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Nuova Venezia – Mose. Il commissario tra una settimana

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

31

ott

2014

Il Consorzio decide di non inviare osservazioni, Cantone va avanti

VENEZIA – Nessuna «osservazione» o documentazione integrativa. I vertici del Consorzio Venezia Nuova hanno deciso di non opporsi in alcun modo alla procedura avviata dal presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone per il commissariamento. Dopo una lunga riunione è stata scartata la via legale. Gli avvocati avevano messo sul tavolo la possibilità di far pesare il fatto che in questo caso non si tratta di un’impresa. Ma di un soggetto del tutto unico, creato dalla Legge Speciale del 1984, che ha firmato con lo Stato convenzioni che hanno valore legale. Ma la valutazione finale del presidente Mauro Fabris è stata quella di lasciar stare. «Faremo quello che ci dicono, come abbiamo sempre fatto», si limita a dire, «siamo un concessionario dello Stato». Difficile sarebbe, del resto, opporsi per via legale a chi in fondo è l’unico finanziatore del Consorzio. Adesso l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) aspetterà lo scadere del termine dei tre giorni poi, forse già lunedì, invierà al prefetto di Roma competente per territorio – qui sono state firmate le convenzioni tra il Consorzio e lo Stato – la richiesta formale per procedere al commissariamento. Il prefetto potrebbe nel giro di una settimana emanare il decreto. A quel punto si tratterà di scegliere la strada migliore per mettere in atto la procedutra di controllo disposta dall’Autorità. Sarà nominato con ogni probabilità un commissario esterno – forse un dirigente dei Lavori pubblici – che dovrà relazionare periodicamente sullo stato dei lavori. L’altra ipotesi potrebbe essere l’affiancamento di una persona di fiducia di Cantone all’attuale management. Ma pare difficile, dopo l’apertura formale di un procedimento che ha seguito incontri e mesi di istruttoria. L’unica cosa certa è che i lavori del Mose non dovrebbero subire rallentamenti. Anzi. Potrebbero addirittura sbloccarsi i finanziamenti del Cipe promessi in primavera e mai più arrivati. Il primo caso di commissariamento di grandi imprese dopo l’entrata in vigore della legge, nel giugno scorso, fu il ramo di impresa Maltauro, coinvolto nell’inchiesta per le tangenti dell’Expo 2015 a Milano. Allora l’Autorità ha disposto anche l’accantonamento di somme (utili di impresa) per pagare i danni processuali.

(a.v.)

 

Le reazioni dei partiti e la richiesta di Zitelli (Iuav): tutto il progetto va sottoposto a revisione

«Una nuova società per gestire l’opera»

VENEZIA Una nuova società per la gestione del Mose, con management di alto profilo e controllo pubblico che trovi le risorse per la gestione delle opere e la messa in gara». Lo chiede Alessandro Coccolo, responsabile del Pd metropolitano. «Bisogna chiudere da subito una delle pagine più vergognose della storia italiana e costruire un nuovo modello di gestione per le opere di salvaguardia», dice «Abbiamo massima fiducia nei confronti del presidente Cantone», conclude il Pd, «e bisogna ripristinare la legalità e superare la concessione unica». Parole pesanti, che indicano come il clima nei confronti delle grandi opere e della loro gestione fin qui vista stia cambiando. «L’importante», precisa Pietrangelo Pettenò, consigliere regionale di Rifondazione, «è che non siano i lavoratori a pagare per le malefatte altrui e per la cricca del Mose». Il riferimento è ai lavoratori della Palomar, che vedono a rischio il loro posto di lavoro. «Lavoratori che con competenza e professionalità operano al Petrolchimico e alla costruzione della terza corsia dell’autostrada Venezia-Trieste». Plaude all’iniziativa del commissariamento anche Italia dei Valori con i consiglieri regionali Antonino Pipitone e Gennaro Marotta. «Lo abbiamo invocato più volte, anche con una lettera a Renzi», dicono, «è un gesto importante, nell’interesse dei cittadini e dell’imprenditoria onesta. «Stupisce che il sottosegretario all’Economia Baretta, il presidente del Consorzio e il proprietario della Mantovani Chiarotto non siamo sfiorati da alcun dubbio», dice Andreina Zitelli, docente Iuav e già membro della commissione di Impatto Ambientale che bocciò il progetto Mose nel 1978, «come ho chiesto pubblicamente al dottor Cantone è necessario adesso sottoporre a revisione il progetto del Mose, ricostruire il processo decisionale di approvazione del Mose per capire dove siano le responsabilità. Tecniche ma anche politiche, con i comitatoni del 2003 (Prodi) e 2006 (Berlusconi) che approvarono «un progetto irreversibile, al contrario di quanto stabiliva la legge, dagli altissimi costi di manutenzione». Ben venga il commissario, insistono i comitati Ambiente Venezia e No Mose. «Basta che questo non significhi accelerare la realizzazione dell’opera che va invece passata ai raggi x».

(a.v.)

 

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