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Nuova Venezia – Mirano. Blocco del casello, comitati divisi.

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15

ott

2013

mirano. LE OPERE COMPLEMENTARI DEL PASSANTE

Non tutti i residenti sono favorevoli alla proposta del sindaco

MIRANO – Blocco del casello? Comitati favorevoli, ma non troppo. Raccoglie le prime adesioni, anche se con riserve, la proposta-minaccia del sindaco di bloccare la barriera di Vetrego, dopo la presentazione in Regione di un disegno di legge che cancellerebbe i famosi 19 milioni per le opere complementari al Passante previste a Mirano.

Proprio il comitato Rinascita Vetrego si dice pronto a scendere in strada a fianco del sindaco, ma non al casello: «Non confondiamo le due proteste», afferma il presidente Emanuele Congia, «una cosa è la mobilitazione contro il tornello, un’altra sono le opere complementari. Ci battiamo per entrambe, ma sul casello noi predichiamo prudenza: ci siamo mobilitati a suo tempo, di recente abbiamo incontrato Cav e deciso di pazientare sulla base di promesse precise da parte della società stessa. Al sindaco diciamo: sì al sit-in, ma facciamolo in via Porara, strada di nessuno e simbolo del mancato rispetto degli accordi sottoscritti».

Anche a nord di Mirano i cittadini si dicono favorevoli: a Luneo aspettano da anni la rotonda con via Zinelli, dove le auto si scontrano con una media di una volta a settimana. Adesso il comitato è pronto a scendere sulla strada a fianco del sindaco se non arrivassero i soldi per realizzarla. «O vogliamo aspettare che qualcuno si faccia davvero male, per non dire peggio?», sbottano nel quartiere.

Malumori anche a Scaltenigo e Ballò, dove pochi giorni fa il comitato viabilità Sicura ha firmato insieme a Rinascita Vetrego la richiesta di un incontro con il governatore Luca Zaia, per trovare una soluzione ai problemi di traffico che soffocano le frazioni.

(f.d.g.)

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Gazzettino – Spinea “Troppi morti, serve il sottopasso”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

15

ott

2013

SPINEA – Bonaventura: «È un’opera fondamentale che il quartiere attende da anni»

Via della Costituzione, appello a Veneto Strade del consigliere delegato dopo i due incidenti

DELEGATO ALLE OPERE DEL PASSANTE «Due morti in una settimana sono troppi»

Il consigliere delegato Adriano Bonaventura: «Il sottopasso ciclopedonale alla rotonda della Fossa non può subire ulteriori ritardi»

SPINEA «Il sottopasso ciclopedonale alla rotonda della Fossa non può subire ulteriori ritardi. Due morti in una settimana sono davvero troppi».

Il consigliere delegato alle opere del passante, Adriano Bonaventura, torna a far sentire la propria voce sulla realizzazione del sottopasso lungo via della Costituzione, teatro negli ultimi giorni di ben due incidenti mortali.

«Quest’opera rientra tra le priorità espresse dai cittadini e confermate da Veneto Strade nella Conferenza dei servizi del luglio scorso – ricorda Bonaventura – Si tratta di un’opera fondamentale che il quartiere attende da anni e che, con l’allargamento della strada provinciale, diventa prioritaria per l’attraversamento in sicurezza del tratto. Un tratto nevralgico, perché permette di attraversare in sicurezza la camionabile nel collegamento tra via Roma e Mirano».

Il progetto prevede la realizzazione di un sottopasso ciclo-pedonale di collegamento fra Spinea est e Spinea ovest, sotto via Costituzione, evitando così un attraversamento pericoloso per i numerosi giovani ed anziani che vi transitano. Attualmente la pista esiste già, ma si interrompe all’altezza della rotonda. L’appello (l’ennesimo) di Bonaventura arriva a pochi giorni dalle due tragedie che hanno colpito Spinea fra giovedì e sabato scorso, con due schianti avvenuti a poche decine di metri l’uno dall’altro, sempre lungo la camionabile. Giovedì, poco dopo le 19, è morto il 72enne Leone Giacomin, travolto da due automobili mentre stava camminando lungo il ciglio della strada. Neanche 48 ore dopo stessa sorte per il centauro Fabio Serena, schiantatosi attorno alle 16 di sabato contro una Fiat Panda che stava svoltando a sinistra per immettersi nel distributore di metano. In entrambi i casi il decesso è stato immediato.

Strada stretta e trafficata, via della Costituzione è da mesi al centro delle polemiche, con i residenti che hanno più volte denunciato la pericolosità dei cantieri per l’allargamento della via. Intanto il sindaco Silvano Checchin ha già preso contatti con Veneto Strade per concludere, quanto prima, gli atti amministrativi necessari all’avvio dei lavori: la speranza è che l’ennesima sollecitazione vada finalmente a buon fine.

Damiano Corò

 

 

Mirano. Pavanello furibonda contro la Regione che vuole tagliare i 19 milioni già promessi per le opere di mitigazione

MIRANO. Avvocati in campo e blocchi stradali imminenti. Mirano reagisce male, malissimo al disegno di legge che in Regione rischia di far piazza pulita dei fondi per le opere complementari al Passante, gli ormai famosi 19 milioni di euro che la città attende e sollecita da anni. Stavolta la mobilitazione non è una boutade di qualche comitato particolarmente arrabbiato. Anche Maria Rosa Pavanello, adesso, ha perso il controllo. Sembra di rivederla quand’era capogruppo tra i banchi dell’opposizione, mordace e risoluta, tanto da mettere da parte ogni aplomb istituzionale. Il sindaco di Mirano non ci sta: ha aspettato, è andata in Regione più volte, ha parlato in commissione, inviato lettere e ultimatum garbati, ha usato insomma tutte le buone maniere. Il colpo di spugna sulle opere complementari però è francamente troppo e adesso il primo cittadino annuncia azioni clamorose: «Abbiamo già dato mandato ai nostri avvocati di prendere in mano la questione», sbotta il sindaco, «l’accordo di programma non sarà un contratto ma è giusto che la questione diventi legale». Non è questione di cercare un occhio di riguardo per Mirano, assicura il sindaco. «Siamo l’unico paese del Passante che si è subìto traffico e casello fuori da ogni previsione, con le conseguenze che tutti noi conosciamo e non ci è mai arrivato il becco di un quattrino. Chiediamo, anzi pretendiamo, che arrivi subito almeno una prima tranche dei soldi promessi per mitigare l’impatto che queste opere hanno avuto. Abbiamo già messo in mora la Regione con la richiesta di attivazione del collegio di vigilanza previsto dalle legge (che prevede interventi sostitutivi di fronte alle inadempienze regionali, ndr), adesso intraprenderemo tutte le altre azioni possibili, legali e non solo».

Pavanello non lo dice apertamente, ma lascia intendere di essere pronta perfino a bloccare il casello.

Che a Mirano si stia pensando ad azioni clamorose e che i tentativi istituzionali abbiano ormai esaurito il loro tempo è ormai palese e non solo a sentire il sindaco.

Comitati e partiti sono in subbuglio, soprattutto ora che il mancato arrivo dei 19 milioni di euro promessi ha il nome dei 23 interventi previsti dagli accordi e che rischiano di saltare. Forse non tutti, ma una buona parte sì. Mirano potrebbe perdere in un sol colpo opere che in città hanno fatto scaldare gli animi per anni: la rotonda di via Luneo, la ciclabile di via Scaltenigo, l’anello in zona ospedale e la sistemazione di via Vetrego-Porara, per citarne alcuni. Pavanello non ci sta: «Pretendiamo garanzie, altrimenti la città non starà a guardare».

Senza mai nominare il possibile blocco (già la prossima settimana?) il sindaco Pavanello chiama a raccolta tutti i partiti, i comitati, le associazioni, i cittadini.

D’altronde le cattive notizie riguardano tutti, da via Luneo a nord all’area sud di Vetrego, Scaltenigo e Ballò, passando per Campocroce, Zianigo e naturalmente il capoluogo.

Filippo De Gaspari

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mirano

Tra i progetti che saltano rotatorie e piste ciclabili

MIRANO. Cosa perde Mirano senza i suoi 19 milioni di euro? La somma copre un elenco di 23 opere che il territorio aspetta da anni, tra promesse e rinvii. Ora tutte a rischio. Rotatorie principalmente, per mettere in sicurezza i tanti incroci pericolosi: si va da quello tra via Cavin di Sala e via Galilei, in zona commerciale e quella in centro a Zianigo, nel contesto della riqualificazione della piazza. Sempre Zianigo rischia di veder sfumare la sistemazione di via Desman, con rondò agli incroci con via Varotara e via Bollati. Addio anche alla ciclabile di via Scortegara, tra Villa Bianchini e via Desman. Anni di confronto serrato e proteste al quartiere nord di Mirano e ora rischia di saltare tutta la riqualificazione della zona ospedale: rotonda tra via Dante e via Villafranca, riqualificazione di via Mariutto, via Dante, via Villafranca e via Zinelli con la circuitazione prevista.

Quasi un incidente a settimana al crocevia tra via Luneo e via Zinelli, ma lì adesso torna in discussione anche la rotonda, così come il percorso ciclopedonale di collegamento con il centro.

Nessuno si occuperà più neppure dell’area sud, quella più bistrattata dal Passante: in dubbio la rotonda tra via Porara Gidoni e via Scaltenigo, la messa in sicurezza di via Caltana fino al ponte delle Fratte e l’agognata pista ciclabile di via Scaltenigo. Così come potrebbe saltare la rotonda tra via Chiesa e via Cavin a Campocroce e quella vicino al teatro, tra via Pestrino e via della Vittoria.

A Ballò rischia la rotatoria al capitello della Madonna, all’ingresso del paese e punto interrogativo, ora, anche sul destino di via Porara e via Vetrego, che oltre al traffico, attendono da anni una sistemata. Tra i 19 milioni era compreso anche il super sistema di videosorveglianza, con 50 punti dotati di telecamere sparsi per tutto il comune.

(f.d.g.)

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MIRANO – Opere complementari al Passante, Pavanello pretende dalla Regione 5 milioni

MIRANO – «Chiederemo ancora una volta alla Regione di stanziare almeno cinque milioni di euro per le opere complementari al Passante nel Comune di Mirano. Anzi, non è che le chiediamo: le pretendiamo». Il sindaco Maria Rosa Pavanello batte i pugni: la polemica con la giunta Zaia resta aperta perché le novità che arrivano da Venezia non sono certo positive per il Comune di Mirano. La questione è stata portata a galla dai consiglieri regionali del Pd Lucio Tiozzo e Bruno Pigozzo: «Con un nuovo disegno di legge la maggioranza punta a cassare molte opere di fascia B. Dei 95 milioni di euro previsti complessivamente per tutti i Comuni, ne sono rimasti solo 18». All’assessore Chisso è stato chiesto di stilare un elenco dettagliato delle varie opere: a Mirano la lista delle promesse non mantenute è molto lunga e ora Pavanello minaccia azioni forti. «I legali stanno già seguendo la vicenda. La Regione si era impegnata a stanziare per Mirano 19 milioni ma sono arrivati solamente 350mila euro – dichiara – Pretendiamo almeno una prima tranche altrimenti potremmo bloccare il casello con ogni mezzo a nostra disposizione». La settimana scorsa dal Municipio di Mirano è partita una “istanza di attivazione del Collegio di Vigilanza” inviata al governatore Zaia, una sorta di messa in mora per far sì che la Regione rispetti gli accordi. «Dopo questa mossa fatalità spunta una proposta di disegno di legge per cancellare le opere promesse. La connessione è quantomeno strana» aggiunge il sindaco. Già nelle prossime settimane, dunque, potrebbero scattare manifestazioni al casello. Le priorità del Comune sono: rotatoria tra le vie Dante, Mariutto e Villafranca con riqualificazione dell’area, messa in sicurezza di via Scaltenigo, ciclabile Mirano-Scaltenigo e installazione nel territorio di 50 punti di videosorveglianza. Importo complessivo: all’incirca proprio cinque milioni di euro.

(G.Pip.)

 

MIRANO «Dei 95 milioni previsti ne restano 18»

Opere complementari al Passante, il Pd accusa: «Flop clamoroso»

MIRANO – «Sui 95 milioni di euro previsti dagli accordi, ora ne restano solamente 18. È un flop clamoroso, e ha pure il sapore della presa in giro». La proposta di legge presentata dalla giunta Zaia è stata stoppata in partenza, ma la questione resta apertissima: non si placano le polemiche in consiglio regionale sulla presunta volontà della maggioranza di annullare definitivamente il finanziamento per varie opere complementari al Passante promesse da tempo ai Comuni. La tesi del Pd è stata sbandierata dai consiglieri Lucio Tiozzo e Bruno Pigozzo.

I due ieri hanno preso parte ad una delicata commissione Trasporti: «Abbiamo preso in esame il progetto di legge della giunta Zaia che vuole cassare la tranche di 35 milioni di euro prevista nel 2009 per la realizzazione di opere di fascia B complementari al Passante», scrivono. Le minoranze hanno chiesto all’assessore Chisso di stilare un elenco dettagliato delle opere realizzate e di ciò che non è ancora stato fatto, una nuova commissione sarà convocata entro 15 giorni. Il Comune di Mirano è interessato da vicino, visto che chiede da anni una folta barriera vegetale lungo il Passante e lo stanziamento dei 19 milioni promessi per opere viabilistiche come ciclabili e rotatorie. Opere che cittadini e comitati attendono da tempo, ma a questo punto appare in ogni caso difficile prevedere un rapido stanziamento di quelle risorse. Ma dove sono finite? «Bisogna capire perché siano stati persi 10 milioni e perché altri sette siano stati destinati ad opere di mitigazione per la tangenziale di Mestre, è inutile promette opere senza avere i finanziamenti per realizzarle», sbotta Tiozzo.

I lavori attesi nel Miranese sono tanti, nell’elenco ci sono pure le tangenziali a nord di Salzano e a sud di Robegano. Mirano può ancora sperare di ottenere almeno una tranche dei soldi promessi?

«Per noi sarebbe fondamentale, vogliamo sapere se anche per Chisso si tratta di una priorità», dichiara Pigozzo.

«Questo disegno di legge crea molti sospetti – chiude Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra – Gli impegni vanno rispettati, di queste opere non possono certo farsi carico i Comuni».

(g.pip.)

 

INFRASTRUTTURE – Passante: opere complementari “sospese” dalla Commissione

VENEZIA – Passante di Mestre e opere complementari: dopo la denuncia del Pd, la seconda commissione consiliare ieri ha sospeso l’esame del disegno di legge della giunta regionale relativa al finanziamento degli interventi suddivisi in due fasce.

«Sui 95 milioni previsti dal protocollo di intesa del 2004 con i Comuni per realizzare le opere complementari di fascia B al Passante, quelli realmente a disposizione sono solamente 18», hanno detto il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Lucio Tiozzo, e Bruno Pigozzo, vice presidente della commissione Trasporti dove ieri è stato preso in esame il progetto di legge della Giunta che – dicono i due esponenti dell’opposizione – vuole cassare una parte di impegno economico pari 35 milioni di euro, approvato con la Finanziaria 2009, per la realizzazione di opere di ‘fascia B’ complementari al Passante.

«Abbiamo costretto la maggioranza a sospendere il provvedimento, in attesa che la Giunta presenti un elenco dettagliato degli interventi già realizzati e di quelli che a questo punto rischiano di restare lettera morta. Contemporaneamente bisogna far luce sul perché, nel frattempo, siano stati inutilizzati e persi 10 milioni di euro e perché altri 7 siano stati invece destinati ad altre opere per la tangenziale di Mestre non previste nell’accordo di programma del 2004».

«La Regione ha il dovere di rispettare i patti con i Comuni e daremo battaglia perché non vi sia alcun dietrofront da parte della Giunta».

Tiozzo e Pigozzo incalzano: «L’assessore Renato Chisso abbia il coraggio di andare sul territorio e spiegare ai cittadini i motivi di questo flop clamoroso che ha il sapore della presa in giro».

 

 

Dei 95 milioni previsti complessivamente per il Passante ne sono rimasti solo 18

In città è bufera, i residenti: «Chisso e Zaia ci dicano quali interventi salteranno»

MIRANO – Opere complementari? Mirano rischia di rimanere a bocca asciutta. Ieri la commissione regionale Trasporti ha analizzato il progetto di legge con cui la giunta Zaia vuole rivedere la tranche di pagamento di 35 milioni di euro, approvati con la Finanziaria 2009, per realizzare opere di “fascia B” complementari al Passante.

Si scopre che, dei 95 milioni inizialmente previsti dal protocollo d’intesa del 2004 con i Comuni, ne sono rimasti a disposizione ancora meno dei 35 attesi e precisamente 18.

Mirano, sulla carta, ne aspetterebbe 19. È chiaro, dunque, che le opere complementari miranesi, tutte per lo meno, non si faranno.

In Regione, ancor prima che in città, è bufera. Ironia della sorte, di come smuovere i fondi spettanti a Mirano, se ne era parlato in città giusto venerdì, in un convegno pubblico organizzato dal Pd regionale. Al tavolo dei relatori, con il sindaco Maria Rosa Pavanello, c’erano il capogruppo del Pd in Regione, il chioggiotto Lucio Tiozzo, e il vicepresidente della commissione regionale viabilità, Bruno Pigozzo. Gli stessi che oggi rilanciano la polemica.

«La verità sta venendo drammaticamente a galla», affermano, «per fortuna oggi (ieri, ndr) abbiamo costretto la maggioranza a sospendere il provvedimento, ma ora bisogna far luce sul perché, nel frattempo, siano stati inutilizzati e persi dieci milioni di euro e perché altri sette siano stati invece destinati a opere di mitigazione per la tangenziale di Mestre».

Già venerdì, a Mirano, i Democratici avevano chiesto ufficialmente all’assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso, di produrre un elenco dettagliato di tutte le opere complementari messe nero su bianco negli accordi: quelle finanziate, quelle ferme al palo, quelle solo sulla carta, senza copertura, in modo da avere un quadro completo della situazione.

«Ci dicano insomma qual è la situazione reale», incalza Pigozzo, «perché se è vero che sono disponibili solamente 18 milioni, è un diritto di Comuni come Mirano sapere se e quanti saranno destinati alle opere che attendono da anni».

«È un disegno di legge poco chiaro e che crea molti sospetti», aggiunge Pietrangelo Pettenò, Federazione della sinistra, «gli accordi sottoscritti fin dal 2004 vanno mantenuti, non possono essere i Comuni a farsi carico della realizzazione di opere infrastrutturali funzionali al Passante. La giunta Zaia rispetti gli accordi e onori gli impegni senza “mercanteggiare”, scegliendo con discrezionalità a quali opere dare priorità».

Filippo De Gaspari

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Gazzettino – Passante verde a rischio.

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9

ott

2013

MIRANO – Furiosa la sindaca Pavanello: «Sarebbe uno scandalo, evitare il blitz»

Allarme del Pd in Regione: «Zaia vuole cancellare le opere di compensazione»

«La giunta Zaia vuole sopprimere gli accordi firmati tra Regione e Comuni, rischiano di saltare moltissime opere di compensazione al Passante che dovevano essere realizzate da Veneto Strade».

A lanciare l’allarme è il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Lucio Tiozzo, alla vigilia di una commissione urbanistica che si preannuncia tanto delicata quanto infuocata. «La Giunta vuole far approvare un disegno di legge per annullare i protocolli di intesa già stipulati, è un provvedimento inaccettabile» si legge nella nota diffusa ieri dal Pd. Di fatto verrebbero sospesi, con il pericolo di cassare definitivamente, tutti gli interventi di mitigazione inseriti in “fascia b”. E la questione riguarda naturalmente da vicino il comune di Mirano, dove da tempo l’amministrazione protesta con la Regione per ottenere una folta barriera vegetale e i 19 milioni di euro pattuiti per la realizzazione di opere di compensazione.

Per quanto riguarda la mitigazione ambientale, Mirano chiede una barriera di varie decine di metri per proteggere i centri abitati dall’inquinamento acustico e atmosferico, ma l’amministrazione rimarca come finora sia stato inaugurato in pompa magna praticamente solo il parchetto urbano di via Porara. Con i 19 milioni mai arrivati (la Regione ha stanziato solo 350mila euro) sarebbe stata realizzata una lunga lista di opere che prevede rotatorie e piste ciclabili (su tutte quella che collega Scaltenigo con Mirano), l’installazione di 50 punti di videosorveglianza nel territorio comunale e la riqualificazione urbanistica di vari quartieri soprattutto nelle frazioni. L’accordo venne firmato dall’amministrazione Cappelletto ed è stato inserito nella delibera regionale dell’8 giugno 2010. La partita sui 19 milioni per le opere viabilistiche resta aperta, mentre stando al campanello d’allarme suonato da Tiozzo rischierebbero subito di saltare le opere di mitigazione. «L’assessore Chisso deve rendere conto dei motivi di questo dietrofront che appare pure illegittimo – chiude Tiozzo – Ci batteremo contro questo provvedimento che sconfessa gli impegni assunti dalla Regione: i cittadini giustamente vogliono essere tutelati dagli effetti di un’opera che, per quanto utile, ha il suo prezzo in termini di impatto ambientale».

L’eco di questa dura presa di posizione è ovviamente arrivato subito pure a Mirano: «La gente è sconcertata – dichiara l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Giuseppe Salviato – Capiamo che la situazione economica è diversa rispetto al 2010, ma gli accordi vanno rispettati». La sindaca Pavanello è furiosa: «Sarebbe uno scandalo, useremo tutti i mezzi politici e legali a nostra disposizione per evitare questo blitz. A Mirano noi abbiamo il casello, e non abbiamo ricevuto praticamente un euro».

Gabriele Pipia

 

Bufera sulle opere del Passante

Polemica sulle opere complementari del Passante di di Mestre: a sentire il Pd, la giunta regionale vuole disfarsi degli accordi di programma siglati a suo tempo con le amministrazioni provinciali di Venezia e di Treviso e con i sindaci dei Comuni interessati dal tracciato della nuova autostrada. Da Palazzo Balbi spiegano che si tratta solo di un cambiamento tecnico, “ragionieristico”, e che gli interventi attesi dalle popolazioni non sono in discussione.
Per capire chi ha ragione non resta che attendere la riunione della Seconda commissione consiliare che si riunirà questa mattina a Palazzo Ferro Fini. Ma il tema è già stato affrontato in via preliminare ieri dalla Prima commissione dove è stata presentata la proposta di legge di iniziativa della Giunta. Titolo incomprensibile ai più: “Modifica dell’articolo 24 (Interventi di sviluppo del sistema infrastrutturale viario veneto) della legge regionale 12 gennaio 2009, n. 1 “Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2009″ e successive modificazioni”. Un solo articolo. La relazione ricorda che con la realizzazione del Passante erano previste delle opere complementari per razionalizzare la viabilità delle aree interessate e che alcune di queste opere – che devono essere realizzate da Veneto Strade – erano state individuate da un Protocollo di intesa sottoscritto con gli enti locali il 27 agosto 2004. Opere suddivise in due categorie: quelle di fascia A (finanziate) e quelle di fascia B (da finanziare e progettare). Le opere prioritarie erano quelle di fascia A, ma – recita la relazione al disegno di legge della giunta regionale – “nel corso dello sviluppo progettuale alcune opere di fascia B si sono rivelate di valenza tale da disporne un’anticipata realizzazione alla pari degli interventi di fascia A, prevedendone il finanziamento nell’ambito delle risorse dedicate alle opere complementari del Passante”. In pratica – spiegano in Regione – di alcune opere, “indipendentemente dal fatto che siano inserite in fascia A o in fascia B”, si è fatto un progetto unico. E siccome la legge Finanziaria del 2009 che stanziava 35 milioni prevedeva distinti e autonomi finanziamenti tra fascia A e fascia B, si è “adattata” la normativa sulla base dell’evoluzione tecnico-progettuale”. Puntualizza la relazione: “la norma non va ad incidere sugli stanziamenti a suo tempo previsti ma ne consente solamente una gestione più coerente con quanto previsto nel protocollo”.
Chiaro? Tutto a posto? Non per Lucio Tiozzo, capogruppo del Pd in consiglio regionale, che è andato a fare le pulci all’unico articolo della leggina e non gli è piaciuto per niente il fatto che una riga della Finanziaria del 2009 sarà cancellata. Testuale: “Le parole “per nuovi interventi da definirsi anche sulla base di accordi di programma con le provincie interessate” sono soppresse”. Di qui la mobilitazione. «In modo del tutto unilaterale – dice Tiozzo – molte opere complementari del Passante, concordate con gli enti locali, rischiano di saltare. La Giunta vuole far approvare un disegno di legge con il quale sopprime i protocolli di intesa stipulati con le Province di Venezia e Treviso e con i Comuni attraversati dall’opera». La richiesta è che l’assessore alle Infrastrutture Renato Chisso si presenti in commissione e chiarisca. Ma Tiozzo non intende fare sconti: «È un provvedimento inaccettabile, sconfessa gli impegni assunti dalla Regione nei confronti dei cittadini».

Alda Vanzan

 

VENEZIA – Passante di Mestre, l’autostrada più rapida e cara d’Italia: rischiano di saltare le opere complementari di fascia B attese dai Comuni e concordate con le province di Venezia e Treviso nel protocollo firmato nel 2004 con il commissario straordinario Vernizzi.

A lanciare l’allarme è Lucio Tiozzo, capogruppo Pd, che chiede il rispetto degli impegni all’assessore veneto alla Mobilità Renato Chisso, «La Giunta vuole far approvare un disegno di legge con il quale sopprime i protocolli di intesa stipulati con le Province di Venezia e Treviso e con i Comuni attraversati dall’opera. È un provvedimento inaccettabile» dice Tiozzo.

L’allarme è scattato dopo che ieri la prima commissione regionale ha approvato un disegno di legge con cui «di fatto verrebbero sospesi, e forse cassati definitivamente, tutti gli interventi di mitigazione di fascia B che dovevano essere realizzati da Veneto Strade». «L’assessore Chisso ha il dovere di spiegare il dietrofront, sul quale solleviamo dubbi di illegittimità. Bisogna fare chiarezza sul perché una serie di interventi di fascia B siano stati spostati in fascia A, ovvero a carico di Cav e già realizzati. Vogliamo capire con quali criteri sia stata fatta questa operazione, speriamo che non abbia pesato l’appartenenza politica di ogni singola amministrazione comunale. Resta il fatto che si tratta di un provvedimento contro il quale ci batteremo duramente, perché sconfessa gli impegni assunti dalla Regione nei confronti dei cittadini, che giustamente reclamano il diritto ad essere tutelati dagli effetti di un’opera che, per quanto utile, ha il suo prezzo in termini di impatto ambientale».

L’assessore Chisso dal canto non replica e annuncia di portare tutto il dossier al più presto in seconda commissione, ma la più delusa è il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello, che rischia di uscire dalla lista delle priorità del protocollo firmato il 27 agosto 2004. Allora per le opere prioritarie furono stanziati 103 milioni di euro in fascia A e B. Si dalla messa in sicurezza della provinciale 81, alla circonvallazione sud-est di Martellago, alla tangenziale ovest di Zero Branco. Per poi continuare con lo svincolo di Marcon, la variante Roncoduro a Mira-Pianiga, il collegamento tra la provinciale 67 e il casello di Quarto d’Altino. C’è poi Spinea e anche Robegano di Salzano, e Scorzé con la variante alla nuova Castellana e provinciale di Cappella.

Resta il nodo di Mirano: la rotonda Porara è stata realizzata. Mentre la tangenziale Sud Ovest, la tangenziale Nord variante di via Luneo e la Ovest di via Bollati sono in lista d’attesa: si tratta di interventi per 19 milioni di euro, ma dal capitolo fascia B mancano all’appello 35 milioni che sarebbero stati dirottati alla fascia A: da qui la richiesta di variazione di bilancio con un disegno di legge regionale della giunta.

 

mirano. assemblea Oggi A villa errera

MIRANO – Riparte la mobilitazione per ottenere dalla Regione i soldi del Passante che spettano a Mirano. Che tutto sia ancora fermo al palo e che la città dei 19 milioni di euro promessi non abbia ancora visto un centesimo, ormai non fa più notizia.

Ma il Pd non è disposto a mollare e nemmeno a tirarla per le lunghe. Questa sera, alle 20.30, nella sala consiliare di villa Errera, il gruppo consiliare dei Democratici in Regione ha chiamato a raccolta i cittadini per spiegare come intende chiedere il rispetto degli accordi sul Passante. La strategia passa per la presentazione di emendamenti al prossimo bilancio regionale, come già successo lo scorso anno, sempre per iniziativa del Pd e dell’Udc. Quest’anno però i Democratici tenteranno una mossa preventiva, creando il terreno politico di mobilitazione necessario per sostenere gli emendamenti, in modo che al momento della discussione non debbano esserci troppe voci contrarie. Se gli emendamenti alla manovra regionale venissero votati, la Regione sarebbe costretta a recuperare i fondi che spettano a Mirano per accordo.

Il Pd punta ad ottenere almeno 4 dei 19 milioni di credito già nel 2014. «Riprendiamo le fila di quanto proposto un anno fa», spiega il vicepresidente della commissione regionale Viabilità, Bruno Pigozzo, «a fine anno si comincerà a discutere del bilancio e non vogliamo che i soldi per opere complementari e mitigazioni siano ancora una volta lasciati fuori. Cominciamo fin da subito a creare la giusta attenzione politica al problema».

All’incontro pubblico, oltre a Pigozzo, parteciperà l’onorevole Michele Mognato, membro della commissione Trasporti della Camera, il capogruppo del Pd in Regione Lucio Tiozzo e il sindaco Maria Rosa Pavanello.

Filippo De Gaspari

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Cinque concessionari e zero concorrenza.

Bottacin: «Stop a tutti gli affidamenti, così paghiamo una tassa occulta»

VENEZIA – Dopo l’A5 Torino-Aosta, che però non fa testo perché ha i trafori, il Passante di Mestre è l’autostrada più cara d’Italia. Ma anche al netto del meccanismo finanziario incorporato nel pedaggio dell’infrastruttura mestrina, che obiettivamente ha reso più scorrevole la viabilità della nostra regione, nel ginepraio delle concessioni autostradali del Veneto le differenze sono notevolissime.

L’A4 Serenissima, ad esempio, è un caso scuola: perché da Mestre a Portogruaro si paga il 30 per cento in più rispetto al tratto tra Padova e Verona e addirittura il 43% in più rispetto al tratto Padova-Mestre. Eppure, l’autostrada è la stessa: ma i concessionari sono tre.

Più in linea con la media chilometrica Autostrade per l’Italia, che nel Veneto agisce in concessione sulla A13 Padova-Bologna e sulla A27 Mestre Belluno: il suo costo al chilometro è di poco più di sei centesimi. Mentre di poco più cara è l’Autostrada del Brennero A22, che attraversa il quadrante di Verona.

La situazione, nel Veneto, è contrassegnata ancor più che in Italia da una frammentazione di operatori: che, tuttavia, a parte Autostrade per l’Italia (controllata dal Gruppo Benetton) rispondono quasi sempre ai principali enti pubblici.

Cinque i concessionari: Autostrada Brescia Padova (di fatto controllata da Banca Intesa e Gruppo Astaldi), AutoBrennero (controllata dagli enti pubblici), Autovie Venete (pubblica), Cav (Regione del Veneto) e Autostrade per l’Italia (Benetton).

Il tratto autostradale più caro del Veneto è il Passante: colpa del meccanismo finanziario che incorpora i costi di realizzazione (circa due miliardi di euro). Attraversarlo costa, per un autoveicolo, 11 centesimi al chilometro, contro i 22 centesimi al chilometro dell’autostrada della Valle d’Aosta (che ha in carico anche i trafori alpini). Immediatamente sotto l’A4 in gestione da Autovie Venete: 8,2 centesimi al chilometro il costo di percorrenza. Il Brennero costa 6,8 centesimi, l’Alemagna 6,6, la Brescia Padova 6,3. Infine, il tratto autostradale meno caro in assoluto è la Padova-Mestre, gestita dalla Cav regionale, che applica una tariffa di 5,7 cent al chilometro.

Differenze troppo evidenti, che penalizzano gli automobilisti, secondo Verso Nord, il gruppo regionale di Diego Bottacin che sull’argomento ne ha ricavato un dossier: «La frammentazione dei concessionari – spiega Diego Bottacin – invece che produrre concorrenza ed efficienza, ha sedimentato una situazione di oligopolio, la cui conseguenza principale è il pagamento di una tassa occulta da parte degli automobilisti. In questo modo è impossibile conoscere il costo esatto del servizio, perché le tariffe sono molto differenziate. Noi proponiamo lo stop alle proroghe e la fine anticipata delle concessioni. Uno Stato serio dovrebbe mettere finalmente a gara tutte le concessioni e mettere in concorrenza gli operatori, affinché il prezzo sia il più vicino possibile al costo reale. Solo così si crea efficienza e i cittadini non pagano la tassa occulta».

Daniele Ferrazza

 

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