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Comunicato stampa congiunto 12 agosto 2020

Inceneritore: decisione nefanda in stile prima Repubblica

 

Come da copione e nella peggiore tradizione da prima repubblica l’autorizzazione arriva a ferragosto.

Comitati pronti alla mobilitazione e al blocco dei camion in autunno.

La scelta di bruciare rifiuti conviene solo a Veritas e ai suoi soci privati Bioman e Agrilux.

La decisione è tutta politica e trasversale, Lega e PD i maggiori responsabili.

Il rinvio della terza linea è solo un tatticismo, ma i fanghi potranno essere bruciati fin da subito nelle linee L1 e L2.

Il progetto rimane sostanzialmente invariato con tutto il suo carico di veleni.

Continua la campagna dei lenzuoli “Andrà tutto in fumo”. Al via anche la sottoscrizione per il ricorso al TAR.

 

Veritas, i Sindaci e tutti gli sponsor politici dell’inceneritore di Fusina sostengono che questo impianto sarà all’avanguardia della tecnica, addirittura migliorerà l’ambiente e non sarà rischioso per la salute. Eppure, invece che farsene un vanto in campagna elettorale, continuano a far di tutto per nasconderlo sotto il tappeto. La riprova è l’autorizzazione finale data ieri dalla Conferenza dei Servizi, con in testa Regione, Comune di Venezia e Città Metropolitana: proprio a ferragosto quando si pensa che la maggior parte delle persone sia in vacanza o distratta. “Ce lo aspettavamo e stavamo monitorando la situazione –affermano i comitati – del resto tutta questa vicenda per come si delinea e per come è stata portata avanti è all’altezza delle peggiori porcate da “prima Repubblica”. La nostra lotta ora entra nel vivo: ci prepariamo ad una grande mobilitazione in autunno e siamo pronti a bloccare i camion in ingresso all’impianto. Non possiamo permettere che ci avvelenino in questo modo”.

Per il fronte ambientalista contrario al progetto la decisione è gravissima ed è tutta politica: “La gestione dei rifiuti è un falso problema. Questo progetto è nato e pensato per soddisfare interessi economici molto forti sulla pelle dei cittadini; ed è frutto di precise scelte politiche compiute da quei partiti e da quegli amministratori che hanno scelto convintamente questa strada, rifiutando il confronto con i cittadini e con i comitati che fin da subito hanno proposto alternative più sostenibili, rapide e vantaggiose. La riprova di questo atteggiamento l’abbiamo avuto poche settimane fa, quando di fronte alla pressante richiesta di migliaia di genitori e di molte associazioni di avviare subito e prima dell’avvio dell’inceneritore un biomonitoraggio sulla presenza di diossine nel latte materno e di metalli pesanti sulle unghie dei bambini, la politica è rimasta quasi completamente in silenzio per paura di doversi confrontare una volta di più con dati che comprovano il grave stato di inquinamento generalizzato in cui versa il nostro territorio”.

L’inceneritore ha dunque dei nomi e dei cognomi, affermano gli ambientalisti: “Si chiamano Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, sostenitori della Giunta regionale il cui loquace presidente Luca Zaia si appresta a firmare il decreto finale senza nemmeno dire una parola. Ma si chiamano anche Partito Democratico, che con i suoi consiglieri regionali e con molti dei suoi Sindaci è stato fin da subito tra i tifosi più sfegatati dell’inceneritore, insieme al Sindaco fuksia di Venezia Luigi Brugnaro. Non va dimenticato nemmeno il Governo Conte (targato PD-M5S e Italia Viva), che con il Ministro dell’ambiente Sergio Costa avrebbe potuto e dovuto avocare a sé la valutazione di impatto ambientale e invece ha scelto di fare come Ponzio Pilato, tralasciando tra l’altro di rispondere alle richieste di incontro fatte dai comitati. Viste le imminenti elezioni regionali e comunali, il nostro appello è quello di non votare per chi, a vario titolo, si è reso responsabile di questo scempio”.

Sugli aspetti tecnici i comitati attendono di valutare attentamente l’autorizzazione unica, e in particolare quanto emergerà dall’autorizzazione integrata ambientale: “In ogni caso ribadiamo che il progetto rimane sostanzialmente quello proposto inizialmente, con tutto il suo carico di fumi velenosi, acque contaminate, e scorie tossiche da smaltire in discariche speciali. Quanto alla terza linea, si tratta solo di un posticipo, per altro già previsto dal cronoprogramma di Veritas, ma a quanto pare i fanghi saranno bruciati fin da subito nella linea L1 e poi a seguire nella linea L2. Questo è quanto si evince dalla documentazione ufficiale presentata fuori tempo massimo da Ecoprogetto con le integrazioni del 5 maggio (Allegato 5) ma che tutti si guardano bene dal rendere noto”.

Sul piano della mobilitazione sono molte le azioni messe in cantiere da associazioni e comitati: “Questa vertenza sarà lunga e difficile, ma siamo fiduciosi di riuscire a bloccare l’ecomostro. Stiamo già lavorando al ricorso al TAR, che sarà molto corposo e per il quale è già aperta la raccolta fondi (tramite bonifico su IBAN IT64L0359901899050188525842 intestato a Opzione Zero, causale “ricorso TAR inceneritore Fusina”) e insistiamo nel richiedere i biomonitoraggi. Ma ci stiamo preparando anche a forti azioni di protesta e di mobilitazione in autunno, e alla campagna di boicottaggio contro Veritas. Nel frattempo chiediamo ai cittadini contrari all’inceneritore ad aderire alla campagna “Andrà tutto in fumo” esponendo le lenzuola dai balconi (prenotabili via mail scrivendo a noinceneritorefusina@gmail.com). Infine, per chi non lo ha ancora fatto, è importante firmare la petizione (on line su change.orgoppure su carta contattando i comitati del territorio).

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Laboratorio Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus , Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa

 

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ANDRA’ TUTTO IN FUMO

IN AZIONE CONTRO L’INCENERITORE

Le procedure per l’autorizzazione dell’ecomostro di Veritas stanno andando avanti. La lotta per fermarlo anche!!! Ecco alcune azioni che ciascuno può fare per aiutare i comitati e le associazioni ambientaliste:

 

  1. PARTECIPA ALLA CAMPAGNA ANDRA’ TUTTO IN FUMO:  esponi dal tuo balcone un lenzuolo con la scritta “Andrà tutto in fumo – No Inceneritore Fusina”. Se preferisci puoi prenotarne uno scrivendo a noinceneritorefusina@gmail.com (con contributo di 5 euro alla consegna). Una volta esposto scatta una foto e inviala alla stessa mail, la pubblicheremo in facebook.
  2. SOSTIENI IL RICORSO AL TAR: le spese per presentare il ricorso sono ingenti. Puoi fare un bonifico su conto corrente intestato a Opzione Zero IBAN IT64L0359901899050188525842 indicando come causale “ricorso TAR No Inceneritore Fusina”. Puoi anche raccogliere direttamente  dei contributi richiedendo dalla prossima settimana dei blocchetti per sottoscrizioni tra le persone che conosci. Se sei disponibili scrivi alla mail di cui sopra.
  3. FIRMA E FAI FIRMARE LA PETIZIONE: la petizione è ancora attiva fino a fine agosto. Se non hai ancora firmato puoi farlo sulla piattaforma change.org (clicca qui). Oppure puoi scaricare il modulo cartaceo dal link http://www.opzionezero.org/wp-content/uploads/2020/05/MODULO_PETIZIONE_INCENERITORE_FUSINA.pdf. Una volta completato completato fai una scansione e inviala per mail all’indirizzo indicato prima oppure contatta i comitati del tuo territorio.

 

POSSIAMO VINCERE ANCHE QUESTA SFIDA DIFFICILE, MA C’E’ BISOGNO DELL’AIUTO E DELL’IMPEGNO  DI TUTT*. ENTRA IN AZIONE INSIEME A NOI!!

 

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Comunicato stampa congiunto 18 luglio 2020

Inceneritore: tavolo tecnico risolto in una farsa

Come previsto il tavolo tra Regione e Ministero ambiente è stato inutile.

Commissione VIA nazionale nemmeno convocata.

La sospensione della linea fanghi non è sufficiente, anzi è un trucco per aggirare il VIA nazionale.

Il progetto è comunque sbagliato e pericoloso, deve essere ritirato.

I comitati lanciano la campagna “Andrà tutto in fumo” e si preparano per una grande manifestazione in autunno.

 

Il commento dei comitati sull’esito del confronto tra Regione e Ministero dell’Ambiente non si fa attendere: “Alla fine come temevamo il tanto declamato tavolo tra Bottacin e Costa si è risolto in una farsa. Di fatto, sia per la Giunta Zaia, sia per il Ministro Costa questa è stata solo una mossa per dimostrare apertura nei confronti delle preoccupazioni e delle istanze dei cittadini, senza però affrontare la sostanza del problema. Quella di dichiarare il nulla osta alle prime due linee di incenerimento rinviando l’autorizzazione della terza, è una decisione tutta politica che non mette per nulla in discussione il progetto di Veritas; semplicemente consente alla società di dilazionare nel tempo la sua realizzazione evitando la valutazione della Commissione VIA nazionale. Prova ne sia che a quanto ci risulta la stessa commissione non è nemmeno stata convocata per visionare la documentazione tecnica. Il Ministro Sergio Costa, che a parole si è più volte schierato contro l’incenerimento dei rifiuti, nel caso di Fusina ha scelto di non intervenire quando invece avrebbe potuto spostare l’iter autorizzativo a livello nazionale e condizionarne l’esito; di questo chiederemo conto. Chi sperava di avere qualche aiuto da Roma deve ricredersi, per fermare l’ecomostro comitati e cittadini dovranno far conto ancora una volta solo sulle proprie forze. Le elezioni sono vicine, faremo emergere in modo chiaro le responsabilità politiche di tutti i partiti favorevoli all’ecomostro e anche di quelli che non hanno fatto abbastanza per fermarlo”.

Ora si attende l’approvazione formale e definitiva da parte della Conferenza dei servizi regionale che probabilmente arriverà entro la fine del mese, ma i comitati e le associazioni ambientaliste non sono per nulla demoralizzati: “Si tratta di una battaglia lunga e difficile, anche perché sono evidenti i forti interessi economici e politici che stanno dietro a questa operazione. Avevamo già messo in conto che prima o dopo l’autorizzazione sarebbe arrivata. L’azione messa in campo dal fronte ambientalista ha già ritardato e non poco i programmi di Veritas, ora si tratta di alzare il livello della mobilitazione, non ci fermeremo fino a quando il progetto non sarà definitivamente ritirato”. Secondo i comitati infatti le linee L1 e L2 vanno a costituire comunque un grande inceneritore, sovradimensionato rispetto alle esigenze del territorio, che andrà a bruciare tra gli altri rifiuti perfettamente riciclabili, che emetterà elevatissime quantità di fumi nocivi, producendo scorie e ceneri da inviare a discariche speciali, nonché centinaia di migliaia di metri cubi di acqua contaminata. La scelta dell’incenerimento è sbagliata, contraria alla direzione di marcia indicata dalla Comunità Europea in tema di economia circolare e di politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. La chiusura completa del ciclo dei rifiuti in Veneto è a portata di mano; nel bacino veneziano, pure fanalino di coda a livello regionale, i dati forniti dalla stessa Veritas parlano di una raccolta differenziata ormai vicina al 75% e di una significativa riduzione delle quantità di rifiuti prodotti a seguito della crisi provocata dal virus. In una situazione in cui rimane ancora moltissimo da fare, costruire un nuovo inceneritore significa  tornare al passato e minare l’implementazione del recupero di materia per i prossimi 20 anni.

In attesa di presentare il ricorso al TAR il fronte ambientalista si prepara per una grande manifestazione in autunno e lancia fin da subito la campagna “Andrà tutto in fumo”: “Invitiamo tutti i cittadini del territorio metropolitano ad esporre dai balconi delle lenzuola con la scritta Andrà tutto in fumo – no Inceneritore Fusina. Per chi sceglie di non autoprodurli sarà possibile prenotarne uno scrivendo a info@opzionezero.org. E’ un modo per rimarcare che il territorio è stanco di scelte calate dall’alto e rifiuta impianti e opere che mettono a repentaglio la salute dei cittadini e l’ambiente”. Prosegue inoltre la petizione on-line su change.org (clicca qui) e tramite i moduli cartacei che ha già raggiunta e superato le 10.000 adesioni.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Laboratorio Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO , Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre

 

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Comunicato stampa congiunto 2 luglio 2020

Inceneritore: il problema non è solo la terza linea.

 

Comitati scettici sull’esito dell’incontro tra Costa e Bottacin.

La sospensione della linea fanghi non è sufficiente.

Il progetto è comunque sbagliato e pericoloso, deve essere ritirato.

Chiudere il ciclo dei rifiuti è possibile, necessario discutere con comitati, associazioni e comunità locali  sulle scelte strategiche

In cantiere grande manifestazione prima delle elezioni e ricorso al TAR.

 

La notizia del probabile rinvio della Conferenza dei servizi prevista per il 9 luglio a seguito dell’incontro di ieri tra Ministro dell’Ambiente e assessore regionale Bottacin è accolta con scetticismo dai comitati e dalle associazioni ambientaliste: “L’intervento del Ministro Costa, seppure tardivo, può essere l’occasione per riaprire la discussione sul progetto di nuovo inceneritore a Fusina, ma non vorremmo che tutto si risolvesse in una bolla di sapone. Il problema non è solo la “linea fanghi” ma tutto l’impianto. Tra l’altro proprio l’eventuale scelta di sospendere l’autorizzazione per il terzo forno permetterebbe a Veritas di aggirare il problema del superamento della soglia dei 50 Mwt (le tre linee sommano 67,9 MWt), che in base alla normativa richiederebbe una valutazione di impatto ambientale a livello nazionale.  Poi in un secondo  momento, contando su un parere VIA già favorevole sull’intero progetto e con lo stratagemma delle cosiddette “varianti non sostanziali”, sarà sufficiente un semplice decreto regionale per completare l’opera senza dover rifare tutta la procedura e senza la possibilità per il pubblico di intervenire.” – aggiungono inoltre – “Purtroppo prendiamo atto che ancora una volta l’incontro di ieri risponde alla solita logica di non coinvolgere nella discussione comitati, associazioni e comunità locali da subito mobilitatesi contro il nuovo inceneritore”.

Secondo i comitati l’incontro tra Ministro e Regione conferma di fatto che le critiche sollevate con le corpose osservazioni non sono affatto pretestuose come sostiene Veritas, anzi mettono in luce gravi carenze e pericolose ambiguità che al di là del problema fanghi rimangono tutte sul tavolo .

“Non ci fermeremo fino a quando il progetto non sarà definitivamente ritirato – ribadiscono dal fronte ambientalista – le linee L1 e L2 vanno a costituire comunque un grande inceneritore, sovradimensionato rispetto alle esigenze del territorio, che andrà a bruciare tra gli altri rifiuti perfettamente riciclabili, che emetterà comunque elevatissime quantità di fumi nocivi, producendo scorie e ceneri da inviare a discariche speciali, nonché centinaia di migliaia di metri cubi di acqua contaminata. La scelta dell’incenerimento è sbagliata, contraria alla direzione di marcia indicata dalla Comunità Europea in tema di economia circolare e di politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Ed è assurdo che si scelga questa strada proprio in Veneto dove, con qualche sforzo in più, si potrebbe davvero arrivare alla chiusura  del ciclo dei rifiuti. Esistono in Italia e in Europa esperienze che dimostrano come le stesse tecnologie utilizzate per produrre il CSS finalizzato alla combustione, possono essere implementate per recuperare la materia invece di bruciarla con enormi vantaggi per l’ambiente, per la salute, per le tasche dei cittadini e per l’occupazione. Non abbiamo ricevuto ancora nessuna risposta alla richiesta di incontro  inviata al Ministro Costa lo scorso 29 aprile, ma ribadiamo che un confronto tecnico e politico su questa vicenda deve essere aperto alla partecipazione di chi ha fatto emergere il problema.  Conosciamo bene il progetto e abbiamo proposte alternative concrete che pretendiamo siano prese in considerazione. E’ solo grazie alle mobilitazioni costruite in questi mesi da comitati ed associazioni se l’iter autorizzativo ha subito una battuta d’arresto”.

In attesa di valutare le decisioni che saranno prese, le organizzazioni contrarie all’inceneritore confermano comunque il loro impegno per ottenere il ritiro del progetto, e oltre a proseguire il lavoro di approfondimento per il ricorso al TAR, si preparano a nuove iniziative tra cui una grande manifestazione a settembre, prima delle elezioni.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Laboratorio Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO , Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre

 

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Comunicato stampa congiunto 16 giugno 2020

Inceneritore: ritirare il progetto per riaprire il confronto

Non si placano le contestazioni dei comitati e delle associazioni contrarie al nuovo inceneritore di Fusina proposto da Ecoprogetto (gruppo Veritas), che potrebbe essere definitivamente autorizzato il prossimo 18 giugno. Alle dichiarazioni dell’assessore della Lega Bottaccin, così come quelle dei consiglieri regionali del PD, circa l’intenzione di riaprire un confronto sul progetto per il momento non sembrano seguire i fatti.

I comitati e le associazioni che da mesi si battono contro l’ecomostro hanno più volte sollecitato sia la Regione che il Ministro Sergio Costa affinché fermassero l’iter autorizzativo, senza mai ricevere alcuna risposta. A marzo in pieno lockdown è stata inviata una lettera di richiesta di moratoria fino a fine anno per consentire di avviare un dibattito pubblico esteso fuori dalle restrizioni antivirus;  ma la Commissione VIA, dopo una breve sospensione, è andata avanti con i lavori fino ad esprimere lo scorso 20 maggio il proprio parere favorevole. A fine aprile è stata inviata una lettera direttamente al Ministro Sergio Costa per chiedere un incontro, e nessun cenno di riscontro è mai stato dato. Silenzio anche da parte del Presidente leghista Luca Zaia di fronte ai tantissimi cittadini che hanno partecipato al mailbombing per chiedere al Governatore di intervenire in prima persona. Infine muro di gomma anche da parte della Conferenza dei Servizi di fronte alla legittima richiesta di comitati e associazioni di poter partecipare alla prossima seduta decisoria prevista per il 18 giugno in qualità di portatori di interessi diffusi, così come previsto dalla legge 241/90. Le uniche risposte certe sono arrivate da quelle amministrazioni comunali governate da centro-destra e centro-sinistra che, sollecitate in sede istituzionale, si sono apertamente schierate a favore dell’inceneritore confermando la loro posizione anche nei Consigli di Bacino; è il caso per esempio di Venezia, Mira, Dolo, Mirano, Spinea, e da ultimo Mogliano con la “pilatesca” e ipocrita presa di posizione del Sindaco Davide Bortolato. Solo Chioggia,  Vigonovo, Portogruaro e la Municipalità di Marghera hanno avuto il coraggio di dire “no” all’inceneritore. 

“Non vorremmo che le recenti “aperture” di esponenti della Lega e del PD fossero solo un modo di prendere tempo di fronte al dilagare della protesta in tutto il territorio metropolitano. – affermano alcuni esponenti del fronte ambientalista – Se qualcuno pensa di rabbonirci con qualche dichiarazione per superare indenne la campagna elettorale delle regionali o delle comunali, forse non ha capito che su questa storia noi andremo fino in fondo senza lasciare nulla di intentato, e soprattutto inchiodando tutte le forze politiche alle loro responsabilità. Qui si sta discutendo di un impianto che mina la salute di centinaia di migliaia di persone, e che andrà a compromettere definitivamente un territorio già fortemente inquinato e cementificato. Se davvero si vuole aprire un confronto con i comitati e le associazioni che hanno prodotto decine di osservazioni svelando tutti i limiti e i rischi del nuovo inceneritore, allora si abbia il coraggio di ritirare il progetto, di aprire finalmente un tavolo con tutte le parti sociali e politiche, di avviare un processo partecipativo vero con la popolazione. Noi le alternative le abbiamo: costano meno, creano più occupazione, e soprattutto sono  sostenibili dal punto di vista ambientale”.

La protesta dunque continua, così come continua il lavoro di studio per il ricorso e l’azione di sensibilizzazione della popolazione. Meteo permettendo, per il weekend rimangono confermati diversi gazebo in tutta l’area metropolitana per distribuire materiale informativo, raccogliere fondi per il ricorso al TAR, e rilanciare la petizione.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Laboratorio Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, cà Luisa casa del Popolo Venezia, Associazione APIO

 

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INCENERITORE FUSINA

La mobilitazione continua

TUTTI A VENEZIA SABATO 13 GIUGNO – ORE 17-19

Sabato 13 giugno il Comitato No Grandi Navi ha indetto una importante mobilitazione con l’intento di costruire una lunga catena umana da San Basilio a Punta della Dogana. Obiettivo è riaffermare ancora una volta che l’unico futuro possibile e necessario per Venezia, per il territorio metropolitano e regionale è quello che guarda alla riconversione ecologica, al lavoro degno, alla giustizia sociale, alle relazioni solidali.

Il MOSE, le Grandi Navi, l’Inceneritore, la cementificazione, la Pedemontana, le produzioni nocive e fossili rappresentano nel nostro territorio quel sistema estrattivista e predatorio finalizzato ad alimentare e consolidare un blocco di potere politico, economico, finanziario marcio e senza scrupoli. E’ un sistema che privilegia il profitto di pochi, che distrugge l’ambiente e la vita delle persone, che a livello globale minaccia pericolosamente l’intero Pianeta con i cambiamenti climatici e la devastazione degli ecosistemi.

L’inceneritore che la Giunta del Veneto guidata da Zaia sta per approvare con l’avvallo del Partito Democratico, rappresenta in modo emblematico questa logica, e anzi costituisce un anello fondamentale delle catene produttive consumiste votate allo sviluppo infinito.

Per questo come comitati e associazioni impegnati a contrastare l’ecomostro di Fusina invitiamo tutti a partecipare numerosi alla manifestazione di sabato e a costruire insieme a noi un pezzo significativo di questa grande catena umana per portare in evidenza questa importante vertenza.

Partenza dalla Riviera ore 16 – per maggiori info scrivi a info@opzionezero.org

 

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Comunicato stampa congiunto 10/06/2020

Inceneritore: parere VIA raffazzonato e da respingere

 

Il parere del Comitato tecnico VIA tenta di rattoppare un progetto irricevibile.

Istruttoria confusa nei numeri e nelle tempistiche, blande se non inesistenti le prescrizioni.

Sui PFAS asfaltato il principio di precauzione.

Ammessi e di fatto concessi sforamenti sugli inquinanti gassosi.

La valutazione degli impatti ambientali e dei rischi sanitari è inconsistente.

Accolto in modo acritico il sovradimensionamento dell’impianto.

Ormai evidente che quello di Fusina sarà l’inceneritore a servizio di tutto il Veneto.

 

 

Con notevole ritardo, alla fine è stato pubblicato il parere del Comitato Regionale V.I.A..

Un documento di 164 pagine che i comitati hanno subito analizzato punto per punto per svelare limiti e contraddizioni. Netto il giudizio degli esponenti delle associazioni ambientaliste:     “Si tratta di un parere raffazzonato che tenta di mettere le toppe a un progetto volutamente ambiguo e lacunoso, facendo alla fine ancora più confusione su numeri e tempistiche. La Regione ha scelto di sposare le richieste di Ecoprogetto assecondando le zone d’ombra, giustificando le mancanze anche là dove sono evidenti i rischi e i superamenti dei limiti degli inquinanti. E’ stato svolto il compitino che assolve la procedura prevista dalla legge, ma siamo ben lontani da una vera valutazione degli impatti sull’ambiente e dei rischi per la salute dei cittadini. La responsabilità per le conseguenze che possono derivare da una scelta così irresponsabile sta in capo alla Regione Veneto, ma anche a tutti gli altri Enti che partecipano alla Conferenza dei Servizi”.

Molte le osservazioni critiche che i comitati stanno elaborando. Tra i punti più controversi e preoccupanti quello riguardante i PFAS, in merito ai quali si è deciso di asfaltare il principio di precauzione. Nell’istruttoria si conviene infatti sulle preoccupazioni dei comitati riguardanti i rischi derivati dall’incenerimento di queste sostanze e sulla mancanza di studi scientifici approfonditi, ma si autorizza ugualmente la Linea 3 dedicata a fanghi e percolati chiedendo al proponente di presentare da qui a 5 anni  argomentazioni rassicuranti.

Ugualmente per i fumi là dove, pure accogliendo una simulazione discutibile limitata all’area circostante all’impianto e al funzionamenti di due soli bruciatori su tre, si riconosce lo sforamento delle concentrazioni per diversi inquinanti (ad es. PM 2,5, NOx, Benzo(a)pirene), o comunque un incremento significativo dei livelli di altri composti rispetto ai valori attuali, come ad es. per le diossine. Eppure le prescrizioni che seguono sono assolutamente blande se non del tutto inesistenti. Ad esempio per la Linea 1, quella già realizzata e che potrebbe entrare in funzione nel giro di pochi mesi, la Commissione avvvalla la sua accensione ma rimanda l’installazione dei filtri più tecnologici contro gli NOx di almeno 18 mesi.

Per quanto riguarda i rischi sanitari ci si accontenta della misera richiesta dell’ULSS 3 di adottare un sistema di monitoraggio in continuo dei microinquinanti da usare  sulle linee in funzione; ma solo a turnazione; mentre in merito  alle campagne di monitoraggio delle ricadute queste saranno limitate ai punti già individuati e distanti appena qualche km dai camini.

Sulla Valutazione di Incidenza per gli impatti sulle zone SIC-ZPS di pregio ambientale come la Laguna di Venezia, si prende per buona l’ipotesi del proponente secondo la quale non è necessario espletare la procedura pure essendo l’impianto a soli 1.6km da una delle zone umide più importanti del mondo.

Infine, ma non da ultimo, si limita la combustione di rifiuti a 120.000 t/anno complessive, un livello comunque molto elevato e corrispondente a più del doppio del CSS attualmente prodotto. Allo stesso tempo la Commissione accoglie senza alcun commento la proposta di Ecoprogetto di sovradimensionare in modo spropositato la parte dell’impianto finalizzata alla produzione di CSS, fanghi e rifiuti legnosi da incenerire. Con ciò lasciando aperta la porta alla possibilità di aumentare in un secondo momento le quantità di rifiuti da smaltire nei 3 forni senza bisogno di rifare la procedura di VIA. Del resto ciò risulta confermato da un passaggio dell’istruttoria, nemmeno tanto velato, nel quale si fa cenno alla carenza di impianti in Regione e all’eccesso di rifiuto residuo da trattare. In pratica l’ipotesi che nell’inceneritore di Fusina vengano smaltiti i rifiuti e i fanghi provenienti da tutto il Veneto diventa una certezza.

In definitiva tutte le critiche e i timori espressi dalle organizzazioni ambientaliste in questi mesi risultano confermate: “Vedremo in sede di Autorizzazione Integrata Ambientale se ci saranno prescrizioni degne di questo nome, ma le premesse sono pessime”.

Intanto sono già al lavoro due gruppi di lavoro che si stanno concentrando da un lato sul ricorso al TAR e dall’altro sulla elaborazione più dettagliata delle alternative già proposte e mai considerate dalle istituzioni.

Sul piano della mobilitazione, invece, i comitati scenderanno di nuovo in piazza sabato 13 giugno dalle ore 17 alle ore 19.00 con il Comitato No Grandi navi per costruire una lunga catena umana da San Basilio a Punta della Dogana.

Per il weekend del 20-21 giugno previsti invece diversi gazebi in varie piazze del territorio metropolitano per rilanciare la petizione contro l’ecomostro di Veritas.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Laboratorio Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO

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Venerdì 5 giugno ore 18.00 Piazza Municipio a Marghera

Assemblea straordinaria per costruire la mobilitazione contro l’nceneritore di Fusina!

 

La Regione Veneto, attraverso la commissione VIA, e con la complicita’ della giunta Brugnaro, ha dato parere di compatibilità ambientale favorevole al progetto del nuovo inceneritore a Fusina.

Veritas/Ecoprogetto vogliono costruire un grande impianto di incenerimento di rifiuti urbani, fanghi di depurazione e percolati di discarica contaminanti da PFAS e altre sostanze tossiche.

Filtri o non filtri, l’emissione di diossine, polveri sottili, IPA, NOX, metalli pesanti, ed una quantità di altre composti cancerogeni è assicurata!

A rischio sono l’ambiente e la salute di centinaia di migliaia di persone in un raggio di decine di km. Ancora una volta per Marghera e l’ area metropolitana si prospetta UN FUTURO DA PATTUMIERA DEL VENETO.

In questi mesi, centinaia di cittadini,  medici, giovani, insieme ai comitati, in tanti dibattiti pubblici e iniziative, non ultima quella organizzata dai comitati e dalle ragazze e i ragazzi di Fridays For Future due settimane fa alla sede Veritas di Mestre, hanno espresso il loro rifiuto verso un progetto calato dall’alto e dettato solo dagli interessi economici di Veritas/Ecoprogetto e dei suoi soci privati del gruppo FINAM. Fermare l’iter autorizzativo di questo ecomostro è la condizione minima  per  riaprire una discussione ampia e partecipata, che coinvolga tutta la popolazione, su quali siano le migliori scelte strategiche da adottare in tema di rifiuti, partendo dal diritto alla salute, dalla difesa dell’ambiente e dalla lotta ai cambiamenti climatici.

I prossimi mesi saranno decisivi per impedire che gli interessi speculativi privati, avallati dalla Giunta regionale di Luca Zaia e da quasi tutti i Sindaci del veneziano, diano il via libera al progetto.

TROVIAMOCI IN ASSEMBLEA PUBBLICA STRAORDINARIA PER DISCUTERE E DEFINIRE LE FUTURE AZIONI DI PROTESTA PER BLOCCARE QUESTO PROGETTO E APRIRE LA STRADA AD ALTERNATIVE SOSTENIBILI!

INVITIAMO TUTTI A FARE IL MASSIMO PER PARTECIPARE E PER DIFFONDERE QUESTO MESSAGGIO!!!

Promosso da

FRIDAY FOR FUTURE VENEZIA-MESTRE
ASSEMBLEA PERMANENTE CONTRO RISCHIO CHIMICO MARGHERA
COMITATO OPZIONE ZERO Riviera del Brenta
MEDICINA DEMOCRATICA

con
Eddyburg Eddyburg MalaCaigo – Riviera del Brenta Ecoistituto del Veneto Alex Langer COBAS Autorganizzati Comune Venezia Quartieri in Movimento Mira 2030 Forum dell’Aria Comitato Difesa Ambiente Territorio Valore Ambiente AmbienteVenezia Comitato Nograndinavi APIO odv

L’assemblea si svolgerà  adottando tutte le precauzioni sanitarie necessarie e mantenendo l’opportuno distanziamento.

In caso di pioggia previsto un piano B che sarà comunicato via mail e sui social giovedì o venerdì.

 

STOP INCENERITORE: PARTECIPA AL MAILBOMBING

Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Opzione Zero, Rassegna stampa | 0 Comments

25

mag

2020

stop_inceneritore

 

La scorsa settimana la Commissione VIA regionale ha dato il proprio nulla osta al nuovo inceneritore, ora nel giro di qualche settimana potrebbe arrivare l’autorizzazione definitiva. La battaglia dei comitati, delle associazioni ambientaliste e di tanti cittadini/e entra ora nel vivo. Partiamo subito con questa prima azione di mailbombing rivolta al Presidente della regione Luca Zaia

Ti chiediamo di partecipare e di diffondere da oggi fino al 2 giugno.

 

Istruzioni:

1 copia il testo della mail qui sotto riportato

2 inserisci nell’oggetto una frase tipo “Stop inceneritore Fusina”, “Riciclare, non bruciare, Stop Inceneritore”, “La salute prima di tutto, no inceneritore”, ecc…

3 inserisci nella casella destinatari i seguenti indirizzi: luca.zaia@consiglioveneto.it, presidenza@regione.veneto.it

4 se vuoi personalizza il messaggio aggiungendo qualche altra frase (non offensiva)

5 aggiungi nome, cognome, comune di residenza e invia la mail

 

testo da copiare:

Alla gentile attenzione del Presidente della regione Veneto Luca Zaia

Presidente Zaia, in questi ultimi tre mesi la minaccia del Covid ha fatto capire a tutti come la salute viene davvero prima di tutto sempre; ora le chiediamo di difendere la nostra salute per i 30 anni futuri semplicemente bloccando il progetto del nuovo inceneritore da 67,9 MWt organizzato su tre forni proposto dalla società Ecoprogetto srl (partecipata di Veritas) a Fusina. Se questo progetto dovesse ottenere l’autorizzazione finale dalla Regione Veneto , tutta la popolazione del territorio metropolitano di Venezia e parte di quello delle province limitrofe (almeno 1 milione di persone) subirà quotidianamente gli effetti di inquinanti molto tossici e cancerogeni (diossine, Pfas, metalli pesanti,polveri sottili e ultrasottili, ecc) sia per via respiratoria sia anche attraverso la catena alimentare.

La strada maestra è quella della riduzione dei rifiuti e del riciclo di materia così richiesto dalla Comunità Europea con le Direttive sull’economia circolare del 2018. E’ bene ricordare che proprio a seguito di queste direttive, l’incenerimento (con o senza produzione di energia) è da considerarsi come forma di smaltimento al pari delle discariche e non più forma di recupero.

In tutto il Veneto, l’implementazione della raccolta differenziata spinta ha fatto diminuire drasticamente la produzione di rifiuto urbano residuo (RUR), ma rimane ancora molto da fare soprattutto nel bacino veneziano che per percentuali di differenziata e produzione pro capite di rifiuto è tra gli ultimi della regione.

Puntando su riduzione e riciclo, con minori investimenti rispetto al nuovo inceneritore, si possono ottenere risultati significativi in brevissimo tempo (2-3 anni) con enormi vantaggi sul piano ambientale e della salute pubblica, ma anche sul piano occupazionale. In concreto riteniamo che tra le azioni da perseguire con maggiore decisione, soprattutto nel bacino veneziano, ci siano le seguenti:

– campagne di educazione e sensibilizzazione sistematica dei cittadini a tutti i livelli;

– creazione di centri di riuso decentrati sul territorio, in particolare per mobili, ingombranti e RAEE;

– accordi con la grande distribuzione per la riduzione degli imballaggi e dei prodotti usa e getta;

– recupero delle eccedenze alimentari;

– adozione di buone pratiche per la riduzione e il riciclo dei rifiuti nella pubblica amministrazione (secondo quanto indicato dai CAM), nel settore turistico e nel terziario;

– adozione di buone pratiche per gli eventi (sagre, fiere, eventi sportivi) per ridurre drasticamente la produzione di rifiuto, e più in generale gli impatti ambientali;

– raccolta porta a porta o comunque sistemi di raccolta differenziata spinta in tutti i Comuni;

– obbligo di separazione della frazione umida da quella residua;

– recupero della biomassa legnosa da rifiuto tramite compostaggio aerobico o sviluppo di filiere del legno;

– implementazione di raccolte separate e relative filiere di recupero per alcune categorie di rifiuti (es. pannolini, ingombranti);

– inertizzazione e stoccaggio, dopo essicazione ,dei percolati di discarica e dei fanghi di depuratori civili contaminati da PFAS e altre sostanze pericolose;

– fissare tariffe puntuali per il secco per scoraggiarlo e sanzioni significative per chi non differenzia;

– sviluppo della ricerca su impieghi alternativi delle frazioni residue in collaborazione con le Università;

Con queste azioni, e considerato il temporaneo ma drastico calo della produzione di rifiuti a seguito degli effetti provocati dalla pandemia, si potrebbe arrivare a produrre una quantità molto ridotta di frazione residua comunque non adatta ad essere incenerita, evitando così la produzione di CSS e la necessità di nuovi impianti di smaltimento. Per il CSS attualmente prodotto e stoccato esistono comunque diverse possibilità di gestione anche attraverso l’impiego di impianti esistenti.

Questo progetto è di rilievo regionale e la sua approvazione dipende dall’Ente da lei presieduto, ma ad oggi non ci risulta una sua personale presa di posizione in merito.

Inoltre non è tempo di buttare 100 milioni per costruire nuovi impianti nocivi che vanno nella direzione opposta di quella richiesta dalla Comunità Europea.

Lei può fare molto semplicemente sospendendo la conferenza di servizi e l’iter autorizzativo in corso, e aprendo una fase di confronto vero con tutti gli enti interessati, con le associazioni portatrici di interessi diffusi e con i cittadini, visto e considerato che le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria hanno di fatto impedito un dibattito esteso e partecipato. Solo così sarà possibile trovare soluzioni condivise che siano meno costose e meno impattanti per l’ambiente e per la salute, rispetto a quanto proposta da Ecoprogetto srl.

 

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