del debito così perversa ha lo scopo di favorire gli speculatori finanziari a scapito dei cittadini” ha concluso Donadel.

 

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Comunicato stampa Opzione Zero

Grandi Opere” uguale malaffare”: l’ennesima riprova arriva con l’arresto per corruzione, induzione indebita, turbativa d’asta ed altri delitti contro la Pubblica amministrazione dell’ex super-dirigente del ministero dei Lavori pubblici Ercole Incalza.

Incalza, già coinvolto nello scandalo MOSE, è stato negli ultimi quindici anni uno dei funzionari chiave per l’approvazione di tutte le grandi opere inserite nella Legge Obiettivo, tra queste non fa eccezione la nuova autostrada Orte-Mestre un’opera totalmente inutile e distruttiva, ma che potrebbe garantire una “torta” molto ghiotta per le cricche del cemento, almeno 10 miliardi di euro già in fase preliminare.

Del resto non è un caso che insieme all’ex super-dirigente del ministero dei Lavori pubblici, tra le altre 50 persone indagate figura anche il pregiudicato Vito Bonsignore; ex europarlamentare collega di partito dei ministri Lupi e Alfano, Bonsignore è a capo del gruppo privato GEFIP Holding, il proponente dell’autostrada Orte-Mestre.

Va ricordato poi che nonostante parere negativo dello scorso agosto da parte della Corte dei Conti, e i gravi sospetti di malaffare che emergono dalle intercettazioni dell’inchiesta MOSE, la Orte-Mestre è stata rimessa letteralmente in pista dal Governo Renzi con apposito “codicillo” (comma 2 dell’Art. 4) introdotto nello “Sblocca Italia”.

E’ in questo quadro sconfortante che tra pochi mesi ANAS potrebbe indire il bando per la progettazione definitiva e la concessione della nuova autostrada, un’opera che il Presidente della Regione Veneto, così come il Partito Democratico, continuano a considerare strategica ed indifferibile, mentre la messa in sicurezza della statale Romea e della E-45 rimangono un miraggio.

Se si tratti di miopia o di opportunismo lo si saprà presto, ma quello che oggi deve essere chiaro è che chi oggi ha ancora il coraggio di sostenere il sistema delle “grandi opere”, con tutto il corollario di norme straordinarie pensate ad arte per promuoverle e gestirle senza trasparenza e fuori dal controllo democratico delle comunità locali, ha una responsabilità politica enorme.

La Orte-Mestre è un mostro pronto a divorarsi i territori, la salute dei cittadini e miliardi di euro dei contribuenti. Bisogna fermarla subito prima che diventi un altro gigantesco caso di malaffare, della portata almeno doppia di quello del MOSE. Non ci sono più alibi per nessuno.

 

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Sabato 7 marzo Fratelli d’Italia sfilerà per Venezia con la partecipazione di Giorgia Meloni e il saluto di Matteo Salvini.
Noi non lo accettiamo! Non siamo disposti a lasciare spazio nella nostra città al razzismo che essi portano avanti!
Vi aspettiamo quindi per un festoso happening in campo Santa Margherita per ribadire insieme che Venezia é e sarà sempre antirazzista, accogliente e solidale!

ADERISCI ALLA MANIFESTAZIONE, FIRMA L’APPELLO! Adesioni a: venezia.antirazzista@gmail

Sabato 7 marzo è prevista a Venezia una manifestazione di Fratelli d’Italia con la partecipazione di Giorgia Meloni e il “saluto” di Matteo Salvini.

Non è possibile che Venezia diventi palcoscenico per queste forze razziste e populiste. Forze che oggi fanno la voce grossa, paladini della legalità, quando, fino a ieri, governavano l’Italia in totale connivenza con malaffare e corruzione: dal Mose a Mafia Capitale. Un ceto politico populista che sfrutta la crisi e le nuove povertà per le proprie carriere, che ha abbandonato il federalismo, preferendo il razzismo più becero, strizzando l’occhio a organizzazioni violente di stampo neofascista.

Dobbiamo invece dimostrare che Venezia è una città di segno opposto. Che gli anticorpi della sua tradizione multietnica, multiculturale, accogliente e solidale sono vivi, vegeti ed attivi.

Diamo vita ad un grande happening antirazzista che affermi che i problemi di questa città non sono certo rappresentati da trenta migranti ospitati al Lido, ma piuttosto derivano dalle cricche politiche (in cui figurano a pieno titolo Lega e di Fratelli d’Italia) che per anni hanno governato questa regione, rubando miliardi di Euro pubblici, sottraendoli allo stato sociale e alla salvaguardia della città.
Facciamo appello a tutte le cittadine e i cittadini democratici, alle associazioni e alle organizzazioni. Diamo vita ad una piazza pacifica, multietnica, piena di musica, parole, di spettacoli.

La piazza di chi ama questa città contro l’odio dei razzisti di palazzo.

PRIMI FIRMATARI
LiSC Venezia
Coordinamento Studenti Medi Venezia e Mestre
Emergency – gruppo di Venezia e Mestre
Associazione Razzismo Stop Venezia
ANPI – Sette Martiri – Sezione di Venezia
ANPI provinciale Venezia
ANPI – Mirano
ANPI E. Ferretto -i Mestre
ANPI – S.Donà
Gianfranco Bettin
LOCO Mestre
Sale Docks
Laboratorio Occupato Morion
Centro Sociale Rivolta
Comitato Marghera Libera e Pensante
Awakening
ADL Cobas Venezia
Coop Sociale Caracol
Coop Sociale Controvento
ASC Assemblea Sociale per la Casa Venezia Mestre
ASC Assemblea Sociale per la Casa Treviso
Crabs Venezia
Palestra Popolare Rivolta
Laura Puppato
Beppe Caccia – Associazione In Comune 2020VE
Federazione Provinciale SEL Venezia
Circolo SEL Mestre
Circolo SEL Marghera
FIOM CGIL metropolitana di Venezia
Ass. Restiamo Umani con Vik
AssoPace Palestina
Cobas Scuola Venezia
Comitato Opzione Zero
Movimento Mira 2030
Lista Civica Mira fuori dal Comune
Circolo Arci P.Neruda, Lido di Venezia
Associazione Venezia Fondamente
Rifondazione Comunista, federazione di Venezia
BomChilom Sound
Ambiente Venezia
Comitato No Grandi Navi
Comitato Opzione Zero
Comitato Bandiera Italiana 17 Marzo
Circolo SEL P.P. Pasolini Venezia
Sebastiano Bonzio, Sinistra per l’Altra Venezia
Mario Ongaro, Sinistra per l’Altra Venezia
Medicina Democratica di Venezia
Centro Sociale Arcadia
Polisportiva Sans Papier
Coordinamento Studentesco Schio
ADL Cobas Schio
Asd Mushotoku Shirai Ryu
Pharmakos
Atom Tanks
The After Shave
Melting Pot Europa
Tra Le Righe Project
Ascanio Da Lecase
Venezia Cambia 2015
Autorganizzati COBAS del Comune di Venezia
Sanca Veneta
Scuola d’italiano Liberalaparola
Associazione sos diritti
Ztl wake up
cso Django – Treviso
Dormitorio autogestito Caminantes
palestra popolare Hurricane
casa dei beni comuni – Treviso
ADL Ccobas Treviso
associazione razzismo stop Treviso
osservatorio antifascista Treviso
Coordinamento studenti medi Treviso
Enrica Berti, consigliere Venezia Murano Burano
Chiara Marri, consigliere Venezia Murano Burano

 

Gazzettino – “La Regione dimentica la Romea”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

5

mar

2015

MIRA – Dura nota di Opzione zero sulla sicurezza

Per il Comitato la Regione non si cura minimamente della messa in sicurezza della Romea.

MIRA – «La messa in sicurezza della ’Romea’ è l’ultimo deo pensieri della Regione, che invece continua a sostenere le grandi opere».

Dura presa di posizione del Comitato Opzione zero attraverso le portavoci Rebecca Rovoletto e Lisa Causin ed il presidente Mattia Donadel sulle recenti delibere regionali in tema di viabilità: «In due recenti decisioni della Giunta – afferma Opzione Zero – la Regione continua a investire miliardi senza curarsi di una delle arterie più pericolose d’Italia. A gennaio è stato approvato un indirizzo sugli interventi tra il 2015 e il 2020 sui circa 740 km. di strade statali che attraversano il territorio regionale. La messa in sicurezza della ’Romea’, nonostante i continui incidenti e le richieste di comitati e amministrazioni locali, non compare nemmeno nell’elenco dei semplici miglioramenti. Invece nella lista delle infrastrutture prioritarie compaiono 13 nuove strade, tra bretelle, varianti e tratti di collegamento».

Opzione Zero lo scorso settembre organizò una manifestazione in “Romea” per evidenziare il problema sicurezza ed esprimere la contrarietà alla Mestre-Orte.

«Il 13 febbraio scorso – sottolineano ancora gli esponenti di Opzione Zero – Zaia ha firmato una delibera nella quale la Regione indica al Governo quali sono le opere ritenute ’strategiche’ e ’indifferibili’. Si va dalla Pedemontana alla Valdastico nord, dal Gra di Padova alla Nuova Valsugana e pure la Mestre-Orte. Della ’Romea’ nessuna traccia».

(L.Gia)

 

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Comunicato stampa Opzione Zero 4 marzo 2015

La Romea è una delle strade più pericolose d’Italia, ma per la Regione Veneto a guida leghista, questa non è una priorità; meglio continuare a spendere miliardi di euro per le “grandi opere” distruttive e foriere di malaffare.

Questo è quanto emerge da due recenti delibere della Giunta Regionale.

La prima di queste è la DGR 91 del 27 gennaio 2015: si tratta di un atto di indirizzo attraverso il quale la Regione Veneto propone ad ANAS quali devono essere le priorità di intervento  tra il 2015 e il 2020 sui circa 740km di strade statali che attraversano il territorio regionale.

Peccato che ancora una volta la messa in sicurezza della Romea, nonostante i continui incidenti e le richieste di comitati e amministrazioni locali che da decenni chiedono risposte a questo grave problema, non compaia nemmeno nell’elenco  degli interventi migliorativi della rete statale esistente. E certamente non si può più dire che il problema sia la mancanza di soldi, visto che nella stessa delibera si indicano come prioritari altre 13 nuove infrastrutture stradali, tra bretelle, varianti e tratti di collegamento.

D’altra parte si sa, il sistema dei “grandi appalti” è quello più appetibile per le multinazionali del cemento e dell’asfalto. Alla Giunta Zaia poco importa degli scandali per corruzione e malaffare che hanno coinvolto in pieno la sua stessa amministrazione e il PD veneto, così come molte delle grandi ditte che per anni si sono accaparrate commesse da centinaia di milioni di euro per opere inutili e distruttive.

Arresti o non arresti, e soprattutto prima che scada il mandato,  meglio assicurarsi che i “grandi affari” vadano avanti il più in fretta possibile, come confermato in modo inequivocabile dall’altra delibera di Giunta, la DGR 159 del 13 febbraio 2015, con la quale la Regione indica al Governo quali sono le opere ritenute “strategiche e indifferibili”. Nella lista nera ci finiscono ovviamente tutti i progetti messi a punto dalla cricca veneta del cemento durante la presidenza Galan-Chisso: pedemontana, Valdastico nord, Nogare mare, GRA di Padova, nuova Valsugana, TAV… ; non poteva mancare poi la famigerata Orte-Mestre, l’autostrada da 10 miliardi, spacciata furbescamente come la soluzione dei problemi di sicurezza della Romea e che se tutto va male sarà realizzata non prima del 2030. In compenso la SS 309 è già oggi lasciata in stato di abbandono, e se per chi la usa questo è un rischio poco importa.

Le elezioni regionali sono vicine, e Opzione Zero invita i cittadini a tenere bene a mente le responsabilità politiche di questa situazione.

 

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