Appello alla Regione per bloccare il progetto Alles
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12
nov
2012
Da dieci anni l’ASSEMBLEA PERMANENTE CONTRO IL RISCHIO CHIMICO di Marghera sta svolgendo una funzione di sentinella del territorio e di allarme a fronte degli eventi che possono minacciare la salute di cittadini e lavoratori. In questi mesi stiamo combattendo l’ennesima battaglia contro i soliti noti che stanno tentando di svendere la qualità della vita di tutti noi per il proprio tornaconto personale: la società Alles SpA (gruppo Mantovani) ha chiesto il potenziamento del proprio impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti tossico-nocivi di via dell’Elettronica a Marghera (per ulteriori dettagli clicka qui: http://margheraonline.it/blog/
ASSEMBLEA PERMANENTE CONTRO IL RISCHIO CHIMICO
http://margheraonline.it/
pagina facebook “assemblea permanente contro il pericolo chimico a Marghera”
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APPELLO
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ALLA GIUNTA REGIONALE VENETA E AL SUO PRESIDENTE
Le/i sottoscritti chiedono alla Giunta Regionale del Veneto di NON recepire il parere positivo della commissione tecnica V.I.A. e di negare qualsiasi autorizzazione al progetto di revamping presentato dalla ditta Alles S.p.A., Azienda Lavori Lagunari Escavo e Smaltimenti, di via dell’elettronica 21 a Marghera.
Tale progetto è estremamente pericoloso per la salute dei cittadini tutti e dei lavoratori della zona industriale nonché dannoso per il territorio e per l’ambiente: una previsione dell’ARPAV ha stimato che l’impianto potenziato produrrebbe il 30% in più di polveri e di rumore. E’ facile intuire come tutto ciò rappresenterebbe un’ulteriore offesa ad un territorio già ampiamente compromesso da decenni di attività produttive inquinanti e pericolose.
I pediatri e i medici di famiglia di Marghera e Mestre rilevano continuamente gravi danni alla salute della popolazione: sono infatti in costante aumento asma e malattie respiratorie nei bambini, bronchiti croniche, leucemie e tumori del polmone e del fegato negli adulti e negli anziani. E’ per questo che pediatri e medici hanno inoltrato un appello alla Giunta Regionale contro l’ampliamento di Alles.
Recenti accordi stipulati in materia di bonifiche e messa in sicurezza del territorio, sostenuti anche dal Piano Regionale di Sviluppo approvato nel 2007 da Giunta e Consiglio del Veneto, possono aprire la strada al complessivo rilancio produttivo del polo di Porto Marghera e alla sostituzione dei cicli produttivi inquinanti con attività pulite ed ecologicamente compatibili e sostenibili. All’opposto, il progetto Alles va contro a tutto questo e apre la strada al business dei rifiuti industriali, inserendosi in un più ampio disegno finalizzato all’impianto nel sito industriale di Porto Marghera dell’intera filiera produttiva di stoccaggio, trattamento e smaltimento di rifiuti di vario genere (civili e industriali, speciali, pericolosi e tossico-nocivi) provenienti da tutto il Veneto e oltre.
Alles ha richiesto l’aumento non solo delle quantità di rifiuti tossico-nocivi da trattare ma anche delle tipologie, includendo anche sostanze non prodotte nella nostra zona industriale. E’ per questo che i rifiuti tossico-nocivi che Alles vuole far confluire nel nostro territorio avrebbero provenienza non solamente locale ma nazionale ed estera, trasformando sostanzialmente Marghera nella pattumiera d’Italia e forse d’Europa! Tutto ciò è in netto contrasto col buon senso, con la tutela della salute e, infine, con le vigenti norme del Piano Regolatore Generale del Comune di Venezia – Variante per Porto Marghera – e con gli obiettivi di risanamento e riqualificazione industriale definiti dal Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) che è adottato dal Consiglio Comunale di Venezia il 4 febbraio 2012 e con il quale si vieta categoricamente il trattamento di rifiuti che non siano locali.
Chiediamo perciò alla Giunta Regionale di:
- fare proprie le indicazioni e motivazioni espresse dal Comune e dalla Provincia di Venezia che hanno bocciato in modo chiaro e netto il progetto Alles.
- fermare ad ogni costo il potenziamento dell’impianto di Alles S.p.A. per il trattamento di rifiuti speciali e pericolosi a Porto Marghera
BASTA RIFIUTI TOSSICI E VELENI A MARGHERA
Nuova Venezia – Ampliamento Alles. La protesta sbarca in Consiglio.
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12
nov
2012
IN MUNICIPIO
Oggi alle 14 in municipio a Mestre si riunirà il consiglio comunale: tra i punti principali all’ordine del giorno l’ampliamento dell’azienda Alles che si occupa del trattamento di rifiuti pericolosi. L’azienda, del gruppo Mantovani, ha chiesto alla Regione l’ampliamento dello spettro del tipo di rifiuti da poter trattare (da 18 a 60) e del bacino d’utenza. Il Consiglio comunale, che già in passato si era detto contrario, domani tornerà ad esprimersi. Al dibattito parteciperanno con striscioni e cartelli anche i cittadini dell’Assemblea permanente contro il pericolo chimico, che hanno anche chiesto al presidente del consiglio di poter intervenire in aula. «Non vogliamo che Marghera» spiegano «diventi la pattumiera d’Italia».
Gazzettino – Marghera, Pronta la mobilitazione contro Alles
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10
nov
2012
MARGHERA – No di Pd e Ambientalisti all’ampliamento dell’impianto rifiuti
Striscioni e presidio lunedì in occasione del Consiglio comunale
Il Partito Democratico di Marghera chiama a raccolta i cittadini. Perchè si mobilitino contro il potenziamento dell’impianto di trattamento di rifiuti della ditta Alles di Porto Marghera. Il doppio appuntamento che il coordinatore del Pd Tonino Cossidente dà a quanti temono la trasformazione della zona industriale nella pattumiera del Veneto è per lunedì: alle ore 11, il Municipio di via Palazzo a Mestre ospiterà la commissione consiliare chiamata ad esprimersi sul progetto. Mentre, alle 15, il progetto rientrerà tra i punti all’ordine del giorno del consiglio comunale straordinario. «Il circolo, in continuità con l’assemblea tenuta in municipalità col senatore Felice Casson, ritiene che – spiega Cossidente – Marghera si debba mobilitare. Torniamo a chiedere, ancora una volta, alla Giunta Zaia che guida la Regione di non recepire il parere della commissione di Valutazione di impatto ambientale (Via) ma rappresenti, una volta per tutte, gli interessi della comunità anzicchè quelli di parte. Vogliamo trasparenza! Malgrado il netto rifiuto di Marghera, costatiamo che – conclude il segretario del circolo democratico – si tergiversa per non ostacolare relazioni di potere troppo ingombranti».
Giunge anche dai rappresentanti dell’assemblea permanente dei cittadini contro il pericolo chimico l’appello ai residenti di Marghera e Malcontenta ad essere presenti lunedì nel municipio di Mestre per manifestare, in massa, il «no» al potenziamento dell’inceneritore di Alles. L’assemblea, due settimane fa, aveva promosso una manifestazione sotto le finestre dell’impianto come seconda forma di mobilitazione contro il progetto che attende il via libera della Regione. Lunedì, si presenteranno, in via Palazzo, con cartelloni e striscioni. La stessa assemblea, a metà ottobre, aveva lanciato la proposta del cosiddetto «mail-bombing» ovvero dell’invio massiccio di mail all’indirizzo del presidente della Giunta veneta per far giungere, anche via posta elettronica, il no di Marghera all’aumento dei rifiuti
Giacinta Gimma
Nuova Venezia – Marghera, In Consiglio contro Alles con striscioni e cartelli
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9
nov
2012
Lunedì la seduta del parlamentino: «Marghera non sia pattumiera d’Italia» Ma il parere del Comune è solo consultivo, l’ultima parola spetta alla Regione
MARGHERA. Manifesti e striscioni per ribadire un secco “no” al progetto di ampliamento dell’azienda Alles (gruppo Mantovani) di Fusina per il trattamento di rifiuti pericolosi.
L’Assemblea permanente contro il pericolo chimico, riunitasi mercoledì sera, ha deciso di partecipare al consiglio comunale che si terrà lunedì dalle 14 nel municipio di via Palazzo a Mestre. «Stiamo preparando striscioni e cartelloni» spiega Roberto Trevisan presidente dell’Assemblea «e ci saremo, anche se l’orario di convocazione del Consiglio non aiuta la partecipazione di massa.
Abbiamo anche chiesto al presidente Roberto Turetta di poter intervenire per poter esprimere la nostra posizione sul progetto». Un progetto che da mesi sta facendo discutere la città, per la paura, come è stato ricordato più volte, che Marghera possa diventare la «pattumiera d’Italia». Questo perché la Alles, che attualmente tratta 18 tipi di rifiuti – prevalentemente fanghi – prodotti in loco e derivati dalle lavorazioni di Porto Marghera ha chiesto alla Regione l’ampliamento dello spettro di rifiuti da poter trattare (da 18 a 60, una prima ipotesi ne prevedeva 120) e del bacino d’utenza: ovvero di poter ricevere anche rifiuti provenienti da fuori città. Un progetto per il quale la commissione regionale di Valutazione di impatto ambientale (Via) ha già dato l’ok. Provincia e Comune hanno ribadito in più occasioni la loro contrarietà, con la consapevolezza però di esprimere un parere solo consultivo: l’ultima parola in merito all’ampliamento spetta alla Regione.
«L’aspetto più delicato della vicenda» spiega l’assessore comunale all’Ambiente Gianfranco Bettin, «è che l’attuale piano regolatore del Comune prevede per Marghera che siano solo soggetti pubblici a poter trattare rifiuti pericolosi che arrivano da fuori città. Se la giunta regionale dicesse sì, la sua decisione modificherebbe il piano regolatore, aprendo la strada ad altri soggetti privati che volessero arrivare a Marghera per trattare rifiuti pericolosi». Un passaggio molto delicato che rischia di compromettere il percorso di risanamento dell’area industriale. Per fare il punto della situazione lunedì mattina, prima del consiglio, è stata convocata anche la Commissione Ambiente, alla quale ci sarà anche Bettin.
«Servirà per capire a che punto è l’iter per la richiesta di ampliamento» spiega Saverio Centenaro del Pdl «e per capire nel dettaglio quali tipo di rifiuti potrebbero arrivare a Marghera. Una cosa è certa: nessuno di noi la vuole trasformare nella pattumiera d’Italia».
Francesco Furlan
Gazzettino – Marghera, In corteo contro la Alles
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28
ott
2012
AMBIENTE Contestato il progetto per la lavorazione di rifiuti speciali
Il maltempo non ha frenato il sit-in dei contrari all’ampliamento
PROTESTA Lo striscione innalzato dai manifestanti contro il progetto di ampliamento della Alles
La pioggia e il brutto tempo di ieri mattina non sono riusciti a fermare la manifestazione di protesta organizzata dall’Assemblea permanente dei cittadini contro il rischio chimico.
Un corteo di biciclette e auto è partito dal municipio di Marghera per arrivare proprio davanti ai cancelli del centro Alles, l’azienda specializzata nello smaltimento di rifiuti speciali.
«Non vogliamo diventare la pattumiera d’Italia – ha dichiarato Roberto Trevisan, portavoce dell’assemblea organizzatrice del sit-in di protesta – ed è questo il rischio che correrà la nostra città se dovesse venire approvato il progetto Alles-Mantovani. Un progetto che chiede di potenziare il proprio impianto di stoccaggio e trattamento dei rifiuti industriali, a discapito della salute di tutti i cittadini».
Gli abitanti di Mestre e Marghera hanno voluto far sentire la loro voce affinché la Giunta regionale, che dovrebbe discutere il progetto in Consiglio nei prossimi mesi, blocchi il piano di ampliamento previsto e si opponga alla proposta di aumentare le sostanze da smaltire all’interno dell’impianto.
«Porto Marghera farebbe un passo indietro di decenni se il progetto dovesse passare» fa sapere il presidente della municipalità di Marghera Flavio dal Corso. Che continua: «Basta creare business sulla nostra pelle. È necessario guardare al futuro della città, già sufficientemente sfruttata, in modo più sostenibile. Bisogna pensare a programmi di riqualificazione della zona industriale in modo ecocompatibile».
Un grido d’allarme è stato lanciato anche da alcuni medici presenti ieri alla manifestazione:
«L’aumento delle attività e il potenziamento di Alles porterebbe a una preoccupante situazione di rischio per la salute dei bambini – ha detto il pediatra Paolo Regini – che rimangono i più esposti al rischio di malattie legate alla qualità dell’aria. In Italia – continua – abbiamo un tasso di incremento di tumori infantili tra i più alti d’Europa».
Claudia Gioia
Gazzettino – Marghera, In bicicletta per dire “no” ad Alles
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27
ott
2012
MARGHERA – Oggi la protesta degli ambientalisti, il Pd: «Zaia fermi il progetto»
È confermato, anche in caso di pioggia, il sit in di protesta sotto le finestre di Alles a Porto Marghera, organizzato per oggi, sabato 27 ottobre, dall’assemblea permanente dei cittadini contro il rischio chimico. Qualora piovesse, non si raggiungerà Malcontenta in bicicletta ma in auto. Partenza alle 10 dal municipio di Marghera.
Sulla vicenda, si registra, intanto, il no «senza se e senza ma» del Partito Democratico di Marghera, scandito, nei giorni scorsi, durante un’affollata assemblea pubblica promossa dal circolo cui hanno partecipato il senatore Felice Casson, il segretario comunale Pd Claudio Borghello ed il consigliere regionale Stefano Fracasso.
«È ora di finirla – attacca il coordinatore del Pd di Marghera, Tonino Cossidente – di considerare Marghera un luogo dove collocare soluzioni non compatibili con gli interessi della collettività».
Il Pd, quindi, chiamano in causa la Giunta Zaia perchè «impedisca che i rifiuti diventino occasione di profitto ma anche di gestione poco chiara dove la Regione non ha la forza nè il coraggio e forse nemmeno l’interesse a rappresentare le paure e le speranze del territorio». «Lavoro e salute – conclude Cossidente, che rigetta il ricatto occupazionale – sono entrambi diritti e il caso Ilva di Taranto insegna». (g.gim.)
Nuova Venezia – Marghera, Tutti in bici (o auto) per dire no all’Alles ampliata
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27
ott
2012
MARGHERA. In caso di pioggia la biciclettata di protesta di oggi contro l’ampliamento dell’impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi Alles Spa diventa una macchinata: invece di raggiungere via dell’Elettronica, sede dell’azienda, in bicicletta lo si farà a bordo della propria auto. Percorso e orario del ritrovo invariati: si parte alle 10 davanti al Municipio. L’Assemblea permanente contro il rischio chimico rinnova l’invito a partecipare senza bandiere o simboli di partito. (l.f.)
Corriere del Veneto – Discariche svuotate dal riciclo Sanita’ e ambiente. La Regione: le chiudiamo
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25
ott
2012
E l’inceneritore di Ca’ del Bue sarà ridimensionato
VENEZIA — Continua la cavalcata del Veneto verso percentuali di riciclo record e la Regione, che già ha bloccato l’apertura di nuovi inceneritori (si pensi a quelli progettati da Unindustria nel Trevigiano), annuncia ora il ridimensionamento del termovalorizzatore di Ca’ del Bue, nel Veronese, e la chiusura delle dieci discariche aperte dalle Dolomiti al Delta.
Il report annuale dell’Arpav, d’altra parte, mette in fila numeri inequivocabili. La produzione di rifiuti nella nostra regione è calata nel 2011 del 4,3%, soprattutto a causa della crisi che ha comportato una drastica riduzione dei consumi, attestandosi a 2.305 tonnellate, ossia 465 kg all’anno per ciascun abitante. «E questo – ha sottolineato il direttore dell’Agenzia per l’ambiente Carlo Emanuele Pepe – nonostante si siano contate lo scorso anno oltre 63 milioni di presenze turistiche». La percentuale media di riciclo è del 60,5% (nel 2010 era al 58,3%), con punte record nel Trevigiano e nel Bellunese, che con il 74% ed il 66% hanno già raggiunto gli obiettivi fissati per il 2012 (e ci sono Comuni, come Salgareda, nella Marca, che arriva addirittura all’83,6%).
Cresce senza sosta la differenziata (un fenomeno in cui gioca un ruolo decisivo il «porta a porta») e di pari passo si riducono la percentuale dei rifiuti avviati all’incenerimento, appena l’8,1% (188 mila tonnellate), così come quella relativa al deposito in discarica, all’8,2% (altrettante). Numeri da cui l’assessore all’Ambiente Maurizio Conte tra ovvie conclusioni. La prima:
«Stiamo rivedendo la pianificazione degli impianti di termovalorizzazione, per cui non solo non verranno autorizzate nuove aperture, come già abbiamo chiarito in passato, ma verrà anche ridotto del 20% il dimensionamento dell’impianto del Ca’ del Bue, che rientrando nella programmazione non è in discussione ma si limiterà a trattare 150 mila tonnellate l’anno, contro le 180 mila inizialmente richieste nel 2006. Verificheremo poi con il proponente del progetto (la spagnola Urbaser, ndr.) se con queste modifiche il progetto sia comunque sostenibile. E’ chiaro che l’ultima decisione spetterà a loro».
Il che lascia spazio all’ipotesi che il termovalorizzatore possa anche non farsi. Ca’ del Bue servirebbe in ogni caso la sola provincia di Verona, con qualche sconfinamento nella vicina Vicenza, dove però è già attivo l’impianto di Schio. Insomma, gli inceneritori (gli altri due sono a Fusina e Padova) finiscono per rubarsi il lavoro l’un l’altro: «Anche per questo stiamo valutando la possibilità di convertire alcune linee alla combustione dei rifiuti speciali non pericolosi prodotti dall’industria, il che ci consentirebbe di venire incontro alle esigenze delle associazioni di categoria che oggi vedono i loro iscritti costretti a rivolgersi fuori regione o addirittura all’estero».
La seconda conclusione a cui perviene Conte, che certo segna la fine di un’epoca, è poi quella per cui «si dovrà cominciare a chiudere qualche discarica, perché il conferimento è ormai ai minimi (meno 18% nel 2011, ndr.), limitato per lo più ai residui della combustione nei termovalorizzatori». Attualmente in Veneto sono attive 10 discariche a gestione pubblica (l’undicesima, Campodarsego, è già chiusa e sta completando la messa in sicurezza) e secondo il piano redatto da Arpav dovrebbero chiudere tutte nell’arco di 8 anni. Si va infatti dalla discarica di Villadose, ormai prossima, a quelle di Este, Jesolo e Cortina, in calendario per il 2020. «Il modello a cui stiamo pensando – spiega Conte – non è quello di San Giuliano, col cappotto in cemento e la messa in sicurezza a carico dei proprietari, bensì uno completamente nuovo, che grazie alle tecnologie più recenti ci permetta, a fronte della dissoluzione negli anni delle frazioni umide, di recuperare il recuperabile, destinando il resto ai termovalorizzatori. Insomma, le discariche verrebbero “svuotate”». Accanto a queste, però, la Regione deve pensare pure alla bonifica di altri 500 siti, rilevati in collaborazione con la Guardia di finanza, assolutamente «regolari» (con gli abusivi il numero schizzerebbe alle stelle) e dismessi. «Contiamo di farcela – chiude l’assessore – attingendo al fondo finanziato ogni anno dai contributi ambientali».
Gazzettino – A caccia di “tesori” in discarica
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25
ott
2012
La produzione di immondizia è diminuita del 4,3 per cento
Maser e Rovigo i Comuni al top per la raccolta differenziata
Conte: «Il futuro sarà svuotare e bonificare i siti inquinati». Rifiuti, aumenta il riciclo
Il cacciatore di plastica. Negli anni futuri potrebbe essere un’attività redditizia, specie se la caccia si concentrerà lì dove la plastica è stata buttata a valanghe. Nelle discariche, appunto. Maurizio Conte, assessore all’Ambiente della Regione Veneto, è convinto che sia questa la sfida dei prossimi anni. La produzione dei rifiuti è già calata e (complice anche la crisi) continua a diminuire. Il recupero delle frazioni riutilizzabili delle immondizie è in aumento. Dunque, la prossima tappa sarà bonificare i siti inquinati. E trarne vantaggio. «Sotto terra, nelle discariche, ci sono dei tesori». Conte approfitta della presentazione del Rapporto sui rifiuti urbani e speciali preparato come ogni anno dall’Arpav per dire che non basta raccogliere e differenziare e recuperare, ma che bisogna ripulire la terra che abbiamo insozzato. «Un’indagine della Guardia di finanza – dice Conte – ci ha rivelato che i siti da bonificare nel Veneto sono 500. Ebbene, il futuro sarà svuotare, ripulire, bonificare. E prendersi il tesoro che c’è sotto terra: soprattutto nelle discariche più vecchie ci sono montagne di plastica, tutto materiale che può essere riutilizzato». Oggi le discariche presenti e attive in Veneto sono rimaste “solo” dieci: due nel bellunese (Cortina d’Ampezzo e Ponte nelle Alpi), due nel veneziano (Jesolo e San Donà), due nel padovano (Sant’Urbano e Este, quest’ultima peraltro per smaltire i residui del compostaggio), una nel veronese (Legnago; quella di Pescantina è sotto sequestro), due nel vicentino (Asiago e Grumolo delle Abbadesse), una nel rodigino (Villadose). «Massimo dieci anni e dovranno essere chiuse. Dovranno restare solo discariche per smaltire le ceneri dei rifiuti trattati». Chissà. Serviranno soldi, tra l’altro. «In Finanziaria abbiamo già previsto una quota dell’ecotassa legata al contributo ambientale, puntiamo a un fondo per ripulire i siti inquinati».
Intanto si registra il calo della produzione dei rifiuti urbani: nel 2011 2,305 milioni di tonnellate, -4,3%, con una produzione pro capite di 465 chili per abitante. I dati li ha illustrati ieri a Palazzo Balbi il direttore generale dell’Arpav, Carlo Emanuele Pepe. La raccolta differenziata ha raggiunto il 60,5% del totale, per una quantità pari a un milione 394 mila tonnellate, con un calo dello 0,7% rispetto al 2009. La quantità del rifiuto residuo a è stata pari a 911 mila tonnellate (-9,3%). La provincia di Treviso con il 74% si conferma al primo posto nella classifica regionale della raccolta differenziata, seguita da Belluno (66%), Rovigo (64%), Vicenza (62%), Padova e Verona (60%) e Venezia (50%). Per tutte, quindi, superato o raggiunto l’obiettivo del 50% previsto dal Piano regionale e dalla normativa nazionale per il 2009. I record sono quelli di Maser per i comuni con meno di 5mila abitanti (83,65%) e Rovigo per quelli con più di 50mila abitanti (60,32%).
Per quanto riguarda i rifiuti speciali, i dati (riferiti al 2010) mostrano una produzione di circa 15 milioni di tonnellate, di cui un milione di rifiuti pericolosi, 7,9 milioni di non pericolosi e 6,1 milioni di rifiuti non pericolosi derivanti da costruzione e demolizione. Questi ultimi sono in forte diminuzione a causa delle difficoltà del settore delle costruzioni. Del totale dei rifiuti speciali, 11,5 milioni di tonnellate sono state avviate ad impianti di recupero e il resto ad impianti di smaltimento. Anche per gli speciali, negli ultimi anni si registra un significativo incremento del recupero di materia e, parallelamente, un decremento dello smaltimento in discarica.
Alda Vanzan
Gazzettino – “La Regione blocchi il progetto Alles. Marghera non e’ la pattumiera d’Italia”
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24
ott
2012
INTERROGAZIONE DI PETTENÒ
«La giunta regionale non recepisca il parere positivo della Commissione tecnica Via e neghi qualsiasi autorizzazione al potenziamento dell’impianto di ricondizionamento dei rifiuti speciali anche pericolosi di Alles S.p.A. a Fusina». Lo ha chiesto ieri, con un’interrogazione a risposta immediata, Pietrangelo Pettenò, consigliere regionale FdS-Prc, che riprende l’appello di tanti cittadini e dei pediatri e medici di base che denunciano un alto tasso di crescita delle malattie respiratorie nei bambini, delle leucemie, dei tumori del polmone e del fegato, e delle bronchiti croniche negli adulti e negli anziani. «Il potenziamento di tale impianto, inoltre, non produrrebbe alcun incremento occupazionale e porterebbe Marghera a diventare la “pattumiera d’Italia”».
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