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L’ARRESTO – Agricoltore accusato di aver forzato il blocco

IL FRONTE DEL NO – Il governatore preso di mira dai comitati del no e degli espropriati

ALTIVOLE – Proteste e insulti. È così che i comitati e gli espropriati contrari alla Pedemontana, in tutto una cinquantina di persone, hanno accolto il presidente Zaia ad Altivole. «Attila – hanno attaccato – continua a distruggere il Veneto come Galan e Chisso». In pochi istanti la tensione è salita alle stelle. Fino all’arresto di Marino Fogal, agricoltore 60enne, accusato di aver tentato di forzare il cordone di sicurezza della polizia a bordo di un trattore urlando che dovevano morire tutti. «L’arresto e il processo per direttissima sono decisioni sproporzionate: non stiamo parlando di black-bloc – spiega l’avvocato Giancarlo Martinello che lo assiste – . Le forze dell’ordine dicono che ha forzato il cordone ma i comitati riferiscono che si era fermato e che il trattore ha fatto un balzo davanti agli agenti solo perché il piede gli era rimasto incastrato nella frizione mentre lo tiravano giù. Forse non serviva arrivare a tanto».
Sul caso specifico deciderà il giudice. Quel che è certo è che il clima attorno alla Pedemontana che avanza resta infuocato. «Perché non si pubblicano gli espropri e le spese? – urlava ieri la gente – Abbiamo chiesto i documenti, ma non si può vedere nulla». Il coordinamento veneto Pedemontana alternativa ha diffidato i sindaci a bloccare i lavori e comunque a porre sotto strettissimo controllo tutti i rischi relativi all’assetto idrogeologico e all’inquinamento. «Si ritiene doveroso che agiscano per via amministrativa e giudiziaria – hanno messo in chiaro Elvio Gatto, Massimo Follesa e Matilde Cortese – ove si manifestassero eventi calamitosi collegati alla Pedemontana, i sindaci, senza adeguate azioni di opposizione, potrebbero essere segnalati all’autorità giudiziaria penale e civile».
Si battaglia su ogni fronte. «La Pedemontana della vergogna è l’esempio negativo da cui sono partito per inserire due norme indispensabili nella nuova direttiva Via – ha conclude Andrea Zanoni, ex eurodeputato del Pd – . Si tratta del conflitto di interessi e della mancata trasparenza degli atti autorizzativi. Per quanto riguarda il primo, con la Pedemontana si è arrivati a dare il peggio, dato che l’amministratore delegato di Veneto Strade, società che ha gestito l’opera, ricopriva non solo l’incarico di commissario straordinario di governo della stessa opera ma, come se non bastasse, addirittura il ruolo di presidente della commissione regionale Via, ovvero l’autorità che di fatto ha giudicato e autorizzato diverse fasi di quest’opera. Dunque nel Veneto di Galan, Zaia e Chisso si è pensato bene di far coincidere il controllato e il controllore. Un caso?»

M. F.

 

I NUMERI – Altri 24 km: costeranno 245 milioni

ALTIVOLE – Sono tre i nuovi lotti della Pedemontana consegnati ieri da Zaia. Per un totale di circa 24 chilometri pari a un importo complessivo di poco più di 245 milioni di euro. Il primo copre il tratto tra Mussolente e San Zenone, il secondo quello tra la stessa San Zenone e Montebelluna e il terzo di fatto coincide con il casello di Riese. Nel dettaglio, il primo tratto si sviluppa su 1,8 chilometri tra Mussolente e San Zenone: l’ingresso della Pedemontana nella Marca. L’importo dei lavori è di quasi 17 milioni e comprende il ponte sul torrente Giaron-Brenton-Pighenzo. Il secondo è quello più consistente: 20,2 chilometri di superstrada, precisamente fino a Trevignano. Il tracciato vale quasi 219 milioni, interessa sette comuni e comprende il centro di manutenzione, l’area di servizio e lo svincolo di Altivole, due ponti su Lastego e Muson, otto gallerie artificiali e un sottopasso ferroviario sulla linea Montebelluna-Camposampiero. Il terzo tratto riguarda essenzialmente la costruzione dello svincolo di Riese-San Zenone: 2,2 chilometri di rampe e piazzali. L’importo è di circa 10 milioni. L’accesso al casello è previsto attraverso una nuova rotatoria lungo la provinciale 20. Ci saranno sei piste di transito: due in entrata e quattro in uscita. Le bretelle verso Castello di Godego e Castelfranco Veneto, infine, verranno consegnate solo assieme ai 15 chilometri ancora mancanti tra Trevignano e l’autostrada A27.

 

Pedemontana, rabbia e arresto: una festa a metà

La Marca apre i cantieri della superstrada

Governatore contestato dai comitati del no e dagli espropriati che gli urlano: «Attila»

LA PREVISIONE – Entro la fine del 2018 l’apertura per stralci

ZAIA «Infrastruttura necessaria e abbiamo ascoltato tutti»

Pedemontana: ci siamo

La superstrada Pedemontana è entrata nella Marca. Dopo le tappe nel vicentino ieri il presidente Zaia ha ufficialmente aperto i cantieri per la costruzione del nuovo tratto di circa 24 chilometri tra San Zenone e Montebelluna. La prima pietra è stata posata vicino al luogo dove sorgerà il casello di Altivole tra la provinciale 667 e via Schiavonesca. Una cerimonia senza troppi fronzoli. Incalzata dalle veementi proteste dei comitati e degli espropriati tenute lontane dagli agenti in antisommossa e sfociate nell’arresto di un 60enne che avrebbe tentato di forzare il cordone di sicurezza a bordo di un trattore. «È un’opera complessa ma necessaria – spiega il governatore – abbiamo ascoltato sindaci e cittadini. Lo dimostra il fatto che circa il 70% del tracciato è in trincea. Il mio pensiero va a chi ha subìto espropri. A me stanno a cuore loro. Non chi dice di essere contrario a priori all’opera: il mandato datomi dai veneti è di realizzare l’infrastruttura che serve alla comunità».
Su un conto complessivo di 2,2 miliardi, il totale degli espropri vale circa 360 milioni di euro. «Riguardano qualche migliaio di persone. L’80 per cento, però, ha già ceduto le aree volontariamente – aggiunge Zaia – . E’ vero che gli espropri sono sempre una ferita ma è altrettanto vero che qui ci sono 360 milioni che tornano al territorio, alle famiglie e alle aziende».
Ultimati questi lotti, dei 99 chilometri totali non resteranno da realizzare che gli ultimi 15 tra Montebelluna e l’A27. Imperativo categorico: finire entro dicembre del 2018. «Assolutamente – detta il governatore – almeno per stralci funzionali». Oltre tutte le contestazioni il dado è già bello che tratto. «L’80% dei terreni è a disposizione del concessionario: questo indica che non c’è ritorno – sottolinea il commissario, Silvano Vernizzi – la Pedemontana si fa e si finirà nei tempi dovuti». «Oggi le grandi opere vengono considerate la summa del male – aggiunge riferendosi ai diversi casi di corruzione emersi un pò in tutta Italia – qui dimostriamo che non è così».
Certezze applaudite anche dal sindaco di Altivole: «Non abbiamo mai avversato l’opera ma cercato di limitarne l’impatto assieme ai cittadini e non ai comitati – mette in chiaro Sergio Baldin – . Si tratta di un’opera strategica che dà alla nostra economia sofferente la possibilità di avere nuovi posti di lavoro». Quanti? Circa 330 in più. Il conto è stato fatto dal concessionario: «Fino ad oggi hanno lavorato 570 persone tra dipendenti e imprese locali. Con questo nuovo tratto arriveremo a 900 lavoratori – annuncia Matteo Dogliani di Sis – su circa 2,2 miliardi, abbiamo a disposizione 1,9 miliardi. Così possiamo continuare e dare lavoro. Oggi rappresentiamo una delle poche realtà in cui ancora si assume».

Mauro Favaro

 

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