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VENEZIA Per la Capitaneria nessun rischio: «Si sarebbe insabbiata». Caccia: «Difendono l’indifendibile»

Esposto dei Codacons per il passaggio della Carnival in Bacino. I piloti: «Nave distante 72 metri»

I PILOTI  «Quel transito è stato fatto in totale sicurezza»

GRANDI NAVI – Non si placa la polemica sul passaggio della Carnival in Riva Sette Martiri

LA CAPITANERIA  «Se fosse passata vicino si sarebbe arenata sul fondo sabbioso»

Nave vicino alla riva, esposto in Procura

Il Codacons chiede che vengano fatti accertamenti. E Bettin critica chi tende a minimizzare

Un esposto in Procura per far luce sul passaggio, troppo vicino a Riva Sette Martiri, di una nave da crociera. A presentarlo sarà il Codacons in merito al transito in laguna, sabato mattina, della “Carnival Sunshine”.

«Chiederemo alla Procura di Venezia – spiega il presidente Carlo Rienzi – di accertare i fatti denunciati, aprendo un’indagine per attentato alla sicurezza dei trasporti e pericolo di naufragio, e di accertare le responsabilità non solo della Carnival, ma anche della Capitaneria».

Sabato pomeriggio l’armatore della Carnival aveva specificato che il passaggio, diversamente da quanto segnalato da un testimone, era stato effettuato a 72 metri di distanza dalla riva e ieri una posizione analoga è stata sostenuta dalla Capitaneria. «I 70 metri di distanza dalla riva erano tali, se la nave fosse stata più vicina, anche a 40-30 metri, si sarebbe arenata, perché lì c’è il fondo sabbioso» assicura il comandante della Capitaneria di Porto di Venezia, Tiberio Piattelli. La Capitaneria, comunque, sentirà anche la versione del pilota del vaporetto che nelle immagini scattate dal testimone pare essere sfiorato dalla poppa della nave. Anche Lucio Sambo, per 40 anni dipendente della Panfido, sostiene che da quelle parti c’è un fondo sabbioso che in ogni caso avrebbe bloccato la nave, come è già accaduto in passato. «E poi con due rimorchiatori da 5mila cavalli ciascuno – aggiunge il pensionato – secondo me non può succedere nulla».
Ma la polemica non accenna a diminuire e l’assessore Bettin torna alla carica.

«Il rassicurante coro ufficiale secondo il quale sarebbe “tutto in regola, tutto normale” inquieta ancor più. Se questo è normale, se è normale che colossi dei mari molto più grandi del Titanic passino a poche decine di metri dalla riva, in mezzo a barche, barchette e mezzi pubblici, oltre a tutto il resto è di un’aberrante normalità che stiamo parlando. Da far finire al più presto».

Di parere opposto a Bettin sono invece i piloti che quotidianamente lavorano in laguna e che ritengono che sabato mattina non ci sia stato nulla di particolare. «La Corporazione piloti estuario veneto in totale sintonia con quanto dichiarato dall’autorità marittima e dalla società Carnival – afferma Saul Mazzucco – ricorda che i pochi metri indicati dal testimone, sono in verità 72, che lo sfiorare il mezzo Actv in realtà non è altro che un transito in totale sicurezza effettuato nel rispetto delle norme di transito. Che persone che conoscono la realtà veneziana quantifichino in pochi passi da piazza San Marco la distanza tra Riva Sette Martiri e San Marco dimostra ancora una volta che spesso si cerca visibilità e non soluzioni sostenibili».
Da notare che in Riva Sette Martiri era ormeggiato anche il maggior azionista della Carnival, Micky Arison.

«Il magnate della Carnival, Micky Arison, era compiaciuto dall’”inchino” del suo dipendente – tuona il consigliere comunale Beppe Caccia che contesta duramente la valutazione fatta dall’armatore in merito al monitoraggio del gps – che ha rischiato di provocare danni. Ai ministri ricordo che il decreto Clini-Passera, che prevede il divieto di transito, può essere applicato subito, portando le Grandi navi a Marghera. I posti di lavoro di difendono con le alternative».

In serata la replica. «Quella del presunto inchino in Riva Sette Martiri – conclude la Carnival – è un’accusa priva di fondamento».

G.P.B.

 

La Carnival puntualizza: «Non c’è stato alcun inchino»

VENEZIA Il sottosegretario: «Ora stop».

Bettin: «Inquietante il coro ufficiale “va tutto bene”»

Maxi-nave, il gps ha registrato la rotta

Ecco dov’è passata. La Capitaneria: «A 30 metri dalla riva si sarebbe arenata». Esposto del Codacons

«Se la nave fosse stata tanto vicina alla riva si sarebbe fermata. Perché a 30 metri c’è un fondo sabbioso». A dirlo è il comandante della Capitaneria di porto di Venezia, Tiberio Piattelli, che conferma anche che la Carnival Sunshine era a circa 70 metri da Riva Sette Martiri. E la società ieri ha ribadito: “Non c’è stato alcun inchino”. Ma sull’argomento resta il muro contro muro dopo la pubblicazione della foto che, secondo un testimone, documenterebbe che la nave sarebbe passata a 20 metri da Riva Sette Martiri.
Ieri è intervenuto il sottosegretario ai beni culturali Ilaria Borletti Buitoni (Scelta Civica).

«Ancora una volta suona un campanello d’allarme che impone lo stop alle Grandi navi a Venezia – ha detto – è necessario, subito, un confronto che sancisca l’assoluto e immediato divieto di transito nel canale della Giudecca e l’eventuale analisi di soluzioni alternative».

Secondo la Capitaneria, invece, tutto si è svolto normalmente. «Da quello che ci risulta – aggiunge Piattelli – è tutto in regola, il nostro sistema Ais, che monitora il traffico delle navi in transito, dava una distanza ancora maggiore dalla riva. Ma abbiamo preso il dato del router della nave stessa, che dava appunto 70 metri. Quando giungono a Venezia entrando dalla bocca del Lido, le navi seguono sostanzialmente uno stretto canale di navigazione e devono stare al centro, altrimenti potrebbero arenarsi».
Sulla vicenda non è stata al momento predisposta una relazione formale, ma il comandante Piattelli si è detto pronto a presentarla nel caso dovesse essere richiesta dalla magistratura. Proprio ieri, infatti, il Codacons ha annunciato di voler depositare un ricorso alla Procura di Venezia per attentato alla sicurezza dei trasporti e per pericolo di naufragio. Anche i piloti, che quotidianamente lavorano in laguna, sono dalla parte dell’armatore. «Siamo in sintonia con quanto affermato dalla Carnival – afferma la Corporazione piloti estuario veneto – ribadiamo anche che i pochi metri indicati dal testimone, sono in verità 72, che lo sfiorare il mezzo Actv in realtà non è altro che un transito in totale sicurezza effettuato nel rispetto delle norme di transito». Ma in città sono in molti a chiedere più sicurezza.

«C’è chi nega la realtà – attacca il consigliere comunale Beppe Caccia – a chi «blatera di “notizie false e tendenziose” citando i dati gps del Voyage Data Recorder (Vdr) che attesterebbero 72 metri di distanza dalla riva, ricordo che il punto di misurazione è collocato all’altezza della plancia di comando in una nave lunga ben 272 metri. Ciò significa che la rilevazione potrebbe essere effettuata in mezzo al bacino di San Marco con la poppa già comodamente appoggiata sulla facciata di Palazzo Ducale».

«Il rassicurante coro ufficiale secondo il quale sarebbe “tutto in regola tutto normale” inquieta ancor più – conclude l’assessore Gianfranco Bettin – se questo è normale, se è normale che colossi dei mari molto più grandi del Titanic passino a poche decine di metri dalla riva, in mezzo a barche, barchette e mezzi pubblici è di un’aberrante normalità che stiamo parlando. Da far finire al più presto».

 

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