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Montegrotto, il Comitato alluvionati 1992 scrive al sindaco e suggerisce gli interventi da attuare per salvare le case

MONTEGROTTO TERME – Undici richieste al Comune per scacciare via l’incubo di nuove alluvioni. Il documento è stato consegnato l’altra sera al sindaco Massimo Bordin dal “Comitato alluvionati 1992” che è tornato in attività dopo i recenti allagamenti e che ora chiede all’amministrazione di fare qualcosa di concreto contro il rischio idrogeologico. Referente pro tempore dei cittadini è Adriano Turlon.

Sue la premesse: il gruppo è convintamente «apolitico» e «in 22 anni si è confrontato con tutti i sindaci che si sono succeduti, oltre che con Consorzio, Regione, Prefetto e parlamentari».

Il comitato, inoltre, ringrazia pubblicamente la Protezione civile e il personale che ha aiutato i cittadini, ma torna a sottolineare il fatto che «manca un piano gestionale dell’emergenza. Gli allarmi ormai si succedono due o tre volte l’anno quindi chiediamo che la popolazione sia informata sui rischi».

Dopodiché il gruppo ha invitato il sindaco a fare il punto della situazione rispetto allo studio del 2004 targato D’Alpaos e a quello redatto di recente dal Consorzio di Bonifica.

La richiesta è che siano formati «specialisti» che sappiano come intervenire per tenere l’acqua il più possibile lontano dalle case, «per esempio utilizzando pozzetti per posizionare una pompa visto che i sacchetti davanti alle porte di casa servono a poco».

Secondo il comitato, la popolazione va informata rendendo visibili, in tempo reale sul sito del Comune, le rilevazioni sull’andamento dei livelli delle acque. Per questo «servono i sensori di rilevamento dove non ci sono».

Viene quindi indicata la necessità di intervenire sulla nuova circonvallazione «che, da quando è stata fatta, ha messo in difficoltà via Tiepolo e via Mantegna», «sospendere o ridurre le tasse locali per i cittadini danneggiati» e «bloccare l’edificabilità finché le opere di salvaguardia non saranno fatte, coinvolgendo anche i sindaci degli altri Comuni».

«Bisogna sistemare il territorio con delle chiuse (clapet) per evitare il ritorno dell’acqua così come è stato fatto nelle vie Giotto e Sanzio che si sono salvate, alzare i canali allo stesso livello idrometrico e sigillare le fognature con le chiuse», continua il comitato.

Che invita infine Bordin a diventare un «trascinatore» rispetto ai sindaci del bacino dei Colli per la costruzione delle opere necessarie e a organizzare un incontro pubblico.

Irene Zaino

 

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