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Nuova Venezia – “Romea commerciale? Non serve”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

27

gen

2013

Opzione Zero attacca la Regione: progetto superato e inutile per colpa della crisi

DOLO

«La Romea commerciale? Non si regge dal punto di vista finanziario.La crisi l’ha resa un’opera anti economica, inutile e dannosa dal punto di vista ambientale. La Regione si intestardisce su un progetto privo di logicità, di fatto già morto».

Durissima posizione dei comitati “Opzione Zero” con i portavoce Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin che smontano la tesi dell’assessore Renato Chisso secondo il quale l’opera è in programma a partire dal 2014 e sta in piedi dal punto di vista finanziario. Le critiche erano state fatte dai comitati chiedendo che si mettesse in sicurezza la Romea attuale, funestata da troppi incidenti e constatando che dopo la crisi, che continua dal 2008, il traffico sulla statale 309 attuale è diminuito del 30%.

«La Orte-Mestre» spiega Opzione Zero «è un progetto del 2001, travolto dalla crisi economica e chiaramente inutile, se non per avvantaggiare le lobby del cemento che fanno profitti sulle opere in project financing. Sulla Orte-Mestre ci saranno inoltre i project bond, obbligazioni garantite e coperte dalla Cassa Depositi e Prestiti con i soldi del risparmio postale. Da luglio 2012 la Regione ha proclamato l’imminente approvazione della Romea Commerciale. Ma il tentativo di arrembaggio si è fermato trovando l’ostacolo del Ministero dell’Economia, ben prima delle dimissioni del governo. Perché? “Problema tecnico”, rispondono i tecnici. Ma l’ostacolo sembra, più nel dettaglio, di natura economica, data l’impossibilità di trovare un accordo tra Ministero delle Infrastrutture ed Economia per finanziare l’opera. Il piano economico- finanziario è un fantasma che non si mostra poiché proverebbe l’insostenibilità della Romea commerciale».

I comitati rincarano la dose contro la Regione che a tutti i costi vuole partire

«Evidentemente, per l’assessore Chisso» continuano Causin e Ruvoletto «l’opera è finanziariamente solida perché pagata dai cittadini risparmiatori, con gli stessi stratagemmi che abbiamo visto per il Passante di Mestre e che portano ai noti aumenti dei pedaggi. Queste opere non stanno in piedi da sole e il 44% sono ferme al palo (dati Ance) per problemi economici». Durissimo l’attacco finale. «Questa classe politica» conclude «dietro ai termini “sviluppo” e “crescita” maschera scelte devastanti sotto i profili ambientale, territoriale ed economico. E i debiti vengono poi scaricati sulle tasche dei cittadini».

(a.ab.)

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MARTELLAGO – La rabbia degli abitanti vicino all’autostrada

Copertoni, elettrodomestici e immondizie varie sparsi ovunque, ma anche continui viavai di gente sospetta.
Non si placano le proteste e la preoccupazione di coloro che abitano ai civici 47-49 di via Cavino a Maerne, un gruppo di case a cui si accede da un stradina sterrata da via Zigaraga che attraversa il cavalcavia con cui il Passante scavalca la linea ferroviaria Mestre-Trento. «

Dall’autostrada buttano giù ogni genere di rifiuto – denuncia Alessandro Vecchiato -. Lungo la scarpata e nel fossato ci sono decine di copertoni di camion e di auto, per non parlare di televisori rotti: la zona è diventata una discarica a cielo aperto. Tutta roba che è lì da mesi, nonostante le nostre ripetute segnalazioni e richieste di dare una ripulita» .

Ma i residenti tornano a lamentare anche il fatto che quella zona, da quando è stata “espropriata” dal Passante di Mestre, è diventata un porto di mare, specialmente nel tratto sotto il cavalcavia, con giri strani e continui passaggi di auto sospette, senza contare la gente, soprattutto immigrati, che scende giù dal Passante e si intrufola tra i campi, e che va ad aggiungersi al continuo via vai di persone che camminano lungo la vicina linea ferrata: il tutto nei pressi di questo gruppo di abitazioni isolate ancor più esposte a pericoli. Di qui l’ennesimo appello degli abitanti affinché sia risolto finalmente il problema regolamentando l’accesso a quell’area.

Nicola De Rossi

 

 

I sindaci di Scorzè e Martellago chiederanno l’inizio dei lavori martedì all’Anas.

All’ordine del giorno anche la complanarina e la pista ciclabile a Rio San Martino.

Iniziati nei giorni scorsi i lavori del casello Cappella-Martellago del Passante, i Comuni puntano ora ad avere subito le opere di mitigazione ambientale. Lo chiederanno con forza ad Anas nell’incontro in programma martedì, dove all’ordine del giorno ci saranno pure il progetto per la complanarina lungo l’autostrada, la pista ciclabile di via Onaro a Rio San Martino e la sistemazione di quella in via Ponte Nuovo a Peseggia. Insomma, tanta carne al fuoco, perché i sindaci Giovanni Battista Mestriner di Scorzè e Giovanni Brunello di Martellago puntano ad avere le opere pronte con l’apertura del casello, prevista entro la fine del 2014. E due anni passano in fretta. «Solleciteremo Anas», dice Mestriner, «a puntare subito sugli interventi di mitigazione». Un concetto chiaro, dunque, che andrà a sommarsi con la realizzazione della cosiddetta Tangenziale sud da via Milano a via Boschi (Castellana), da dove ci sarà una delle due strade di accesso al casello: l’altra sarà sempre sulla Castellana ma a est, in zona Kelemata a Martellago. E pure qui Mestriner mette fretta. «La tangenziale sud» continua il sindaco di Scorzè «è urgente per risolvere il nostro nodo viario, anche perché dev’essere costruita in funzione del casello autostradale». Un po’ di richieste le ha pure il suo collega di Martellago Brunello. Intanto la complanarina. Nei precedenti incontri tra le parti, si è stabilito che debba sorgere sul lato est dell’autostrada, dalla Moglianese al casello; sarà lunga poco meno di un chilometro e sfrutterà l’attuale contro-strada di servizio, che sarà allargata da tre a dieci metri. «Sono tutte cose già pattuite in precedenza» spiega Brunello «e ora dobbiamo completare il progetto attorno al casello». I sindaci, così, chiederanno che gli impegni presi siano rispettati, anche perché il casello avrà una funzione strategica per l’intero comprensorio, con afflusso di auto e mezzi pesanti. «Sono contento che i lavori siano iniziati» osserva Brunello «perché li aspettavamo da tempo. Con la bretella dalla Kelemata al casello, libereremo il traffico dal centro di Martellago. Già la bretella di via delle Motte, inaugurata lo scorso maggio, ha dato i suoi risultati, con la riduzione dei camion e la messa in sicurezza dell’area attorno alla chiesa». E a proposito della bretella di via delle Motte, sono stati installati i pannelli fonoassorbenti nel tratto compreso dalla rotonda di via Sant’Elena, in comune di Salzano, a quella di via Boschi, tra Martellago e Scorzè.

Alessandro Ragazzo

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LA PROTESTA DI VETREGO

La rabbia dei residenti: risposte concrete o dal primo marzo scatteranno azioni di disturbo giornaliere

ASSEMBLEA ROVENTE – La sfida a enti e politici: avete 40 giorni per agire

LE RICHIESTE – Stop agli ingorghi e riduzione delle tariffe

Casello di Vetrego, si salda il fronte della protesta. Bastava vedere la sala gremita all’assemblea di Vetrego, lunedì sera, per cogliere tutta l’esasperazione dei residenti.

«Quanti di voi saranno disposti a partecipare a forti azioni di protesta come il blocco del traffico al casello?», ha chiesto uno dei pensionati che ha organizzato l’assemblea. Oltre una cinquantina di persone ha alzato la mano; qualcuno è andato anche oltre: «Io vengo con il mio trattore».

Il messaggio, forte e chiaro, è partito da una sala stracolma del patronato di Vetrego diretto ai vertici di Regione, Anas e Cav. Alla riunione hanno partecipato più di cento persone. È nel preciso momento del voto per alzata di mano sulla proposta di organizzare un eclatante presidio di protesta, che residenti e comitati si sono compattati comprendendo di avere i numeri per portare avanti la propria battaglia.

La gente chiede sostanzialmente tre cose: eliminazione degli ingorghi al tornello di Vetrego, riduzione delle tariffe autostradali per tutti i residenti e arretramento della barriera di Mestre-Villabona a Dolo-Roncoduro.

Se per l’ultimo aspetto la situazione è in stand-by, per gli altri due la gente si attende risposte concrete entro il primo marzo, altrimenti scatterà una grande azione di disturbo con manifestazioni giornaliere di blocco della tratta autostradale. Il malumore cresce e i residenti fanno sul serio: lettere e richieste d’incontro non sono bastati, ora sono pronti al muro contro muro. «Diamo ai politici 40 giorni di tempo per risolvere i problemi, sennò ci faremo sentire a modo nostro», è la provocazione.
Febbraio sarà dunque un mese caldissimo per quanto riguarda il nodo autostradale di Dolo-Mirano. Il primo fronte riguarda il pedaggio: l’aumento sulla tratta Mirano-Padova dagli attuali 80 cent a circa 2,50 euro è previsto per la primavera; Cav sta studiando un piano di tariffe agevolate per i pendolari che li porterebbe a pagare circa 1,50 euro, ma ai residenti non basta: «Altro che sconto, la tariffa andrebbe comunque a raddoppiarsi, chiediamo riduzioni più consistenti e rivolte a tutti i residenti». E poi c’è la questione del traffico a Vetrego: «Da quando è stato realizzato il Passante siamo soffocati da ingorghi e smog. Doveva essere una situazione provvisoria, ma ora non possiamo più fidarci di chi da tre anni non mantiene alcuna promessa».
E la questione approda anche in Provincia. Con una mozione presentata ieri, il gruppo consiliare Pd si allinea alle richieste dei residenti rivolgendosi alla giunta Zaccariotto.

«L’aumento delle tariffe – si legge nel documento – sarebbe in palese contrasto con gli accordi pattuiti in sede di realizzazione del Passante che prevedevano l’arretramento della barriera di Villabona a Dolo e la liberalizzazione del tratto autostradale Dolo-Mestre. Sarebbe una colossale ingiustizia che determinerebbe pure un aumento del traffico sulle strade comunali e provinciali».

I sette consiglieri Pd chiedono alla giunta di adoperarsi per evitare il sostanzioso aumento delle tariffe e adottare l’atteso arretramento della barriera a Dolo.

 

IL FRONTE DEL NO

Comitati verso il coordinamento delle azioni

MIRANO – Finora le proteste di residenti e comitati erano rimaste iniziative isolate, ma ora Miranese e Riviera hanno deciso di fare fronte comune. Cittadini e associazioni hanno capito che la battaglia sarà lunga e per ottenere qualche risultato servirà essere compatti, determinati e numerosi. L’assemblea di venerdì è stata promossa dal comitato vetreghese «Pensionati e casalinghe» guidato da Giuseppe Vesco, che mensilmente consegna a tutte le famiglie della frazione un volantino dove vengono affrontate tutte queste problematiche. Ma la vera novità è che alla riunione hanno preso parte altri comitati attivi da anni sul territorio: i Cat di Miranese e Riviera, il comitato «Opzione zero» della Riviera, «Viabilità sicura» di Scaltenigo e «Uniti sulla viabilità» di Mirano, un coordinamento di tutti i comitati miranesi. Nelle prossime settimane lavoreranno in sinergia, l’eventuale presidio di marzo sarà dunque organizzato unendo tutte le forze.
La politica non sta a guardare. All’assemblea di Vetrego erano presenti alcuni rappresentanti miranesi come l’ex consigliere di Rifondazione Luigi Gasparini, la capogruppo Pd Dora Bovo, il capogruppo Idv Giovanni Boldrin e quello Udc Giorgio Babato. È proprio Babato a farsi portavoce del malumore dei residenti di Vetrego: «La priorità è risolvere gli enormi disagi di intasamento e inquinamento, servono interventi concreti a difesa e sostegno di questa frazione, indubbiamente la più penalizzata». (g.pip.)

 

A Vetrego si fa strada la linea dura: «Altri due mesi con il paese bloccato dal tornello. Poi basta»

VETREGO – Via il tornello in due mesi o Vetrego porterà in strada i trattori e partiranno i blocchi. È apparsa fin troppo chiara l’intenzione degli abitanti della frazione martedì sera, durante la riunione convocata in patronato dal comitato dei pensionati e delle casalinghe. Tre anni di disagi sono troppi, se entro marzo le code non saranno diventate solo un ricordo, i residenti scenderanno in strada nell’ora di punta e bloccheranno la rotonda del casello con trattori e auto. Qualcuno minaccia di portare addirittura vacche e cavalli. I vetreghesi faranno in pratica quello che tutti fanno ogni giorno: gireranno attorno al rondò di via Vetrego, nell’ora di punta e con andatura “lumaca”, con caos e ripercussioni che potrebbero arrivare fino in autostrada. Confermata dunque la linea dura: d’altronde di “colombe” in una sala con oltre un centinaio di capifamiglia, l’altra sera era davvero difficile trovarne. Per i residenti l’eliminazione del tornello è la priorità. In secondo piano la questione tariffe, che invece interessa da vicino i pendolari, presenti in gran numero alla riunione, anche se ovviamente in minoranza. Il problema è che il tornello sarà eliminato proprio con gli aumenti, che renderanno sconveniente uscire e rientrare in autostrada per chi percorre il tratto Padova-Mestre. «Questo comporterà un aumento del traffico sulla viabilità locale e quindi non risolverà del tutto nemmeno i problemi per Vetrego» insorgono i comitati.

«Gli sconti prospettati per i pendolari sono inconsistenti», affermano da Opzione Zero, «Cav sta solo tentando di compensare i mancati introiti dovuti alla diminuzione del traffico autostradale, prendendo ancora dalle tasche dei cittadini».

«La determinazione dimostrata dalla gente nel voler scendere in strada», afferma il consigliere comunale Giorgio Babato, «ripropone la necessità di interventi concreti in difesa del paese, il più penalizzato. Vanno dati fondi regionali prioritariamente a questi territori». Intanto in Provincia si discute di una mozione presentata dal Pd che chiede alla presidente Zaccariotto di attivarsi presso Cav, Anas e Regione per evitare aumenti sconsiderati delle tariffe e promuovere lo studio di provvedimenti alternativi per evitare che i residenti di Mirano siano costretti a subire il salasso. Il documento chiede anche: «Di arretrare il casello di Villabona a Dolo e liberalizzare l’intera tratta Dolo-Mestre».

Filippo De Gaspari

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SCORZÈ-MARTELLAGO Previsti due anni di lavoro e interventi per 64 milioni

Primi pali di fondazione del viadotto da 575 metri a scavalco sull’autostrada

PASSANTE, NUOVO CASELLO ENTRO IL 2014

Partiti i lavori per il Martellago-Scorzè

Operai al lavoro nel cantiere per il nuovo casello di Martellago-Scorzè. Se tutto fila liscio sarà pronto entro il 2014. Costerà 64 milioni.

Iniziati a pieno ritmo i lavori del casello del Passante di Martellago-Scorzè, nel sito a cavallo del Dese al confine tra i due comuni: se tutto fila liscio sarà aperto entro il 2014.
La Passante di Mestre spa è già partita da alcuni mesi con le operazioni preliminari come la bonifica bellica, l’acquisizione delle aree e la predisposizione dei cantieri. Dalla settimana scorsa però l’intervento è entrato nel vivo e gli operai hanno cominciato a piantare nel terreno i pali di fondazione dei piloni che sosterranno il viadotto di 575 metri, su 14 luci e alto 14 metri sul piano campagna: la grande opera di scavalco dell’autostrada collegherà i due piazzali del doppio casello, a diamante rovesciato, con due accessi ciascuno, che serviranno due direzioni, uno a est e uno a ovest del fiume.
Il progetto prevede poi varie opere di mitigazione e compensazione concertate coi sindaci, come il bosco di diversi ettari per proteggere l’abitato di Cappella, e di tutela idraulica data la delicatezza idrogeologica dell’area, ma soprattutto diverse opere complementari della nuova viabilità di adduzione.
In particolare, saranno realizzate una bretella a ovest che si innesterà in via Boschi a Martellago e collegherà la barriera con la variante alla 515; una circonvallazione nord di 5,5 chilometri che dal casello sfocerà sulla Castellana al confine est di Martellago, bypassandone il centro, e intersecherà con rotatorie le strade locali (via Cà Nove, San Paolo, Morosini, Ponte Nuovo e Castellana); infine, aggiunta dell’ultima ora rispetto al progetto iniziale, una «complanarina» che collegherà la Moglianese al casello costeggiano il Passante. Un pacchetto di interventi che costeranno 64 milioni e richiederanno due anni di lavori: casello e relativa viabilità dovrebbero essere pronti per autunno-fine 2014.

 

Partiti i lavori per la barriera tra Scorzè e Martellago. Finiranno tra due anni Via libera anche alla complanare che lo collegherà con via Moglianese

Ruspe al lavoro nell’area del casello del Passante, tra Cappella e Martellago. È partito, infatti, il cantiere per realizzare l’opera e si stanno mettendo le fondamenta per far spazio al viadotto che passerà sopra l’autostrada. Dunque si è passati dai progetti ai fatti e, se tutto andrà come previsto, per l’ultimo quadrimestre del 2014 dovrebbe essere inaugurato. Gli operai hanno già preso possesso delle aree, anche perché, oltre al casello, sarà costruita tutta la viabilità di accesso, sia da est sia da ovest.

Tutto confermato su quanto si dovrà fare. Il casello avrà la forma di diamante rovesciato, sorgerà a cavallo del fiume Dese, e sarà costruito un cavalcavia lungo 575 metri per collegare l’entrata e l’uscita, oltre alle rotatorie per favorire l’innesto dei veicoli in autostrada. Per accedervi, ci saranno la bretella da via Boschi, tra Martellago e Scorzè, e la tangenziale a nord di Martellago, lunga cinque chilometri e mezzo, che partirà dalla Kelemata sulla Castellana. In quest’ultima, è stata confermata l’assenza di sottopassi ma sorgeranno quattro rotatorie: agli incroci con via Canove e in via Morosini a Martellago, via Ponte Nuovo e via San Paolo a Scorzè.

A queste vanno aggiunte altre due che Martellago ha richiesto: una tra via Canove e la Castellana a fianco del municipio, l’altra sempre su via Canove ma all’incrocio con via Volta. La rotonda di via Ponte Nuovo sarà spostata più a est, per tutelare Villa Astori.

Via libera pure alla cosiddetta “complanarina”, la strada di collegamento che sorgerà sul lato est dell’autostrada, dalla Moglianese al casello. Sarà lunga poco meno di un chilometro e sfrutterà l’attuale contro-strada di servizio, che sarà allargata da tre a dieci metri. La rotonda davanti alla Kelemata sarà arretrata a nordovest, fuori dalla proprietà dell’azienda di cosmetica, e saranno abbattute due case. A ovest, invece, si arriverà al casello attraverso la rotatoria di via Boschi (Castellana). Sulla stessa, ora confluisce la bretella di via delle Motte, aperta lo scorso maggio e in futuro ci arriverà pure la tangenziale sud di Scorzè, che unirà via Milano a via Boschi, per l’appunto. Garantite le mitigazioni ambientali, per ridurre l’impatto delle opere sul territorio.

Nell’accordo siglato mesi fa tra i Comuni di Martellago e Scorzè, ci sono 2 milioni e 700 mila euro per la complanarina e altri 2 milioni per le mitigazioni.

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Gli utili di CAV SpA vengano utilizzati per la messa in sicurezza della Statale Romea, per la manutenzione delle strade esistenti e per la realizzazione concreta del SFMR.

E’ di sabato 18 gennaio 2013 l’ennesimo grave incidente sulla statale Romea che, secondo l’ACI, è la strada più pericolosa d’Italia con una media di 1,70 incidenti a Km e di 0,10 morti per Km.

La pericolosità della SS309 è l’ulteriore faccia delle logiche speculative che stanno alla base delle scelte politiche di questa Regione. L’irresponsabile disegno strategico regionale in materia di mobilità sta erodendo, bloccando e distogliendo risorse che dovrebbero servire proprio per rispondere alle numerose emergenze, prima fra tutte quella della sicurezza dei cittadini.

E infatti tutto si ricollega: la Statale Romea è gestita dall’Anas che, assieme alla Regione Veneto ha costituito la CAV SpA, gestore del Passante e dell’autostrada Mestre-Padova e oggetto delle nostre proteste per i vergognosi aumenti dei pedaggi. CAV – che nel 2011 ha incassato 17 milioni di euro di utile – oltre a rimborsare all’ANAS le somme anticipate per la costruzione del Passante di Mestre, ha il compito di destinare le risorse per ulteriori investimenti di infrastrutture nel Veneto.

Opzione Zero sostiene, allora, che la soluzione è sotto agli occhi e a portata di mano: gli utili di CAV SpA vengano utilizzati per la messa in sicurezza della Statale Romea, per la manutenzione delle strade esistenti e per la realizzazione concreta del SFMR, il sistema ferroviario metropolitano che da 15 anni attende di essere messo in funzione. E venga subito e contestualmente, dirottato il traffico pesante sulla rete autostradale esistente, a partire dalla A13. Tutto questo può essere realizzato in tempi rapidi e con una spesa limitata.

Se non si procederà con queste azioni sensate e immediatamente attuabili sarà chiaro l’intento di ANAS e Regione Veneto di mantenere irresponsabilmente tale situazione di pericolo per giustificare la costruzione della Romea Commerciale. In media il traffico sulla Romea è diminuito a circa 15-18.000 veicoli/giorno, ciò che è aumentato è la percentuale di mezzi pesanti (ora al 30%). Quindi non è affatto vero che un’altra autostrada come la Romea Commerciale è necessaria e potrà risolvere i problemi, perché non solo l’attuale Romea rimarrà ugualmente insicura, ma sarà ancor meno manutentata e il trasporto pesante continuerà a preferirla perché gratuita.

Opzione Zero ribadisce dunque che si deve cominciare finalmente ad attuare una mobilità diversa come unico modo per assicurare i necessari parametri di sicurezza, di equità, di qualità della vita e di salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo.

 

Passante, doccia fredda di Babato: «Da Venezia consigliano di accontentarci della prima tranche di cinque milioni». Sui pedaggi resta l’ipotesi del raddoppio.

MIRANO. Un euro e mezzo per andare da Mirano a Padova in autostrada. È questa la tariffa che Cav potrebbe applicare ai residenti a partire dal 1º marzo, quando scatteranno gli aumenti sull’intera tratta. Intanto si scopre che la Regione non dispone dei 19 milioni promessi a Mirano per le migliorie ambientali a parziale ristoro della costruzione del Passante e che l’unico “contentino” in vista sarà la prima tranche di appena 5 milioni.

Oggi chi percorre il segmento Padova est-Mestre Villabona paga 3 euro e 20 cent, chi esce a Mirano-Dolo invece paga solo 80 centesimi, ma da marzo Cav potrebbe alzare la tariffa fino a 2,60 euro. Pronta tuttavia per i residenti di Mirano l’agevolazione di 1,50 euro: come richiesto dal Comune è meno dei 2,60 previsti per i non miranesi, ma comunque resterebbe il salasso per i pendolari, con quasi il doppio degli attuali 80 cent.

Nel balletto di cifre fatte nelle ultime settimane, la tariffa di 1,50 euro da praticare a Padova Est per chi entra a Mirano è la più probabile soprattutto per un motivo: sarebbe identica a quella praticata all’ingresso del casello di Spinea, evitando così di creare differenze tra le due stazioni vicine e quindi anche lo spostamento di traffico da Vetrego a Crea, che forse sono i due paesi più bistrattati da opere e file di auto. L’euro e mezzo chiesto agli utenti miranesi dell’autostrada verrebbe assicurato da un telepass apposito consegnato solo ai residenti, mentre per gli altri la tariffa fissa di 2,60 euro verrebbe praticata a tutti i caselli intermedi (Mirano- Dolo ma anche Mira-Oriago e Mestre-Villabona) e dunque risolverebbe, rendendolo inutile, il fenomeno del tornello a Vetrego. Fin qui nulla di male, ma per i miranesi un euro e mezzo di pedaggio è comunque troppo. Risultato? La protesta si farà lo stesso. Nella vicenda prova una mediazione il Comune che ha portato la questione in Regione. Dietro le quinte della diplomazia lavora anche il consigliere Udc Giorgio Babato, che è cittadino di Vetrego e presidente della commissione Bilancio e ha accompagnato Pavanello a Palazzo Balbi: «Abbiamo parlato col presiedente di Cav Tiziano Bembo», afferma Babato, «a lui abbiamo ricordato gli enormi disagi causati dal tornello a Vetrego e chiesto all’assessore regionale Ciambetti i 19 milioni per migliorie ambientali. La risposta è che i soldi non ci sono e che quindi sarà meglio puntare sulla prima tranche di 5 milioni».

Filippo De Gaspari

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«La tratta autostradale Mestre – Padova va abbassata a 1 euro. Lo sconto per i pendolari a fronte degli aumenti del pedaggio rimangono una vergogna e noi intensificheremo le proteste».

Dura presa di posizione del consigliere comunale Mattia Donadel capogruppo della civica Mira Fuori del Comune sugli aumenti sospesi ma non eliminati previsti da CAV per la tratta Mestre – Padova contro i «furbetti» del tornello di Mirano.

«Cav, Anas e Regione abbiano il coraggio delle loro azioni – tuona Donadel – invece che aspettare di introdurre gli aumenti a dopo le elezioni. Sanno benissimo che anche con lo sconto a 1,50-1,60 euro per i pendolari, questi aumenti, che vanno dal 110% al 312%, rimangono una vergogna».

Per la civica Mira Fuori del Comune questi soldi devono essere messi a disposizione della collettività uniformando la tariffa della tratta in questione in basso e non in alto, cioè al massimo a 1 euro, e per arretrare la barriera di Villabona a Roncoduro, dando finalmente piena attuazione agli accordi siglati.

«È tempo anche – sottolinea Donadel – che il sindaco di Mira Alvise Maniero ribadisca con forza a Cav, Anas e Regione di rispettare gli accordi sul Passante e di accogliere le istanze che provengono dal territorio».

(l.gia.)

 

MIRANO – Continuano i disagi per il Passante: esplode la protesta a Vetrego

«Pronti a bloccare l’autostrada»

«Soffocati da Tir e dal traffico, salute a rischio»

«Picchettaggio delle sedi di Cav e Regione, esposto alla Procura della Repubblica ed eventuale blocco dell’autostrada: quanti residenti sono disponibili a partecipare a queste azioni di protesta?».

L’invito capeggia in un volantino che ieri è stato distribuito nelle case di tutte le famiglie di Vetrego.
La firma è del comitato «Pensionati e Casalinghe», che da mesi protesta per i numerosi disagi provocati dall’avvento del Passante.
Sono soprattutto due le battaglie portate avanti: contro le code nella rotonda del casello di Vetrego e a favore dell’arretramento a Dolo-Roncoduro della barriera di Mestre.
Il problema delle code sarà risolto in primavera quando saranno uniformate le tariffe della Mestre-Padova e della Mirano-Padova (si parla di 2.50 euro con sconto di un euro per i pendolari di Miranese e Riviera), mentre per l’attesa riapertura del vecchio casello di Roncoduro non ci sono ancora date e notizie certe.
A Vetrego la rabbia è tanta: «Con l’apertura bidirezionale di Roncoduro eviteremmo di ricevere a Vetrego tutti i camion diretti nelle zone industriali di Santa Maria di Sala e della Riviera.
Code e passaggio di tir danneggiano la nostra salute da anni».
Il comitato ha organizzato una riunione pubblica per martedì alle 20.30 in Patronato, in cui saranno decise le azioni di protesta.

«A voi la scelta: o alzare la voce per migliorare la vita di Vetrego o restarsene a casa e lasciare che burocrati e politicanti facciano ciò che vogliono»

scrivono i promotori.
Il tema è molto sentito, per martedì è prevista grande affluenza.

 

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