Gazzettino – Fosso’. Nuova casetta dell’acqua nel centro sociale.
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27
apr
2014
FOSSÒ – È l’ultima novità: si chiamano “case dell’acqua”. Altro non sono che le tradizionali fontanelle pubbliche, dove l’acqua erogata è però affinata, trattata, refrigerata e, per chi lo desidera, addizionata di anidride carbonica per renderla frizzante. Quattro centesimi di euro il costo di un litro di acqua naturale e sette centesimi quello di un litro di acqua gassata. Saranno questi i prezzi dell’acqua erogata da un distributore posizionato all’interno di una apposita casetta installata nell’area del centro sociale comunale-parrocchiale di via 4 Novembre a Fossò. Il progetto presentato dalla ditta BBTec snc di Tavagnacco (Ud) è piaciuto così tanto all’Amministrazione comunale di Fossò che con una deliberazione della Giunta ha deciso di installare nel proprio territorio una di queste casette, all’interno della quale ci sarà un distributore di acqua purificata. In pratica come già succede da diverso tempo per la distribuzione del latte fresco.
La convenzione con la ditta friulana avrà una durata di sei anni, rinnovabile per altri sei. Tutti gli oneri di installazione e manutenzione sono a carico della ditta fornitrice. Per il Comune si tratta di un servizio pubblico per offrire ai cittadini acqua buona a costi contenuti, contribuendo ad incrementare le azioni a favore di un ambiente più sano.
In tutta Italia sono già state installate circa 200 casette dell’acqua e sembra che il numero di richieste per i chioschi d’acqua «affinata» sia in continua ascesa. L’acqua è quella proveniente dall’acquedotto, trattata con filtri per la declorazione e la sterilizzazione.
Vittorino Compagno
Nuova Venezia – Cosmo di Noale “La Regione non eviti le responsabilita’ “
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22
apr
2014
NOALE. «Sono le autorità competenti degli Stati membri dell’Unione Europea a garantire il rispetto delle leggi». Così l’eurodeputato del Pd Andrea Zanoni – impegnato in prima linea in molte battaglie che riguardano la difesa dell’ambiente e del nostro territorio – parlando della risposta che gli è giunta dal commissario Ue (Unione Europea) all’Ambiente, lo sloveno Janez Potonik, riguardo all’interrogazione sull’impianto di rifiuti speciali della Cosmo di Noale, al confine con il comune di Salzano.
Aveva parlato a Bruxelles dei rischi che potrebbero derivare dal futuro impianto, sia per quanto riguarda le emissioni in atmosfera che per gli sversamenti nel fiume Marzenego.
Di recente ha avuto la risposta da parte del commissario Ue. «Il commissario fa sapere», spiega Zanoni, «che è in capo allle autorità competenti stabilire se un’autorizzazione può essere concessa a un progetto in una zona caratterizzata da un’insufficiente qualità dell’aria».
Prosegue l’eurodeputato del Pd: «Gli Stati membri devono garantire il rispetto delle norme vigenti nell’Unione Europea che mirano a ridurre l’inquinamento atmosferico». Il messaggio è chiaro.
Conclude Zanoni: «Per questo invito la Regione ad assumersi le proprie responsabilità e non alzare le spalle davanti ai timori dei cittadini e del Consiglio provinciale».
(a.rag.)
Gazzettino – Roncade. Rifiuti pericolosi in A4 il Comune chiede i danni
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19
apr
2014
RONCADE – L’amministrazione si costituisce parte civile contro la Mestrinaro di Zero Branco
L’ACCUSA «Ha utilizzato materiale tossico per la terza corsia»
Al via il procedimento penale a carico della Mestrinaro di Zero Branco per l’accusa di traffico di rifiuti pericolosi. La prima udienza è stata però del tutto interlocutoria: il giudice ha disposto un rinvio (senza nemmeno aprire il dibattimento) accogliendo un’eccezione dell’avvocato Fabio Pinelli riguardo la nullità di una notifica. Il Comune di Roncade si è però costituito parte civile avanzando una richiesta di risarcimento per danno ambientale così come aveva fatto nel corso dell’udienza preliminare la Provincia di Treviso. Si torna in aula a fine novembre. Alla sbarra ci sono i due cogestori della ditta di Zero Branco, Lino e Sandro Mario Mestrinaro, rispettivamente di 59 e 53 anni, il responsabile della sicurezza della ditta, Italo Battistella, 51enne di Susegana, e l’amministratore dell’Adriatica Strade, Loris Guidolin, 50enne di Castelfranco. Il processo, trasferito da Venezia a Treviso per competenza territoriale, vede al centro proprio l’attività della Mestrinaro. Secondo l’accusa nell’azienda di Zero Branco arrivavano i rifiuti inquinanti conferiti dalle aziende edili e che la Mestrinaro avrebbe dovuto trattare (al prezzo di 45 euro a tonnellata) per renderli inerti. In realtà, secondo gli inquirenti, i materiali non sarebbero stati sottoposti ad alcun procedimento di bonifica, ma miscelati a calce e cemento per poi essere venduti a 39 euro a tonnellata ai diversi cantieri che li usavano come base per opere varie tra cui il parcheggio dell’aeroporto Marco Polo e la terza corsia dell’A4 proprio nel tratto di Roncade. La Mestrinaro è dunque accusata non solo di non aver trattato i rifiuti conferiti nei suoi stabilimenti, ma anche di aver immesso nell’ambiente ingenti quantità di rifiuti pericolosi “cagionando contaminazione degli ambiti di destinazione”.
Giuliano Pavan
Tribuna di Treviso – Zero Branco. Processo Mestrinaro, c’e’ il rinvio.
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19
apr
2014
Traffico di rifiuti pericolosi, si tornerà in tribunale il 28 novembre
ZERO BRANCO. Falsa partenza per il processo Mestrinaro. Ieri si è aperta solo formalmente la fase dibattimentale del procedimento che vede imputati Lino e Sandro Mario Mestrinaro, di 59 e 53 anni, cogestori della ditta Mestrinaro, e il responsabile della sicurezza della ditta, Italo Battistella, 51 anni, di Susegana. Sono accusati di traffico di rifiuti pericolosi. Il giudice ieri ha disposto un rinvio accogliendo un’eccezione dell’avvocato Fabio Pinelli. Il prossimo step del processo è fissato per il 28 novembre. Secondo la Procura, nell’azienda di Zero Branco arrivavano rifiuti inquinanti conferiti dalle imprese edili. La Mestrinaro avrebbe dovuto trattarli per renderli inerti: in realtà, secondo gli inquirenti, i materiali non sarebbero stati sottoposti a “bonifica”, ma mescolati a calce e cemento e rivenduti così com’erano (a 39 euro a tonnellata). Il materiale veniva poi utilizzato nei cantieri come base per strutture di ogni tipo, dal parcheggio dell’aeroporto Marco Polo alla terza corsia dell’A4.
La Mestrinaro è accusata non solo di non aver trattato i rifiuti conferiti nei suoi stabilimenti, ma anche di aver immesso nell’ambiente ingenti quantità di rifiuti pericolosi «cagionando contaminazione degli ambiti di destinazione». Completamente differente la posizione di un altro imputato Loris Guidolin, amministratore di Adriatica Strade. Secondo l’accusa Guidolin «avrebbe sottaciuto le analisi del materiale conferito alla Mestrinaro». Il suo avvocato, Elena Benvegnù, del foro di Treviso, sottolinea che il suo assistito «ha già provato la sua innocenza nel corso delle indagini preliminari, tanto che il pubblico ministero, all’udienza preliminare, ne ha chiesto il proscioglimento. Queste difese», conclude l’avvocato, «verranno ribadite nel corso del dibattimento». Nel procedimento si è costituito parte civile il Comune di Roncade: ha avanzato una richiesta di risarcimento per danno ambientale, così come aveva fatto in sede di udienza preliminare la Provincia di Treviso.
Fabiana Pesci
Tribuna di Treviso – Roncade contro la Mestrinaro
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18
apr
2014
il processo
Dopo Zero Branco, anche la giunta Rubinato sarà parte civile
RONCADE. Anche l’amministrazione di Roncade, così come il Comune di Zero Branco, si costituirà parte civile nel processo per traffico di rifiuti pericolosi che vede coinvolti Lino e Sandro Mestrinaro, all’epoca titolari dell’omonima ditta di Sant’Alberto di Zero Branco (poi confluita nella Costruzioni Generali, dichiarata fallita nei giorni scorsi), il responsabile della sicurezza della stessa azienda Italo Battistella e l’amministratore della Adriatica Strade Costruzioni Generali Loris Guidolin. Oggi davanti al giudice monocratico del tribunale di Treviso l’apertura del processo. I quattro dovranno rispondere dei rifiuti tossici che sarebbero stati usati come sottofondo per la terza corsia dell’autostrada A4 e per uno dei parcheggi dell’aeroporto Marco Polo di Tessera. Il Comune di Roncade si costituirà parte civile dal momento che, come riportato in delibera, «le analisi effettuate sui campioni di materiale prelevato dal cantiere di via Musestre a Roncade, dove sono in corso lavori di realizzazione della terza corsia nel tratto dell’autostrada A4 nell’ambito dei quali sono stati utilizzati gli inerti prodotti dalla Mestrinaro spa, hanno rilevato il superamento di alcuni “valori soglia”, e che quindi il materiale è contaminato e potenzialmente idoneo a inquinare i siti di destino».
L’amministrazione Rubinato ha deciso di costituirsi parte civile «al fine di far valere la responsabilità civile degli imputati rispetto ai tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, subìti dal Comune a seguito delle condotte illecite contestate in sede penale».
(ru. b.)
Nuova Venezia – “Rifiuti inquinati in A4, controlli a Meolo”
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9
apr
2014
Lo chiede il Pd dopo la richiesta di rinvio a giudizio dell’impresa Mestrinaro: tuteliamo i cittadini
MEOLO «Non possiamo permettere che Meolo non venga considerata: chiediamo nuovi controlli puntuali». Il Partito Democratico riaccende la discussione riguardo al timore che anche nei cantieri per la terza corsia attivi sul territorio di Meolo possano essere stati impiegati materiali inquinati. Circostanza che un anno fa era stata smentita da Autovie. A riportare la questione in primo piano è la notizia che il Tribunale di Venezia ha fissato per il 18 aprile l’udienza preliminare per esaminare la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei titolari dell’impresa Mestrinaro di Zero Branco. Secondo l’accusa, la Mestrinaro non avrebbe trattato in modo adeguato i rifiuti inquinanti che le aziende edili le conferivano. I materiali sarebbero stati miscelati tali e quali a calce e cemento e quindi rivenduti finendo per fare da base ad alcune grandi opere. Il composto contaminato, denominato «Rilcem», sarebbe stato utilizzato in grandi quantità per realizzare un parcheggio dell’aeroporto Marco Polo e nel tratto in costruzione della terza corsia all’altezza di Roncade. Dunque proprio a ridosso di Meolo. Già ad aprile dello scorso anno, il Pd di Meolo aveva chiesto di verificare se materiale inquinato potesse essere stato impiegato anche nella zona di Meolo. «Il sindaco Basso si attivò grazie al nostro intervento ricevendo da Autovie rassicurazioni e smentite. Quindi per il sindaco la questione finì così», attacca Giampiero Piovesan, segretario del circolo democratico di Meolo, «adesso si è venuti a conoscenza della richiesta di rinvio a giudizio e la preoccupazione tra i cittadini sale. Il Pd si attiverà con chi di dovere e competenza per chiedere le verifiche del caso. I cittadini dovranno essere tutelati,come il nostro territorio». Intanto, nell’ambito dei lavori per la realizzazione della terza corsia, l’A4 sarà chiusa dalle 20 di stasera alle 6 di domani mattina in direzione Venezia, nel tratto compreso tra SanDonà- Noventa e l’allacciamento A4-A57 tangenziale di Mestre. Lavori di manutenzione dell’asfalto sono in programma, invece, dalle 14 di domani alle 7 di venerdì nel tratto tra San Giorgio di Nogaro e Portogruaro, per circa tre chilometri in direzione Venezia. Dalle 16 di oggi alle 7 di domani, sulla tangenziale di Mestre, sarà chiusa la rampa di uscita dello svincolo di Quarto d’Altino per i veicoli provenienti dalla barriera di Venezia Est e quella in entrata in direzione Venezia.
Giovanni Monforte
Gazzettino – S.Maria di Sala. Veritas sotto il fuoco incrociato “Basta coi rincari delle tariffe”
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1
apr
2014
GAZZETTINO – S.M. DI SALA Maggioranza e opposizione unite.
Polemica in consiglio comunale per l’approvazione del regolamento sull’applicazione della nuova tariffa sui rifiuti.
Il regolamento prevede infatti che vi sia un numero massimo di conferimenti, nei cassonetti, che ogni utente dovrà rispettare pena delle sanzioni.
Il regolamento che ha visto l’approvazione con 12 voti favorevoli e 5 astenuti, non ha mancato di suscitare polemiche tra le minoranze e con la stessa Veritas, in quanto come spiega il sindaco Nicola Fragomeni «c’è un adeguamento del 4,79% da parte di Veritas sull’indice Istat che verrà approvato con il prossimo piano finanziario e questo presuppone un aumento delle tariffe». Un adeguamento che ha fatto muovere Fragomeni, il quale ha provveduto ad inviare una lettera a tutti i sindaci della provincia di Venezia chiedendo se anche a loro fosse giunta questa notizia ma «per ora – dice Fragomeni – gli unici ad aver risposto sono Fiesso, Mira e Campolongo»
Il sindaco che intende andare fino in fondo reclama: «Ci recheremo da Veritas, perchè non può esistere un adeguamento di questo genere».
Critiche mosse anche dall’opposizione…«A Veritas bisognerebbe fare un discorsetto dice – il capogruppo Giuseppe Rodighiero (Civica Insieme), si continuano a responsabilizzare i cittadini che differenziano i rifiuti sempre più ma le bollette continuano a salire».
Santa Maria di Sala che vanta di essere riuscita a raggiungere degli ottimi risultati in tema di raccolta differenziata, adotta il sistema a calotta, sistema giudicato efficace in quanto «ha risolto il problema dei rifiuti fuori porta – dice Primo Bertoldo (Lista Salese) – se ora andiamo a stravolgere la situazione con questo nuovo regolamento, rischiamo di creare un sistema che non funziona e potrebbe far si che qualcuno si sbarazzi dei rifiuti in altro modo».
Problema infatti presente nel comune, dopo che alcuni pendolari dei rifiuti, provenienti soprattutto dalle frazioni dei paesi in provincia di Padova, erano stati beccati a gettare le loro immondizie nel territorio salese, e che ora vede il rischio che siano i salesi a gettare i loro rifiuti altrove.
«Chiederemo comunque ai cittadini quale sistema preferiscono – dice il vicesindaco Alessandro Arpi – con una sorta di referendum che spediremo nelle case assieme al notiziario comunale».
Serenella Bettin
Nuova Venezia – Mestre. Cresce la raccolta differenziata, risparmi per 5 milioni di euro.
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30
mar
2014
In terraferma percentuale vicina al 60% dopo l’introduzione dei cassonetti a calotta in centro. Ma resta il vizio di abbandonare rifiuti ingombranti e scarti edili all’esterno delle isole ecologiche
MESTRE. C’è la terribile abitudine di lasciare i rifiuti fuori dei cassonetti – come abbiamo raccontato ieri – ma c’è anche un dato positivo che emerge, dopo l’introduzione dei cassonetti a calotta e la consegna delle chiavi che nelle settimane scorse ha riguardato gli abitanti della zona centrale di Mestre. Alla fine del 2013 la raccolta differenziata dei rifiuti nella terraferma veneziana era arrivata al 55% circa.
Un dato collocava Mestre e l’intera terraferma ai primissimi posti in Italia tra le città medie e grandi (dai 150/200 mila abitanti in su). E l’avvio del nuovo anno sta consolidando questo primato. Come si diceva l’introduzione del sistema con i cassonetti a chiave anche sta portando il record ancora più su, avvicinandolo ormai a quota 60%. Nelle municipalità dove il sistema è stato introdotto da più tempo, come a Chirignago – Zelarino o Favaro – Campalto la differenziata è da tempo intorno al 70%, mentre a Marghera, dove è più recente l’introduzione, si sta andando oltre 60%.
«Anche gli inconvenienti, come gli abbandoni impropri da parte di alcuni cittadini che all’inizio un po’ faticano ad abituarsi al nuovo sistema, dopo qualche settimana di “rodaggio” tendono a essere superati» sottolinea l’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin, «riducendo gli abbandoni impropri a quote fisiologiche. Diverso è il caso dei veri e propri “malfattori”, gli incivili che abbandonano non il singolo sacchetto di rifiuti (il nuovo sistema supera ben presto tale inconveniente, incentivando invece i virtuosi) bensì rifiuti ingombranti malgrado un comodo ecocentro cui conferirli, o il servizio a domicilio, o gli ecocentri mobili o scarti di sgomberi o di lavorazioni». «Costoro, irriducibili e appunto incivili, sono al centro di una dura campagna degli ispettori ambientali, che il nuovo sistema rende più facile, in quanto li isola dall’insieme della comunità cittadina, che infatti sta attivamente collaborando a denunciarli.
Cassonetti con la chiave sono ora introdotti anche al Lido», aggiunge Bettin, «dove ci aspettiamo risultati analoghi, come a Burano e Murano, tali da far schizzare i dati dell’intero comune – malgrado l’enorme massa di rifiuti prodotti dal turismo – a livelli di assoluto rilievo».
Resta, comunque, il primato di Mestre e dell’intera terraferma che ha consentito nel 2013 – secondo dati forniti da Ca’ Farsetti – un risparmio di circa 5 milioni sul costo del Piano rifiuti e quindi nelle bollette degli utenti e, soprattutto, la chiusura dopo circa vent’anni dell’inceneritore di rifiuti. I dati della città fanno poi anche i conti con la difficoltà della racconta in centro storico.
Nuova Venezia – Spinea. Discarica, iniziati i campionamenti
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18
mar
2014
IN VIA LUNEO TRA SPINEA E MIRANO
SPINEA – Lunedì 17 marzo mattina: hanno inizio, come annunciato, i lavori per la caratterizzazione della discarica di Luneo, ai confini tra Spinea e Mirano. I residenti l’attendevano da anni. Ieri mattina i tecnici Veritas hanno varcato i cancelli della vecchia cava, dove sono sepolte, insieme a tonnellate di rifiuti di dubbia provenienza e natura, anche tutte le paure dei residenti. A loro proveranno a dare una prima risposta le analisi di laboratorio sui campioni di terreno e acqua prelevati dal sito. La prima fase dei lavori prevede verifiche attraverso lo scavo di trincee e il posizionamento di piezometri per analizzare la natura dei rifiuti stoccati negli anni nell’area verde tra via Luneo e il vicino Rio Cimetto. La giornata di ieri è in qualche modo storica: dei veleni di via Luneo si parla da decenni, ora finalmente, dopo annunci e progetti sulla carta, si passa ai lavori. Con i tecnici, hanno tenuto a battesimo il cantiere anche il sindaco Silvano Checchin, la sua vice e assessore all’ambiente Stefania Busatta e, per la Regione, il consigliere del Pd Bruno Pigozzo.
«Cominceremo con dei primi lavori di battitura e verifiche topografiche », ha spiegato Roberto Sinibaldi di Veritas. «La Regione ha la responsabilità di verificare la composizione di questi siti», ha spiegato Pigozzo, «realizzati in una fase in cui le regole erano molto diverse da quelle attuali: il primo finanziamento serve proprio a capire quali sono i rischi. Poi si investiranno nuove risorse per l’eventuale messa in sicurezza, sulla scorta dei primi dati».
«Da oggi cominciamo finalmente a cercare di capire cos’è presente qui sotto», ha aggiunto Busatta, «sulla base dei risultati si potrà capire poi quali saranno le azioni future da intraprendere e quali i finanziamenti necessari».
(f.d.g.)
Gazzettino – Dolo. Rifiuti pericolosi, processo a rischio
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15
mar
2014
DOLO – Coinvolti i maggiori imprenditori della zona nel settore. Udienza rinviata a giugno
Braccio di ferro tra accusa e difesa sui termini di prescrizione
Rischia di finire in prescrizione il processo che vede imputati i maggiori imprenditori della zona operanti nel campo dello smaltimento rifiuti. Vivaci schermaglie si sono avute tra accusa e difesa nel corso dell’ultima udienza. Punto del contendere i termini della prescrizione.
Il traffico di rifiuti pericolosi risale a sette anni fa, quando tre degli indagati erano finiti in manette. Secondo l’accusa, portata avanti dal sostituto Giorgio Gava, gli imputati invece di eliminare nei regolari impianti le vecchie traversine della ferrovia, impregnate di una sostanza altamente cancerogena, il creosoto, riutilizzavano l’ingente quantità di legno per palizzate da giardino e mobilio finiti nelle case e nei giardini di mezza Italia.
Gli avvocati degli imputati hanno evidenziato come la sospensione dei termini di prescrizione si sarebbe conclusa con l’intero deposito dei documenti dell’inchiesta, avvenuto lo scorso dicembre. Di idea diametralmente opposta l’accusa e le parti civili, che volevano «congelare» la prescrizione fino all’udienza di ieri.
Un vero e proprio braccio di ferro, con l’avvocato Marrone che ha evidenziato come gli oneri dello Stato non possano addebitarsi alle difese. Infatti, il processo è peregrinato tra il Tribunale di Dolo, quello di Mestre fino all’approdo a Venezia. Il tutto in seguito alla ridefinizione territoriale dei tribunali. Il giudice Ciampaglia ha accolto quindi la richiesta della difesa ed ha aggiornato il processo al prossimo 30 giugno.
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