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Sotto accusa la delibera del Comune sul recupero della zona artigianale chiamata ex Jmel

JESOLO – Nuovo centro commerciale in zona artigianale, la Confcommercio da Jesolo lancia l’allarme, ma il sindaco, Valerio Zoggia, rassicura la comunità e gli ambienti politici: «Non ne verranno costruiti di nuovi». La questione ha sollevato da tempo un appassionato dibattito in tutta Jesolo dove la presenza di parchi commerciali è stata spesso mal tollerata e ha avuto esiti talvolta deludenti. Oggetto della discussione è la legge contro il degrado che consentirà di trasformare le zone artigianali in commerciali. L’attenzione è focalizzata sull’area alle spalle del Paese, ex Jmel per intenderci. La paura dei commercianti, e anche di una parte dei consiglieri comunali, è che questa mossa con la prossima approvazione della delibera passata in maggioranza, consenta in realtà di realizzare un centro commerciale al pari del Bennet. «Noi diciamo assolutamente no a nuovi centri commerciali», premette il presidente della Confcommercio, Angelo Faloppa, «lo precisiamo fin d’ora a scanso di equivoci per il futuro quando, magari tra qualche tempo, il centro commerciale sarà insediato senza che nessuno ricordi quanto sta succedendo oggi». La posizione di Faloppa appare drasticamente contraria, anche se in questa fase non è ancora chiaro cosa potrebbe realmente accadere in questa zona alle spalle di Jesolo Paese, dove sono state chiuse importanti attività artigianali infliggendo un duro colpo all’economia cittadina. Dalle file della stessa maggioranza arrivano gli strali di Mirco Crosera, sempre più critico, che ha letto attentamente la delibera. «Peccato per gli amici del Pd di Jesolo», sostiene, «hanno perso un’occasione per prendere le distanze da questa giunta spendacciona e inconcludente. La storia li giudicherà, come i commercianti di Jesolo giudicheranno il loro voto favorevole alla trasformazione di 9.500 mq da area artigianale  ad area commerciale. Io non sono con loro». Il sindaco, Valerio Zoggia, dà una lettura completamente differente alla questione che è diventata incandescente. «La delibera ha come oggetto il recupero delle aree di degrado», spiega, «strumentalizzarla per l’ennesima volta non ha alcun senso a mio avviso. Dovevamo approvarla altrimenti sarebbe intervenuta la Regione. Resta il fatto che non sono previsti nuovi centri commerciali come sostengono e quindi nessuno deve temere nuovi insediamenti». La difficile situazione commerciale e i molti centri spuntati in questi anni e andati in crisi, rendono probabile che l’area sarà sfruttata diversamente.

(g.ca.)

 

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