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Orsoni insiste: chiederò ai ministri di utilizzare il Clini-Passera. Crociere agli ormeggi a Marghera, poi si vedrà

«O Venezia non corre rischi con le grandi navi, e allora il decreto Clini-Passera va revocato, oppure se – come dimostrano certi episodi recenti – rischio c’è e, allora, bisogna che il decreto venga applicato da subito. Ai ministri Lupi e Orlando, nell’incontro del 25 luglio, chiederò questo: una data certa di entrata in vigore del decreto, la città ne ha diritto».

Così, ieri, il sindaco Orsoni ai consiglieri comunali, riuniti in commissione congiunta per fare il punto sui vari progetti e posizioni delle categorie sulla controversa questione del passaggio delle navi da crociera in bacino San Marco. Chi si aspettava un piano del Comune è rimasto deluso –

«Non sono un ingegnere»

– e Orsoni non è certo diventato all’improvviso il “portavoce” del Comitato No Grandi navi: non vuole lasciare quelle superiori alle 40 mila tonnellate fuori dalla laguna. E se non gli piace il progetto del Porto di escavo del canale Contorta Sant’Angelo – per un diverso accesso delle navi in Marittima – non è tanto per chissà quali timori ambientali, quanto per la tempistica.

«Anche se qualche perplessità – da veneziano – accetterò il parere che daranno gli ingegneri idraulici, quale sarà», dice, «però stiamo da mesi assistendo a una giostra di ipotesi più o meno fantasiose, ma che come denominatore comune hanno quello di rinviare di qualche anno la soluzione del problema. I tempi di attuazione di un eventuale scavo del Contorta sono lunghissimi, perché prima dei 18 mesi di iter autorizzativo prospettati dal presidente Costa, bisogna metterne nel conto anni per modificare il Piano regolatore portuale. Per un porto off shore – poi – non ne parliamo, come pure per un nuovo scalo in bocca di porto. Ora, il decreto Clini-Passera è una grida manzoniana buttata là per fare fumo o risponde a esigenze effettive? Se qualche rischio c’è – e c’è – va applicato subito».

Come?

«Dobbiamo risolvere la situazione seguendo la via più immediata. Dunque, se le dimensioni delle navi non solo compatibili con la città, usiamo passaggi alternativi scavati apposta per i grandi carghi commerciali, come il Canale dei Petroli. Si arriverà a Marghera: stabiliamo una tempistica e gradualità. Partiamo dalle navi oltre i 300 metri e poi a scendere? Poi studiamo come si può arrivare in Marittima, magari passando per il canale Vittorio Emanuele, da rimodulare. Questo è un atteggiamento serio: arrivare ad una soluzione, anche graduata, ma immediata. L’unica cosa da non fare è chiudere gli occhi».

Dunque, al Consiglio comunale del 22 luglio, il sindaco proporrà questa linea: alla riunione del 25, Venezia non arriverà con un suo progetto, ma chiederà ai ministri di applicare da subito il Clini-Passera e – per non uccidere la croceristica, con posti di lavoro e indotto – dirigersi a Marghera.

«Nulla di eversivo come qualcuno mi attribuisce», ha concluso provocatoriamente Orsoni il suo assolo in commissione, «ma neppure fantasie disneyane come un porto a mare: perché no uno sospeso per aria con palloni aerostatici o non smussare la punta della Dogana per far passare navi di 400 metri?».

Roberta De Rossi

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LE REAZIONI DEL COMITATO

«Il Comune non ha un piano c’è da far cadere le braccia»

«Per più di un anno con ripetute dichiarazioni il sindaco Orsoni ha ingenerato nei cittadini la convinzione d’avere elaborato una proposta operativa per allestire un nuovo terminal croceristico a Porto Marghera, ma ieri ha lasciato tutti a bocca aperta ammettendo candidamente di avere solo delle riflessioni di buon senso: c’è da far cadere le braccia».

È polemico il commento del Comitato No Grandi Navi:

«Per oltre un anno il sindaco è rimasto alla finestra».

Ma nel merito, punti d’intesa ci sono:

«Delle riflessioni di buon senso del sindaco non possiamo far altro che prenderne per buone tre, aspettando poco fiduciosi di vedere con quale determinazione le sosterrà alla riunione coi ministri delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e dell’Ambiente, Andrea Orlando».

Dunque, sì del Comitato all’applicazione immediata del Clini-Passera

«perché altrimenti è una presa in giro nei confronti della città, mentre le situazioni di pericolo che l’hanno giustificato permangono tutte». Concordanza sul fatto che «tutti i progetti alternativi al passaggio delle grandi navi in Bacino e in Canale della Giudecca messi finora sul tappeto richiederanno lunghi anni per la loro realizzazione e sono ambientalmente insostenibili o da verificare: e ciò vale, aggiungiamo noi, anche per Porto Marghera». Infine, sì al fatto che «Venezia potrebbe puntare a un modello diverso di crocerismo, con navi più piccole, sostenibili, destinate a fasce di turismo più qualificato, per garantire lavoro e indotto».

Polemico anche il consigliere pdl Saverio Centenaro: «La commissione, su cui molte erano le aspettative, ha solo confermato che il sindaco non intende in nessun modo giungere al tavolo ministeriale con una proposta concreta. Sostenere che và applicato il decreto Clini, che non si deve scavare ma utilizzare quanto c’è già (canale dei Petroli) e che se non si arriva alla Marittima va bene anche Marghera, appare molto semplicistico. Sarà arduo per il Consiglio comunale giungere ad un documento unitario».

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