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Concesso un ritocco del 4 per cento. «Compensa il calo del traffico»

VENEZIA — Per chi va da Verona a Padova (e viceversa) tutti i giorni non è di certo una buona notizia. E nemmeno per chi percorre due volte al giorno la tratta tra Bologna e Padova o tra Mestre e Belluno. Ma il governo ha deciso e ci si adegua. Come le tariffe della Brescia-Padova, che dal prossimo 1 maggio aumenteranno del 4% secco, mentre quelle della A27 e della A13 (entrambe di Autostrade per l’Italia) subiranno un ritocco minimo dello 0,3%. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e quello dell’Economia infatti hanno dato il via libera alle richieste delle concessionarie autostradali, che erano state congelate a gennaio con una nota tecnica delle commissioni interministeriali. «Le sospensioni tariffarie previste erano state disposte in via cautelativa, essendo scaduto il primo periodo regolatorio ed essendo in corso la procedura di aggiornamento dei relativi piani economico finanziari », scrive il ministero dei Trasporti.

E la traduzione del testo prodotto dai tecnici romani, questa volta, non è nemmeno così complessa. Visto che il traffico automobilistico è crollato di tredici milioni di veicoli in un anno solo nel Veneto, il governo ha concesso l’aumento dei pedaggi per pareggiare i conti delle concessionarie, che altrimenti non avrebbero avuto i margini economici per completare gli investimenti e le manutenzioni programmate sulle tratte autostradali. «Per noi questa è una buona notizia—ammettono dalla Brescia Padova — anche perché c’è stato un ulteriore calo del 5% del traffico automobilistico nel primo trimestre di quest’anno». A fronte della diminuzione di passaggi, dunque, anche il governo ha dovuto cedere sul fronte degli aumenti e ha autorizzato le nuove tariffe che presumibilmente — le vie dei decreti infraministeriali sono infinite—dovrebbero applicarsi a partire da maggio. «Sono stati fatti alcuni approfondimenti e sono quindi stati autorizzati gli incrementi richiesti dalle concessionarie », spiega il viceministro per le Infrastrutture Mario Ciaccia, ricordando che questi aumenti «sono necessari per assicurare la realizzazione degli investimenti previsti dalle società, che devono garantire il mantenimento della rete autostradale in condizioni di efficienza e di sicurezza per gli utenti».

Il primo gennaio del 2013 erano già stati aumentati i pedaggi della Venezia-Padova e del Passante di Mestre (che fanno entrambe riferimento alla società autostradale paritetica della Regione e dell’Anas, la Cav) del 13%. Per questo la tratta tra Padova Est e Venezia era aumentata da 2,90 euro a 3,10 e quella Padova Est-Dolo da 0,70 a 0,80 centesimi. Le tariffe erano aumentate anche per la A27 e la A13 del 3,47% a fronte di una richiesta del 3,50. I ritocchi sulla Mestre-Belluno e sulla Padova-Bologna (che aumenteranno quindi dello 0,3%) però potrebbero non essere applicabili per via delle regole sull’arrotondamento che, con un meccanismo complesso e molto rigido, finiscono per bloccare gli aumenti inferiori ai 10 centesimi. I ritocchi delle tariffe però potrebbero portare a un ulteriore calo del traffico, visto che secondo gli esperti dell’Università di Padova, anche a causa della crisi economica e dell’aumento esponenziale del prezzo dei carburanti, stiamo assistendo a un vero e proprio cambiamento nella cultura dei trasporti. Non solo i privati, ma anche i padroncini e le piccole aziende di trasporto ormai preferiscono percorrere la Penisola lungo le statali. A fronte di qualche ora in più di percorrenza si possono infatti risparmiare centinaia di euro di pedaggi che, nel bilancio di fine anno, si trasformano in una linea di credito in meno da chiedere agli istituti bancari.

Alessio Antonini

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