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Nuova Venezia – Mose, Chisso resta in carcere

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

26

set

2014

La Cassazione dice no al ricorso presentato dall’ex assessore

Mose, Chisso resta in carcere

Prove e indizi troppo pesanti e gravi per l’ex assessore ai trasporti Renato Chisso, in carcere a Pisa nell’ambito delle mazzette del sistema Mose. La Cassazione ha negato sia la libertà che in subordine i domiciliari.

L’Alta Corte: indizi gravi, tali da confermare la necessità della detenzione in carcere

Stato di salute di Galan: per i medici sta meglio, ma occorre tenerlo sotto controllo

Chisso: no della Cassazione per la richiesta di libertà

VENEZIA – L’ex assessore regionale Renato Chisso resta nel carcere di Pisa. Dopo il giudice delle indagini preliminari di Venezia, dopo i tre magistrati lagunari del Tribunale del riesame, anche la Corte di Cassazione a Roma ha confermato che prove e indizi sono gravi e tali da ritenere che debba rimanere in stato di detenzione. All’esponente di Forza Italia e al suo difensore, l’avvocato Antonio Forza, non resta che sperare nei tre medici che il giudice Roberta Marchiori ha nominato e che lo visiteranno domenica 28 settembre per appurare se le sue condizioni di salute siano compatibili o meno con il carcere. Nel frattempo, è giunta negli uffici della Procura veneziana, la risposta dei medici che nel carcere-ospedale milanese di Opera hanno in cura l’ex ministro Giancarlo Galan, come Chisso accusato di vari episodi di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul Mose. I pubblici ministeri Stefano Ancilotto, Paola Tonini e Stefano Buccini avevano chiesto notizie sulle sue condizioni di salute per decidere se trasferirlo in un carcere veneto, Padova o Venezia. I medici milanesi, nella loro lettera, sosterrebbero che le condizioni di Galan sono migliorate, ma che naturalmente soffre ancora di diabete e di pressione alta e così, visto che ad Opera ci sono posti letto liberi, non ci sarebbe la necessità di trasferirlo, meglio sarebbe tenerlo sotto controllo. I rappresentanti della Procura che coordinano le indagini sono rimasti davvero stupiti delle affermazioni fatte da uno dei difensori di Galan, il quale ha parlato di autorizzazione ad espatriare data dalla Procura, riferendosi a Giovanni Mazzacurati, che si trova negli Usa. Si sono dichiarati stupiti di come si potesse impedire a un libero cittadino, anche se indagato, di raggiungere i propri familiari anche in un altro paese o, comunque, impedirgli di scegliere il luogo dove curarsi, «alla faccia del garantismo sempre propugnato dalle Camere penali». Gli avvocati Antonio Franchini e Nicolò Ghedini hanno presentato un’istanza di incidente probatorio per interrogare il grande accusatore di Galan, in modo che a rivolgergli le domande e ad ascoltare le risposte possano essere anche loro. Il difensore di Mazzacurati, l’avvocato Giovanni Battista Muscari Tomaioli, sostiene che questo sarebbe impossibile per le condizioni di salute dell’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Comunque, sull’ istanza deciderà il giudice Alberto Scaramuzza tra una settimana, quando rientrerà dalle ferie, lo stesso magistrato che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare. Già una prima istanza di incidente probatorio per Mazzacurati è stata respinta dal Tribunale dei ministri del Veneto, che invece ha incaricato di interrogare l’ingegnere un giudice federale della California per rogatoria, senza la presenza delle parti, ma del solo difensore dell’anziano. Ad avanzare l’istanza in quel caso erano stati i difensori dell’ex ministro e attuale senatore di Forza Italia Altero Matteoli, anche lui sospettato di corruzione e accusato da Mazzacurati.

Giorgio Cecchetti

 

Nel mirino le finanziarie Veneto Sviluppo e Finest, i cui deficit sono stati ripianati con fondi pubblici

I magistrati contabili: tagliare i costi ed eliminare gli sprechi, no a ulteriori aumenti di capitale

Regione, il bilancio è promosso ma accuse sulle 23 partecipate

VENEZIA – La Corte dei conti promuove a pieni voti il bilancio 2013 del Veneto, «una regione seria», ma formula pesanti riserve sulla gestione delle 23 società partecipate e sui contratti dei derivati legati ai tassi dei mutui, una palla al piede che costa 42 milioni di euro alle casse di palazzo Balbi. Il messaggio è chiaro: pure Luca Zaia a Venezia dovrà usare le forbici per collaborare alla spending review del Governo, che intende recuperare 20 miliardi di euro grazie alla soppressione delle ottomila società partecipate e ai tagli lineari a sanità e ministeri. In Veneto le poltrone che ballano sono appena 23, ma ieri il procuratore generale della Corte dei Conti, Carmine Scarano, ha sollevato più di un interrogativo: «Alquanto sorprendenti appaiono veri e propri rovesciamenti come nel caso di Veneto Sviluppo passato da un deficit di 8 milioni nel 2012 ad attivo di 6,7 nel 2013. E lo stesso vale per Finest Spa i cui conti oscillano da una perdita di 10 milioni nel 2013 ad un utile di 4 milioni l’anno successivo». Non solo critiche. Anzi. Nella cerimonia in prefettura a Venezia, sia le conclusioni del magistrato Giampiero Pizziconi sulla legittimità e regolarità della gestione, sia la requisitoria del Procuratore regionale, Carmine Scarano, hanno sottolineato le complicazioni nel redigere un bilancio a causa delle continue modifiche normative e dell’incertezza sulle reali risorse disponibili. Va posta maggior attenzione al rispetto dei tempi di approvazione del bilancio e va fatta chiarezza sull’utilizzo dei «mutui a pareggio». Ma dalle relazioni emerge pure che la Regione ha rispettato i vincoli per il conseguimento degli equilibri di cassa e di competenza, quelli del Patto di stabilità e i limiti normativi all’indebitamento. L’altro dato assolutamente positivo è la diminuzione progressiva delle spese del personale e una crescita delle Usl che chiudono con un utile. I dipendenti diretti della Regione costano 132 milioni di euro, con una flessione del 2,85% sul 2012 che diventa del 5%sul 2011. Da record anche il rapporto 1 dirigente ogni 11,8 dipendenti, poi arrivano le noti dolenti: la legge impone che al rendiconto finanziario sia allegato l’ultimo bilancio approvato da ciascuna società partecipata dalla Regione e l’obbligo non è stato rispettato, scrive Giampiero Pizziconi nella sua relazione. I rilievi del Procuratore della Corte dei Conti si muovono in perfetta sintonia con il giudizio della Sezione regionale di controllo, per poi lanciare l’allarme sulle società partecipate: la pulizia dei conti è un fatto positivo ma ciò «deve avvenire con l’apporto di sani correttivi quali ristrutturazioni, eliminazione di sprechi, cessioni patrimoniali e taglio dei costi. Pratiche simili richiedono tempi non brevi e ribaltamenti di risultati come quelli registrati da Veneto Sviluppo e Finest difficilmente possono essere ottenuti in un anno. C’è il rischio che il ripiano delle perdite diventi un peso per l’ente pubblico» ha detto Carmine Scarano che ha allargato l’analisi con le valutazioni patrimoniali. «La Veneziana Edilizia Canalgrande ha visto aumentare il capitale da 1 a 3,2 milioni in seguito ad alcune dismissioni, mentre palazzo Balbi ha versato 61 milioni di euro a Veneto Sviluppo, che non è un soggetto in house ma è partecipata al 49% da 11 società con la presenza di 8 gruppi bancari nazionali». Il procuratore Scarano invoca cautela, ma quando tira le somme ammette: il bilancio va approvato, questa è una regione seria.

Albino Salmaso

 

Le Usl ai raggi x. Venezia, Padova e Verona in rosso.             

Analisi dettagliata dei bilanci delle società partecipate con attenzione a Veneto Sviluppo, Finest, Veneto Acque e Immobiliare San Marco: tirate le somme, la regione vanta 27 milioni di crediti dalle 23 società partecipate a fronte di 150 milioni debiti e ciò incide sul giudizio in materia di solidità patrimoniale. Il relatore dottor Giampiero Pizziconi ha invitato Zaia e Zorzato ad agire con grande prudenza contabile prima di rilasciare la fidejussione contabile a Veneto Acque, sulla cui utilità spesso si sono sollevati interrogativi. L’altro grande capitolo del bilancio passato ai raggi X è la san ità, con la gestione dei flussi di cassa e i bilanci delle Usl. Si sottolinea come il deficit peggiore sia della Usl di Venezia-Mestre con 47 milioni di euro, seguita da Padova con 25 milioni e poi da Verona con 24 (dati 2013). Rosso profondo anche per Thiene e San Donà mentre Bassano e Cittadella segnano risultati molto positivi. A queste osservazioni Zaia ha risposto con una frase sola: il Veneto ha la migliore sanità d’Italia.

 

Il procuratore scarano

«Su spese dei partiti e Mose ci saranno presto novità»

VENEZIA – Dottor Carmine Scarano, siamo a Venezia nella città al centro dello scandalo del Mose: voi avete avviato un’inchiesta per quantificare il danno erariale, a che punto siamo? «Ci sono due aspetti all’esame della Procura della Corte dei conti del Veneto. Il danno erariale emerge dalla costituzione di fondi neri, il cuore dell’inchiesta: in base alle indagini della Gdf in determinati appalti possiamo dire che tale reato si è verificato. Ci sono due situazioni note già provate in sede giudiziaria. Ma mettiamo subito in chiaro un aspetto: la Corte dei Conti non può avviare l’indagine sui 30 anni di attività del Mose e del Consorzio Venezia Nuova, questa è un’utopia. Noi ci dovremo ancorare a fatti specifici, così come emerso dall’indagine della Procura della repubblica di Venezia». Il danno erariale è legato alla sovraffatturazione e al falso in bilancio? «Non solo. Dovremo procedere per il danno all’immagine per quanto riguarda l’eventuale condanna di soggetti pubblici in sede penale, in base al reato di corruzione». A che punto siete nell’inchiesta sulle spese dei gruppi della regione Veneto? «Ci sono alcune voci si spesa che verranno contestate ai capigruppo per i pranzi. Una cosa è portare uno scontrino, altra cosa motivare quello scontrino con la necessità di un’attività politica con un programma preciso. Se questa manca cade la dimostrazione della spesa e lo scontrino non vale nulla. Non tutti i gruppi sono nelle stesse condizioni. Ormai siamo in dirittura d’arrivo».

(al.sal.)

 

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