Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

«Il Governo e la Regione abbandonino definitivamente il progetto litoraneo dell’Alta Velocità». A chiederlo è il consiglio comunale di Quarto d’Altino che ha firmato all’unanimità un documento in cui chiede inoltre di cominciare a definire il progetto di ammodernamento e velocizzazione della linea attuale.
«Chiediamo di concludere formalmente quanto prima con un provvedimento di rigetto la procedura di Valutazione d’impatto ambientale relativo al progetto di linea Alta Velocità/Alta Capacità Venezia-Trieste depositato da Italferr presso gli uffici della Regione Veneto ed entrato nel linguaggio corrente del dibattito politico come progetto litoraneo» recita il documento. Il sindaco di Quarto, Silvia Conte, spiega che nel Piano territoriale regionale (Ptrc) della Regione la Tav passa ancora in gronda. Quindi, oltre a cassarlo, chiede di rendere disponibili al più presto le risorse necessarie alla realizzazione di quelle opere di velocizzazione e ammodernamento tecnologico e di risoluzione dei nodi critici della linea attuale, per favorire lo sviluppo del traffico merci e conseguire benefici immediati per l’utenza pendolare attorno ai principali nodi lavorativi e turistici.
«Chiediamo inoltre alla Regione di di adeguare i propri strumenti e atti di pianificazione coerentemente con l’ammodernamento e velocizzazione dell’attuale linea ferroviaria per la tratta Venezia-Portogruaro, cassando il tracciato “litoraneo” – continua il documento – e di trasmettere la presente deliberazione e quelle precedenti ivi richiamate e confermate al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e al presidente della Regione Veneto».

Nuova Venezia – Le Frecce portano via sei intercity

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

20

apr

2014

Da giugno c’è il rischio che vengano sostituti. La Cgil: bisogna salvare quei treni

Addio ai sei treni intercity, sui lunghi tragitti si viaggerà solo con le «Frecce» di Trenitalia? Pare proprio di sì. La svolta è nell’aria da tempo e dovrebbe maturare con l’orario estivo per reggere la concorrenza con Italo-Ntv, il cui debutto non ha dato i risultati economici sperati. Nessuno la vuole confermare perché i contraccolpi per gli utenti sono pesanti in termine di tariffe: dai manager arrivano solo smentite. A sollevare l’interrogativo sono stati i sindacati di categoria pronti ad azioni di protesta per salvare gli intercity che transitano a Nordest. Per mettere fine alle polemiche l’ufficio comunicazione di TrenItalia, con sede a Trieste, ha diffuso una nota per tranquillizzare gli utenti: non cambia nulla. In realtà sono 6 i treni Ic giornalieri (3 all’andata e 3 al ritorno) che collegano località come Conegliano, Treviso, Portogruaro, San Donà, Venezia, Mestre, Padova e Rovigo con Bologna, Firenze, Arezzo, Orvieto, Orte e Roma. Come è scritto nella medesima nota, la sorte degli Ic è legata ai risultati di uno studio commissionato dal ministero dei Trasporti cui compete l’ultima parola, in accordo con le Fs e le Regioni interessate: gli intercity hanno prodotto un deficit di 30 milioni perché i prezzi dei biglietti sono troppo bassi. Per garantire ulteriore efficienza TrenItalia intende aumentare i collegamenti con le Frecce Argento che sono molto più veloci ma costano di più. Un esempio per tutti: Padova-Roma Termini in Freccia rossa costa 75 euro e dopo 3 ore e 10 minuti si arriva nelal capitale. Con gli Ic invece si spendono 47,50 euro e il tempo di percorrenza si allunga di due ore: 5 e non 3. I treni a rischio con la prenotazione sempre obbligatoria, sono quelli che da Padova partono alle 0.45 e da Treviso e da Mestre alle 23.14 e 0.21 (arrivo a Roma alle 6.35); alle 9.45 (arrivo alle 15.20) e alle 15.32 (arrivo alle 20.42). L’Intercity delle 9.45 che parte da Trieste alle 7.21 passa anche da Portogruaro (8.32), San Donà e Mestre (9.29). Quello delle 15.32 parte da Trieste alle 13.01 e passa per Portogruaro, San Donà e Mestre, rispettivamente, alle 14.01, 14.19 e 15.14. Gli altri 3 Ic, ossia, quelli del ritorno da Roma, partono da Padova alle 4.50, via Mestre, Treviso, Udine e Trieste, alle 16.02 e alle 21.02(arrivo a Trieste 23.21). La Filt- Cgil è sul piede di guerra. «Gli Intercity vanno potenziati, non aboliti» dice Ilario Simonaggio, «Mauro Moretti (ora nominato ad di Finmeccanica) non può privilegiare solo le Frecce Rosse, Argento e Bianche. Gli Ic hanno una clientela che non può essere abbandonata».

FelicePaduano

 

QUARTO – A breve i comitati pendolari invieranno al governatore Zaia un dossier con un prospetto in sintesi delle loro richieste. Ovvero, per quanto riguarda la tratta Venezia- Portogruaro, la necessità di ripristinare più collegamenti serali, nonché di sabato e domenica mattina. È quanto emerso al termine dell’incontro che, venerdì sera, una delegazione dei Comitati pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale ha avuto con il presidente Luca Zaia. Dall’incontro i pendolari non hanno strappato alcun impegno su tempistiche precise per l’eventuale accoglimento delle loro istanze. Hanno potuto illustrare a Zaia i problemi emersi dall’introduzione dell’orario cadenzato, ottenendo dal governatore un impegno a tenere conto e sostenere le istanze portate dagli utenti. Di positivo, però, c’è sicuramente il fatto che almeno un incontro con Zaia i pendolarisono riusciti a ottenerlo,dopo averlo richiesto. Il faccia a faccia con Chisso, invece, non c’è ancora stato, nonostante più volte i pendolari lo abbiano richiesto.

(g.mon.)

 

SANDONÀ – Per i pendolari c’è finalmente una data da cerchiare in rosso sul calendario: si tratta di lunedì 5 maggio. È a partire da questa data che entreranno in vigore anche sulla linea Venezia-Portogruaro le prime modifiche al contestato orario cadenzato, in vigore dallo scorso dicembre. Si tratta delle tre variazioni (uno spostamento d’orario e una coppia di nuovi treni) annunciate dall’assessore Chisso nel vertice che Regione e Trenitalia hanno avuto nelle settimane scorse con i sindaci dei Comuni attraversati dalla linea. La modifica riguarda l’anticipo del primo Regionale del mattino, il numero 11100, come richiesto dai lavoratori turnisti. Di fatto con l’anticipo della partenza si torna all’orario del vecchio Regionale in vigore prima dell’introduzione del cadenzamento. La partenza da Portogruaro è fissata alle 4.13, con fermata in tutte le stazioni e transito a San Donà alle 4.36, a Quarto d’Altino alle 4.52 e arrivo a Santa Lucia alle 5.25. Viene introdotto un nuovo Regionale Portogruaro- Mestre in partenza alle 12.06 con arrivo alle 13.04. Mentre, in direzione opposta, il nuovo treno parte da Mestre alle 13.57 con arrivo a Portogruaro alle 14.55. Tutti e tre i convogli, però, non circoleranno il sabato e i festivi. Intanto ieri sera una delegazione dei Comitati pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale ha incontrato il governatore Zaia.

(g.mon.)

link articolo

 

Il presidente Toppan: «I risultati della riunificazione delle sedi sono positivi ma manca il 40 per cento del personale che nel 2015 toccherà quota 60»

VENEZIA. Si dice «molto soddisfatto» per essere riusciti a far fronte ai 8519 procedimenti, arrivati da Chioggia, Dolo, San Donà, Portogruaro sul Tribunale di Venezia dopo la riunificazione delle sedi: dei 4022 del solo contenzioso civile, ne sono già stati definiti in sei mesi (e 480 udienze) ben 1545. Ma anche «molto preoccupato» per la situazione del personale, già oggi pesantemente sotto organico, ma che arriverà a un meno 60 per cento nel 2015, con il pensionamento di 28 persone: «O interviene subito il ministero o sarà un disastro», «o si assume dopo 10 anni di blocco o dovremo dire che non saremo in grado di garantire i servizi».

Così il presidente del Tribunale di Venezia, Arturo Toppan, nel fare un bilancio nel complesso positivo dei primi mesi di cancellazione dei tribunali distaccati – riunificati nell’unica sede veneziana, provvedimento che l’Ordine degli avvocati ha impugnato al Tar – guarda anche con molta preoccupazione alla tenuta della macchina giustizia nel futuro immediato.

«Il primo consultivo, a 6 mesi dalla riunificazione delle sedi, è postivo», dice il presidente, ricordando che su Venezia sono confluiti, oltre a 4022 procedimenti civili (per trattare i quali è stata creata un’apposita sezione), 912 di esecuzione mobiliare, 2500 di volontaria giurisdizione, 1085 penali, mentre delle 37 unità in servizio nelle quattro sezioni distaccate (Portogruaro è stata riunita a Pordenone, ma non per i fascicoli pregressi) 15 sono state assegnate a Venezia, ma di fatto solo 9 sono state realmente aggiunte all’organico: «A fronte di un flusso enorme di procedimenti. Ora anche le code sono tornate nella normalità.Dell’ottima produttività testimoniata dai dati ringrazio magistrati, giudici onorari, personale amministrativo. Il ramamrico è che nessuno dei Comuni interessati abbia invece accolto il nostro appello a mettere a disposizione dei cittadini uno sportello per ricevere gli atti di volontaria giurisdizione, che possono essere presentati senza avvocato, evitando alle persone di dover venire a Venezia da Chioggia o San Donà ». Il campanello d’allarme suona, invece, alto per il personale: se mancano 2 magistrati nel settore civile (più 4 in maternità) e 4 nel penale, è tra il personale che la carenza d’organico è già drammatica, con punte di oltre il 40 per cento: 5 dirigenti su 9, 30 direttori su 52, nessun contabile, 18 cancellieri su 31, 51 assistenti su 57. Considerando anche part time, permessi, applicati ad altri uffici, il personale lavora 4844 ore settimanali a fronte delle 6948 previste sulla carta. «Entro il dicembre 2015 la carenza reale sarà del 60 per cento», conclude il presidente Toppan, «bisogna che il ministero prenda provvedimenti o il rischio di paraliasi è concreto».

Roberta De Rossi

link articolo

 

PORTOGRUARO – Volevano parlare di Alta velocità e inceneritore

IL SINDACO – Antonio Bertoncello: «I Consigli comunali non servono per i convegni»

È polemica tra i “No Tav” e il Comune di Portogruaro che ha negato la convocazione di due consigli comunali sui temi dell’alta velocità – alta capacità ferroviaria e sugli inceneritori di biomasse. «La decisione – sostengono i No Tav – di non accogliere positivamente la petizione firmata dai cittadini presenti al dibattito pubblico del 21 febbraio 2014 è l’ennesima dimostrazione del vostro essere favorevoli agli impianti di incenerimento di biomasse e al Tav. La richiesta era semplice e chiara invitare, in due sedute separate di Consiglio Comunale, l’ingegnere Ivan Cicconi a relazionare sull’argomento linea ferroviaria per l’alta velocità e il dottor Stefano Montanari sull’argomento centrali a biomasse e biogas per la produzione di energia elettrica?» Pronta la replica del Presidente del Consiglio Comunale, Ivana Franceschinis. «La risposta data al gruppo No Tav – afferma – in merito alla petizione pervenuta è il risultato di quanto convenuto all’unanimità e dopo attenta valutazione da parte di tutti i Capigruppo Consiliari, chiamati due volte a pronunciarsi sull’argomento. Nella stessa risposta viene espressa la massima disponibilità da parte di tutte le forze politiche rappresentate in consiglio, sia all’informazione che al confronto pubblico». E non è da meno il sindaco Antonio Bertoncello. «Il Consiglio Comunale, come noto, – dice il primo cittadino – non è una sede per convegni. Non è possibile pensare che un convegno dei No Tav sia organizzato dal Consiglio Comunale. Anche perché se così fosse qualsiasi associazione ed organizzazione presente nella comunità potrebbero avanzare questa richiesta. Nulla toglie che su queste tematiche il gruppo No Tav, o chiunque altro, possa organizzare un’iniziativa a cui invitare i consiglieri comunali, che liberamente parteciperanno».

 

Oderzo, la società ammette il taglio di un solo treno lungo la tratta Treviso-Portogruaro: «Scelte regionali»

ODERZO – Non si placano polemiche in merito al nuovo orario cadenzato dei treni che sta creando tanti disservizi anche sulla tratta Treviso-Portogruaro. Lunedì mattina su Rai 1, è stato mandato in onda un servizio proprio su questi problemi. Disservizi che avrebbero portato Mom Treviso a decidere di chiudere il contratto con Trenialia per il servizio integrativo che sostituisce le corse dei treni soppressi con un i bus. Ma Trenitalia precisa: «L’annuncio di Mom Treviso di ‘rompere’ il contratto d’integrazione con Trenitalia è stato accompagnato, da una serie di considerazioni non corrette che reclamano puntuali precisazioni ». Lo chiarisce, in una nota, la stessa Trenitalia che sottolinea di non aver operato tagli al servizio e che non c’è stata soppressione di treni, bensì una riprogrammazione. Le proteste che si alzano dal territorio invece dicono che non c’è stata concertazione. Per questo anche in questi giorni si sono aperti tavoli di confronto. Ma Trenitalia aggiunge: «La nuova offerta prevede oggi, sulla linea Treviso-Portogruaro, 16 corse nei giorni feriali in luogo delle precedenti 17, con un monte complessivo di chilometri percorsi pressochè invariato ». I pendolari si lamentano perché la riorganizzazione non ha tenuto conto degli orari nei quali i treni servono davvero: fra le 6 e le 8 del mattino e dopo le 17 di sera. Trenitalia rileva ancora: «È opportuno ricordare, infatti, che la programmazione dell’offerta è materia di esclusiva pertinenza della Regione, la quale svolge anche il ruolo di committente e finanziatore del servizio. Ogni decisione su questa materia, compresa quella annunciata da Mom, non può quindi prescindere da un confronto con le competenti strutture dell’assessorato regionale alla mobilità».

Tutti contro l’assessore Chisso, dunque: pendolari, Legambiente, ed ora, anche Trenitalia che prosegue: «L’assessore ha già attivato dei tavoli tecnici con le istituzioni locali, tuttora in corso. Non si può parlare, quindi, né di tagli né di disservizi che i pendolari sono costretti a subire per colpa di Trenitalia, come si lascia esplicitamente e non correttamente intendere ». Secondo Trenitalia nessuna diffida sull’annullamento dell’accordo d’integrazione è mai arrivata a Trenitalia, ma soltanto una richiesta di fornire riscontro sui viaggiatori che, con la nuova offerta, hanno scelto il bus anziché il treno. Intanto a Oderzo si ringrazia la Rai per il servizio mandato in onda: «La scorsa settimana un giornalista del Tg1, ci ha accompagnato nei nostri spostamenti quotidiani per documentare i problemi dei pendolari. Speriamo che la denuncia con un servizio sulla principale rete Rai serva», scrivono i Giovani per Oderzo.

Giuseppina Piovesana

 

PORTOGRUARO – Nuovo scontro tra il movimento No Tav del Portogruarese, l’associazione Portogruaro Vive e le istituzioni cittadine, in particolare il consiglio comunale e il sindaco Antonio Bertoncello. I No Tav esprimono disappunto per essersi vista respinta la richiesta di convocare un consiglio comunale sui temi dell’Alta Velocità-Alta Capacità e delle centrali a biomasse. Hanno, infatti, pubblicato la risposta alla loro richiesta protocollata, firmata dal presidente del consiglio comunale, Ivana Franceschinis, che ha fatto presente citando anche una riunione dei capigruppo consiliari, che sarebbe stato più opportuno far partecipare anche relatori diversi da quelli proposti dagli stessi NoTav. Questo per incentivare la dialettica e creare le condizioni per un dibattito equilibrato. «La decisione di non accogliere positivamente la petizione firmata dai cittadini presenti al dibattito pubblico del 21 febbraio sulla richiesta di convocare un consiglio comunale straordinario in merito a questo tema, è l’ennesima dimostrazione del vostro essere favorevoli agli impianti di incenerimento di biomasse e al Tav. La richiesta era semplice e chiara, ossia “invitare, in due sedute separate di Consiglio comunale, l’ingegnere Ivan Cicconi a relazionare sull’argomento linea ferroviaria per l’alta velocità e il dottor Stefano Montanari sull’argomento centrali a biomasse e biogas per la produzione di energia elettrica». I No Tav, poi, rincarano la dose. «Affermare di non poter invitare a relazionare in consiglio comunale gli esperti da noi proposti perché questo comporterebbe dei “costi per la comunità” ed “è necessario avere anche altri relatori diversi da quelli richiesti che consentano una dialettica”, è smentito dai fatti. Come quello di avere promosso azioni per frenare le attività informative dei cittadini, quali, ad esempio, imporre l’alto costo per l’uso della sala in Villa Comunale e l’approvazione di un vergognoso regolamento che vieta il volantinaggio in centro storico”.

Rosario Padovano

 

Gazzettino – Treni. Ecco il “decalogo” dei pendolari

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

8

apr

2014

TRENI – Inviate alla Regione le richieste di modifica dell’orario dai comitati del Veneto orientale

Il decalogo con le richieste dei Pendolari è stato inviato ieri alla Regione Veneto. Il documento contiene molti accorgimenti e osservazioni per rimediare all’orario cadenzato, come previsto dai Comitati dei Pendolari del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino. Nella tratta Portogruaro-Venezia è importante la predisposizione di treni nel periodo estivo: “Un Regionale 11102 delle 5.06 con arrivo a Mestre alle 6.04. Visto l’anticipo del Regionale delle 4.13 si crea una voragine con il treno delle 5.38. Il Regionale è utilizzato da turnisti che iniziano alle 7 a Venezia, per questo chiediamo anche il suo prolungamento fino alla stazione di Santa Lucia. Un altro Regionale alle 7.06 permetterebbe a tutti i viaggiatori delle stazioni in cui i Regionali Veloci non fermano di giungere a Mestre entro le 8.30″, in orario d’ufficio. Previsto anche l’inserimento di tre Regionali nei giorni festivi, tutti con partenza da Portogruaro, “alle 4.13 con arrivo a Venezia alle 5.25, alle 5.06 con arrivo a Mestre alle 6.04, alle 5.38 con arrivo a Venezia alle 6.50. L’inserimento sarebbe una risposta positiva per i lavoratori e darebbe la possibilità agli utenti di servirsi di coincidenze con le prime Frecce del mattino per Roma, Milano e Torino”. Altri ancora i treni richiesto per il sabato: “Regionale 11100 delle 4.13 con arrivo a Venezia alle 5.25 e Regionale 11102 delle 5.06 con arrivo a Mestre alle 6.04″. Due i treni lenti serali suggeriti, in servizio tutti i giorni compresi i festivi e con fermate in tutte le stazioni. Il primo da Venezia alle 00.21 per Portogruaro, il secondo da Portogruaro alle 22.38 per Venezia. Al servizio di turisti, lavoratori dello spettacolo e del turismo, residenti e viaggiatori. «Da giugno sembra che Trenitalia sopprimerà tutti gli Interciy – precisano nel documento i Pendolari- Chiediamo quindi che sia istituito un collegamento che permetta il rientro a Mestre e Venezia dal Veneto Orientale e dal Friuli, visto che l’Intercity 734 in partenza da Portogruaro alle 23.15 verrà soppresso. Chiediamo il ripristino di un treno alle 21.26 (ex 5817) da Venezia per Portogruaro tutti i giorni. Era uno dei più utilizzati da pendolari e turnisti».

 

SALZANO – Orari modificati. I pendolari sono soddisfatti

SALZANO – «Le proteste e le proposte sono servite. Abbiamo ottenuto le modifiche che chiedevamo da mesi, ora attendiamo altre novità per il mese di giugno». C’è soddisfazione a Salzano e Spinea per le modifiche all’orario ferroviario che entreranno in vigore il 13 aprile, ma i pendolari non si accontentano e chiedono ulteriori miglioramenti al servizio. Lunedì scorso al termine di una riunione nella sede di Veneto Strade sono arrivate importanti conferme sulle variazioni previste per la linea Bassano-Venezia. All’incontro hanno preso parte l’assessore regionale Renato Chisso, i tecnici di Rfi, i sindaci di Salzano e Spinea e una delegazione del comitato pendolari Salzano-Robegano. Ma vediamo nel dettaglio le modifiche: la navetta Noale-Mestre (corsa diretta che non ferma a Salzano e Spinea) partirà al minuto 14 anziché al minuto 48, mentre la navetta Mestre-Noale partirà al minuto 22 anziché al minuto 54. «Questo cambiamento è importante perché garantirà due treni all’ora, seppure con un cambio a Noale o Mestre» spiegano al comitato. L’altro aspetto riguarda il potenziamento dell’orario nel periodo delle vacanze scolastiche: la navetta sarà infatti garantita anche durante l’estate e nelle festività nelle fasce orarie 6-9 e 14-21.

(g.pip.)

 

PORTOGRUARO – Treni, la Regione boccia le richieste delle scuole sulla linea per Treviso

PORTOGRUARO – Non solo i problemi dell’orario cadenzato dei treni sulla Venezia-Portogruaro. Al tavolo tecnico con l’assessore regionale Renato Chisso, il vicesindaco Luigi Villotta ha portato la Portogruaro-Treviso. «Sulla Venezia-Portogruaro – spiega Villotta – è stato fatto un passo avanti con ulteriori treni ed autobus sostitutivi messi a disposizione da Trenitalia. Per quanto riguarda la Portogruaro-Treviso, che per le Ferrovie rimane una linea a vocazione merci, ho rimesso sul tavolo le richieste avanzate dai dirigenti scolastici di Portogruaro, evidenziando che si rendono necessari diversi aggiustamenti per consentire agli studenti dell’Opitergino Mottense e dell’Annonese di arrivare e tornare da scuola in tempi ragionevoli. Nessuna delle richieste presentate è stata accolta, ma la Regione, verso la metà di giugno, convocherà tutte le amministrazioni comunali da Treviso a Portogruaro».

(M.Mar)

 

Troppi disagi da Trenitalia. Mom ferma la convenzione

«Così non va, l’accordo è nullo». E da settembre stop al biglietto unico

Troppi disservizi di Trenitalia sulla linea Treviso-Portogruaro, a partire dall’introduzione dell’orario cadenzato ed il crescente ricorso dei clienti ferroviari ai servizi sostitutivi della società Mom (Mobilità di Marca, di Treviso). Per questo la società di autotrasporto ha deciso di rescindere l’accordo di integrazione con Trenitalia, attivo dal 2007. Da settembre, quindi, saranno necessari due biglietti e due abbonamenti per chi viaggia sulla linea Treviso- Portogruaro utilizzando i due mezzi di trasporto, diversamente da quanto avveniva finora. A comunicarlo è il presidente di Mom, Giulio Sartor, precisando che la scelta è stata assunta dopo una serie di diffide inviate a Trenitalia, ma rimaste inascoltate.

«A causa della soppressione di numerosi treni», spiega, «l’utenza si è riversata sul trasporto su gomma, sfruttando l’assenza di costi aggiuntivi prevista dall’intesa. Ma la compensazione economica pattuita ora è totalmente inadeguata dal momento che l’utenza, in alcune fasce orarie, si è completamente riversata sul servizio autobus».

Mom, in sostanza, per far fronte alla richiesta, è stata costretta ad aumentare il numero delle corriere, utilizzando spesso i bus doppi. Tutto questo senza riuscire ad avviare un confronto per la revisione delle condizioni economiche con regione e Trenitalia. Dalla società sono partite almeno quattro richieste, ma tutte sono state ignorate. Nel frattempo l’azienda ha continuato a garantire il servizio, che oggi conta un’ottantina di corse per collegare Oderzo e Treviso. Ovviamente ciò ha comportato maggiori spese. Ed è su questo che si basa la lettera di rescissione unilaterale del contratto. Mom contesta la violazione dell’articolo 2 in tema di programma di esercizio, secondo il quale Trenitalia era vincolata a comunicare e programmare ogni variazione del servizio sulla linea.

«Siamo consapevoli», conclude Sartor, «che si tratta di un atto forte, ma inevitabile, dato che non possiamo sostenere noi i disservizi creati da Trenitalia».

Mom si è trovata all’improvviso con le fermate delle corriere piene di pendolari, rimasti appiedati dopo la cancellazione dei treni. Un disservizio che gradualmente Mom è riuscita a far rientrare, a proprie spese e senza alcun aiuto da parte di Trenitalia. A settembre a rischio saranno quindi tutti i pendolari di Ponte di Piave, San Biagio, Oderzo, Motta che, se non verrà preso un nuovo accordo, se la dovranno vedere con biglietti e abbonamenti diversi a seconda del mezzo usato. Un problema di soldi e di organizzazione. Se si vorrà continuare ad usare indistintamente corriere e treni per percorrere la tratta si dovranno siglare due abbonamenti, con raddoppio dei costi.

Federico Cipolla

 

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui