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Gazzettino – A Galan il vitalizio regionale

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

24

ott

2014

Idv all’attacco: è giusto pagarlo ai politici coinvolti nel caso Mose?

Il patteggiamento e il problema dell’interdizione dai pubblici uffici

L’ex governatore, quando decadrà da deputato, incasserà l’assegno da ex consigliere veneto

Se un politico patteggia la pena, perché deve continuare a prendere il vitalizio? Perché devono essere i veneti a contribuire a pagare la multa concordata con i giudici?
Il tema tiene banco in consiglio regionale del Veneto e riguarda, per ora, l’ex governatore Giancarlo Galan, uscito dal procedimento dello scandalo del Mose dopo aver patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi e il pagamento di una multa di 2,6 milioni di euro. A Palazzo Ferro Fini se ne parla anche perché Galan, governatore e consigliere regionale per quindici anni, è uno dei 226 titolari di vitalizi erogati dalle casse della Regione. Tanto che, prima ancora che esplodesse lo scandalo delle dighe mobili, non era passato inosservato il fatto che parecchi ex che nel frattempo avevano avuto altri incarichi politici, figurassero nell’elenco dei titolari di “pensione”. Tant’è, il gruppo consiliare dell’Italia dei valori è deciso a sollevare il caso politico. Ossia: è etico che un politico, eletto per amministrare la cosa pubblica e che patteggia una pena per accuse legate al suo ruolo di amministratore, continui a godere del vitalizio, vale a dire quella “pensione” ottenuta in virtù del precedente mandato elettivo?
Val la pena ricordare che quello dei vitalizi è un cavallo di battaglia dell’Idv. È partita da questo gruppo consiliare la richiesta di rendere noti i nomi dei titolari di assegni vitalizi e di reversibilità – e dallo scorsa estate i nomi sono pubblicati nel sito “Trasparenza” del consiglio regionale. Tra l’altro, l’elenco, riferito al 2013, riporta anche i nomi di Giancarlo Galan, divenuto parlamentare nel marzo di un anno fa (ha preso il vitalizio per i due mesi prima di andare a Roma), e di Flavio Zanonato, che prima di diventare eurodeputato era ministro. Il cumulo non è possibile in alcuni casi: la legge regionale numero 9 del 1973 dice che l’assegno è “sospeso se il titolare viene eletto al parlamento nazionale, al parlamento europeo o ad altro consiglio regionale” e specifica che “l’assegno è ripristinato con la cessazione dell’esercizio dei relativi mandati”. Dunque, posto che attualmente Galan non può percepire il vitalizio perché gode già dell’indennità di parlamentare, la “pensione da politico” tornerà ad essergli erogata quando cesserà il mandato di deputato. E su questo tema, appunto, è decisa a puntare i piedi l’Idv: è (o sarà) pagato il vitalizio ai politici coinvolti nella vicenda del Mose? E l’interdizione temporanea dai pubblici uffici, che implica anche la perdita di stipendi e pensioni a carico di enti pubblici, può valere anche per i casi di patteggiamento?
E sul patteggiamento di Galan, ieri a “La Zanzara” su Radio 24 è intervenuto anche l’ex sindaco di Padova ed europarlamentare del Pd, Flavio Zanonato: «Galan? Non ci tengo che le persone stiano in carcere, voglio solo conoscere la verità dei fatti. Ma normalmente una persona innocente vuole andare fino in fondo per dimostrare la sua innocenza, io sarei andato fino in fondo». All’obiezione che Galan non si sente colpevole e che voleva uscire dal procedimento perché non ce la faceva più di stare in carcere, Zanonato ha ribattuto: «Il patteggiamento sospende il giudizio e non è una sentenza di colpevolezza, ma è una specie di scusa quella di dire che usa il patteggiamento perché non ce la fa più».

Alda Vanzan

 

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