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APPELLO – Pavanello: «Aprite ai camion il casello di Spinea, così equilibriamo la situazione e quello di Mirano potrà finalmente respirare un pò».

SPINEA – «Aprite ai camion il casello di Spinea, così equilibriamo la situazione e quello di Mirano potrà finalmente respirare un pò». È stato questo l’invito rivolto nei giorni scorsi dal sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello al collega di Spinea Silvano Checchin. La situazione è nota: al casello autostradale di Mirano i mezzi pesanti arrivano tranquillamente, a Spinea invece si trovano davanti un bel divieto di transito.

«Perché solo noi dobbiamo sobbarcarci lo smog e gli intasamenti provocati dai tir?»

sbottano da anni i residenti della zona, chiedendo che pure il casello di Spinea venga aperto ai camion. Questa soluzione alleggerirebbe i costanti ingorghi miranesi tra via Vetrego e via Porara: tutti i mezzi pesanti provenienti dalla zona industriale di via Taglio, per esempio, potrebbero tranquillamente percorrere la camionabile viale Venezia e arrivare comunque in pochi minuti al casello di Spinea, in località Crea. La Pavanello ha così deciso di invitare Checchin a rivedere quel divieto di transito: dal collega non è arrivato il braccio teso sperato, ma solo la promessa di rivalutare la situazione tra un anno, quando sarà aperto il nuovo casello di Martellago-Scorzè.

«L’ho sempre detto e lo ribadisco – spiega Checchin -, Spinea aprirà ai mezzi pesanti quando il sistema del Passante sarà completato con il nuovo casello di Martellago-Scorzè. Oggi il sistema non è ancora a regime, quando lo sarà valuteremo i flussi di traffico comune per comune e studieremo le soluzioni migliori».

A Spinea temono che aprire ora il casello ai camion significherebbe accogliere molti di quelli che arrivano dai siti industriali di Scorzè e Noale. L’uscita di Mirano resta dunque la più penalizzata, ma il casello Martellago-Scorzè dovrebbe essere inaugurato tra poco più di un anno e chi arriverà dal Miranese nord non sarà più costretto ad andare a prendere l’autostrada a Mirano. La nuova apertura risolverà quindi molti problemi legati al traffico di attraversamento, che a Mirano rappresenta addirittura il 47% del traffico totale. (G.Pip.)

 

Nuova Venezia – Vetrego, “Traffico e pericoli continui”

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8

set

2012

MIRANO. «Quando le opere pubbliche sono calate dall’alto senza valutare l’impatto che creano nella realtà ambientale succede come con l’accesso all’autostrada a Vetrego: scelta infelice sotto tutti i punti di vista, che doveva essere provvisoria e invece è diventata definitiva». A parlare è il comitato Viabilità sicura di Scaltenigo, Ballò e Vetrego, dopo l’incidente occorso giorni fa in via San Silvestro a un tir che trasportava idrogeno compresso. «Una rotonda stretta e un sottopasso a imbuto sotto la ferrovia, nessuna piazzola di sosta e un traffico sproporzionato per quella realtà», prosegue il comitato, «se un mezzo deve per un attimo sostare prima di entrare in autostrada è costretto a fermarsi nel cortile dei residenti. E pensare che a Spinea, dove l’accesso all’autostrada è molto più confortevole e con possibilità di sosta, c’è il divieto d’accesso ai camion. A Mirano no, braccia aperte a traffico e inquinamento. Ogni giorno transitano in mezzo alle frazioni di Vetrego e Scaltenigo dai 50 mila ai 70 mila veicoli, provocando smog e disagi. Non basta un parco di collinette a ridosso del Passante in via Porara, servono barriere fonoassorbenti e fitte alberature lungo tutto il tracciato». (f.d.g.)

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MARTELLAGO – Sono ancora sul piede di guerra i residenti di via Zigaraga, nella periferia di Maerne, che abitano a ridosso del Passante per l’inquinamento acustico prodotto dalle migliaia di mezzi, specie pesanti, che ogni giorno passano per l’autostrada. «Viviamo in un inferno continuo: sotto le finestre di casa ci passano decine di Tir al minuto, il rumore è assordante» lamenta Mosè Bragato, facendosi portavoce anche del malcontento di tutti i vicini. «Abbiamo fatto presente più volte ai responsabili del Passante e al Comune questi problemi che si strascinano da anni, ma è stato fatto poco o nulla» continua Bragato. I residenti chiedono di installare delle barriere fonoassorbenti più efficaci di quelle attuali, «quelle inclinate verso l’interno che trattengono di più i rumori», ma di mettere in campo anche altri interventi di mitigazione. «Dovrebbero piantumare più verde, in prossimità dell’autostrada hanno messo solo alcuni arboscelli, e magari realizzare delle dune di terra che hanno un’ottima funzione fonoassorbente – conclude Bragato – A ridosso delle cave Sic di Salzano le hanno realizzate: per proteggere le specie animali sì, e per gli uomini no?». (N.Der.)

 

MIRANO – Dopo il caso del camion carico di idrogeno che si è rovesciato in rotonda a Vetrego è polemica

MIRANO – Un camion carico di idrogeno si rovescia lasciando per quattro ore un’intera frazione con il fiato sospeso. A Vetrego se l’aspettavano: «Prima o poi doveva succedere, per fortuna la tragedia è stata solo sfiorata. Ma ora le istituzioni se ne dimenticheranno di nuovo» ripetono in coro molti residenti. Martedì pomeriggio un autoarticolato contenente dodici siluri di idrogeno compresso ha sbandato nella rotonda tra via Vetrego e via San Silvestro, a pochi passi dalla chiesa e dalla scuola elementare. Il pericolo-esplosione è stato scongiurato ma, come prevedibile, è di nuovo tempo di polemiche. «Ripetiamo da anni che quelle strade sono troppo strette per sopportare il traffico pesante, ma nessuno ci è mai venuto incontro» sbottano i residenti evacuati per una sera. Ma a rincarare la dose ci pensa anche e soprattutto il Comitato «Viabilità Sicura», attivo a Mirano da qualche decennio, che punta il dito contro il Passante: «Un’opera calata dall’alto senza valutare l’impatto nella realtà ambientale» si legge nella nota diffusa. A far infuriare i cittadini è soprattutto la collocazione del casello autostradale: «Doveva essere provvisoria, ora invece pare definitiva – attacca il comitato -. Una rotonda strettissima, un sottopasso a imbuto sotto la ferrovia, nessuna piazzola di sosta e un traffico sproporzionato. Se un camion deve fermarsi un attimo è costretto a sostare nei cortili dei residenti». Inevitabile anche un paragone con l’accesso autostradale di Spinea: «Molto più confortevole e con possibilità di sosta. A Mirano invece braccia aperte per traffico e inquinamento». Secondo le stime fatte dal comitato, quotidianamente nell’area del Passante all’altezza di Vetrego e Scaltenigo transitano in media 60mila veicoli provocando enormi quantità di inquinamento. Tra via Porara e il canale Taglio è stato creato un parco urbano di compensazione ambientale, ma non basta: «Servono altre barriere fonoassorbenti e fitte alberature lungo tutto il tracciato autostradale» ribadiscono i cittadini. (g.pip)

 

Grosso spavento per l’incidente di martedì sera. I residenti: «Strage mancata, non ci resta che pregare»

VETREGO. Lontano da casa con una bomba a idrogeno a due passi dal cortile oppure sul treno fermo in stazione per oltre un’ora, in attesa di sapere cosa stava succedendo tra Mirano e Dolo. Storie di un martedì sera col fiato sospeso per l’incidente a un tir che trasportava bombole di idrogeno compresso, ribaltatosi alla rotonda di via San Silvestro a Vetrego, tra le case del paese e la ferrovia.

Poteva essere la cronaca di un disastro, il giorno dopo il paese tira un sospiro di sollievo e lamenta per fortuna solo disagi. Martedì sera treni fermi alla stazione di Mestre, in attesa del via libera. Alle 20 il blocco ha interessato tutta la linea con ritardi che per i regionali hanno superato i 50 minuti, ma ha riguardato anche tre Eurostar e un Euronight. «Ci hanno fermato a Mestre», racconta una pendolare, «l’altoparlante ha detto cos’era successo ma non capivamo bene. Ci ho messo un’ora e mezza per arrivare a Padova». Sulla rotonda che costeggia la ferrovia le operazioni di messa in sicurezza del carico del tir sono proseguite, difficili e delicate, fin quasi a mezzanotte. Solo alle 23, con una terza autogru fatta arrivare appositamente, il camion è stato rimesso in asse e poco dopo i residenti evacuati sei ore prima hanno potuto finalmente fare rientro nelle loro case. Si tratta di quattro famiglie che abitano in un gruppo di case a ridosso della rotonda, tra il capitello di via Basse e la ferrovia. Poco dopo anche la viabilità stradale è stata ripristinata con la riapertura della rotonda, di via Vetrego e di via San Silvestro. Prontamente rimosso il camion e il suo carico infiammabile: nel cassone, di proprietà della Sapio, che tratta gas tecnici e medicinali, si trovavano 12 siluri lunghi 10 metri contenenti 40 atmosfere di idrogeno compresso. Sul luogo dell’incidente restano i segni dello spettacolare ribaltamento, avvenuto mentre il tir affrontava la curva della rotatoria alle porte di Vetrego. Il giorno dopo le polemiche roventi chiamano in causa proprio la nuova viabilità attorno al paese, figlia del Passante e del raddoppio della linea ferroviaria. Per quella rotatoria, in mancanza della riapertura del casello di Roncoduro, transitano, a ridosso delle case e dei binari, mezzi pesanti di qualsiasi tipo e carico, in uscita dal vicino casello di Mirano-Dolo. Percorrono una viabilità definita “assurda” dai residenti, transitando lungo la nuova bretella a nord della ferrovia, poi sopra il Passante, quindi incuneandosi nel sottopasso ferroviario e infine affrontando la rotatoria di via San Silvestro. «Molte volte ci sono perdite di carico e quando il carico è pericoloso non ci resta che pregare» afferma oggi e col senno di poi chi abita alle porte di Vetrego.  Filippo De Gaspari

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Gazzettino – Vetrego, la paura è passata

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23

ago

2012

MIRANO – Disagi per i residenti evacuati dalle case. Fermi treni e circolazione

I Vigili del fuoco hanno lavorato fino a mezzanotte per rialzare la cisterna ribaltata

L’INCUBO ESPLOSIONE DURA SEI ORE

Intera zona bloccata per le operazioni. Solo verso mezzanotte i residenti di Vetrego hanno potuto rientrare nelle loro case. Vigili del fuoco al lavoro per ore per rialzare la cisterna.

Martedì sera, poco dopo le 23, la frazione di Vetrego ha potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo. Si è concluso positivamente l’intervento per sollevare l’autoarticolato carico di idrogeno che nel pomeriggio si era rovesciato nella rotonda a pochi passi dal centro, ma i Vigili del fuoco hanno dovuto lavorare fino a tarda ora per rimettere su quattro ruote un tale bestione. Situazione delicata fino all’ultimo perché il mezzo conteneva ben dodici siluri da dieci metri di idrogeno compresso, per un totale di circa quaranta atmosfere, alcuni dei quali si erano spostati a causa dello schianto.Materiale facilmente infiammabile che, in caso di esplosione, avrebbe potuto provocare un vero e proprio disastro. Per questo le forze dell’ordine hanno fatto evacuare le quattro abitazioni più vicine e i pompieri hanno dovuto procedere con massima cautela.          L’episodio è capitato attorno alle 17 nella rotonda tra le vie Vetrego e San Silvestro, dove un camion proveniente da Mantova ha sbandato rovesciandosi per metà e terminando la propria corsa sul ciglio della strada. Sul posto sono intervenuti sei mezzi dei Vigili del fuoco, ma non è bastato: le due auto-gru non sono riuscite a risollevarlo ed è stato necessario far intervenire un mezzo ancor più grande. È questo il motivo per cui le operazioni si sono protratte fino a notte, lasciando decine di residenti con il fiato sospeso. La viabilità ordinaria è stata deviata dalle 17 alle 23, provocando disagi soprattutto nell’orario di punta visto che la rotonda è uno snodo essenziale tra la Riviera e il Miranese. Per precauzione dalle 20 alle 20.30 è stata interrotta anche la circolazione ferroviaria sulla linea Venezia-Padova causando ritardi e cancellazioni di treni.         Una rete ferroviaria che già aveva subito molti disagi in mattinata a causa di un incendio a Trieste e che ha poi rischiato di esser chiusa pure per un incendio capitato a Marano, sempre martedì mattina. I residenti evacuati sono potuti rientrare nelle loro abitazioni prima di mezzanotte, anche se molti di loro hanno fatto certamente fatica a prendere sonno. Ieri mattina, naturalmente, nel piccolo centro non si parlava d’altro. Il mezzo è stato trasportato in un’azienda di Marghera mentre il conducente, italiano, è scioccato, ma praticamente illeso.

I RESIDENTI

«Inascoltate le nostre proteste ma quella rotonda è pericolosa»

«Siamo una frazione dimenticata, ci si ricorda di noi solo quando capitano incidenti come questo». Dalla paura alle proteste del giorno dopo, il passo è stato breve e inevitabile. I cittadini di Vetrego accusano da anni il passaggio dei mezzi pesanti nelle loro strade e, naturalmente, un autoarticolato carico di idrogeno che si rovescia a pochi passi dalla chiesa e dalla scuola elementare è un ottimo motivo per alzare nuovamente la voce. A farsi portavoce del malcontento generale è ancora Lina Casonato, la titolare della storica Osteria che martedì sera ha ospitato a cena gli evacuati, megafono e punto di riferimento per gli umori della frazione. «Da tempo sosteniamo che alcune rotonde sono strette e che molte strade non sono idonee per sopportare questa mole di traffico pesante – spiegava ieri -. Capita spesso che i tir facciano fatica nella rotatoria, ma pare che a nessuno interessi». Ora che la tragedia è stata sfiorata, invece, il problema è tornato a galla. Molte le persone impaurite ieri, specie anziane: viste le difficoltà nell’intervento dei Vigili del Fuoco, si era temuto pure di dover star fuori di casa per tutta la notte. (G.Pip)

 

Gazzettino – Cisterna si rovescia. Sfiorato il disastro.

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22

ago

2012

ORE DI PAURA NEL MIRANESE

Incidente a Vetrego di Mirano: l’autoarticolato conteneva bombole di idrogeno. Evacuate quattro case, traffico in til e chiusa la linea ferroviaria Padova-Mestre

PAURA – L’area è stata subito sgomberata

L’INTERVENTO – Una vera e propria task force per scongiurare il pericolo di uno scoppio

L’INCIDENTE – Autoarticolato sbanda in rotonda e termina la corsa in bilico

MIRANO – Prima un forte botto, quello dell’autoarticolato che sbanda e si rovescia sul ciglio della strada. Poi la paura per un possibile secondo botto: quello dell’esplosione delle bombole d’idrogeno contenute al suo interno. Per fortuna l’epilogo tragico è stato scongiurato e il pauroso incidente capitato ieri in pieno centro della frazione di Vetrego non ha avuto le conseguenze che molti temevano. Il tutto è accaduto nel tardo pomeriggio, pochi minuti prima delle 17. L’area in questione è quella della rotonda tra via Vetrego e via San Silvestro, a poche centinaia di metri dalla chiesa e dalla scuola elementare, ma pure esattamente sopra il Passante Autostradale. Un camion, partito dalla provincia di Mantova e uscito al casello di Mirano-Dolo, sbanda sulla rotonda, probabilmente toccando un cordolo. Il mezzo, di notevoli dimensioni, si rovescia a metà e sbatte sul ciglio della strada, terminando la sua corsa in bilico su due ruote. Alcuni testimoni affermano che il camion abbia imboccato la rotatoria ad alta velocità, ma la dinamica è ancora al vaglio degli agenti. Il conducente, italiano, esce dal mezzo illeso. C’è il primo sospiro di sollievo, ma non basta per parlare di scampato pericolo. L’allerta, infatti, resta comunque altissima vista la peculiarità del trasporto: il camion pesa 400 quintali, al suo interno erano contenute circa 40 atmosfere di idrogeno compresso. In tutto, dodici siluri da dieci metri, alcuni dei quali si sono spostati a causa dello schianto. Un carico molto pericoloso e facilmente infiammabile, dunque. Il dispiegamento di mezzi è davvero notevole: sul posto arrivano immediatamente Vigili, Carabinieri, ambulanze del Suem, Cav, tecnici delle Ferrovie dello Stato e ben sei mezzi dei Vigili del Fuoco, comprese due auto-gru da Mestre e Padova. La Polizia Locale di Mirano chiude immediatamente l’area e il traffico va presto in tilt, visto l’orario di punta e il fatto che si tratta di un’area di collegamento tra il Miranese e la Riviera. La gente si riversa in strada, si capisce subito che la situazione è delicata e la procedura per risollevare il mezzo sarà lunga. Attorno alle 18 arriva la prima decisione: le quattro case più vicine alla rotonda vengono fatte evacuare. Se nell’intervento qualcosa va storto, infatti, le conseguenze potrebbero essere tragiche. Si decide anche di chiudere la rete ferroviaria, quella che collega Mestre e Padova passando per Dolo e Marano, a partire dalle ore 20. A quell’ora entrano in azione le auto-gru per iniziare le prove di sollevamento del mezzo ma l’intervento si rivela più difficile del previsto e si protrae a serata inoltrata.        Gabriele Pipia

I RESIDENTI SI SONO RIVERSATI SUBITO IN STRADA

«Un botto tremendo, sembrava fosse scoppiata una bomba»

I residenti si riversano in strada, gli automobilisti si fermano all’improvviso, i bambini della zona sospendono di colpo i loro giochi. Il rumore dello schianto è stato fortissimo, e nel tardo pomeriggio sono tutti con gli occhi incollati a quel camion rovesciato e circondato dai Vigili del Fuoco. Il centro di Vetrego si mobilita alle 17.30, quando la notizia e la preoccupazione si diffondono rapidamente di bocca in bocca. Vedendo il mezzo sul ciglio della strada, la domanda immediata è sempre la stessa: «Qualcuno si è fatto male?». La risposta per fortuna è negativa, ma non basta per sciogliere la tensione del momento. La scritta sul retro del camion è infatti grande e inequivocabile: «Idrogeno compresso». Le facce di molti diventano tirate, l’allerta sale: le bombole d’idrogeno, si sa, potrebbero provocare una pericolosissima esplosione. «Il camion è pieno o vuoto?» diventa la nuova domanda ricorrente. La risposta dei Vigili del Fuoco non lascia spazio a dubbi: «È meglio che vi allontanate». L’area viene sgomberata, la gente si allontana ma gli occhi restano fissi su quella rotonda. In lontananza molti cittadini si affacciano alla finestra. Le procedure vanno a rilento, per riportare su quattro ruote un bestione del genere ci vuole moltissima cautela. Molti residenti si ritrovano nella storica osteria «Dalla Lina», punto di riferimento imprescindibile per tastare gli umori della frazione. È li, che ceneranno le famiglie evacuate. In quel covo negli anni sono montate decine e decine di proteste contro il Passante e contro il passaggio di mezzi pesanti per il centro di Vetrego. «Ero dentro in casa a cucinare e ho sentito un botto tremendo, come fosse una bomba» racconta un uomo di mezza età la cui abitazione è si affaccia propria sulla rotatoria. L’ultima evacuazione a Mirano era stata all’inizio dell’anno, nella frazione di Ballò, per l’incendio di una fabbrica. Ma la mente di molti torna al 2006, quando un autocisterna rimase incastrata nel sottopasso di Ballò. Anche in quel caso si paventò il pericolo-esplosione, poi fortunatamente svanito come questa volta. (G.Pip)

 

Nuova Venezia – «Nuovi ricorsi contro gli espropri»

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21

ago

2012

Il Comitato anti complanare lancia l’appello: «Tutti al Tar»

MARTELLAGO. «I cittadini interessati dagli espropri per il casello del Passante di Cappella-Martellago, possono ancora fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) per chiedere l’annullamento del decreto di approvazione del progetto definitivo». L’appello arriva dal comitato Pro-complanare di Martellago, che si dice ancora disponibile ad appoggiare l’iniziativa.         Già nei mesi scorsi, i rappresentanti del comitato si erano detti favorevoli a una soluzione del genere, purché chi fosse interessato al procedimento, decidesse di compiere il passo: andare al Tar, infatti, costa diverse migliaia di euro e mettendosi assieme, l’unione farebbe la forza. Il progetto approvato prevede che la bretella a nord di Martellago, lunga cinque chilometri e mezzo da via Castellana (zona Kelemata) fino al casello nei pressi del fiume Dese, non abbia sottopassi. Ci saranno quattro rotatorie in via Ca’ Nove e via Morosini a Martellago, via Ponte Nuovo e via San Paolo a Scorzè. A queste, ne vanno aggiunte altre due che Martellago ha richiesto: una tra via Ca’ Nove e la Castellana a fianco del municipio, l’altra sempre tra via Ca’ Nove e via Volta. Sul lato est dell’autostrada, dalla Moglianese al casello, sorgerà una complanarina. Il casello, invece, avrà un viadotto lungo oltre 500 metri per collegare l’entrata e l’uscita. Inizio dei cantieri è fissato per fine anno e poi servirà circa un anno e mezzo per completarli. Gli interessati al ricorso, possono scrivere all’indirizzo complanare@gmail.com. (a.rag.)

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L’incidente alla rotonda di via San Silvestro a Vetrego. Evacuate alcune famiglie e interrotto il traffico ferroviario sulla Venezia-Padova per mettere il carico di bombole in sicurezza

MIRANO. Camion di idrogeno si rovescia alla rotonda di Vetrego, paese col fiato sospeso per ore. Serata di paura nella piccola frazione di Mirano: evacuate per precauzione 4 famiglie, interrotto il traffico ferroviario sulla Venezia-Padova. Sono da poco passate le 16.30 quando sotto il solleone un tir proveniente da Mantova, che trasporta bombole di idrogeno compresso, si rovescia mentre affronta la rotonda di via San Silvestro, dopo il sottopasso ferroviario di Vetrego ovest.          Il mezzo del peso di circa 400 quintali viaggia in direzione di Roncoduro e ha a bordo 12 siluri di 10 metri per 40 atmosfere di idrogeno compresso. Un’ora dopo vengono evacuate 4 famiglie che abitano in prossimità della rotonda: troppo pericoloso rimanere durante le operazioni di raddrizzamento del tir, altissimo il rischio di esplosione del carico. Agli ingressi della rotonda intanto si ammassano uomini e mezzi di soccorso mandati sul posto per mettere in sicurezza il camion e il carico infiammabile.          Chiusa via San Silvestro e la strada di accesso a Vetrego, allestiti posti di blocco prima e dopo la rotonda, a distanza di sicurezza di 400 metri dall’incidente. Sul posto si portano anche i tecnici di Rfi, la Rete ferroviaria di italiana: alle 20 viene deciso il blocco dei treni, con ritardi su tutta la tratta. In serata la rimozione del camion.              Filippo De Gaspari

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Nuova Venezia – Mantovani. Palomar, otto fatture nel mirino

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19

lug

2012

Baita: «Sono tranquillo, le verifiche fiscali sono normali». I rapporti con la società di San Marino.

VENEZIA «Sono tranquillo. Le verifiche fiscali fanno parte della vita di una società. Può anche darsi che abbiamo sbagliato, ma stiamo parlando di otto operazioni su milioni di scritture contabili. Hanno il diritto di verificare, noi aspettiamo fiduciosi». Non perde il tradizionale buon umore Piergiorgio Baita, presidente della Mantovani, tra i più importanti imprenditori del Nord Est. Ieri il giudice del Riesame Lucia Bartolini ha deciso di respingere il suo ricorso presentato per riavere la documentazione sequestrata dalla Finanza, nell’ambito di verifiche fiscali nel periodo che va dal 2005 al 2010. La società Palomar del gruppo Mantovani, con sede in viale Ancona a Mestre, è quella che ha ottenuto in affidamento l’Arsenale dallo Stato.

La Finanza sta passando al setaccio alcune fatture sospettando l’evasione fiscale. Alcune di queste riguardano la società Bmc Broker (Business Merchant consulting) con sede a San Marino. Società presieduta da William Colombelli, dove lavorano l’ex segretaria personale di Giancarlo Galan Claudia Minutillo e il suo ex addetto stampa Gianluca La Torre.

Balzata agli onori della cronaca per aver organizzato manifestazioni della Regione di Galan e del Porto, come l’inaugurazione dello scavo dei canali e i lavori a Fusina. Lavori effettuati da Mantovani, come del resto la gran parte dei lavori su strade, bonifiche e infrastrutture del Veneto. «Siamo una grande impresa, e dunque lavoriamo», dice Baita, «non vedo cosa ci sia di male. Le verifiche sono un atto dovuto. Il giudice entra in campo perché stiamo parlando di cifre elevate. Nei cinque anni in questione, dal 2005 al 2010, abbiamo avuto tre miliardi di euro di fatturato, versato allo Stato centinaia di milioni di imposte dirette». La Finanza è al lavoro adesso per verificare la corrispondenza di quelle fatture con le prestazioni eseguite.

Il pm Stefano Ancilotto potrà trattenere la documentazione sequestrata, visto che il giudice ha rigettato il ricorso presentato da Baita attraverso l’avvocato di Pietro Longo, uno dei più importanti penalisti italiani difensore anche di Berlusconi.

Intanto l’attività della Mantovani, impresa del Mose ma anche del tram, delle bonifiche, del Passante e dell’operazione Lido va avanti. L’altro giorno l’azienda si è aggiudicata anche la gara per l’Expo di Milano. Ancora ossigeno alla macchina esigente di un’impresa che per ora non conosce la crisi. E il rinvio a metà settembre della decisione sulla cauzione per l’ex Ospedale al Mare ha riaperto anche la trattativa su quel fronte. Mantovani, insieme a Condotte ed Est Capital, minacciava di ritirarsi dall’operazione Lido. Il giudice però ha bloccato in banca la cauzione di 31 milioni su richiesta del Comune. «Noi vogliamo restare, il mercato oggi va male, ma il mattone tornerà bene sicuro in tempi di recessione», dice Baita, «ma ognuno deve fare la sua parte. Siamo fiduciosi che il Comune mantenga i suoi impegni. Adesso il tempo per trovare un accordo c’è. Il Comune ha il vincolo del Patto si stabilità, noi non possiamo perdere i soldi delle banche. Vediamo».    Alberto Vitucci

 

L’impresa: Mose, tram, ospedali e strade

Indagine fiscale sulle fatture emesse da Palomar e Mantovani nei cinque anni che vanno dal 2005 al 2010. Una rete di attività con migliaia di dipendenti e miliardi di fatturato, quella delle società del gruppo Mantovani. Società padovana della famiglia Chiarotto presieduta da Piergiorgio Baita, manager della prima Republica diventato oggi uno dei più importanti imprenditori del settore edilizia. Mantovani è la prima azionista del Consorzio Venezia Nuova che sta costruendo il Mose. Ma anche l’impresa che ha realizzato il Passante di Mestre, il tram, le bonifiche di Marghera, lo scavo dei canali, l’Ospedale all’Angelo con la società Veneta Sanitaria, lavori al Porto, strade e autostrade. E la proposta di realizzare la sublagunare, il progetto della trasformazione dell’ex Ospedale al Mare in centro turistico privato. E infine ha vinto la gara per l’Expo di Milano del 2015, piazzandosi davanti a imprese del calibro di Astaldi e Impregilo. (a.v.)

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