Nuova Venezia – “Riviera Pass”, biglietto unico per Venezia
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1
apr
2015
FIESSO – Un biglietto unico per autobus e linea acquea dedicato ai turisti della Riviera. Questo è “Riviera del Brenta Pass” progetto sviluppato dall’Unione dei Comuni assieme ad Actv e Vela.
Il nuovo “pass”, che sarà acquistabile da stamattina nei punti vendita Actv e Vela, offre agli operatori e ai visitatori della Riviera un biglietto integrato precaricato della durata di 24 ore che consente di raggiungere Venezia con la linea di autobus n.53 e di usufruire della rete di navigazione.
La tessera, che ha un costo di 28 euro, comprende nelle 24 ore: un viaggio di andata e ritorno in autobus e la possibilità di utilizzare illimitatamente tutte le linee di vaporetto. «Si tratta di un altro importante tassello nel progetto di promozione turistica della Riviera», ha spiegato Andrea Martellato, presidente dell’Unione dei Comuni, «che, oltre ad offrire un servizio innovativo, mette in rete tutte le realtà del territorio nell’ottica di una progettazione turistica programmata e condivisa. Il prossimo passo, dopo la guida, la cartina delle ville e l’app mobile, sarà il biglietto unico per le ville».
Luca Scalabrin, presidente Actv, spiega il progetto. «Assieme a Vela abbiamo ideato questo nuovo biglietto integrato proprio per favorire quei visitatori che scelgono di alloggiare in Riviera e da lì vogliono spostarsi in giornata a Venezia. In futuro abbiamo intenzione di prevede un biglietto per il percorso inverso cioè i turisti che alloggiano a Venezia e vorranno visitare la Riviera».
Piero Rosa Salva, presidente di Vela, anticipa il progetto rivolto alle strutture alberghiere. «Abbiamo elaborato delle convenzioni con le strutture ricettive della Riviera perché possano dare direttamente loro il biglietto ai turisti».
Giacomo Piran
Gazzettino – Riviera. Biglietto unico per bus e vaporetto.
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1
apr
2015
MOBILITÀ – Actv lancia il ticket elettronico integrato per turisti e residenti
Valido 24 ore, sarà disponibile a Stra, Fiesso, Dolo e Mira al costo di 28 euro
FIESSO – Un biglietto elettronico unico dalla Riviera del Brenta per Venezia che comprende autobus e vaporetti e valido per 24 ore. Ieri a Fiesso d’Artico è stata presentata un’iniziativa che punta a favorire i turisti che soggiornano in Riviera ma che non vogliono perdere una visita a Venezia, ma aperta naturalmente anche i residenti.
Un pass, un biglietto integrato, della durata di 24 ore che consente di raggiungere Venezia con la linea di autobus n. 53, e di usufruire della rete di navigazione, con un unico biglietto elettronico precaricato. Insomma il biglietti integrato del costo di 28 euro, che comprende: un viaggio di andata e ritorno in autobus (tratta extraurbana 6 da/per Riviera del Brenta) sarà possibile partire da Stra, Fiesso d’Artico, Dolo e Mira e recarsi a Venezia con la possibilità di utilizzare illimitatamente per 24 ore tutte le linee di vaporetto, senza dover fare la coda alle varie biglietterie.
Le card saranno in vendita già da aprile in tutta la Riviera del Brenta e oltre ad essere acquistabili nelle biglietterie Vela o nella tabaccherie potranno essere disponibili anche per alberghi e ristoranti della zona che le offriranno ai proprio clienti.
Il progetto è stato sviluppato e illustrato ieri, dall’Unione dei Comuni Città della Riviera del Brenta attraverso il presidente Andrea Martellato, sindaco di Fiesso d’Artico, assieme ad Actv e Vela, le società del Gruppo Avm della mobilità veneziana. «Un servizio innovativo, fortemente voluto dall’Unione dei Comune – ha affermato il Presidente Martellato – che mette in rete tutte le realtà del territorio nell’ottica di una progettazione turistica programmata e condivisa».
A sostenere il progetto Luca Scalabrin presidente dell’Actv. «Le presenze turistiche lungo la Riviera sono cresciute e rappresentano una fetta di mercato interessante non solo per albergatori e operatori ma anche per l’intero gruppo della mobilità – ha spiegato Scalabrin. – Con Vela abbiamo ideato questo biglietto proprio per favorire quei visitatori che scelgono di alloggiare nelle strutture ricettive della Riviera. Speriamo ora che anche gli operatori turistici colgano questa opportunità».
Luisa Giantin
Nuova Venezia – I pendolari ottengono due treni ma i sindaci attaccano la Regione.
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1
apr
2015
I comitati dei pendolari e gli amministratori comunali hanno incontrato il direttore Baggio
Conte e Follini contro l’assessore Donazzan: «Aveva organizzato l’incontro, assenza inspiegabile»
QUARTO D’ALTINO – Circolerà anche il sabato e la domenica, a partire dal 18 maggio, il treno dei pendolari numero 10.000 delle 4.13 da Portogruaro con arrivo a Venezia alle 5.25 e per esigenze di rotazione, orario incrementato al sabato e alla domenica, anche per il treno da Venezia delle 6.11 con arrivo a Portogruaro alle 7.23.
Sono i risultati annunciati ieri durante un incontro tra il direttore Trenitalia Passeggeri Veneto, Tiziano Baggio, i comitati pendolari e rappresentati da Luciano Ferro e Nicola Nucera e gli amministratori della tratta: presenti il sindaco di Quarto, Silvia Conte, l’assessore Francesca Zottis di San Donà e il sindaco di Marcon Andrea Follini, il vicesindaco di San Stino, Mauro Marchiori e il consigliera di Roncade, Vivienne Moro.
Ma ci sono state polemiche per l’assenza dell’assessore regionale Elena Donazzan. Un’assenza che ha indispettito tutti soprattutto perchè la Regione era l’organizzatrice dell’evento: «Dipiace un sacco per quest’assenza», commenta Conte, «l’assessore si è scusata, ma l’interlocutore politico è fondamentale per decidere le priorità. Se anche sotto il profilo tecnico sappiamo che le nostre proposte sono possibili, è necessaria la volontà politica della Regione di attuarle. È evidente che la Regione è in difficoltà, perché in scadenza e perché non riesce a chiudere il bilancio. È difficile che possano impegnarsi, sarà la nuova giunta a farlo e per questo spero in un ampio rinnovamento».
E ancora: «Siamo tornati all’attacco sul treno di mezzanotte di ritorno da Venezia, soppresso senza motivo, sappiamo che può essere ripristinato, ma si tratta di destinazione delle risorse, per questo ribadisco che serve la politica, è dalla primavera 2013 che lo diciamo, per fortuna le nostre battaglie sono servite a migliorare le cose».
Perplesso anche il sindaco Follini che sulla sua pagina Facebook ha postato l’assenza di Donazzan, sottolineando che la promotrice dell’incontro era proprio lei. «È stato un incontro molto positivo per l’apertura di Trenitalia Veneto su una richiesta importante quale il treno della mattina che serve non solo i pendolari, ma anche chi deve prendere le Frecce o treni di lunga percorrenza a Venezia», spiegano gli amministratori del Veneto Orientale, «inoltre per la prima volta da molto tempo si è discusso nel dettaglio di richieste del comitato pendolari».
Tra i temi oggetto di dibattito, la modifica dell’orario del treno delle 22.41 da Venezia, ripristinandolo in orario più tardo. «I lavoratori della Fenice o degli esercizi commerciali», aggiungono, «richiedono il ripristino del treno delle 22.57 o, cadenzandolo, delle 23.11».
È stato richiesto anche che il treno da Portogruaro delle 5.06, utilizzato soprattutto dai turisti, circoli il sabato e la domenica e nei mesi estivi. «È positivo che ci sia stata disponibilità a nuovi incontri per valutare il trasporto di bici sui treni, nonché una valutazione tecnica e una proposta alla parte politica in merito agli investimenti», concludono gli amministratori.
Marta Artico
Gazzettino – Pendolari, Trenitalia riceve i sindaci. Alcune corse ripristinate dal 18 maggio.
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1
apr
2015
QUARTO D’ALTINO – Il ripristino di alcune corse nel fine settimana e la promessa di una nuova stagione di dialogo. Si è concluso con qualche piccolo passo in avanti l’incontro convocato dal nuovo direttore passeggeri di Trenitalia, Tiziano Baggio, che ieri ha ricevuto i sindaci e i comitati dei pendolari della tratta Venezia-Trieste. Tra i presenti, Nicola Nucera e Luciano Ferro, per i comitati del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino, i sindaci di Quarto e Marcon, Silvia Conte e Andrea Follini, l’assessore Francesca Zottis di San Donà, il vicesindaco di San Stino Mauro Marchiori e la consigliera di Roncade, Vivienne Moro. Assente però l’assessore regionale Elena Donazzan.
Circolerà quindi anche il sabato e la domenica, a partire dal 18 maggio, il treno delle 4,13 da Portogruaro con arrivo a Venezia alle 5,25. E sarà incrementato l’orario anche per il treno da Venezia delle 6,11 con arrivo a Portogruaro alle 7,23. Altre risposte potrebbero arrivare entro qualche settimana sul problema del “vuoto” in pausa pranzo e sui treni (alcuni con oltre 150 passeggeri) che spariscono durante le vacanze.
«Finora il percorso non è stato condiviso con gli utenti e i sindaci – commenta Silvia Conte – Ma il nuovo direttore ci ha dato la sua disponibilità. Abbiamo chiesto a Trenitalia di programmare nuovi modelli di esercizio con i gestori degli autobus e di affrontare il tema del biglietto unico, perché ci sono fondi fermi che non sono ancori stati usati».
(m.fus.)
Nuova Venezia – Mose, i difensori di Orsoni chiedono l’archiviazione
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31
mar
2015
I LEGALI DELL’EX SINDACO DI VENEZIA: «MAZZACURATI INAFFIDABILE»
VENEZIA – Per i difensori dell’ex sindaco le accuse contro Giorgio Orsoni devono essere archiviate. Questa la richiesta avanzata ieri dagli avvocati milanesi Francesco Arata e Carlo Tremolada ai pubblici ministeri Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, che nei prossimi giorni dovranno formulare le loro richieste al giudice veneziano Andrea Comez dopo aver depositato gli atti.
Numerosi i motivi a sostegno delle loro tesi. Prima di tutto il fatto che il principale accusatore Giovanni Mazzacurati già nei primi interrogatori resti nel luglio-agosto 2013 era «stremato, per nulla lucido e tanto meno affidabile». Secondo il neurologo che lo ha poi avuto in cura avrebbe cominciato a manifestare «chiari sintomi di progressivo deficit di memoria sin dall’aprile 2013». Per questo i due legali sostengono che la Procura avrebbe dovuto chiedere l’incidente probatorio per l’ingegnere ancor prima del suo trasferimento in California.
Per quanto riguarda le dichiarazioni accusatorie di Federico Sutto, stretto collaboratore di Mazzacurati, nell’istanza si legge che si tratta di affermazioni surreali e stravaganti. Sottolineano che fino all’interrogatorio del 23 ottobre 2014 mai aveva dichiarato di aver consegnato buste con denaro a Orsoni. Questo «improvviso cambio di rotta» sospettano i due difensori, «potrebbe essere riconducibile a personali esigenze difensive», visto che poche settimane dopo ha patteggiato una pena di due anni di reclusione con la sospensione condizionale.
Nel merito delle accuse, poi, rilevano che Sutto racconta di aver incontrato il futuro candidato sindaco alla vigilia del Natale 2009 dopo il concerto di Natale in Basilica di San Marco e in quell’occasione di aver avuto da lui il nome del suo mandatario elettorale e il numero del conto corrente per i finanziamenti della campagna elettorale: Ma Orsoni fu proclamato candidato del centro sinistra ben un mese dopo, il 25 gennaio 2010. Infine, nel documento si ricorda che per coloro che inizialmente erano stati indicati come destinatari finali dei finanziamenti per il partito, cioè i parlamentari Pd Davide Zoggia e Michele Mognato, la stessa Procura ha chiesto l’archiviazione delle accuse di finanziamento illecito (i due avvocati sottolineano che se i fondi fossero stati destinati al candidato sindaco personalmente non sarebbe penalmente rilevante perché la legge non prevede che per le elezioni comunali e provinciali vengano dichiarati i finanziamenti elettorali).
Giorgio Cecchetti
Nuova Venezia – Le grandi navi a Marghera
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31
mar
2015
Da qualche tempo i giornali scrivono che il progetto della nuova Stazione Marittima a Porto Marghera è stato bocciato dalla commissione Via del ministero dell’Ambiente. La commissione Via, in realtà, non ha in questa fase (fase di “scoping”) la facoltà di approvare o di bocciare i progetti, ma solo la facoltà di indicare i punti critici, o le eventuali carenze, dei progetti che dovranno poi essere sottoposti alla vera e propria Valutazione di impatto ambientale.
Dunque, la commissione Via non ha approvato, né bocciato nessuno dei progetti finora presentati. In merito al progetto di Marghera, la Commissione, usando un linguaggio inusualmente assertivo, ha fatto una serie di rilievi che dovranno essere tenuti nel debito conto prima di sottoporre il progetto all’esame della Via.
Dopo avere affermato che «gli elaborati inerenti alla realizzazione delle strutture e gli adeguamenti strettamente localizzati nelle aree da cantierare del nuovo porto sono sufficientemente articolati», rileva che sono stati trascurati gli aspetti legati al percorso tra la bocca di Porto e Marghera. In particolare le raccomandazioni/obiezioni riguardano:
1) aspetti secondari (avifauna, rumori, fumi), che verranno chiariti in sede Via;
2) considerazioni sulla tempistica: troppi sei anni vista l’urgenza. Richiamo imprudente in questa fase storica in cui l’urgenza è stata utilizzata per forzare la legalità, allungare a dismisura i tempi e moltiplicare i costi. Singolare poi il richiamo all’urgenza, quando per un semplice “scoping” sono stati impiegati sei mesi. Il progetto Marghera si realizza per fasi: sei anni per la conclusione definitiva, ma già dopo sei mesi il 40% del traffico viene portato via dal canale della Giudecca;
3) considerazioni sulla mancanza di uno studio sul canale dei Petroli: non è stato (ancora) fatto perché il progetto prende atto del progetto dell’Autorità portuale, il Contorta, per quanto riguarda il tragitto lungo il canale dei Petroli e se ne distacca nella parte terminale, evitando così di scavare un nuovo canale in laguna. Dunque, la questione non è se fare o non fare passare le grandi navi, ma se chiudere o tenere aperto il canale dei Petroli (e Porto Marghera), facendo gli interventi che ne riducano gli effetti negativi;
4) raccomandazioni sulla sicurezza assolutamente legittime a cui il progetto definitivo dovrà e potrà dare adeguate risposte.
Ho fatto queste precisazioni per aiutare l’opinione pubblica a farsi un’idea più completa, senza entrare nel merito di come la soluzione proposta sia non solo l’unica perseguibile, ma quella che consentirebbe alla città di avere un rilancio economico e una riorganizzazione degli assetti urbani.
Roberto D’Agostino
Nuova Venezia – Revamping contestato. Attesa per i prossimi giorni la sentenza sul ricorso di Alles.
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31
mar
2015
MARGHERA – Conto alla rovescia per la sentenza del Consiglio di Stato sul progetto di revamping (potenziamento) dell’impianto di trattamento di rifiuti (fanghi) speciali e pericolosi nello stabilimento di Alles spa (del Gruppo Mantovani) che si trova in via dell’Elettronica.
Martedì della scorsa settimana si è tenuta a Roma, davanti al Consiglio di Stato, la prima e unica udienza sul ricorso presentato da Alles spa, contro la sentenza del Tar del Veneto che aveva bocciato il progetto di revamping perché avrebbe portato anche fanghi tossici e nocivi provenienti da altre regioni in un’area già ambientalmente compromessa, come Porto Marghera.
Nell’udienza non c’è stato dibattimento – fanno testo la memoria del Comune e le motivazioni del ricorso di Alles, già presentate ai giudici che si sono subito ritirati in camera di consiglio per emettere la loro sentenza, attesa nei prossimi giorni.
Il progetto è stato fortemente contestato l’anno scorso dalla Municipalità, dai Comuni di Venezia e di Mira, dalla Provincia ed è stato bocciato dal Tar.
Anche il consiglio regionale, aveva approvato un ordine del giorno per imporre alla Giunta il ritiro dell’autorizzazione concessa ad Alles, un invito mai assecondato dal governatore Luca Zaia.
(g.fav.)
Gazzettino – Venezia. Pista ciclabile, sprint dal Prefetto.
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31
mar
2015
IL CASO DEL PERCORSO SUL PONTE DELLA LIBERTA’
E adesso tocca al Prefetto cercare di raffreddare la patata bollente della pista ciclabile sul ponte della Libertà. I ciclisti di sicuro non mollano e mentre le associazioni hanno avuto il mandato di continuare con manifestazioni di protesta di ogni tipo – dai flashmob alle biciclettate davanti al tram in corsa – ecco la richiesta di incontro con il Prefetto, Domenico Cuttaia, al quale le associazioni di ciclisti porranno il tema della sicurezza sul ponte della Libertà.
Un tema “prefettizio” che nasce dal fatto che fra un po’ non sarà più possibile – fisicamente – raggiungere Venezia in bicicletta. L’impedimento alla mobilità di fatto si configura come un reato e il Prefetto può essere chiamato a mettere in atto tutti gli accorgimenti perchè i cittadini ciclisti siano posti nelle condizioni di poter usufruire liberamente di un pezzetto di territorio. La questione è meno campata in aria di quel che si pensi, dal punto di vista giuridico, dal momento che, se entrasse in funzione il tram domani mattina, i ciclisti si troverebbero nelle condizioni di non poter utilizzare nè il ponte della Libertà nè la pista ciclabile sul ponte della Libertà, che non è ancora finita. E siccome il diritto alla mobilità – la libertà di circolazione – è sancito dalla Costituzione italiana e previsto da tutte le normative europee, il Comune di Venezia potrebbe trovarsi nei guai.
Prima dell’intervento del Comune, infatti, a Venezia si riusciva ad andare in bici mentre dopo l’intervento per la realizzazione della pista ciclabile, non ci si riesce più. Come la mettiamo? Chi deve essere chiamato a rispondere di un progetto che di fatto limita al possibilità di spostarsi in bici?
In ogni caso anche l’intervento del Prefetto serve a tener alta la tensione e a costringere il Comune ad affrontare il problema. Che non è di poco conto visto che nei sei mesi “caldi” sul ponte della Libertà passano circa 25 mila ciclisti. Ci sono periodi, in estate, che dal Tronchetto partono infatti battelli pieni solo di ciclisti. Certo l’ipotesi di far salire le bici in tram non può funzionare e dunque, se si vuole far passare le biciclette sul cavalcavia di San Giuliano, l’unica possibilità è quella del semaforo a tempo. Se la frequenza delle corse per Venezia è di 10 minuti infatti, c’è tutto il tempo per un esercito di bici di passare sul cavalcavia e raggiungere la pista ciclabile – sempre ammesso che per il 1. di giugno sia finita. Ma è chiaro che da questo momento in poi è corsa contro il tempo perchè il tram dovrebbe essere pronto a correre verso Venezia il 1. giugno. Esattamente in coincidenza con le grandi transumanze di ciclisti da Mestre verso il Lido di Venezia via ponte della Libertà.
Nuova Venezia – Vigonovo. “L’Idrovia serve subito”
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29
mar
2015
VIGONOVO – La senatrice del Pd Laura Puppato scrive al presidente del Consiglio Matteo Renzi perché l’idrovia Padova Venezia sia inserita nell’elenco di opere strategiche da finanziarsi con contributo europeo.
A sottoscrivere l’appello della Puppato sono stati anche il senatore di Scelta Civica Gianpiero Dalla Zuanna, Giorgio Santini (Pd), Paola De Pin (Misto ex 5 stelle), Franco Conte, Mario Dalla Tor (Ap), e Patrizia Bisinella (Lega).
«Con altri senatori del Veneto, infatti, riteniamo un notevole errore, ma ancora rimediabile», scrive Laura Puppato, «non aver inserito l’idrovia Padova – Venezia nella lista delle 71 opere strategiche per cui sono stati richiesti fondi europei. Riteniamo sia invece fondamentale quest’opera per attuare, o almeno iniziare ad attuare, quel cambio di passo per assimilare il trasporto merci e passeggeri agli standard europei. Questo per evitare di continuare a costruire grandi arterie, ahi noi, solo stradali, non prendendo atto delle alternative possibili e in parte già esistenti, più ecologiche (in pianura padana non è poco) e di minore costo per le imprese».
E ancora: «Non solo infatti il trasporto sulle vie d’acqua è un’opera dai costi irrisori se confrontati con la costruzione (e il costo di pedaggio) autostradale, ma migliorerebbe la qualità della vita di chi abita nei pressi delle trafficatissime strade che collegano il Veneto produttivo del nord e del centro ai porti dell’Adriatico. Infine l’idrovia fungerebbe da canale scolmatore per fiumi e torrenti della zona che come sai è costantemente soggetta a fenomeni di fragilità idrogeologica».
Subito a favore della lettera della Puppato si sono schierati i comitati Brenta Sicuro e l’Associazione salvaguardia Idrogeologica del veneziano e padovano.
(a.ab.)
Nuova Venezia – Marghera, Grandi navi. Viking Star, cerimonia “avvelenata”
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29
mar
2015
Consegna dell’ultima nata in Fincantieri: l’amministratore delegato invita «i lavoratori che creano disturbo ad andarsene»
Cerimonia di consegna “avvelenata” dalle pesanti invettive dell’amministratore delegato, Giuseppe Bono, contro i lavoratori in sciopero, ieri mattina alla Fincantieri, per l’ultima nave sfornata nei cantieri navali di Porto Marghera. Si tratta della Viking Star, (stazza lorda di 47.800 tonnellate, 465 cabine capaci di ospitare 930 passeggeri) ammiraglia di una flotta di dieci navi gemelle della compagnia norvegese Viking Ocean Cruises che salperà per la sua prima crociera nel mare Adriatico.
È la prima di tre navi gemelle ordinate dalla compagnia norvegese Viking Ocean Cruises – già leader nella crocieristica fluviale con una flotta di navi dal fondo piatto – che entro il 2020 dovrebbe ordinarne altre sette, arricchendo il già gonfio portafoglio ordini di Fincantieri per i prossimi anni. D’altro canto, basta gettare uno sguardo ai piazzali e al bacino di Fincantieri, sul canale Vittorio Emanuele, per rendersi conto dei carichi di lavoro. Sullo sfondo del bacino troneggia la Holland American (99 mila tonnellate) in allestimento e nei piazzali delle officine sono ammucchiate le lamiere della nuova nave da 45 mila tonnellate da costruire per Sebourn Cruise Line, un armatore statunitense attivo nel settore delle crociere di lusso con sede a Miami in Florida.
Dal 1990 a oggi Fincantieri, nei suoi vari cantieri sparsi per l’Italia, ha costruito 69 navi da crociera e altre 15 unità sono in costruzione o di prossima realizzazione, con un portafoglio ordini complessivo di 15 miliardi. Il fatto è che, malgrado l’abbondanza di ordini con carichi di lavoro che arrivano fino al 2020, nel cantieri di Marghera, ma anche in quelli vicini di Ancona, Monfalcone e gli altri stabilimenti in Campania e Liguria, sta montando una dura protesta dei lavoratori, con raffiche di scioperi sostenute unitariamente da tutti i sindacati, per respingere la annunciata contro-piattaforma dell’azienda che chiede ai lavoratori tagli di indennità (3.500 euro annui), di permessi di lavoro (ferie) e pausa mensa e la prospettiva di dover accettare un microchips nelle scarpe da lavoro grazie ai quali l’azienda saprà sempre dove è e cosa fa ogni suo dipendente.
Ieri, chi si attendeva parola distensive di Giuseppe Bono, per favorire una ripresa costruttiva del negoziato con i sindacati, è stato ancora una volta deluso. Giuseppe Bono – vero e proprio “boiardo di Stato”, già manager in Finmeccanica e negli ultimi 12 anni capo indiscusso di Fincantieri, aprendo la cerimonia di consegna nel piccolo teatro interno della nave, riferendosi ai recenti scioperi dei lavoratori ha tuonato: «Con i lavoratori che vogliono fare parte di Fincantieri faccio accordi anche domattina, ma chi non vuole e crea disturbo e danni ai colleghi non è benvenuto e se ne può andare via. Non abbiamo paura del futuro, se qualcuno in Italia vuole che non si facciano più navi lo dica e noi ce ne andremo da un’altra parte, ci aspettano tutti».
«ll Paese non va avanti a forza di diritti», ha concluso, «e noi abbiamo bisogno di un sindacato moderno che capisca che viviamo in un mondo che non è più quello dell’Ottocento o dei primi del Novecento».
La tensione nei cantieri, a cominciare da quello di Porto Marghera, sembra destinata a crescere con altri probabili scioperi e presidi, dopo quelli già realizzati nei giorni scorsi con un’adesione totale delle maestranze di Fincantieri e quelle degli appalti, anche nelle prossime due settimane pasquali, in attesa dell’incontro tra azienda e sindacati in programma.
Gianni Favarato
Proteste contro l’ad. Striscione a Roma, Bono: «Il loro non è disagio sociale»
«Noi 31 mila euro, lui un milione»
Mentre nel ponte 2 il teatro si riempiva per la cerimonia ufficiale di consegna della Viking Star, negli angoli meno in vista della nave ieri mattina c’erano al lavoro ancora molti operai di Fincantieri per completare del tutto l’allestimento e fare gli ultimi ritocchi.
«Ieri sera sono tornato a casa alle dieci, sono andato a letto e stamattina (ieri, ndr) alle 6 ero di nuovo qui sulla nave», ci ha raccontato uno di loro.
«A quest’azienda noi stiamo dando la nostra vita da anni ma Bono, l’amministratore delegato, dice che dobbiamo restituire all’azienda una parte del nostro stipendio e dei nostri sacrosanti diritti».
«A sentire parlare il nostro amministratore delegato», aggiunge un altro operaio che non dice il suo nome per paura di ritorsioni interne, «sembra sia solo merito suo se si fanno bene navi e si accumulano ordini in portafoglio. E noi operai, a sentire lui, siamo solo un peso per l’azienda e dovremmo tornare ad essere schiavi, come succede ai dipendenti delle imprese d’appalto che lavorano nel cantiere, imprese che lavorano nelle navi non perché ottengono il lavoro con regolari e trasparenti gare d’appalto, ma per assegnazione diretta e trattativa privata».
Quello che fa arrabbiare di più i lavoratori non è tanto la proposta dell’azienda di mettere un microchip nei loro scarponi, ma drastiche sforbiciate del loro salario. Ma Giuseppe Bono – terzo manager di Stato meglio pagato, con 1.039.000 euro all’anno – , ieri ha rincarato la dose commentando la manifestazione a Roma della Fiom, con gli operai della Fincantieri che hanno aperto il corteo con uno striscione: “Fincantieri giungla d’asfalto”.
«Se il disagio sociale di cui parla la Fiom» ha detto ancora Bono, «è quello di chi percepisce un salario annuo di 31.000 euro, cioè circa il 30% superiore a quello degli altri operai del comparto metalmeccanico, con la garanzia di una prospettiva produttiva e occupazionale di lungo periodo, allora le preoccupazioni del governo e del Paese dovrebbero essere altre».
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