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Da Villa (m5s) interroga lupi

VENEZIA. Il deputato veneziano del Movimento 5 stelle, Marco Da Villa è il primo firmatario di un’interrogazione urgente sul caso, per chiedere al ministro per le infrastrutture Maurizio Lupi «per chiedere chiarimenti rispetto al possibile interessamento della “cricca” del sistema Mose alla costruzione del nuovo canale Contorta-Sant’Angelo».

«Il ministro Lupi, alla luce di queste ulteriori vergognose circostanze», si legge nell’interrogazione, «smetta di promettere la realizzazione del nuovo canale navigabile (dannoso per l’assetto morfologico della laguna) e avvii – come chiesto dal sottoscritto in numerosi atti ispettivi e nell’ordine del giorno del Senato, votato quasi all’unanimità, del 6 febbraio scorso – una comparazione reale, trasparente e partecipata delle diverse soluzioni in campo».

Nel merito, i parlamentari del gruppo M5s giudicano «non accettabile che non si tengano in minima considerazione i progetti che attestano le navi fuori dalle bocche di Porto del Lido e che, prevedono, in alcuni casi, minori costi più bassi e un impatto ambientale molto inferiore e rispettoso dei tre principi di gradualità, reversibilità e sperimentalità fissati dalla Legge Speciale». In questi giorni, si sta attendendo il parere della commissione di valutazione impatto ambientale al progetto di scavo del Contorta dell’Angelo.

 

i pm del mose

«Confidustria deve espellere chi si macchia di corruzione»

VENEZIA «Confindustria e Confcommercio devono espellere chi si macchia di reati corruttivi ed evasione fiscale, che oggi non è percepita come disdicevole». Così il pm Stefano Ancillotto – che ha firmato l’inchiesta Tangenti Mose con i colleghi Stefano Buccini e Paola Tonini – ieri, alla presentazione del libro “La Retata Storica” dei giornalisti del Gazzettino Gianluca Amadori, Monica Andolfatto e Maurizio Dianese, che ricostruisce l’indagine che ha scardinato il sistema di tangenti alimentato per anni dai fondi neri del Consorzio Venezia Nuova e delle sue aziende: mazzette illegali e prebende legali distribuite a pioggia sulla città.

«Il taglio della mano in pubblico placherebbe forse la fame di sangue, ma non sconfiggerebbe la corruzione: esiste da sempre e neppure l’ergastolo – come dimostra la Cina – la ferma», ha osservato il procuratore aggiunto Carlo Nordio, rispondendo alle polemiche sui patteggiamenti dei molti imputati: «Non serve aumentare le pene: la corruzione si alimenta della legislatura bizantina attuale che sconfina nell’arbitrio e perciò si deve battere prima dei processi, diminuendo le leggi, rendendole più chiare e individuando le persone responsabili o è inevitabile che ci sia chi paghi per non vedere rallentato un proprio diritto».

«La cosa che più mi ha colpito», ha osservato il pm Buccini, «è che a Venezia si era affermato un sistema per cui non si metteva il pubblico ufficiale in imbarazzo facendogli avanzare una richiesta di danaro. No, si offriva l’incarico – una consulenza, una nomina in uffici pubblici strategici – e anche la tangente: stipendio e tfr».

«C’era un sistema politico dai costi enormi che chiedeva di essere mantenuto», ha concluso Ancillotto, «finanziamento illecito e corruzione sono vicinissimi e alla fine l’imprenditore chiede qualcosa anche se dà fondi trasparenti. Serve un cambio nella cultura della legalità: l’episodio che mi ha scandalizzato di più è stato scoprire che un assessore regionale (Chisso, ndr) aveva nominato come segretario e messo a capo di un dipartimento un uomo con una sentenza definitiva per reati corruttivi (Enzo Casarin, ndr), senza alcuna levata di scudi».

(r.d.r.)

 

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