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Interrogazione di casson e puppato

Fanghi pericolosi, i due senatori del Pd chiedono l’intervento del ministro dell’Ambiente

MARGHERA. Arriva in Parlamento la contestata autorizzazione regionale, firmata dal governatore Luza Zaia, che permetterà ad Alles spa (gruppo Mantovani) di aumentare con il “revamping” la quantità di fanghi pericolosi (provenienti anche da fuori regione) da trattare nei suoi impianti di via dell’Elettronica.

I senatori del Pd, Felice Casson e Laura Puppato, hanno presentato ieri un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, nella quale scrivono:

«considerato chel’intera comunità veneziana (associazioni e amministratori di Centrosinistra come il Comune di Venezia e amministratori di Centrodestra come la Provincia di Venezia) sta cercando di bloccare quella che agli interroganti appare una inconsueta e sconsiderata decisione della regione Veneto; e visti anche i danni alla comunità veneziana e veneta (d’ordine ambientale, sanitario, criminale) oltrepasserebbero i confini della regione, si chiede di sapere se il ministro sia a conoscenza dei fatti illustrati e se non ritenga quindi doveroso intervenire, per la parte di propria competenza, al fine di riconsiderare il progetto dell’azienda Alles spa di revamping dell’impianto di ricondizionamento di rifiuti speciali anche pericolosi sito nel comune di Venezia, limitando, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, il funzionamento dell’impianto con parametri corrispondenti agli scopi originari di bonifica e risanamento dell’area, scongiurando il pericolo che Marghera diventi sito di accumulo dei rifiuti d’Italia, oggetto di mire e persino di interessi di stampo criminale».

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Maurizio Conte, assessore regionale all’Ambiente, incontra Dal Corso, presidente di Marghera

Protesta contro l’arrivo di rifiuti speciali da altre regioni, Tiozzo (Pd) attacca il governatore Zaia

MARGHERA. La vicenda Alles spa, azienda del gruppo Mantovani che ha chiesto un allargamento per trattare rifiuti provenienti anche da fuori regione, è ripiombata al centro delle polemiche. La situazione non sembra avere esiti positivi a breve termine. In aggiunta, l’incontro di ieri a Palazzo Balbi, sede della Giunta Regionale, tra l’assessore all’ambiente Maurizio Conte e il presidente della municipalità di Marghera, Flavio Dal Corso, è stato vissuto dalle rispettive parti in maniera diversa.

«L’assessore», ha raccontato Dal Corso, «ci ha detto che si augurava che il Comune vincesse il ricorso e ha detto che secondo lui la commissione che ha approvato il progetto era sbilanciata tanto che bisognava cambiarla».

Lo stesso resoconto è stato riportato anche dal consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo, presente all’incontro:

«Se la politica si sveglia adesso e arriva a dire che bisogna fare ricorso questo avrà i suoi effetti».

Di recente Pigozzo, insieme al capogruppo Pd Lucio Tiozzo, ha anche presentato un’interrogazione per scongiurare «il pericolo che Marghera diventi la pattumiera d’Italia».

Ma l’assessore, in una nota ufficiale inviata ieri, ha dichiarato che la sua reazione è stata travisata e strumentalizzata e che lui non ha fatto altro che «ribadire le conclusioni della Giunta regionale manifestando che un ricorso giurisdizionale promosso innanzi al Tar del Veneto da parte del Comune di Venezia risulterebbe l’unico strumento per porre in evidenza eventuali vizi insiti nel provvedimento amministrativo rilasciato dalla Giunta regionale, sulla scorta delle risultanze della Commissione Via (Valutazione impatto ambientale)».

In ogni caso l’unica strada da percorrere ora è quella di depositare al più presto il ricorso (già pronto) al Tar in modo da verificare anche che la valutazione della Commissione sia in linea con le sopravvenute modifiche in ambito nazionale. Mentre si parlava nelle stanze del Balbi, una trentina di manifestanti ha sostato per due ore in Campo San Tomà con uno striscione di protesta e un elenco di effetti negativi sulla salute che l’ampliamento dell’impianto comporterebbe. Ci sono inoltre altri punti messi in evidenza che vanno a sfavore dell’avviamento dell’impianto: il fatto che Alles sia contro il piano regolatore previsto dal Comune, che vada in controtendenza al progetto Moranzo e, non da ultimo, che rappresenti per Porto Marghera un ritorno al passato anziché un incoraggiamento verso il futuro.

«L’approvazione di Alles», ha detto Tiozzo, «è una vergogna e Zaia ne dovrebbe rispondere perché lui per primo aveva detto no ai rifiuti di altri territori e invece poi approva un impianto che tratterebbe rifiuti speciali da tutta Italia».

Vera Mantegoli

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Gazzettino – Marghera. Alles, niente stop alla delibera

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29

mag

2013

MARGHERA – Una delegazione della Municipalità ricevuta ieri in Regione. Pronta un’altra manifestazione

L’assessore Conte: ma è possibile cambiare se il Tar accoglie il ricorso del Comune

Non si può dire che sia andato bene ieri l’incontro tra la delegazione della Municipalità di Marghera e l’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte: la delibera che autorizza Alles all’ampliamento non verrà bloccata come desideravano il piccolo corteo di protesta (cinquanta persone) che accompagnava la delegazione. Ma certo il presidente Flavio Dal Corso, il vice presidente Bruno Polesel e i quattro consiglieri che li accompagnavano non si aspettavano di avere dalla loro parte l’assessore regionale all’ambiente. Conte ha infatti dimostrato sorpresa e disappunto per delibera approvata lo scorso 10 aprile con la quale è stato recepito il parere positivo espresso dalla Commissione VIA al progetto dell’azienda Alles (di revamping dell’impianto di ricondizionamento di rifiuti speciali anche pericolosi sito nel comune di Venezia) e ha formulato il giudizio di compatibilità ambientale nonché approvato il progetto con contestuale rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. L’assessore ha le mani legate: la delibera è regolare, anche se le conseguenze saranno pesantissime per l’ambiente. Per questo motivo Conte spera che il Tar accolga il ricorso che il Comune ha deciso di presentare contro l’autorizzazione all’ampliamento. In questo modo, ha spiegato l’assessore Conte, si potrà cambiare la delibera. E va modificata al più presto anche la composizione della commissione regionale che ha dato il via libera all’approvazione dell’ampliamento di Alles, dando più voce ai rappresentanti territoriali, finora in minoranza.

«L’incontro ha chiarito che Marghera non accetta di essere una zona inquinata – ha spiegato Dal Corso – Il territorio veneziano ha già pagato e sta ancora pagando un tributo altissimo in termini di malattie da inquinamento legate alle produzioni vecchie e nuove di Porto Marghera. Il progetto Alles va in direzione opposta rispetto al processo di trasformazione dell’area attraverso progetti di bonifica, di risanamento, di riconversione indirizzata a produzioni pulite e ad attività sostenibili che la stessa Regione ha appena approvato».

«Come Comune ci sentiamo defraudati – ha commentato il presidente del Consiglio Comunale, Roberto Turetta – Con un colpo di mano la Regione ha smentito quanto era stato concertato dalla variante Prg che era stata concertata tra Comune, Provincia e Regione, aprendo la strada ad altre possibili soluzioni piratesche».

La lotta contro l’ampliamento di Alles continua: la prossima settimana si farà il punto della situazione con un’assemblea a Malcontenta e poi tutti di nuovo a manifestare in piazza.

 

MIRA. Consiglio comunale con tanti punti in discussione domani alle 20 a Mira alle 20 in sala consiliare. Oltre a interpellanze e interrogazioni, tra i punti in discussione vi è la proposta di un ordine del giorno, a firma dei consiglieri Barberini, Marcato, Berti e Donadel, sulla deliberazione della giunta regionale che autorizza l’aumento dello stoccaggio di rifiuti speciali dell’impianto Alles di Marghera e il piano per l’energia sostenibile, il Paes.

(a.ab.)

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«Constatiamo con soddisfazione che non ci sono nuovi impianti di incenerimento nel Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali. Tuttavia la Regione considera ancora l’incenerimento al pari di altre forme di riutilizzo e noi non siamo d’accordo».

Lo sottolinea il sindaco di Quarto Silvia Conte.

«Perché il piano sia efficace – spiega – è necessario introdurre incentivi per la riduzione dei rifiuti alla fonte sia per le imprese che modificano i processi produttivi che per le famiglie e i Comuni che potrebbero dotarsi di modalità di riutilizzo ed educare i cittadini a tale pratica. Per stimolare atteggiamenti virtuosi stiamo lavorando per passare dalla tariffa attuale ad una modalità porta a porta in cui la tariffa sia proporzionata al consumo effettivamente prodotto. E sotto questo aspetto la Tares non è adeguata».

Anche il gruppo PerQuarto ha inviato alla Direzione tutela ambiente della Regione alcune considerazioni sul Piano regionale:

«Lo stoccaggio e il trattamento necessario alla “neutralizzazione” del prodotto non riciclabile deve essere effettuato all’interno del territorio regionale e il costo del servizio di gestione rifiuti deve riferirsi al concetto di responsabilità del tipo «più inquino più pago», con progressiva incentivazione verso l’obiettivo rifiuto non riciclabile pari a zero»,

afferma il consigliere Luigino Varin.

(M.Fus.)

 

Dopo lo stop all’impianto di Bonisiolo, i Comuni scrivono alla Regione: puntare sul riciclaggio

MARCON – I Comuni di Mogliano, Marcon, Quarto d’Altino, Casale sul Sile e Preganziol – già firmatari nel 2009 di una convenzione per fermare il progetto presentato nel 2008 da Unindustria Treviso, di realizzazione di un inceneritore a Bonisiolo – mercoledì hanno presentato le osservazioni al Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali. Il progetto dell’impianto, che avrebbe bruciato 250.000 tonnellate annue di rifiuti, è stato infatti stoppato nel 2010 in attesa che venisse approvato il nuovo Piano regionale dei rifiuti, grazie a una formidabile mobilitazione di cittadini e amministrazioni locali. Le cinque amministrazioni hanno preso atto, con soddisfazione, che nel piano regionale, ad oggi adottato dalla giunta, non sono previsti nuovi impianti di incenerimento; nonostante ciò, con atteggiamento propositivo, hanno presentato delle osservazioni al piano, dal momento che si considera ancora prioritario l’incenerimento, tanto che si parla di potenziamento di alcuni impianti esistenti.

«L’abbiamo sempre sostenuto», commenta l’assessore all’Ambiente di Mogliano, Davide Bortolato, «incenerire i rifiuti è la strada sbagliata. Prima bisogna ridurli, poi puntare al riuso e riciclarli; già l’Europa ci spinge a fare questo». E aggiunge: «In sinergia con l’altro gruppo di Comuni, facenti capo a Silea che contrastano il progetto di un impianto gemello, dal 2009 ci battiamo contro questi due progetti scellerati. Chiediamo che Unidustria ritiri i progetti e che venga messa una pietra tombale sull’ipotesi di costruire gli inceneritori di Mogliano e Silea».

«Chiediamo con forza che nel piano regionale venga inserito nelle attività di monitoraggio l’impatto sulla salute della popolazione», ha commentato il sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte, «inoltre perché davvero il piano sia efficace è necessario introdurre degli incentivi concreti per la riduzione alla fonte dei rifiuti».

«Le osservazioni presentate anche in forma associata con gli altri Comuni», prosegue il sindaco di Marcon Andrea Follini, «sono frutto di un percorso partecipato che il nostro assessorato all’Ambiente ha messo in campo con i cittadini, un lavoro di diverse serate che è risultato molto proficuo».

Parte attiva e indispensabile nella battaglia, quella del Comitato No Inceneritore, rappresentato durante l’incontro di mercoledì da Giorgio Massimi.

Marta Artico

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MARGHERA – Il Comune impugna la delibera di palazzo Balbi che autorizza il trattamento dei rifiuti

«È irregolare, non ha previsto la Valutazione strategica»

Una delegazione in corteo a Venezia martedì incontrerà l’assessore Conte

Ricorso contro Alles, la Giunta Orsoni ha avviato l’iter. Lo ha fatto approvando venerdì la delibera con cui incarica l’Avvocatura Civica di presentare il ricorso contro la delibera regionale che autorizza il potenziamento (revamping) dell’impianto di trattamento di rifiuti pericolosi di Malcontenta. La notizia è stata comunicata, ieri mattina, durante l’assemblea promossa nella sala consiliare dalla Municipalità a Marghera per avviare la mobilitazione contro il progetto. Il presidente Flavio Dal Corso, infatti, in apertura di assemblea ha letto un intervento dell’assessore Gianfranco Bettin che annunciava il via libera al ricorso comunale.

«Quella delibera regionale, per noi, è irregolare. Non ha sottoposto il progetto alla Valutazione Ambientale Strategica (Vas), obbligatoria in questi casi. È una delibera che ribalta i principi sui quali si basa, in tutta Europa, il trattamento dei rifiuti, che dovrebbe preoccuparsi di ridurne la produzione e, quindi, di smaltire i rifiuti residui nei modi meno impattanti e nelle forme più trasparenti e controllate. La scelta regionale si fonda, invece, sulla volontà di farne un business, di stare sul mercato globale dei rifiuti per attirarne la parte maggiore possibile a Porto Marghera, facendo la pattumiera tossica d’Italia».

Lo stesso Dal Corso, durante l’assemblea cui hanno partecipato anche il consigliere comunale di Mira Maurizio Barberini (Pd) e i delegati municipali Marello e Polesel, ha ribadito come la delibera regionale vada nella direzione contraria a quella dei distretti industriali, che prevede che i rifiuti prodotti in una zona vengano smaltiti nella stessa area. Dal parte sua, il presidente dell’associazione di commercianti Ascom Marghera Stefano Montesco ha sottolineato la correttezza della battaglia contro il potenziamento dell’impianto auspicando che superi i confini di Marghera per diventare cittadina. Dario Giglio, portavoce della delegazione di zona di Malcontenta, ha sollecitato la convocazione di un’assemblea nel territorio su cui insiste l’impianto. Seconda tappa della protesta, quella di martedì prossimo: alle 9.15 una delegazione municipale – cui si possono associare cittadini – partirà da piazzale Roma per raggiungere Palazzo Balbi dove alle 10 è fissato un incontro con l’assessore regionale Maurizio Conte.

 

L’allarme di Bettin all’assemblea sul via libera al “revamping” dell’impianto che tratta rifiuti pericolosi

Dal Corso: «Martedì a Palazzo Balbi chiederemo all’assessore Conte di ritirare la delibera»

MARGHERA – La Giunta regionale di Luca Zaia

«deve rispettare i cittadini di Marghera e fare subito marcia indietro in merito all’autorizzazione concessa ad Alles spa, l’azienda del gruppo Mantovani che vuole far arrivare nel suo impianto ancor fanghi e rifiuti pericolosi provenienti da tutta Italia con traffici a chiaro rischio di infiltrazioni criminali e mafiose».

La richiesta è stata ribadita ieri mattina nel corso dell’assemblea pubblica tenutasi in Municipio e sarà ripetuta martedì prossimo all’assessore regionale, Maurizio Conte, nell’incontro programmato.

«Diremo all’assessore Conte», precisa il presidente della Municipalità, Flavio Dal Corso «che è inaccettabile la modifica del piano regolatore di Venezia introdotta dal decreto della Giunta regionale che autorizza Alles a fare quello che la variante al piano regolatore approvata a suo tempo dal consiglio comunale, la quale prevedeva che negli impianti di Porto Marghera si trattino e smaltiscano solo rifiuti o fanghi prodotti in loco, come dovrebbero fare tutti».

Oltre ai cittadini sono intervenuti contro il decreto regionale che dà il via libera ai progetti di Alles spa anche il presidente Ascom di Marghera, Stefano Montesco, e don Marco, vicario delle otto parrocchie di Marghera. All’assemblea era prevista la presenza dell’assessore comunale all’Ambiente, Gianfranco Bettin, che però non ha potuto partecipare, ma ha inviato un intervento che Dal Corso ha letto a tutti i presenti.

«La giunta comunale ha approvato la delibera che incarica l’avvocatura civica di presentare il ricorso contro la delibera regionale che autorizza il revamping dell’impianto di Alles», ha confermato Bettin, ribadendo che «quella delibera regionale per noi è irregolare perché non ha sottoposto il progetto alla Vas, Valutazione ambientale strategica, obbligatoria in questi casi. E poi perché è una delibera che ribalta i principi sui quali si basa, in tutta Europa, il trattamento dei rifiuti, che dovrebbe in primo luogo preoccuparsi di ridurne la produzione e quindi di smaltire i rifiuti residui nei modi meno impattanti e nelle forme più trasparenti e controllate. La scelta della Giunta regionale si fonda invece sulla volontà di farne un business, facendo di Marghera la grande pattumiera tossica d’Italia, stravolgendo così la prospettiva che la città si è data per quest’area strategica, la cui vocazione è portuale e industriale sotto il segno della sostenibilità e dell’innovazione di processo e di prodotto».

Gianfranco Bettin ha infine ricordato che il proliferare di questi impianti di trattamento dei rifiuti

«espone la nostra città al rischio ecomafie, le quali, come le indagini più recenti dimostrano, non si occupano più solo dello smaltimento illecito in discarica o in fondo al mare dei rifiuti, bensì del finto smaltimento legale in impianti autorizzati».

Gianni Favarato

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I dati dei Consorzi Priula e TvTre: già raggiunta la soglia dell’83 per cento di differenziata

Attacco alla Tares: «Bisogna ricalibrare questa tassa che è sbagliata, deresponsabilizza i cittadini»

«Se la soglia dell’83% di raccolta differenziata è già stata superata ora l’obbiettivo ambizioso è raggiungere il 96,7% entro il 2022».

Lo ha annunciato ieri mattina Paolo Contò direttore dei Consorzi Priula e Tv Tre nel corso del convegno «Rifiuti: da spreco a risorsa» promosso nell’ambito della GreenWeek delle Venezie da Nordesteuropa Editore e Contarina. Un traguardo ambizioso, cui i comuni del bacino di Treviso sono vicini, secondo quanto dichiarato da Paul Connett, teorico e fondatore del movimento Rifiuti Zero ma contro cui potrebbe remare l’introduzione della Tares.

«Bisogna ricalibrare questa tassa: la Tares ha ribaltato quello che avevamo conquistato nel 1997, la Tares 2011 prevede un sistema ordinario di pagamento al metro quadrato poi l’eccezione, il pagamento in base ai rifiuti prodotti. Non significa andare verso “rifiuti zero” e nemmeno nella direzione dell’assunzione di responsabilità da parte degli utenti. È un grosso sbaglio»,

ha detto Contò che ha annunciato l’ambizioso obbiettivo di realizzare a Treviso un risultato prossimo allo Zero Waste

«raggiungibile puntando al riutilizzo perché quello che per noi è rifiuto per altri è un bene. Nella raccolta differenziata ci sono ancora margini di miglioramento, soprattutto con l’introduzione di materiali compatibili con processi di recupero. Ci stiamo interfacciando con il mondo industriale ma per politiche di produzione ecocompatibili ci vuole un sistema di area vasta».

Una provincia prossima alla perfezione anche secondo Paul Connett che ha elencato i dieci punti da realizzare per conseguire il traguardo Zero Waste.

«La separazione alla fonte, la raccolta porta a porta, il compostaggio, il riciclaggio, la realizzazione di centri di riutilizzo che possono diventare veri e propri business in tempi di crisi»,

ha spiegato Connett,

«E ancora la riduzione dei rifiuti, l’introduzione di incentivi economici o viceversa tasse, come in Irlanda dove è stata introdotta una tassa di 15 centesimi sulle buste di plastica. L’attivazione di impianti di separazione della frazione residua, l’attivazione di centri di ricerca, la riduzione delle discariche temporanee per i rifiuti non riciclabili. Infine: una trasformazione produttiva, attraverso un dialogo serrato tra industria e comunità, perché se un prodotto non è possibile riciclarlo o compostarlo allora non dovrebbe esistere a monte».

Un’intera giornata densa di interventi: Antonio Cianciullo ha parlato del suo ultimo libro «Dark Economy: la mafia dei veleni», dedicato alle ecomafie. Infine Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market l’uomo che sfama i poveri con i cibi gettati via dai supermercati ha parlato della sua ultima utopia, «Vivere a spreco Zero». Durante l’incontro sono stati distribuiti vasetti di fiori realizzati con la parte del rifiuto non riciclabile.

Serena Gasparoni

 

Nuova Venezia – Alles, parte il ricorso contro Zaia

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25

mag

2013

 

Via libera all’Avvocatura contro il revamping, oggi assemblea in Municipalità

MARGHERA – La Giunta comunale ha dato il via libera all’Avvocatura Civica per avviare il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto (Tar) contro l’autorizzazione data dalla Giunta regionale al progetto di Alles spa che prevede il potenziamento (revamping) del suo impianto di trattamento e smaltimento di fanghi e rifiuti pericolosi provenienti anche da fuori in provincia e regione. Il ricorso del Comune di Venezia punta sul fatto che l’autorizzazione ad Alles, firmata dal governatore Luca Zaia, è illegittima in quanto costituisce una variante al piano regolatore comunale che contrasta con quella già adottata dal Comune e che prevede il trattamento di rifiuti a Porto Marghera solo nel caso che provengano dalla nostra provincia. Intanto, questa mattina (dalla ore 10) nella sala consiliare della Municipalità di Marghera si terrà un incontro pubblico sulla questione Alles spa.

«Dopo decenni di lotte per il risanamento di questo territorio, e per la permanenza di attività non inquinanti e non dannose per la salute e l’ambiente»,

spiega un comunicato stampa del presidente della Municipalità di Marghera, Flavio Dal Corso,

«questa decisione della Giunta regionale del Veneto costituisce un rischio concreto di divenire nuovamente polo d’attrazione per tutte le attività pericolose e inquinanti. Si vuole, infatti, riproporre Porto Marghera come localizzazione della filiera produttiva per lo stoccaggio, il trattamento e lo smaltimento di rifiuti civili e industriali, speciali, pericolosi e tossico-nocivi da tutto il Veneto e anche oltre. La Municipalità di Marghera ha già approvato un documento che chiede il ritiro di tale decisione della Giunta Regionale e che invita la popolazione tutta a mobilitarsi».

Per martedì 28 maggio è in programma una manifestazione davanti alla sede della Regione.

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