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L’ex presidente ascoltato negli Usa per conto del Tribunale dei ministri ripete di aver consegnato 400 mila euro all’esponente di Forza Italia

VENEZIA L’anziano ed ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, nonostante gli acciacchi, ha sostenuto l’interrogatorio del giudice statunitense, chiesto per rogatoria dal Tribunale dei ministri del Veneto, e ha confermato le accuse nei confronti dell’ex ministro Altero Matteoli, attuale parlamentare di Forza Italia: ai pubblici ministeri Paola Tonini, Stefano Ancilotto e Stefano Buccini aveva riferito di aver consegnato in diverse occasioni più di 400 mila euro, proveniente dalla casse del Consorzio, per le campagne elettorali di Matteoli e, inoltre, di aver inserito nell’appalto per i lavori di bonifica e marginamento l’azienda di Erasmo Cinque, compagno di partito dell’ex ministro, su richiesta pressante di Matteoli. E Cinque avrebbe intascato una parte degli utili degli interventi pur non avendo mosso un dito, insomma pur non avendo mai lavorato. Ora, toccherà ai tre giudici del Tribunale accogliere o meno la richiesta di incidente probatorio per Mazzacurati avanzata dai difensori di Matteoli, ma è probabile che venga respinta, visto che l’interrogatorio per rogatoria è già avvenuto (naturalmente alla presenza del difensore, l’avvocato Giovanni Battista Muscari Tomaioli). Continua a crescere, nel frattempo, il numero di coloro che raggiungono l’accordo con la Procura veneziana per patteggiare la pena: presumibilmente il 16 ottobre, data fissata dalla giudice Giuliana Galasso, per l’udienza verranno valutate le posizioni di diciotto indagati. Le ultime posizioni che si sono aggiunte a quella dell’[……………….] (2 anni di reclusione e 4 milioni di multa) sono quelle dell’ex presidente del Magistrato alle acque Patrizio Cuccioletta e dell’imprenditore della romana «Condotte d’acqua» Stefano Tomarelli. Entrambi hanno raggiunto l’accordo per i due anni di reclusione, con la pena sospesa, e 800 mila euro di multa il primo e 700 mila il secondo. Per ora, grazie alle multe che gli indagati pagheranno, sono quasi dieci i milioni che finiranno nelle casse dello Stato e i tre pubblici ministeri che hanno coordinato le indagini hanno puntato proprio su questo, per recuperare almeno una parte del denaro pubblico sottratto grazie ai vertici del Consorzio Venezia Nuova. L’ultimo che potrebbe aggiungersi alla pattuglia dei patteggiamenti è il trevigiano Pio Savioli, rappresentante per le cooperative rosse nel Consorzio e uno dei primi tra gli arrestati a collaborare con gli investigatori della Guardia di finanza. Oggi, intanto, l’avvocato e professore romano Franco Coppi, difensore tra gli altri dei più volte presidenti del Consiglio Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi, perorerà per la seconda volta davanti al Tribunale del riesame lagunare presieduto dal giudice Angelo Risi la causa per la scarcerazione di Amalia «Lia» Sartori, l’ex parlamentare europea di Forza Italia ed ex socialista, agli arresti domiciliari con l’accusa di finanziamento illecito al partito. Ad accusarla ancora una volta Giovanni Mazzacurati, il quale ha riferito di averle passato per le sue numerose campagne elettorali 225 mila euro.

Giorgio Cecchetti

 

L’avvocato: «Basta interrogatori, sta male»

In tre ore di interrogatorio ha risposto a tutte le domande davanti alla Corte Federale di San Diego in California l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova (Cvn) Giovanni Mazzacurati, ma il suo stato fisico non gli consentirà d’ora in avanti di sostenere altre prove davanti alla magistratura. Lo ha riferito il suo legale, Giovanni Battista Muscari Tomaioli, il quale ha assistito all’interrogatorio. «Mazzacurati – ha spiegato l’avvocato – ha risposto garantendo la propria collaborazione alle attività di indagine, come ha sempre fatto sin dall’inizio, confermando le dichiarazioni già rese nel corso dei numerosi interrogatori effettuati avanti ai magistrati italiani». L’interrogatorio è stato tuttavia più volte sospeso, ha spiegato Tomaioli, per le forti criticità, riconducibili allo stato di salute psicofisica di Mazzacurati. Secondo il legale al termine l’ingegnere è apparso «fortemente prostrato», tanto da dover ricorrere all’aiuto dei medici.

 

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