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C.S. Op.Zero – 18/01/13 – Raggirati e bastonati

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18

gen

2013

COMUNICATO STAMPA

Per il comitato Opzione Zero rimangono inaccettabili gli aumenti del pedaggio e ridicoli gli sconti

Dopo la massiccia adesione al mail-bombing promosso a dicembre dal comitato Opzione Zero nel quale, come prima istanza, si chiedeva con buonsenso di uniformare la tratta Mestre-Padova al massimo ad 1 euro, l’assessore regionale ai trasporti Renato Chisso per risolvere il problema del tornello di Vetrego propone di applicare un pedaggio di 2,5 euro. Quindi alla tariffa Dolo/Mirano – Padova Est, che attualmente è di 80 centesimi sarebbe applicato un aumento del 212,5%.

Oltre al danno la beffa in quanto lo sconto che CAV SpA intende applicare ai pendolari sarebbe di solo 1 euro, mantenendo comunque un aumento dell’ 87,5%. Con l’ovvia conseguenza di aumentare il traffico già sofferente sulla viabilità locale, lo smog e l’inquinamento.

CAV SpA applicherebbe i pedaggi come se la barriera di Villabona fosse stata spostata a Dolo ma senza la reale accessibilità di una tangenziale in quanto i caselli continuano ad essere presenti.

In un periodo di grave e persistente crisi economica, si continua a tartassare i pendolari senza ricercare soluzioni che vanno alla radice del problema, come una valida alternativa all’auto.

La strada maestra è quella da più parti sollecitata di ripensare al modello di mobilità, cominciando a dirottare gli utili di CAV – che nel 2011 ha incassato 17 milioni di euro di soldi pubblici – sulla SFMR, il sistema ferroviario metropolitano che da 15 anni attende di essere attivato.

Opzione Zero ribadisce il potenziamento della ferrovia Mestre-Padova, una delle peggiori tratte ferroviarie d’Italia, e lo spostamento della barriera di Villabona a Dolo con tariffa Mestre-Padova ad 1 euro che consentirebbe anche di riaprire il casello di Dolo in tutte le direzioni e non solo verso Mestre.

Su questi fronti Opzione Zero, assieme alle altre realtà di cittadinanza attiva, continuerà la mobilitazione che si preannuncia sempre più incalzante.

 

COMUNICATO STAMPA

CAV, Regione e ANAS non hanno il coraggio delle loro azioni: attendono le elezioni politiche per aumentare da 0,80 a 2,50 euro il pedaggio per la tratta Mirano-Padova Est, perché sanno benissimo che anche con lo sconto a 1,50-1,60 euro per i pendolari, questi aumenti rimangono una vergogna.

Invece i piani sono già pronti e si tratta di aumenti ingiustificabili che vanno dal 110% al 312%, tanto più se si pensa che CAV SpA al 31 dicembre 2011 faceva registrare un utile netto di oltre 17 milioni di euro, soldi pubblici pagati dai cittadini.

Per Mira Fuori del Comune questi soldi devono essere messi a disposizione della collettività uniformando la tariffa della tratta in questione in basso e non in alto, cioè al massimo a 1 euro, e per arretrare la barriera di Villabona a Roncoduro, dando finalmente piena attuazione agli accordi siglati.

Il capogruppo Mattia Donadel aggiunge di più: “Sulla mobilità è ora di cambiare modello: le società autostradali, seppure con un calo negli ultimi anni, continuano a fare utili milionari. Sono società in gran parte partecipate da enti pubblici, se non addirittura interamente pubbliche come nel caso della CAV. Allora si utilizzino questi utili per migliorare e potenziare il disastrato trasporto pubblico locale, invece di continuare strade su strade”.

Le proteste di comitati e cittadini e le prese di posizione dei Comuni sono servite a rallentare la CAV e a mitigare i suoi propositi iniziali, ma non a bloccare gli aumenti. E’ evidente che a questo punto bisogna intensificare e aumentare il livello delle proteste, un impegno che la lista civica Mira Fuori del Comune e il Movimento Mira 2030 si assumono fin da subito insieme alle altre organizzazioni che su questo problema si sono già attivate.

Intanto il capogruppo Mattia Donadel chiede al Sindaco Alvise Maniero di ribadire con forza a CAV, ANAS e Regione di rispettare gli accordi sul Passante e di accogliere le istanze che provengono dal territorio.

 

Gazzettino – Autostrada, i pendolari sono salvi.

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18

gen

2013

Prime indiscrezioni da Cav e Regione: il pedaggio ufficiale salirà da 80 cent a 2,50 euro

Unica tariffa da Mestre o Mirano per Padova. Sconti (ma con il Telepass) per chi lavora

ADDIO AL “TORNELLO” – Con le nuove tariffe verrebbe eliminato il problema del “tornello” sulla rotatoria al casello di Vetrego

L’aumento delle tariffe autostradali sulla tratta Mirano-Padova entrerà in vigore dalla prossima primavera, ma in questi giorni iniziano a circolare sottovoce cifre e indiscrezioni sulle intenzioni della società autostradale Cav. E, secondo queste voci non ancora confermate in via ufficiale, il pedaggio Mirano-Padova Est potrebbe passare dagli attuali 80 centesimi a 2,50 euro, con i pendolari di Miranese e Riviera che potrebbero godere di uno sconto di circa un euro, pagando 1,50 oppure 1,60 euro, più o meno la stessa cifra pagata attualmente da chi prende il Passante a Spinea per uscire a Padova.
Questo è il progetto che si sta delineando, anche se dai vertici di Cav non arriva alcuna conferma ufficiale: «Stiamo lavorando, stiamo studiando un sistema di agevolazioni per i pendolari: quando il piano sarà pronto convocheremo i sindaci dei Comuni interessati per illustrare il tutto» dichiara l’amministratore delegato Eutimio Mucilli, sottolineando pure che il Telepass sarà uno strumento indispensabile per godere delle tariffe agevolate.
La questione è complessa, la pressione di Comuni e comitati aumenta giorno dopo giorno e in settimana il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello ha portato il tema pure in Consiglio Regionale. Ma andiamo con ordine: l’obiettivo di Cav, reso noto pubblicamente in Consiglio dall’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso, è quello di risolvere il nodo del casello di Vetrego, dove i pendolari della tratta Mestre-Padova escono e rientrano per godere del pedaggio gratuito tra Mestre e Mirano, risparmiando così 2,40 euro. Le due tratte saranno dunque uniformate, Mirano-Padova e Mestre-Padova costeranno lo stesso. Ma quanto? Secondo le indiscrezioni che filtrano dalle sedi di Cav e Regione, in primavera il pedaggio Mestre-Padova scenderebbe dagli attuali 3,20 a 2,50 euro, e Mirano-Padova si allineerebbe.
Un salasso che mette i pendolari di Miranese e Riviera sul piede di guerra, ecco perché nei prossimi mesi la partita si giocherà sul tavolo delle riduzioni ad hoc. Cav è intenzionata a concedere uno sconto di circa un euro agli automobilisti che dimostreranno di fare il tragitto quotidianamente per motivi di lavoro (e che dovranno dotarsi di un Telepass): un braccio teso che provocherebbe in ogni caso molti malumori, visto che la tariffa sarebbe comunque raddoppiata rispetto all’attuale. Appare molto difficile, inoltre, che le riduzioni vengano estese non solo ai pendolari ma a tutti i residenti dell’area interessata. Arrivano invece conferme sul fatto che la tratta Mestre-Mirano rimarrà gratuita.

REGIONE – Pavanello all’attacco

Opere, il Comune batte cassa «Dateci almeno 5 milioni»

MIRANO – Mirano batte cassa in Regione: nei giorni scorsi il sindaco Pavanello è stata ricevuta dalla prima commissione consiliare regionale, riunita per discutere il bilancio di previsione 2013 e quello pluriennale 2013-2015. Pavanello ha riportato l’attenzione sui 19 milioni di euro che Mirano attende ormai da anni per la realizzazione di opere di compensazione al Passante, finanziamento che rientra nell’accordo firmato da amministrazione Cappelletto e Veneto Strade anche se finora la Regione ha impegnato solo 737mila euro, non ancora erogati. «Inoltre non sono mai stati realizzati i molteplici interventi in programma – spiegano in Comune -, a partire dalla messa a dimora delle difese arboree e dell’installazione delle barriere fonoassorbenti: provvedimenti raccomandati dalla Commissione Valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente». Pavanello ha chiesto al Consiglio regionale di stanziare in questo 2013 almeno la tranche di 5 milioni che il Comune, secondo gli accordi stipulati, avrebbe dovuto ricevere entro il 31 dicembre 2010. «Denaro assolutamente necessario per realizzare rotatorie, piste ciclabili e altri interventi che risolverebbero le problematiche di viabilità generate dall’avvento del Passante». Sul tema è intervenuta pure la capogruppo del Pd in Regione, Laura Puppato, chiedendo che sia messa in agenda un’apposita audizione in cui la Cav dia conto dello stato di attuazione degli accordi. (g.pip.)

 

Il sindaco di Mirano pretende cinque milioni entro il 2013 Puppato (Pd): audizione della Cav su viabilità e casello

MIRANO – Maria Rosa Pavanello batte cassa in Regione. Ora che ha pieno mandato del Consiglio comunale, che la scorsa settimana ha votato all’unanimità una mozione per chiedere il rispetto degli accordi, il sindaco ha portato il “caso Mirano” in prima commissione consiliare regionale, riunita martedì per discutere la legge finanziaria regionale, il bilancio di previsione 2013 e quello pluriennale per il triennio 2013-2015. Affrontato, tra i vari temi, quello relativo alle opere di compensazione per il Passante, con l’anomalia dei 19 milioni di euro necessari per realizzarle a Mirano, ma che il Comune non ha ancora visto. «Il Comune di Mirano non ha ancora ricevuto alcuna parte dei 19 milioni che gli spettano», ha spiegato il sindaco, «finora la Regione, su sollecitazione della giunta comunale, ha impegnato solamente 737 mila euro, di cui la metà destinati alla progettazione. Fondi, questi, non ancora materialmente erogati. Inoltre non sono mai stati realizzati gli interventi in programma, a partire dalla messa a dimora delle difese arboree e dell’installazione delle barriere fonoassorbenti. Provvedimenti raccomandati anche dalla commissione Valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente». Pavanello ha chiesto al Consiglio regionale di stanziare nel 2013 almeno la prima tranche di 5 milioni di euro sui 19 pattuiti che il Comune, secondo gli accordi stipulati, avrebbe dovuto ricevere entro il 31 dicembre 2010. Soldi necessari per sbloccare rotatorie, piste ciclabili e altre opere di attenuazione degli effetti negativi generati dal Passante. Interventi che Mirano continua a mettere in programma ogni anno, ma che non può far partire a causa dei fondi bloccati in Regione.

Si è parlato ovviamente anche del tornello di Vetrego, effetto perverso del mancato arretramento della barriera di Villabona. Tra i primi effetti della “visita” del sindaco in Regione c’è stato l’intervento della capogruppo del Pd Laura Puppato, che ha chiesto l’inserimento in agenda di un’apposita audizione dei vertici di Cav per dar modo alla società di spiegare lo stato di attuazione degli accordi.

Filippo De Gaspari

 

La Cav, nonostante le sentenze avverse, non intende pagare per «l’occupazione» del Passante e presenta un altro ricorso. Continua il braccio di ferro tra Comune e Concessioni Autostradali Venete che gestisce la nuova autostrada per un singolare contenzioso tributario sulla Tassa di Occupazione di Spazi e Aree Pubbliche. Aipa, il concessionario del Comune per la riscossione, sostiene che la Tosap vada versata anche dalla Cav per i tratti dove il Passante sovra o sottopassa – e quindi «occupa» – il territorio comunale, come nei casi dei sottopassi di via Zigaraga e via Boschi. Per Aipa, Cav si inquadra come soggetto privato e va esclusa dalle esenzioni previste per Stato, Regioni, Province, Comuni e loro consorzi, mentre Cav sostiene di averne diritto riaffermando la sua natura pubblica, in quanto società per azioni ma costituita da Anas e Regione. Perciò la Concessionaria Autostradale, non ritenendo dovuta la Tosap, un anno fa aveva già ricorso in Commissione Tributaria provinciale contro gli avvisi d’accertamento inviati da Aipa per recuperare il dovuto degli anni d’imposta 2009 e 2010: in tutto di ben 30mila euro. I ricorsi però sono stati respinti e la vicenda pareva chiusa, ma Cav non si dà per vinta, non intende pagare e ha presentato un nuovo ricorso alla Commissione Tributaria di Venezia contro l’avviso di accertamento emesso a settembre per l’anno d’imposta 2011, per 10.862 euro. Stavolta però ha chiamato in causa, oltre ad Aipa, anche il Comune e la Giunta, convinta della legittimità delle pretese del suo concessionario di riscossione. (n.der.)

 

PASSANTE: RESPINTO IL RICORSO AISCAT

BRUXELLES – La Corte di giustizia del Lussemburgo ha respinto ieri il ricorso dell’Associazione italiana delle società concessionarie per la costruzione e l’esercizio di autostrade e trafori stradali (Aiscat) che contestava allo Stato italiano l’aumento dei pedaggi sulle A57 e A27 che consente allo Stato di recuperare le somme erogate per la costruzione del Passante di Mestre. Per l’Aiscat la costruzione del Passante finanziata attraverso un aumento tariffario ha prodotto un effetto distorsivo della concorrenza, sviando parte del traffico dalla tangenziale di Mestre al Passante. Ma per la Corte non c’è né violazione sulla concorrenza né aiuti di Stato illegali: l’attribuzione diretta della concessione alla Cav (Concessioni autostradali Venete, partecipata dalla Regione Veneto e dell’Anas) non costituisce un aiuto di Stato per il Tribunale. Per quanto riguarda la natura di aiuto di Stato dell’aumento del pedaggio, il Tribunale osserva che le somme sono riscosse dalle concessionarie che gestiscono le stazioni di esazione del pedaggio (Autovie Venete per la stazione di Venezia-Est, Autostrade per l’Italia per la stazione di Venezia-Nord e Cav per la stazione di Venezia-Padova) o in loro nome da una società di Autostrade per l’Italia, per essere successivamente trasferite alla Cav. Le somme derivanti dall’aumento del pedaggio sono versate quindi alla Cav o dalla Autovie Venete e dalla Autostrade per l’Italia o dalla Telepass, quali società private. Esse circolano quindi direttamente ed esclusivamente fra società private, senza che alcun organismo pubblico ne acquisisca, nemmeno in modo temporaneo, il possesso o il controllo e non costituiscono pertanto un aiuto di Stato.

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Gazzettino – Passante, “Occupiamo Veneto Strade”

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16

gen

2013

LA PROTESTA – Nel mirino la concessionaria della viabilità, politici e amministratori

Isolati dal Passante, gli abitanti di Campocroce sono pronti a scendere in piazza

«Siano pronti ad occupare la sede di Veneto Strade per chiedere che venga data finalmente attuazione alle opere viarie complementari al Passante di Mestre, programmate da anni a tutti i livelli istituzionali e ancora tutte da realizzare: tempo scaduto, basta con le promesse da marinaio»

lo dice senza giri di parole il presidente del quartiere di Campocroce, Pietro Lorenzon, a nome della comunità di circa 1800 anime della frazione di Mogliano. Il paese è stato tagliato in due dal tracciato del Passante.

«Stiamo pagando un pesante tributo – aggiunge Lorenzon – in fatto di sicurezza stradale e di inquinamento ambientale. Basti dire che sono stati costruiti due sovrappassi dell’autostrada ad una distanza di circa 700 metri l’uno dall’altro, mentre il progetto iniziale per by-passare Campocroce prevedeva la realizzazione di un sottopasso. Proprio per questo forte impatto ambientale il commissario del Passante Silvano Vernizzi, l’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso e il presidente della Provincia Leonardo Muraro avevano preso l’impegno ufficiale di riconoscere 3.5 milioni di euro quale indennizzo a titolo di compensazione ambientale, oltre alla realizzazione della pista ciclopedonale parallela alla provinciale 65 per un impegno di spesa di altri 3 milioni circa. La competenza di quest’ultima opera spetta alla Provincia di Treviso. Dove sono finiti questi ingenti fondi, se adesso chi di competenza ci fa sapere che i progetti sono fermi per mancanza di finanziamenti?».

L’ultima promessa che le opere verranno realizzate è stata fatta la scorsa estate in occasione dell’inaugurazione della passerella ciclopedonale del Passante che collega Campocroce a Sambughè di Preganziol. I cittadini hanno il dente avvelenato anche per i ritardi dell’apertura della nuova variante di Campocroce (costo 2.5 milioni di euro) ultimata da alcuni mesi, ma ancora da aprire al traffico.

«Sulla variante -aggiunge Lorenzon – mancano le barriere fonoassorbenti per contenere rumori e smog del traffico. La nuova arteria passa a ridosso della storica chiesa parrocchiale e dell’ex filanda Motta, preziosa testimonianza di archeologia industriale. Ora vogliamo risposte concrete ai nostri problemi».

 

MARTELLAGO. Va avanti il progetto per realizzare le vasche di laminazione a Cappella, vicino al futuro casello del Passante al confine con Martellago. Ieri, nella sede di Anas, si è tenuto un incontro con i sindaci dei Comuni di Martellago e Scorzè, Giovanni Brunello e Giovanni Battista Mestriner, per definire i termini del progetto che sarà presentato il 15 gennaio, insieme con quello della complanarina lungo l’autostrada, che metterà in collegamento la Moglianese al casello. L’obiettivo è risolvere il problema del Desolino ed evitare le esondazioni del 2006, che provocarono un’alluvione in tutta la zona. Nella riunione di ieri, poi, sono state affrontate le questioni della bonifica bellica e delle piste ciclabili. Per quanto riguarda il primo punto, la procedura si può dire conclusa, mentre per il secondo, si andrà avanti con l’iter per realizzare in via Morosini a Martellago, via Onaro e via Ponte Nuovo in territorio scorzetano. Ancora incerta, invece, la data di avvio ufficiale dei lavori del casello a cavallo del fiume Dese.(a.rag.)

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COMUNICATO STAMPA

Sulla questione del casello interviene anche il Comitato Opzione Zero: “Il fenomeno del tornello del casello di Vetrego va eliminato perché crea ingorghi e inquinamento– affermano Rebecca Rovoletto e Lisa Causin portavoce del comitato- ma la soluzione non può essere scaricata sui pendolari, che costituiscono la maggior parte dell’utenza e diventano facili prede per fare cassa. Se questa Regione non è capace di investire in una mobilità pubblica che consenta di raggiungere efficacemente il posto di lavoro, almeno si abbia la decenza di prevedere per i residenti e pendolari abbonamenti con sconti consistenti in modo da non subire ogni mese un salasso”.

Nel 2011 la società CAV ha realizzato un fatturato di oltre 136 milioni di euro, di cui 17 milioni di utile; questi soldi dovrebbero essere usati per far rispettare gli accordi sul Passante arretrando la barriera di Villabona a Roncoduro e invece saranno impiegati per costruire altre autostrade inutili e devastanti come la camionabile.

Per Opzione Zero, inoltre CAV SpA non ha proceduto ad arretrare la barriera di Villabona o a riaprire il vecchio casello di Dolo, non per difficoltà progettuali ma perché nell’area di Roncoduro la Regione Veneto con la complicità dei comuni di Dolo e Pianiga sta portando avanti altri progetti: l’innesto della Romea Commerciale sul Passante e la realizzazione del casello per Veneto City in località Albarea.

Ecco perché per Opzione Zero i furbetti sono l’assessore Renato Chisso e il supercommissario Silvano Vernizzi, non i pendolari che devono fare i conti con la crisi.

“L’aumento della tariffa da 70 centesimi a 2,9 euro è una cosa inaccettabile” – continua Rebecca Rovoletto – “stiamo valutando insieme ad altre associazioni e comitati quali passi intraprende sul piano legale e su quello della mobilitazione, sia per sostenere i pendolari sia per continuare a contrastare le grandi opere che minacciano il nostro territorio”.

 

È la cifra che spetta al Comune di Mirano per le opere di mitigazione

La Pavanello: «Quei soldi sono dovuti, se necessario andremo in Tribunale»

MIRANO. Avvocati in campo per ottenere i 19 milioni di euro che spettano a Mirano per il Passante. A mali estremi, estremi rimedi: il sindaco Maria Rosa Pavanello annuncia di aver dato mandato a un legale per ottenere il rispetto degli accordi relativi alle opere di compensazione. Solo pochi giorni fa il sindaco aveva provocato Cav, complice anche la “febbre da casello” vissuta a Vetrego per via del tornello e degli aumenti in arrivo dal 1 gennaio, chiedendo la restituzione di tre anni di pedaggio per colmare il credito dei 19 milioni. Adesso la giunta mostra i muscoli e incarica gli avvocati di adire le vie legali per ottenere la somma. C’è un accordo, ormai fin troppo famoso in città, che prevede una lista di interventi da attuare sulla viabilità ordinaria a compensazione dei disagi e dei danni territoriali e viabilistici subiti con l’avvento del Passante. Opere che, tutte insieme, ammontano a circa 19 milioni di euro. Accordo firmato nero su bianco da tutti gli enti titolari dei lavori, da Regione alla società Passante di Mestre, Provincia e Comune. Ma la Regione quei soldi non li ha. Mirano si sente beffata e prova il tutto per tutto, giocandosi la carta dei tribunali. «In realtà siamo ancora in una fase iniziale», spiega Pavanello, «abbiamo nominato un legale per studiare quale sia la strada migliore da intraprendere per arrivare ad ottenere ciò che ci spetta: non è detto che si debba per forza arrivare al ricorso. L’obiettivo è rendere esecutivo, e al più presto, l’accordo». Due le strade possibili: quella del ricorso al tribunale è la via estrema, gli avvocati del Comune potrebbero chiedere prima la nomina di un commissario ad acta con l’obiettivo di far eseguire l’accordo. Quel che è certo è che Mirano sembra aver perso la pazienza residua. Tempo scaduto: o i soldi arrivano o l’accordo verrà fatto valere di fronte a un giudice. Che Pavanello facesse sul serio si era capito anche al momento di nominare la giunta, quando aveva previsto tra i referati una delega mai sentita prima (e tenuta per sé): Gestione opere complementari e di mitigazione del Passante. Anche perché i 19 milioni di credito vantati da Mirano sono l’unico modo per dare fiato ai lavori pubblici in città, non avendo il Comune alcuna voce consistente di bilancio per finanziare interventi che non siano semplici manutenzioni o opere improrogabili per legge come l’abolizione delle barriere architettoniche, l’ampliamento di cimiteri e la messa a norma dei plessi scolastici.

Filippo De Gaspari

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