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Il Comune vara il nuovo Piano energetico per la riduzione dell’inquinamento luminoso. Via i 3.560 punti luce attualmente esistenti, che producono un consumo di energia elettrica annuo pari a 1.735 megawatt/ora, in arrivo 289 lampade a vapori di mercurio, che ridurranno il consumo a 69,47 megawatt/ora.

L’investimento totale sarà di 57.800 euro, ma la spesa sarà in gran parte recuperata già nei primi quattro anni, grazie al notevole risparmio energetico atteso, che si prevede sarà nell’ordine dei 14.300 euro in meno ogni anno.

Successivamente la “fase 2″ prevede l’adeguamento delle lampade non conformi per geometria o conformazione al miglior rapporto consumo-resa: 259.200 euro verranno, quindi, spesi per lavori di sostituzione o adeguamento delle armature dei lampioni.

Il terzo e ultimo intervento prevede infine l’adeguamento dell’alimentazione elettrica dei circuiti e dei quadri elettrici di comando: quindi manutenzione delle fotocellule, installazione di interruttori orari digitali, sostituzione delle parti danneggiate. L’intervento riguarderà 115 chilometri di strade e piazze.

«Il Piano dell’illuminazione fornisce indicazioni per la pianificazione di interventi di adeguamento degli impianti pubblici e privati per illuminare meglio risparmiando – spiega l’assessorato all’Ambiente – Le indicazioni riguardano soprattutto la riduzione degli orari di accensione, l’adeguamento dei fari attraverso il riorientamento dei punti luce, la sostituzione dei lampioni e l’adeguamento degli impianti, per ottenere un’illuminazione più efficiente e meno costosa».

Anche i privati però dovranno fare la loro parte: il Comune ha infatti previsto di modificare il regolamento edilizio con l’inserimento di un nuovo articolo che prevede certificazioni da parte del progettista, del produttore e del direttore dei lavori all’interno della richiesta di agibilità. L’obiettivo è il contenimento dell’inquinamento luminoso e, di conseguenza, anche dei consumi energetici, con vantaggi per l’ambiente ma anche per le tasche dei cittadini. Nei prossimi mesi l’assessorato all’Ambiente organizzerà ulteriori incontri con i cittadini e con i professionisti per spiegare meglio il nuovo Piano e incentivare il risparmio energetico, anche nell’ambito dell’edilizia privata.

Damiano Corò

 

SPINEA – Arriva l’ok di Veneto Strade: via libera per 3 piste ciclabili

SPINEA – Arrivano tre nuove piste ciclabili a Spinea. Veneto Strade ha infatti approvato i progetti definitivi per le opere complementari al Passante. Tre gli interventi da realizzare: una nuova pista ciclabile che collegherà via Martiri con via Rimini, il proseguimento di quella di via Luneo (dal confine di Mirano fino alla nuova ciclabile sulla Provinciale 36) e il sottopasso ciclopedonale alla rotonda della Fossa. Si tratta del completamento di importanti percorsi ciclabili che la città attendeva da anni, dopo un iter prolungato e tortuoso che attendeva i nulla osta da parte di tutti gli enti partecipanti. Ora i tre progetti dovranno solo essere approvati dal Consiglio comunale per la variante urbanistica, poi il Comune procederà con l’assegnazione del bando pubblico in vista dell’apertura dei cantieri. «Stiamo portando a termine un disegno progettuale di ampio respiro in tema di viabilità, grazie alla collaborazione con Regione e Veneto Strade – commentano i consiglieri Adriano Bonaventura, delegato alle Opere complementari al Passante, e Mario Zorzetto Penzo, delegato alle Piste ciclabili – Nel corso del 2014, secondo quanto ci ha assicurato Veneto Strade, verranno definiti anche i lavori di allargamento della provinciale 36, ma soprattutto quelli della bretella Nord, i cui lavori sono ripresi velocemente dopo l’accordo sottoscritto con il Comune di Venezia».

(D.Cor.)

 

 

L’assessore regionale Ciambetti ha incontrato le giunte coinvolte nel progetto

Checchin (Spinea): «Ok, ma non aumentiamo i costi». Solo Scorzè si chiama fuori

MIRANO «L’esempio del Camposampierese è perfetto. L’obiettivo è erogare migliori servizi e visti i numeri di cui disponete, sarete una realtà che potrà pesare nel Veneto del terzo millennio». Il “battesimo” all’Unione del Miranese arriva dall’assessore regionale agli enti locali Roberto Ciambetti, ieri a Mirano per incontrare i rappresentanti dei Comuni. Un faccia a faccia durato circa un’ora e mezza, dove sono emersi i punti di forza ma sono state sollevate anche delle perplessità per un matrimonio che ormai è dietro l’angolo. Ci saranno sei dei sette Comuni del territorio, con Scorzè che si è chiamata fuori anche se ieri era presente il candidato sindaco del Pd Gigliola Scattolin. Avanti, dunque, con Mirano, Spinea, Martellago, Santa Maria di Sala, Noale e Salzano, per un bacino di circa 120 mila abitanti. L’obiettivo è aggregare la protezione civile e la polizia locale ma anche il settore delle risorse umane e uno tra le politiche sociali e giovanili. Per i vigili, la sede sarà villa Belvedere a Mirano e poi si dovrebbe fare una convenzione con quella già attiva del Miranese nord, dove ci sono Scorzè, Martellago e Salzano. I tempi saranno piuttosto stretti, se è vero che nelle prossime settimane ciascun Comune farà il passaggio nel rispettivo consiglio dove si discuterà dell’adesione. Poi si passerà alla fase esecutiva vera e propria, prevista entro la fine di giugno. Considerato che due su sei (Spinea e Noale ndr) andranno al voto in primavera per rinnovare il parlamentino locale ed eleggere il sindaco, si capisce come i tempi siano stretti. Lo scopo finale dell’associazione è fare sinergia, attingere a finanziamenti specifici, tagliare i costi. Su questo punto si è concentrato il commento del sindaco di Spinea Silvano Checchin. «Va bene», osserva, «ma attenzione a non aumentare i costi pro-capite, che vedo potrebbero esserci dopo i 120 mila abitanti». Ciambetti lo ha subito rassicurato. «Un numero così di residenti», ha replicato, «vale per i Comuni capoluogo, che di solito erogano servizi come caserme o comandi provinciali e così via. Questi non saranno in carico all’Unione, ad esempio». Per l’assessore all’Urbanistica di Martellago Valerio Favaron, «le identità comunali dovranno essere salvaguardate e valorizzate», mentre per Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano, «si parte da un progetto condiviso in passato e l’Unione sia al centro della città metropolitana». Chi si è chiamato fuori è Scorzè con l’attuale sindaco Giovanni Battista Mestriner, ma ieri Scattolin era presente e guarda a quest’idea. «Può essere un’opportunità per ridurre le spese e migliorare i servizi», fa sapere «ma non deve diventare una nuova sovrastruttura. Comunque non sono decisioni che si prendono senza coinvolgere i cittadini nel dibattito».

Alessandro Ragazzo

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Gazzettino – Miranese. Comuni, nasce l’Unione.

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2

feb

2014

MIRANO – L’assessore regionale Ciambetti: «Sarete la quarta città del Veneto»

A primavera potrebbe già essere operativa dopo il sì dei Consigli comunali

«Con 120mila abitanti sarete la quarta città del Veneto, potrete essere una realtà in grado di pesare davvero». Con queste parole ieri mattina a Mirano l’assessore regionale al Bilancio, Roberto Ciambetti, ha sancito l’imminente nascita dell’Unione dei Comuni del Miranese. Il progetto coinvolge Mirano, Spinea, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala e Martellago: a marzo dovrà essere approvato dai consigli comunali, per poi partire concretamente in primavera.

«L’obiettivo è tagliare le spese ed offrire migliori servizi – ha dichiarato Ciambetti -, come accaduto nel Camposampierese. L’importante è coinvolgere il personale: se ora qualcuno è titubante, in futuro sarà motivato».

Un concetto rimarcato dal dirigente regionale Maurizio Gasparin: «La formazione del personale sarà fondamentale. Un conto è fare il ragioniere-capo in un Comune da 10mila abitanti, un conto è essere integrato in un contesto ben più ampio».

I Comuni resteranno enti autonomi ma unificheranno vari servizi: inizialmente Risorse Umane, Protezione Civile e Polizia Locale (comando a Mirano in Villa Belvedere), nel 2015 si ragionerà su Sociale e Politiche Giovanili.

«È un progetto solido che trova il consenso sia da destra che da sinistra – concordano i sindaci -. Sempre più spesso ci troviamo a ragionare assieme su viabilità, commercio e molti altri temi: il Miranese è un’area vasta che chiede ragionamenti unitari».

Potrebbe entrare in gioco pure Scorzé, se Gigliola Scattolin riuscirà a battere la ricandidatura dell’attuale sindaco Mestriner, da sempre contrario al progetto. «Stiamo studiando pro e contro – confida la candida sindaco del Pd – Restare fuori potrebbe essere da pazzi, ma sarà importante mantenere identità e rappresentanze politiche locali». Per coinvolgere i cittadini il Pd ha organizzato un incontro pubblico il 18 febbraio a Scorzè.

Ieri a Mirano erano presenti un’ottantina tra assessori e consiglieri: «Tante belle parole -il commento più diffuso in platea – ma aspettiamo dati concreti su servizi, costi e risparmi».

 

OGGI L’INCONTRO

MIRANO – Un nuovo importante passo verso l’Unione dei Comuni del Miranese. Questa mattina alle 10 i sindaci illustreranno i dettagli del progetto all’assessore regionale al Bilancio, Roberto Ciambetti, e al dirigente regionale che si occupa degli enti locali, Maurizio Gasparin. L’incontro si terrà alla sala-conferenza della corte di Villa Errera a Mirano, sono stati invitati pure assessori e consiglieri dei sei Comuni coinvolti: Mirano, Spinea, Noale, Santa Maria di Sala, Martellago e Salzano. Resta fuori il Comune di Scorzé, con il sindaco Giovanni Battista Mestriner che non ha mai nascosto le proprie rimostranze su questo progetto, mentre sta alla finestra Pianiga.

«Questo incontro sarà l’occasione propizia per dimostrare la volontà politica delle amministrazioni di avviare l’Unione dei Comuni nel corso del primo semestre del 2014» si legge nel documento inviato poche settimane fa alla Regione.

I sindaci portano avanti questo progetto da mesi, ora siamo arrivati alla fase conclusiva: il tempo stringe visto che Noale e Spinea stanno per andare al voto, entro il mese di marzo il progetto dell’Unione approderà in tutti i consigli comunali per l’approvazione.

I servizi unificati saranno quattro: sicuramente si accorperanno Risorse Umane, Protezione Civile e Polizia Locale (il comando unico sarà situato nello splendido contesto di Villa Belvedere a Mirano), per il quarto servizio da unificare bisogna ancora decidere tra Politiche Sociali e Politiche Giovanili. Oggi se ne saprà di più.

(g.pip.)

 

 

Dall’unione della polizia locale del Miranese rimarrà fuori solo Scorzè

Il sindaco di Spinea auspica che la centrale operativa rimanga a Venezia

MIRANO. Un supercomando per la polizia locale del Miranese. È quello che potrebbe nascere con l’avvento dell’Unione dei comuni, in dirittura d’arrivo nei prossimi mesi. I singoli comuni infatti porteranno in dote le convenzioni territoriali già in atto con comuni non coinvolti nell’Unione, beneficiando così della condivisione dei servizi. Il Miranese potrebbe insomma avere un corpo di vigili così vasto da non avere eguali in provincia.

Convenzioni. Sono due quelle in atto nei comuni interessati dall’aggregazione.

Quella del Miranese nord, che vede collaborare già dal 2011 le polizie locali di Martellago, Salzano e Scorzè e quella tra Spinea, Venezia e Marcon.

Entrambe superano i confini della futura Unione: Scorzè, infatti, non ne farà parte, così come Venezia e Marcon, fuori area. Le convenzioni, però, non cadranno con l’avvento dell’Unione, anzi verranno prese in carico dal nuovo ente: negli incontri preliminari infatti è stato deciso che personale, servizi e rapporti già in essere tra i singoli enti locali verranno trasferiti al nuovo soggetto sovracomunale.

Nascerà così un supercomando, dove la polizia locale non sarà solo il risultato dell’unificazione dei corpi di vigili di Mirano, Spinea, Noale, Santa Maria di Sala, Martellago e Salzano, ma continuerà a beneficiare anche della collaborazione con Scorzè da una parte, Venezia e Marcon dall’altra.

Centrale. Addirittura Spinea, anello di congiunzione con Venezia, auspica per il futuro un servizio di polizia con centrale operativa unica a Venezia, anche per il Miranese. «La mia idea», spiega il sindaco Silvano Checchin, «è che la centrale operativa di Venezia, con la quale già collaboriamo, possa diventare punto di riferimento centrale per tutto il territorio». Un cervello unico, dove accentrare sanzioni, infortunistica stradale e centralino, con risparmi enormi e un coordinamento unico. Sul territorio resteranno comunque le sedi distaccate rappresentate dagli attuali comandi municipali, con uomini e mezzi.

Personale. Gli agenti non sono tranquilli. Restano ancora malumori a Spinea, dove mesi fa i vigili hanno presentato istanza di trasferimento proprio a Venezia, o a Mirano, dove, in una lettera al sindaco, protestano contro l’aumento di lavoro a fronte di importi salariali fermi da anni. È sempre Checchin a fare il pompiere: «Metteremo in atto un meccanismo che tenga conto della situazione attuale: l’aggregazione dei comuni non può ridurre i diritti acquisiti, verranno rispettate posizioni e incarichi».

Filippo De Gaspari

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AUTOSTRADE – Sconti ai pendolari

Autovie frena: impossibile partire da febbraio

LA PARTICOLARITÀ – È l’unico organismo in house del “pubblico”

La società concessionaria: poco tempo per rivedere le tariffe per i pendolari

Scoppia la grana per la terza corsia: senza certezze economiche è a rischio

AUTOSTRADE I minori ricavi condizionano i lavori sull’A4. Il presidente Terpin: «Sono molto perplesso»

TRIESTE – Missione impossibile. Autovie venete alza le mani di fronte all’impraticabilità tecnica di rendere efficaci già da sabato prossimo, primo febbraio, gli sconti sui pedaggi autostradali fino al 20% a favore dei pendolari.

Ma la società concessionaria deve arrendersi anche su un altro fronte: la terza corsia A4. Impensabile, senza un quadro certo e definito delle compensazioni finanziarie, presentare un nuovo piano delle opere e dei prestiti a quello stesso ministro Maurizio Lupi che ha appena ottenuto gli sconti e che, a San Silvestro, aveva quasi dimezzato l’aumento delle tariffe dal 12,91% al 7,17%. La conclusione appare semplice nella sua gravità: la terza corsia è bloccata. Più diplomatico il presidente Emilio Terpin: «Sono molto perplesso, le più recenti misure incideranno inevitabilmente sul piano finanziario». Ma la sostanza è quella».

Sul fronte dei pedaggi, la società si attrezzerà fin da domani per mettere in campo una procedura che consenta agli utenti di chiedere le agevolazioni: il pendolare assiduo (almeno 10 viaggi al mese di andata e ritorno sulla medesima tratta non superiore ai 50 chilometri). Ma ci vogliono i suoi tempi: l’utente (solo privati cittadini con motoveicoli o vetture) si rivolgerà ad Autovie nei modi che saranno stabiliti e Autovie a sua volta chiederà alla società Telepass di munire il cliente del relativo dispositivo di “lettura” automatica dei passaggi ai caselli.

Un software speciale di Telepass calcolerà alla fine di ciascun mese quanti viaggi siano stati fatti sulla tratta “pendolare” scontando soltanto i pedaggi su tali tragitti: il 20% in meno con almeno 20 viaggi di andata e ritorno e poi sconti a scalare di un punto percentuale per ogni viaggio di andata e ritorno in meno al mese fino a una soglia minima del 10% per 10 viaggi a doppio senso.

Problema nel problema: cosa succede se un pendolare percorre abitualmente un tratto d’autostrada gestito da più concessionari? Occorrerà un accordo fra società per stabilire pagamenti e compensazioni ed è chiaro che non si potrà fare in pochi giorni: dal punto di vista di Autovie e dei suoi utenti il discorso vale per Cav (Passante di Mestre) e Autostrade (A23 Alpe Adria da Udine Nord a Tarvisio).

Ma è sul fronte di quella sfida da quasi tre miliardi di euro che si chiama terza corsia A4 che si gioca una partita sempre più incerta: da una parte, in base alle prescrizioni ministeriali, il commissario e presidente della Regione Debora Serracchiani deve proporre un nuovo piano finanziario entro giugno, ma dall’altro i minori ricavi decisi a fine dicembre e ora gli sconti ai pendolari determinano probabili, ulteriori “ammanchi”.

Il Ministero confida che gli sconti siano compensati da un aumento dell’utenza, ma le concessionarie oppongono la constatazione che i pendolari sono un tipo di clientela connotato da scarsa elasticità. Una compensazione ben più concreta, per chi debba realizzare le più grandi opere autostradali attualmente in cantiere a livello europeo, sarebbe una proroga importante della concessione, in scadenza nel marzo 2017. Ma il tavolo promesso da Lupi per le contromisure finanziarie agli sconti avrà durata biennale e sarà avviato dopo un rodaggio destinato a durare fino a fine maggio, naturalmente a carico esclusivo delle concessionarie. Come si vede, il tempo manca. In ogni caso Autovie prepara una rimodulazione sensibile dei cantieri (meno opere o cronoprogramma più esteso) puntando a completare il primo lotto Quarto-d’Altino San Donà, nonché a cantierare il terzo (Tagliamento-Gonars) e poi il secondo (San Donà-Tagliamento). Il quarto (Gonars-Villesse) sembra al momento una pertinenza dell’eventuale.

 

TARIFFE RIDOTTE DEL 20%  Sconti per l’autostrada benefici per i mestrini

Gli sconti sui pedaggi sono in arrivo, i pendolari del Veneziano tirano nuovamente fuori la calcolatrice. Le riduzioni entreranno in vigore in tutta Italia entro il 20 febbraio, saranno dunque rivolte pure a tutti i pendolari della Venezia-Padova e della Trieste-Venezia. Il Ministro Lupi è stato chiaro: fino al 31 dicembre 2015 sarà applicata una riduzione del 20% per chi utilizza una tratta autostradale di massimo 50 chilometri per venti volte al mese (40 accessi complessivi). Lo sconto scenderà progressivamente dal 20 al 10% in base al numero di viaggi, fino ad un minimo di 20 accessi autostradali. Una buona notizia per tutto l’hinterland mestrino: per i pendolari la tratta Mestre-Padova Est costerà 2.24 e non più 2.80 euro. Soddisfatti pure i padovani che vengono a lavorare nel Veneziano. Per i residenti di Mirano, Spinea, Mira, Dolo e Pianiga resta in vigore il piano agevolato avviato il 1.gennaio: sconto del 40% sulla Mirano-Padova Est per chi fa 20 accessi, anche 10 andate e 10 ritorni. «Hanno subito i disagi maggiori a causa del Passante, ecco perché questi pendolari sono più agevolati» spiega il presidente di Cav, Tiziano Bembo. I pendolari di questi cinque Comuni continueranno a pagare 1.70 anziché 2.80 euro, comunque più del doppio rispetto agli 80 cent pagati fino allo scorso 31 dicembre.

Gli sconti annunciati dal ministro Lupi, invece, andranno incontro pure a quei pendolari che non escono a Padova Est bensì a Padova Ovest o Padova Zona Industriale. In ogni caso per molti rimarrà più conveniente imboccare il Passante a Spinea: con lo sconto i pendolari pagheranno 1.28 euro anziché 1.60 per arrivare a Padova Est.

«Accogliamo positivamente questa novità – commenta Bembo -. Tutte le concessionarie italiane partiranno assieme, restiamo in attesa della data precisa e delle direttive operative».

Tecnici già al lavoro in Autovie Venete, la concessionaria che segue la tratta Venezia-Trieste: «Stiamo studiando transiti e accessi dell’ultimo anno – spiega l’amministratore delegato Maurizio Castagna – per capire quanti pendolari saranno interessati dallo sconto e quanti chilometri fanno». Un lavoro non facile viste le interconnessioni con Autostrade per l’Italia (a Udine Nord verso Tarvisio e a Cordignano verso Belluno) e Cav (Passante e tangenziale di Mestre).

(g.pip.)

 

L’INTERVISTA / IL PRESIDENTE DI CAV

«Regole uguali per tutti. Accolta la nostra proposta»

Bembo: per ora gli aumenti sulla Padova-Mestre non incidono sul traffico

Niente assalti a qualche casello per risparmiare, a Spinea poche auto in più.

Grazie all’arrotondamento, i pendolari che da Padova Est andranno a Venezia Mestre percorrendo la A4 (e viceversa), non usufruiranno di uno sconto di 56 centesimi, bensì di 60 centesimi a tratta. In epoca di crisi anche le briciole possono venir buone e in questo caso – grazie al 20 per cento in meno annunciato dal governo – si tratta di 4 cent aggiuntivi. Rispetto all’attuale tariffa di 2,80 centesimi, lo sconto equivarrebbe a 56 centesimi, il che fisserebbe il pedaggio a 2,24 euro. Ma l’arrotondamento abbassa la cifra a 2,20 euro, con un risparmio reale di 60 centesimi, 1,20 euro al giorno, se si considerano le due tratte.

Qualche tratta sfortunata vedrà, invece, l’arrotondamento per eccesso. È il caso degli automobilisti che vanno da Padova Est a Spinea (o viceversa). L’attuale tariffa di 1,60 euro dovrebbe essere ridotta di 32 centesimi, e quindi fissarsi a 1,28 euro; ma l’arrotondamento porterà l’importo ai 10 centesimi superiori, ovvero a 1,30 euro.

Si sta lavorando per attuare quanto è stato annunciato venerdì dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi a partire dall’1 febbraio. Ma ci sono tempi tecnici di realizzazione. Tiziano Bembo, presidente di Cav, la società che gestisce la Padova-Venezia e il Passante di Mestre, è soddisfatto.

Perchè?
«È stato fatto quello che abbiamo sempre detto, ovvero uno del 20 per cento ai pendolari su tutta la rete autostradale. E le regole saranno uguali per tutti».

Si può dire che il Ministero ha copiato quanto Cav sta già facendo con cinque i residenti nei cinque Comuni veneziani?
«In un certo senso sì, ma per quei cinque Comuni la riduzione del 20 per cento scatta – su tutti i passaggi – dopo il ventunesimo in un mese. Lupi ha annunciato che scatterà dopo il quarantesimo passaggio in un mese e che per un numero inferiori ci saranno sconti a scalare».

Servirà il telepass?
«Certo, è l’unico modo per consentire un calcolo che può riguardare tratte appartenenti a diverse società concessionarie».

Quale sarà la procedura?
«Sarà l’Aiscat ad indicarla. Nel caso degli sconti Cav per i cinque Comuni veneziani l’utente deve presentare un’autocertificazione riguardante il luogo di residenza e richiedere, se non ce l’ha già, un Telepass Family».

Il traffico in queste prime settimane seguite agli aumenti è calato o cresciuto?
«Faremo il punto a fine mese, ma ricordo che la prima settimana c’era stato un aumento. Bisogna attendere almeno tre mesi perché la situazione si stabilizzi. I nuovi sconti per tutti, inoltre, modificheranno ancora i comportamenti dei pendolari».

I temuti assalti ad alcuni caselli per risparmiare qualche cent?
«Non ci sono stati. Nè Polizia Stradale nè i sindaci hanno rilevato nulla di anomalo. A Spinea l’incremento del traffico in entrata e in uscita è ridicolo: 4-6 auto all’ora».

Sarà aperto un tavolo ministeriale per rivedere la durata delle concessioni.
«È quello che abbiamo sempre detto. Il problema delle tariffe si risolve prolungando le concessioni. Se Cav potrà andare oltre il 2032, potremo spalmare in un arco di tempo più lungo il rimborso di un miliardo e 300 milioni per il Passante».

 

L’ANALISI – Il commissario Mainardi: «C’è un sistema per limitare i prossimi adeguamenti al tasso di inflazione»

«Zaia chieda la proroga della concessione per la Cav»

Ben vengano gli sconti ai pendolari dei caselli autostradali, ma aumenti tariffari ce ne saranno ancora nei prossimi anni. E dunque bisogna agire perché i rincari siano contenuti, tanto quanto l’aumento inflattivo. Solo che questa operazione tocca alla politica. E in Veneto, visto che la Cav, la spa che gestisce il passante, è di fatto pubblica, tocca al governatore Luca Zaia attivarsi.

Queste cose le dice Bortolo Mainardi, commissario straordinario della Tav Venezia-Trieste, una sorta di autorità in tema di infrastrutture e trasporti. Un esperto che pone la stessa domanda del cittadino comune: sono necessari gli aumenti dei pedaggi? Solo che Mainardi dà anche le risposte. E i numeri che fornisce dimostrano che le concessionarie autostradali in tutti questi anni non ci hanno certo rimesso, anche se – dice – «forse è già scaduto il tempo per una riflessione di confronto nelle gestioni di Stato e di mercato magari partendo dalla fine degli anni ’90 con la chiusura dell’Iri». Tant’è, l’esempio è il seguente: dal 2000 al 2012 Autostrade per l’Italia ha avuto un utile netto complessivo di circa 7,7 miliardi di euro, vale a dire 4,2 miliardi in più rispetto a quanto pagato nel 2000 (3,4 miliardi) per avere la concessione. Ancora: dal 2000 ad oggi gli aumenti dei pedaggi sono stati del 66% contro il 36% del tasso di inflazione.

Cosa si può fare? «Prendiamo la Cav – dice Mainardi – che è un “organismo in house della pubblica amministrazione” in quanto è l’unica società concessionaria partecipata da Anas e da Regione Veneto, come peraltro accertato dal consiglio di Stato e lo scorso giugno pure dal Tribunale di Roma. La convenzione del 2010 prevede l’obbligo per la Cav di restituire la somma che Anas ha anticipato per realizzare il Passante per circa un miliardo di euro; ha restituito 350 milioni e ha chiesto un finanziamento di altri 600 milioni.

Il piano finanziario di Cav, per far fronte al debito, prevede consistenti incrementi tariffari per tutta la durata della convenzioni, quindi fino al 2032».

E qui si inserisce la proposta di Mainardi: fare in modo che gli aumenti siano ridotti, non oltre il tasso di inflazione. È possibile? «Sì, perché la Cav è di fatto una società pubblica. E dunque basterebbe un semplice provvedimento normativo con il quale differire il termine di scadenza della concessione dal 2032 al 2052». Vent’anni di concessione in più per diluire gli aumenti. Oppure, dice Mainardi, «un nuovo atto aggiuntivo alla convenzione vigente, fermo restando la messa in gara della concessione al 2032, che preveda un piano finanziario al 2052 con il valore di subentro al 2032 pari ai minori introiti non più previsti». Per farla breve: Cav con la proroga al 2052 non ci rimetterebbe. E gli utenti, con i pedaggi pressoché invariati, neanche. E allora? «Allora deve muoversi la politica, il presidente Zaia chieda la proroga per la Cav».

 

Il presidente Cav risponde all’intervento del commissario Mainardi sul prolungamento della concessione

«Autostrada, chi decide è Roma»

«La richiesta di proroga va concordata con l’Anas»

«Ma servirà un nuovo piano con la quarta corsia Pd-Ve»

Lunedì 27 Gennaio 2014, MESTRE – Il cammino per ottenere il prolungamento della concessione autostradale sulla tratta Padova-Venezia della A4 e sul Passante di Mestre, è una lunga marcia tra burocrazie romane, insidie politiche e piani finanziari con cifre a nove zeri. Non è una passeggiata, quindi, quella che attende i vertici di Cav, la società che gestisce uno dei tratti più trafficati d’Italia. E non è neppure una semplice equazione da cui far derivare l’abbassamento delle tariffe che hanno subìto un’impennata solo attenuata per i pendolari dagli sconti del 20% annunciati dal governo.
Ne sa qualcosa Tiziano Bembo, presidente di Cav, che raccoglie il guanto di sfida lanciato ieri sul “Gazzettino” da Bortolo Mainardi, commissario straordinario della Tav Venezia-Mestre. Mainardi aveva invitato Zaia a chiedere la proroga della concessione dal 2032 al 2052. «Vent’anni di concessione in più per diluire gli aumenti» – ha dichiarato – necessari per pagare il Passante.

Bembo conferma che Cav e Regione Veneto sono su questa linea, ma che le decisioni vengono prese a Roma, non a Venezia, con un occhio all’Europa. Non è polemica, ma pur sempre una ruvida puntualizzazione.

«Ho l’impressione che al Commissario Mainardi sia sfuggito qualche passaggio ordinamentale e di sistema» scrive il presidente Bembo. Prima osservazione. «Cav è società partecipata al 50 per cento dalla Regione e qualsiasi richiesta di proroga della convenzione va concordata con l’altro socio che è Anas. Nè il Presidente Zaia, né il sottoscritto potrebbero da soli, anche volendolo, fare nulla in questa fase».

Seconda osservazione. «È errato, come sostiene Mainardi, che la richiesta di prolungamento della concessione di Cav possa essere avanzata, esclusivamente, per far “girare” meglio il suo piano economico finanziario, così da ridurre l’impatto sulle tariffe, come noi tutti vorremmo». Per ottenere il prolungamento occorre di più. Bembo aggiunge: «Magari fosse così semplice. Serve, invece, accompagnare la richiesta di prolungamento della concessione con un adeguato nuovo piano di investimenti (per esempio la 4. corsia PD-VE) e non solo».

Terza osservazione. «Lo stesso Mainardi sostiene che per il prolungamento è necessario un provvedimento normativo. Peccato che non possa essere adottato dalla Regione (e nemmeno da Anas), ma dal Governo. E lo stesso governo potrebbe trovare un serio ostacolo nella Unione Europea, anche se il fatto che la Spagna abbia allungato le proprie concessioni costituisce un precedente che potrebbe incidere».

Il presidente, pur non gradendo la confusione di piani – locale e nazionale – invita a far squadra. «Non capisco perché si continui a creare quotidianamente confusione sul tema delle concessioni, oggi che si sta finalmente pensando a una complessiva rivisitazione del sistema tariffario su scala nazionale. Dovremmo, invece, tutti assieme, cercare di unire le forze e chiedere quello che questo territorio, questa Regione si merita da tempo. E cioè ottimi servizi al giusto prezzo».

Ultimo sassolino: «Quanto alla necessità che la “politica” intervenga e che si attui una maggiore “moral suasion” nei confronti del Governo, posso rassicurare Mainardi che noi tutti stiamo da tempo profondendo il massimo e doveroso impegno: il sottoscritto in sede societaria e associativa (Aiscat), il Governatore Zaia in sede istituzionale attraverso ripetuti incontri col Ministro delle Infrastrutture».

 

IL RUOLO DELLA CAV – Una società operativa dal primo giorno del Passante

Cav sta per Concessioni Autostradali Venete. La spa è stata costituita per legge l’1 marzo 2008 da Anas e Regione Veneto, con il compito di rimborsare (all’Anas) le somme anticipate per la costruzione del Passante di Mestre, recuperare risorse da destinare ad ulteriori investimenti di infrastrutture nel Veneto e gestire il sistema di attraversamento del Veneto orientale.

Cav gestisce il Passante dal primo giorno di apertura, l’8 febbraio 2009. Dall’1 dicembre 2009 ha ricevuto in carico la gestione delle tratte di A4 da Padova a Mestre, il Raccordo Marco Polo e la Tangenziale Ovest di Mestre.

 

Nuova Venezia – Spinea. Piano energetico, risparmi in vista.

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24

gen

2014

Nuovi punti luce e meno spreco. Un investimento da 57mila euro

SPINEA – Il Comune presenta il Piano dell’illuminazione in città finalizzato al contenimento dell’inquinamento luminoso. Pronti 57.800 euro di investimento per i prossimi anni: serviranno a sostituire e modificare i 3.560 punti luci presenti in città, lungo 115 chilometri di strade e piazze e che producono un consumo di energia elettrica pari a 1.735 megawatt/ora l’anno. Una spesa che sarà in gran parte recuperata nei primi quattro anni, grazie all’importante risparmio energetico atteso, che si prevede sarà nell’ordine dei 69,47 megawatt/ora, per 14.300 euro di fondi spesi in meno ogni anno.

Il Comune ha previsto soprattutto la sostituzione dei punti luce esistenti con moderne lampade a vapori di mercurio. Saranno in tutto 289, dislocate nel territorio comunale.

Successivamente la “fase 2” prevede l’adeguamento delle lampade non conformi per geometria o conformazione al miglior rapporto consumo-resa: 259.200 euro verranno spesi in pratica per lavori di sostituzione o adeguamento delle armature dei lampioni.

Il terzo e ultimo intervento prevede infine l’adeguamento dell’alimentazione elettrica dei circuiti e sui quadri elettrici di comando: quindi manutenzione delle fotocellule, installazione di interruttori orari digitali, sostituzione delle parti danneggiate.

Anche i privati però dovranno fare la loro parte: il Comune ha infatti previsto di modificare il regolamento edilizio con l’inserimento di un nuovo articolo che prevede certificazioni da parte del progettista, del produttore e del direttore dei lavori all’interno della richiesta di agibilità.

L’obiettivo è ridurre l’inquinamento luminoso di Spinea e, di conseguenza, anche i consumi energetici, con vantaggi per l’ambiente ma anche per le tasche dei cittadini.

(f.d.g.)

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Gazzettino – Miranese. Unione dei Comuni, avanti tutta.

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23

gen

2014

Dopo l’incontro di ieri a Noale il nuovo appuntamento è per il 1. febbraio con l’assessore regionale

Entro marzo il progetto dovrà approdare nei Consigli per l’approvazione

Avanti tutta con l’Unione dei Comuni del Miranese. Martedì mattina a Noale i sindaci hanno discusso nuovi e importanti dettagli, il prossimo 1.febbraio riceveranno in Villa Errera a Mirano l’assessore regionale al Bilancio Roberto Ciambetti e il dirigente regionale Maurizio Gasparin per presentare l’intero progetto.

«Sarà l’occasione propizia per dimostrare la volontà politica delle amministrazioni di avviare l’Unione dei Comuni nel corso del primo semestre del 2014» si legge nel documento inviato ieri alla Regione.

All’incontro saranno invitati tutti i consiglieri dei Comuni coinvolti: Mirano, Spinea, Martellago, Noale, Salzano e Santa Maria di Sala: resta fuori Scorzé, con il sindaco Giovanni Battista Mestriner che più volte si è opposto al progetto, criticandolo pure aspramente.

Gli altri Comuni invece accelerano: i sindaci sono convinti che l’Unione sia il modo migliore per rendere più efficienti i servizi, attingere a finanziamenti specifici, tagliare i costi e avere un maggior peso politico.

Entro il mese di marzo il progetto dell’Unione approderà nei consigli comunali per l’approvazione, tutto lascia presagire che in primavera l’Unione sarà sancita.

Nei mesi scorsi era spuntata l’ipotesi di unirsi pure con i Comuni della Riviera, ricalcando così il territorio dell’Ulss 13: per ora le due strade restano separate, ma potrebbero incontrarsi nel 2015.

Per quanto riguarda i sei Comuni del Miranese, i servizi unificati saranno quattro: sicuramente si accorperanno Polizia Locale, Risorse Umane e Protezione Civile, bisogna ancora decidere tra Politiche Sociali e Politiche Giovanili.

La prossima settimana i sindaci dovrebbero incontrarsi un’ultima volta prima di esporre tutto alla Regione, intanto è già stata individuata una sede suggestiva per il comando unificato della Polizia Locale: un’ala della villa Belvedere a Mirano. Resta da convincere il personale della bontà del progetto: tra molti dipendenti comunali, soprattutto tra i vigili, perplessità e malumori sono ancora diffusi.

 

 

Veritas presenta l’attività del 2013: per la prima volta in Italia certificata la filiera del riciclo del vetro

Martellago è il Comune più virtuoso, ottimo risultato della municipalità di Chirignago-Zelarino

Cinque milioni di euro risparmiati sulle bollette dei rifiuti per i veneziani e la raccolta differenziata inizia a dare frutti concreti: Veritas ha presentato ieri il dato 2013 del riciclo. A guidare la speciale classifica è Martellago, che ha raggiunto la ragguardevole percentuale del 78,32. Sul podio ci sono Spinea e Meolo, tutti Comuni in cui opera Veritas.

Tra i più virtuosi, però, c’è anche la Municipalità di Chirignago-Zelarino, che l’anno scorso ha chiuso al nono posto con il 72,79 per cento di materiali riciclati. Un dato notevole se si pensa che la popolazione è quasi la stessa di quella di San Donà che però la raccolta differenziata in maniera accurata l’ha cominciata sette anni prima. La terraferma mestrina nel complesso è al 54,80, contro il 26,84 del centro storico, Murano e Burano. Il dato comunale è quindi del 43,17 per cento ma in crescita.

I commenti. «Senza questo dato di riciclo la bolletta dei veneziani sarebbe stata ben più cara», osserva Andrea Razzini, direttore generale di Veritas. «Tutto nasce dalla necessità di non conferire più in discarica, ma poi ci sono anche risvolti come il risparmio. Più di metà Paese conferisce ancora in discarica, il 60 per cento degli inglesi o il 35 per cento dei francesi. Venezia non lo fa più o quasi, calcolando che il 3-4 per cento di materiali, date le caratteristiche, deve ancora andarci. E noi, con la chiusura di Fusina, non bruceremo neppure più i rifiuti».

«Questa è la via maestra da seguire», sottolinea l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, «andando a ridurre la produzione di rifiuti e migliorandone poi la raccolta. Si responsabilizza la gente con i cassonetti a calotta, e il modello Venezia inizia a essere seguito da molti». Entro maggio sarà anche ultimata la distribuzione dei cassonetti a calotta nel centro di Mestre.

Certificazione. Per la prima volta in Italia è stata certificata la filiera del riciclo di vetro. Lo ha fatto Veritas Bureau, specializzata proprio in certificazioni. Se si prendono le municipalità di Favaro e Chirignago-Zelarino, il vetro raccolto nelle campane verdi viene portato a Fusina, dove viene pesato e selezionato, eliminando corpi estranei.

Quindi il vetro viene trattato in loco, poi trasferito alla Ecopaté di Musile. I frammenti vanno poi alla Owens Illinois di San Polo di Piave che trasforma il riciclato in nuovi contenitori. Il tutto in meno di 100 chilometri.

Risparmi. Nel 2013 sono state raccolte da Veritas, tra i Comuni in cui opera, 44.254 tonnellate di vetro per poi produrre 120 milioni di nuove bottiglie. Ciò ha permesso il risparmio di 6 milioni di litri di petrolio e 90 mila tonnellate di materie prime come sabbia, soda e carbonati per produrre vetro ex novo con un recupero energetico di 54 mila Mwh ed evitato l’immissione in atmosfera di 570 tonnellate di Co2.

Obiettivo. «Ad ogni conferimento in ecocentro regaleremo una di queste nuove bottiglie con relativo tappo», promette Andrea Razzini. «Poi, l’obiettivo è quello di migliorare ancor più la raccolta, perché nei sacchi di immondizia ci finisce ancora troppo vetro. L’Italia è il primo produttore di vino al mondo, la richiesta di bottiglie è elevatissima e le aziende produttrici risparmiano se usano vetro riciclato. Così sono costrette a importarlo. Una migliore raccolta differenziata può portare molti vantaggi. E altri importanti effetti economici li potremo vedere nel corso dei prossimi anni».

Simone Bianchi

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IN AUTOSTRADA – Il sindaco di Spinea: «Rischiamo il collasso della viabilità locale»

Gli automobilisti lamentano troppa rigidità sulle tariffe agevolate

PROTESTE – Il casello di Spinea e il Passante. Continuano le lamentale dopo gli aumenti delle tariffe

L’ALLARME – Checchin: «Così salta la viabilità locale»

Il sindaco di Spinea: «Abbiamo riscontrato un aumento del traffico sulla viabilità locale. Lo schema viario pensato quando è stato realizzato il Passante ora rischia di saltare».

I pendolari protestano chiedendo sconti più estesi, i sindaci evidenziano l’aumento del traffico sulle strade interne. Venti giorni dopo l’aumento delle tariffe sulla Mirano-Padova, sono queste le due questioni che tengono ancora banco. Cav ha proposto per i pendolari un abbonamento Telepass Family a tariffa agevolata: 40% di sconto per chi compie almeno 20 accessi autostradali in un mese. Il numero di abbonamenti sottoscritti non è ancora stato reso noto, l’unica cosa certa è il malumore di chi è rimasto escluso dagli sconti proposti. A protestare sono i residenti padovani che fanno la tratta inversa (gli sconti infatti sono rivolti solo a chi vive a Mirano, Spinea, Mira, Dolo, Pianiga) ma non solo: negli ultimi giorni sono emerse pure le lamentele dei pendolari della Mirano-Padova che non escono a Padova Est bensì a Padova Zona Industriale oppure a Padova Ovest. Per chi usa gli altri due caselli padovani, infatti, non è previsto alcuno sconto.

«Se volete risparmiare vi conviene prendere il casello del Passante a Spinea» si sono sentiti rispondere agli sportelli Cav.

Ricapitolando: Mirano-Padova Est è passata da 80 cent a 2.80 euro (1.70 con gli sconti), mentre Mirano-Padova Zona Industriale da 90 cent a 2.90 euro e Mirano-Padova Ovest da 1.60 a 3.60 euro. L’unica speranza è legata ad un nuovo piano di sconti esteso a tutti i pendolari: il ministro Lupi e il governatore Zaia hanno aperto a questa ipotesi, ma si preannunciano tempi lunghi.

Per risparmiare, dunque, molti automobilisti si riversano sulle strade interne: a temere una congestione della viabilità ordinaria sono soprattutto i sindaci di Mirano e Spinea, che nei giorni scorsi hanno chiesto a Cav i dati sui flussi d’accesso ai due caselli prima e dopo l’introduzione delle nuove tariffe. «Abbiamo riscontrato un aumento del traffico sulla viabilità locale, soprattutto sulla camionabile – sottolinea il sindaco di Spinea, Silvano Checchin – Lo schema viario pensato quando è stato realizzato il Passante ora rischia di saltare».

Gabriele Pipia

 

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