Gazzettino – A caccia di “tesori” in discarica
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
25
ott
2012
La produzione di immondizia è diminuita del 4,3 per cento
Maser e Rovigo i Comuni al top per la raccolta differenziata
Conte: «Il futuro sarà svuotare e bonificare i siti inquinati». Rifiuti, aumenta il riciclo
Il cacciatore di plastica. Negli anni futuri potrebbe essere un’attività redditizia, specie se la caccia si concentrerà lì dove la plastica è stata buttata a valanghe. Nelle discariche, appunto. Maurizio Conte, assessore all’Ambiente della Regione Veneto, è convinto che sia questa la sfida dei prossimi anni. La produzione dei rifiuti è già calata e (complice anche la crisi) continua a diminuire. Il recupero delle frazioni riutilizzabili delle immondizie è in aumento. Dunque, la prossima tappa sarà bonificare i siti inquinati. E trarne vantaggio. «Sotto terra, nelle discariche, ci sono dei tesori». Conte approfitta della presentazione del Rapporto sui rifiuti urbani e speciali preparato come ogni anno dall’Arpav per dire che non basta raccogliere e differenziare e recuperare, ma che bisogna ripulire la terra che abbiamo insozzato. «Un’indagine della Guardia di finanza – dice Conte – ci ha rivelato che i siti da bonificare nel Veneto sono 500. Ebbene, il futuro sarà svuotare, ripulire, bonificare. E prendersi il tesoro che c’è sotto terra: soprattutto nelle discariche più vecchie ci sono montagne di plastica, tutto materiale che può essere riutilizzato». Oggi le discariche presenti e attive in Veneto sono rimaste “solo” dieci: due nel bellunese (Cortina d’Ampezzo e Ponte nelle Alpi), due nel veneziano (Jesolo e San Donà), due nel padovano (Sant’Urbano e Este, quest’ultima peraltro per smaltire i residui del compostaggio), una nel veronese (Legnago; quella di Pescantina è sotto sequestro), due nel vicentino (Asiago e Grumolo delle Abbadesse), una nel rodigino (Villadose). «Massimo dieci anni e dovranno essere chiuse. Dovranno restare solo discariche per smaltire le ceneri dei rifiuti trattati». Chissà. Serviranno soldi, tra l’altro. «In Finanziaria abbiamo già previsto una quota dell’ecotassa legata al contributo ambientale, puntiamo a un fondo per ripulire i siti inquinati».
Intanto si registra il calo della produzione dei rifiuti urbani: nel 2011 2,305 milioni di tonnellate, -4,3%, con una produzione pro capite di 465 chili per abitante. I dati li ha illustrati ieri a Palazzo Balbi il direttore generale dell’Arpav, Carlo Emanuele Pepe. La raccolta differenziata ha raggiunto il 60,5% del totale, per una quantità pari a un milione 394 mila tonnellate, con un calo dello 0,7% rispetto al 2009. La quantità del rifiuto residuo a è stata pari a 911 mila tonnellate (-9,3%). La provincia di Treviso con il 74% si conferma al primo posto nella classifica regionale della raccolta differenziata, seguita da Belluno (66%), Rovigo (64%), Vicenza (62%), Padova e Verona (60%) e Venezia (50%). Per tutte, quindi, superato o raggiunto l’obiettivo del 50% previsto dal Piano regionale e dalla normativa nazionale per il 2009. I record sono quelli di Maser per i comuni con meno di 5mila abitanti (83,65%) e Rovigo per quelli con più di 50mila abitanti (60,32%).
Per quanto riguarda i rifiuti speciali, i dati (riferiti al 2010) mostrano una produzione di circa 15 milioni di tonnellate, di cui un milione di rifiuti pericolosi, 7,9 milioni di non pericolosi e 6,1 milioni di rifiuti non pericolosi derivanti da costruzione e demolizione. Questi ultimi sono in forte diminuzione a causa delle difficoltà del settore delle costruzioni. Del totale dei rifiuti speciali, 11,5 milioni di tonnellate sono state avviate ad impianti di recupero e il resto ad impianti di smaltimento. Anche per gli speciali, negli ultimi anni si registra un significativo incremento del recupero di materia e, parallelamente, un decremento dello smaltimento in discarica.
Alda Vanzan