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Ha fatto tutta la tratta da Bassano a Maerne per documentare il numero dei viaggiatori e chiedere alla Regione di aumentare le corse dalle 7 alle 8

SPINEA. A Spinea il sindaco fa il pendolare. Telecamerina d’ordinanza e block-notes in mano, Silvano Checchin si è svegliato di buon’ora e ha percorso tutta la tratta ferroviaria da Bassano a Maerne, viaggiando sul treno regionale veloce delle 6.25.

Fermata dopo fermata, il primo cittadino ha verificato di persona il numero preciso di pendolari saliti e scesi dal treno, prendendo nota dei viaggiatori in carrozza per ogni singolo tratto. Checchin ha così avuto conferma di quanto già denunciato in precedenza: il segmento ferroviario più utilizzato è solo quello da Castelfranco a Venezia.

Da Bassano a Castelfranco viaggia invece un numero inferiore di passeggeri rispetto a quelli che da dicembre non possono più salire a Spinea, dove la fermata è stata cancellata.

L’obiettivo di Checchin è quello di chiedere alla Regione di aumentare il numero dei treni a disposizione a Spinea nella fascia oraria che va dalle 7 alle 8, che il nuovo orario cadenzato ha invece fortemente penalizzato.

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Zaia: non solo ritardi, multe al gestore in caso di sporcizia carrozze sovraffollate e mancato comfort a chi a viaggia

VENEZIA – Sanzioni più severe e circostanziate in presenza di disservizi nei treni regionali. I criteri “punitivi” adottati finora dall’amministrazione del Veneto nei confronti di Trenitalia – calibrati sulle medie annuali dei ritardi – non hanno prodotto risultati apprezzabili. Aldilà dell’introito delle sanzioni, tradotto in uno sconto sugli abbonamenti dei pendolari, i problemi rilevati sono rimasti tali. Così, in vista della gara europea che riassegnerà il servizio di trasporto su rotaia in scadenza il 31 dicembre di quest’anno, i tecnici di Palazzo Balbi hanno iniziato a riscrivere il capitolato d’appalto introducendo nuove categorie di penalty: episodi specifici e localizzati (mancata puntualità, cancellazione di convogli); violazione delle norme di comfort (carrozze sovraffollate, sporcizia, riscaldamento e aria condizionata inefficienti); definizione più chiara delle circostanze accidentali non imputabili alla rete o al gestore. Tutto ciò richiede un monitoraggio più attento e a tal fine il governatore Luca Zaia si appella direttamente ai pendolari: «Dal 15 dicembre stiamo raccogliendo mail, lettere, telefonate di protesta, in questi giorni mi è capitato di twittare con un gruppo di ragazzi, invito chiunque sia vittima dei disservizi a segnalarceli con precisione, così potremo contestarli a Trenitalia nel comitato paritetico. La gara? Sarà internazionale e non spetterà a noi decretarne il vincitore. La Regione fissa gli obiettivi: vogliamo treni puntuali, non gremiti, puliti e confortevoli. Magari nessuno deciderà di concorrere all’appalto ma finché non si verificheranno queste condizioni sull’intera rete ferroviaria, condurremo questa battaglia giorno dopo giorno».

Le perplessità sulle adesioni alla gara riguardano al vantaggio di partenza – disponibilità delle tratte e dei materiali mobili, circuito di officine e depositi di proprietà, personale già operativo – di cui Trenitalia (costola di Rfi) gode rispetto ai virtuali concorrenti. Uno scenario che induce il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi a ipotizzare una discontinuità rispetto al passato: «A fronte dell’acclamata insoddisfazione degli utenti e di Regioni come il Veneto e la Toscana, che hanno disdetto il contratto con le Ferrovie di Stato, per evitare che le gare di appalto vadano deserte, bisogna pensare ad appalti meno estesi dei bacini regionali. Penso ad aree omogenee da due o tre milioni di passeggeri, tali da diventare appetibili anche da aziende che non arrivano alle dimensioni dei grandi competitor». È il caso della cordata costituita da Trenord (50% Trenitalia, 50% Regione Lombardia) e da Atm (l’Azienda trasporti milanesi) che Roberto Maroni candida a nuovo gestore delle linee regionali venete. Un’ipotesi accolta con forte scetticismo dall’assessore alla mobilità Renato Chisso (impegnato in questi giorni a revisionare l’attuazione dell’orario cadenzato per evitare nuove falle nel servizio) che guarda semmai ai colossi ferroviari di Austria, Germania e Svizzera; lo stesso Zaia fa sapere che «al momento non esiste alcuna proposta lombarda» e sollecita invece il Governo a separare la rete ferroviaria dalla società di servizio, così da ristabilire la par condicio tra gli aspiranti gestori.

Tale eventualità è vista come fumo negli occhi dalla Filt, la federazione trasporti della Cgil, che in una nota della segreteria regionale denuncia la «vergognosa campagna denigratoria contro il lavoro dei ferrovieri addetti alla manutenzione» e imputa esclusivamente ai tagli della Regione i disservizi delle scorse settimane.

Filippo Tosatto

 

Gazzettino – «Caro-pedaggi, danni anche per le autostrade»

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14

gen

2014

I comitati del Cocit scrivono a Comune e Regione: «Prezzi troppo alti le svuoteranno rendendo invivibili e inquinate le strade urbane»

Se varcare il casello delle autostrade è come passare alla cassa di una gioielleria, è chiaro che solo i ricchi lo fanno, e il resto degli automobilisti intaserà le strade urbane.

E il danno sarà triplo: per gli automobilisti, che pur di risparmiare stanno in macchina anche un’ora in più al giorno, per l’ambiente, che sarà invaso da tonnellate di gas di scarico in più, per le stesse autostrade Cav compreso. Perché dovrebbero essere danneggiate se, in realtà, con gli aumenti incassano più soldi? «Gli aumenti di questi giorni sono dettati soprattutto da mancati introiti dello scorso anno» afferma il Cocit, il Coordinamento dei comitati contro l’inquinamento da tangenziale: «Le autostrade sono meno trafficate a causa della crisi economica. È chiaro che se andare da Venezia a Padova costerà 2 euro e 80, da Venezia a Treviso 2,60 e da Venezia a San Donà 3 euro e 50, le autostrade si svuoteranno ancora di più, così saranno necessari nuovi aumenti e le manutenzioni saranno sempre più rade. E, fattore non secondario, la Cav riuscirà sempre meno a pagare le rate del Passante».

Che fare? Il Cocit una soluzione ce l’avrebbe, tutto sta a vedere se Comune e Regione lo ascolteranno. È una soluzione composta da più elementi, e che ha dalla sua alcune prese di posizione dei ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente per trovare una mediazione tra gli interessi dei gestori autostradali e quelli dei cittadini. A dire il vero non era difficile immaginare cosa sarebbe successo già prima di pensare agli aumenti, una volta entrati in vigore ad ogni modo le conseguenze sono diventate evidenti: sempre più automobilisti, soprattutto i pendolari, hanno cominciato a riversarsi su Terraglio, Riviera del Brenta, Miranese, Triestina ma anche in altre tantissime minuscole stradine nate per servire poche abitazioni e aziende agricole, non certo per fare da superstrade.

«I pendolari, oltretutto, sono costretti ad usare l’automobile perché molte zone del nostro territorio non sono servite sufficientemente, o per nulla, dai mezzi pubblici» conclude il Cocit.

Elisio Trevisan

 

AUTOSTRADE GOVERNO IMMOBILE

Non si capisce perché il governo non sia stato in grado di opporsi “congelando” almeno per quest’anno l’aumento dei pedaggi autostradali anziché permettere aumenti di 5, 10 e a volte anche di più l’indice di inflazione. Perchè questa regalia alle società che gestiscono le autostrade, che da decenni restano in mano a strutture e personaggi para-politici? Anche perché in cambio dei nuovi aumenti non si vedono realizzazioni spettacolari e le grandi arterie (come la Salerno-Reggio Calabria) sono ferme da 40 anni. Ancora una volta un governo nato per dare “segnali forti” non lo fa, non dimostra di avere una linea né una strategia eppure le autostrade italiane sono già le più care del mondo mentre sono gratuite in Germania, in Olanda, Svezia, Belgio, Usa, Canada, Australia o si usano con una modesta tassa fissa annuale come in Austria o in Svizzera. Non solo, ricordiamoci che la nostra benzina è la più cara d’Europa e credo del mondo, e che questi costi incidono duramente sulle imprese e sul sistema dei trasporti con i cittadini comunque obbligati a viaggiare su gomma visto che le ferrovie si limitano a guardare alla “alta velocità” cancellando le linee minori. Sembra esserci una vera miopia del governo su questi problemi. Intanto passano i mesi e non succede nulla, le grandi riforme attendono sempre come la promessa ripresa economica che non arriva e l’Italia sta a guardare, sempre più disperata.

Orlando Masiero – Fiesso d’Artico (Ve)

 

 

RINCARI AUTOSTRADALI, LA PROPOSTA

Il Cocit: accordo per usare gli incassi della tangenziale per la mitigazione ambientale

«Gli aumenti di questi giorni dettati soprattutto da mancati introiti dello scorso anno, rischiano di peggiorare, e di molto, la qualità della mobilità nella nostra area, con ripercussioni immaginabili sulla qualità dell’ambiente la vita dei residenti».

Il Cocit, coordinamento contro l’inquinamento della tangenziale di Mestre, interviene nel dibattito sui rincari imposti da Cav per autostrada e Passante con delle proprie proposte che formula con una lettera inviata pochi giorni fa al sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e all’assessore regionale alle Infrastrutture, Renato Chisso. La preoccupazione è che l’aumento delle tariffe per le percorrenze autostradali (Venezia-Padova 2.80 euro, Venezia-San Donà 3.50 euro, Venezia-Treviso Sud che è salito a 2,60 euro) porterà molti ad abbandonare l’autostrada e preferire le strade statali e urbane di Terraglio, Miranese, Triestina e Riviera del Brenta anche se questo comporta dei tempi di percorrenza più lunghi.

Con un aumento di traffico e smog che va a scapito dei territori che il progetto Passante doveva svuotare dal traffico di attraversamento.

«I centri abitati lungo queste direttrici ringrazieranno, Passante e autostrade saranno sempre più vuote, il prossimo anno ci saranno di conseguenza nuovi rincari e in alternativa, manutenzione delle stesse trascurata», sostiene il Cocit di Mestre. E quindi in una lettera inviata al sindaco di Venezia e all’assessore regionale, il coordinamento dei comitati sollecitano che «sia il Comune di Venezia che l’assessorato alle Infrastrutture della Regione Veneto si impegnino politicamente per rivedere i termini delle concessioni autostradali e del piano economico finanziario del Passante».

Il Cocit chiede di «allungare i termini della concessione alla Cav, e di utilizzare gli incassi dei transiti di attraversamento in tangenziale per la mitigazione dell’impatto ambientale e la riqualificazione del territorio».

Altra occasione da cogliere è, invece, quella della fine del 2017 quando scadrà la concessione di Autovie Venete per il tratto finale della tangenziale di Mestre, in zona Terraglio.

«Una occasione per avere finalmente la tangenziale sotto un unico concessionario e garantirsi interventi che finora Autovie non ha realizzato», avvisa per il movimento Angelo Pistilli.

E ancora, dice il Cocit, «tariffe in abbonamento per i pendolari residenti nel territorio della Pa-Tre-Ve. Oltre ovviamente al lavoro di potenziamento del sistema del trasporto pubblico, a partire dal metrò regionale».

(m.ch.)

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«Summit tra i sindaci, il nuovo orario sta portando affollamenti inaccettabili»

MONTEBELLUNA – Treni troppo affollati soprattutto al mattino, soprattutto quelli che partono da Montebelluna alle 7.11 e alle 9.11 e sono diretti a Padova. Mancando una corsa intermedia, succede che i vagoni del treno che porta a Padova siano stipati fino all’inverosimile da chi va a scuola e da chi va al lavoro: è questo quanto hanno fatto notare ieri i pendolari al sindaco Marzio Favero, che ha deciso di contattare i suoi colleghi sindaci della linea Belluno-Padova che transita per Montebelluna e quelli del Montebellunese per analizzare la questione e formulare delle proposte. Ne ha già discusso ieri con il vicesindaco di Cornuda Claudio Sartor, che si è assunto l’incarico di contattare i sindaci interessati per organizzare questo summit a cui far partecipare anche i rappresentanti dei pendolari. Da quando è entrato in vigore il nuovo orario cadenzato i problemi si sono moltiplicati e l’assembramento in treno è diventato inverosimile. Già a Montebelluna il convoglio arriva pieno e tante mattine si sale a forza di spinte. E dei cosiddetti “treni spot” per evitare che i passeggeri viaggino pigiati fino all’inverosimile, non c’è neppure l’ombra finora. Questo hanno fatto notare i pendolari al sindaco di Montebelluna, che ha deciso di passare all’azione. «Qui si tratta di fare una fotografia della situazione e di formulare una proposta a Trenitalia e alla Regione», spiega il sindaco di Montebelluna Marzio Favero, «Quindi la strada che seguiremo ora sarà quella di organizzare un incontro tra tutti i sindaci interessati, quelli dei Comuni lungo la linea ma anche quelli dei Comuni i cui cittadini fanno riferimento alle stazioni che ci sono lungo la Belluno-Padova. A questo incontro inviteremo ovviamente anche le associazioni dei pendolari. Il nostro obiettivo è di avere un quadro esatto della situazione del trasporto ferroviario che ruota su Montebelluna, rilevare i problemi e arrivare poi a formulare una proposta di soluzione a Trenitalia e all’assessore regionale. Ho già contattato alcuni colleghi e vedremo di arrivare in tempi brevi a questo incontro. Dobbiamo fare lobby come territorio se vogliamo ottenere dei risultati e risolvere i problemi che ci vengono segnalati dagli utenti. E questo del sovraffollamento delle corse del mattino è uno dei problemi che va risolto, perché non è possibile far viaggiare in tali condizioni i passeggeri».

(e. f.)

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LA PETIZIONE

MOGLIANO – Ha raggiunto quota mille firme la petizione sull’adeguamento del servizio ferroviario della tratta Venezia-Treviso lanciata da Carola Arena, candidato sindaco di Mogliano per la coalizione di centrosinistra.

Ma la raccolta di firme proseguirà. Stamane ci sarà il gazebo in piazza Caduti, dalle 9 alle 12.30, e anche domani, giorno di mercato, in via Matteotti, dalle 9 alle 12. L’iniziativa è a sostegno dei pendolari e della richiesta alla Regione di far finalmente decollare il Servizio ferroviario metropolitano regionale (Sfmr) che prevede, tra l’altro, la nuova fermata dei treni a Marocco.

(nd)

 

Tribuna di Treviso – Trenitardo, i disservizi in una app

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12

gen

2014

L’INIZIATIVA PER I PENDOLARI

Progetto di un gruppo di studenti univeristari ora a caccia di fondi

Trenitardo migliora il proprio sito per renderlo più facilmente fruibile dai pendolari e cerca fondi per pagarsi le spese chiedendo donazioni ai suoi utenti. “Trenitardo. La banca del tempo perduto” è un’organizzazione di pendolari delle ferrovie venete e friulane che da novembre 2013 denuncia ritardi e disservizi sulle linee attraverso il suo sito internet. A fine dicembre il sito è stato diffidato da Trenitalia per l’assonanza con il suo nome e logo, che diffamerebbe l’azienda. Il sodalizio, sorto da studenti dell’Università di Padova tra cui il montebellunese Davide Quagliotto, ha continuato l’attività adottando come unica precauzione la simbolica censura del logo.

«Con il nuovo anno abbiamo cambiato il sito dividendo la parte informativa non più per città universitarie, ma per regioni, rendendo più facile agli utenti le segnalazioni e migliorando la comunicazione», spiega Quagliotto.

I volontari di Trenitardo stanno lavorando anche per avere l’accesso a nuove piattaforme informatiche, per realizzare app per smartphone. Le migliorie e la gestione del sito, nonostante il lavoro gratuito degli amministratori, hanno dei costi che gli attivisti vogliono coprire attraverso una raccolta fondi per mantenere la propria indipendenza.

Nella sezione “Donazioni” di www.trenitardo.org” si chiede a quanti vogliano aiutarli di inviare un bonifico al concorrente IBAN IT 27 D 05018 12101 000000153859 intestato a “Associazione Studenti Universitari” con causale “Trenitardo” oppure tramite Pay Pal.

Gino Zangrando

 

TRASPORTI – I leader di Movimento Consumatori e Adico attaccano dopo gli ultimi aumenti

«Gli errori Actv pagati dai cittadini»

E su Facebook si scatena la protesta del gruppo “Sciopero dell’abbonamento”

L’attacco è diretto. E detto senza alcuna remora. Sembra quasi musica per le orecchie di chi, di certo, non stravede per Actv. Già. «Poco possiamo fare sulle delibere che certificano l’aumento, ma non possiamo che contestare le decisioni dell’azienda. Actv, e non è la prima volta, continua a far pagare i propri errori di programmazione e di gestione dei servizi ai cittadini. É ora di dire basta. E Orsoni, che di fatto ha aumentato le tariffe, senza cambiare nulla, decida una volta per tutte: trasformi Actv in un’azienda privata». Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori non si tira indietro. Il recente annuncio di nuovi aumenti nel settore trasporti per studenti e abbonati deciso da Comune e Actv lo hanno fatto saltare sulla sedia.
«Il problema – avverte Miozzi – è un altro ed è tutto legato al carattere pubblico di un’azienda come Actv. Di fronte ai numerosi errori compiuti nel tempo dai dirigenti, nulla è mai cambiato. É stato detto da autorevoli esponenti che non vi era evasione, e poi abbiamo scoperto, senza troppa meraviglia che così non era; abbiamo vissuto sulla nostra pelle i disservizi e i disagi della tessera Imob e nonostante questo, l’azienda ha proseguito imperterrita senza tener conto delle richieste dei veneziani; vi è stata un’altalena di linee, modificate e poi ricambiate nel settore navigazione, creando una confusione indescrivibile e nessuno ha ammesso alcuna responsabilità. Se Actv fosse stata un’azienda privata i dirigenti e gli amministratori che hanno compiuto gli errori, sarebbero già finiti a casa».
Miozzi lancia anche un appello al sindaco Giorgio Orsoni: «Sarebbe ora e tempo – dice il leader del Movimento Consumatori – che il sindaco decidesse una volta per tutte di mettere il servizio di trasporto pubblico a gara, scegliendo sul mercato l’azienda privata in grado di dare le massime garanzie del servizio». Contesta le decisioni anche Sebastiano Costalonga: «Quello che è più grave – attacca – è che nessuno sapeva di queste decisioni. Non è strano perchè ci rendiamo conto delle difficoltà dell’azienda che ha scelto la strada del basso profilo per evitare ulteriori imbarazzi. Ma non è stato così».
Pure Carlo Garofolini dell’Adico (Associazione Difesa Consumatori) non nasconde la rabbia: «É una storia che si ripete ogni anno – dice – L’abbonamento dovrebbe servire ad avvantaggiare studenti e famiglie, ma non è così per l’azienda. In questo momento di generale difficoltà è vergognoso aver stabilito un nuovo aumento anche a fronte di una scarsa qualità; dei tagli nei servizi e vista la fatiscenza dei mezzi di trasporto. Peraltro gli studenti usano l’abbonamento solo per alcuni mesi all’anno, si potrebbe dire che rischia di non essere più conveniente visto il costo attuale. Il problema è che Actv fa quello che vuole perchè agisce in regime di monopolio».
E nelle polemiche interviene anche Fabio Prizzon, del gruppo Facebook intitolato “Sciopero dell’abbonamento Actv” che conta quasi settemila iscritti. “Non ci meravigliamo di questa decisione – dice – E pensare che siamo ancora in attesa che il sindaco Orsoni, che non ci ha neanche ricevuti per presentare la nostra posizione, decida di dire una parola concreta sul caso Actv e il rincaro degli abbonamenti. L’aspetto più triste è che a parole l’azienda chiede il dialogo con gli utenti, ma in realtà, fa solo quello che vuole».

 

 

La decisione della giunta per sopperire all’aumento Iva Lamentele dell’utenza, gli aumenti dal primo febbraio

VENEZIA – La delibera è del 20 dicembre ma è apparsa sul sito del Comune solo a ridosso del 10 gennaio scorso, la data di pubblicazione all’albo pretorio. “Misteri” del sistema di pubblicazione online delle delibere comunali, sul sito di Ca’ Farsetti: un atto di trasparenza, certo, ma a volte le delibere vengono caricate dopo giorni dall’approvazione della giunta. Come è capitato stavolta. I più malevoli pensano ad un tentativo di evitare polemiche nel periodo di Natale. Ma ora l’annuncio dei nuovi rincari è accompagnato dalle immancabili lamentele degli utenti, stanchi di aumenti per un servizio di trasporto non sempre all’altezza. Actv non rilascia commenti ma annuncia che l’aumento scatterà con ogni probabilità dal prossimo 1° febbraio. La responsabilità della decisione è della giunta Orsoni che ha deciso un piccolo aumento per carnet di biglietti e abbonamenti Actv e biglietti della navi traghetto. Un aumento di un euro, in pratica il 10 per cento in più; quanto basta per far storcere il naso agli utenti. Un euro in più che riguarda carnet, abbonamenti mensili e annuali e i titoli di corsa semplice solo per il servizio nave traghetto sulle linee 17 (Tronchetto-Lido San Nicolò) e 11 (Chioggia-Pellestrina-Lido). Non viene toccato invece il biglietto di corsa semplici per bus e vaporetti che rimane al costo di 1.30 euro. Aumenta invece di due euro il biglietto da 72 ore per i turisti, che passa da 18 a 20 euro. La piccola “manovrina” della giunta Orsoni è, nei fatti, un semplice adeguamento Istat, che scatta ogni due anni, ma che si accompagna anche (basta leggere il testo della delibera comunale proposta dall’assessore Ugo Bergamo) ad una necessità dell’azienda di trasporto veneziana, quella di ridurre l’impatto dell’Iva passata nel giro di un anno ( tra settembre 2012 e ottobre 2013) dal 20 al 22 per cento con un aggravio pari a 700 mila euro per le casse di Actv. Un problema contabile in più per una azienda che vanta nel bilancio 2012 un passivo di oltre 17,6 milioni di euro con una diminuzione di finanziamenti regionali al servizio urbano negli ultimi tre anni, pari a 18,2 milioni di euro (13,7 milioni in particolare per il settore più penalizzato, quello della navigazione). Sempre dalla delibera comunale si evince che una nota di Actv dei primi di dicembre 2013 ha proposto l’incremento di introiti, stimato sulla base del venduto 2013, di quasi 1 milione e 900 mila euro l’anno. Unica nota positiva nella manovrina la scelta di diminuire e non aumentare la tariffa per la bicicletta al seguito per quanti utilizzano le navi traghetto per il cicloturismo a Lido e Pellestrina. Ecco in sintesi le novità prncipali: i carnet da 10 corse per automobilistico e navigazione con Carta Venezia diventano meno convenienti e passano da 11 a 12 euro (1 euro in più); il carnet dieci corse per due reti passa a 19 euro. L’abbonamento mensile ordinario automobilistico e quello di navigazione salgono a 31 euro (contro i 30 euro precedenti); l’abbonamento mensile a due reti passa a 36 euro, quello per studenti salea 23 euro ( anche qui un euro in più), mentre quello per due reti passa a25 euro. Gli abbonamenti annuali verranno a costare da 310 a 360 euro per l’ordinario e da 210 a 230 euro per gli studenti. Aumento di 1 euro anche per le linee di nave traghetto con prezzi che passano dai 13 euro ai 57 euro per la linea 17 e da un minimo di 8 euro ad un massimo di 24 per la linea 11.

Mitia Chiarin

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I COMMENTI SU FACEBOOK

«Ma il servizio continua a peggiorare»

«Se il rincaro portasse un servizio migliore, più corse, mezzi in orario sarei anche d’accordo ma qui funziona al contrario: servizio sempre peggio e prezzi sempre più alti». Questo è uno dei tanti commenti di cittadini che alla notizia del piccolo aumento di carnet e abbonamenti Actv hanno commentato, critici, sul gruppo Facebook dello “sciopero dell’abbonamento”, nato per protestare contro le corse lumaca dei mesi scorsi ed oggi riferimento per tante segnalazioni. Altri commenti: certo che tutto questo ha il sapore di una farsa: sono stati messi a conoscenza di tutti i disagi dei cittadini, degli orari inesistenti, del servizio da schifo e cosa fanno? Aumentano i costi». E altri hanno dubbi «Chi ha già pagato gli abbonamenti annuali dovrà pagare ancora? Non si capisce».

 

VENEZIA – Actv, nuovi aumenti su abbonati e studenti Rincari del 10 per cento

TRASPORTI –  Il provvedimento approvato riguarda anche i carnet da 10 corse e il ferry boat

Il 20 dicembre la Giunta ha deciso le tariffe per il 2014: rincari del 10% su bus e vaporetti

Abbonamenti e biglietti Actv più cari, dal 1° gennaio. Anche se per il momento non sono ancora entrati in vigore, nonostante siano stati decisi dalla giunta il 20 dicembre scorso e pubblicati solo ieri all’albo pretorio del Comune. Un processo velocissimo: il 2 dicembre Actv chiede al Comune di poter praticare l’adeguamento tariffario su alcuni titoli di viaggio, 18 giorni dopo si riunisce la giunta che dà il via libera ai rincari dopo 11 giorni.
Peraltro si tratta di un meccanismo automatico previsto dal contratto di servizio che a cadenza biennale lega le tariffe all’indice Istat-Foi (famiglie operai impiegati).
Ma mentre l’andamento dell’inflazione è rispecchiato pur con arrotondamento abbondante negli abbonamenti annuali ordinari che aumentano del 3 per cento circa (10 euro in più per l’automobilistico, per la navigazione, per le due reti), più severo è il rincaro per gli studenti (intorno al 5 per cento), dove gli abbonamenti annuali aumentano di 10 euro in tutte e tre le tipologie (terraferma, laguna e due reti).
E ancor peggio per chi fa il biglietto di volta in volta: anche qui un euro in più (da 11 a 12 euro) per i carnet da 10 corse con cartavenezia di terraferma, laguna e due reti integrate, dove l’aumento è del 9 per cento. Aumenta di due euro il biglietto turistico da 72 ore Rolling Venice, da 18 a 20 euro.
Ma c’è anche un’altra stangata intorno al 10 per cento per le auto più lunghe di 4 metri (ormai quasi tutte) via via a salire fino ai camion che avranno 2 euro in più da pagare nella corsa singola in ferry boat. Dove in compenso le biciclette pagheranno meno, 1 euro anzichè 1,10, per favorire il cicloturismo. Per poi arrivare al Lido e trovarsi con percorsi che per ora difficilmente possono definirsi piste ciclabili.
Da questa manovra Actv conta di incamerare un milione 874mila euro all’anno. Necessari, secondo quanto si legge nella delibera di giunta, perchè dal 2012 c’è un regime diverso dell’Iva sugli acquisti della navigazione, tipo il gasolio che prima era agevolato, e l’imposta è aumentata al 22% con maggiori costi per 700 mila euro all’anno. Ma ci sono anche altri motivi, a giustificare gli aumenti, due in particolare: l’aumento del fondo manutenzioni cicliche per le imbarcazioni della flotta Actv visto che le imbarcazioni, soprattutto i ferry boat sono sempre in affanno, e il “minor introito per circa 160mila euro all’anno dai titoli di viaggio della nave traghetto”.

 

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