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QUARTO D’ALTINO – In programma per domani, lunedì 31, nella sede mestrina di Veneto Strade, un nuovo incontro sull’orario cadenzato. L’assessore regionale Renato Chisso ha risposto alla richiesta della sindaca di Quarto d’Altino Silvia Conte, in accordo con gli amministratori di Marcon, Venezia e San Donà di Piave, fissando per lunedì un nuovo incontro per definire gli aggiustamenti all’orario cadenzato del servizio ferroviario regionale. Dopo gli ultimi incontri a cui hanno partecipato i sindaci, la Regione e Rfi, il nuovo orario cadenzato, partito lo scorso dicembre, aveva subito delle modifiche.

I sindaci però ora vogliono conoscere i dati e le analisi dei flussi pendolari precedenti e posteriori all’introduzione dell’orario cadenzato e avviare degli studi di fattibilità volti ad analizzare la sostenibilità e le opportunità legate all’introduzione di una linea suburbana sulla tratta Venezia-Portogruaro.

(m.fus.)

 

la battaglia dei pendolari

Nuova corsa dal 13 aprile, ma Oderzo il 5 sarà al vertice di Mestre

ODERZO – Dal 13 aprile ci sarà dunque un nuovo treno alle 7 del mattino che da Oderzo va verso Treviso. Una battaglia vinta per i pendolari della tratta, dopo l’entrata in vigore dell’orario cadenzato che non ha soddisfatto nessuno. Mai pendolari non abbassano la guardia.

Il sindaco di Oderzo, Pietro Dalla Libera, ha incaricato il consigliere Francesco Montagner di continuare a seguire la vicenda: «Rappresenterò il Comune di Oderzo il 5 aprile presso la centrale Plip di Mestre, a Carpenedo, al primo tavolo dei pendolari veneti», comunica Montagner, «L’evento è pubblico e sarà un momento di coordinamento tra partecipanti per trovare iniziative concrete da attuarsi nell’immediato futuro per migliorare il sistema di trasporto pubblico nella nostra Regione. Per continuare a monitorare il servizio ferroviario regionale, in seguito all’entrata in vigore del nuovo orario cadenzato, con “Trenitardo” propongono anche di rispondere ad un questionario sul web. I dati raccolti verranno utilizzati per individuare eventuali problemi e disservizi su tratte, treni e stazioni. Lo scopo è quello di fare un’analisi mirata e puntuale per individuare le strategie e le modifiche migliori», afferma Montagner.

Il “questio-binario”, postato sul web da “Trenitardo” evidenzia: «Sono passati più di tre mesi dall’avvio dell’orario cadenzato nel Veneto e molti disagi vengono tuttora segnalati sulla rete. Se da un lato si è riscontrato un miglioramento in termini di puntualità generale, dall’altro invece si continuano ad avere problemi quali sovraffollamento, diminuzione di corse e difficoltà di coincidenze».

(g. p.)

 

Orario cadenzato, i sindaci della tratta Venezia-Portogruaro tornano a trattare con l’assessore regionale ai Trasporti, Renato Chisso. Il prossimo incontro con i primi cittadini, è fissato per lunedì.

«Spero avremo risposte concrete alle criticità emerse con l’introduzione dell’orario cadenzato da dicembre 2014», spiega il sindaco, Silvia Conte, «perché la gente ha bisogno (e diritto) di un servizio di trasporto pubblico efficiente per andare a lavorare, a scuola, all’università,ma anche per muoversi in maniera sostenibile nella città metropolitana per tutte le altre attività».

Conte le elenca: «Per acquisti, per visite a parenti e amici, per turismo, per ricevere servizi, per assistere ad un concerto, per farsi una passeggiata in un bel parco o in bel centro storico, per andare a mangiare in un ristorante particolare e così via».

Insomma, si tratta di una questione legata al lavoro, ai turnisti ed ai pendolari che ogni giorno si spostano dai comuni di San Donà, Portogruaro, Quarto d’Altino, Meolo, Marcon, per recarsi a Venezia, all’ospedale civile piuttosto che negli alberghi della città lagunare o ancora nelle vetrerie di Murano.

«Ciò che vogliamo», avevano scritto i sindaci in una nota, «è conoscere le soluzioni adottate o intraprese dalla Regione per superare le criticità manifestate, conoscere i dati e le analisi dei flussi pendolari precedenti e posteriori all’introduzione dell’orario cadenzato».

La scorsa settimana nel frattempo, i pendolari altinati avevano fatto recapitare a palazzo Balbi nel primo giorno di primavera, un ironico mazzo di rose rosse.

(m.a.)

 

trasporti 

I pentastellati lanciano una campagna per i trasporti in provincia di Belluno invitando gli attivisti a sommergere di mail governo e Regione

BELLUNO. Dal ministro dei Trasporti agli eletti che fanno parte delle apposite commissioni parlamentari. Senza dimenticare gli assessori regionali e la direzione regionale di Trenitalia. Sono tutti nell’elenco diffuso dal Movimento 5 Stelle che invita ad un “Mail bombing” per attirare l’attenzione sulla situazione dei trasporti a Belluno.

«Facciamo pressione mediatica affinché le istituzioni affrontino e risolvano il problema dei trasporti ferroviari su tratte brevi e medie, sempre più a rischio, ma che sono quelle utilizzate dai cittadini» spiega il Movimento 5 Stelle, «non serve l’alta velocità, servono trasporti locali efficienti. Un vero futuro può essere previsto per la ferrovia solo se la Regione Veneto accetterà di investire in essa, anche in una prospettiva di ampliamento complementare ed integrato alla gomma».

Le istruzioni per il “Mail bombing” sono riportate sul sito internet di Federico D’Incà: basta mandare una mail con un testo predefinito (e che si può scaricare grazie ad un link) ad una serie di indirizzi istituzionali riportati sempre sul sito. Anche l’oggetto del messaggio, “Mobilità provincia Belluno”, è sempre lo stesso. L’unica personalizzazione consiste nella firma del mittente, che va riportata con nome e cognome.

Questo il testo della mail che i pentastellati invitano a mandare: «Chiediamo al Governo, al Parlamento e alla Regione Veneto un impegno concreto per affrontare e risolvere in tempi brevissimi i seguenti problemi. La provincia di Belluno sta vivendo una situazione critica relativa alla mobilità e all’orario cadenzato, che sta creando gravi disagi non solo a studenti e lavoratori pendolari, ma anche al turismo delle Dolomiti. I problemi sono legati alle mancanza di coincidenze fra i treni, all’assenza di coordinamento tra corse dei bus e treni, alla soppressione di corse serali, alla insufficiente manutenzione delle linee e delle stazioni».

I 5 Stelle elencano poi i problemi più concreti e le loro richieste, dalle coincidenze garantite con gli altri treni e con gli autobus alla possibilità di trasportare biciclette sui convogli.

Quello dei treni non è però l’unico fronte sul quale si sta muovendo il Movimento 5 Stelle. I pentastellati bellunesi hanno iniziato la campagna in vista delle elezioni europee distribuendo dei volantini. «Il M5S non è Eurosì o Eurono» si legge nel materiale informativo, «il M5S pone delle condizioni per restare nell’Unione Europea e nell’Euro». Una posizione che ha lasciato stupito più di qualche internauta, date le recenti prese di posizione da parte del Movimento sull’Europa. Ma Andrea Lanari, consigliere comunale a Belluno, chiarisce: «Noi non siamo a priore contrari o favorevoli all’Europa» spiega, «ma contro questo tipo di Europa». La stessa differenza, aggiunge Sergio Marchese, che corre tra “Unione” e “Comunità” Europea.

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Scalino di 50 centimetri al primo binario. Il sindaco, pendolare per lavoro, chiede spiegazioni

CASTELLO DI GODEGO. Cinquanta centimetri, forse qualcuno di più, che fanno la differenza per chi ha problemi a salire e scendere dal treno. In senso negativo. Stiamo parlando della nuova altezza del binario uno della stazione di Godego che ora richiede una certa agilità per chi viaggia su rotaia partendo da qui. Salto (per chi sale) e arrampicata (per chi scende) sono le due “discipline” con cui da qualche tempo devono misurarsi i pendolari. In primis il sindaco Pier Antonio Nicoletti, che ogni giorno va a Venezia per lavoro. Ma anche altri utenti che non hanno per nulla gradito la novità, conseguente alla sistemazione del binario.

«Un bel disagio per chi ha qualche problema di movimento», dice il sindaco, «sinceramente nessuno ha capito questa novità. In tutte le stazioni si è provveduto perché l’accesso al treno fosse sullo stesso piano della banchina, proprio per eliminare una barriera, qui no. Voglio una spiegazione».

Ma a lamentarsi non è solo il primo cittadino: quei cinquanta centimetri mettono in difficoltà anche qualche signora con la gonna stretta o con i tacchi. Per non parlare di chi ha difficoltà di deambulazione.

«È un vero peccato che ci sia questo problema», dichiara un utente, «si tratta di una stazione molto comoda con collegamenti verso Venezia e Bassano ogni ora, con parcheggi vicini sia per le auto che per bici e moto, dove si riesce a trovare sempre posto. Speriamo prendano provvedimenti: ma credo che l’unica sia alzare la banchina».

Gli utenti che hanno fatto presente il problema a Trenitalia dicono di aver avuto garanzie che il binario verrà nuovamente abbassato.

Davide Nordio

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Gazzettino – Salzano. Treni. “Vogliamo i nuovi orari”

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26

mar

2014

SALZANO – I pendolari scrivono all’assessore regionale Chisso

«Basta polemiche, ora chiediamo i fatti». Dopo il botta e risposta dei giorni scorsi tra i sindaci di Salzano e Spinea e l’assessore regionale Renato Chisso, ora i pendolari salzanesi hanno deciso di prendere carta e penna e muoversi in prima persona. I referenti del comitato hanno dunque inviato direttamente una lettera proprio a Chisso nel tentativo di ottenere le modifiche agli orari ferroviari invocate da dicembre.

Nel documento spedito ieri i pendolari fanno riferimento ad un accordo che sarebbe stato trovato al termine di una riunione svolta due mesi fa: «Il 20 gennaio scorso è stato raggiunto un accordo per far scattare da aprile le modifiche orarie – si legge nella lettera -. Vogliamo dunque stemperare una polemica che potrebbe penalizzarci e compromettere quell’accordo».

I pendolari poi allargano il concetto: «Sappiamo che il nuovo orario cadenzato mira a migliorare il sistema ferroviario e sappiamo anche che in molte altre linee ferroviarie ha già portato significativi miglioramenti – scrive il comitato -. La nostra situazione, invece, purtroppo è sensibilmente peggiorata. Chiediamo dunque che da aprile possano entrare in vigore le modifiche richieste, in un sereno clima di collaborazione».

Rispetto alle sfuriate registrate nei mesi scorsi pure in altri Comuni, il comitato di Salzano ha scelto la via del dialogo: nessun tono forte, nessuna minaccia di mobilitazione, ma un costante contatto con i vertici Regionali e di Trenitalia. La questione interessa tutti i Comuni del Miranese attraversati dalla linea ferroviaria Bassano-Venezia (Noale, Salzano, Martellago e Spinea) ed è sentita soprattutto a Salzano e Spinea, perché qui i treni fanno meno fermate. La riorganizzazione proposta dai pendolari prevede soprattutto più corse tra le sette e le otto del mattino, i lavoratori chiedono un miglior servizio anche al sabato e nei periodi di vacanze scolastiche. «Non chiediamo nulla di proibitivo – spiegano -. Nessun aumento di convogli, solo alcune lievi ma preziose variazioni d’orario». Chisso ha assicurato che a breve si terrà un incontro sul tema.

 

Ieri Deutsche Bahn e Dolomitibus a palazzo Rosso: «Ora tocca alla politica fare la sua parte»

BELLUNO – L’interesse, da parte dei privati, c’è, la prossima mossa spetta alla politica. Continua la corsa del trasporto pubblico bellunese verso l’integrazione gomma- rotaia. Ieri il sindaco Jacopo Massaro ha incontrato Marco Piuri, amministratore delegato di Arriva Italia, società del gruppo Deutsche Bahn. All’incontro hanno partecipato anche Massimo Fiorese, da poco entrato a far parte di Dolomitibus, e l’amministratore delegato del gruppo bellunese Paolo Rodighiero. Un tavolo di confronto per parlare della gara per l’assegnazione del servizio di trasporto pubblico locale.

«L’incontro è stato chiesto da loro» spiega Massaro, «ed è emerso che esiste un forte interesse della società a sbarcare sul territorio. A tal proposito sono già stati fatti degli studi sia di carattere tecnico che sotto il profilo della sostenibilità economica. L’integrazione si può fare ».

Una partita, quella del trasporto pubblico locale, che va avanti da tempo su più campi da gioco. Da una parte quello del trasporto su gomma, e cioè gli autobus che collegano la provincia e che svolgono un servizio essenziale in un territorio delicato come quello montano. Dall’altra la ferrovia, asse portante per i trasporti. Far lavorare in sinergia i due settori è un business interessante, tanto che è entrato nelle mire di Deutsche Bahn, competitor di Trenitalia.

«Noi abbiamo fatto la nostra parte» spiega Massimo Fiorese, rappresentante del trasporto su gomma, «ora tocca alla politica fare la sua. Il sindaco ci ha dato la sua disponibilità a muoversi in questo senso».

Si punta a convincere Luca Zaia della necessità di sganciare il Bellunese dalla maxi gara sul trasporto pubblico. «Il nostro territorio lavora su una rete a gasolio» spiega Massaro, «che ha delle caratteristiche completamente diverse da quelle del resto del territorio. Penso che per la Regione possa essere conveniente spezzare la gara».

Massaro ora dovrà relazionare Zaia sullo stato dell’arte e non è detto che i privati interessati all’affare non puntino ad incontrare direttamente il presidente della Regione. «La questione deve diventare politica » continua il sindaco di Belluno, «i vantaggi per il territorio sono quelli di un servizio più coordinato».

La società tedesca, secondo quanto emerge dall’incontro con il sindaco, è intenzionata a portare a casa l’affare. «È fondamentale avere la certezza dell’interesse privato» prosegue Massaro, «e sapere anche a quali condizioni. A quanto sembra questi soci sarebbero interessati alla gestione del servizio anche ai costi attuali».

(v.v.)

 

QUARTO D’ALTINO

Orario cadenzato

QUARTO – «Ancora problemi con il nuovo orario cadenzato. Chisso convochi un altro incontro con sindaci e Rfi». La sindaca di Quarto d’Altino, Silvia Conte, in accordo e per conto anche dei sindaci di Marcon, Venezia e San Donà di Piave, ha sollecitato un incontro con l’assessore alla mobilità e alle infrastrutture della Regione Veneto, Renato Chisso, sul tema dell’orario cadenzato del trasporto ferroviario locale.

«Ciò che vogliamo – spiega – è conoscere le soluzioni adottate o intraprese dalla Regione Veneto per superare le criticità manifestate, conoscere i dati e le analisi dei flussi pendolari precedenti e posteriori all’introduzione dell’orario cadenzato, avviare congiuntamente degli studi di fattibilità volti ad analizzare la sostenibilità e le opportunità legate all’introduzione di una linea suburbana sulla tratta Venezia-Portogruaro. Abbiamo chiesto all’assessore Chisso di invitare al tavolo anche i vari soggetti interessati, in particolare i referenti RFI.»

 

Uno studio di Confindustria evidenzia le potenzialità della linea bellunese e del trasporto integrato

BELLUNO – Confindustria Belluno Dolomiti crede nel rilancio del sistema ferroviario provinciale e lo fa forte dell’analisi di uno dei più importanti studi di ingegneria dei trasporti d’Europa: Ibw – Husler di Zurigo, lo stesso che si è occupato della ferrovia della Val Venosta. Gli esperti svizzeri ritengono, infatti, che l’attuale linea che va da Feltre a Belluno e quindi a Longarone e in Alpago insiste su un bacino di 150 mila residenti e 70 mila lavoratori, più che sufficiente per pensare ad un servizio ferroviario di eccellenza.

«Le potenzialità di uno sviluppo adeguato del trasporto su rotaia», afferma Sandro Da Rold, membro della giunta esecutiva di Confindustria Belluno Dolomiti con delega al turismo, «sono enormi e riguardano sia i residenti che i turisti. Ma è innanzitutto necessario soddisfare tre condizioni fondamentali. La prima riguarda l’integrazione gomma-rotaia, con la creazione di un unico sistema di trasporto pubblico, gestito da un solo soggetto. La seconda rimanda alla necessità di un orario cadenzato dei treni, al fine di garantire che, in una determinata ora, partano dalle stazioni principali almeno due mezzi in direzioni diverse. Ad esempio, da Belluno a mezzogiorno partono un treno per Longarone e un altro per Feltre. E così ogni ora. La terza condizione è invece relativa alle caratteristiche dei treni, che devono essere moderni, puliti e confortevoli oltre a garantire l’accesso senza dislivelli anche a disabili o cicloturisti con un sistema analogo a quello delle metropolitane».

«L’analisi degli svizzeri», prosegue Sandro Da Rold, «sottolinea anche l’opportunità di potenziare i collegamenti con Venezia,Padova e Calalzo, anche nell’ottica di un accesso turistico».

E proprio il turismo potrebbe trarre enormi benefici da una rinascita del sistema ferroviari bellunese. «In effetti», afferma ancora Sandro Da Rold, «se si pensano agli altri casi di successo, come la Val Venosta, i risultati potrebbero essere importanti. Ma è necessario un capovolgimento di prospettiva: il treno non è più solo un mezzo di trasporto, ma parte essenziale dell’offerta turistica del territorio. I cicloturisti sono sicuramente dei potenziali utenti, ma è necessario sviluppare le piste ciclabili. Il treno, poi, potrebbe essere utilizzato dai turisti che già scelgono le nostre località per trascorrere una giornata particolare. E poi c’è il bacino, enorme, dei turisti, soprattutto stranieri, che vanno a Venezia e che in un’ora potrebbero raggiungere le Dolomiti patrimonio dell’Umanità. Ma è indispensabile costruire un prodotto. Da questo punto di vista, anche le stazioni devono avere un significato in termini di richiamo turistico. Ad esempio, Feltre potrebbe essere la porta d’accesso al Parco naturale delle Dolomiti, Sedico per il turismo religioso, Longarone per il Vajont». «Gli svizzeri», conclude Da Rold, «sono convinti delle enormi potenzialità turistiche del nostro territorio, edovremmoesserlo anche noi bellunesi».

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movimento 5 stelle

«La ferrovia deve essere centrale»

D’Incà appoggia il comitato pontalpino. Bond chiede lumi a Rfi

BELLUNO – Il Movimento5 Stelle sostiene il nuovo comitato in difesa del treno. Il deputato Federico D’Incà accoglie con entusiasmo la notizia della nascita del comitato “Si Reg” (Sì regionale al passaggio a Nord-Est), istituito sabato scorso in occasione dell’assemblea in difesa della tratta ferroviaria Ponte nelle Alpi- Calalzo di Cadore, attualmente chiusa per manutenzione.

«È fondamentale», precisa il deputato delM5S bellunese, Federico D’Incà, «anche e soprattutto nel Bellunese, dare alla ferrovia una centralità nel sistema generale dei trasporti e garantire i servizi ai cittadini, quindi non posso che dare il mio totale appoggio al nuovo comitato pro-treno e condividerne gli intenti ».

D’Incà, oltre che unirsi al coro di richieste per una rapida riapertura della tratta ferroviaria Belluno-Calalzo, rilancia l’idea della metropolitana di superficie, valutando anche possibili collegamenti con la Valsugana, la Pusteria, la costituenda rete delle piccole ferrovie delle Alpi, nonché con l’anello ferroviario delle Dolomiti.

«Occorre mettere alle strette Rfi, la società che gestisce l’infrastruttura ferroviaria e che spesso non si coordina nemmeno con Trenitalia, che è invece il ramo che si occupa del servizio. Rfi ha enormi responsabilità nella gestione dell’infrastruttura e nel Bellunese questo è un fatto evidente, diventato urgenza con la chiusura della tratta Ponte nelle Alpi-Calalzo», dice il capogruppo regionale di Fi, Dario Bond. «Come fatto per Trenitalia, costantemente sotto stress per i continui disagi, ora bisogna spostare il tiro anche su Rfi».

Ieri alla stazione di Polpet si sono ritrovati amministratori e associazioni per rivendicare il diritto alla mobilità

PONTE NELLE ALPI. Costruire un’organizzazione che riesca a dare battaglia sul territorio con lo scopo di far riaprire la tratta ferroviaria Ponte nelle Alpi-Calalzo. È l’obiettivo (affisso su due striscioni) che si propone il nuovo comitato del “Sì regionale al passaggio a Nord-Est”, nato ieri pomeriggio nel corso dell’assemblea pro-treno che si è svolta nella stazione di Ponte nelle Alpi. I promotori, appartenenti ai comitati pro treno e ad associazioni a favore della mobilità sostenibile, sostenuti dall’amministrazione comunale di Ponte nelle Alpi e da qualche sindaco e assessore di altri Comuni presenti alla riunione, si sono rifatti alla priorità emersa nell’incontro del 22 febbraio riguardo alla chiusura della tratta per manutenzione.

Il nuovo comitato, a cui hanno aderito quasi tutti i presenti, rilancia la necessità di un prolungamento ferroviario a nord e il primo passo è quello di costringere la politica a fare i conti, oltre che con Trenitalia, anche con gli utenti di un servizio sempre più scadente, con pochi treni e mai certi e un parco macchine obsoleto. Nell’insistita chiusura della tratta ferroviaria Ponte nelle Alpi-Calalzo per manutenzione (c’è un autobus sostitutivo), dopo i disastri del maltempo (ieri sono stati visti i primi camion che caricavano i tronchi che minacciavano i binari), i comitati vedono la volontà politica di smantellare del tutto quel binario. C’è chi sospetta che non far arrivare il treno nemmeno Longarone, cosa che sarebbe possibile, sia un sintomo di una tale volontà.

La richiesta del movimento alla Regione e all’assessore Chisso va nella direzione contraria. «Riaprire la Ponte nelle Alpi-Calalzo e sbocco ferroviario a Nord», è la parola d’ordine di chi intende porsi di fronte alla politica come interlocutore, espressione del territorio, «utilizzando anche la disobbedienza civile se necessario», è stato ribadito in alcuni interventi. Tra gli intervenuti all’assemblea (circa il doppio di quelli presenti alla riunione precedente) c’è chi ha sottolineato il sostegno a questo movimento anche da parte degli altoatesini pro-treno (ma anche del presidente della Provincia di Bolzano), mentre la prima scadenza di lotta è stata individuata il 13 aprile con la Festa del treno delle Dolomiti (il 17 maggio ricorre il 50° della chiusura della Calalzo-Cortina), per riaffermare pubblicamente l’obiettivo di un’inversione di tendenza che veda nel treno una risorsa al servizio di tutti invece che un esemplare a rischio sparizione.

Tra le altre e numerose istanze legate ai binari c’è anche la reintroduzione dell’Unico Studenti e l’opportunità che il treno (magari delle motrici nuove) “trascini” con sé anche la bicicletta, mentre anche questa possibilità di agganciare un settore turistico di interesse tagliato su misura per la montagna, come l’escursionismo a due, ruote sembra non fare breccia nel cuore della Regione.

Il nuovo comitato intende inoltre formulare delle proposte concrete e dei progetti, frutto di studi già in atto, che riguardano l‘assetto ferroviario e l’integrazione gomma-rotaia su cui ieri si sono appuntate critiche severe riguardo l’approssimazione con cui viene affrontato questo aspetto fondamentale della mobilità e il discusso ruolo di Dolomitibus sul quale si è soffermato più di qualche intervento, anche in relazione all’emendamento di Reolon bocciato in Regione.

L’attenzione principale è comunque rivolta alla tratta cadorina a rischio. In attesa che passino i quattro mesi stimati come necessari a sistemare la galleria e valutare gli sviluppi, il confronto e le iniziative passano anche per i portali dedicati, i siti dei comitati, delle associazioni e le pagine facebook.

Ezio Franceschini

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