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Gazzettino – Nuova A4 oltre la linea del Piave

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18

nov

2014

IL NODO EUROPA – La concessione scade nel 2017. Autovie: rinnovo senza gara

L’INAUGURAZIONE – Il tratto è costato 427 milioni, 225 dei quali solo per il ponte

Otto mesi di anticipo per il primo lotto, Mestre-San Donà, della terza corsia

La sfida di Serracchiani e Zaia: una holding per le autostrade del Nordest

L’obiettivo (futuribile e condizionato dalle indicazioni della Ue) è quello di una “holding” autostradale del Nordest. Troppe cinque concessionarie che operano a cavallo di Veneto e Friuli Venezia Giulia. Luca Zaia e Debora Serracchiani, i due governatori, hanno lo stesso progetto in mente pur da fronti politici opposti. Ma tra i due c’è “feeling” («Voglio avere un buon rapporto istituzionale con Zaia», ha più volte ripetuto la democratica). Stima ricambiata. Evidenziata anche ieri, quando Luca e Debora si sono trovati fianco a fianco per tagliare il nastro del nuovo ponte sul Piave, una delle più impegnative opere dell’allargamento a tre corsie della A-4 Venezia-Trieste.

Polo autostradale del Nordest? «Il governo ha già indicato il cammino della aggregazione delle concessionarie» ha detto la governatrice friul-giuliana, che è anche commissaria straordinaria per i lavori. Tanto che l’iniziativa è inserita nel decreto Sblocca Italia. «Questa è la vera sfida», rilancia il collega veneto, che, a suo dire, va estesa oltre i confini nordestini. E si può iniziare proprio sull’asse della A-4, visto che la regione Friuli Venezia Giulia ha l’80% della società Autovie (concessionaria del tratto Venezia-Trieste e della Udine-Tarvisio), della quale la Regione Veneto detiene il 4,8% oltre ad essere socia paritaria con l’Anas nella Cav che gestisce il Passante di Mestre e il tratto Padova-Mestre della A4.

RECORD – Il consorzio d’impresa Impregilo-Salini, Mantovani e Cvc hanno chiuso i lavori con un anticipo di 8 mesi rispetto alle previsioni. Quindi, entro fine mese (tempo permettendo) i 20 chilometri della A-4 da Venezia-Est e San Donà non avranno più cantieri. Anche la “barriera” del Piave è stata superata, mettendo la parola fine sul primo dei quattro lotti nei quali la realizzazione della terza corsia è stata suddivisa.

COSTI – «Il tratto Venezia Est-San Donà – ha detto Maurizio Castagna, amministratore delegato di Autovie – ha visto un esborso finanziario di 427 milioni, ponte compreso (225 milioni), 35 dei quali sono andati per rimborsare i 434 soggetti che hanno subito gli espropri».

PIANO – Il piano finanziario di Autovie riferito all’intero tratto Venezia Est-Villesse, prevede a oggi (al netto dei lavori già conclusi) un investimento di 1,4 miliardi. L’asse autostradale è stato suddiviso in quattro lotti: il primo, inaugurato ieri, fino a San Donà; il secondo di 33,5 Km fino ad Alvisopoli; il terzo di 25 Km dal Tagliamento a Gonars; il quarto di 17 Km da Gonars a Villesse. La società ha però dovuto rivedere il programma, per rendere la partita finanziaria in equilibrio con l’esborso economico. Conseguenza: il secondo e quarto tratto sono stati suddivisi rispettivamente in tre e due sub-lotti, garantendo maggiore coinvolgimento delle imprese del territorio e, appunto, l’equilibrio finanziario. Della cifra totale, il governo ha finora contribuito con 30 milioni indicati nella legge di Stabilità 2014 e 30 con il decreto Sblocca Italia. Altri 150 milioni sono garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti.

CONCESSIONE / EUROPA – È lo snodo pericoloso da superare per il proseguimento dei lavori di ampliamento. La concessione per Autovie scadrà nel 2017. La società vorrebbe il rinnovo senza sottostare alla gara europea, come obbliga Bruxelles. Il governo Renzi sta spingendo in sede di Commissione europea perché i concessionari attuali non siano obbligati a confrontarsi con concorrenti continentali. Per questo, l’esecutivo si è impegnato con la Ue perché ci sia il via libera automatico a certe condizioni, però: le tre società in scadenza, Autovie, Autobrennero e il gruppo Gavio, devono garantire progetti per 10 miliardi; contenere l’aumento dei pedaggi entro il valore dell’inflazione; il valore economico del subentro (quanto il futuro concessionario dovrà sborsare per garantirsi la gestione, potrebbe essere anche lo Stato) deve essere ridotto il più possibile. Vincoli, che hanno costretto Autovie a riscrivere il piano finanziario, già consegnato al governo. Ora si attende il responso dell’Europa. La Serracchiani e Castagna confidano nel rinnovo della concessione almeno fino al 2025, anche se la speranza si protrae al 2038 limite previsto per ammortizzare l’intero investimento.
L’amministratore delegato mette sul tavolo un bel po’ di garanzie: «Entro il 2022 potremmo impegnare 850 milioni e altri 580 entro il 2025, intervenendo nei tratti Palmanova-Latisana, Portogruaro-San Donà, Palmanova-Villesse compreso il ponte sul Tagliamento». Percentualmente, sarebbe completato il 70% dell’intero allargamento a tre corsie.

Giorgio Gasco

 

L’OPERA – Doppio viadotto sul fiume per quasi 700 metri di lunghezza

Prima del casello di San Donà di Piave, le tre corsie per senso di marcia della A-4 Venezia-Trieste si separano in due viadotti per superare il Piave con il nuovo ponte inaugurato ieri.
I lavori («Ne siamo fieri» dice Emilio Terpin, presidente di Autovie) non hanno mai impedito la circolazione degli automezzi. Il vecchio viadotto è stato demolito nell’agosto del 2013, mentre era già in funzione il “gemello” verso Venezia. La nuova struttura è in calcestruzzo, e costituita da sette campate (lunghezza 672 metri) verso Trieste, da otto campate (lunghezza 672 metri) in direzione Milano.
L’autostrada A4 rappresenta un corridoio privilegiato di lunga percorrenza Est-Ovest ed è strategico nel Corridoio Mediterraneo (ex Corridoio V) vedendo confluire la maggior parte dei veicoli in transito da e per l’Austria, nonché in entrata e in uscita verso la Slovenia. Sull’intera rete, infatti, nel 2013 sono passati 43 milioni di veicoli, di cui quasi 11 milioni pesanti: una media di 117 mila 800 veicoli al giorno con punte, durante i fine settimana estivi, di 175 mila.
«Dal 2009 al giugno scorso – aggiunge Terpin – il cda di Autovie ha deliberato lavori per quasi 100 milioni, ai quali si aggiungono i 430 milioni erogati dalla gestione del commissario all’emergenza». Una cifra «che ha generato positive ricadute per il tessuto delle imprese locali: 699 aziende impiegate nei lavori, per un totale di 2mila 500 lavoratoti impiegati».

 

VENETO ORIENTALE – Altri 8 anni per finire la terza corsia in A4

AUTOVIE VENETE – Il presidente Castagna ha fornito dati e date

IL PUNTO – Ieri l’inaugurazione del ponte sul Piave

IL PRIMO OBIETTIVO – Concludere gli interventi fino a Latisana entro il 2017

FINANZIAMENTI – Un miliardo e 480 milioni di opere da realizzare

IL TEMA – In ballo le opere per prevenire il dissesto idrogeologico

Altri otto anni per la terza corsia

Tanto ci vorrà per veder completato il tratto Palmanova-Portogruaro, diviso in più lotti

«Entro il 2022 sarà realizzato l’intero tratto Palmanova-Portogruaro». Conscio del peso che le sue parole possono avere in questo momento di tensione con quella parte di sindaci che non intravvedono sbocchi per la realizzazione della terza corsia (con tutte le relative opere), l’amministratore delegato di Autovie Venete, Maurizio Castagna, è arrivato all’inaugurazione del nuovo ponte sul Piave ben equipaggiato di dati e soprattutto “date”.
La prima notizia è che, per tutti e tre i lotti ancora da realizzare, è stata completata la progettazione definitiva; dato non trascurabile perché, a fronte di una domanda sul «cosa ne sarà ora del tratto nel Portogruarese», la considerazione naturale è che un progetto non può prescindere dall’altro e vanno seguiti in egual misura. «Per il terzo lotto (Alvisopoli-Gonars) e il quarto (Gonars-Villesse) – ha spiegato Castagna – sono state esperite le gare d’appalto con relative aggiudicazioni, mentre per il secondo (San Donà di Piave-Alvisopoli) è stata stabilita un’ulteriore suddivisione in stralci (Alvisopoli-Portogruaro il primo; San Donà-San Stino il secondo; Portogruaro-San Stino il terzo), scelta che agevola la sostenibilità economica, consente la partecipazione alle gare delle imprese locali, e riduce i disagi all’utenza». Anche il quarto lotto sarà suddiviso in due sub lotti. «Le opere ancora da realizzare – ha ricordato – valgono 1 miliardo 480 milioni di euro, investimento che il Piano Economico Finanziario presentato a giugno 2014, prevedeva di scorporare in più tranche: 849 milioni a copertura di interventi da realizzarsi entro il giugno 2022 e ulteriori 579 entro il 30 giugno 2031». Come confermato anche dal presidente del Friuli, Debora Serracchiani, c’è un lavoro anche di «diplomazia» con il Governo in corso per reperire le risorse necessarie. «Un’azione sinergica, favorita dal costante pressing esercitato dal Commissario – spiega Castagna – ha permesso di ottenere 130 milioni di euro (di cui 30 già incassati quest’anno, gli altri 100 previsti nel 2015); ulteriori 30 milioni di euro inseriti nel decreto “Sblocca Italia” e altri 150 frutto del rinnovo del prestito con la Cassa Depositi e prestiti. Somme a cui andranno ad aggiungersi risorse proprie di Autovie».
Obiettivi temporali: realizzare entro il 2017 il tratto Palmanova-Latisana e, a piano approvato, l’intero tratto Palmanova-Portogruaro entro il 2022. C’è, poi, tutta la partita delle opere di mitigazione ambientale, per le quali i sindaci stanno insistendo, perché vanno a toccare problematiche delicate come quelle del rischio idrogeologico. «Sempre entro il 2022 – conclude Castagna – saranno realizzate queste opere».

 

«E ora proseguire veloci a est per risolvere i nostri problemi»

«Indispensabile quanto prima la realizzazione dell’opera, per l’economia del territorio e per tutte quelle opere previste per risolvere il problema del rischio idrogeologico».
A parlare sono i sindaci che, da Noventa di Piave in poi, attendono con ansia la prosecuzione della terza corsia dell’autostrada. Oggi ancora di più, visto che, con la conclusione dei lavori proprio fino al casello di Noventa, il «tappo», con relativi problemi di viabilità, riguarda proprio quel territorio. Il sindaco Antonio Bertoncello, che ha delegato al suo vice Luigi Villotta l’incarico di seguire l’evolversi delle cose, conferma la necessità e ricorda che è già previsto un incontro con Debora Serracchiani, presidente del Friuli. L’appuntamento è per il 24 o il 25 di questo mese. «Ritengo indispensabile la terzo corsia – ha commentato il sindaco di Fossalta di Portogruaro, Noel Sidran – anche per le opere di accompagnamento che sono essenziali per il territorio; vedi il canale di intrattenimento delle acque provenienti dal Friuli. Realizzarlo significherebbe risolvere il 90% del problema idrogeologico. Senza contare quanto può valere questa opera per l’economica di un territorio come il nostro». Gli fa eco il collega di San Stino, Matteo Cappelletto. «Direi che è fondamentale il confronto diretto con il presidente Serracchiani e con la stessa Autovie Venete, al di là delle dichiarazioni lette sulla stampa o le comunicazioni inviateci in email. Importante la terza corsia, come le opere complementari che, in questo periodo così delicato per tutta l’area (vedi gli allagamenti), paradossalmente sono quasi più importanti e urgenti. Da capire, dunque, se i tempi sono legati a scelte precise o a situazioni di carattere tecnico».
In qualche modo anche Noventa è interessata dalla prosecuzione dell’opera. «Per tutta quella parte che riguarda il territorio di Grassaga», conferma il sindaco Alessandro Nardese. «È fondamentale spingere affinché si realizzi la terza corsia nel territorio del Portogruarese, anche da un punto di vista turistico, comparto molto importante per la nostra zona».

(f.cib.)

QUARTO-SAN DONÀ – Cantiere chiuso in anticipo di otto mesi rispetto a quanto era stato previsto

5 PONTI SUI FIUMI E 9 CAVALCAVIA

400 OPERAI IMPEGNATI IN TRE ANNI

TAGLIO DEL NASTRO – Lunedì l’inaugurazione con Zaia e Serracchiani. Da martedì via alle auto

Conto alla rovescia per l’apertura totale della terza corsia nel tratto Quarto d’Altino-San Donà di Piave. Lunedì prossimo, con l’inaugurazione dell’ultima grande opera – il doppio ponte sul fiume Piave – saranno terminati i lavori del primo dei quattro lotti di ampliamento della A4. E già da martedì, se il maltempo non farà rinviare gli ultimi lavori per la segnaletica, i veicoli potranno percorrere l’autostrada su tre corsie senza trovarsi di fronte la strozzatura dopo il Passante di Mestre o il restringimento a due corsie nell’attraversare il Piave. Il traffico autostradale potrà così scorrere senza intoppi di lavori in corso o riduzioni di carreggiate.

La terza corsia è stata completata, ed a tempo di record, in soli tre anni. L’intervento di ampliamento era infatti iniziato nell’ottobre 2011, prevedendo di terminarlo nel primo semestre del 2015. Invece i lavori sono finiti con quasi otto mesi d’anticipo, nonostante il maltempo di quest’anno abbia più volte rallentato l’esecuzione delle opere. Indicato da Autovie come uno dei più impegnativi della terza corsia della A4, il tratto Quarto d’Altino-San Donà ha richiesto la demolizione e la nuova costruzione, più ampia, di nove cavalcavia e cinque sottopassi, oltre alla realizzazione di cinque ponti che attraversano i fiumi Sile, Musestre, Vallio, Meolo e quello sul Piave, particolarmente complesso perché costituito da due carreggiate separate a sette campate, lunga 672 metri quella in direzione di Trieste, e ad otto campate, per una lunghezza di 740 metri l’altra, verso Venezia. In occasione dell’ampliamento dell’autostrada è stato realizzato anche il nuovo casello di Meolo-Roncade, atteso da decenni perché consente un collegamento diretto con Jesolo ed il litorale lungo la Treviso-mare. Anche il casello è stato costruito in tempi ridotti rispetto al previsto ed aperto già ad ottobre 2012, benché per due anni, fino ad un mese fa, consentisse soltanto l’accesso per Trieste e l’uscita da Venezia. Per agevolare l’innesto del traffico, sulla Treviso-mare sono state inoltre create due rotatorie, l’una di collegamento al nuovo casello, l’altra ai piedi del sovrappasso autostradale. Al casello di Noventa-San Donà è stato invece ampliato il piazzale per consentire la sosta di un maggior numero di veicoli.

L’imponente mole di lavori, che ha impegnato in questi tre anni quasi 400 dipendenti e oltre trenta imprese, è finalmente conclusa. Il taglio del nastro, alle 12 di lunedì, con il governatore del Veneto Luca Zaia e la presidente della Regione Friuli Debora Serracchiani, sarà l’inaugurazione vera e propria della nuova terza corsia.

 

DOPO IL RINVIO AL 2030 «Ma resta il problema del tratto successivo»

IL CONSIGLIERE PD «Non è possibile ingessare il territorio fino a Fossalta di Portogruaro»

VENEZIA – «Quali azioni intende compiere la Regione per tutelare presso Autovie Venete il territorio Portogruarese, rispetto ai tempi previsti per la realizzazione della terza corsia?».
Alessio Alessandrini, consigliere regionale del Pd, si rivolge direttamente al presidente della Regione Luca Zaia dopo l’annuncio del rinvio al 2030 della realizzazione della terza corsia dell’A4 nel tratto successivo, cioè quello da San Donà a Fossalta di Portogruaro. «Crescono le preoccupazioni per l’allungamento dei tempi che rischia di “ingessare” il territorio con le procedure di esproprio che già hanno riguardato i residenti compresi nel tratto del secondo lotto tra San Donà di Piave e il Tagliamento – scrive Alessandrini in un’interrogazione – e le preoccupazioni espresse dal Consorzio di Bonifica per il rinvio al secondo lotto dei tre canali di gronda previsti per la difesa idraulica del territorio, la cui realizzazione è possibile solo dopo la costruzione della terza corsia. Il presidente Zaia dovrebbe farsi carico delle preoccupazioni sollevate dai sindaci e da tutti gli altri enti interessati, oltre che dai soggetti per i quali sono previsti gli espropri, per sollecitare Autovie Venete a realizzare almeno il casello di Bibione conferendo all’opera carattere di urgenza. Infine – conclude il consigliere Pd – si dovrà fare la massima attenzione sulle opere di compensazione, soprattutto quelle di carattere ambientale».

Maurizio Marcon

 

Nuova Venezia – Danni per 5 milioni nel Portogruarese

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14

nov

2014

Il sindaco: «La Regione deve però dichiarare lo stato d’emergenza»

La casa protetta delle “Farfalle” non riaprirà prima del 2015

PORTOGRUARO – Il giorno dopo la città fa la conta dei danni dopo l’incredibile nubifragio che ha allagato più della metà del territorio, provocando anche tracimazioni a Portovecchio e a Ronchi. Un primo bilancio approssimativo porta a cinque milioni, a cui aggiungere i duecentomila messi in conto dall’Asl 10 per la casa protetta delle “Farfalle”. Portogruaro sta pian piano tornando alla normalità. L’unico sottopasso allagato restava quello che collegava San Nicolò a Portovecchio, ma l’acqua è scesa fino a sparire completamente; così come nell’altra infrastruttura viaria, tra l’altro nuova, cioè il sottopassaggio collocato sotto alla variante alla tangenziale. Danni ingenti hanno riguardato dunque la “Casa delle farfalle”, il centro per disturbi alimentari di via Resistenza. Le nove pazienti non potranno rientrare in questa sede prima del 2015, e per tutto questo tempo dovranno essere curate in ospedale. Si tratta di degenti molto giovani che curano l’anoressia. Il responsabile del servizio tecnico dell’Asl 10, l’ingegner Peter Casagrande, ha svolto un sopralluogo nella comunità alloggio. I danni hanno riguardato tutti gli arredi al pianterreno, nove stanze da letto, la cucina e la sala ricreativa. Per non parlare poi delle infiltrazioni ai muri e sulla pavimentazione. Il responsabile del centro, Pierandrea Salvo, che il giorno dell’acquazzone aveva pesantemente attaccato il Comune e la Protezione civile per la mancata assistenza, ha lavorato per recuperare il prima possibile la strumentazione medica, i computer e gli indumenti finiti sotto acqua. Antonio Bertoncello, il primo cittadino, non replica alle accuse di Salvo. Si annunciano tempi lunghi, però, per i risarcimenti. «La Regione deve dichiarare lo stato d’emergenza», ricorda, «solo allora in teoria potremmo permettere alle persone di presentare le domande per gli indennizzi. Noi cercheremo di anticipare le modalità di intervento, per agevolare i cittadini danneggiati. Troveremo una formula». Impossibile allentare il Patto di Stabilità. I danneggiati dovranno continuare a pagare le tasse come se non fosse accaduto nulla, mentre fa pensare l’assenza di autorità politiche regionali. I danneggiati di Portogruaro si sentono dimenticati dalle istituzioni. Ieri la disperazione si leggeva ancora sul volto degli abitanti di via Botticelli, delle Palazzine e del rione di Beata Maria Vergine. Almeno un centinaio di persone hanno perduto l’auto. Si calcola che a Portogruaro oltre cinquemila persone, a vario titolo, siano state coinvolte nell’ondata di maltempo. Calcolando un migliaio di euro a testa di danni, si arriva facilmente a toccare quota cinque milioni. Le opere di bonifica, da sole, hanno subito rotture per 200 mila euro. Il livello dei fiumi si è abbassato, ma la guardia resta alta, perché è annunciata una nuova perturbazione di origine atlantica per questa sera. Inizialmente soffierà la bora, poi domani lo scirocco e domenica il libeccio. Il mare difficilmente riceverà le acque dei fiumi. Il Livenza si sta abbassando, ma aumenta il livello del Meduna, anche per l’apertura delle dighe di Ravedis e Redona. A San Michele emergenza rientrata a Villanova della Cartera e Malafesta. Si sono ritirate le acque della roggia Rojada, tracimata in più punti.

Rosario Padovano

 

Gli agricoltori della Cia battono i pugni: «Chiedano più fondi da Venezia»

Consorzi di bonifica nel mirino

MESTRE «I consorzi di bonifica devono pretendere più risorse dalla Regione, gli interventi sul territorio sono insufficienti». La Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) di Venezia chiede un cambio di rotta ai vertici dei consorzi di bonifica, perché «battano i pugni sul tavolo» contro la Regione. «Bisogna dare atto al lavoro svolto dai tecnici dei consorzi di bonifica, presenti notte e giorno nelle zone più colpite. Lo stesso apprezzamento, però, non possiamo esprimerlo nei confronti degli amministratori dei consorzi», commenta Paolo Quaggio, presidente di Cia Venezia, «è da tempo che segnaliamo, anche nelle assemblee consortili, la soggezione nei confronti della Regione. Non sono stati ottenuti fondi sufficienti per la realizzazione di interventi straordinari, di cui il territorio ha urgente bisogno, né adeguati stanziamenti per i lavori di manutenzione. Ci si accontenta delle briciole, mentre occorrono investimenti». Ieri Quaggio ha fatto una ricognizione della situazione insieme ai referenti locali delle zone più colpite. «Ora ci sarà la consueta conta dei danni ed è assurdo, perché ci sono reali responsabilità», conclude il presidente di Cia Venezia, «a cosa serve avere dei consorzi di bonifica che non si battono per avere le risorse necessarie? La Cia ribadisce intanto la disponibilità dei suoi agricoltori a mettere a disposizione i propri campi, in occasione di precipitazioni di questo genere. Siamo disponibili a farli allagare, perché rappresentano gli unici polmoni permeabili del territorio. Per quanto riguarda la Riviera del Brenta, sosteniamo che l’idrovia possa diventare una grande bacino di laminazione: non bisogna pensare che tutta l’acqua verrà sversata in laguna, non sarà necessario».

Giovanni Monforte

 

riviera del brenta

Le scuole sono rimaste chiuse a Vigonovo

VIGONOVO. Il maltempo sferza la Riviera del Brenta e colpisce soprattutto l’area ovest e sud del comprensorio, in particolare i comuni di Vigonovo, Fossò, Campolongo Maggiore , Stra e Camponogara. Disagi minori a Mira e Dolo. Resta sotto controllo il livello dei canali Naviglio , Novissimo e soprattutto del Brenta, che per tutta la giornata di ieri hanno ricevuto la piena proveniente dal Padovano. A Vigonovo ieri il sindaco Damiano Zecchinato ha emesso una ordinanza di chiusura delle scuole elementari medie e materne. Nel paese il peggio era arrivato con la serata di mercoledì quando l’acqua ha invaso la centrale via Roma e poi le vie Padova , Pascoli e via Veneto. A creare problemi è stata soprattutto la tenuta della rete idrica di scolo. «L’acqua è arrivata in centro a 30 centimetri» raccontano esercenti e residenti, «e in tanti hanno avuto primi piani e scantinati allagati con danni per parecchie migliaia di euro. Fin dalla sera di mercoledì e per tutta la giornata di ieri sono entrate in azione le squadre della protezione civile comunale insieme ai vigili del fuoco della caserma di Mira. Le scuole a Vigonovo saranno riaperte già oggi visto poi che ieri la pioggia è stata meno insistente. Problemi si sono avuti anche a Sandon di Fossò dove è straripato il canale Cornio. A Stra la frazione più colpita è stata quella di San Pietro. A Camponogara invece allagamenti si sono avuti nella frazione di Campoverardo. Problemi infine anche a Liettoli di Campolongo Maggiore lungo le laterali di via Alto Adige.

(a.ab.)

 

La rete secondaria del Lusore ha tracimato a Campocroce nella zona del cimitero

Disagi anche in centro a Mirano dove la viabilità ha subito forti rallentamenti

Caltana finisce sott’acqua strade e scantinati allagati

CALTANA – A Santa Maria di Sala l’emergenza ha ormai la triste declinazione dell’abitudine. Non poteva mancare la frazione di Caltana nel computo dei paesi finiti sott’acqua dopo l’ultima ondata di maltempo, anche se questa volta i danni sembrano più limitati rispetto a soli due mesi fa, grazie al fatto che già durante la notte le precipitazioni sono diventate intermittenti, la piena dei canali ha potuto defluire a valle e il mare ha iniziato a ricevere. Allagamenti estesi dunque, ma di breve durata, che tuttavia non hanno mancato di far registrare nuovi disagi. Strade e scantinati sono finiti ancora una volta allagati: l’ultima volta era successo solo a settembre. Sott’acqua il centro, dal quartiere residenziale di via Einaudi alla provinciale via Caltana, davanti al Palazzo del Mobile. Via Pioga, via Einaudi, via Pellico, via De Gasperi sono finite ancora sotto con dieci centimetri di acqua. Area interamente allagata, come due mesi fa, ma questa volta salvata dal fatto che il rio Cavin Caselle, a differenza di settembre, non ha tracimato, rimanendo, seppur al limite, entro gli argini. «I canali di scolo hanno funzionato», spiega l’assessore salese all’Unità di crisi, Enrico Merlo, «ci ha aiutato anche il fatto che verso le tre di notte l’acqua ha improvvisamente iniziato a scendere e poi le condizioni meteo sono migliorate». Ieri mattina rimanevano però alcune strade chiuse, limitate o transitabili con prudenza. Anche i fossi in via Zinalbo e Braguolo verso Campocroce sono arrivati al limite, con locali tracimazioni. Sempre dal Salese, sempre come a settembre, sono finite sott’acqua anche alcune aree di Sant’Angelo, in particolare via Masi e via Marzari. A Stigliano e Veternigo livelli di piena sostenuti, ma sempre sotto controllo per il Muson e il rio Veternigo. Anche a Campocroce di Mirano soliti problemi legati alla tracimazione della rete secondaria collegata al Lusore, ieri di nuovo minaccioso. Ne hanno risentito la zona del cimitero del paese, con la chiusura parziale di via Chiesa e via Braguolo. Locali allagamenti, ma dovuti alla rete urbana di scolo, si sono verificati anche a Mirano centro, creando più che altro problemi alla viabilità. Adesso la preoccupazione è tutta per la nuova ennesima ondata di maltempo prevista nel fine settimana. Sabato tornerà a piovere e tutto dipenderà da quanto la tregua sarà servita ai canali di scolo del graticolato romano per svuotarsi e scendere di livello. Mobilitati uomini e mezzi del consorzio Acque Risorgive, la protezione civile regionale resta in allerta.

Filippo De Gaspari

 

CONCORDIA SAGITTARIA

Quaranta squadre di volontari al lavoro fino all’alba

CONCORDIA – All’indomani dell’eccezionale fenomeno atmosferico che ha coinvolto l’intero Comune di Concordia e non solo, la situazione sembra essere tornata alla normalità anche se l’allerta meteo per il fine settimana farà tenere le orecchie rizzate a più di qualcuno, soprattutto a chi, negli ultimi giorni, ha lavorato ininterrottamente per bloccare i flussi d’acqua che hanno allagato la città. Sono state circa 180 le richieste d’aiuto fatte alla protezione civile del Portogruarese nella giornata di mercoledì: 40 squadre di volontari hanno lavorato sino alle 7 di ieri mattina per prosciugare le numerose zone allagate del centro. Tra questi anche i vigili del fuoco locali e di Verona giunti con alcune colonne mobile adibite al trasporto di idrovore ancora più potenti che hanno notevolmente aiutato lo spostamento delle acque verso i canali di scolo. Ora si attende l’ammontare dei danni. «Gli impianti, nelle loro conformazioni, hanno funzionato a dovere» spiega Luca Villotta, responsabile dei volontari della protezione civile, mandamento di Portogruaro, «ma l’enorme quantità d’acqua scaricata sul territorio non era prevedibile nonostante le previsioni ci avessero allertato già alcune ore prima. Per circa due ore e mezza l’acqua ha continuato a scendere ininterrottamente rendendo la situazione ingestibile e difficile soprattutto per territori come questi. Sicuramente», è l’appello di Villotta, «un’attenzione maggiore da parte di tutti nella pulizia dei tombini, nel controllo o posizionamento delle pompe soprattutto nei garage interrati, potrebbe evitare disagi e danni come quelli che abbiamo subito in questi gironi. Aspettare che siano sempre gli altri a occuparsene, magari in situazioni estreme, risulta alla fine dannoso per tutti».

Gemma Canzoneri

 

Venezia. Alla Renier Michiel un tubo otturato fa saltare due giorni di lezioni. Il preside: «Questione vecchia, zero interventi»

Infiltrazioni, scolari a casa fino a lunedì

VENEZIA – Per un tubo otturato, la elementare “Renier Michiel” dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” resta chiusa due giorni, ieri e oggi. Niente lezioni per 250 bambini. Il guasto era stato ripetutamente segnalato al Comune da oltre un mese, senza che venissero presi provvedimenti. L’ufficio Scuola e Lavori Pubblici di Ca’ Farsetti si è giustificato dicendo che, a causa dell’approvazione in ritardo del bilancio, il personale è costretto a lavorare utilizzando gli avanzi del budget previsto per il 2013, mentre in passato in questo periodo avevano già gli appalti per la manutenzione assegnati alle ditte di riferimento. Il dirigente scolastico Salvatore Amato ha spiegato che se l’intervento non verrà eseguito oggi, chiederà la disponibilità per lunedì pomeriggio di una delle sedi del “Dante Alighieri” per non far saltare un altro giorno di scuola ai bambini, ma il Comune ha assicurato che questa volta i lavori verranno svolti e che la scuola sarà riaperta lunedì. Il problema riguarda un tubo pluviale passante all’interno dell’edificio. Intasato da foglie e da un piccione morto, il tubo scaricava acqua all’interno, provocando infiltrazioni. Tutti lo sapevano perché, in un recente sopralluogo, era stato effettuato un foro sulla parete, accertando la provenienza del danno. «Ci trasciniamo questo problema da un mese e mezzo», ha detto Amato, «e i tecnici del Comune erano già venuti tre volte, senza mai ripulire il tubo. L’ultima volta è stata proprio mercoledì mattina. Anche in questo caso però hanno guardato e sono andati via». Per questo durante una riunione tra personale scolastico e genitori avvenuta mercoledì pomeriggio, quando la perdita di acqua continuava, le maestre hanno chiamato i vigili del fuoco. Quando i pompieri hanno visto che l’infiltrazione interessava l’impianto elettrico, hanno sigillato l’edificio e mandato la comunicazione di intervenire al più presto. «Può essere che abbiano fatto delle segnalazioni», ha tagliato corto l’ufficio Scuole e Lavori Pubblici, «ma abbiamo 170 scuole e 70 in centro storico. Riceviamo decine di segnalazioni, ma fino a quando non è stato approvato il bilancio non abbiamo potuto intervenire. Adesso avremo 800 mila euro per interventi murari e 400 mila per opere impiantistiche. Entro dicembre l’appalto per la manutenzione verrà assegnato e potremmo provvedere a tutto». Intanto per il dirigente scolastico ieri è stata una dura giornata, molti genitori si sono lamentati, dando la colpa alla scuola: «Noi siamo ospiti qui», ha detto Amato, «più che segnalare non ho potuto fare altro. Ieri mattina la ditta chiamata dal Comune non aveva operai disponibili, oggi spero che risolvano il problema e che controllino anche i controsoffitti che sono bagnati». Intanto problemi anche in terraferma: 15 centimetri d’acqua in via dei Petroli a Marghera, disagi per le autobotti dirette a raffinerie e depositi. All’origine degli allagamenti che ormai si registrano spesso, ci sarebbero problemi di scarichi emersi dopo i lavori di bonifica.

Vera Mantengoli

 

Giornata di passione sulla Venezia-Milano, ritardo record di oltre sette ore per l’Euronight da Parigi

Allagamenti e frane: i treni vanno in tilt

MESTRE – Giornata da incubo ieri nei collegamenti ferroviari tra il Veneto e la Lombardia a causa della violenta ondata di maltempo che si è abbattuta nell’hinterland milanese, allagando la stazione di Melzo Scalo. Tutti i treni Frecciabianca che collegano Venezia da e per Milano e Torino hanno accumulato ritardi di circa un’ora, con punte anche di 100 minuti. Ma il record in negativo è spettato ai passeggeri che si trovavano a bordo dell’Euronight Parigi-Venezia, giunto in laguna con oltre sette ore di ritardo. Oltre ai problemi per l’allagamento a Melzo, a causare il ritardo record del convoglio da Parigi ha inciso la chiusura della linea del valico di confine di Domodossola per i movimenti franosi che hanno interessato i binari nella zona di Stresa. Di conseguenza l’Euronight è stato deviato attraverso il valico di frontiera di Modane, in val di Susa, con l’inevitabile allungamento di percorrenza. Sulla Venezia-Milano, i guai per i passeggeri sono iniziati già nella serata di mercoledì quando l’esondazione di un corso d’acqua in piena ha causato l’allagamento degli impianti di rete che regolano la circolazione dei treni nella stazione di Melzo Scalo. I disagi sono stati subito molto pesanti. Basti pensare che l’ultimo Frecciabianca serale da Torino e Milano è arrivato a Venezia Santa Lucia intorno alle 3.30 anziché alle 23.40. E ieri i problemi sono perdurati per tutta la giornata, mentre i tecnici erano impegnati nel tentativo di riparare gli ingenti danni. «I tecnici di Rete Ferroviaria Italiana sono prontamente intervenuti per ripristinare l’infrastruttura», fa sapere Trenitalia in una nota, «Data l’entità dei danni riportati, i lavori proseguiranno per tutta la settimana. I treni in transito registrano ritardi con un punte fino al massimo di un’ora».

Giovanni Monforte

 

Gazzettino – I comuni cella costa all’attacco

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14

nov

2014

LA POLEMICA – L’alluvione nel Portogruarese ha riportato alla luce l’estrema la fragilità del territorio. I rappresentanti dei Consorzi di bonifica hanno confermato di non essere in grado di gestire le emergenze di questa natura. Ma non è tutto. Anche il sindaco di San Michele al Tagliamento ha evidenziato diversi problemi. «Gli avvisi del meteo erano incomprensibili e contraddittori».

I DANNI – Nel frattempo è partita la conta dei danni. Il centro disturbi alimentari ha subito un danneggiamento di 200mila euro, mentre ammontano a tre milioni i consumi di energia elettrica legati al funzionamento delle idrovore. Negli ultimi tempi i macchinari sono stati costretti a lavorare intensamente.

DANNI PER MILIONI – Bertoncello: «Problemi di comunicazione nella fase critica, serve il numero unico». Esplosi i costi dell’energia. Resta chiusa scuola di Venezia

MALTEMPO – A Portogruaro il sindaco ammette i disservizi. Il collega di S. Michele: «Avvisi meteo contraddittori»

Alluvione, territorio senza difese

L’emergenza ha messo in crisi i Consorzi di bonifica: «Non siamo in grado di affrontare condizioni così estreme»

Il sindaco di San Michele «Avvisi meteo incomprensibili»

DISASTRO – Il Centro disturbi alimentari ha subito danni stimati in almeno 200mila euro

DIFFICOLTÀ – Problemi di comunicazione nei momenti più critici «Serve il numero unico»

Il diluvio nel Portogruarese costa milioni di euro

Il Consorzio ammette la propria impotenza: «Impianti tarati al massimo per 100 mm/ora di pioggia, non per il doppio»

Il sindaco di San Michele, Pasqualino Codognotto, ribadisce la difficoltà nell’interpretare gli avvisi meteo. «I Sindaci hanno grosse responsabilità per le decisioni da prendere a seguito dei bollettini meteo della Protezione civile regionale – ribadisce Codognotto – ma se queste sono incomprensibili diventa per noi primi cittadini davvero difficile riuscire a gestire le emergenze. Solo nella mattinata mi era arrivato un messaggio di avviso per le condizioni meteo, in cui si presentava il quadro delle previsioni tra monti, Prealpi e pianura, salvo poi proseguire con l’esatto contrario. Insomma serve comunicare con chiarezza, altrimenti oltre a gestire le emergenze ci troveremo in ulteriore difficoltà». «Emergenza rientrata in tutto il Comune – spiega il Comandante della Polizia locale di San Michele, Andrea Gallo – teniamo ancora chiusa la strada sul Cavrato per monitorare il Tagliamento, ma contiamo di riaprirla nelle prossime ore». Restano i danni per il litorale, eroso in un tratto di alcuni chilometri a Bibione e sulla spiaggia di Ponente a Caorle, oltre allo spiaggiato.

(M.C.)

 

«Macchina dei soccorsi in crisi»

Il sindaco di Portogruaro Bertoncello ammette disservizi durante l’emergenza

Qualcosa, nella macchina dei soccorsi, dev’essersi inceppato. È lo stesso sindaco Antonio Bertoncello a dire che ci sono stati dei disservizi legati all’incapacità di «comunicare nell’emergenza». Ieri, in Municipio, si è svolto un vertice tra l’amministrazione comunale, il Genio Civile, il Consorzio di bonifica, i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile per capire meglio ciò che è successo nelle prime ore di mercoledì, quando sulla città sono caduti 200 millimetri di pioggia. «Il Consorzio di bonifica – spiega il sindaco – ci ha illustrato i dati registrati sul territorio. Ci hanno spiegato che Portogruaro è stata invasa da 6milioni di metri cubi d’acqua. Su tutto il territorio è come se fosse arrivata addosso la quantità d’acqua del lago di Barcis. Si è trattato di un fenomeno davvero eccezionale, mai registrato negli ultimi 40 anni». Se il motivo dell’alluvione viene dunque imputato alla violenza del fenomeno meteorologico, resta da capire se si poteva avvisare per tempo la popolazione e perché alle molte chiamate di aiuto non siano arrivati, in un tempo ragionevole, le adeguate risposte. «Alle 5 del mattino non era prevedibile quello che è successo poi alle 7. Da quello che abbiamo potuto verificare – continua il sindaco – le chiamate si sono concentrate in pochissimo tempo e in questa situazione i ritardi sono inevitabili. I 15 operai del Comune e gli agenti della Polizia Locale erano tutti impegnati sul territorio. La Protezione Civile ha chiamato i volontari e ha fatto quel che poteva. L’emergenza non è stata sottovalutata ma sicuramente – ammette il sindaco – ci sono stati dei problemi di comunicazione. Le segnalazioni dovrebbero arrivare ad un numero unico, in modo tale da avere un quadro complessivo delle situazioni più critiche e alle quali va data priorità. Nei prossimi giorni, assieme al Consorzio di bonifica organizzeremo degli incontri con i cittadini che giustamente vogliono capire come sono andate le cose». E aggiunge Luca Villotta, coordinatore della Protezione civile comunale: «Sono state impegnate 20 squadre con 63 volontari di Portogruaro. Gli interventi fatti sono stati 62, più altri 89 in affiancamento ai vigili del fuoco».
Intanto, al Centro disturbi alimentari «Casa delle farfalle» è stata fatta una prima stima dei danni, che ammontano a circa 200mila euro. La pavimentazione, i muri, le porte interne e tutti gli arredi al pian terreno, con 9 stanze da letto, cucina e sala ricreativa, sono stati danneggiati. Il responsabile del Centro, Pierandrea Salvo e i suoi collaboratori anche ieri hanno lavorato per cercare di recuperare prima possibile ciò che serve a proseguire le terapie alle 9 ragazze in cura: strumentazione medica, computer ma anche tutti gli indumenti finiti sott’acqua. «Serviranno circa tre mesi per poter ripristinare le attività nel Centro».

 

Il nubifragio a Portogruaro costa milioni di euro. L’allarme è rientrato assieme ai corsi d’acqua mentre la popolazione si lecca le ferite. Nessun fine settimana festivo per tecnici e operai ma una nuova perturbazione in vista. «Siamo tutti al lavoro – spiega Sergio Grego, direttore del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale – è la terza nottata consecutiva per il personale». Gli ingegneri hanno costantemente monitorato l’andamento delle quote e il funzionamento delle idrovore dalla sala di telecontrollo, mentre sorveglianti e operai hanno presidiato il territorio per intervenire sulle opere di bonifica in caso di necessità. «La situazione si è gradualmente normalizzata nel corso della notte l’acqua è defluita anche dalle ultime aree ancora allagate». Risultano confermati in circa 200 i millimetri di pioggia dell’evento che ha provocato gli allagamenti. «La Bonifica è stata studiata per gestire 30 mm in un’ora – spiega l’ingegner Grego – abbiamo potenziato il sistema fino a 100 mm, al doppio non arriveremo mai». Insomma servono investimenti per mettere in sicurezza un territorio come il Veneto orientale e fino ad ora solo le amministrazioni di Portogruaro e San Michele al Tagliamento sono riuscite ad investire sulla sicurezza idraulica. Il Consorzio invece ha già provveduto a chiedere alla Regione Veneto i danni subiti dalle opere di bonifica. I primi interventi in corso di attuazione sono di circa 200 mila euro. «Ultima spiacevole conseguenza di quest’annata meteorologicamente difficile – ricorda Grego – è che il conto per il consumo di elettricità necessaria al funzionamento degli impianti idrovori anche quest’anno è stimato in oltre 3 milioni di euro».

Marco Corazza

 

IN RIVIERA DEL BRENTA – Studenti a casa a Vigonovo

A scuola in trattore a Fossò. Genio civile al lavoro per una frana sul Brenta-Cunetta

Mercoledì, in solo sei ore, dalle 12 alle 18, nel territorio della Riviera del Brenta è caduta una media di 100 millimetri di pioggia. A Vigonovo, il paese più colpito dagli allagamenti, addirittura 108 millimetri. Qualcosa meno per i comuni di Dolo, Stra, Fiesso d’Artico, Campagna Lupia, Camponogare e Campolongo Maggiore. Ovunque strade e case allagate, per non parlare dei garage e dei locali sotterranei. Il brutto della questione è che nel fine settimana è prevista una nuova perturbazione. A Vigonovo i Vigili del Fuoco hanno lavorato ininterrottamente per 18 ore pompando l’acqua delle strade in Brenta. Tutte le scuole comunali e gli asili ieri sono rimasti chiusi in base a una ordinanza del sindaco. Nella frazione Sandon di Fossò alcuni genitori impossibilitati a raggiungere la scuola in auto per l’allagamento delle strade hanno invece portato a scuola i loro figli col trattore.
Se ieri mattina il territorio a monte della Riviera del Brenta si è risvegliato con quasi tutte le strade all’asciutto, il problema si è spostato nel territorio a valle, dove le campagne sembrano laghi d’acqua. Gli scoli consorziali che portano l’acqua negli invasi per poi essere pompata in laguna con le idrovore sono quasi tutti straripati. A Sandon, in via Celestia, la zona più colpita. Per l’ennesima volta e tra la disperazione dei residenti sono rimaste allagate una ventina di abitazioni. C’è chi ha avuto all’interno delle abitazioni 50 centimetri d’acqua, nonostante i sacchi di sabbia e le paratie da porre sulle porte siano ormai diventati arnesi di casa. Ieri, solo per citarne alcune, erano ancora allagate via Celestia, via Cartile, via Cornio e via Toscana a Sandon di Fossò; via Cornio, via Goldoni e via Alighieri a Premaore di Camponogara, nonché tutto il lungo tratto di via Sopracornio posto a confine tra i comuni di Campagna Lupia e Bojon di Campolongo Maggiore.
Il Brenta-Cunetta non desta per il momento alcuna preoccupazione, anche se sulla riva interna dell’argine destro le piene di giorni scorsi hanno creato una grossa frana. Il Genio Civile di Padova è già sul posto da ieri mattina per ripararla.

Vittorino Compagno

 

GLI AGRICOLTORI – La Cia striglia i consorzi di bonifica «Si facciano sentire in Regione»

Gli agricoltori della CIA col presidente Paolo Quaggio danno la sveglia ai Consorzi. «I Consorzi di bonifica devono pretendere più risorse e da tempo segnaliamo la loro soggezione nei confronti della Regione. Non sono stati ottenuti fondi sufficienti per la realizzazione di interventi straordinari né adeguati stanziamenti per i lavori di manutenzione. Ci si accontenta della briciole, mentre occorrono grossi investimenti». «Chiediamo un cambio di rotta ai consorzi, perché battano i pugni sul tavolo e ottengano dalla Regione le risorse per la messa in sicurezza del territorio», ribadisce Silvano Borile, responsabile CIA di zona.

 

A VENEZIA – Oggi la ditta dovrebbe finalmente iniziare i lavori alla Renier Michiel

Scuola allagata, studenti a casa fino a lunedì

Ben che vada gli oltre duecento ragazzi della elementare Renier Michiel torneranno a scuola lunedì. Ma tutto dipenderà da quanto tempo ci vorrà per mettere in sicurezza l’edificio interessato da una consistente infiltrazione d’acqua che da una grondaia ha allagato il secondo piano disperdendosi all’interno delle murature. Per questo mercoledì sera i vigili del fuoco, chiamati dai genitori al termine di un’assemblea, hanno deciso di mettere i sigilli riscontrando che l’acqua avrebbe potuto compromettere il funzionamento dell’impianto elettrico e dell’ascensore. Ma la situazione fin dalla mattina era apparsa drammatica, con il pavimento allagato e la pioggia che entrava anche dagli infissi. E non è una novità. Da un mese e mezzo, secondo il preside Salvatore Amato, ci sono problemi quando piove. E immediatamente era stato avvertito il Comune, che aveva mandato i propri tecnici in sopralluogo. Fotografie dei danni ma poi la laconica risposta di mancanza di fondi. E poi continui solleciti della scuola senza esito fino a mercoledì. Ieri i tecnici del Comune sono tornati alla Michiel: la ditta che sarebbe dovuta intervenire era impegnata in un corso di aggiornamento, sarà disponibile solo oggi. L’ipotesi più probabile è che il tubo pluviale sia ostruito, magari da qualche carcassa di volatile. Intanto tutte le classi staranno a casa. E poi si dovranno valutare gli eventuali danni statici, perchè le infiltrazioni d’acqua sulle pareti – spiega il preside – potrebbero aver creato dei problemi ed è necessario appurare che la situazione sia priva di rischi. Non è detto quindi che la ditta oggi sia in grado di concludere il lavoro. «Se dovessero esserci dei ritardi – conclude Amato – cercherò di far in modo che gli studenti della Michiel facciano scuola di pomeriggio alla Dante Alighieri, in modo da non perdere preziose ore di lezione».

Raffaella Vittadello

 

LA PROPOSTA – Un unico soggetto per la pulizia e la divisione delle spese tra tutti i Comuni che si affacciano sui fiumi

Presto vertice dei primi cittadini «Basta, le spiagge non sono una discarica»

Sindaci della costa all’attacco: «La rimozione di rifiuti e detriti non può essere solo a carico nostro»

JESOLO – Erosione e rifiuti spiaggiati, le spiagge veneziane chiedono aiuto. Per questo ieri mattina il presidente di Federconsorzi Jesolo ha incontrato il sindaco di San Michele, Pasqualino Codognotto, coordinatore dei sindaci della costa veneziana. Sul tavolo della discussione tutte le questioni legate ai danni causati in tutto il litorale veneziano dal maltempo degli ultimi giorni. Argomenti che i sindaci affronteranno nella prossima riunione programmata al massimo entro la fine di novembre. Anche perché nelle spiagge comprese tra Punta Sabbioni e Bibione sono spariti migliaia di metri cubi di sabbia, 70 mila solo a Jesolo. In compenso sono comparse tonnellate di rifiuti. «La cui rimozione non può continuare ad essere a carico delle località balneari – ha chiosato Cattai – le spiagge veneziane non sono la discarica del Veneto: la spesa per la rimozione di questi rifiuti deve essere divisa tra tutti i comuni affacciati nei vari fiumi. Nel nostro caso abbiamo anche chiesto che venga individuato un unico soggetto per compiere le pulizie: il Comune può intervenire solo sulla battigia e non sul resto. Perché non individuare un unico soggetto? Noi siamo disponibili, ovviamente con un contributo». L’altra questione affrontata riguarda i danni provocati dalla mareggiata. «Al momento non c’è una stima di danni, anche perché dobbiamo considerare che alcune località hanno iniziato la scorsa stagione in ritardo proprio perché l’arenile non era stato ripristinato in tempo – aggiunge Cattai -. C’è dunque la necessità di intervenire a livello immediato e per questo abbiamo chiesto di sostenere, in Regione, la nostra proposta di movimentare una maggiore quantità di sabbia da una parte all’altra della spiaggia: quella eccedente può essere utilizzata nei tratti dove invece manca». E se inevitabilmente è già iniziata la partita dei costi per il prossimo ripascimento, fondamentale per garantire la regolarità della prossima estate, gli operatori chiedono anche un intervento definitivo. «È indispensabile pensare nel lungo periodo, soprattutto a livello strutturale – conclude Cattai -. Per fine mese si conosceranno gli esiti dello studio elaborato dall’Università di Padova per proteggere la costa. Dopo tante parole, ci aspettiamo delle risposte concrete».

Giuseppe Babbo

 

MESTRE – Un allagamento nello scalo di Melzo manda in tilt la circolazione sulla linea Milano-Venezia

Maltempo, dimezzati i treni per i pendolari

MESTRE – La linea Venezia-Milano subirà per circa una settimana gravi disagi dovuti al maltempo. A Melzo, in Lombardia, è stato allegato lo scalo e l’acqua ha bruciato alcune centraline che servono ad alimentare la rete ferroviaria che collega il Nordest con il capoluogo lombardo. Così dalle 22 di mercoledì la circolazione ha cominciato a rallentare. I tecnici di Rete Ferroviaria Italiana sono intervenuti per ripristinare l’infrastruttura, ma data l’entità dei danni riportati, i lavori proseguiranno per tutta la settimana. Ieri i treni in transito sulla linea hanno registrato ritardi con punte fino al massimo di un’ora.
L’effetto più grave è la riprogrammazione dell’offerta commerciale del trasporto regionale, ovvero dei treni dei pendolari. È stata decisa una riduzione del 50 per cento, un vero dimezzamento, mentre le Frecce non saranno intaccate dal taglio.
Intanto l’emergenza in Italia continua. Ancora un morto, e sono otto in due mesi: il maltempo e soprattutto le disastrate condizioni del territorio italiano continuano a fare vittime. L’ultima è un giardiniere di 36 anni rimasto incastrato in una pala di un mulino a Crema mentre stava tentando di aprire una chiusa per far defluire l’acqua. E se per le prossime ore è prevista una tregua, già in serata una nuova perturbazione atlantica raggiungerà il nord ovest, colpendo zone della Liguria del Piemonte e della Lombardia che sono praticamente al collasso.
Ma ora a far paura è il Po: il grande fiume ha superato abbondantemente i livelli di guardia, facendo registrare a Piacenza i 7 metri sopra lo zero idrometrico e nelle prossime ore è attesa la piena. «Non ci fa dormire sonni tranquilli – conferma il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli – prevediamo che si possa arrivare ad una criticità elevata nel tratto tra Casalmaggiore, in provincia di Cremona, e il Delta». L’Agenzia interregionale per il Po indica infatti «nuovi incrementi» dei livelli del tratto mediano del fiume nelle prossime 24-48 ore. In attesa della nuova emergenza e sperando che non si debbano contare nuove vittime, nelle regioni colpite dal maltempo dei giorni scorsi si fa la conta dei danni e ci si prepara ad affrontare la nuova perturbazione. In Piemonte, dove dopo 36 ore è stata riaperta la linea internazionale del Sempione, la stima dei danni ha già raggiunto i cento milioni. I laghi Maggiore e Orta hanno smesso di crescere. In in provincia di Ivrea è isolato il paese di Ribordone a causa di un grosso masso finito sulla provinciale. Rientra l’allarme a Milano: il Seveso è tornato negli argini. «Troppi morti, è ora di dire basta – ripete il capo della Protezione Civile – Un paese come il nostro, che può stare tra i primi nel mondo, non può permettersi di pagare dazi di questa portata. Bisogna intervenire e subito».
Dopo la tregua di oggi sabato “arriverà una nuova forte perturbazione atlantica»con ritorno del maltempo soprattutto al Centronord. Sarà dunque,spiegano gli esperti di ‘3bmeteo.com’, nuova allerta meteo in particolare sul Nordovest. Piogge e rovesci, sempre sabato, si intensificheranno anche sul Nordest ed in particolare a ridosso delle Prealpi. In generale su fascia prealpina, pedemontana, Friuli Venezia Giulia e Liguria sono previsti anche oltre 100-150mm di pioggia, che andando a sommarsi a quelli di giorni scorsi porteranno a degli accumuli mensili notevoli, fin oltre i 1000mm su alcune zone del Friuli, oltre 500-600mm su Liguria e Piemonte. Nevicate molto abbondanti interesseranno inoltre le Alpi mediamente oltre1600-2000m.

 

Gazzettino – Espropriato per l’A4 che non c’e’.

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13

nov

2014

AUTOSTRADA – La protesta di un giovane che non può costruire la casa per cui paga già un mutuo

Solo a Portogruaro sono 230 i terreni coinvolti, ma la terza corsia è stata “congelata”

«Gli espropri per l’A4 hanno condizionato il nostro futuro».
È un sentimento misto di impotenza e di rabbia quello espresso dalla parole di un giovane portogruarese che, due anni fa, si è visto espropriare un terreno di ottomila metri quadri per la realizzazione della terza corsia dell’A4 Venezia-Trieste. Un’opera che, stando alle ultime comunicazioni di Autovie Venete, verrà completata solo nel 2031.

Per la concessionaria è infatti prioritario il tratto che va da da Fossalta a Palmanova, lasciando ai prossimi anni quello che va da San Donà a Portogruaro. Con buona pace degli espropriati, fino ad Alvisopoli circa un migliaio, che ad oggi non hanno ancora avuto comunicazioni sull’iter del procedimento. Uno di loro è un giovane di Portovecchio: «Alcuni anni fa – spiega – ho acquistato un terreno con un rustico che avevo intenzione di ristrutturare per andarci a vivere con la mia compagna. Dopo aver sistemato tutte le carte e ottenuto tutti i permessi, compresa l’autorizzazione di Autovie sulle distanze dall’autostrada, nel 2012 mi è arrivato l’avviso di esproprio per una parte consistenze del terreno sul quale si affaccia questo rustico che, nel progetto, era stato pensato come una casa di campagna con ampie vetrate al piano terra. Ad oggi non sappiamo se e quando questo procedimento verrà concluso, ci troviamo con un terreno vincolato, senza alcun tipo di risarcimento e con un progetto di ristrutturazione che deve per forza essere rivisto».

Da pochi mesi il giovane è poi diventato papà: «Per dare una casa adeguata alla mia famiglia, nell’incertezza di questa situazione, ho dovuto spendere più di 50mila euro per sistemare un piccolo appartamento che oggi è diventato la nostra casa – riprende -. Nel frattempo, tra mille difficoltà economiche, è da luglio del 2010 che pago un mutuo senza poter usufruire della nuova abitazione. Quello che chiedo è solo di avere delle risposte su quando e come finirà questa storia». Nel Comune di Portogruaro le proprietà interessate agli espropri per la terza corsia sono ben 230.

Teresa Infanti

 

Violento nubifragio, case e strade allagate. Tracimano i fiumi

Portogruarese sott’acqua

Portogruaro chiederà lo stato di calamità

L’Esercito a Concordia

Nubifragio al mattino, caduti 250 millimetri di pioggia in appena due ore

Sott’acqua case, negozi e strade. Tracimano fiumi e canali, caos treni

PORTOGRUARO – Emergenza maltempo, duramente colpite Portogruaro, Concordia, Gruaro, Fossalta, Cinto, Teglio, San Stino e San Michele. Il sindaco di Portogruaro, Antonio Bertoncello, ha chiesto lo stato di calamità e l’allentamento del Patto di stabilità per affrontare l’emergenza, mentre le scuole oggi resteranno aperte. Il territorio è in ginocchio per colpa delle violente piogge e delle tracimazioni di torrenti, rogge e persino fiumi. Ben 250 millimetri di pioggia caduti in due ore, dalle 5 alle 7 di ieri mattina, hanno provocato l’allagamento di moltissime strade. L’acqua ha invaso almeno 250-300 case e negozi, oltre a una fabbrica al confine con il pordenonese. Sospesa a lungo la circolazione ferroviaria, per colpa dell’esondazione del fiume Cormor, in provincia di Udine. Con il passare delle ore il livello dei corsi d’acqua è aumentato notevolmente. Il Lemene è tracimato nel pomeriggio a Cavanella. Esondazioni si sono registrate però anche a Gruaro e Portogruaro, complici sempre il Lemene e anche il Versiola. La situazione ricorda da vicino quella di inizio febbraio, quando Borgo Sant’Agnese venne sommersa dalla furia di un Versiola carico di piogge. Si teme il peggio. Difficile poi quantificare i danni, che potrebbero sfiorare i cinque milioni, sommando beni mobili e immobili, per non parlare di quelli patiti dai coltivatori e dai titolari di aziende allagate. Al lavoro da prima dell’alba ci sono Protezione Civile, Genio, operai comunali, vigili del fuoco. Non sono mancate però le lamentele di chi, e sono la maggior parte, si sono trovati soli a dover fronteggiare l’emergenza. I soli carabinieri hanno ricevuto 985 richieste d’aiuto, ma chiaramente i militari dell’Arma. La polizia locale ha fatto il possibile. I tecnici del consorzio di Bonifica Veneto orientale hanno lavorato incessantemente. L’acqua è entrata nelle case a Portogruaro in zona Frati, su tutte le laterali di viale Treviso e anche in via Livenza, dove ci sono le scuole elementari, interessate solo parzialmente. Il fronte maggiore del nubifragio si è registrato nella zona di viale Trieste, dove tutte le laterali sono finite a mollo. Allagati scantinati e garage, danneggiate almeno una cinquantina di auto rimaste intrappolate. Riflessi dell’emergenza anche nelle frazioni portogruaresi di Summaga e Pradipozzo, oltrechè a Lugugnana. «Sono ancora ore di allerta, tutto il personale del Comune sta facendo il possibile», afferma il sindaco Antonio Bertoncello, «il settore manutentivo, la polizia locale e la protezione vivile, in collaborazione con le altre del territorio, hanno attivato il Centro operativo comunale e in collaborazione anche con i vigili del fuoco stanno monitorando la situazione. Il livello del Lemene si sta alzando lentamente perché sta raccogliendo l’acqua da nord, il mare non sta ricevendo bene, ma dovrebbe essere al suo culmine, tuttavia un eventuale forte temporale, come quello della notte scorsa, potrebbe aggravare la stato attuale delle cose. Invito tutti i cittadini a fare attenzione a prendere tutte le precauzioni possibili». A Gruaro isolato tutto il centro, allagate anche le strade di località Bagnara. La Protezione civile regionale del Veneto ha fatto sapere che almeno 300 uomini sono impegnati sui vari fronti dell’emergenza. A preoccupare sono soprattutto i fiumi. Il Lemene non è il solo a creare problemi. Infatti a San Stino è tracimato ancora il Fosson allagando le campagne. In regime di guardia il Malgher, sempre nel Sanstinese, e il Caomaggiore a Cinto.

Rosario Padovano

 

san donà

Il Piave resta nei limiti di guardia

SAN DONÀ. Pioggia e maltempo continuano, ma la situazione idrometeorologica a San Donà non desta preoccupazioni nonostante la forte pioggia. Tanto che una squadra di cinque uomini della protezione civile è partita in aiuto nel Portogruarese. «Resta disponibile sul territorio un’altra squadra, allertata per qualunque eventualità», spiega il vicesindaco e assessore alla protezione civile, Luigi Trevisiol, «ma al momento la situazione non presenta rischi particolari». Il livello del Piave e dei canali ha risentito in misura poco significativa delle forti precipitazioni che su San Donà hanno raggiunto un livello cumulato dalla mezzanotte di circa 10 millimetri. La piena del fiume, per quanto in limitata crescita dalla serata di ieri, a mezzogiorno non ha ancora raggiunto il livello di 24 ore prima. Non preoccupa nemmeno il livello del fiume a Segusino, importante per definire la massa d’acqua che si scaricherà nelle prossime ore: a mezzogiorno si attesta attorno al metro, ben al di sotto del livello di rischio.

(g.ca.)

 

Non solo le frazioni, questa volta è stato l’intero Comune a essere inondato

I residenti: «Idrovore tardi in funzione». Il sindaco: «Una bomba d’acqua»

L’Esercito a Concordia chiuse ieri due scuole

CONCORDIA – Ieri a Concordia, assieme alla protezione civile e ai vigili del fuoco, c’era anche l’Esercito: il maltempo ha allagato la città. Un evento straordinario che, per la prima volta, ha riguardato l’intero Comune. Solitamente, infatti, a risentire di queste situazioni sono state le frazioni di Lison, Paludetto e Teson ma questa volta, invece, l’acqua ha raggiunto anche il centro, entrando nelle case, nei negozi e nelle scuole. Subito disposta per ieri dal sindaco Claudio Odorico la chiusura delle scuole dell’infanzia di via Julia e primaria di Paludetto in via Battisti: il problema idrico si ripresenta anche quest’anno, a pochi giorni dalla sottoscrizione del nuovo Piano delle Acque redatto proprio per cercare di evitare queste situazioni. Non è il Lemene a straripare, almeno non ancora, ma il problema è tutto negli impianti di pompaggio delle acque piovane e nell’otturazione dei tombini e dei fossati, fatto è che ieri, tutta la comunità ha impugnato secchi, sacchi e scope, alzato paratie e lavorato ininterrottamente assieme ai volontari della Protezione Civile per cercare di limitare i danni quanto più possibile. L’acqua, dopo aver toccato oltre i venti centimetri, ha cominciato a scendere nelle prime ore del pomeriggio anche se la pioggia non ha mai dato tregua: allagato il centro storico, via Oberdan, via Musil, via Aquileia, via Maentrada e molte altre. Preoccupante la situazione della viabilità: «Non passate con le auto nelle vie allagate», è l’appello di molti, «o perlomeno evitate le alte velocità che aumentano i disagi perché provocano spostamenti d’acqua diretti nelle case». E non mancano le polemiche tra la cittadinanza che subito ha puntato il dito sull’attivazione forse tardiva delle pompe, avvenuta verso le 7.30 di ieri. «In verità le idrovore sono state attivate martedì sera anche se non era giunta alcuna allerta meteo preoccupante». spiega il sindaco Odorico, «abbiamo effettuato controlli assieme alla protezione civile sia alle 2 che alle 6 del mattino e la situazione era sotto controllo. È cambiato tutto con la bomba d’acqua che poco dopo ci ha colpito. Subito sono state attivate le pompe ma una cosa del genere non era prevedibile e difficilmente gestibile, infatti è stato coinvolto l’intero Comune non solo le frazioni. Ora terremo monitorato il Lemene che si gonfia di ora in ora ma credo che la situazione sia ormai sotto controllo. Oggi le scuole riapriranno regolarmente».

Gemma Canzoneri

 

l’ente gestore delle idrovore

Il Consorzio si chiama fuori: «Evento eccezionale»

PORTOGRUARO – Oltre 300 millimetri di pioggia in meno di 24 ore, 250 solo in 120 minuti ieri mattina tra le 5 e le 7. Sono impressionanti i dati forniti dal consorzio di Bonifica Veneto Orientale, ente parte in causa il cui compito è anche evitare gli allagamenti. Solo la sera prima i tecnici si trovavano a San Michele, assieme al sindaco Pasqualino Codognotto e agli operai mandati dalla Regione. Gli impianti idrovori sono tutti perfettamente funzionanti. Sono 88 in tutto il Portogruarese. La notte è stata davvero insonne per Sergio Grego, il direttore dell’ente. Nemmeno lui che ne ha viste di tutti i colori si aspettava un nubifragio di questa portata, all’alba. «Dovremo confrontare le statistiche del passato, a memoria non ricordo un evento simile, se non forse quello di Caorle del 1990», ha ricordato Sergio Grego, «i tecnici, gli operai e i sorveglianti del consorzio sono incessantemente all’opera già da 10 giorni. Martedì eravamo tra Alvisopoli e Villanova della Cartera per la prima abbondante precipitazione: erano caduti 50 millimetri che hanno fatto esondare le rogge a nord di San Michele creando problemi a Malafesta e Villanova. Quello che si è visto questa mattina (ieri, ndr) è qualcosa di indescrivibile». Inoltre, per fare fronte alle segnalazioni di emergenza meteo provenienti da Arpav, è continuamente attivo il servizi di monitoraggio 24 ore su 24 di tutto il comprensorio; attraverso la sala telecontrollo ricavata nella sede di viale Venezia a Portogruaro. È stato certificato che nessun impianto idrovoro si è guastato; è stato infatti accertato il loro costante e regolare funzionamento.

(r.p.)

 

Traffico ferroviario sospeso per sette ore e bus navetta

“Frecce” passate su linee alternative con enormi ritardi

La piena del Cormor blocca i treni tra Venezia e Trieste

PORTOGRUARO – La piena del torrente Cormor manda in tilt la circolazione ferroviaria tra Veneto e Friuli sulla linea Venezia-Trieste. Quasi sette ore di stop, ieri mattina, per tutti i treni nella tratta compresa tra Portogruaro e San Giorgio di Nogaro (Udine). Per fronteggiare l’emergenza Trenitalia ha istituito un servizio di autobus sostitutivi tra le due stazioni, mentre i treni a lunga percorrenza sono stati deviati su un itinerario alternativo con ritardi di circa 100 minuti. Molti i disagi per i viaggiatori diretti o provenienti dal Friuli. Problemi minori, invece, per chi si doveva spostare verso Venezia. In mancanza dei soppressi Regionali Veloci Venezia-Trieste, i pendolari diretti in laguna hanno potuto infatti sopperire con i Regionali lenti Portogruaro-Venezia, che hanno viaggiato regolarmente. L’emergenza sulla tratta Venezia-Trieste è scattata intorno alle 4.20 della scorsa notte per la piena del torrente Cormor, il cui corso incrocia la linea ferroviaria a ridosso del territorio dei Comuni di Muzzana del Turgnano e Carlino, nella bassa friulana. La circolazione dei treni è stata subito sospesa tra le stazioni di Portogruaro e San Giorgio di Nogaro. Trenitalia ha istituito tra le due stazioni un servizio di autobus navetta. In alcuni casi i bus hanno proseguito il loro servizio fino a Venezia. I treni a lunga percorrenza, invece, sono stati deviati via Gorizia-Udine-Sacile con un aumento dei tempi di viaggio di circa 100 minuti. È stato il caso, ad esempio, del Frecciargento Trieste-Roma, ma anche del Frecciabianca 9710 Trieste-Torino, atteso nel capoluogo piemontese alle 12.50, ma giunto in realtà solo dopo le 15. Il traffico ferroviario tra Portogruaro e San Giorgio è stato riattivato intorno alle 11. Il primo treno a poter transitare è stato il Regionale Veloce 2212 Trieste-Venezia, arrivato a Portogruaro alle 13.30. Dopo la riapertura, la circolazione dei convogli è proseguita comunque per tutta la giornata con un rallentamento precauzionale all’altezza del ponte sul Cormor. Un episodio analogo era accaduto lo scorso febbraio, quando la linea Venezia-Trieste era stata già interrotta per maltempo, stavolta a causa dell’esondazione del Reghena tra Portogruaro e San Stino. Tornando a ieri, è andata decisamente meglio per chi ha deciso di spostarsi in autobus. Nonostante le molte strade allagate un po’ ovunque, Atvo è riuscita a garantire praticamente tutte le corse di linea che interessano l’area del Portogruarese. L’azienda ha fatto sapere che si è reso necessario sospendere solo alcune corse degli scuolabus nelle zone di Teglio e di Concordia, a causa di alcune strade diventate impraticabili. Atvo ha monitorato la situazione costantemente per tutta la giornata.

Giovanni Monforte

 

La gente è ormai rassegnata ad allagamenti che qui sembrano inevitabili. «Ma il Friuli ha le sue colpe»

«Ora abbiamo paura dei fiumi e dei canali»

PORTOGRUARO – Gente più rassegnata che arrabbiata, soprattutto nella zona del rione di viale Trieste, il più colpito dall’acquazzone che ha interessato il Portoguarese. Tutte le laterali della Triestina sono finite sotto acqua con pesanti disagi soprattutto vicino alla chiesa della Beata Maria Vergine. Non è stato risparmiato nemmeno il palasport di via Lovisa; sotto acqua anche la Coop in via Boito. È alle Palazzine, sull’omonima via, che si legge sul volto la rassegnazione dei cittadini portogruaresi. «Abbiamo paura del canale Ronchi», dicono i residenti, «è già esondato nelle campagne». Il corso d’acqua collega la zona delle Palazzine con quella di Fossalato, dove si sono registrati disagi molto pesanti. Gli allagamenti qui hanno riguardato almeno una cinquantina di famiglie. Analoga sorte sulla parte opposta di viale Trieste, in via Manzoni. All’alba il livello d’acqua ha superato il metro, allagate tutte le abitazioni. I danni sono notevoli. «Ho 90 anni», risponde un signore che nonostante la fatica continua a liberare la casa a “secchiate”, «e non dovrei compiere questi sforzi». Tra i prigionieri dell’acqua c’è anche l’assessore alle attività produttive Paolo Bellotto, che si è trovato la casa invasa dall’acqua. «È sconcertante», ammette, «la situazione anziché migliorare nel corso della giornata, è peggiorata. Questo perché si è verificato un altro fatto: l’acqua di falda infatti continua incessantemente a risalire. Ecco perché il livello non cala sulle laterali di viale Trieste». In realtà la falda si alza nei mesi autunnali proprio per precipitazioni meteoriche. Nella zona dello stadio, vicino al santuario e alla sede dei Frati l’emergenza legata al nubifragio si è conclusa già al mattino. Molte persone si sono trovate gli scantinati allagati. Nel corso del pomeriggio però si è affacciato un altro spettro che fece capolino già a febbraio: l’innalzamento del Reghena, che può provocare fontanazzi. Dopo la pioggia i fiumi. Portogruaro non sa come uscire da questa terribile morsa. A Gruaro invece si tuona contro il Friuli; e in particolare un guado artificiale costruito senza arginature a Stalis, in territorio di Sesto al Reghena. «Non ha argini e quando piove in modo violento la frazione di Bagnara finisce sotto acqua», polemizzano i residenti, «il Friuli fa cose pericolose per noi».

(r.p.)

 

L’acqua è arrivata ieri fino all’altezza dei chioschi, portandosi via anche la sabbia

Allagamenti a Sottomarina con via Padre Emilio Venturini diventata un fiume

Una violenta mareggiata spazza via Isola Verde

SOTTOMARINA – Il mare spazza via Isola Verde. Il maltempo continuato dei giorni scorsi e la pioggia battente di ieri hanno compromesso centinaia di metri d’arenile, nella parte sud di Sottomarina e in particolare a Isola Verde dove l’acqua è arrivata all’altezza dei chioschi. Quintali di sabbia portati via assieme a montagne di euro spesi ogni anno, inutilmente, per procedere con il ripascimento a inizio stagione. Ma la forte pioggia ha colpito come sempre anche Sottomarina con molte strade allagte come via Padre Emilio Venturini che ad ogni acquazzone diventa un lago. Un disastro annunciato, quello a Isola Verde, che provoca nuovamente le ire delle categorie turistiche che si chiedono dove siano finiti gli annunciati lavori per realizzare la diga sommersa che salverà, o quantomeno dovrebbe, Sottomarina dalle mareggiate. «La situazione è terribilmente desolante», commenta il presidente dell’Ascot, Giorgio Bellemo, «fatiche e sforzi buttati letteralmente a mare. Ci sono tratti di spiaggia che sono totalmente spariti e nessuno pare che se ne accorga. Non si può più procedere con interventi emergenziali che servono a tamponare una situazione destinata poi a ripetersi alla prima mareggiata. Servono interventi strutturali che peraltro ci sono stati promessi, ma che non sono mai partiti». La rabbia delle categorie riguarda l’annunciato intervento per realizzare nel tratto sud di Sottomarina la diga sommersa che fermerà la forza del mare salvando il tratto di spiaggia più soggetto al fenomeno erosivo. I lavori, a opera del Magistrato alle Acque, dovevano realizzarsi lo scorso anno, poi per problemi tecnici sono stati rimandati a settembre 2014, chiusa la stagione turistica. Settembre e ottobre sono passati ma sul litorale non sono arrivati né operai né ruspe e i concessionari delle spiagge sono stanchi di vivere con l’incubo che ad ogni precipitazione scompaiano fette di spiaggia. «Al di là dei lavori non più procrastinabili», aggiunge Bellemo, «credo ci debba essere un’assunzione di responsabilità da parte della Regione per farsi carico, nei modi che riterrà più opportuni, delle spese di asporto dei rifiuti della battigia della costa veneta che non possono più ricadere sulle singole comunità costiere. Pretendiamo anche un po’ più di attenzione da parte dell’amministrazione comunale che dovrebbe tutelare i concessionari che nonostante questa marea di problemi continuano a investire sulla spiaggia per garantire servizi di eccellenza che fanno bene a tutta la località».

Elisabetta B. Anzoletti

 

Gazzettino – Diluvio d’acqua e di polemiche

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13

nov

2014

Case e strutture sanitarie allagate, l’Ulss attacca il Comune di Portogruaro

CAOS TRENI – Treni e viabilità messi in ginocchio dal maltempo: complici un paio di incidenti in A4 e un canale che è esondato, muoversi ieri nella tratta che comprende Portogruaro è stato quasi impossibile.

Disagi anche in centro storico. La fitta pioggia ha provocato anche l’allagamento di una scuola a Venezia: poco dopo le 18 i vigili del fuoco sono stati chiamati alla elementare “Renier Michiel” a pochi passi dall’Accademia. Oggi la scuola resta chiusa.

MALTEMPO – In una notte mille chiamate a Carabinieri e Vigili dal Portogruarese. «Molti si sono sentiti abbandonati»

Diluvio d’acqua e di polemiche

SOMMERSI – Prima il diluvio – 200 millimetri di pioggia in due ore e mille chiamate di soccorso – poi le polemiche. Il nubifragio che ha colpito il Veneto orientale ha portato alla chiusura di due strutture sanitarie a Portogruaro: sette pazienti del Centro disturbi alimentari sono state portate in ospedale a Portogruare. Il direttore generale dell’Asl 10, Carlo Bramezza ha accusato il Comune di non essersi fatto vedere. Molti cittadini si sono sentiti abbandonati.

SAN MICHELE – Quattro famiglie isolate, un anziano malato si rifiuta di lasciare l’alloggio

A PORTOGRUARO – Sott’acqua tutta la zona ad est del Lemene, evacuate due strutture sanitarie

NEL COMPRENSORIO – Situazione pesante a Concordia, disagi a Fossalta e Gruaro

Case e strade allagate in tutto il Portogruarese

NOTTE DURA – All’alba ai centralini di vigili e carabinieri erano già arrivate oltre mille chiamate

Case allagate, popolazione evacuata, decine di auto da buttare, frane, scuole e strade chiuse. Mai il territorio più a est della provincia di Venezia era stato così ferito come nel violento e continuo nubifragio di ieri. Purtroppo però la conta dei danni è solo all’inizio, con la pioggia che continua a cadere e per il weekend le previsioni sono pessime. «Tutto è scaturito tra le 5 e le 7 della mattinata di ieri, dopo una notte e diversi giorni di piogge incessanti – spiega il direttore del Consorzio, Sergio Grego – I dati forniti dai radar hanno accertato che in due ore sono caduti da un minimo di 70 mm ad oltre 200 di pioggia a nord di Portogruaro. Ho stentato a crederci». Il continuo nubifragio ha allagato tantissime abitazioni, strade, campagne nei comuni di Portogruaro, Concordia Sagittaria, Gruaro e Fossalta di Portogruaro, con gravi danni. Inondata tutta la zona a est della cittadina del Lemene, tra il rione di Ronchi, Santa Rita, Aldo Moro, «Bmv», nonchè due strutture sanitarie, con i pazienti trasferiti in ospedale, rimasto all’asciutto. Allagata Concordia a sinistra della Provinciale 68 per Caorle (chiusa per allagamento) fino a Sindacale, tra cui anche Paludetto. Acqua anche a Parz di Teglio Veneto, Fratta di Fossalta compresa la strada per Fossalato. Il Fosson a San Stino è esondato nei campi, così come il Cavrato a San Michele, dove rimangono 4 famiglie isolate e una rampa del Tagliamento franata. «Tutti sono stati raggiunti dai Volontari e dalla Polizia locale – spiega il comandante Andrea Gallo – per essere rifocillate». «Un anziano, bisognoso di cure mediche non vuole abbandonare l’abitazione – spiega il coordinatore dei Volontari, Antonio Miorin – se la situazione non cambia, dovremo pensare a come spostarlo». Centinaia gli interventi della Protezione civile, intervenuta con i Vigili del fuoco, Polizia, Carabinieri e volontari, tra cui una squadra di Protezione Civile sandonatese. «Resta disponibile sul territorio un’altra squadra, allertata per qualunque eventualità – spiega il vicesindaco e assessore alla Protezione Civile di San Donà Luigi Trevisiol – siamo pronti per qualsiasi rischio». Del resto alle prime ore dell’alba al centralino dei Vigili del fuoco di Mestre erano già arrivate oltre 100 richieste di aiuto e al 112 nella notte 895. Difficile intervenire tempestivamente per la mole di lavoro, tanto che più di qualcuno si è sentito abbandonato. «È attivo il servizio di monitoraggio (h24) dell’intero comprensorio degli impianti – spiegano dal Consorzio di Bonifica – da cui è peraltro stato certificato il costante e regolare funzionamento degli impianti idrovori». Pompe tutte in funzione, anche se qualcuno aveva sollecitato altre pompe. «Ci siamo messi al lavoro assieme alla Protezione Civile e ai Vigili del Fuoco, per fronteggiare l’emergenza – spiega il sindaco di Concordia, Claudio Odorico mentre con l’assessore Ferron riempiono sacchi di sabbia – non avevano nessun avviso di abbondanti piogge. Si è trattato di un evento straordinario che, per la prima volta, ha riguardato l’intero territorio del Comune. Fin dalle 6 del mattino sono partite le squadre ma l’emergenza era oramai generale. Sono intervenuti anche i militari della base dell’Aeronautica del paese e quindi soccorsi da altri Comuni». Intanto ieri sono rimaste chiuse le scuole a Paludetto.

Marco Corazza

 

L’ALTRA STRUTTURA – Una ventina di ospiti del Centro salute mentale riaccompagnati a casa

TRASFERITE IN OSPEDALE 7 RAGAZZE

L’acqua invade il centro disturbi alimentari «Arredi nuovi, ora qui è tutto da buttare»

L’acqua invade due strutture sanitarie, pazienti evacuati. L’allarme al Centro disturbi alimentari è scattato intorno alle 7.30, quando l’acqua ha progressivamente invaso il giardino esterno e l’intero piano terra. I tecnici dell’azienda sanitaria, subito allertati, hanno messo in sicurezza l’edificio, isolandolo dalla corrente elettrica. Le pazienti, nove ragazze, sono state dapprima trasferite in una struttura protetta e poi al reparto di Day Surgery dell’ospedale cittadino. L’acqua non ha risparmiato nemmeno il vicino Centro diurno di salute mentale. Gli ospiti, ieri una ventina, sono stati riaccompagnati a casa. «Dopo aver fatto uscire le ragazze – spiega il responsabile del Centro disturbi alimentari, Pierandrea Salvo – ci siamo attivati per salvare i computer, le attrezzature e gli arredi. Abbiamo chiamato il Comune, la Protezione Civile comunale, i Vigili del fuoco ma, a parte una decina di sacchi di sabbia, per ore non ci è arrivato alcun altro aiuto. Qui è tutto da buttare, armadi, elettrodomestici, porte, non si recupera nulla. Chissà per quanto tempo dovremmo chiudere».
Non nasconde il suo rammarico anche il direttore generale Carlo Bramezza, sul posto sin dal mattino. «Purtroppo – commenta – la situazione è davvero difficile e dispiace che nessuno dell’Amministrazione comunale si sia fatto vedere. Ringrazio il personale dell’Ulss per essersi prodigato in questa emergenza». Dalla Protezione Civile arriva il commento del coordinatore Luca Villotta. «I volontari – spiega – sono intervenuti per affrontare delle situazioni che avrebbero potuto causare nuovi allagamenti in tutto il territorio. In poche ore abbiamo fatto oltre 150 interventi nel solo Comune di Portogruaro. Abbiamo fatto il massimo con i mezzi a disposizione. Purtroppo il Centro disturbi alimentari si trova a 50 centimetri sotto il piano strada e su questo credo sia necessario fare delle valutazioni».
«Quando sono stato informato della situazione – afferma il sindaco Antonio Bertoncello – ho attivato tutti, dalla Protezione Civile, al Consorzio di bonifica, ai Vigili del fuoco. Tutto il personale del Comune, Manutenzioni e Polizia Locale, era sul territorio. Ho sospeso l’esecutivo della Conferenza dei sindaci per monitorare la situazione sul territorio. Quello che è successo alle due strutture è sicuramente un fatto grave». Da Rodriquez un affondo. «In queste circostanze la città non ha bisogno di un sindaco in giacca e cravatta ma di un sindaco con gli stivali».

 

STRADE ALLAGATE – L’enorme quantità di pioggia caduta nel Portogruarese ha provocato l’allagamento di diverse strade, oltre a comportare disagi anche per la circolazione dei treni

FERROVIE – L’esondazione del Cormor blocca la linea Venezia-Trieste

DISAGI – Ritardi superiori alle due ore e convogli soppressi

Strade provinciali chiuse e code in A4 per due incidenti

Circolazione in tilt, treni ko

Trasporti in tilt. Treni e viabilità messi in ginocchio dal maltempo. Complici un paio di incidenti in A4 e un canale che è esondato, muoversi ieri nella tratta che comprende Portogruaro era quasi impossibile. I primi guai sono iniziati già in piena notte con l’esondazione del canale Cormor che ha sospeso il transito dei treni nel tratto fra Latisana e San Giorgio di Nogaro in provincia di Udine, ma di fatto bloccando l’intera linea Venezia-Trieste. La circolazione si è fermata alle 4.20 dell’alba di ieri ed è stata riaperta solo dopo le 13 con il transito del treno regionale 2212 in partenza da San Giorgio di Nogaro alle 12.59. Nell’arco di queste ore sono stati molti i treni soppressi e ancora di più quelli che hanno accumulato ritardi con punte superiori alle due ore. Alla fine c’è stata una freccia cancellata, quattro frecce e due intercity deviati con rallentamenti fino a 110 minuti, dieci regionali limitati e cinque cancellati. Rfi per limitare i disagi ai pendolari ha istituito i bus sostitutivi fra Portogruaro e San Giorgio di Nogaro. La situazione più difficile ha coinvolto i passeggeri della Freccia Bianca 9710, Trieste-Torino, che hanno raggiunto la meta con 136 minuti di ritardo. Non è andata tanto bene nemmeno a quelli che erano a bordo della Freccia argento 9404, Trieste-Roma, con un ritardo di 106 minuti. Pesanti rallentamenti anche per gli intercity 584, Trieste-Roma, che ha accumulato un’ora e un quarto di ritardo e un’ora e mezza pure per l’intercity 735 Mestre-Trieste.
Chi ha cercato la via di fuga in auto non ha avuto sorte migliore. La provinciale Portogruaro-Caorle è rimasta chiusa fino al pomeriggio di ieri a causa dell’acqua, e in alcuni momenti era impossibile transitare anche sulla strada provinciale Portogruaro-Fratta. Nemmeno l’autostrada è stata risparmiata dai disagi. Due incidenti in A4, ieri mattina, in direzione Venezia hanno rallentato la viabilità e creato colonne. Nei due incidenti sono state coinvolte in uno auto e nell’altro mezzi pesanti con parziale chiusura delle corsie di marcia per poter rimuovere i mezzi coinvolti.

 

Acqua a scuola, chiusa la “Renier”

Grondaia difettosa all’istituto del Lido, la decisione presa al termine di una riunione di genitori

La fitta pioggia di ieri ha provocato l’allagamento di una scuola. Erano da poco trascorse le 18 quando i vigili del fuoco sono stati chiamati alla elementare “Renier Michiel” a pochi passi dall’Accademia. Alcuni genitori che avevano appena concluso una riunione, hanno notato che varie zone dello stabile erano allagate. I pompieri, al termine della verifica, hanno deciso di sigillare diverse zone dell’edificio, decretando così la chiusura della scuola per questa mattina. «Non sappiamo per quanto tempo durerà questa situazione – hanno detto ieri sera alcuni genitori – il problema si è verificato per l’intasamento di una grondaia. E così dal piano superiore l’acqua è scesa sotto». Da quanto si è potuto apprendere già in mattinata i bambini di una classe erano stati mandati a casa in anticipo, proprio per i danni provocati da questa perdita. Poi il problema ha interessato praticamente tutta la struttura e per questo sono stati chiusi gli impianti elettrici. Intanto, sul fronte acqua alta, ieri il mareografo di punta della Salute ha registrato alle 12.05 una punta massima di marea di 102 cm (in coincidenza con una marea astronomica di soli 48 cm, dunque con un contributo meteorologico di 54 cm) per i prossimi giorni il fenomeno sarà in attenuazione, secondo le previsioni del Centro Maree del Comune. Da tener presente che la marea ieri ha oscillato su 101-102 cm per ben un’ora e mezza, dalle 11.35 alle 13.05 ed è defluita lentamente, tanto che piazza San Marco non risultava completamente percorribile prima delle 15.30. La fitta pioggia di ieri ha creato tante difficoltà negli spostamenti e c’erano zone, come campo San Polo, che sono rimaste a lungo allagate. Per oggi il Centro Maree prevede per oggi marea sostenuta (massima 80 cm) e per i due giorni successivi marea normale.
LIDO

Strade come fiumi in piena, allagamenti e viabilità in tilt. Il maltempo di ieri, con la pioggia quasi incessante, ha messo in ginocchio il Lido e mandato nel caos il traffico. L’isola ha messo in risalto i soliti vecchi difetti, in primis i tombini ostruiti che non facevano defluire l’acqua piovana. Via Sandro Gallo via Malamocco e i lungomare allagati, e dunque impraticabili, in più punti. Un discorso a parte lo merita, ancora una volta, piazzale Santa Maria Elisabetta, ancora un cantiere aperto e incompleto. Le pendenze di Insula saranno anche quelle provvisorie, ma intanto, il piazzale è finito sott’acqua come mai si ricordi a memoria d’uomo. E con il piazzale sono state allagate tutte le attività commerciali, bar, ristoranti, l’agenzia di viaggi, i negozi, che si trovano a ridosso del piazzale. Non si sa ancora per quanti mesi potrebbe perdurare questa provvisorietà, ma un’area fondamentale per la circolazione viaria del Lido, da mesi, è lasciata in degrado e abbandono, con recinzioni di cantiere, senza che si sia trovata una soluzione dignitosa. E la gente, esasperata dalla pioggia, dai danni ancora subìti, è ora pronta a scendere in piazza. La rabbia dei cittadini sta per esplodere.

(ha collaborato Lorenzo Mayer)

 

Maltempo e pioggia intensa anche a Cavallino-Treporti. Il forte nubifragio che si è abbattuto nella mattinata ha creato una serie di disagi soprattutto nella zona delle Isole treportine dove non sono mancati degli allagamenti. In particolare strade allagate si sono registrate a Saccagnana e a Lio Piccolo. In entrambi i casi è stato necessario l’intervento dei volontari della Protezione civile, impegnati da giorni nel monitoraggio dell’intero territorio, che hanno messo in funzione due idrovore, per tentare di liberare le carreggiate stradali e per impedire all’acqua di raggiungere anche le abitazioni vicine. Disagi anche a Punta Sabbioni, dove la pioggia intensa ha mandato sott’acqua il lungomare Dante Alighieri, nella zona del cantiere del Mose. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia locale che hanno interdetto la circolazione per motivi di sicurezza per circa due ore. Sotto accusa sono finiti gli scarichi della zona, mentre nel pomeriggio la situazione è tornata alla normalità. Sotto osservazione, infine, anche la spiaggia: le mareggiate dei giorni scorsi hanno provocato un’erosione dell’arenile in zona Ca’ di Valle.

(G.B.)

 

MESTRE – Una strada? No, una grande piscina

La protesta di un’insegnante dello Iusve alla Gazzera: «Dopo queste piogge impossibile raggiungere l’Università»

Quanto è dura la strada per la laurea. D’accordo gli esami, d’accordo la tesi, ma che fuor di metafora lo sia anche il percorso per raggiungere l’Università è qualcosa di inaccettabile per gli studenti dello Iusve di Mestre. A cominciare stradina che porta all’istituto universitario salesiano, quella che passa attraverso il parco della Gazzera, che con la pioggia di questi giorni si è di nuovo trasformata in una piscina. A denunciare la situazione è Daniela Turato, docente Iusve da 5 anni: «Si è costretti ad attraversare un guado perché è impossibile trovare un pò di spazio non paludoso dove poter poggiare i piedi senza scivolare. Con la neve, poi, diventa una pista di pattinaggio per abili talenti». L’istituto salesiano ha denunciato più volte al Comune la situazione della stradina, passaggio inevitabile per studenti e personale dell’istituto. «Inoltre non è illuminata – aggiunge Turato – e se ci si ritrova a doverla percorrere dopo le 17, lo si fa col cuore in gola e con la speranza di non incrociare qualche ospite inatteso». Tra le denunce dell’istituto, anche i disagi legati ai ritardi e al sovraffollamento degli autobus che collegano lo Iusve a Mestre, alla stazione o ai comuni limitrofi. «In particolare la linea 10 dell’Actv, che ha una fermata dietro l’università, vede gli autobus costantemente in ritardo di almeno 10-15 minuti, sia in andata che al ritorno. Per il sovraffollamento, poi, non tutti riescono a salire sull’autobus del mattino e si arriva all’università quotidianamente in ritardo – conclude l’insegnante – Un peccato se si pensa che questo istituto, in controtendenza con tante altri sedi universitarie italiane, può vantarsi di vedere negli anni crescere costantemente i suoi iscritti grazie alla qualità della proposta formativa offerta ai giovani».

(m.fus.)

 

RIVIERA DEL BRENTA

I maggiori disagi a Stra, Vigonovo, Fiesso e Fossò. Situazione in peggioramento

IN RIVIERA DEL BRENTA – Centro di Vigonovo isolato

A Fossò abitazioni sott’acqua per l’esondazione del Cornio

DISAGI A STRA – Situazione in rapido peggioramento in tutta l’area

Il territorio della Riviera del Brenta, che sembrava essere stato risparmiato dagli ultimi eventi atmosferici avversi, da ieri sta pagando duramente la sua buona sorte. Da ieri mattina la pioggia è caduta abbondante in tutta la zona. Il terreno già saturo d’acqua non ha assorbito l’acqua piovana ed è stato subito un vero caos idraulico. La vera e propria bomba d’acqua della durata di circa due ore è precipitata verso mezzogiorno. Da allora non ha più smesso di piovere, anche se in maniera meno intensa. Si segnalano allagamenti ovunque. Il Comune più colpito sembra essere quello di Vigonovo, letteralmente isolato dalle strade allagate, compresa via Roma, già chiusa al traffico da tre giorni per un grosso problema creato da una “caverna” creatasi sotto il manto stradale.
Le strade provinciali di via Padova e di via Veneto, quelle comunali di via Cavour, via Pascoli, via Leopardi sono state completamente allagate. Nella frazione Sandon di Fossò lo scolo consorziale Cornio è esondato, mandando sott’acqua alcune famiglie di via Celestia. Chiuse per allagamenti anche via Padova e via Castellaro Basso. A Campolongo Maggiore vengono segnalati alcuni allagamenti, in particolare su via Toscana e Umbria, nel territorio «basso» della frazione Bosco di Sacco.
A Stra allagamenti a nord del centro abitato e nella frazione di San Pietro. Una idrovora è stata sistemata dai Vigili del Fuoco in via Noventana per scaricare l’acqua piovana in Brenta.
A Fiesso d’Artico l’idrovora che scarica l’acqua nel Serraglio sta funzionando al massimo, come d’altronde quella dall’Idrovia sul Brenta in territorio di Vigonovo. La situazione è in continuo mutamento e peggioramento in tutti i comuni della Riviera del Brenta.

Vittorino Compagno

 

Piano Finanziario dell’A4 senza terza corsia tra San Donà e Portogruaro fino al 2030: il sindaco di Gruaro, Giacomo Gasparotto, chiede la Convocazione della Conferenza Sindaci.

«Da notizie di stampa – scrive Gasparotto nella sua richiesta – Autovie Venete sta predisponendo il Piano Finanziario relativo al completamento della terza corsia San Donà – Villesse con investimento di circa 1,5 miliardi euro. Il piano prevede che l’opera sia realizzata tramite due stralci funzionali: un primo tratto San Donà-Portogruaro, in territorio veneziano, e un secondo tratto Portogruaro Villesse in territorio Friulano. Sembra che il Cda di Autovie Venete, controllato dalla Regione Friuli, stia privilegiando, come tratto prioritario, lo stralcio in territorio friulano. Questo comporterebbe uno slittamento dei lavori del tratto veneto al 2030 e quindi anche del nuovo casello di Bibione, penalizzando in tal modo il litorale turistico veneziano (Caorle/Bibione) con 8 milioni di presenze annuali. Sotto l’aspetto del traffico è noto a tutti che la congestione riguarda soprattutto il tratto Veneto perché, superata la biforcazione (Udine-Trieste) in località Palmanova, la situazione è senza dubbio meno problematica».

Partendo da queste considerazioni il sindaco di Gruaro chiede «che l’argomento venga inserito nel prossimo odg della Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale, a fine di invitare il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il Vice Presidente del cda di Autovie (nominato dal Veneto), il bellunese Ivano Faoro, a farsi parte attiva nei confronti di Autovie e Regione Friuli perché venga considerato prioritario il tratto Veneto, anche promuovendo un incontro con la Governatrice Serrachiani».

Maurizio Marcon

 

Asl 10 nel caos: il Pd all’attacco, ma il centrodestra si schiera con Bramezza

PORTOGRUARO – Sanità ancora nella bufera, mentre il sindaco Antonio Bertoncello chiede la testa del direttore generale dell’Asl 10, Carlo Bramezza, il Pd si compatta mentre il centrodestra si schiera con Bramezza.

«Invece che occuparsi di politica», attacca Bertoncello, «il dottor Bramezza farebbe bene a interessarsi ai tanti problemi esistenti nel territorio a cui non è riuscito a dare risposte concrete, è davvero arrivato il momento per Bramezza di dare le dimissioni dal suo incarico ed eventualmente scegliere altri ruoli che sembrano a lui più congegnali».

A San Donà, il sindaco Andrea Cereser si rivolge al governatore Zaia.  «La giunta regionale dia seguito alla mozione votata all’unanimità dal Consiglio regionale che esprime la volontà unanime di bloccare le schede sanitarie», dice, «in modo da fare chiarezza una volta per tutte. La giunta e soprattutto il presidente Zaia chiariscano da che parte stanno».

L’assessore regionale Daniele Stival, autore della mozione per l’ospedale unico e il blocco delle schede regionali, parla di problema burocratico in merito al fatto che Bramezza abbia già dato avvio alle schede e tolto il primariato di Chirurgia a San Donà a vantaggio di Portogruaro: «Sarà mia cura sapere perché all’atto formale della mozione non sia seguito un atto di indirizzo della giunta regionale per fermare l’attuazione delle schede».

Nel Basso Piave piovono accuse al sindaco di San Donà. Dall’ex vicesindaco Oliviero Leo al consigliere comunale Enrico Fingolo, che imputano al primo cittadino l’appiattimento sulle logiche del Pd e del sindaco di Portogruaro in merito all’ospedale unico.

Il sindaco di Musile Gianluca Forcolin se la prende con il Pd: «Scaricare le colpe politiche sul braccio operativo della Regione, il dottor Bramezza è scorretto e di cattivo gusto. Spieghino invece ai cittadini le mere convenienze elettorali: Portogruaro va al voto nel 2015 e non poteva andarci con la perdita dell’ospedale, sarebbe stato un suicidio politico».

(g.ca.)

 

Vertenza in Regione

PORTOGRUARO – La Regione intende agevolare gli spostamenti dei lavoratori e degli studenti sulla tratta ferroviaria Venezia-Portogruaro? È questa l’interrogazione che i consiglieri regionali Francesco Piccolo e Diego Bottacin del Gruppo misto hanno portato in Consiglio giovedì 30 ottobre. A fine 2013 era entrato in vigore l’orario cadenzato, che aveva suscitato le perplessità della Conferenza dei sindaci. Ora, a soli 40 giorni dall’entrata in vigore dell’orario per il 2015, il Gruppo misto chiede modifiche per la tratta Venezia-Portogruaro che interessa studenti e lavoratori. Tra le richieste, la partenza da Venezia tra le 21.26 e le 21.41 anziché alle 22.11; il posticipo della partenza del Regionale veloce 2219 alle 23.11 anziché alle 22.41; l’istituzione di una nuova corsa in partenza da Venezia alle 0.21 per Portogruaro che effettui tutte le fermate dopo Mestre, per permettere ai lavoratori di fare rientro anche in tarda serata. O ancora, il sabato si richiede di prolungare fino a Venezia la corsa da Portogruaro verso Mestre delle 12.06, per agevolare i lavoratori del sabato e gli studenti di Portogruaro e San Donà, che talvolta il sabato terminano prima le lezioni; come ultima richiesta un nuovo Regionale in partenza da Portogruaro o alle 4.13 o alle 5.06 durante il sabato e i festivi, utile sia ai lavoratori sia a chi deve prendere coincidenze a Mestre per Roma o Torino.

(f.spa.)

 

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