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ASSEMBLEA A SAN LEONARDO

Un libro bianco sulle grandi navi pronto entro un mese, e comprensivo dell’analisi di Pm10 e micropolveri eseguita il 28 aprile da un gruppo di ambientalisti stranieri. Oltre alla ripresa delle mobilitazioni, con l’organizzazione di una giornata «o di festa o di blocco» non oltre giugno, e le richieste al sindaco Giorgio Orsoni di emettere un’ordinanza di divieto e al ministero dell’Ambiente di un’analisi comparata ed estesa alle valutazioni e agli studi d’impatto ambientale dei progetti Contorta Sant’Angelo, retro Giudecca, Porto Marghera, De Piccoli, Fabbri, Claut e Vittadini. Queste le novità emerse dall’assemblea dei No grandi navi svoltasi ieri a San Leonardo. «Questi mostri vanno portati fuori dalla laguna, oltre il Mose – ha ribadito a un centinaio di persone Cristiano Gasparetto, confermando la preferenza del Comitato verso i progetti legati alle bocca di porto del Lido e bocciando ogni ricorso alla legge obiettivo – La Marittima invece può restare home port per le navi medio-piccole e gli yacht, l’assistenza e il rimessaggio. Ciò comporterebbe la tutela di investimenti e occupazione, nuove prospettive di lavoro e due scali anziché uno».
«Due anni di battaglie hanno portato il tema all’attenzione del mondo – ha aggiunto Tommaso Cacciari – Il dover pagare oltre 66mila euro di multe non ci fermerà. Anzi, dobbiamo riunirci in più luoghi e tornare a manifestare. I divieti cassati dal Tar? Basati sul nulla, ma un oggettivo passo indietro. Nel merito, il sindaco ha l’obbligo di disporre un’ordinanza. Ma se non lo farà, a metterla in pratica saremo noi, con la mobilitazione».

(vmc)

 

Nuova Venezia – Grandi navi, scintille Orsoni-Costa

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15

apr

2014

Il sindaco: «Il Porto non lavora per gli accordi». Oggi si inaugura il nuovo terminal

«L’ordinanza sulle grandi navi? Ci sto pensando, potrei firmarla nelle prossime ore». Un intervento che potrebbe scavare ulteriormente il solco tra Comune e Autorità portuale. «Mi pare che il Porto negli ultimi tempi abbia fatto di tutto per far fallire gli accordi», scandisce il sindaco Giorgio Orsoni. Esempi? «Ce ne sono tanti, a cominciare dal Pat, il nostro Piano di Assetto del territorio impugnato al Tar. E poi San Basilio, un accordo che alle condizioni imposte dal Porto è piuttosto difficile da realizzare. Infne il ricorso al Tar contro l’ordinanza della Capitaneria che limitava l’accesso delle navi a San marco per il 2014 e il 2015». Anche il Comune ha fatto ricorso, per motivi opposti. «Sì, ma dopo che lo aveva fatto Vtp», dice il sindaco. Comune pronto all’azione clamorosa, dunque, visto che da Roma novità non ne arrivano. «Roma tace, e noi non possiamo aspettare ancora. Ne va dell’interesse della città ma anche dei lavori del Porto, che chiedono certezze». Intanto oggi a mezzogiorno sindaco e autorità del Porto si troveranno fianco a fianco per inaugurare il nuovo terminal della stazione Marittima. «Prendo atto e non commento», replica il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa, «noi completiamo in questo modo un grande progetto che ci avevano chiesto, cioè la trasformazione dello scalo merci in scalo passeggeri. Questo abbiamo fatto in questi anni. Pur arrivando a un limite fisico. Ecco perché aspettiamo soluzioni alternative che però dovranno rimanere nell’ambito tracciato dall’ordinanza Clini Passera». Cioè, in sostanza, la Marittima non si tocca. Investimenti milionari adesso chiedono di essere messi a reddito, e il Porto non ha alcuna intenzione di lasciare il terminal che viene definito «all’avanguardia nel Mediterraneo». Ecco perché fra i progetti alternativi presentati l Porto mostra di prediligere il nuovo canale senza scartare il Lido se sarà mantenua la Marittima. Intanto Fernando De Simone, architetto e progettista europeo di tunnel, propone di realizzare una stazione passeggeri al largo, in un terminal off shore, da collegare alla città e all’aeroporto con un tunnel ferroviario.

(a.v.)

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GRANDI NAVI – Il sindaco se la prende con Roma che ancora non si pronuncia

Se la prende con il «silenzio» di un Governo Renzi per il resto attivo, ma pure con la litigiosità di un’Autorità portuale, troppo «avvezza al contenzioso». Il sindaco Giorgio Orsoni ribadisce la sua linea sulle grandi navi. E tutta la sua amarezza per lo stallo in atto: da Roma, infatti, ancora nessuna novità. «Anche la mia pazienza è arrivata al capolinea» ha detto ieri il sindaco, alla posa dell’ultimo tratto delle rotaie del tram. «Questo silenzio non è più tollerabile. Il silenzio, in una situazione così problematica, non aiuta i cittadini a capire, ma non credo aiuti nemmeno gli operatori economici che, per le loro attività, hanno un bisogno ancor maggiore di certezze». Ai giornalisti che gli chiedevano, chiosando una frase di Renzi, se era sereno sulla questione grandi navi, Orsoni ha ribadito: «No, non siamo sereni perché non vediamo in questo ambito quello sprint che, giustamente, il Governo vuol far vedere in tutto quello che sta facendo».
Resta, quindi, in piedi la ventilata ipotesi dell’ordinanza con cui l’amministrazione potrebbe cercare di fermare le gradi navi. Su questo punto, però, ieri Orsoni è rimasto sul vago, cercando di glissare con una battuta: «Ordinanza? Quale ordinanza? Per il momento non ce n’è nessuna: vedremo, è un tema che stiamo approfondendo e che, a un certo punto, dovremo mettere in atto». Una mossa forte che, è facile immaginare, potrebbe innescare un nuovo contenzioso con l’Autorità portuale. «É il Porto che è avvezzo a innescare contenzioso – ha commentato il sindaco – lo ha fatto impugnando il Pat, lo ha fatto bloccando il progetto per la riorganizzazione di San Basilio. Purtroppo il Porto continua a rivendicare competenze che non ha. Ma la cosa più divertente, si fa per dire, è che Roma in tutto questo tace».

 

Nuova Venezia – “Grandi navi, riduzione confermata”

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13

apr

2014

 

Trevisanato (Vtp): «I ministri decidano in fretta. Non arriveranno crociere in più, a prescindere dalle decisioni del Tar»

«Il Governo sta perdendo troppo tempo nel decidere sulle Grandi Navi, lasciando vivere tutti in un pericoloso clima di incertezza. Per questo capisco lo spirito dell’iniziativa del sindaco Giorgio Orsoni di pensare a un provvedimento provocatorio e di impatto mediatico come un’ordinanza per bloccare la circolazione delle navi da crociera in Bacino di San Marco – facendo così pressione indirettamente sui ministri competenti – anche se non la condivido minimamente nel merito. L’avvocato Orsoni, da esperto da diritto amministrativo, sa infatti che quell’ordinanza non reggerebbe una settimana, perché verrebbe immediatamente impugnata dall’Avvocatura dello Stato di fronte al Tarda parte di una delle istituzionali statali, a cominciare dall’Autorità Portuale, che si verrebbero lese nelle proprie competenze territoriali sulla laguna. Per cui gli consiglio di pensarci bene prima di avviarla». È un avviso insieme morbido e deciso quello che invia a Orsoni il presidente della Venezia Terminal Passeggeri Sandro Trevisanato, proprio nelle ore in cui il primo cittadino si appresterebbe a emettere l’ordinanza che per motivi di ordine e sicurezza – dopo l’incidente della scorsa settimana in banchina – lo porterebbe ad adottare un provvedimento urgente di questo tipo, pur con tutti i rischi di impugnazione del caso. Ma sulla necessità che il Governo intervenga al più presto sul tema grandi navi, Trevisanato concorda con Orsoni. «I ministri competenti continuano a rinviare il problema senza decidere – insiste – mentre come promesso dovrebbero scegliere in tempi rapidi la soluzione più opportuna per una via alternativa al passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco sulla quale ormai tutti concordano.Manel frattempo, voglio rassicurare Orsoni su una delle ragioni che potrebbe spingerlo a mettere l’ordinanza di blocco del passaggio delle navi da crociera. Qualunque sia la decisione di merito del Tar che seguirà l’udienza del 12 giugno sul nostro ricorso, Venezia Terminal Passeggeri non aumenterà nell’anno in corso il numero delle navi da crociera in arrivo, non accettando nuove commesse e mantenendo quindi la riduzione del 12,5 per cento dei passaggi già fissata. In queste condizioni di incertezza, forzare la manonon conviene a nessuno». I ministri delle Infrastrutture Maurizio Lupi, quello dell’Ambiente Gianluca Galletti e il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni si rivedranno giovedì prossimo – dopo il vertice di venerdì – per una prima “scrematura” politica degli otto progetti alternativi giunti sui tavoli ministeriali in attesa della Valutazione d’impatto ambientale, ma intanto la tensione sale anchein laguna. Per domani il comitato No Grandi Navi ha organizzato un’assemblea cittadina per decidere nuove iniziative di mobilitazione contro il passaggio delle navi da crociera da San Marco e il segretario comunale del Pd Emanuele Rosteghin chiede tempi certi di decisione al Governo e si schiera con Orsoni. «Consideriamo la proposta del sindaco – dichiara – di avviare il procedimento di un ordinanza che per un tempo contingentato blocchi il passaggio in Bacino San Marco e lungo il canale della Giudecca delle Grandi navi come un forte stimolo a tutti per trovare velocemente la migliore soluzione. La politica deve imporre alla tecnica di fare presto dall’immobilismo ».

Enrico Tantucci

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GRANDI NAVI – Venturini (Udc) contrario all’ordinanza: «Posizione sbagliata, non lo seguiremo»

«Sindaco, avanti tutta!» È con questa esortazione che Beppe Caccia, capogruppo della lista “In Comune” ha espresso ieri il pieno e incondizionato sostegno all’iniziativa assunta da Giorgio Orsoni, il quale ha annunciato l’intenzione di emettere un’ordinanza per tenere le grandi navi lontane da San Marco. «Una piccola lobby di privatissimi interessi locali, estremamente minoritaria, sta bloccando ogni efficace iniziativa in questo senso – denuncia Caccia – Così non può continuare a lungo. Benvenuta e tempestiva è dunque l’iniziativa del sindaco».
Anche l’onorevole Giulio Marcon, deputato di Sinistra ecologia libertà (Sel) e Federico Camporese, coordinatore metropolitano di Sel Venezia sono d’accordo con Orsoni: «L’incidente recentemente avvenuto in Marittima, e fortunatamente non altrove, che ha portato la MSC Preziosa ad impattare con la banchina portuale è stato un ennesimo campanello d’allarme che sarebbe stato gravissimo ignorare».
Per il segretario Comunale del Pd di Venezia, Emanuele Rosteghin, la proposta del sindaco «è un forte stimolo a tutti per trovare velocemente la migliore soluzione. La politica deve imporre alla tecnica di fare presto uscendo da contrapposizioni che hanno portato solo all’immobilismo», spiega in un comunicato nel quale chiede a tutti gli enti coinvolti «che le tappe previste siano rispettate» al fine di «offrire certezze alla cittadinanza, agli operatori economici, ai lavoratori partendo dalla considerazione che la Laguna è patrimonio e bene comune».
Di parere contrario è, invece, il capogruppo dell’Udc, Simone Venturini: «La posizione di Orsoni è sbagliata e non lo seguiremo – precisa – La sua iniziativa appare una provocazione al Governo, una dichiarazione di guerra ad un interno comparto economico. Inoltre la ritengo illegittima e sarà il Tar ad annullarla. La strada da seguire è un’altra: sollecitare il governo a trovare una soluzione al più presto per togliere le grandi navi da San Marco, lasciandole però in Marittima. Quella di Marghera è una soluzione personale del sindaco».
Nel frattempo il Comitato No Grandi navi ha indetto un’asseblea per domani, alle 17, nella Sala San Leonardo: «Solo la mobilitazione popolare può dare, come abbiamo dimostrato in questi due anni di lotta, la spallata decisiva in questa vicenda scandalosa delle grandi navi a Venezia». Secondo il Comitato le grandi navi vanno cacciate dalla laguna non solo per una questione estetica, ma perché sono fonte di inquinamento dell’aria, elettromagnetico ed acustico, nonché di distruzione dei fondali e dei sedimenti lagunari.

 

Ieri vertice a Roma: solo uno dei sette progetti in ballo sarà sottoposto alla Commissione Via

Orsoni: «Sto preparando l’ordinanza per vietare il transito dei grattacieli del mare in Bacino»

SINDACO & MINISTRO Giorgio Orsoni e Maurizio Lupi su posizioni diverse

Sulle Grandi navi saranno i ministri competenti a decidere e a dire l’ultima parola. Si profila infatti la strada della Valutazione di impatto ambientale solamente per il progetto che verrà scelto tra i sette in campo. Intanto il sindaco Giorgio Orsoni a giorni firmerà l’ordinanza per tenere fuori dal Bacino le Grandi navi. E nel frattempo il presidente di Confindustria Zoppas si augura che, in una materia così delicata e in periodo di crisi, si giunga alla migliore soluzione possibile.

LA SALVAGUARDIA DI VENEZIA

GRATTACIELI DEL MARE – In base alle indiscrezioni i ministeri avrebbero ieri concordato la linea: la scelta tra i sette progetti sarà politica, poi interverrà la commissione Via

SVOLTA – La scelta ora diventa prettamente politica

FUORI DAL BACINO – No alla valutazione di impatto su tutti e sette i progetti: la Via solo per quello che sarà scelto

Grandi navi, decidono i ministri

Non più una valutazione di impatto ambientale per tutti e sette i progetti alternativi al passaggio delle grandi navi in Bacino San Marco trasmessi dalla Capitaneria di Porto il mese scorso, ma solo per quello che verrà scelto come soluzione definitiva.
E gli intenti sono che la valutazione si concluda tempi rapidi, nel giro di sessanta giorni.
Sono le indiscrezioni emerse dalla riunione di ieri mattina, attesa con trepidazione, saltata all’improvviso la settimana scorsa per motivi che non sono stati resi noti, rinviata e non più annunciata. Ma alla fine il confronto a tre, nei meandri dei palazzi romani c’è stata: il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, l’unico ancora in carica dal governo precedente, ha fatto gli onori di casa al Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti e al Sottosegretario ai Beni Ambientali Ilaria Borletti Buitoni, seguiti dai tecnici dei rispettivi dipartimenti. Un incontro durante il quale sono state prese in esame le diverse proposte elaborate, alla luce dell’ordinanza del Tar che ha sospeso il decreto sul divieto di transito alle grandi navi e dell’incidente di sabato scorso in Marittima. Un vertice in questo caso più politico che tecnico, durante il quale è stata analizzata la situazione attuale, che vede una riduzione su base volontaria dei transiti, ma comunque la stagione della crocieristica che si apre e sta entrando nel vivo.
Di fatto ora la scelta diventa prettamente politica e sarà presa collegialmente dai tre ministri, si ipotizza una soluzione immediata prima di arrivare alla decisione definitiva. E forse per snellire la procedura, se in un primo momento le dichiarazioni d’intenti propendevano per la comparazione tecnica – peraltro difficile, visti i diversi livelli di avanzamento progettuale – di tutte le ipotesi, ora la valutazione sarà in primo luogo politica e solo successivamente se ne valuterà l’impatto ambientale, che comunque resta imprescindibile. Un terreno minato, tenendo conto dell’ordine del giorno approvato dal Senato all’unanimità in cui si chiede che tutti i progetti siano tenuti in uguale considerazione. L’accordo tra i ministri è quello di valutare tutti gli aspetti per raggiungere un voto condiviso. Facile immaginare le pressioni a cui saranno sottoposti in questi giorni, schiacciati dalle istanze di mantenimento dei livelli occupazionali e della tutela dell’ecosistema lagunare, in una città che ha votato nel suo Pat l’estromissione delle navi non compatibili con la laguna di Venezia.
Sullo sfondo, comunque vada, l’investimento di centinaia di milioni di euro: nell’ipotesi di scavo del Canale Contorta, caldeggiato da Autorità portuale che è emanazione del Ministero delle Infrastrutture, come nell’ipotesi di scavo della tangenziale dietro alla Giudecca prediletta da Scelta Civica di Enrico Zanetti, dai porti off-shore in bocca di porto del Lido firmati De Piccoli e Comune di Mira, all’ipotesi Marghera di Roberto D’Agostino, che rifarebbe le banchine a Marghera per far stazionare i grattacieli del mare.

 

IL COMUNE – Orsoni: «Stiamo preparando l’ordinanza per tenerle fuori»

Il sindaco va avanti. Perplessità di alcuni esponenti del Pd, no dell’Udc

Il presidente di Confindustria Zoppas: «Tenga conto del momento di crisi»

(E.T. / R.V.) Il sindaco non è un comandante di navi, ci mancherebbe altro, e non ha nessun potere sulla navigazione, tantomeno delle navi. Giorgio Orsoni, però, non pensa ai bastimenti, pensa ai monumenti e ai palazzi della millenaria città sull’acqua, e a chi ci vive dentro. E su quelli di poteri ne ha eccome, per cui l’ordinanza sarà proprio per tutelare pietre e persone da possibili danni, anche se fosse solo una possibilità remota.
Da Roma, insomma, ieri non è arrivata una fumata bianca ma la notizia di una riunione fra i tre Ministeri peraltro aggiornata alla prossima settimana (ne parliamo a fianco). Perciò, come aveva promesso, il sindaco Giorgio Orsoni ha deciso di passare al piano B, o meglio O come ordinanza.
In modo forse provocatorio contro l’immobilismo romano, con l’intenzione di dare una scossa su un tema sotto gli occhi del panorama mondiale, questa mattina Orsoni darà il via alla redazione dell’ordinanza in base ai poteri conferiti al sindaco dal testo unico degli enti locali. In particolare all’articolo 54 del documento si fa presente che il primo cittadino, quale ufficiale del Governo, sovrintende «all’emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica» e può adottare «con atto motivato provvedimenti urgenti per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana».
Chiaro che è un provvedimento esposto a tanti possibili ricorsi al Tar perché, comunque, è un parlare a nuora perché suocera intenda ma intanto smuove le acque stagnanti della laguna. «Movimentiamo un po’ la faccenda» ha detto ieri a margine dell’accordo con l’Eni per le aree di Porto Marghera, intendendo appunto che i tempi di Roma sono troppo lenti rispetto a quelli imposti dall’opinione pubblica mondiale per cui «avviamo le procedure per l’ordinanza».
Mentre parlava sorrideva con le labbra ma gli occhi erano serissimi, e dev’essersene accorto anche Matteo Zoppas quando ha salito i gradini del palco allestito nel capannone del petrolchimico per andarlo a salutare. Matteo Zoppas, anche lui sorridendo per le telecamere, ha stretto la mano a Orsoni, chiedendogli se davvero avesse intenzione di procedere, non ha nemmeno nominato la parola ordinanza, troppo urticante per gli interessi e i valori in ballo.
Il sindaco ha risposto che non c’è nessuno scherzo, insomma che è suo dovere intervenire, senza drammi.
Alla fine della cerimonia, qualcuno ha fatto una battuta sulle Grandi Navi al presidente di Confindustria e lui ha tagliato corto, secco: «Spero che non si facciano scherzi, perché in questo momento di crisi non ce n’è proprio bisogno».
L’intenzione è stata ribadita ieri sera in una riunione di maggioranza (Pd e Udc, gli altri erano assenti), durante la quale il sindaco ha di nuovo insistito sul trasferimento a Marghera delle navi più grandi (si parla di spazio per tre) come unica soluzione nel breve periodo. Sull’ordinanza, una buona parte degli esponenti del Pd ha manifestato perplessità, mentre l’Udc si è detta contraria, dicendo che se il sindaco firmerà l’ordinanza se ne assumerà la responsabilità anche economica.

 

 

GRANDI NAVI »IL BRACCIO DI FERRO

Ieri a Roma vertice con i ministri Lupi e Galletti, presente anche il sottosegretario Borletti-Buitoni. Se ne riparlerà giovedì

Sulle Grandi navi il Governo cerca ora la quadratura del cerchio, puntando a salvaguardare sia le esigenze ambientali legate all’estromissione del passaggio delle navi da crociera in Bacino di San Marco, sia quelle delle compagnie, con una soluzione di medio-lungo termine. È stato questo l’argomento al centro del vertice tenutosi ieri al Ministero delle Infrastrutture con il ministro Maurizio Lupi, quello dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni. Un incontro che però – secondo quanto riferisce il Ministero – non ha prodotto decisioni, perché il vertice ministeriale è stato aggiornato a giovedì prossimo. Sul tappeto c’è il problema della Valutazione d’impatto ambientale (Via) degli otto progetti alternativi al passaggio delle Grandi navi da San Marco che sono approdati sul tavolo ministeriale, inviati dalla Capitaneria di Porto. Lupi, Galletti e la Borletti-Buitoni per i Beni Culturali hanno iniziato ieri a discuterne, anche perché lo stesso Lupi ha promesso che la Via doveva essere svolta nel giro di tre mesi, proprio perché il blocco annunciato dall’inizio del prossimo anno del passaggio delle grandi navi fosse accompagnato dai tempi certi garantiti alle compagnie per la realizzazione del percorso alternativo. Resta in attesa degli eventi anche il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, sempre più impaziente, che ha pronto nel cassetto un provvedimento-choc per sbloccare la situazione e soprattutto pressare da vicino il Governo per fare presto. Orsoni penserebbe a un’ordinanza per limitare i passaggi «a tutela dell’incolumità pubblica e della sicurezza», come prevede l’articolo 54 della legge del 2008. Un provvedimento che potrebbe essere titrato fuori da un momento all’altro – forse anche oggi – se le notizie che arrivano da Roma non fossero ritenute soddisfacenti, visto il nuovo rinvio deciso ieri. Un provvedimento che Orsoni potrebbe emanare direttamente, senza bisogno di passare dalla Giunta o dal Consiglio comunale. Quali sono i poteri del sindaco in materia di grandi navi? Le acque sono di competenza dell’Autorità portuale, il traffico della Capitaneria di porto. Così Orsoni pensa a un intervento che possa costringere a «prendere una decisione rapida». «Bisogna decidere, e fare presto per dare certezze agli operatori», ha detto più volte negli ultimi giorni. L’incidente, seppure lieve, di sabato mattina occorso alla grande nave Msc Preziosa ha riaperto giocoforza polemiche e dibattiti. «La dimostrazione che l’errore umano ci può essere, in qualsiasi momento», ha commentato a caldo il primo cittadino, «dobbiamo intervenire». E un intervento immediato, da parte del sindaco, non potrebbe essere che quello di una ordinanza urgente per tutelare «l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana». I poteri glieli conferisce il decreto legge 92 del 23 maggio 2008. Che prevede, all’articolo 54, la possibilità per i sindaci, in qualità di ufficiali di governo, «di adottare provvedimenti, anche contingibili e urgenti al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana». Uno “strappo” che renderebbe arduo poi trovare una soluzione condivisa. Ma che Orsoni parrebbe pronto a fare se da Roma non arriveranno segnali di decisioni immediate. Anche se anche l’ordinanza di Orsoni questa peraltro potrebbe essere impugnata al Tar dall’Autorità portuale e sospesa dai giudici. Ma intanto l’effetto-choc rimarrebbe.

Enrico Tantucci

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Nuova Venezia – Grandi navi al Lido salvando la Marittima

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11

apr

2014

Progetto alternativo della Duferco presentato ieri all’Ateneo. Paolo Costa apre: «Interessante»

Navi fuori dalla laguna salvando la Marittima. Forse è la quadratura del cerchio che potrebbe consentire di intravedere, finalmente, una soluzione possibile per l’emergenza grandi navi. Non è un caso che ieri mattina, nell’aula Tommaseo dell’Ateneo veneto strapiena di gente per la presentazione del progetto del nuovo terminal crociere al Lido, ci fosse in prima fila ad ascoltare il presidente del Porto Paolo Costa. L’idea di Cesare De Piccoli è diventata un vero progetto. «Nei prossimi giorni lo illustreremo ai ministri», dice soddisfatto l’ex viceministro. Ieri a spiegare con slide e grafici l’alternativa c’erano con lui i proponenti del gruppo Duferco Engineering, società genovese da 4 miliardi di fatturato specializzata in costruzioni marittime e porti con il suo presidente Enzo Palmisano, insieme a una folta pattuglia di consulenti e specialisti. Lo studio di ingegneria genovese Ballerini, lo studio di architettura di Giuseppe Cristinelli, docente Iuav che ha curato l’inserimento paesaggistico, l’Ipros ingegneria di Padova, Ad Geo sistemi per l’ambiente, esperti in geologia. L’idea è quella di fermare le grandi navi al di sopra di certe dimensioni nel nuovo terminal, realizzato con moli galleggianti e removibili davanti all’isola artificiale del Mose, sul lato Punta Sabbioni a 220 metri dalla diga nord, con cui il terminal sarebbe collegato per l’emergenza. Qui potrebbero ormeggiare fino a cinque grandi navi, che sarebbero alimentate da terra riducendo i fumi mentre i passeggeri e le merci sarebbero accolti in Marittima e poi trasportati via acqua al Lido. Bagagli e merci con chiatte attraverso il canale dell’Orfano, i passeggeri con grandi battelli da 800 posti. «Ci sarebbe lavoro in più, salvaguardando la laguna », ha detto ieri De Piccoli, «ho visto interesse in questo progetto che può risolvere la situazione senza grandi impatti ambientali». Due anni per realizzarlo, 128 milioni di costo («Meno del nuovo canale Contorta », dice De Piccoli). E soprattutto la laguna vietata alle navi troppo grandi, mentre la Marittima potrebbe continuare a vivere. «Progetto interessante», apre Costa, che solo poche ore prima aveva invece stroncato l’alternativa di Marghera proposta dal sindaco Giorgio Orsoni. «Se parliamo del lungo periodo possiamo anche discutere», gli fa eco il presidente della Venezia terminal passeggeri Sandro Trevisanato, «questo progetto alternativo è ragionevole, anche se ha sottostimato il numero dei passeggeri che possono arrivare nei giorni di punta in Marittima ». Timidi segnali, apprezzati anche – con qualche riserva per il numero elevato di cinque navi ormeggiate – dai comitati presenti in aula.

Alberto Vitucci

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Gazzettino – Venezia. Crociere al Lido. Un porto per 5 navi.

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11

apr

2014

CROCIERE – Presentato nel dettaglio il progetto De Piccoli per una Marittima alla bocca di porto del Lido

Una banchina di 940 metri per 5 navi

Pronta in 26 mesi, costo128 milioni. Passeggeri a Venezia con motonavi

Carte alla mano, è uno dei due progetti preliminari compiuti sui sette che sono stati presentati al Governo come alternativa al passaggio delle grandi navi a San Marco. Ieri Venis Cruise 2.0, il progetto promosso da Cesare de Piccoli, è stato presentato alla città da uno stuolo di tecnici, che hanno curato, ciascuno per la propria specialità, i singoli aspetti della progettazione. Il risultato è un terminal per 5 grandi navi lungo quasi un chilometro (940 metri di banchina) appoggiato al fondale che costerà 128 milioni e potrebbe essere completato per l’avvio della stagione crocieristica 2017.
All’Ateneo Veneto, De Piccoli ha ricordato che il suo è un progetto serio, realizzato anche da Duferco Engineering, studio Cristinelli, Ipros ingegneria ambientale e AdGeo sistemi per l’ambiente.
«Noi proponiamo – ha detto – la differenziazione delle funzioni tra la Marittima e il nuovo terminal esterno. Come accade negli aeroporti, nell’attuale stazione (immagina soprattutto i fabbricati 107-110)si svolgono le procedure di accettazione e d’imbarco, nel terminal solo l’imbarco o lo sbarco dalle navi. I passeggeri saranno portati da motonavi, bagagli e merci da bettoline. Nessuno ha pensato di “invadere” la via Fausta. Il collegamento con la terraferma è comunque necessario, ma solo a fini di emergenza».
Bloccando le navi più grandi fuori dal sistema Mose, le più piccole continuerebbero a servirsi della Marittima.
«L’impegno solenne che ci prendiamo – ha aggiunto – è che così non si perderanno né passeggeri né posti di lavoro. Che anzi saranno aumentati. Buona parte dell’energia arriverà da fonti rinnovabili».
I tecnici, uno ad uno, hanno poi risposto alle questioni di carattere ambientale, geologico, ingegneristico e paesaggistico.

 

LA LAGUNA, L’ECONOMIA

LA STRADA – Proposta da portare in Comitatone

I NUMERI – Investiti 14 milioni in 14mila metri quadrati

L’INCONTRO  L’assessore Farinea ha spiegato il progetto al circolo Pd Cannaregio

Riduzione del 32% in Marittima. Entrata e uscita dal canale dei Petroli

Ecco il piano del Comune per le crociere a Marghera

Il Comune scopre le carte sulle crociere a Marghera. Anche se Ca’ Farsetti non ha mai concretizzato la propria posizione in un progetto – tra quelli in attesa della valutazione di impatto ambientale – l’altra sera a Cannaregio durante un dibattito organizzato dal Pd sono state illustrate nel dettaglio le “ipotesi di indirizzo” di Ca’ Farsetti, che punta a far arrivare le grandi navi da crociera a Marghera appunto. Erano invitati il Comune, con l’assessore allo Sviluppo Economico Alfiero Farinea accompagnato da alcuni tecnici dell’Urbanistica, ma anche l’ex assessore all’Urbanistica Roberto D’Agostino, che ha invece redatto un progetto tra quelli in lizza al Ministero. La soluzione Marghera, secondo il Comune, avrebbe il vantaggio di essere di rapida realizzazione, con l’obiettivo di ridurre il traffico in Bacino del 32 per cento nel giro di 6-7 mesi, ha esordito Farinea. Transito unico per il traffico crocieristico e quello industriale, dalla bocca di porto di Malamocco, percorso lungo il canale dei Petroli e arrivo fin da subito a Marghera con due navi, in una prima fase. Necessaria la realizzazione di un bacino di evoluzione, per permettere ai colossi una manovra di entrata e uscita. Successivamente se ne potrebbero aggiungere altre procedendo per fasi successive. E attraverso il risezionamento del Canale Vittorio Emanuele o all’allargamento del canale che costeggia l’isola delle Trezze si potrebbe arrivare anche in Marittima. «Un modo – secondo l’assessore Farinea – per tutelare il rispetto dell’ambiente con le esigenze economiche della città. Ma è necessario uno studio specifico e soprattutto un’attenta programmazione nella portualità». Tenendo conto che la Marittima è ormai alla saturazione mentre Marghera potrebbe rappresentare un polo in espansione e che, come è stato illustrato durante il dibattito, nei grandi porti europei non c’è una distinzione tra il traffico crocieristico e quello commerciale. Resta il fatto che il Comune non ha “armi” procedurali in mano per far valere le proprie linee di indirizzo, se non in un Comitatone.
Al dibattito è stato presentata anche l’ipotesi D’Agostino. Che punta alla creazione di un terminal vero e proprio a Marghera, con la realizzazione di banchine adeguate alle proporzioni delle navi. Visto che quelle attuali, pur recenti non sarebbero più sufficienti. L’ipotesi Marghera, poi, rilancia il tema delle aree che si andrebbero ad occupare, ovvero la Pilkinton e la raffineria Eni e non sono mancati i dubbi in sala. Nessun cenno, invece, alla riduzione delle dimensioni delle navi da far transitare prevista anche dal Pat. Intanto c’è attesa per quello che il sindaco Giorgio Orsoni ha promesso per domani: se da Roma non dovessero arrivare notizie dai Ministeri sullo sblocco della vicenda il primo cittadino potrebbe emettere un’ordinanza di divieto di transito ai grattacieli del mare in base alle proprie competenze di incolumità pubblica, sicurezza urbana o tutela sanitaria.

 

Oggi De Piccoli presenta all’Ateneo il suo porto

I tempi si stringono e la competizione si fa più stretta, anche se alla fine non sarà la popolazione veneziana a decidere, ma il Governo. Oggi alle 11 Cesare De Piccoli presenterà il suo progetto all’Ateneo Veneto. Si chiama “Venis cruise 2.0″ed è una proposta compiuta sposata dalla Duferco Italia Holding spa, un’azienda bresciana leader nel campo della produzione e del commercio di materie prime siderurgiche con oltre 800 addetti e un fatturato annuo pari a 700 milioni. Per l’ex viceminmistro alle Infrastrutture  questa soluzione ha il vantaggio che si può realizzare in tempi veloci, un paio di anni, e che salta l’ipotesi della fase transitoria. Il progetto, che potrà essere realizzato per fasi modulari, prevede a pieno regime di poter ospitare almeno lo stesso numero di navi della Marittima. Il dettaglio dei costi non è ancora noto, ma De Piccoli ritiene che si possa andare abbondantemente al di sotto dei 170 milioni preventivati per lo scavo del canale Contorta.

ALLA MARITTIMA – E intanto Venezia Terminal Passeggeri inaugura la più grande banchina del Mediterraneo per una singola nave

Vtp non ha nessuna intenzione di spostare i suoi terminal crocieristici altrove. I suoi rappresentanti lo hanno sempre detto e lo hanno sempre affermato anche con i fatti. Il motivo è presto detto: il vecchio porto merci è stato trasformato in meno di 15 anni in una moderna stazione passeggeri con terminal dedicati per ogni nave. Per quest’operazione Vtp ha investito finora 150 milioni di euro e non intende rinunciarvi tanto facilmente.
Ora, alla vigilia di una decisione del Governo che potrebbe potenzialmente cambiare gli scenari, la società che gestisce il porto passeggeri presenta il completamento di un progetto ultradecennale. Martedì prossimo sarà inaugurato il nuovo terminal ospitato nel fabbricato 109/110 sulla banchina Tagliamento. Non uno qualunque, ma il più imponente per estensione di tutto il Mediterraneo, con i suoi 14mila metri quadrati destinati ad una sola nave. La realizzazione dell’ottava stazione passeggeri nel luogo in cui c’erano i magazzini per lo stoccaggio del cotone ha comportato un investimento da parte di Vtp di 14 milioni.
A questo punto ognuna delle grandi navi che arriverà in banchina avrà a disposizione un terminal dedicato, in grado di velocizzare al massimo le operazioni di sbarco e di imbarco di passeggeri e bagagli, parallelamente a quanto accade nei maggiori aeroporti del mondo. Questo porterà presumibilmente la capacità di accoglienza ben sopra i due milioni di passeggeri attuali e in diretta competizione con lo scalo di Barcellona per il primato del traffico nel Mediterraneo.
Se l’Autorità portuale (e quindi il Ministero delle Infrastrutture) con i suoi soci privati spinge verso questa direzione, evidentemente qualche ragione ci sarà. Certo è che una Marittima così congegnata sarebbe pronta ad accogliere il “ritorno” delle navi extra large una volta scavato il nuovo canale d’accesso dalla bocca di Malamocco. Cosa, però, tutt’altro che scontata se il Governo manterrà la parola di effettuare una valutazione d’impatto ambientale per tutte le 7 alternative presentate.
Nel caso in cui si optasse per un terminal dedicato alle maxi navi in mare (il progetto degli ambientalisti e di De Piccoli) o a Marghera (come vorrebbe il sindaco Giorgio Orsoni), una Marittima così strutturata potrebbe invece apparire sovradimensionata.

Michele Fullin

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